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E' INIZIATA LA CORSA AI "FORZIERI" DELL’ARTICO
Postato il Giovedì, 12 dicembre @ 00:10:00 CET di davide

DI MICHAEL T. KLARE
nytimes.com

Mentre molte riserve di gas e di petrolio in diverse aree del mondo stanno vivendo il loro rapido declino, si ritiene che l’Artico possegga enormi giacimenti ancora inesplorati. Secondo la United States Geological Survey (Indagine Geologica degli Stati Uniti), circa il 13% delle riserve mondiali di petrolio e il 30% di quelle di gas ancora non sfruttate, si trovano al di sopra del Circolo Polare Artico. Ansiosi di affondare le mani in quella fortuna, la Russia e i paesi Artici confinanti - Canada, Norvegia, Stati Uniti, Islanda e Danimarca (quest’ultima in virtù della sua autorità sulla Groenlandia) – hanno spronato le compagnie energetiche a trivellare nell’area.

Specialmente per la Russia – che recentemente ha preso il controllo di una nave Greenpeace e ha denunciato trenta attivisti per assalto ad una sua piattaforma petrolifera – è molto forte la tentazione di sfruttare l’Oceano Artico. L’economia della Russia è fortemente dipendente dalle esportazioni di petrolio e gas, e il governo conta molto su queste vendite per il reddito nazionale. Fino a poco tempo fa, per soddisfare le loro esigenze energetiche, i Russi potevano attingere dai giacimenti nella Siberia occidentale, ma ora, considerato il declino di molti tra questi depositi, fanno molto affidamento alle riserve Artiche per mantenere gli attuali livelli di produzione. “Il nostro compito principale è di rendere l’Artico la prima risorsa per la Russia del 21° secolo” dichiarò nel 2008 l’allora Presidente Dmitri A. Medvedev.

I Russi hanno esplorato le varie opzioni di trivellazione in diverse aree offshore dell’Artico. Nel Mare Pechora, a nord della Siberia nordoccidentale, il gigante dell’energia russo Gazprom ha installato la sua piattaforma Prirazlomnaya — proprio quella che gli attivisti di Greenpeace hanno preso d’assalto. Più a est, nel Mar Kara, il gruppo statale Rosneft sta collaborando con la ExxonMobil per lo sviluppo di giacimenti molto promettenti. Rosneft si è anche associata alla Statoil Norvegese e all’ENI Italiana per esplorare il potenziale di sfruttamento nel Mar di Barents.

Ma è molto difficile che sia solo la Russia a tentare di aprire i forzieri dell’Artico. La Norvegia, come la Russia, trae gran parte delle sue entrate proprio dalle esportazioni di gas e petrolio, e punta molto sullo sfruttamento delle riserve del Mar di Barents per compensare la forte contrazione produttiva rilevata nei suoi giacimenti nei Mari del Nord e della Norvegia. Ci sono anche altre zone dell’Artico nel mirino di altri paesi: la Cairn Energy di Edimburgo ha appena aperto dei pozzi di esplorazione nelle acque a largo della Groenlandia, ad esempio, mentre la Royal Dutch Shell sta tentando l’esplorazione di campi a largo dell’Alaska.

Nonostante tutte le sue promesse, l’Artico non cederà facilmente le sue ricchezze. In inverno, il ghiaccio copre costantemente le superfici marine e tempeste violente e frequenti sono un continuo pericolo. Il riscaldamento globale potrebbe, in qualche modo, contribuire a ridurre il ghiaccio nei periodi estivi e autunnali, permettendo così trivellazioni più prolungate, ma allo stesso tempo potrebbe causare condizioni meteorologiche inusuali e incontrollate ed altri pericoli correlati. Altro rischio che si aggiunge: molte delle linee di confine nella regione Artica, sono ancora da demarcare e alcuni paesi Artici hanno già minacciato di ricorrere alla forza militare nel caso in cui le compagnie energetiche occupino aree che considerate di loro sovranità.

Le ardue sfide che l’Artico pone al suo sfruttamento hanno già intimorito la Shell, che ha speso 4.5 miliardi di $ per l’esplorazione offshore in Alaska, ma che ancora non è riuscita a trivellare un solo pozzo. Alcune di queste sfide sono perfettamente legali – comunità indigene e ambientalisti, nel timore di contaminazioni delle loro acque e danni alla natura, hanno già diffidato le compagnie dal trivellare.

Inoltre, l’Artico in sè ha già dato prova di essere un avversario formidabile. Nell’estate del 2012, durante il primo tentativo della Royal Dutch Shell di sondare i depositi Artici, le operazioni di trivellazione furono interrotte da venti battenti e placche di ghiaccio galleggianti. Diversi mesi dopo, quando una delle teste dei pozzi franò al suolo durante una violenta tempesta, la Shell annunciò che avrebbe sospeso le operazioni offshore in Alaska e che, prima di procedere ulteriormente, avrebbe rafforzato le proprie capacità operative nella zona.

Le disavventure della Shell hanno anche consolidato il timore che trivellare nell’Artico ponga alla regione una minaccia considerevole. Nell’evento di una importante fuoriuscita petrolifera, il danno conseguente sarebbe molto più grave e distruttivo di quello causato nel Golfo del Messico dalla Deepwater Horizon nell’Aprile 2010, sia per la mancanza di adeguate capacità di risposte operative, sia per la probabilità che il ghiaccio impedisca seriamente le operazione di bonifica. Mentre sempre più compagnie si spingeranno nell’Artico accelerando le loro attività esplorative, aumenteranno di conseguenza le probabilità di incidenti e fuoriuscite. Il fatto che la Shell – una delle compagnie petrolifere tecnologicamente più avanzate – si sia finora dimostrata incapace di superare questi rischi, accresce la preoccupazione che in quelle acque pericolose si trovino presto ad operare altre compagnie meno preparate ed efficienti.

Cresce anche il rischio di conflitti sulla proprietà di territori contesi. Cinque paesi Artici hanno già rivendicato diritti esclusivi di trivellazione su aree di confine rivendicate anche da altri paesi, mentre resta ancora controverso il controllo sulla regione polare in generale. In un’area “..con un potenziale energetico che rappresenta un quarto delle riserve mondiali inesplorate di gas e petrolio” ha detto recentemente il Ministro della Difesa statunitense Chuck Hagel “è prevedibile che l’ondata di interesse nell’esplorazione energetica nell’area possa aumentare le tensioni su altri argomenti controversi”.

Fino ad oggi nessuna di queste dispute ha provocato una risposta di tipo militare, e gli stati Artici si sono impegnati ad astenersi dal farlo in futuro. Tuttavia, quasi tutti i paesi Artici hanno anche affermato il loro diritto di difesa dei propri territori offshore con la forza, e hanno anche preso le necessarie misure per rafforzarsi in questo senso. La Russia, ad esempio, ha recentemente annunciato dei programmi definiti “di infrastruttura militare di punta” nell’Artico.

Niente, comunque, potrebbe scoraggiare altri paesi interessati.
Considerando l’altissima richiesta mondiale di petrolio e l’incapacità dei pozzi esistenti di soddisfarla, le maggiori compagnie energetiche tenteranno ogni possibile strada per aumentare la produzione. E’ quindi essenziale che siano posti subito dei limiti chiari e rigorosi alle operazioni di trivellazione nell’Artico, in modo da ridurre le tensioni esistenti nell’area. Sono stati fatti dei progressi nell’ambito del Consiglio Artico, un foro di consultazione delle nazioni Artiche. Ma resta ancora molto da risolvere.

Un modo per stabilire formalmente delle regole precise potrebbe essere l’adozione di un Trattato Artico, sulla falsariga del Trattato Antartico del 1959. Come avvenne per quest’ultimo, un accordo siglato dai paesi Artici stabilirebbe dei precisi confini marittimi e dei limiti alle attività militari. Potrebbe anche imporre delle regole ambientali e garantire un passaggio sicuro alle imbarcazioni civili che navigano sui mari Artici. E infine, diciamolo: nessun gas e nessun petrolio potrà mai giustificare la distruzione della natura locale o una corsa agli armamenti nell’Artico.

Michael T. Klare
Fonte: http://www.nytimes.com
Link: http://www.nytimes.com/2013/12/08/opini ... .html?_r=0
8.12.2013

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12695


anzike'investire su riceche pulite,o mettere in opera tecnologia gia'esistente,x debellare l'inquinamento,ora si fara' un ulteriore scempio,dell'incontaminato nord,con tutti i rischi del caso...............


Ultima modifica di ubatuba il 14/12/2013, 13:01, modificato 1 volta in totale.

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CONTROLLO, DISTORSIONE E FALSIFICAZIONE DELLA REALTÀ DEI FATTI
by Bernardo Mattiucci · 2 gennaio 2014

Un Ente che si spaccia per essere scientifico dovrebbe, prima di ogni altra cosa, non avere alcun legame con le potenti lobby del potere economico mondiale. Tale Ente, per poter fare il proprio lavoro senza alcuna “contaminazione” di alcun tipo (specialmente quello economico), dovrebbe avere al suo interno personale che nulla ha a che fare con altre attività private o pubbliche. Eppure, l’Ente cui mi riferisco, è formato da consulenti scientifici e non scienziati. Ovvero persone che forniscono il proprio contributo a politici e manager industriali nell’ambito del proprio settore specifico. E tra questi membri autorevoli, c’è chi, posto a capo di tutto il baraccone, si mormora essere uno dei più grandi e potenti imprenditori mondiali nel settore delle energie rinnovabili. Va da se che, le decisioni prese dal suo team, di cui lui ha l’ultima e più pesante voce in capitolo, non possono essere totalmente prive di interesse economico. Nessun imprenditore sarebbe disposto a prendere decisioni che metterebbero in forse il futuro della propria azienda. E nessun imprenditore con la I maiuscola rinuncerebbe ad enfatizzare un risultato, piuttosto che un altro, se la conseguenza diretta fosse un forte aumento delle commesse per la propria azienda.

Premesso questo, l’Ente di cui sopra ha avuto un ruolo dominante nella gestione del complesso tema legislativo-culturale relativo all’evoluzione climatica negli ultimi 15-20 anni, tanto che le indicazioni fornite ai vari enti e governi nazionali, indicazioni basate quasi totalmente sulla base di simulazioni matematiche di dati reali misti a “proiezioni” prive di riscontri oggettivi, hanno avuto conseguenze devastanti in termini sia economici che socio-culturali.
Quello che la gente comune deve capire è che l’uso di una simulazione matematica, il cosi’ detto “modello matematico” (in tv si sente spesso il riferimento ai “modelli”), per essere realmente affidabile, oltre a fornire una proiezione quanto più realistica possibile del futuro, deve anche garantire un riscontro con il passato. Ovvero deve, partendo da pochi dati a disposizione, ricostruire quanto più fedelmente possibile le variazioni che sono state riscontrate in passato. Se il modello in questione non riesce a ricostruire il passato, va da se che non può essere preso ad esempio per il futuro… in quanto l’affidabilità dello stesso è tutt’altro che buona!
Ebbene… la quasi totalità dei modelli utilizzati dall’Ente “scientifico” di cui sopra, non hanno mai garantito un’affidabilità decente non riuscendo MAI a ricostruire le variazioni termiche del passato. Ma, nonostante questo, le priezioni elaborate con tali modelli, sono state utilizzate per produrre quel colossale raggiro multimiliardario noto con il termine Riscaldamento Globale Antropogenico.

I dati presi in esame sono stati essenzialmente di 3 tipi:
1) rilevamenti mediante strumenti a terra e in mare
2) rilevamenti mediante misurazioni satellitari
3) proiezioni sulla base di modelli matematici delle temperature di zone non coperte da strumenti a terra

Nel primo caso abbiamo un problema di fondo che in molti sottovalutano più o meno volutamente… ovvero il fatto che la stragrande maggioranza delle stazioni di rilevamento si trovano nei pressi di aeroporti, porti, strade o addirittura all’interno delle città. E tutte queste zone, in un modo o nell’altro, alterano in modo anche molto evidente i rilevamenti effettuati. E’ vero che è possibile apporre delle correzioni ai valori grezzi, ma è anche vero che un dato, più lo manipoli, e più rischi di averlo sballato. Almeno sul medio-lungo termine!

Nel secondo caso abbiao un problema ben più grave… i satelliti rilevano le temperature in modo indiretto, mediante l’uso di onde elettromagnetiche a varie frequenze. E tale sistema NON È MAI preciso. Lo sanno bene gli abitanti di un villaggio di pescatori nel nord del Canada sul quale le misurazioni satellitari indicavano una temperatura di oltre +60° in pieno inverno…. quando in realtà c’erano circa 30° sotto zero!

Nel terzo caso, per me il più emblematico, si usa un modello matematico per produrre un dato “grezzo”, partendo da un altro dato grezzo effettivamente rilevato da strumentazione elettronica, da dare in pasto ad un nuovo modello matematico per realizzare le simulazioni di cui sopra. E gli inevitabili errori che tali passaggi possono produrre? Come si fa ad affermare che la temperatura della banchisa artica, in un punto distante 1000 km dalla costa, sia la stessa rilevata nel porto di un villaggio pieno zeppo di case e barche a motore?

C’è quindi un reale dubbio sulla natura di tali rilevamenti e sull’affidabilità degli stessi.
Ma non è tutto!

L’Ente di cui sopra prende in esame i dati rilevati a livello mondiale dal 1850 ad oggi e da questi, con gli opportuni modelli matematici di cui sopra, estrapola un andamento climatico probabile sulla base del quale sono state fatte previsioni allarmistiche ben oltre il lime del ridicolo. E vi spiego perché!

Nel 1850, i dati rilevati in modo SISTEMATICO, ovvero con una sufficiente continuità nel tempo, coprivano circa il 21-22% della superficie mondiale.
Oggi siamo a circa l’85% con un picco massimo del 92% relativo al 2003. E, comunque, vengono esclusi i dati del Polo SUD dai modelli matematici.
Quello che emerge è che l’andamento delle temperature superficiali sia sulle terre emerse che nel mare, sono aumentate di oltre 1°C dal 1850 ad oggi.

L’uso poi di frasi ad effetto come “il 2013 è stato uno degli anni più caldi del millennio“, quando sappiamo che il millennio è iniziato nel 2001! Oppure “il 2013 è stato uno degli anni più caldi dal 1850“… certo… ma non significa niente…
Eppure… nonostante internet abbia fornito la possibilità a chiunque di informarsi e di smascherare le bufale climatiche che hanno condizionato l’economia e la società dei paesi occidentali negli ultimi anni, c’è ancora gente convinta che le proiezioni dell’Ente di cui sopra, che ultimamente ha affermato che le temperature aumenteranno anche di 4-6 °C in 100 anni, sono cose serie da prendere in considerazione e quindi è giusto fare qualunque cosa per contrastare tale riscaldamento globale.

Purtroppo le cose non stanno così…. e far capire a tutti quali e quanti errori, raggiri e falsificazioni ci sono in tali proiezioni, non è affatto facile!

Guardiamo ad esempio il grafico seguente:

Immagine

Tale grafico riporta le anomalie termiche medie mensili delle terre emerse, relative all’emisfero nord, all’emisfero sud e a livello globale, calcolate rispetto ad un periodo di riferimento di 30 anni che va dal 1961 al 1990.

La prima cosa che emerge è il fatto, non di poco conto, che dal 1850 al 1945, le anomalie rilevate sono state sempre negative rispetto al periodo di riferimento.
La seconda cosa che emerge è il fatto che la maggiore anomalia termia è stata rilevata nel 1910… e la massima positiva, nel 2003 circa. Calcolando tale differenza, esce fuori il dato propagandato dall’Ente di cui sopra che parla di un riscaldamento di circa +1° C dal 1850 ad oggi. Ovvero in 163 anni!

Dalle cronache del tempo, però, sappiamo che nel 1850 il mondo usciva da un periodo storicamente noto come Piccola Era Glaciale, ovvero un lungo periodo di tempo, dal 1300 al 1850 circa, durante il quale si sono susseguiti periodo climatico mite a periodi climatici più freddi, con inverni talmente freddi e persistenti da mettere in serio pericolo il raccolto agricolo in varie parti d’Europa (e non solo) e quindi la sopravvivenza della popolazione del tempo. Inverni durante i quali si avevano Tamigi, Senna, Po, Danubbio, Laguna veneta ecc…. parzialmente o addirittura totalmente ghiacciati.
È quindi logico aspettarsi che, dopo un periodo simile, le temperature siano più o meno gradualmente andate aumentando! E lo hanno fatto in modo evidente nel periodo 1910-2000. A livello matematico dovremmo dire quindi che c’è stato un aumento di circa 1°C in circa 90 anni… anche 100 (così facciamo conto pari). Ovvero un aumento medio di 0, 01° C. per secolo!
Un aumento tale non è comunque poco… e abbiamo visto che, in realtà, non ha prodotto alcuna conseguenza devastante… ma, anzi, ha prodotto un fortissimo aumento demografico che ci ha portati, ad oggi, a sfondare la soglia record di circa 7 miliardi di invidui sul pianeta Terra!

Da tale grafico vediamo però anche una cosa interessante… dal 2003 ad oggi la temperatura non è affatto aumentata!
Qualcuno potrebbe obiettare… affermando che non si possono prendere solo le temperature “LAND”, ovvero relative alle terre emerse, ma bisogna andare a vedere anche quelle degli oceani.

Ebbene eccole….:

Immagine

Si vedesubito che la differenza tra i grafici è minima. O meglio, si nota chiaramente che gli oceani si scaldano/raffreddano molto meno rispetto alle terre emerse…. e questo è logico, visto che l’energia accumulata dagli oceani viene rilasciata molto lentamente… (con un complesso sistema che prima di tutto porta al rallentamento delle correnti oceanico/marine e solo in un secondo tempo ad un effettivo ed evidente calo delle temperature).
A livello oceanico, quindi, la differenza di anomalie termiche è di circa 0,9°C, anche qui tra il 1910 e il 2003 circa.

Ora andiamo a vedere quali sono le possibili cause di queste variazioni climatiche.
L’Ente “scientifico” di cui sopra, ha fornito una serie interminabili di prove, a loro dire inconfutabili, che attribuiscono all’attività umana la causa principale in quanto, a seguito della rivoluzione industriale di inizio ’900, la produzione di CO2 derivante dalla combustione delle fonti fossili, è aumentata a tal punto da produrre un riscaldamento globale di tipo ANTROPOGENICO, che unito a quello NATURALE, ha portato all’aumento delle temperature medie mondiali riscontrate e riportate nei grafici di cui sopra!

Noi di Attività Solare (ma non solo) non crediamo a queste “scuse” da 4 soldi. Sia perché siamo andati a guardare un grafico come il seguente….

Immagine

…sia perché ne abbiamo visto uno ancora più importante. Ovvero il seguente:

Immagine

Certo, quest’ultimo grafico si riferisce alla sola Groenlandia, ma è comunque indicativo delle “violente” variazioni di temperature rilevate dall’analisi dei carotaggi del ghiaccio effettuati in quell’isola a ridosso del Circolo Polare Artico. Variazioni che arrivano a sfiorare i 5°C tra il 6000 aC. circa e il 6500 a.C. circa.
Ma, curiosi di capirci qualcosa (o forse di complicarci ancora di più la vita), siamo andati a guardare cosa accadeva, nello stesso lasso di tempo, nel grande e immenso continente ghiacciato che in questi giorni sta intrappolando la nave russa Akademik Shokalskiy.

Immagine

Questo grafico è più completo… in quanto oltre alla variazione di temperatura degli ultimi 400 mila anni, ci fornisce anche un’indicazione della concentrazione della CO2 nell’aria (intrappolata nel ghiaccio) e la concentrazione di polveri nell’aria. Dalla lettura di questi grafici evince un dato importantissimo di cui dobbiamo assolutamente tener conto: il clima cambia in modo abbastanza REGOLARE indipendentemente dalla presenza, o meno, dell’essere umano e delle relative attività industriali!

Sembrerà banale, ma moltissima gente è convinta che le temperature si sono sempre mantenute più o meno costanti e che gli aumenti evidenziati (ed enfatizzati) nell’ultimo decennio, siano effettivamente colpa dell’essere umano e che, quindi, bisogna correre ai ripari. Costi quel che costi!

Tornando però al grafico delle macchie solari, possiamo notare che l’attività solare è aumentata dal 1850 al 1870… poi è scesa nel decennio successivo facendo registrare alti e bassi fino al 1930 per poi riaumentare costantemete fino al 1960. Nel 1970 c’è un livello di attività solare sensibilmente più basso del precedente ciclo e a seguire ci sono stati 2 cicli di attività solare in crescendo ed uno, il 23, più basso. Guardando quindi quel grafico e comparandone gli andamenti salita/discesa, con le variazioni della temperatura media dei grafici di inizio articolo, possiamo riscontrare una effettiva analogia e quindi constatare che, come andiamo ripetendo ormai da tempo, l’unica casa evidente della variazione della temperatura media sul nostro pianeta, è da attribuire alla variazione dell’attività solare e non all’attività industriale umana (che incide per una frazione infinitesima della CO2 che, tra i gas serra, è uno dei meno efficienti).

Nel seguente grafico, relativo al periodo 1980-2012, è maggiormente evidente quanto affermato poch’anzi.

Immagine

L’Ente “scientifico” di cui sopra ha sempre attribuito all’aumento della CO2 in atmosfera, un relativo aumento della temperatura media mondiale.
In questo grafico vediamo invece che, mentre l’andamento della concentrazione della CO2 è costante, la temperatura aumenta e diminuisce in modo totalmente scollegato. Specialmente nel periodo che va dal 1998 ad oggi, anno in cui inzia un raffreddamento del clima dovuto alla riduzione dell’attività solare del ciclo 23 rispetto al 22… e che diventerà sarà sempre più evidente nei decenni che seguiranno! Il tutto, almeno per ora, mentre la CO2 continua ad aumentare.

A questo punto è logico dubitare di ciò che ci viene detto dall’Ente “scientifico” di cui sopra… il quale ci “consiglia caldamente” (leggi “impone”) di limitare l’uso di combustibili fossili a favore di energie rinnovabili… arrivando ad imporre, tramite i governi compiacenti, tassazioni e multe molto salate sulle emissioni di CO2 nell’aria.

ATTENZIONE PERÒ: QUESTO NON SIGNIFICA CHE NOI DI ATTIVITÀ SOLARE SIAMO A FAVORE DELL’INQUINAMENTO. ANZI!

Una cosa infatti è parlare di inquinamento…
per il quale personalmente mi batterò sempre affinché la gente usi la testa e ad esempio eviti di passeggiare per le strade trafficate delle città con i bambini piccoli nei passeggini …tutt’altro è parlare di clima!
E personalmente ritengo inaccettabile che sia stato generato un mercato di Certificati Verdi (una sorta di autorizzazione implicita ad emettere CO2 oltre i limiti di leggi) che è arrivato a muovere qualcosa come 2000 miliardi di dollari l’anno; in gran parte gestiti da personaggi, come il mi-ti-ko Al-Gore che si sono battuti ferocemente a favore delle teorie sul Riscaldamento Globale Antropogenico e quindi sulla necessità di imporre leggi che impedissero in qualche modo l’emissione di CO2 nell’aria da parte di governi, privati e industrie di tutto il mondo.

Per concludere, quindi, prima di parlare di riscaldamento globale antropogenico che avrà effetti devastanti sul clima del nostro pianeta con temperature che nel prossimo secolo aumenteranno di 2, 4, 6, 8°C (già, perché l’IPCC ha prodotto diverse proiezioni riguardanti gli effetti sulle temperature medie del riscaldamento globale antropogenico), ci si deve chiedere: ma in passato, cos’è accaduto? E perché?
E guardando i dati della paleoclimatologia (che non è un tirare ad indovinare), si evince che il nostro pianeta si scalda e si raffredda in modo ciclico. Si evince che il Periodo Interglaciale Caldo (nel quale viviamo noi) dura in media 12500 anni e tra un tale periodo e il successivo, c’è un Periodo Interglaciale Freddo della durata approssimativa di 125000 anni. E si evince anche, guardando lo specifico dell’andamento delle temperature medie (ricotruite sulla base di carotaggi di ghiaccio, sedimenti e anelli di accrescimento di alberi fossilizzati), che le variazioni di temperatura risultano molto violenti specialmente a cavallo tra un Periodo Interglaciale e il successivo…. periodo che noi di Attività Solare chiamiamo Periodo di Transizione Interglaciale!

Ci sarebbe da approfondire poi il discorso sugli anni più caldi che si stanno registrando nell’ultimo decennio…
…ma mica volete sapere tutto oggi!?!?!?!?!?!?

Fonte



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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MessaggioInviato: 29/04/2014, 02:32 
La piccola era glaciale e' stata il periodo piu' freddo degli ultimi 10'000 anni

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Jørgen Peder Steffensen e' un professore, associato presso l’Universita' di Copenaghen ed e' uno dei maggiori esperti mondiali di carote di ghiaccio. Utilizzando le carote di ghiaccio prelevate da vari siti in Groenlandia, e' stato in grado di ricostruire le temperature della regione per gli ultimi 10'000 anni.

Quali sono le sue conclusioni ?
  • 1'000 anni fa, le temperature in Groenlandia erano di circa 1,5 °C piu' calde rispetto alle attuali.
  • 4'000 anni fa, probabilmente, erano di 2,5 °C piu' calde rispetto alle attuali.
  • Il periodo intorno al 1875 (il punto piu' basso della Piccola era Glaciale), ha segnato il punto piu' freddo degli ultimi 10'000 anni.
  • Ulteriori evidenze di questi dati sono presenti anche in altre zone dell'emisfero Settentrionale
Il suo commento finale e' particolarmente significativo:

Cita:
Concordo pienamente, abbbiamo avuto un aumento della temperatura globale nel corso del ventesimo secolo, ma un aumento dovuto a cosa? .. Probabilmente possiamo parlare di un incremento dal punto piu' basso degli ultimi 10.000 anni.

Abbiamo iniziato a osservare la meteorologia nel punto piu' freddo negli ultimi 10'000 anni.


E la gente si preoccupa per quel poco di riscaldato che abbiamo fatto!

Il video: http://vimeo.com/14366077

Fonte



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Studio shock dell’Università di Lund: il clima regionale è influenzato dal Sole!
giovedì 28 agosto 2014, 12:13 di Renato Sansone


soleUn nuovo studio dell’Università di Lund, in Svezia, ha per la prima volta ricostruito l’attività solare durante l’ultima era glaciale, dimostrando che il clima regionale è influenzato dal Sole. Durante l’ultimo massimo glaciale, avvenuto 20.000 – 100.000 anni fa, la Svezia era ricoperta da un sottile strato di ghiaccio che si estendeva sino alla Germania settentrionale. Il livello del mare era almeno 100 metri inferiore a quello attuale, perchè l’acqua era gelata nelle vaste calotte di ghiaccio. Il nuovo studio, ottenuto attraverso le carote di ghiaccio in Groenlandia e le formazioni rupestri della Cina, mostra che la variazione del Sole influenza il clima indipendentemente da quello globale. Pertanto, è emerso un legame inaspettato tra l’attività solare e il cambiamento climatico, e dove i cambiamenti nell’attività solare non sono una novità. Insomma, risultati strabilianti che permettono di compiere un balzo in avanti nella comprensione di tali processi. “La comprensione di questi processi permette di prevedere con maggior dettaglio il clima in alcune regioni“, ha dichiarato Raimund Muscheler, docente di Geologia del Quaternario dell’Università di Lund e co-autore dello studio. sole cittàL’impatto del sole sul clima è un dibattito aperto, soprattutto per quanto riguarda il riscaldamento globale che negli ultimi anni si è rivelato meno intenso del previsto. C’è ancora molta incertezza su come il sole influisca sul clima, ma lo studio suggerisce che l’energia solare diretta non è il fattore più importante, ma piuttosto gli effetti indiretti sulla circolazione atmosferica. L’attività solare ridotta potrebbe portare a inverni più freddi nel Nord Europa. Questo perché la radiazione UV del sole colpisce la circolazione atmosferica. È interessante notare che gli stessi processi portano a inverni più caldi in Groenlandia, con maggiori precipitazioni nevose e più tempeste. “Lo studio mostra anche che i vari processi solari devono essere inclusi nei modelli climatici, al fine di prevedere i futuri cambiamenti climatici globali e regionali“, conclude il dottor Muscheler.

http://www.meteoweb.eu/2014/08/studio-s ... le/316822/

cmq da dire che noi a questi sconvolgimenti diamo + di una mano [;)]


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... e senza ... "HAARP"! Pulissero i canali e facessero meno disboscamenti ....[^]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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Studio shock dell’Università di Lund: il clima regionale è influenzato dal Sole!


Perchè studio shock? a me sembra una cosa abbastanza scontata...



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MessaggioInviato: 28/08/2014, 21:42 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Cita:
Studio shock dell’Università di Lund: il clima regionale è influenzato dal Sole!


Perchè studio shock? a me sembra una cosa abbastanza scontata...


Effetti del Think tank. [:p]
Si vede che questi studenti universitari pensavano che è l'uomo ad influenzare il clima. Poi scoprendo che ad influenzare il clima è il sole, sono rimasti scioccati e senza parole. [:)] [:)] [:)]


Ultima modifica di Wolframio il 28/08/2014, 21:43, modificato 1 volta in totale.


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La Terra si riscalda? Fatti e teorie a confronto
Da 15 anni le temperature hanno smesso di crescere, da due i ghiacci del Polo Nord non si riducono più. Il riscaldamento globale rallenta o sta succedendo qualcosa di diverso? La visione del fenomeno secondo punti di vista diversi.



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Che cosa succede alla Terra? Il clima sta cambiando, ma la temperatura non cresce da 15 anni e i ghiacci del Polo Nord hanno smesso di ridursi.

In queste settimane sono caduti sotto l’occhio degli esperti del clima tre elementi che causano forte diatriba. Il primo riguarda la temperatura terrestre. La cosiddetta grande pausa dell’aumento della temperatura persiste ufficialmente da 15 anni. Addirittura, secondo alcuni modelli di interpretazione questo periodo di pausa durerebbe da 17 anni e 11 mesi.



A fronte di questo, che è un dato di fatto indipendentemente dal metodo di interpretazione, si è scatenata una accesa discussione tra i ricercatori.



Da un lato vi sono coloro (la maggioranza) che sostengono che la pausa è temporanea, ma su tempi lunghi la temperatura terrestre continua e continuerà a crescere senza sosta.



Dall'altro ci sono gli scettici del riscaldamento globale, i quali trovano in questa situazione un rinforzo alla loro ipotesi, che contesta l'idea di un vero e proprio aumento della temperatura del pianeta e, soprattutto, che non vi è una correlazione tra l’anidride carbonica immessa dall’uomo nell’atmosfera e l’aumento della temperatura terrestre.



15 o 17 ANNI... Si tratta senza alcun dubbio del periodo di stasi dell’aumento della temperatura terrestre più lungo mai registrato da quando vengono rilevati dati con estrema accuratezza dai satelliti in orbita. Eppure l’anidride carbonica immessa dall’uomo nell’atmosfera non ha mai smesso di crescere, nonostante le numerose iniziative prese nel corso degli anni per diminuirne l’immissione. Una simile situazione, tra l’altro, non era per nulla stata prevista dai diversi modelli climatici avanzati dall’IPCC negli anni scorsi. Modelli che davano per certo l'aumento della temperatura, con intensità diverse a seconda dei parametri considerati ma senza ipotizzare pause come quella in atto.



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Un'ipotesi vuole che l'Oceano Atlantico racchiuda una grande quantità di calore sottratta all'atmosfera.

TANTE SPIEGAZIONI. «Un periodo così breve di arresto del trend in crescita delle temperature non significa che vi sia un ribaltamento della situazione», affermano i sostenitori dell'ipotesi del riscaldamento globale, considerando "breve" - e per certi versi a ragione - un periodo di 15-17 anni. Anzi, una ricerca di Masahiro Watanabe, dell’Università di Tokyo, sostiene che la pausa è l’ultima per i prossimi secoli. Quando la temperatura riprenderà a crescere "non si arresterà più", a meno di non ridurre in modo significativo l'immissione di anidride carbonica e altri gas serra in atmosfera.



Altre ricerche sostengono che la pausa durerà almeno altri 10 anni, ma poi ci si dovrà preparare al peggio. Lo sostiene Ka Kit, dell’Università di Washinton, il quale prevede che la temperatura terrestre potrebbe rimanere negli attuali standard almeno fino al 2030.



perché la pausa? C'è una spiegazione al rallentamento dell’aumento della temperatura terrestre? A questa domanda chiave non c’è una risposta univoca, anzi alcune risposte divergono di molto rispetto alle altre. Se si cercano, le interpretazioni sono almeno una trentina. C’è chi imputa il fenomeno al Sole, chi a El Nino, chi all’Oceano Atlantico che si è inglobato tutto il calore in eccesso, chi all’Oceano Pacifico che si è anormalmente raffreddato e così via. Forse la vera causa è un mix di tutte queste, ma sta di fatto che c’è confusione e questo va a tutto vantaggio di chi non crede nel riscaldamento globale.



Un elemento va comunque sottolineato: da sempre è noto che il "clima" è un fenomeno così complesso che nessun super calcolatore è in grado di simularne l'evoluzione nella sua globalità e dunque il fatto che modelli climatici abbiano peccato nell'ipotizzare un periodo di stasi non deve stupire.



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Nel grafico si può osservare come da 15 anni a questa parte la temperatura terrestre si trova in una fase di stasi. E ciò nonostante vi siano i due anni record per la temperatura del pianeta, il 2010 e il 1998.



GHIACCIAI POLARI IN CRESCITA. C'è poi un altro problema che sta creando grattacapi e discussioni, lo scioglimento dei ghiacci polari. Per il secondo anno consecutivo i ghiacciai del Polo Nord che a metà settembre raggiungono il minimo dello scioglimento estivo non si sono neppure lontanamente avvicinati alla riduzione che si ebbe nel 2012, quando raggiunsero valori di riduzione record.



Rispetto a due anni fa i ghiacci sono invece aumentati del 43% nello stesso periodo. Eppure Al Gore, premio Nobel per il suo lavoro di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici, aveva previsto che nel 2014 i ghiacci sarebbero scomparsi del tutto durante l’estate. Cosa sta succedendo? La verità è che nessuno lo sa giustificare. Forse una stasi anche nel trend di riduzione dei ghiacci, forse chissà quale altra spiegazione che non conosciamo ancora.



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Tratteggiato, al centro dell'immagine, il gigantesco buco nei ghiacci del Polo Nord ripreso nel 1964 dal satellite Nimbus 1.



IL BUCO DI 50 ANNI FA. C’è poi un ultimo elemento che fa discutere scettici e non dei mutamenti climatici. Una recente analisi di fotografie riprese dal satellite Nimbus, che risalgono a 50 anni fa, hanno messo in luce un gigantesco buco nei ghiacci artici che, considerato il periodo freddo, non aveva alcuna ragione di esistere. «È indiscutibile che nel 1964 faceva mediamente più freddo di oggi: quel buco è davvero un mistero», ha commentato David Gallaher, dell’Università del Colorado. Ci si chiede adesso se i ghiacci artici oscillano nel tempo per cause che non sono legate unicamente alla temperatura terrestre o, se così non è, che cosa ha creato quel misterioso buco.





Un insieme di elementi che ancora una volta dicono che il nostro clima è molto più complesso di quel che si crede e per questo necessita uno studio senza il minimo rallentamento.

http://www.focus.it/ambiente/natura/la- ... -confronto

Mah; io a questi riscaldamenti o raffreddamenti ci ho sempre creduto poco: la Terra è "viva" e fa quello che le pare ... Sono cose cicliche.



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 09/09/2014, 21:03 
Ogni volta che pubblicano simili notizie è per somministraci una nuova spermuta di limoni, anzi una spremuta di ******** per chi è contento di farsi spremere da nuove tasse ecologiche.
Le guerre per destabilizare gli stati e giocare al "Piccolo Nwo" costano, da qualche parte devono far saltar fuori il grano.



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MessaggioInviato: 07/11/2014, 14:45 
Global Warming? No! neo-glaciazione
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Una Voce nella Notte
– Posted on luglio 3, 2014 - Posted in: Clima-Catastrofi

Global Warming: ovvero surriscaldamento globale, qualcosa, di cui ormai sentiamo parlare tanto spesso da considerarla la normalità e quindi ciò che ci aspetta nel futuro prossimo. Ma siamo davvero veramente sicuri, che stiamo andando incontro al surriscaldamento globale, all’innalzamento delle acque sua conseguenza, all’interruzione della corrente del Golfo e tutta una serie di cambiamenti climatici drastici? Che secondo il governo americano ed in particolar modo il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ci stanno portando ad un surriscaldamento globale. Il Presidente americano Barak Obama, tende costantemente ad accentuare tale problema e pone spesso il quesito dell’emergenza che gli Stati Uniti dovranno affrontare in seguito a tali cambiamenti climatici nel futuro. Da qualche anno però (nonostante l’insistenza degli Stati Uniti, che ha addirittura redatto piani di emergenza nazionali in collaborazione con il FEMA), è emerso che sia in Artide che in Antartide le calotte glaciali si stanno espandendo in mare e non si stanno più sciogliendo come accadeva anni fa. Giusto per fare un esempio eclatante, il politico britannico Nigel Farage, qualche tempo fa, ha portato all’attenzione del Parlamento europeo una foto scattata dalla NASA nel 2012 al Polo Nord ed una dello stesso luogo del 2013, facendo notare, che la calotta polare del Nord si è espansa di parecchie centinaia di kilometri in tutte le direzioni.

Oggi siamo venuti a conoscenza del fatto che esistono addirittura studi del National Geographic che dimostrano per esempio che al Polo sud, ovvero nel continente antartico, si è avuto un’espansione dei ghiacci in tutte le direzioni in mare, che non ha precedenti fino al 1981, l’anno prima di cominciare l’inesorabile diminuzione dei ghiacci ormai arrestatasi.
Studi e ricerche a parte, basta guardare le foto satellitari per notare la differenza della quantità del ghiaccio negli ultimi tre anni. C’è però un importante dato da precisare, mentre i ghiacci sugli oceani si estendono in maniera incredibilmente veloce, quelli sulla superficie continentale antartica continuano ll suo scioglimento e proprio tale questione, viene utilizzata per suffragare le tesi dei global warming portata avanti dagli USA.

Fino a pochi giorni fa il presidente degli Stati Uniti Obama, ha criticato i parlamentari americani che mettono in discussione la questione, dicendo addirittura che quando sollevano il quesito lui ha la tentazione di abbandonare l’aula, dando per scontato che il global warming sia una realtà incontestabile; ma c’è un dato scientifico importante che deve essere tenuto in considerazione riguardo all’anomalia antartica, ovvero (e sempre National Geographic a confermarlo) che al di sotto del continente antartico ci sarebbe un anomalo movimento molto fluido del mantello terrestre, e che tale anomalia sarebbe la causa del sollevamento del continente e del conseguente riscaldamento sulla sua superficie, che porta a sua volta ad un graduale e lento scioglimento dei ghiacci perenni sopra la terra ferma.

In conclusione, possiamo dire che: non solo il surriscaldamento globale è una favola architettata per scopi politici, ed alimentata con tesi scientifiche superficiali e false, ma addirittura tende a nascondere ciò che sta realmente accadendo, ovvero il contrario. Il nostro sguardo all’Antartide ci dice quindi che siamo prossimi a un probabile sconvolgimento geologico del continente la cui conseguenza diretta ma inspiegabile è una piccola ma rapida neo-glaciazione dei mari circostanti e le cui conseguenze globali non sono note.



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

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"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

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MessaggioInviato: 07/11/2014, 14:49 
Cresce il numero di scienziati che crede nell'imminenza di una nuova era glaciale
Un sole così scarsamente attivo prepara davvero il terreno ad una imminente glaciazione?
In primo piano - 18 Ottobre 2014, ore 10.00 fonte: meteoliveLeonardo.it

David Hathaway, Neil Snyder, Don Easterbrook, Nicola Scafetta, James Overland, George Kukla, Vladimir Paar, Timo Niroma, Dr. Vladimir Kaftan, George Moore, sono alcuni tra i tantissimi scienziati che ritengono plausibile la teoria di Abdussamatov di una glaciazione imminente, dovuta alla scarsa attività solare. Costoro rilasciano dichiarazioni che stanno mettendo in gran subbuglio il mondo scientifico, soprattutto i membri dell'Ipcc, che continuano sulla strada del riscaldamento globale senza ritorno.

Alcune affermazioni del folto gruppo di scienziati che sposa la causa "solare" come causa principale dei cambiamenti climatici, hanno catturato in particolare la nostra attenzione: la debolezza del ciclo solare in cui stiamo entrando farà precipitare la temperatura a livello globale di almeno un grado e mezzo nel giro di pochi anni; oltretutto, continuano, il periodo di bassa attività solare risulterà decisamente lungo e raggiungerà la sua fase di palese "dormienza" entro i prossimi 5-10 anni.
La possibilità di un raffreddamento globale è altissima, siamo oltre il 90% e potremo sperimentare gli effetti di una piccola era glaciale per almeno mezzo secolo e forse anche di più, già a partire dal prossimo inverno.

Il minimo solare potrebbe essere simile al minimo di Dalton.
Il raffreddamento globale raggiungerà il picco intorno al 2030. Altri spostano più avanti il periodo in cui giungerà il vero freddo, cioè al 2040, ma tutti concordano sulla durata, almeno mezzo secolo.
Gli scienziati si rifanno ad un dato statistico incontestabile: tutte le volte che il sole ha presentato scarsa attività prolungata nel passato, le temperature sono scese mediamente di oltre un grado.

Ci si chiede allora quali potrebbero risultare le nazioni più colpite. Su tutte quelle nordalpine come la Svizzera, l'Austria, ma anche la Germania, a seguire la Polonia, l'Ucraina, ma anche l'Ungheria, la Repubblica ceca, ma naturalmente tutto il nord Europa, il Regno Unito, la Francia e persino il nord Italia ne risentirà in maniera pesante.
Tutte queste popolazioni dovranno mettere in conto un enorme incremento dei consumi energetici.
Quindi ci sono ormai due certezze ufficiali che vanno nella direzione completamente opposta: una grossa parte del mondo scientifico dice che stiamo andando verso un caldo senza precedenti per colpa nostra e dovremo prepararci a sacrifici tremendi, (gli altri, una minoranza va detto) che ci stiamo per raffreddare senza alcuna colpa, ma con conseguenze ugualmente drammatiche e gravi, anche più gravi di quelle legate al riscaldamento.

Ci sono anche altri dati che confondono ulteriormente le idee:
sia i sostenitori del global warming che quelli del global cooling dichiarano che un aumento (o diminuzione) importante delle temperature viene accompagnato da eventi atmosferici di eccezionale gravità, come le inondazioni.

In realtà poco prima dell'inizio dell'era glaciale, nel 1300, vi furono spaventose e ripetute inondazioni lungo il corso del Po in Italia.
Nel primi decenni del 1300 l’ultima Piccola Era Glaciale cominciò con un una fase di raffreddamento che portò ad un’aumento delle alluvioni del Po, non mancarono tornado in Valpadana, nel 1342 vi fu la famosa piena del Millennio del Reno e per gran parte del 300 si susseguirono alluvioni ed inondazioni sul nostro Paese, specie con interessamento del Po. Alluvioni e catastrofi dettate da eventi atmosferici peraltro si registrano anche adesso in egual misura, non solo in Italia, ma un po' in tutto il mondo.


Chi avrà ragione allora?

Da notare anche il trend climatico inglese, sempre più votato a freddo, neve, pioggia, inondazioni, tanto da far allarmare persino Sua Maestà la Regina Elisabetta. La neve dal 2008-2009 è SPESSO tornata a visitare il Regno Unito con una incredibile e rara costanza.
Inoltre le eccezionali basse temperature dell'Antartide e la crescita dei suoi ghiacci fanno almeno dubitare che tutto stia andando verso un caldo senza fine, o no?



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MessaggioInviato: 07/11/2014, 14:50 
Intanto, ecco i titoli allarmistici dell'Ansa per gli italioti che si bevono sempre tutto.

Allarme Onu sul clima: "Gas serra ai massimi da 800mila anni, resta poco tempo"
Ipcc, poco tempo per stare sotto soglia 2 gradi riscaldamento

Le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera hanno raggiunto i più alti livelli "in 800 mila anni", "resta poco tempo" per riuscire a mantenere l'aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi: è la sintesi del rapporto del Gruppo di esperti sul clima dell'Onu (Ipcc).
"L'azione contro il cambiamento climatico può contribuire alla prosperità economica, ad un migliore stato di salute e a città più vivibili": lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, dopo la pubblicazione a Copenaghen del nuovo rapporto Ippc sui cambiamenti climatici. "Questa è la valutazione più completa del cambiamento climatico mai fatta. Dobbiamo agire ora per ridurre le emissioni di CO2 ed evitare un peggioramento del clima, che si riscalda a una velocità senza precedenti", ha aggiunto.

"Il rapporto Ipcc sui gas serra è una chiamata alle responsabilità per il mondo. Europa guida verso Lima e Parigi2015, ma ora serve presa coscienza globale": lo scrive il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti su Twitter. Galletti è in Cina dove solleciterà il suo omologo ad un impegno sui gas serra.
"Quelli che decidono di ignorare o di contestare i dati chiaramente esposti in questo rapporto, mettono in pericolo noi, i nostri figli e i nostri nipoti": questo il commento del segretario di Stato Usa, John Kerry, dopo la pubblicazione del rapporto Ipcc sul clima. "Più restiamo bloccati sui questioni ideologiche e politiche più i costi dell'inazione aumentano", aggiunge.

IL RAPPORTO ONU - Le emissioni mondiali di gas serra devono essere ridotte dal 40 al 70% tra il 2010 e il 2050 e sparire dal 2100, ha spiegato il Gruppo intergovernativo di esperti sul clima (Ipcc) nella più completa valutazione del cambiamento climatico dal 2007 ad oggi. La temperatura media della superficie della Terra e degli Oceani ha acquistato 0,85°C tra il 1880 e il 2012, hanno aggiunto gli esperti dell'Ipcc riuniti a Copenaghen.



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MessaggioInviato: 07/11/2014, 14:53 
Vi spiego come funziona la mafia dei contratti sulle emissioni di CO2
Articolo del Sole24ore

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Certamente quello di cui parleró é un poco al di fuori dal tema del blog, ma ne é sicuramente connesso trattandosi di qualcosa che sta permettendo con un semplice giro di carte sui diritti di emissione della “micidiale” CO2, di far arricchire pochi furbi.
Tutti sappiamo cosa sono i contratti di emissioni di CO2, in pratica una azienda che vuole o deve emettere piú CO2 compra i diritti di emissione da altri paesi, meno industrializzati o con grandi estensioni di foreste, un certo quantitativo di diritti per poter emettere piú CO2.

In Europa questi contratti tra i paesi membri sono esenti da IVA essendo commercializzazione entro paesi comunitari. Esistono delle societá, quasi sempre societá di facciata o fantasma, che comprano in blocco questi diritti da un paese membro e li introduce in un altro paese sempre comunitario, e questa societá connessa sempre alla prima, a sua volta vende tali diritti alle aziende industriali del proprio paese che hanno la necessitá di emettere CO2, e fattura tale diritto con l´applicazione dell´IVA, trattandosi in questo caso di commercio tra due societá della stessa nazione.
Quando arriva il momento di fare la dichiarazione IVA trimestrale le societá venditrici sono giá chiuse. Non esistono piú! E l´IVA rimane nelle loro tasche! Lo stesso succede con la prima societá acquirente dei diritti che rapidamente, nel giro di pochissimi mesi, chiude senza lasciare tracce.
Semplicissimo!

La CO2 si presta benissimo a questo tipo di frode di giro perché non ha bisogno di bolle di accompagnamento, non esiste un trasporto, non esiste logistica, non esiste nulla!
L´Europol ha calcolato a dicembre scorso che il denaro frodato con questo semplicissimo meccanismo potrebbe essere intorno ai 5.000 milioni di Euro, e che il 90% del mercato su questi diritti di emissioni era fraudolento.
L´Europol ha anche scoperto che la maggior parte di queste societá che comprano i diritti di emissione per poi rivenderle erano societá rumene che offrivano enormi volumi di compravendita di CO2 e una ottima commissione alle societá compratrici se lavoravano con loro. Anche molte societá immobiliarie si sono gettate a capofitto in questo lucroso mercato.

E qualcuno sarebbe tanto ingenuo da pensare che le varie organizzazioni mafiose non si siano infilate anima e corpo in questo lucroso commercio? Ma l´Italia, cosí come molti altri paesi europei, per adesso non investigano, perché anche ai governi va bene la cosa come é adesso, per cercare di mantenere alta la produzione industriale dopo una grave crisi economica-finanziaria che ha colpito tutti.
Un meccanismo di difesa sarebbe poi semplice da applicare, cambiare in questo caso la legge in modo che siano le societá compratrici a dover pagare l´IVA al paese venditore senza attendere l´ulteriore passaggio.

Ma la mafia é potente ed é inserita in molti governi o sottogoverni europei, e questa semplice misura di salvaguardia non viene presa.
Un’altra prova dell´inserimento “mafioso” nei governi europei e mondiali, la possiamo chiaramente vedere nella fine dell´inchiesta del Parlamento inglese sul Climagate. Tale inchiesta é finita in un nulla, e la cosa non ci sorprende minimamente. Contrariando tutte le evidenze l´inchiesta ha concluso che gli scienziati fraudolenti non hanno fatto nulla di male.

La barca dell´AGW e dell´IPCC sta affondando, ma gli interessi che stanno dietro al presunto e fantasioso Riscaldamento Globale causato dall´uomo e i diritti commerciali, questi molto piú reali, sui diritti della CO2 sono molto importanti e tutto lo scandalo deve essere dimenticato. Ci sono altre inchieste in corso, ma potete essere certi che anche queste finiranno nel nulla piú assoluto. La mafia e l´arricchimento di pochi noti deve continuare, che il popolo e la vera ecologia vada a ….



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 Oggetto del messaggio: Re: Riscaldamento globale
MessaggioInviato: 23/04/2015, 01:38 
Riporto qui due interventi dalla discussione "Clima questo sconosciuto":

ubatuba ha scritto:
Due vallate sul fondo dell'oceano spiegano per quale motivo il ghiacciaio Totten, in Antartide, il quarto al mondo per dimensioni, fonde con una rapidità talmente elevata da non avere eguali con altri ghiacciai del mondo. Grazie a queste vallate, l'acqua marina a temperatura relativamente più alta riesce a lambire direttamente il ghiaccio. A stabilirlo è uno studio firmato da ricercatori dell'Università del Texas a Austin e apparso sulla rivista “Nature Geoscience”.
Un processo simile è già stato documentato lungo le coste dell'Antartide occidentale. Anche lì infatti, il ghiaccio sembra lambito solo dagli strati di acqua marina più superficiali, ma alcuni studi hanno tuttavia dimostrato che c'è un'altra parte del ghiacciaio, più sotto, esposta all'acqua marina, che a quella profondità è caratterizzata da una maggiore salinità e da una temperatura più elevata della norma: questi due fattori concorrono ad accelerare la fusione del ghiaccio.

Il ghiacciaio Totten, situato nella parte orientale dell'Antartide, è una delle riserve di acqua dolce più imponenti del pianeta: il suo bacino occupa una superficie più vasta di quella dell'Italia. A preoccupare i glaciologi è che il Totten ha una velocità di fusione estremamente elevata. Per spiegare il fenomeno, alcuni studiosi avevano ipotizzato la presenza di acqua a temperatura relativamente alta nella parte del ghiacciaio rivolta verso il mare, ma finora non esistevano prove.

Il nuovo studio ha dimostrato che l'ipotesi è vera e ha individuato anche le vie di accesso dell'acqua al bordo del ghiacciaio: si tratta di due profonde vallate su fondo dell'oceano. Il risultato è di estrema importanza per i modelli che permettono di stimare l'innalzamento dei mari conseguente alle fusioni dei ghiacciai: si calcola che se fondesse completamente, la massa di ghiaccio del Totten provocherebbe un aumento globale del livello dei mari di 3,5 metri.

Presto questa immissione di acqua da fusione nell'oceano potrebbe diventare irreversibile, a meno che non cambino le condizioni atmosferiche e oceaniche, in modo che le nevicate compensino lo scioglimento del ghiaccio lungo la costa. Alcuni studi hanno infatti scoperto che nei periodi di incremento della temperatura, le precipitazioni nevose in Antartide possono aumentare. Lo conferma uno studio firmato da Peter Clark, della Oregon State University e colleghi pubblicato su “Nature Climate Change” chiarendo che però l'aumento del manto nevoso sarebbe inferiore a quanto stimato finora, così come l'effetto di compensazione della perdita di ghiaccio.

Clark e colleghi hanno studiato una serie di carote di ghiaccio estratte in Antartide per valutare la correlazione tra variazioni climatiche e precipitazioni nel periodo compreso tra 21.000 e 10.000 anni fa, durante il quale la Terra lentamente è uscita dall'ultima era glaciale. L'analisi statistica ha mostrato che l'Antartide, durante questo periodo ha sperimentato un riscaldamento medio compreso tra 5 e 10 gradi Celsius, e che per ogni grado d'incremento le precipitazioni nevose sono aumentate solo del 5 per cento.

"Intuitivamente, se la temperatura aumenta, c'è più umidità atmosferica, che può precipitare in forma di neve in Antartide", ha commentato Clark. "Il problema è che negli ultimi cinquant'anni di misurazioni scientifiche non è emerso nulla: la relazione tra temperatura e aumento delle precipitazioni è difficile da documentare, per effetto dell'enorme variabilità delle condizioni meteo."

http://www.lescienze.it/news/2015/03/17 ... 20-03-2015


Aztlan ha scritto:
Allora è vero che l' Antartide si sta sciogliendo...


[:291] [:291] No, non e' vero!

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Confronto anomalie ghiaccio marino antartico 1994 – 2015 per il mese di Gennaio.jpg

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