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MessaggioInviato: 13/05/2009, 22:48 
Contando che nel 2012 l'intensità del campo magnetico terrestre, che funge da scudo, sarà molto bassa, è come se gli effetti di questa tempesta fossero moltiplicati all'ennesima potenza...


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MessaggioInviato: 13/05/2009, 22:52 
Cita:
X user ha scritto:

Contando che nel 2012 l'intensità del campo magnetico terrestre, che funge da scudo, sarà molto bassa, è come se gli effetti di questa tempesta fossero moltiplicati all'ennesima potenza...


Questa tua affermazione ha qualche base scientifica?? NOn lo dico per criticare... ma perchè proprio nn lo so


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MessaggioInviato: 14/05/2009, 08:27 
non so quanto sarà bassa ma sì, il campo magnetico sta calando di intensità, questo ormai è accertato. Persino un rappresentante dell' INGV ieri sera a Voyager l'ha confermato, anche se secondo lui ci vorranno almeno 1000 anni prima di una vera e propria inversione. Di fatto comunque un campo magnetico + debole del solito con una esplosione solare + forte del solito sono 1 combinazione potenzialmente esplosiva, in termini energetici.


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http://sites.google.com/site/dresda99/d ... sa-accadra

Nasa: "Nel 2012 il sole causerà il più grande black-out della storia"

La Nasa lancia l'allarme: il sole nel 2012 determinerà un black-out che lascerà senza energia elettrica e telecomunicazioni milioni e milioni di persone.

Il grande black-out del 2012. E' quello previsto dalla Nasa, che lancia l'allarme sostenendo che il sole tra 3 anni potrebbe determinare una sospensione dell'energia elettrica e un oscuramento delle telecomunicazioni che toccherebbero milioni e milioni di persone. Sì, la causa di tutto ciò sarebbe proprio la stella del nostro sistema solare. Il sole, che rende possibile la vita sulla Terra, darà vita a una tempesta geomagnetica di proporzioni devastanti.

L'attività della nostra stella sta aumentando in maniera rilevante da dicembre. Grazie all'atmosfera la salute degli uomini non sarà messa a repentaglio. Ma la nostra civiltà dovrà fare i conti con il più grande black-out della storia.

Nel rapporto di 132 pagine commissionato dalla Nasa alla National Academy of Sciences si legge così: "L'energia elettrica è la chiave di volta tecnologica della società moderna, dalla quale dipendono tutte le altre infrastrutture e gli altri servizi. Se la tempesta del 1859 avvenisse oggi, assisteremmo a un'enorme devastazione sociale ed economica". L'allusione è a un fenomeno simile a quello che dovrebbe accadere nel 2012 che avvenne a metà del diciannovesimo secolo. Una tempesta geomagnetica determinò fenomeni straordinari, come le aurore in Italia e a Cuba e l'incendio di alcuni cavi del telegrafo sia in America che in Europa.

Dobbiamo seriamente iniziare a preoccuparci? Una cosa è certa: la Nasa e la National Academy of Sciences rappresentano due fonti piuttosto attendibili. E una notizia simile (anzi, probabilmente più catastrofica ancora) è stata già diramata recentemente dal giornale New Scientist.



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MessaggioInviato: 14/05/2009, 10:22 
Però la NASA parla di BalckOut.. non di sitruzione dell'intero circuito elettrico..
Quindi presuppongo, che esattamente come in un black Out... il tutto riparta da solo...


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MessaggioInviato: 14/05/2009, 11:09 
Cita:
shiny78 ha scritto:

oddio..io non sono ossessionato da malattie ma ma penso che un qualche virus ci fara' tremare...piu' dell' Aids .. che cmq è controllabile....facendo sesso protetto o non facendolo....insomma...immaginiamo un virus POTENTE tipo l'influenza.....no no è meglio non pensarci .....ma la paura è tanta !


.. sarà l'influenza suina? Intanto alcuni cominciano già a pensare di dover mangiare i wurstel con il preservativo, come dice la Littizzetto...


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MessaggioInviato: 22/05/2009, 12:03 
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=19723

Il Sole in bianco: clima e Minimo di Maunder. Parte I: cronologia

Le connessioni fra attività solare e clima terrestre sono un campo di ricerca in continua evoluzione. Nell'ultimo mezzo secolo ci si è interrogati sul ruolo che il Minimo di Maunder potrebbe aver avuto durante la Piccola età glaciale e, da semplice ipotesi di lavoro per cui «non è dato sapere se si tratti di pure coincidenze o se esista una vera correlazione, che in ogni caso non è ancora confortata da una precisa conoscenza dei meccanismi di causa-effetto» [Pinna, p. 58], si è via via riconosciuta la possibilità «d'un profondo effetto sul clima terrestre nel corso dei decenni, o persino dei secoli» [Fagan, p. 122], arrivando a proporne una misura in campo termico, poiché «la temperatura mostra un miglior rapporto segnale-rumore rispetto alle precipitazioni» [Yoshimori, p. 4268].

Ciò malgrado, non si può dire che gli studi di settore abbiano investigato in modo esaustivo quella che, in ultima istanza, fu l'intensità con cui il ciclo solare influenzò la fase fredda dei secoli XVI-XIX circa. Il tentativo di estrapolare dal contesto l'importanza del Sole deve infatti mettere conto una serie di difficoltà. Quella iniziale si riassume in un quesito: quanto durò il Minimo di Maunder?

Si è soliti datare la quasi totale assenza di macchie (sunspot) al 1645-1715 (Minimo di Maunder propriamente detto), un periodo che ha una sua ragion d'essere. L'apporto di nuove e più precise fonti documentarie sull'attività solare però, ha rimesso in discussione tale cronologia, tant'è che c'è chi, con altrettanto validi argomenti, propone di ampliarla. D'altro canto, se si guarda alla complessità del ciclo solare -4 (a), appare ragionevole includere in ciò che viene definito Minimo di Maunder anche la successiva transizione, che durò fino al 1720 (o 1723). Ma se il terminus ante quem di fatto coincide con una documentata ciclicità del Sole, il terminus post quem è invece da rintracciare in una progressiva diminuzione delle macchie, sino alla loro totale scomparsa. Tale indebolimento inizia a delinearsi nel 1628, portando a una prima lacuna nel 1636-'37, che si farà sempre più profonda dopo il 1645 [Soon, p. 78]. Pertanto, un'accettabile cronologia del Minimo di Maunder potrebbe essere 1628-1720 (o 1723).

Si è tuttavia fatto pure notare come il Minimo di Dalton (1798-1823) sia stato, letteralmente, un debole massimo inserito in uno stadio di bassa attività solare [Soon, p. 234]. Forzando i termini, è allora ipotizzabile che il Minimo di Maunder abbia incidenza per quasi due secoli (1628-1823), combinandosi con quest'ultimo segmento temporale? In sintesi: che il Minimo di Dalton sia il riflesso conclusivo del Minimo di Maunder? In sé, l'idea è affascinante, poiché darebbe modo di riscrivere la storia della Piccola età glaciale; ma, allo stato attuale, è una congettura speculativa. Per quanto teorica tuttavia, offre il destro per evidenziare come la componente solare possa correlarsi all'evoluzione delle lunghe vicende climatiche terrestri, mentre rimanga sostanzialmente indecifrabile rispetto alle fluttuazioni di breve periodo [Fagan, pp. 122-123].

Ampliare la cronologia del Minimo di Maunder significa raffinare l'analisi degli eventi. La fase risolutiva, si è detto, avviene col piccolo ciclo -4, che si sviluppa in modo abbastanza uniforme; ma occorre arrivare al 1720 perché l'attività solare possa di nuovo definirsi normale. Negli anni che intercorrono ha dunque luogo un momento di transizione; esso non denota aspetti di carattere ciclico, ma si manifesta come una lenta risalita dell'attività. Il 1712-'20 è pertanto definito fase catastrofe, poiché l'andamento regolare del ciclo appare disturbato [Usoskin, p. L34].

Per quella che fu la Piccola età glaciale, e quindi per i riflessi sul clima terrestre che l'attività solare potrebbe aver comportato, occorre aggiungere che il Minimo di Maunder ebbe un minimo putativo, ossia il Minimo di Spörer (1415-1534); non si può dunque escludere che i prolungati effetti di questa precedente quiescenza solare possano essersi combinati con quelli successivi. Sull'epoca anteriore all'invenzione del telescopio (1609) però, le ricerche sono ancora insufficienti per abbozzare un utile quadro d'insieme [Soon, p. 75].

Note
(a) Tale numerazione è stata proposta per ovviare al conteggio ufficiale dei cicli, che ha inizio nel 1755. Il ciclo -4 corrisponde al 1700-'12 (in altre ricostruzioni 1698-1712). Analogamente, sono numerati BM-1 (before minimum) e così via a ritroso, tutti i cicli solari individuati prima del Minimo di Maunder propriamente detto [Usoskin, p. L34].

Bibliografia
B. FAGAN, The Little Ice Age, New York, 2000.
M. PINNA, Le variazioni del clima, Milano, 1996.
W. SOON, S.H. YASKELL, The Maunder Minimum and the Variable Sun-Earth Connection, Singapore, 2003.
I.G. USOSKIN, K. MURSULA, G.A. KOVALTSOV, Cyclic behaviour of sunspot activity during the Maunder minimum, in «Astronomy and Astrophysics», vol. 354, n. 1 (2000), pp. L33-L36.
M. YOSHIMORI, T.F. STOCKER, C.C. RAIBLE, M. RENOLD, Externally Forced and Internal Variability in Ensemble Climate Simulations of the Maunder minimum, in «Journal of Climate», vol. 18, n. 20 (2005), pp. 4253-4270.



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MessaggioInviato: 22/05/2009, 12:16 
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=19769

Usando un linguaggio figurato, Edward Walter Maunder (1851-1928) paragonò le sporadiche macchie registrate nel 1645-1715 a «una guglia qui, una collina, una torre, un albero là» che, a chi osservi un paesaggio sommerso, possono permettere di ricostruirne per sommi capi i caratteri originali. Queste poche macchie segnarono, a parere di Maunder, gli anni dei teorici massimi del ciclo di Schwabe [Soon, p. 233]. Egli, riprendendo e sviluppando il lavoro impostato già nel 1887 da Friedrich Wilhem Gustav Spörer (1822-'95), classificò quel settantennio di quiescenza solare come Prolonged Sunspot Minimum e giunse alla conclusione che il numero totale di macchie fu inferiore a quello che si registra in un singolo anno di normale attività. Secondo le ricerche di Spörer e Maunder, il minimo più profondo si sarebbe prodotto nel 1672-1704, quando nessuna macchia venne osservata nell'emisfero nord del Sole [Eddy 1976, p. 1190].

Quest'opera pionieristica si fondava, in prevalenza, sulle ricognizioni effettuate col telescopio; nei decenni successivi però, sono state portate alla luce compilazioni di antichi astrologi cinesi, coreani e giapponesi, basate sull'esame a occhio nudo della superficie solare, cosa che ha permesso di integrare la documentazione esistente, nel frattempo arricchitasi di nuova memorialistica venuta a galla dagli archivi europei. Si è così scoperto un caso interessante, risalente al 1684. Per quanto debole, quell'anno l'attività magnetica produsse delle macchie nell'emisfero sud, che risultano annotate all'esame visivo del Sole già il 16-18 marzo; esse però non furono rilevate dai telescopi, poiché i resoconti astronomici si limitano a quelle apparse fra metà aprile e fine luglio [Eddy 1983, p. 197; Letfus, p. 207]. La circostanza, che evidenzia l'importanza delle fonti alternative, rende pure lecita una domanda: la lacuna del 1636-'37 è tale solo perché non sono state rinvenute relazioni astronomiche a supporto (a), o queste relazioni non esistono in quanto non c'era nulla da osservare? In altre parole: si tratta d'un vuoto documentario, oppure è indizio d'un decadimento anteriore al 1645? È stato infatti notato che «la ricorrenza delle relazioni a occhio nudo nel XVII secolo è del tutto coerente con un forte calo dell'attività solare durante il Minimo di Maunder» in quanto, dopo il 1640, il loro numero cade bruscamente e con la stessa percentuale delle osservazioni telescopiche [Eddy 1983, pp. 202-203]. Ma essendo, in Estremo Oriente, molto grande l'attenzione verso il Sole (b), se nel 1636-'37 significativi gruppi di macchie fossero apparsi, non è logico ritenere che sarebbero stati scoperti e, dunque, segnalati?

Stando a questo ragionamento, la nuova lacuna delle fonti che s'incontra nel 1640-'41, preceduta e seguita da due trienni di attività inferiore al normale, può inquadrarsi nello stadio di quiescenza del Minimo di Maunder propriamente detto? In qualunque modo sia andata, si giunge al 1645, quando il Sole va in bianco. Da questo momento, le ricostruzioni storiche indicano un importante gruppo di macchie solo nel 1660-'61, uno di minore importanza nel 1665, un terzo nel 1672-'74 e un quarto nel 1684 (ma da alcuni, quest'ultimo non è considerato di particolare rilevanza); poi, più nulla sino al 1700-'01, quando una certa attività riprende col ciclo -4.

Nella sintesi seguente è ricostruita una cronologia dei cicli di Schwabe (prima e seconda colonna) che caratterizzarono il XVII e l'inizio del XVIII secolo, accompagnati (M, in terza colonna) dall'anno del massimo presunto [Eddy 1976, p. 1200] e dal massimo (md, in quarta colonna) teorizzato da Maunder [Soon, p. 233]; a integrazione, gli anni in cui il Tamigi (T, in quinta colonna) gelò parzialmente o totalmente [Fagan, pp. 114-115 e 132; Soon, pp. 46, 51, e 76-77]; è data inoltre una cronologia alternativa (seconda colonna, tra parentesi) riferita allo stadio precedente e conclusivo il Minimo di Maunder propriamente detto [Usoskin, p. L34]:

ciclo BM-3 1611-'20 (1610-'18) M 1616 T 1618-'19, 1620
ciclo BM-2 1620-'35 (1618-'33) M 1626 T 1621, 1632-'34, 1635
ciclo BM-1 1635-'45(1633-'45) M 1640 T 1636-'38
ciclo -9 1645-'55 M 1649 T 1644-'49
ciclo -8 1655-'66 M 1660 1660 md T 1654-'57, 1663
ciclo -7 1666-'80 M 1675 1671 md T 1666-'67, 1677
ciclo -6 1680-'90 M 1685 1684 md T 1683-'84, 1684-'85
ciclo -5 1690-'98 M 1693 1695 md T 1695
ciclo -4 1698-1712 (1700-'12) M 1705 (c) 1707 md T 1709
fase catastrofe (1712-'20) 1718 md

Nell'ambito della storia del clima, è di sommo interesse notare la frequenza con cui il Tamigi gelava, indice di inverni mediamente più freddi di quelli del XX secolo. Resta il quesito: la corrispondenza è casuale, oppure determinata dalla scarsa attività del Sole?

Note
(a) A complicare il quadro, ma nel contempo a supportare questa tesi, è però la descrizione d'una macchia, o gruppo di macchie, che si rinviene nelle fang-chi (storie provinciali cinesi) del 1637, di cui non esiste traccia né nei rapporti europei, né nelle compilazioni dinastiche dell'Estremo Oriente [Eddy 1983, pp. 196-198].
(b) In Cina venivano stese anche relazioni di tipo meteorologico; col trapasso fra le dinastie Ming e Qing tuttavia, s'interruppero nel 1640-'49 circa [Soon, p. 76].
(c) Per alcuni autori il ciclo -4 ebbe un doppio massimo: nel 1705 e nel 1707 [Hoyt, p. 510].

Bibliografia
J.A. EDDY, The Maunder Minimum, in «Science», vol. 192, n. 4245 (1976), pp. 1189-1202.
J.A. EDDY, The Maunder Minimum: a reappraisal, in «Solar Physics», vol. 89, n. 1 (1983), pp. 195-207.
B. FAGAN, The Little Ice Age, New York, 2000.
D.V. HOYT, K.H. SCHATTEN, Group sunspot numbers: A new solar activity reconstruction, in «Solar Physics», vol. 181, n. 2 (1998), pp. 491-512.
V. LETFUS, Sunspot and auroral activity during Maunder minimum, in «Solar Physics», vol. 197, n. 1 (2000), pp. 203-213.
W. SOON, S.H. YASKELL, The Maunder Minimum and the Variable Sun-Earth Connection, Singapore, 2003.
I.G. USOSKIN, K. MURSULA, G.A. KOVALTSOV, Cyclic behaviour of sunspot activity during the Maunder minimum, in «Astronomy and Astrophysics», vol. 354, n. 1 (2000), pp. L33-L36.



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MessaggioInviato: 22/05/2009, 12:17 
Le prove che il clima terrestre risponda in modo direttamente proporzionale a persistenti fasi di attività solare (di segno positivo o negativo) che oltrepassino il ciclo undecennale si vanno accumulando. La quiescenza del XVII secolo è contemporanea all'interludio più freddo della Piccola età glaciale: «Vi è una sola possibilità che il nesso sia il risultato di una pura coincidenza, come lo è, vogliamo sperare, la coincidenza del Minimo di Maunder col regno del Re Sole (1643-1715: ndr)» [Eddy, p. 195]. È allora possibile che esistano dei supercicli atti a spiegare una dinamica che la normale periodicità, individuata nel 1843 da Samuel Heinrich Schwabe (1789-1875), non sembra in grado di soddisfare? Ricorrendo a un'estensione del ciclo di Gleissberg (GC) per gli ultimi 500 anni circa, si giunge a una cronologia (seconda colonna) che prevede stadi mediamente secolari (terza colonna), in cui uno dei massimi (GC-1, quarta colonna) cade alla vigilia del Minimo di Maunder propriamente detto, mentre il ciclo successivo (GC0) si avvia negli anni in cui la rarefazione delle macchie fu pressoché totale e si chiude durante il Minimo di Dalton:

GC-2 1528-1614 86 anni M 1547 RM 132,8
GC-1 1614-'94 80 anni M 1639 RM 73,6
GC0 1694-1816 122 anni M 1778 RM114,8
GC1 1816-1907 91 anni M 1848 RM 115,9
GC2 1907-2009? 102 anni? M 1968 RM 151,5

Il GC-1, che domina il XVII secolo, ha mostrato la più bassa intensità (maximum sunspot number, ovvero RM in quinta colonna) di questo mezzo millennio: si è trattato dunque d'un autentico minimo, oppure d'una fase solare affievolita? Chi argomenta per quest'ultima tesi propone di definirla Maunder Weakening [Mouradian, pp. 59-60], e va aggiunto che lo stesso Maunder, formulando il concetto alla base delle sue scoperte, scrisse: «Vi è una forte, anche se indiretta prova, che il prolungato minimo solare (nell'originale: prolonged sun-spot minimum) sia stato caratterizzato da una profonda calma magnetica» [Soon, p. 144]. Gli argomenti a sostegno non mancano. L'enunciazione della teoria di Schwabe è stata un'autentica svolta nel modo di concepire il rapporto fra Terra e Sole; fino a quell'epoca infatti, si negava che l'attività solare fosse soggetta a meccanismi periodici. La definizione del ciclo undecennale però, apparsa la miglior soluzione a una serie di problemi derivanti dall'osservazione dell'astro, fu accolta come un dogma, il che ha fatto cadere ogni altra direzione d'indagine. In una prospettiva scientifica, ciò significa accantonare i limiti della conoscenza, col rischio di forzature preconcette per ciò che esuli dallo schema: «Nel corso di tempo in cui abbiamo compiuto le nostre osservazioni sul Sole, e che non è che un istante in confronto alla sua lunga vita, è un po' presuntuoso pensare di essere stati tanto fortunati da aver visto tutti i possibili mutamenti che esso conosce; oppure pensare che lo spettro dell'attività solare ammetta lenti processi evolutivi di miliardi di anni e mutamenti immediati di undici anni (o anche meno), ma nessuna altra forma evolutiva intermedia» [Eddy, pp. 180 e 190].

Partendo da questo assunto, il peculiare andamento del Minimo di Maunder ha, in effetti, condotto a varie revisioni della periodizzazione interna. Si pensa, per esempio, che i tre supposti cicli -10 (b), -9 e -8 (1634-'67) in realtà siano stati soltanto due, cioè -10a (1634-'50 circa) e -8a (1650-'67), ciascuno comprendente parte del -9; questo scorporo spiegherebbe infatti il cambio di polarità, e la conseguente scomparsa delle macchie nell'emisfero nord del Sole (struttura monopolare), che si verifica verso il 1650 e permane sino al 1710 [Callebaut, p. 49.3]. Se tale interpretazione è esatta, la durata dei cicli -10a e -8a si avvicina a quella del ciclo di Hale (doppio ciclo di Schwabe). A rafforzare la tesi è il grafico a farfalla (butterfly diagram) ricostruito per il periodo 1666-1719 [Callebaut, p. 49.2], che mostra come l'attività si concentrò solo nei pressi dell'equatore solare: un evento affatto unico poiché, durante un ciclo normale, le regioni attive non emergono a latitudini così basse. Di qui l'ipotesi di cicli solari circa ventennali (long solar cycle) che avrebbero caratterizzato il Minimo di Maunder, e che apparirebbero confermati dalle concentrazioni di radiocarbonio negli anelli meristematici coevi [Makarov, pp. 194-195]. Ed è noto che a lunghi cicli è ascrivibile una frazionale ma progressiva perdita di irradianza, cosa che finisce per avere un impatto diretto sul bilancio termico terrestre.

Note
(a) La supposizione circa il termine del GC2 è connessa all'andamento del ciclo solare 23, che alla data del presente articolo mostra ancora segnali di prolungamento del minimo (regione 1014, comparsa il 7 marzo 2009).
(b) Il ciclo -10 corrisponde a quello già individuato come BM-1.

Bibliografia
D.K. CALLEBAUT, V.I. MAKAROV, A.G. TLATOV, Maunder Minimum According to New and Data Archive, in D. DANESY, S. POEDTS, A. DE GROOF, J. ANDRIES (editors), Proceedings of the 11th European Solar Physics Meeting (Lovanio, Belgio, 11-16 settembre 2005), Noordwijk, 2005, pp. 49.1-49.4 (cd-rom).
J.A. EDDY, Il clima e il ruolo delle condizioni solari, in R.I. ROTBERG, T.K. RABB (editors), Clima e storia, Milano, 1984, pp. 170-197.
V.I. MAKAROV, A.G. TLATOV, Polar Magnetic Field Reversals of the Sun in Maunder Minimum, in «Journal of Astrophysics and Astronomy», vol. 21, n. 3-4 (2000), pp. 193-196.
Z. MOURADIAN, Extended Gleissberg Cycle, in G. MARIS, M. MESSEROTTI (editors), Proceedings of the Regional Meeting on Solar Physics (Bucarest, Romania, 24-28 aprile 2001), Bucarest, 2002, pp. 56-60.
W. SOON, S.H. YASKELL, The Maunder Minimum and the Variable Sun-Earth Connection, Singapore, 2003.



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un paio di settimane fa' ho letto un'intervsta sul campo magnetico terrestre che sta diminuendo: è vero però non è vero che nel 2012 i poli si invertiranno da un giorno all'altro, il campo magnetico diminuirà e resterà così per qualche millennio ancora e poi piano piano piano poi quando il campo magnetico si sarà azzerato si avrà una inversione dei poli magnetici. ma solo tra qualche millennio


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Seth ha scritto:

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In teoria... se spengono tutto prima che prenda fuoco qualche cosa!!!
Le zone più colpite saranno ovviamente quelle in cui il campo magnetico terrestre è più debole: ad esempio nel 1989 il Canada fu il più colpito proprio perchè il polo nord magnetico (dove il campo è più debole) è all'incirca da quelle parti... per il momento! [:)]


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Il futuro tra catastrofi elettromagnetiche, previsioni e incredibili coincidenze

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È quasi agghiacciante il servizio su La Stampa (29 marzo 2009) che riporta le previsioni scientifiche della Nasa su quanto ci accadrà nel non lontano 2012. Una catastrofe elettromagnetica colpirà la terra con una colossale bolla di plasma (particelle ad alta energia) che si staccherà dal nostro amato sole e saranno davvero guai per tutti. Non è tanto da ridere, sebbene sono anni che questo 2012 previsto da tanti astronomi e dal calendario Maya, oltre che da tanti “veggenti” cristiani, come l’anno della fine del nostro pianeta, suscita- a volte- preoccupazioni e paure.

Non sorridete. Il web pullula di blog e milioni di persone sono terrorizzate. La paura della fine del mondo è sempre in agguato, i profeti di sventure non sono mai mancati e neppure gli ingenui che abboccano. La scienza stessa oggi fatica a distinguersi dalla pseudo-scienza e, con l’aiuto di un giornalismo superficiale, si moltiplicano le catastrofi ipotizzabili sulla base di dati mal compresi. Per esempio, il terrore per l’Anno Mille è una invenzione dei posteri: all’epoca nessuno sapeva in quale anno si vivesse. Molti altri allarmi però sono storicamente documentati: ce ne furono più di cento a cominciare da quello che lanciò nel 992 Bernardo di Turingia. Una caratteristica delle Cassandre è la precisione con cui l’apocalisse viene prevista. Il matematico tedesco Michael Stifel l’annunciò per le 8 di mattina del 18 ottobre 1533, il fanatico religioso William Bell puntò sul 5 aprile 1761.

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Il primo rischiò il linciaggio, il secondo finì in manicomio. Per caso oggi c’è più tolleranza. Innumerevoli sono le apocalissi previste dai Testimoni di Geova e dai Mormoni. Il sismologo Alberto Porta la calcolò per il 1919, il medico Elio Bianco per il 14 luglio 1960. Nel 1980 Jenser e Gaines, capi di una setta americana, convinsero centinaia di seguaci a chiudersi in un loro bunker ad attendere il giudizio universale. Nel 1992 il reverendo Lee Jang Lim coinvolse 150 mila fedeli coreani nell’isteria della fine del mondo e li truffò per un totale di 4 milioni di dollari (però finì in galera). Al momento la fine del mondo più prossima è attesa per il 21 dicembre del 2012. La data discende da calcoli fatti sul calendario Maya, la catastrofe si verificherebbe per un cambiamento dell’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano dell’orbita. Un argomento retto dai sostenitori dell’apocalisse Maya è che il campo magnetico della Terra è in graduale diminuzione. Cosa effettiva, ma è anche certo che nelle ere geologiche il campo magnetico si è invertito molte volte, l’ultima 700 mila anni fa. Più fondato è l’allarme per l’asteroide 99942 Apophis (il nome di un dio egizio della distruzione), un corpo roccioso dal diametro di 320 metri che incrocia l’orbita della Terra. Scoperto il 19 giugno 2004, Apophis passerà molto vicino al nostro pianeta il 13 aprile 2029 (un venerdì) e nel 2036, quando si troverà ad appena 36 mila chilometri da noi, la distanza dei satelliti geostazionari. L’impatto sarebbe pari all’esplosione di 65 mila bombe nucleari come quella che distrusse Hiroshima. All’inizio la Nasa stimò la probabilità di collisione in 1 su 300. Effettivamente allarmante.

Poi la faccenda si è ridimensionata grazie a dati più precisi e ora si parla di 1 su 45 mila. Ad ogni buon conto l’ex astronauta Rusty Schweickart progetta una task force per deviarlo. L’anno 2000 con la sua cifra tonda ha alimentato soprattutto due paure: il collasso della civiltà per il «baco» dei computer in quanto i vecchi software, indicando la data con due sole cifre, davanti agli zeri sarebbero impazziti, e la catastrofe planetaria dovuta a un allineamento di cinque pianeti. Il “bug”o fu prevenuto e l’allineamento ovviamente non fece danni: i pianeti insieme esercitano un’attrazione che è meno di un millesimo di quella del Sole e della Luna. Negli Anni 80 la fine del mondo da «inverno nucleare», fu molto pubblicizzata dal fisico Antonino Zichichi negli incontri del Centro Majorana di Erice. Gli strateghi architettavano un attacco nucleare globale e il cambiamento climatico avrebbe stroncato anche i pochi sopravvissuti nei rifugi. Apocalissi biologiche si sono temute per le epidemie della malattia di «mucca pazza» e di aviaria. Sulla prima si è esagerato. Nel secondo caso il rischio non è da sottovalutare. Ma finora la peggior pandemia rimane quella della «spagnola» del 1919. Nonostante tutto, siamo ancora qui. E fidatevi: certamente ci saremo ancora dopo il 21 dicembre del 2012, perché l’uomo non può sapere né il giorno, né l’ora della vera apocalisse. Lo disse Gesù ai suoi spaventati interlocutori, Perché non fidarci ancora?Però, voglio raccontarvi qualcosa di tutte le storie predette finora sulla nostra fine. Cominciamo da:

Il ciclo solare

Inizia il ciclo solare numero 24 che dovrebbe avere il suo picco nel 2012, secondo il fisico solare David Hathaway del Marshall Space Flight Center. I cicli solari sono undecennali e questo in corso è appunto iniziato nel 2001 e si prospetta come il più potente in assoluto. Fin dai tempi di Galileo, da quando sono iniziate le osservazioni telescopiche del Sole, si è scoperta la correlazione tra l’aumento dell’attività solare, con effetti tangibili sul campo magnetico terrestre, e l’incremento delle macchie solari.

Ovviamente, 4 dei 5 cicli solari più violenti da quando questi vengono registrati ed osservati, si sono verificati negli ultimi cinquant’anni. Gli scienziati non sanno spiegare tale fatto. Recenti studi, tra cui quelli condotti da Cerruti della Cornwell University di New York, dimostrano chiaramente l’effetto disastroso dell’attività solare sulle trasmissioni radio, satellitari, GPS, con particolare rilievo negli ultimi anni. Habibullo Abdussamatov, capo della sezione ricerche spaziali presso l’Osservatorio Astronomico Pulkovo di San Pietroburgo ha affermato che i dati raccolti su Marte dimostrano che il riscaldamento globale sulla Terra è direttamente legato ai cambiamenti che il nostro Sole sta subendo in questi anni.

Infatti le calotte polari di anidride carbonica al Polo Sud di Marte da tre anni a questa parte si stanno assottigliando al pari dei nostri ghiacciai. Ovviamente, la cosiddetta scienza ufficiale rigetta tale teoria. Appoggia in massa le affermazioni “scientificamente fondate” contenute nel documentario voluto da Al Gore. “Inconventient Truth”.

Per adesso, basti considerare che la teoria del riscaldamento globale cagionato esclusivamente dall’attività umana e delle conseguenti severe misure planetarie da intraprendere sono funzionali al Consiglio Mondiale dei più potenti Stati del pianeta.

Il calendario Maya

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Secondo il calendario Maya, il termine ultimo del Quinto Sole avverrà il 4 Ahaw 3 Kankin (13.0.0.0.0), corrispondente alla data del calendario gregoriano 23 dicembre 2012. Il Quinto Sole, Tonatiuh, è anche l’ultimo, è infatti detto il Sole del Movimento, poiché alla fine del ciclo ci sarà il movimento dell’asse terrestre che farà perire quasi tutta l’umanità. Secondo gli studi di Glatzmaier e Roberts, l’inversione del campo magnetico terrestre si verificherà pressappoco in quella data e, nel momento in cui avverrà tale evento, i Poli si invertiranno. Ma prima, la Terra cesserà di ruotare. – Alcune filosofie orientali come l’I Ching, Il Libro dei mutamenti cinese e la filosofia induista individuano nel 2012 la data finale e lo stesso in credenze indigene. 2012.

Il Calendario a Lungo Termine

Tutto cominciò con una scoperta nota per decenni sulla cultura che inventò ciò che è noto come il Calendario a Lungo Termine. Sulla pianura del Chiapas, nel Messico, che costeggia il Pacifico, qualche miglia dal confine con il Guatemala, era collocato l’osservatorio astrologico della civiltà Izapa. Alcuni credono che gli Izapa siano stati la cultura di transizione fra la civiltà più antica degli Olmechi e gli emergenti Maya; altri credono che gli Izapa siano stati gli Olmechi. Per quasi mille anni il Calendario a Lungo Termine veniva documentato dagli Izapa su monumenti e vasi di ceramica. La maggior parte delle date si riferisce a eventi locali, mondani, come l’incoronazione di un particolare re. Alcuni dei monumenti a Lungo Termine, però, si riferiscono ad eventi mitologici che erano avvenuti all’inizio della corrente “Era Mondiale” in cui viviamo e che presto avrà fine.

Cicli Cronologici

Gli studiosi hanno scoperto come il Calendario a Lungo Termine sia correlato con il nostro calendario Gregoriano, così sappiamo che il periodo leggendario dell’inizio della nostra Era Mondiale attuale – quando tutte le cifre vennero azzerate – avvenne l’11 agosto del 3114 a.C. Usando un sistema complesso di Baktun Maya (unità di misure cronologiche) possiamo calcolare quando il loro calendario raggiungerà un nuovo punto zero – essenzialmente ogni 13 Baktun (5125 anni) il Conteggio Lungo ritorna a zero – il tempo calcolato in cui finisce la nostra Era Mondiale attuale ed inizia un nuovo ciclo cronologico.

Creazione, Caduta e Resurrezione

Diversi monumenti sulla creazione descrivono eventi che ebbero luogo nel 3114 a.C. I testi che accompagnano questi monumenti sulla creazione dichiarano che “la creazione avviene nel Buco Nero”, al “bivio”, e che “l’immagine” comparirà nel cielo. I Maya adottarono il calendario degli Izapa, i miti della creazione e il metodo che conta i cicli cronologici. La ricercatrice Linda Schele scrisse: “Mi resi conto che ogni immagine importante proveniente dal simbolismo cosmico Maya era probabilmente una cartina del cielo… Gli schemi nella Via Lattea e nelle costellazioni erano direttamente connessi con la visione sulla creazione.” La sua intuizione ha aperto la porta alla comprensione della cosmologia e della profezia dei Maya. Per cogliere il messaggio dei Maya dobbiamo sapere qualcosa su come essi vedevano il cielo e come gli eventi nel cielo indicavano tempi di morte, rinascita e il passaggio del tempo per le anime che vivevano in questa galassia e in questo sistema solare. La Via Lattea è la loro immagine più importante nel cielo. Come sappiamo, viviamo nelle parti periferiche della nostra galassia, e la Via Lattea è l’ammasso stellare denso che vediamo quando guardiamo verso il centro della nostra galassia. Essa ci appare come una lunga striscia di stelle nel cielo sopra di noi. Per i Maya, il sorgere, passare e scendere della Via Lattea nel cielo segnava dei punti principali nel ciclo del tempo. Inoltre, parti della Via Lattea e di altre stelle apprezzabili nel nostro cielo hanno un significato particolare nella nostra vita e nella storia dell’umanità e nei regni celesti, i regni degli dei.

Per i Maya, le caratteristiche più notevoli della Via Lattea e i cambiamenti nella sua posizione e forma durante la notte rivelano la nostra origine, il nostro passaggio e destino. Esse sono l’Albero della Vita, il Coccodrillo Celestiale che rosicchia l’Albero della Vita; la Canoa Cosmica degli “dei Rematori” che insegue il Coccodrillo; il “cielo sdraiato” o Posto del Sogno Nero, e sette stelle nell’Orsa Maggiore che rappresentano gli egocentrici Sette Macao che tentarono di prendere il posto del Sole. Detto in modo semplificato, il passaggio del cielo racconta la storia del sorgere dell’Albero della Vita al tramonto, seguito dal sorgere dell’egoismo (come si vede nei Sette Macao) il quale porta con sé l’aumento di impulsi inferiori pericolosi che avanzano strisciando (come il serpente maledetto nel Giardino dell’Eden) e attaccano la nascita della vita. Ma questi vengono scacciati dagli dei Rematori, e alla fine l’Albero della Vita rinasce e sorge di nuovo poco prima dell’alba – la storia completa di nascita, caduta e resurrezione della vita.

Rinascita nel 2012

L’11 agosto 3114 a.C. ebbe inizio una nuova Era Solare, e rinacque il Signore del Sole. Divinità come Signori della Creazione vengono spesso descritti nell’atto di essere presenti alla rinascita del mondo, compresa quella chiamata Bolon Yokte K’u la quale è intimamente connessa con guerra, conflitti e gli Inferi. Malgrado queste relazioni, Bolon Yokte è un dio spesso presente durante avvenimenti di creazione. Egli viene dipinto su un oggetto di ceramica chiamato Vaso dei Sette Signori il quale contiene la data 3114 a.C., l’inizio del nostro attuale ciclo di 13 Baktun.

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La data che ci interessa, è l’inizio nel prossimo ciclo di 13 Baktun che avrà luogo il 21 dicembre 2012, la fine del calendario Maya. Una traduzione recente di un testo da Tortuguero, un sito classico dei Maya a nord di Palenque, esplicitamente indica la data del 21 dicembre 2012. Tradotta dall’epigrafista David Stuart, la parte leggibile del testo è: “Alla fine di 13 Baktun, il 4 Ahau 3 Kankin, 13.0.0.0.0, qualcosa avviene quando Bolon Yokte discende.” Il glifo per il verbo che descrive che cosa succede è cancellato, così è stato sostituito con la parola qualcosa, ma è stato rappresentato il signore della creazione Bolon Yokte, e questo significa che il 2012 è stato considerato dai Maya come una creazione o ricreazione del mondo, forse durante un periodo di guerra, conflitto e dominio degli Inferi e dei Signori degli Inferi. Così la fine del Calendario dei Maya è semplicemente la fine dell’attuale Era Mondiale. E, cosa importante per noi, essa segna semplicemente l’inizio del prossimo ciclo di rinascita, rinnovamento.

Sugli artefatti archeologici di Izapa (foto a destra) non ci sono segni o dichiarazioni particolari riguardo all’anno 2012, ma a Izapa ci sono innumerevoli immagini che dipingono un allineamento celeste raro che comparirà nei cieli negli anni intorno al 2012. Questo allineamento galattico segna la rinascita del solstizio di dicembre e la rinascita del Signore del Sole sui tentativi dei Sette Macao di sostituirlo.

Il Signore del Sole sorge attraverso la Crepa Scura nella Via Lattea, collocata fra Sagittario e Scorpione (vedi foto sotto). Nelle illustrazioni Maya, Scorpione viene dipinto vicino alla base dell’Albero della Vita. Le anime sulla Terra sperimentano un cambiamento delle stagioni galattiche, uno spostamento del ciclo temporale celestiale, con il nostro Sole che entra nella rinascita al “Buco nero” alla base celestiale dell’Albero della Vita (una collocazione nella grande Via Lattea). Il 21 dicembre 2012 segna la fine di questa era di 5125 anni in cui siamo vissuti e l’inizio di una Nuova Era della Terra.

Secondo certi studiosi, in un ciclo cronologico precedente, l’umanità aveva un livello di coscienza e un rapporto con le Forze Creatrici che ci permettevano di vivere sulla Terra e oltre su livelli superiori di attività materiale, mentale e spirituale. Sfortunatamente abbiamo usato male questa coscienza e il potere che venivano in seguito al rapporto stretto con le Forze. Questo uso sbagliato portò con sé la distruzione delle nostre grandi culture e un lungo viaggio karmico dell’anima attraverso dolore e confusione che derivavano dal nostro egoismo e dall’uso egocentrico esclusivo della nostra volontà senza riguardo della volontà del Creatore e degli altri. Ora che i cicli stanno di nuovo tornando, ci stiamo avvicinando ad un periodo in cui il livello di coscienza e di rapporto con le Forze Creatrici ci permetteranno di nuovo di riacquistare questi poteri. Come li useremo questa volta?

Prima di disperare che l’umanità li userà di nuovo in modo sbagliato, ricordiamo che molte, molte anime e persino il Logos, il Verbo, sono venuti e continuano a venire nella materialità per aiutare a preparare la via per questa rinascita. Sopravalutiamo il potere del mondo e i suoi leader. Le forze invisibili, celesti, hanno un potere più grande e supereranno l’oscurità e l’egoismo del mondo, irrompendo con una luce che trasformerà questo regno per mille anni, quando ogni male e ogni tentazione saranno legati, e regnerà un’era dorata. Il libro biblico dell’Apocalisse ci munisce questa profezia: “Vidi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – che inganna tutta la Terra abitata, e lo incatenò per mille anni.” (Ap 20,2).

Il 2012 è l’inizio del compimento di queste profezie dell’Apocalisse, o solo un altro passo nel lungo viaggio verso tale compimento?I Maya, i quali avevano costruito la loro vita sullo studio del tempo e dei cicli vitali, avevano elaborato 17 calendari, tra cui il calendario più lungo, il Winaq May Kin, che copre approssimativamente 5200 anni Maya di 360 e 5125 nostri anni di 365 giorni, finisce proprio nel 2012 esattamente il 21/12/12 alle 11.11 (tempo universale coordinato), considerando che i Maya erano abili esperti nel calcolare i cicli della vita, dei pianeti di tutto il sistema solare con estrema precisione, la cosa fa riflettere. O no?

Le “previsioni” secondo santi e “veggenti” della Chiesa cattolica.

I tre giorni di buio a cui allude l’Apocalisse potrebbero essere la conseguenza di tale evento. “La morte degli impenitenti persecutori della Chiesa avverrà durante i tre giorni di buio. Colui che sopravviverà ai tre giorni di tenebra e di pianto, apparirà a se stesso come l’unico sopravvivente sulla terra, perché di fatto il mondo sarà coperto di cadaveri”. (San Gaspare del Bufalo, XIX secolo). “La Santa Vergine ha detto che la terra andrà fuori della sua orbita per tre giorni…” (La veggente Patricia Talbot). “…Dio manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni e altri mali; avrà origine sulla terra. L’altro sarà mandato dal Cielo. Verrà sopra la terra l’oscurità immensa che durerà tre giorni e tre notti. Nulla sarà visibile e l’aria sarà nociva e pestilenziale e recherà danno, sebbene non esclusivamente ai nemici della Religione. Durante questi tre giorni la luce artificiale sarà impossibile; arderanno soltanto le candele benedette” (Beata Anna Maria Tatei, XIX secolo).

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Un’interpretazione della Bibbia predice che la Terra sarà annientata nel 2012… (Ezechiele 37:21,22)

Inoltre basi scientifiche sul 2012 parlano di un anno, se non di un periodo, di totale cambiamento:

- Dal 2003 il sole si è comportato in modo più tumultuoso che in qualsiasi altra epoca successiva al rapido riscaldamento globale che accompagnò la fine dell’ultima glaciazione (11.000 anni fa) e raggiungerà il prossimo picco proprio nel 2012. - Il campo magnetico terrestre ha cominciato ad indebolirsi e potrebbe essere in corso una migrazione dei poli magnetici mentre i poli nord e sud si invertono di posizione.

- Alcuni geofisici russi credono che il sistema solare sia entrato in una nube interstellare di energia, questa nube con la sua energia destabilizza il sole e tutte le atmosfere dei pianeti, l’incontro con la terra viene collocato tra il 2010 e il 2020.

- Il supervulcano Yellowstone che erutta in modo catastrofico con un intervallo di 600.000-700.000 anni, si sta preparando a farlo.

Certo, non crediamo ad un’Apocalisse, ma tutte queste cose sono troppe per definirsi coincidenze o leggende…Così è, se vi pare!



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doh, maya a parte, se erutta lo Yellowstone dite pure addio al genere umano: l'ultima esplosione del genere ( vulcano TOBA ) ha quasi completamente portato ad estinsione l'homo sapiens. Allora eravamo in grado di adattarci: oggi siamo + simili a grossi maiali cibernetici, troppo attaccati alla tecnologia e alle cose facili: se erutta lo Yellowstone non riuscremmo mai a riprenderci imho.


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Nuova relazione tecnica della NASA sul prossimo ciclo solare:
http://science.nasa.gov/headlines/y2009 ... iction.htm


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MessaggioInviato: 04/06/2009, 14:07 
http://sites.google.com/site/dresda99/d ... sa-accadra

Il Sole continua a stupire, prospettive di un nuovo ciclo sempre più debole

Lo fanno sapere gli esperti che stanno seguendo con particolare dovizia ogni sussulto della nostra Stella che nel frattempo è tornata in fase di quiete assoluta.

Non c'è dubbio, gli studiosi che stanno cimentandosi nella previsione dell'attività maculare in questo difficilissimo periodo dell'andamento ciclico solare stanno affiancando alla loro fervente attività di laboratorio vari metodi, tra i quali quello empirico, quello matematico e, non ultimo quello didattico.

Si, perchè questo angolo pionieristico della scienza si trova nella condizione di imparare strada facendo, essendo la tempistica dei cicli solari ben diversa rispetto a quelli della vita umana. Attualmente ci ritroviamo difatti a vivere una condizione che si presenta per la prima volta dinnanzi agli occhi delle attuali generazioni e, per di più, con a disposizione una strumentazione e una modellistica sempre più sofisticata e raffinata che da una parte propone rapidamente delle soluzioni ma dall'altra sviscera fatalmente nuove fonti di errore.

Ed ecco che siamo ancora qui a discutere di quello che il Sole si è messo in mente di fare, al di là di quello che era stato previsto e che, nel frattempo, è stato corretto nuovamente. A tal proposito il Dott. Hateway ha rivisto nuovamente al ribasso la magnitudo del nuovo ciclo, il famigerato 24, sempre che lo stesso effettivamente si manifesti. Gli scienziati difatti nutrono anche alcuni dubbi in merito alla polarità di alcune macchie osservate sul globo solare e che in fase di minimo, quale quella in cui ci troviamo, non ci dovrebbero essere.

Nell'attesa di ragguagli maggiormente significativi e soprattutto basati su presupposti comprovati, ci affidiamo ai nostri strumenti per monitorare in tempo reale quello che sta accadendo lassù nel cielo a oltre 149 milioni di chilometri dal nostro mondo. Anzitutto dobbiamo segnalare che, dopo una breve fase nella quale il bi-bip delle macchine attaccate al "capezzale" del nostro Sole avevano scongiurato il coma irreversibile mostrando timidi ma pur non trascurabili segnali di ripresa delle sue funzioni vitali, eccoci ora nuovamente di fronte a diagrammi assolutamente piatti e a un globo solare ben tirato a lucido come una palla a biliardo, senza alcuna macchia visibile sulla sua superficie.

Il conto alla rovescia verso la partenza del nuovo ciclo, già in ritardo di oltre due anni, riprende dunque da zero. Nessuno sa quando tutto ciò giungerà all'epilogo e se giungerà, intanto noi stiamo tenendo sotto attenta osservazione tutti gli elementi climatici che traggono spunto dalle conseguenze dei cicli solari a medio-corta gittata, tenedo presente che alcuni elementi della circolazione generale dell'atmosfera si sono modificati e che, strada facendo, ci troveremo finalmente a discutere di cambiamenti climatici basandoci su un argomento serio: il Sole.



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