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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 19/07/2018, 12:44 
GRAZIE! Proprio quello che volevo sapere... :)



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 19/07/2018, 12:51 
TheApologist ha scritto:
GRAZIE! Proprio quello che volevo sapere... :)

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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 19/07/2018, 17:03 
.. Ricordatevi dell'AMX !Costrutito con il Brasile: ci procurò ben 12 morti!Aveva un sacco di problemi con il motore (oltre che si spegneva spesso se volava ... capovolto!) Stessi guai con il "Tornado": non ne vendettero nemeno uno all'estero! Doveva fare ..TUTTO!
Di buono abbiamo fatto solo il FIAT C-91 e G-91 Y, basta.



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 01/08/2018, 20:19 
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La nascita dell'F-35

Il programma statunitense Joint Strike Fighter - siamo nei primi anni novanta (25 anni fa!) - era mirato a trovare un velivolo che, con minime differenze di costo, potesse soddisfare le esigenze di aeronautica, marina e marines. Il vincitore della competizione fu il prototipo X-35 (foto seguente) della Lockheed Martin, il velivolo destinato a divenire l'odierno F-35 Lightning II.

Il nostro Paese non ha meramente comprato l'unico velivolo di quinta generazione oggi disponibile: ha partecipato allo sviluppo, con un investimento di 1 miliardo di dollari, ed ottenuto (prima del taglio all'acquisto...) una posizione di assoluto privilegio con la realizzazione a Cameri della FACO, l'unica linea di assemblaggio presente in Europa.

Oggi dopo esserci dati una prima mazzata epocale sui genitali nel 2012 dibattiamo ancora su tagli e presunti “risparmi”?

Le numerose rogne nello sviluppo dell'aereo


Ci sono state e – a differenza dei Paesi del quarto mondo – sono state e sono evidenziate e affrontate dal Pentagono o da agenzie governative statunitensi, non solo dalla stampa.

Ricordiamo inoltre che, mentre stiamo ancora a discutere su un aereo di quinta generazione, gli USA e i loro competitor globali stanno già lavorando sulle prossime due...

L'acquisizione di tecnologie e capacità reali avanti di 20-30 anni non può essere programmata con precisione su un foglio di carta senza mettere in conto inconvenienti, problemi e ritardi. Almeno tra primati con il pollice opponibile... Questo al netto della consapevolezza che Lockheed Martin, il costruttore di riferimento, non è di certo una onlus!

Ognuno è libero di avere una propria opinione sul velivolo, a patto di una completezza delle informazioni a disposizione. Dal momento che, secondo lo scrivente, tale quadro non è mai stato chiaramente fornito ai cittadini del nostro amato Paese, abbiamo intervistato il già capo di stato maggiore dell'Aeronautica, il generale Pasquale Preziosa. Complice un momento di relax in serena compagnia dei nipoti, il generale ha fornito con la già proverbiale schiettezza alcuni dati che ci mancavano...

Generale Preziosa, cosa è avvenuto con il taglio del 2012 alla quota di F-35?

La nostra convenienza sarebbe stata non scendere al di sotto di cento velivoli: avremmo, come è stato, perso una quota del 30% nella produzione di cassoni alari del velivolo.

Quale era il valore di ogni cassone alare e quanti avremmo dovuto produrne?

Il valore era di circa 10 milioni ognuno. Avremmo dovuto produrne oltre1280, se ben ricordo. Ne abbiamo persi 400.

Quindi scendere a quota 90 ci ha fatto perdere...

Parliamo, con le penali, della bellezza di 4-5 miliardi! Questo avviene quando le analisi hanno come obiettivo il Sistema-governo (non il "Sistema-Paese", nda).

Una riduzione era "politicamente" richiesta, anche se il governo era allora "tecnico" (governo Monti, nda).

Quale sarebbe stata la massima convenienza? Contrarre l'acquisto a 101 F-35, evitando di far perdere all'industria ed in definitiva all'Italia quella montagna di soldi.

Qualcuno sostiene che il programma rappresentasse una fregatura per il nostro Paese...

La realtà è l'opposto: gli americani avevano concesso SOLO all'Italia di produrre i cassoni alari e di assemblare il velivolo al di fuori degli Stati Uniti! Un vantaggio tecnologico evidente a chi entra nella FACO di Cameri.

Se raffrontiamo la somma degli investimenti nel programma (circa un miliardo), il costo dei velivoli ed i 12-13 miliardi del ritorno industriale, al "Sistema Paese Italia" i velivoli erano forniti quasi gratis!

Eravamo il Paese eletto dagli Stati Uniti in Europa per avere il massimo vantaggio. Ognuno di noi può poi fare i propri calcoli per ridurre tale privilegio... In Italia siamo riusciti a compromettere un'opportunità unica. Il taglio effettuato non ha comportato un risparmio, costerà miliardi: quelli compromessi con la perdita della produzione.

Possono cambiare le cose?

In Italia chi siede sul “soglio pontificio” ripete sempre le stesse cose, come se esistessero solo Ustica e gli F-35... Non mi aspetto grandi cambiamenti.

A suo tempo non si batté nessuno per evitare il taglio?

Le lettere inviate sconsigliavano tutte la riduzione sotto quota 100... Anche perché stiamo sostituendo DUECENTOQUARANTA velivoli – tra Tornado (foto) ed AMX – con, ora, 90!

Operativamente non so se la riduzione sarà sostenibile: già il numero originario di 131 F-35 era appena sufficiente. Ma chi viene chiamato ad assolvere incarichi operativi non è mai lo stesso che decide la riduzione.

Se verremo chiamati a sostenere un compito saremo in grado di assolverlo in queste condizioni?

L'Italia è oggi uno dei pochi Paesi a possedere tecnologia di 5a generazione per entrare in un futuro che è stato delineato. E il futuro non lo decidiamo noi, siamo dei “follower”, lo stabiliscono gli Stati Uniti, la Russia, la Cina. Questi protagonisti sono oltre la quarta generazione, qualcuno anche oltre la quinta. L'Italia, con pochi altri Paesi europei era in anticipo su questa scia. Avevo i capelli quando già si parlava di F-35 ... oggi è una realtà.

Per quanti anni servirà l'F-35?

Stiamo parlando almeno dei prossimi vent'anni. Periodo in cui un'adeguata mitigazione del rischio non potrà essere fornita da velivoli di quarta generazione.

In politica internazionale servono punti fermi: ho preso una decisione e la mantengo. Il rispetto degli impegni rappresenta l'affidabilità di un Paese. Se, ogni volta, un contratto sottoscritto viene messo in discussione la credibilità dei contraenti viene meno.

Se oggi si rinegoziasse in positivo la quota di F-35 per tornare alla quota 101 che non avrebbe pregiudicato la produzione industriale assegnata in origine... ci manderebbero a quel Paese?

Bisognerebbe rinegoziarla... In un mondo che comunque va avanti, l'Italia, vista la sua bassa affidabilità, Paese delle lunghe discussioni, non avrà vita facile. La manutenzione è stata assegnata all'Inghilterra: una nazione paziente che aveva subito lo smacco dell'assegnazione all'Italia della FACO.

In passato, grazie alle commissioni di Camera e Senato, avevamo posto come condizione per l'acquisto degli F-35 l'assegnazione della Final Assembly and Check Out: un paradiso tecnologico per chi ha l'opportunità di visitarlo. Se tali eccellenze non vengono apprezzate, dopo essere state richieste, gli americani se ne fanno una ragione...

Gli Stati Uniti assegnano la FACO all'Italia e noi che facciamo? Discutiamo ancora se prendere l'F-35, se non prenderlo o in che numero?!!!


Ricordiamo che agli americani non importa nulla di poche decine di velivoli. Loro ne acquisteranno a migliaia. Siamo noi ad aver perso un'occasione!

Qualcuno poi parla di "sovranità"... Ma perché l'Eurofighter ci conferisce sovranità? È condivisa in Europa (e l'Inghilterra è oggi fuori...). Molte parti sono realizzate in UK, è stato fatto un “security of supply”? Quando si parla di “sovranità” o ci si assicura di poter ideare e realizzare tutta la tecnologia presente in un campo industriale altrimenti non esiste.

Un esempio?

La tecnologia motoristica. L'Italia fa le cellule dei velivoli ma non progettiamo e realizziamo propulsori.

L'avionica? Siamo per lo più “integratori” di sistemi, non tanto produttori.

Quindi “sovranità” di che cosa...? Se la Rolls Royce non ci fornisce più parti di ricambio per i Viper del 339 (foto), gli aerei restano a terra!

Qualcuno sottolinea la dipendenza dei confronti degli USA con l'F-35...

Siamo nella Nato. Non c'è operazione che si compia senza gli Stati Uniti o il consenso degli altri. Non siamo in grado di condurre operazioni in maniera autonoma, senza un fratello maggiore.

Con i futuri 150.000 uomini... Operativi quanti? La metà? Divisi su tre turni... che cosa possiamo fare senza l'Alleanza? È la Nato a garantire la nostra sicurezza.

L'Aeronautica Militare, con metà dei velivoli in linea oggi, non sarà sovradimensionata come organico?

L'Aeronautica senza mezzi serve a poco. Anche con l'F-35, senza l'AMX, avrà bisogno di una fascia di velivoli per i conflitti a bassa intensità. L'Eurofighter non servirà.

Servirebbe un'analisi ed un piano strategico in relazione allo scenario internazionale. Il politico poi valuterà. Però – ripeto – una volta presa la decisione bisogna mantenere la parola.

Un altro libro bianco?

Pur con una maggioranza di sinistra “importante” e con un consiglio supremo di Difesa che sembrava aver condiviso tutto... è rimasto “bianco”.

Per anni ce l'hanno menata con il libro bianco... (v.articolo) Senza riuscire ad approvarlo!

Probabilmente non c'era la convinzione. Era un'espressione di una parte della maggioranza che voleva andare sopra le righe.

Ricordo quando ci fu il dubbio se il presidente del consiglio avesse firmato o meno il testo... Quando uno del PD non controfirma un'iniziativa di un altro del PD che vuol dire? Che non è condiviso! O che si è trattato di una lotta interna tra correnti di partito...

Se si vuole davvero, un libro bianco si scrive in tre mesi e in altri tre si approva...

In realtà servivano – e servono – fondi al bilancio della Difesa. Un libro bianco puoi anche non scriverlo ma attuarlo. Pensiamo alla riduzione effettuata dal ministro Di Paola che porterà gli effettivi delle forze armate a 150.000 da 190.000. Lo ha fatto durante il singolo anno del governo tecnico.

Il libro bianco? Per tre anni una presa in giro.

Dopo un anno passato ad invitare chiunque - bambini compresi - a scrivere come sarebbe dovuta essere la nostra Difesa...

Una presa in giro. Oggi l'urgenza è il bilancio! Abbiamo poche piattaforme in tutte le Forze Armate. Il costo del Personale è incomprimibile nell'immediato, ha bisogno di tempo perché si riduca. Si possono tagliare Investimenti ed Esercizio. Quest'ultimo è quello che oggi soffre maggiormente.

All'estero?

In Germania il capo di stato maggiore ha indicato ai tedeschi che saranno acquisiti gli F-35 come velivoli di quinta generazione per poi passare alla sesta.

Perché non si è passati dall'Eurofighter (foto) attuale - di quarta generazione - ad Eurofighter di quinta generazione? Perché l'Eurofighter è costato UNA TOMBOLA, quasi due volte e mezzo un F-35!!! Dopo quell'esperienza l'Europa si è di fatto fermata alla quarta generazione e non c'era più abbastanza denaro per sviluppare la quinta.

L'Italia, l'Olanda e l'Inghilterra hanno investito nel progetto americano per ottenere l'F-35. La proposta era stata “tecnica” ma a suo tempo fu portata a termine dalla politica... Dopo vent'anni non si può continuare a discutere di tagli.

Oggi l'F-35 è il velivolo necessario ai nuovi scenari. Voglio vedere chi ha il coraggio di dire al primario di un ospedale che tipo di bisturi deve usare per una determinata operazione! Può essere un amministrativo a decidere? Il “tecnico” (l'Aeronautica Militare) si è già espresso fornendo la propria valutazione a parlamento e governo. Le altre “sovrastrutture” politiche hanno creato solo danno.

La prima riduzione da 131 a 90 aerei ha già prodotto 4-5 miliardi di danni! Se certe persone venissero chiamate a rispondere delle perdite al “Sistema Italia”, credo che le decisioni verrebbero prese più saggiamente. L'esigenza operativa del primo taglio agli F-35 non c'era: 130 velivoli erano IL MINIMO indispensabile a sostituirne 240.

Immagine

http://www.difesaonline.it/evidenza/int ... 35-litalia



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 07/08/2018, 13:48 
$400,000 F-35 Helmet (Pilot can See Through Plane)
Rockwell Collins ESA Vision Systems' F-35 Helmet Mounted Display System (HMDS) is the world's most advanced binocular HMDS for the world's most advanced tactical aircraft. It's integrated head-up display is the first to provide pilots with all the critical information they need on the helmet's visor ensuring that every mission, day or night, has unsurpassed situational awareness, tactical capability and safety.

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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 10/08/2018, 09:53 
Lockheed Martin F-35 "Lightning II"- Stealth Fighter Cockpit Demonstrator Hands-On

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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 15/08/2018, 16:24 
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Il cacciabombardiere F-35 è un velivolo di quinta generazione con caratteristiche stealth, ovvero a bassa rilevabilità radar. Il programma F-35 prende il nome di Jsf, acronimo di Joint Strike Fighter.
Il velivolo si configura come un cacciabombardiere multiruolo monoposto con la capacità di volare a regime supersonico per brevi periodi. In quanto caccia di quinta generazione deve rispettare determinati parametri: i propulsori devono esser dotati di spinta vettoriale; devono essere impiegati materiali compositi; e devono esser adottati sensori, radar e avionica integrata di tipo avanzato per migliorare enormemente la situational awareness(ovvero la capacità del pilota di prendere coscienza dell’ambiente tattico circostante).

Il programma F-35 raggruppa diversi Paesi, oltre agli Stati Uniti, tra cui i maggiori sono Regno Unito e Italia.
La genesi dell’F-35

Il progetto dell’F-35 Lightning II nasce sotto l’amministrazione Clinton nel 1993 per terminare il programma A-12, che intendeva fornire un sostituto dell’A-6 Intruder alla Marina americana e un nuovo cacciabombardiere multiruolo per l’Aeronautica che andasse a sostituire l’F-16.

Nasce così il Jast (Joint Advanced Strike Technology) da cui deriva il programma Jsf nel 1995 quando la Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) emana le specifiche per un velivolo avanzato a decollo corto e atterraggio verticale (A-Stovl) andando così ad integrare il programma precedente. A quel punto il Jsf interessa anche i Marines e il Regno Unito, che stanno cercando un velivolo in grado di rimpiazzare le linee di aerei a decollo verticale composte dagli Av-8 Harrier nelle sue diverse versioni.

Alla gara partecipano la Boeing, la Lockheed e la McDonnell Douglas con tre diversi disegni preliminari. Il 16 novembre del 1996 il Ministero della Difesa americano annuncia che Boeing e Lockheed Martin sono state scelte per competere nella fase finale della gara per la costruzione di un dimostratore, ovvero di un primo modello.

Il passaggio successivo, che si può considerare come la data di nascita dell’F-35, avviene nell’ottobre del 2001 quando il progetto della Lockheed viene selezionato come vincitore del programma Jsf e, contestualmente, lo sviluppo dei motori viene affidato alla Pratt & Withney con la General Electric assegnataria del contratto per la produzione di un propulsore di riserva.

Il velivolo si configura in tre versioni per venire incontro alle diverse esigenze di Aeronautica, Marina e Marines: l’F-35A, il cui primo volo risale al 15 dicembre del 2006, è la versione a decollo tradizionale; l’F-35B è quella Stovl, mentre l’F-35C è la versione imbarcata lanciabile tramite catapulta. La versione B effettua il primo volo l’11 giugno del 2008 e il primo in hovering – ovvero verticalmente – il 17 marzo del 2010. Il primo volo della versione C è del 6 giugno del 2010.
Le differenti versioni dell’F-35

Complessivamente il programma F-35 prevede la costruzione di 2456 velivoli destinati all’Aeronautica, ai Marines e alla Marina escluse le commesse per gli altri Paesi facenti parte del consorzio o altri utilizzatori finali, come Israele.

Di questi, in particolare, 1763 sono F-35A per l’Aeronautica; 273 esemplari della versione C per la Marina e 67 per i Marines, ai quali vanno altri 353 della versione B. Infine 13 velivoli sono utilizzati per ricerca e sviluppo. Basterebbero questi numeri per capire la portata epocale del programma F-35 anche non conoscendone le reali potenzialità.
L’F-35A

La versione A, quella a decollo convenzionale, nasce per sostituire i caccia tipo F-16, A-10 e limitatamente anche F-15, nell’Aeronautica ed è stato pensato per essere complementare all’F-22 Raptor, specializzato nella superiorità aerea. Il Lightning II infatti non ha le stesse caratteristiche stealth né quelle di combattimento aria-aria del Raptor e nemmeno vuole averle. L’F-35 è infatti progettato per essere indirizzato maggiormente verso le missioni aria-terra. Questa versione è caratterizzata principalmente da un cannone interno da 25 millimetri e la possibilità di essere rifornita in volo tramite sonda rigida. Ha un raggio di combattimento di circa mille chilometri (590 miglia nautiche).
L’F-35B

L’F-35B è la versione a decollo corto e atterraggio verticale ed è radicalmente diversa dalle altre due: oltre ad avere lo scarico del propulsore orientabile, il velivolo è dotato di una turbina di sostentazione montata subito dietro la cabina di pilotaggio, di effusori laterali per il controllo del rollio durante la delicata fase dell’atterraggio verticale, e della possibilità di essere rifornito in volo tramite sonda flessibile “a cestello”. L’F-35B andrà a sostituire gli AV-8B Harrier e gli F/A-18A/B/C/D del corpo dei Marines. Ha un raggio di combattimento di circa 800 chilometri (450 miglia nautiche).
L’F-35C

La versione C, imbarcata (ovvero su portaerei), condivide la stessa modalità di rifornimento in volo della versione B e aggiunge il carrello di atterraggio rinforzato, ali ripiegabili più larghe così come più larghi sono i piani di coda oltre ad avere la predisposizione per portare il cannone da 25 millimetri in un pod (contenitore esterno) esterno ventrale. Ovviamente non avendo la caratteristica Stovl, non è dotato né di motore di sostentazione né di ugello orientabile del propulsore principale. La Marina americana, al contrario delle altre Forze armate, prevede di utilizzare l’F-35C in concomitanza con la propria flotta di F/A-18E/F. Ha un raggio di combattimento di circa 1100 chilometri (600 miglia nautiche).

Tutte e tre le versioni montano il propulsore della Pratt & Withney F135, una turboventola da poco meno di 44mila libbre di spinta massima (circa 20mila chilogrammi) le cui dimensioni sono di 5,59 metri per 1,17 di diametro massimo. Il motore è identico nelle versioni A e C mentre quello per la versione B è leggermente diverso: oltre ad avere l’ugello orientabile verso il basso, la spinta massima è infatti di 41mila libbre (18500 chilogrammi) e misura complessivamente più di 9 metri, compreso il motore di sostentazione costruito dall’inglese Rolls Royce, collegato alla turbina di bassa pressione del motore principale tramite un asse. L’F135 deriva direttamente dal Pratt & Withney F119, il propulsore montato sull’F-22 Raptor.

Immagine

In effetti, a vedere in dettaglio le versioni del cacciabombardiere di quinta generazione, si può notare che condividono ben poco: come riferito dallo stesso generale Christopher Bogdan, ufficiale esecutivo del programma F-35, le tre varianti hanno solo il 20/25% in comune.
L’armamento dell’F-35

Il Lightning II dispone di un totale di 11 punti di attacco per un carico bellico massimo di 22mila libbre (quasi 10 mila kg). Di queste 5700 (circa 2600 chilogrammi) sono trasportabili internamente in due “baie” dotate ciascuna di due punti di attacco; la stessa soluzione è stata adottata su altri caccia di quinta generazione in modo da non intaccarne le qualità stealth.

La versione B (Stovl) del cacciabombardiere differisce leggermente dalle A e C per quanto riguarda la capacità di trasporto dell’armamento. Se andiamo a vedere in dettaglio la portata dei singoli punti di attacco, si nota che in ciascuna ala e baia interna è presente un attacco con portata ridotta di mille libbre (circa 450 chili). La portata scende così dalle 2500 libbre alle 1500. Complessivamente quindi il massimo carico bellico trasportabile dalla versione B ammonta a 18300 libbre (8300 chili).

Il carico bellico tipo di una missione stealth aria-aria è di quattro missili Aim-120C Amraam mentre in caso di missione aria-terra l’F-35 può trasportare internamente due Gbu-31 Jdam (con testata della Mk 84) da 2000 libbre e due missili Amraam. In caso di profilo di missione non stealth (ma sarebbe meglio dire stealth limitato) il carico bellico per la tipologia aria-aria può arrivare sino a 14 Amraam e due Aim-9X Sidewinder mentre per l’attacco aria-terra sono sei le Jdam insieme a due Amraam e due Sidewinder.

Ovviamente queste non sono le sole armi in grado di essere montate sull’F-35 in quanto il velivolo potrà portare una vasta gamma di munizionamento a caduta o di tipo missilistico anche di ultima generazione.

Con il rilascio del software Block 3F la gamma di armamento dell’F-35 può dirsi quasi completa, fatto salvo per l’armamento atomico, che sarà compreso nel Block 4 il cui sviluppo, che comincerà alla fine del 2018, costerà circa 8 miliardi di dollari e dovrebbe concludersi nell’anno fiscale 2024.

Tra gli armamenti attualmente in grado di essere montati sull’F-35, oltre a quelli già citati, possiamo trovare l’Agm-154 Jsow, la bomba Gbu-12 Paveway II da 500 libbre, la Gbu-32 Jdam da mille libbre, il missile Aim-132 Asraam trasportati internamente. Esternamente il munizionamento è più eterogeneo per ovvi motivi e comprende per il momento ancora solo la bomba Paveway II da 500 libbre ed i missili Amraam e Sidewinder mentre il resto, che comprende tra l’altro i missili da crociera Agm-158 Jassm e Stormshadow oltre a tutta la serie di Gbu e bombe a caduta libera non guidate tipo Mk 83 e 84, sarà disponibile con l’ultimo software.
Le controversie sul programma F-35
Il problema del software Alis

Alis è l’acronimo di Autonomic Logistics Information System ed è il software di supporto per gestire non solo la catena logistica e manutentiva del caccia ma anche per attivare i diversi profili di missione. Essendo una piattaforma altamente connessa agli altri asset presenti sul campo di battaglia, Alis è adibita soprattutto ad analizzare l’enorme flusso dei dati che l’F-35 è in grado di raccogliere durante una missione.

Questo software è essenziale per fornire la totale capacità di combattimento al velivolo. Il direttore dell’ufficio Test e Valutazioni Operative del ministero della Difesa americano, il generale Christopher Bogdan sostiene che la versione 3.0 di Alis non sarà disponibile prima della metà del 2018 a causa dei ritardi accumulati con la versione 2.0.2.4. attualmente distribuita.

Gli operatori – anche stranieri – del software attualmente in uso riportano che è possibile utilizzare la maggior parte delle funzioni solo attraverso un alto livello di intervento manuale per sopperire alle carenze del sistema che dovrebbe funzionare in automatico. Questo però non significa che il software Alis sia pericolosamente inefficiente: il generale Bogdan sostiene infatti che l’aereo può volare senza l’ausilio del programma da 16,7 miliardi di dollari per almeno 30 giorni in quanto si occupa di tutte quelle attività connesse alla diagnostica, debriefing, configurazione del velivolo non strettamente necessarie ad una missione di combattimento.

Ma il problema principale di Alis, che però preoccupa esclusivamente gli altri partner ed utilizzatori dell’F-35, è legato alla sicurezza dei dati. Alis infatti è un sistema centralizzato che ha sede a Fort Worth (Texas) dove affluisce la totalità dei dati raccolti dai diversi velivoli sparsi per il mondo, quindi anche informazioni che si vorrebbero tenere riservate. Un secondo problema, già riportato precedentemente, riguarda il codice sorgente del software che non è condiviso tra gli altri utilizzatori del Lightning II impedendo così di apportare eventuali modifiche in grado sia di tutelare le informazioni sia di implementare le capacità del velivolo per venire incontro alle diverse esigenze dei Paesi utilizzatori.
I costi dell’F-35

A dicembre del 2017 il costo complessivo di acquisizione del programma F-35 ammontava a 325,1 miliardi di dollari inclusi 59,8 di ricerca e sviluppo, 260,9 di procurement (tutti i meccanismi di approvvigionamento necessari) e 4,4 di Military Construction (la costruzione di infrastrutture).

Da questo bilancio sono esclusi i costi di tutte quelle macchine e infrastrutture costruite negli altri Paesi che partecipano al programma e la spesa complessiva per lo sviluppo del propulsore F135 che ha un costo di acquisizione medio di 21,6 milioni di dollari per unità.

Ad oggi si può stimare il costo medio di ciascun velivolo, comprensivo dei 741 destinati per gli altri Paesi utilizzatori, in una forbice che varia tra i 77,5 milioni di dollari per la versione A, sino ai 104,2 per la versione B passando per gli 89,8 per la versione C. Questi valori sono ovviamente delle stime calcolate dividendo il costo complessivo del programma per il numero totale degli esemplari che saranno prodotti.

Diverso però è il costo effettivo. A causa dei ritardi accumulati dagli innumerevoli difetti di cellula e dotazioni elettroniche i costi sono lievitati enormemente per poi scendere: è stato calcolato che, se il rateo di acquisizione resterà lo stesso, il costo di un F-35A nel 2019 sarà compreso tra gli 80 e gli 85 milioni di dollari per i velivoli del lot 13, un valore confrontabile con quello dei caccia di quarta generazione.

Attualmente per i velivoli del lot 10 della stessa versione il costo risulta essere di 94,6 milioni di dollari ad esemplare. Nei costi c’è anche da considerare un fattore non secondario: la produzione in “lotti” con differenti Block di software rende necessario l’aggiornamento delle macchine acquisite in prima istanza. Questa modifica delle prime versioni prodotte ha un costo stimato in 6 milioni di dollari ad esemplare secondo il report del Dipartimento della Difesa Usa.

Il costo complessivo per l’utilizzazione dell’intera flotta di F-35 durante tutto l’arco stimato di vita operativa ammonterebbe a poco più di mille miliardi di dollari, valore semplicemente insostenibile secondo il Dipartimeto della Difesa.

Questa cifra astronomica tiene però conto di variabili indipendenti dal controllo come il prezzo del carburante, l’inflazione e il costo del lavoro. Per cercare di ridurla, la Lockheed-Martin e la British Aerospace hanno lanciato un’iniziativa di riduzione dei costi operativi tagliando le spese di mantenimento e operazioni del 10% durante l’anno fiscale 2018 sino a tutto il 2022. Questa operazione permetterà di risparmiare almeno un miliardo di dollari in cinque anni. Recentemente, dopo che il 300esimo esemplare ha effettuato il roll out, il Dipartimento della Difesa ha annunciato che la produzione del velivolo passerà alla fase di larga scala dopo quella di Lrip (Low Rate Initial Production) e l’operazione inizierà ufficialmente nell’anno fiscale 2021.
I Paesi che partecipano al programma F-35

Sono otto i Paesi alleati degli Usa che partecipano al programma F-35: Regno Unito, Canada, Danimarca, Olanda, Norvegia, Italia, Turchia e Australia.

Il Regno Unito ha visto arrivare i primi 4 F-35B il 6 giugno del 2018. Sono i primi dei 148 esemplari che Londra intende acquistare.
Il Canada, sebbene abbia cancellato il proprio ordine per 65 velivoli, resta tutt’ora partner del programma F-35 mantenendo l’opzione per riconfermarne l’acquisto.
La Danimarca ha confermato il proprio ordine per 27 F-35A con l’opzione per altri tre.
L’Olanda ha già ricevuto i primi due velivoli dei 37 pianificati.
La Norvegia, oltre ad aver ricevuto i primi simulatori di volo, ha ricevuto i primi dieci velivoli sul totale di 52 che le spettano.
L’Italia in questo momento ha in carica dieci F-35 dei 90 che andranno a Marina e Aviazione.

Altri due Paesi, Israele e Singapore, sono membri collaterali del programma F-35, pur non contribuendo allo sviluppo vero e proprio. Altri Stati, come Giappone e Corea del Sud, hanno già effettuato ordini di acquisizione. In particolare il Giappone, che con l’Italia è sede di uno degli unici due impianti di produzione esterni agli Usa (Faco), prevede di schierare 42 velivoli mentre la Corea del Sud, 40 con un’opzione per ulteriori 20.

Il 24 febbraio del 2018 Tokyo ha annunciato di essere pronta ad avviare il primo schieramento operativo di F-35A sulla base di Misawa e entro la fine dello stesso anno i primi dieci esemplari dovrebbero ottenere la Ioc (Initial Operational capability) e comporre il primo stormo operativo del Sol Levante.

Seul , che ha presentato il suo primo F-35A il 28 marzo del 2018, prevede che i velivoli arriveranno nella base di Cheong Ju nel 2019.

Altri Paesi hanno dimostrato interesse per il Lightning II. Il Belgio ha bisogno di sostituire la sua linea di 34 F-16 e sembra interessato all’F-35 ma anche al F/A-18 Super Hornet; la Finlandia è nella stessa situazione per quanto riguarda la sua flotta di F-18 ma guarda anche alla Svezia per il Gripen; la Polonia sta considerando di sostituire i propri Su-22 e Mig-29 e sta già prendendo in carico 48 F-16 ma sembra anche essere interessata agli Eurofighter Typhoon e ai nostri M346; la Spagna vorrebbe sostituire la propria linea di F/A-18 con un velivolo a pilotaggio remoto ma potrebbe anche considerare l’F-35 per la propria portaerei; la Turchia, già membro del programma, potrebbe orientarsi su un caccia di produzione autoctona qualora il Congresso Usa dovesse bloccarne la vendita. Un’ipotesi, questa, dovuta alla recente crisi con Washington. Prima infatti Ankara aveva mostrato interesse anche per la versione B dell’F-35 per equipaggiare le future nuove unità da assalto anfibio. Recentemente anche la Germania ha mostrato interesse per l’F-35A spinta dalla necessità di sostituire i propri Tornado. Ipotesi però scartata per un fattore di costi e di valorizzazione dell’industria interna. Berlino sembra infatti orientata verso la costruzione di un nuovo caccia in consorzio con la Francia.

http://www.occhidellaguerra.it/programma-f-35/



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 19/08/2018, 19:39 
... Alla MARINA, Sì [;)]


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L’Italia è tra i partner principali del programma di sviluppo del cacciabombardiere di quinta generazione stealth F-35 Lightning II. In particolare il suo impegno rappresenta il secondo in ordine di importanza tra i partner stranieri – a pari merito con l’Olanda – subito dopo il Regno Unito e prima di Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca.

La partecipazione del nostro Paese al consorzio che ha portato alla genesi dell’F-35 è dettata principalmente da una necessità contingente delle nostre Forze armate: la sostituzione delle linee di velivoli di attacco al suolo composte da Tornado e Amx in forza all’Aeronautica militare oltre al rimpiazzo degli AV-8B Harrier II Plus operanti con la Marina militare.

Si parla di un totale di circa 250 velivoli suddivisi tra cento Tornado, di cui 52 saranno ancora operativi nel quinquennio 2020-2025 (anno in cui ne è previsto il pensionamento)132 Amx, di cui 60 saranno ancora in servizio nel 2020, ed infine 18 Harrier II.

Tutti questi aerei hanno accumulato, nel corso dei decenni, decine di migliaia di ore di volo, molte delle quali in missioni. Si ricorda, a titolo d’esempio, che il Tornado è sempre stato utilizzato in (quasi) tutte le operazioni dell’Aeronautica militare dalla Prima guerra del Golfo (1991) sino alla Libia (2011); anche l’Amx è stato impiegato attivamente in Bosnia e in Afghanistan, mentre il primo impiego dei nostri Harrier II della Marina militare risale ai tempi della Somalia (1993).

Questo, se da un lato ha permesso la fondamentale e importantissima esperienza sul campo con il miglioramento delle tattiche e della capacità che ne consegue, ha sicuramente accelerato l’usura delle macchine giunte, oltretutto, al limite della loro vita operativa non potendo più adeguarle agli ultimi standard richiesti.
Come nasce la storia degli F-35 italiani

Nel 1998 l’Italia firma l’accordo per lo sviluppo del fase preliminare della macchina che prevede la definizione di un dimostratore. Nel 2002, dopo l’approvazione della Commissione Difesa di Camera e Senato, il governo italiano conferma la partecipazione dell’Italia al programma di sviluppo dell’F-35.

Nel 2009, con la consapevolezza che la nostra linea di velivoli da attacco al suolo sarebbe diventata obsoleta entro un decennio, sempre la Commissione Difesa approva il programma di acquisizione formulato dal governo per 131 F-35 (69 F-35A e 62 B) al costo complessivo di 12,9 miliardi di euro.

Questo numero viene successivamente ridotto a 90 (60 F-35A e 30B di cui 15 per l’AM) dal governo Monti (2012) con una conseguente riduzione dei costi redatta nel Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa (Dpp) per il triennio 2013-2015. Andando nel dettaglio il preventivo ammontava a:

Un miliardo di dollari per la fase di Sviluppo e Dimostrazione dei Sistemi (Sdd).

900 milioni di dollari per la fase di Produzione, Sostentamento e Sviluppo succcessivo (Pfsd) da destinare sino al 2047

465 milioni di euro per attività preparatorie in ambito nazionale (adeguamento infrastrutture)

795,6 milioni di euro per la costruzione della Faco (Final Assembly and Check Out line) di Cameri (No)

10 miliardi di euro per la creazione della rete logistica di supporto e acquisto

Il roll out del primo esemplare di F-35, nella versione A e denominato Al-1, prodotto dal Faco di Cameri e destinato all’Italia è avvenuto a marzo del 2015, quattro anni dopo che l’aviazione americana ha accettato il suo primo F-35A della produzione in serie Lrip 1 (Low Rate Initial Production). Il primo F-35B denominato Bl-1, variante a decollo corto e atterraggio verticale (Stovl), destinato al nostro Paese è invece uscito dal complesso di produzione del novarese il 5 maggio del 2017.

I primi due esemplari di F-35A sono stati consegnati all’Aeronautica Militare a dicembre del 2016 mentre il primo esemplare di F-35B è stato consegnato alla Marina militare – dopo una lunga diatriba con l’Aeronautica militare – il 25 gennaio del 2018.

Il Bl-1 è il primo in assoluto di questa versione del Lightning II ad essere stato costruito al di fuori degli Stati Uniti. Il primo volo ufficiale è stato compiuto, sempre sull’aeroporto di Cameri, il 30 ottobre del 2017. Il velivolo poi, il 31 gennaio 2018, è volato nella base di Patuxent River (Maryland) per effettuare prove di compatibilità elettromagnetica durate tre mesi presso l’Integrated Battlespace Simulation amd Test Facility. Tappa obbligata, quella americana, per tutti i velivoli costruiti nelle varie Faco sparse per il mondo (Nagoya in Giappone e Fort Worth in Texas).

Il primo marzo del 2018 gli F-35A consegnati al 32esimo stormo di Amendola (Fg) sono entrati ufficialmente nel dispositivo di difesa aerea nazionale. Sostanzialmente l’Aeronautica Militare ha quindi annunciato il raggiungimento formale della Ioc (Initial Operational Capabilty – capacità operativa iniziale) e quindi i nostri Lightning II sono certificati in prontezza di allarme con uno Standard Conventional Load per la difesa aerea che comprende, al momento, solo quattro missili Aim-120C Amraam.

L’Italia ad agosto del 2018 ha in carico in totale 10 velivoli: nove F-35A e un solo F-35B. Della versione A solo cinque sono schierati in Italia, ad Amendola, mentre quattro sono di stanza nella base dell’Aeronautica americana di Luke (Arizona), hub internazionale per l’addestramento della flotta di Lightning II.

L’Italia, con scelta lungimirante viste le problematiche già emerse, ha deciso di acquisire il velivolo a partire dal Lrip 6 con in dotazione il software Block 3I che offre capacità sia aria-aria sia aria-suolo. I nostri F-35A possono infatti montare, oltre ai già citati Amraam, le bombe Gbu-21 Jdam e le Gbu-12 da 500 libbre Paveway II.

Entro la fine del 2018 tutti i velivoli saranno aggiornati col software Block 3F e quindi avranno raggiunto ufficialmente la capacità operativa iniziale potendo impiegare anche il cannone Gau-22/A da 25 millimetri e il missile aria-aria Aim-9X Sidewinder. Si prevede che la totale capacità operativa sarà raggiunta nel 2020 con l’adozione del software Block 4.

Gli F-35 italiani hanno avuto modo di volare con altri asset dell’AM. In più di una occasione ed in ambito di operazioni simulate, ha volato con Typhoon, Amx, G550 ed M346, ma il vero limite è rappresentato dal software di comunicazione dati avanzato (datalink) Madl. Infatti il velivolo non è in grado di utilizzare lo stesso linguaggio con i velivoli della generazione precedente e deve affidarsi ad altri sistemi come il Link 16 ed il Vms (Variable Message Format), fattore che ne limita di molto la capacità, unica, di svolgere il ruolo di “snodo” moltiplicatore delle informazioni raccolte sul campo di battaglia.

Da questo punto di vista l’Aeronautica militare, anche in forza del fatto che l’Italia è sede di un Faco, sta studiando la possibilità di come far dialogare in maniera silenziosa l’F-35 con gli altri velivoli di vecchia generazione e parallelamente si è attivata per fare in modo che questi ultimi possano ricevere (e comprendere) il linguaggio del software Madl montato sul Lightning II.

Il colonnello Davide Marzinotto, comandate del 32esimo stormo di Amendola, ha riferito a Rid in una recente intervista che “il reparto è pienamente autonomo e capace di gestire la manutenzione del velivolo, compreso il ripristino del rivestimento stealth qualora richiesto”.
La Faco di Cameri

La Final Assembly and Check Out line di Cameri ha un costo complessivo di 795,6 milioni di euro. I primi negoziati per la sua costruzione con la Lockheed-Martin ed il governo americano sono cominciati nel 2005 e la sua approvazione risale al 2009.

Costruita tra il 2011 ed il 2013 in un’area di 40,87 ettari presso la base dell’Aeronautica di Cameri in provincia di Novara, consiste in 22 edifici che ospitano 11 stazioni di assemblaggio e cinque di manutenzione, riparazione e aggiornamento per tutti i velivoli F-35 A e B ed è gestita dalla Alenia/Aermacchi, facente parte del gruppo Finmeccanica. La produzione degli F-35 a Cameri è cominciata a luglio del 2013.

Alla Faco di Cameri l’Alenia è stata scelta dalla Lockheed-Martin per la produzione delle ali dei velivoli e della sezione centrale di collegamento destinate non solo agli esemplari italiani, ma a tutti quelli degli altri Paesi utilizzatori. Secondo gli accordi iniziali dovevano essere prodotti 1215 set di ali, totale poi ridotto a 835 – come da contratto – dopo il taglio del numero di velivoli da acquistare deciso dal governo Monti, creando quindi una perdita in prospettiva per il gruppo italiano. Il complesso di Cameri è in grado di produrre 66 ali all’anno con la possibilità di passare a 72.

Il Pentagono ha deciso a dicembre del 2014 di far convergere su Cameri tutte le attività di supporto relative alla parte strutturale degli F-35 schierati nell’area euromediterranea diventado così a tutti gli effetti un centro Mro&U (Maintenance Repair Overhaul and Upgrade). Questa capacità deve essere raggiunta entro il 2018 e, per questa esigenza, il governo italiano ha stanziato un ulteriore finanziamento di 63,3 milioni di euro ripartiti su due annu (2017 e 18).

Si calcola che a fronte di questo magro investimento il ritorno per l’industria italiana potrebbe ammontare a circa 14 miliardi di dollari fino al completamento della produzione.
Il problema dei costi e la Corte dei Conti

Per i 90 F-35 complessivi italiani si stima che il costo operativo e di supporto ammonterebbe a circa 40 miliardi di euro. A causa della revisione dei conti del governo Monti l’impegno italiano nel programma, che ammontava a 17,3 miliardi di dollari, subì un taglio di 5,4 miliardi.

Per dare un’idea dei costi in dettaglio, oltre a quello unitario di un singolo velivolo, al 2016 questi erano così suddivisi:

8,6 milioni di euro per la partecipazione alla fase di dimostrazione concettuale.

819,6 milioni per la fase Sdd.

2533 milioni per la produzione.

818,9 milioni per il Faco di Cameri.

159,3 milioni per l’adeguamento delle infrastrutture nazionali (Amendola e Grottaglie).

A fronte di questi costi il governo nel 2017 ha recepito l’invito della Camera dei deputati supportato dalla Corte dei Conti per “rendere il programma finanziariamente più sostenibile attraverso una riduzione dei costi nel breve-medio periodo e una maggiore efficienza della spesa nel medio e lungo termine”.

All’atto pratico questo ha portato ad un’ulteriore dilazione del profilo di acquisizione dei primi velivoli che è stato portato a otto (a fronte dei 10 inizialmente previsti) entro il 2017 e a 22, di cui 17 F-35A e 5 F-35B, entro il 2021 (a fronte dei 29 previsti). In questo modo nell’arco temporale che va dal 2016 al 2019 il risparmio, solo temporaneo, per lo Stato, è valutabile in circa un miliardo di euro, ma nel lungo periodo, salvo ulteriori ed impensabili tagli al numero di velivoli acquistati, non ci sarà ulteriore risparmio.

Il calendario delle consegne, in dettaglio, entro il 2020 è il seguente: un velivolo del lot 10 per l’Aeronautica ed uno per la Marina, due del lot 11 per l’Aeronautica militare ed uno per la Marina militare e altrettanti per il lot 12, nel lot 13 i velivoli per l’Aeronautica militare saranno ancora due ma tre quelli per la Marina militare, mentre per il lot 14 all’Aeronautica ne andranno quattro mentre alla Marina cinque.
Il problema del software Alis

Alis, acronimo di Autonomic Logistic Information System, è un software che gestisce, tra l’altro, tutte le informazioni raccolte dall’F-35 durante una missione ed è alla base della gestione altamente computerizzata del sistema di supporto logistico del velivolo.

Il problema principale è che tutti gli “utenti” sono collegati attraverso Alis alla sede centrale di Fort Worth (Texas) dove affluiscono tutti i dati raccolti dagli F-35. Questo implica un evidente problema di sicurezza, in quanto una nazione, come l’Italia ad esempio, ha la necessità di tenere segrete certe informazioni raccolte per questioni di sicurezza nazionale.

L’Italia sembra aver risolto questo problema attraverso l’introduzione di un “filtro” mediante un dispositivo hardware/software di fabbricazione italiana e posto sotto l’esclusivo controllo di Roma che consente di bloccare automaticamente dati e messaggi di cui si vuole evitare la trasmissione oltre Atlantico.

Secondariamente i dati raccolti riguardanti la creazione di programmi di missione, chiamati Mission Data Files, verranno trattati in modo parallelo e separato da personale italiano in un laboratorio in via di costruzione presso la base di Eglin (Florida) in un’area riservata esclusivamente al personale italiano.

Per quanto riguarda il ben noto problema dei codici sorgente del software che potrebbero impedire l’integrazione di altri sistemi d’arma rispetto a quelli preventivati, fattore non da poco per la nostra industria che produce missili come lo Stormshadow o il Meteor, l’Aeronautica Militare riferisce che la Difesa italiana dispone di chiavi sufficienti per la gestione autonoma della flotta.

http://www.occhidellaguerra.it/f-35-italiani/



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 11/10/2018, 19:11 
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/1 ... a/4686655/

F35, dal Pentagono stop temporaneo a operazioni di volo. Ispezioni straordinarie anche in Gran Bretagna

Le verifiche in atto riguardano eventuali difetti alle pompe del carburante che sembrano essere all’origine dell’incidente del 18 settembre scorso negli Stati Uniti. In Italia scontro tra Pd e governo. La ministra Trenta: "Sorprendente che esponenti del Partito democratico sventolino in giro e sul web dichiarazioni in cui affermano che il M5s sta comprando nuovi cacciabombardieri. Sapete perché? Perché i lotti 13 e 14 sono stati impegnati proprio dal Partito democratico"



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 11/10/2018, 20:16 
mik.300 ha scritto:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/11/f35-dal-pentagono-stop-temporaneo-a-operazioni-di-volo-ispezioni-straordinarie-anche-in-gran-bretagna/4686655/

F35, dal Pentagono stop temporaneo a operazioni di volo. Ispezioni straordinarie anche in Gran Bretagna

Le verifiche in atto riguardano eventuali difetti alle pompe del carburante che sembrano essere all’origine dell’incidente del 18 settembre scorso negli Stati Uniti. In Italia scontro tra Pd e governo. La ministra Trenta: "Sorprendente che esponenti del Partito democratico sventolino in giro e sul web dichiarazioni in cui affermano che il M5s sta comprando nuovi cacciabombardieri. Sapete perché? Perché i lotti 13 e 14 sono stati impegnati proprio dal Partito democratico"


Certo che la loro vigliaccheria non ha limiti. [:296]


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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 13/10/2018, 12:16 
Tutta la verità sugli F35


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di Elisabetta Trenta, Ministro della Difesa
¯
Buongiorno a tutti, in questi giorni leggo presunti articoli o blog che ci accusano di aver proceduto all'acquisto di nuovi F35. Sono falsità! E queste falsità c'è chi le dispensa per propria ignoranza (non li biasimo dopo tutto, non è una colpa, ma li invito a leggere e a studiare i documenti) o per manifesta malafede.

Soffermiamoci però sulla malafede, che è più grave: è sorprendente che esponenti del Partito Democratico sventolino in giro e sul web dichiarazioni in cui affermano che il MoVimento 5 Stelle sta comprando nuovi cacciabombardieri. Sapete perché? Perché i lotti 13 e 14 sono stati impegnati proprio dal Partito Democratico! E sapete quando lo hanno fatto? A tre mesi dalle elezioni, pur sapendo che non le avrebbero mai vinte.

Questa è la verità, parlano le carte (eccole). Ora, io sto lavorando - con grande senso di responsabilità anche verso l'indotto occupazionale e il comparto delle imprese italiane coinvolte nel progetto - per cercare di mettere ordine nel caos che ci hanno lasciato.

Ma è questo il punto: io lavoro, loro vaneggiano. Passiamo la mano e andiamo avanti.
Presto vi dirò la soluzione che abbiamo individuato e lo farò nel modo più trasparente possibile. Anche perché, sia molto chiaro, io non ho nulla da nascondere. Se c'è qualcuno che ha qualcosa da nascondere, oggi, siede tra i banchi dell'opposizione. Viva le Forze Armate! Viva l’Italia!
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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 14/02/2019, 13:13 
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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 14/02/2019, 13:50 
F-35B, prima missione di addestramento in modalità "Bestia"

In modalità Bestia d'attacco al suolo, l'F-35 può trasportare sei GBU-31, due AIM-120 AMRAAM e due AIM-9X Sidewinder


Per la prima volta un F-35B ha svolto una missione di addestramento in modalità Bestia. Il Lightning II del Medium Marine Tiltrotor Squadron 262 del 31° Marine Expeditionary Unit, è decollato dalla nave d'assalto anfibia USS Wasp (LHD 1) per una missione di addestramento che si è svolta nei mari delle Filippine e della Cina orientale.
F-35B: Modalità Bestia, ma quale?

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Bisogna fare attenzione ai sistemi d’arma trasportati dall’F-35B delle Flying Tigers del Corpo dei Marines.

E’ certamente una configurazione d’attacco al suolo con bombe a guida laser GBU-12, ma diversa da quella prospettata teoricamente da Lockheed Martin con le GBU-31 in load-out ottimizzato. L’F-35B è stato configurato con due missili AIM-9X sui piloni esterni e quattro bombe a guida laser GBU-12 da 230 kg. Ignoriamo la configurazione interna. Nel comunicato ufficiale diramato dal Corpo dei Marine si legge che “durante le missioni di addestramento che si sono svolte tra il 26 gennaio e il 6 febbraio scorso, le piattaforme di quinta generazione sono state configurate con missili CATM-9X (acronimo per Captive Air Training Missile), bombe inerti GBU-12 Paveway II e GBU-32.
F-35: Beast Mode

Il 29 dicembre dello scorso anno, Lockheed Martin svelò sul proprio sito istituzionale il massimo carico comparativo di un F-35 in configurazione stealth (a bassa osservabilità) e Beast (load-out ottimizzato). In configurazione aria-aria, l’F-35 trasporterebbe internamente quattro missili a medio raggio AIM-120 AMRAAM. In configurazione d’attacco al suolo, l’F-35 sarebbe armato con due AIM-120 e due GBU-31. In entrambi i casi si tratta del carico interno per missioni standard. Se quello stesso F-35 fosse configurato in Beast Mode aria-aria, la piattaforma della Lockheed potrebbe essere equipaggiata con 14 missili AMRAAM e due Sidewinder. Il carico utile si trasformerebbe in sei GBU-31, due AIM-120 AMRAAM e due AIM-9X Sidewinder nella configurazione Beast Mode d’attacco al suolo.

“Le minacce in evoluzione rendono la superiorità aerea più importante che mai. E solo l'F-35 può fornire agli Stati Uniti e alle forze alleate di tutto il mondo la forza necessaria per sconfiggere le minacce mantenendo una consapevolezza situazionale ineguagliata. In modalità stealth, l'F-35 può infiltrarsi nel territorio nemico trasportando internamente il suo carico utile di 2,600 kg. Stabilito il dominio aereo l'F-35, configurato in modalità beast con una capacità combinata interna ed esterna di oltre diecimila kg, ritornerà in battaglia per finire il combattimento”.
F-35: Perché la configurazione Beast?

Il caccia universale

Il concetto di caccia universale è stato un totale fallimento per il Pentagono. Il programma Joint Strike Fighter semplicemente non ha funzionato nel modo in cui i militari avevano sperato con sogno di un caccia universale rimasto tale. Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna ritornare agli esordi del programma JSF. Tra le direttive del Pentagono, oltre alle specifiche tipiche di un caccia tattico a bassa osservabilità, una linea principale di volo formata da tre versioni dello stesso caccia che avrebbero dovuto condividere il 70% delle parti in comune. Il programma Joint Strike Fighter, quindi, nasceva con l’obiettivo di sostituire le otto principali famiglie di piattaforme in servizio con gli Stati Uniti con tre varianti dell’F-35: la versione A per l’Air Force, la B con un sistema propulsivo diverso per il Corpo dei Marine e la C ottimizzata per l’US Navy. La speranza del Pentagono era quella di avere una sola piattaforme in grado di sostituire F-15 e F-16 nel dogfight. In grado di eccellere nel ruolo CAS in sostituzione dell’A-10 e che fosse in grado di rilevare l’intera flotta Hornet. A supporto dei Marine, l’F-35 avrebbe rimpiazzato l’Harrier. L’innegabile vantaggio economico di una sola piattaforma avrebbe incrementato l'efficienza nella produzione e formazione, risparmiando centinaia di miliardi di dollari. Il Pentagono, se avesse avuto quella piattaforma polivalente, avrebbe stornato le somme risparmiate negli altri programmi della Difesa. Un caccia per certi versi modulare, in grado di essere modificato in tempi relativamente brevi, forte di quel 70% dei sistemi in comune tra le tre versioni dello stesso caccia. Quel 70% di parti in comune tra le tre varianti, si rivelerà impossibile da raggiungere. Oggi, grazie anche alle continue specifiche che ogni ramo delle forze armate ha preteso nella propria variante, le versioni A, B e C dell’F-35 sono per lo più incompatibili tra di loro. Le tre versioni hanno soltanto il 20/25% delle parti in comune. La natura concettuale dello Joint Strike Fighter non ha funzionato nel modo in cui i militari speravano, con la nascita di una piattaforma universale. La cosa principale che le tre versioni hanno in comune è la designazione F-35. Per il resto, anche il disegno inizia a differenziarsi a seconda delle versioni. La sesta generazione non avrà alcuna sovrapposizione tra Marina ed Aeronautica: saranno aerei profondamente diversi.

F-35: il problema concettuale

L'F-35 è ancora un sistema d'arma in divenire viziato da un problema concettuale. Basti pensare che in un documento ufficiale a firma del tester del Pentagono rilasciato parzialmente poche settimane fa si rileva che “la vita media degli F-35B acquistati dai Marine è di circa 2100 ore sulle ottomila previste. Ciò significa che il ciclo vitale delle cellule raggiungerà il limite nel 2026”.

L’F-35 è stato pensato per essere utilizzato dai tre rami principali delle forze armate Usa, ognuna delle quali aveva precise richieste. Come risultato, l'aereo è stato progettato per essere un bombardiere, una piattaforma tattica e per il supporto alla fanteria. Dobbiamo pensare all’F-35 come parte di un'architettura complessa composta da diverse piattaforme. L’F-35 dovrebbe conferire innegabili vantaggi in un determinato contesto operativo grazie alla sua bassa osservabilità, capacità dei sensori di bordo ed integrazioni delle informazioni con altre piattaforme.

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Fattori che conferiscono all'F-35 un enorme vantaggio rispetto ai velivoli che andrà a sostituire. Non è un caccia puro e non lo sarà mai. Non possiede la quota né la velocità dell’F-22, ma dovrebbe essere in grado di eliminare i nemici oltre il raggio visivo sfruttando la sua bassa osservabilità e l’avionica (anch’essa in divenire). I velivoli di quinta generazione come l’F-22 e l’F-35 non sono caccia puri, non sono dei veri fighter. Sono velivoli ottimizzati per diversi regimi di minacce ed in grado di compiere svariate missioni. Proprio il velivolo specifico non esiste più. Esiste, invece, la piattaforma aerea multiruolo che può svolgere una miriade di missioni egregiamente, probabilmente non eccellendo in nessun ruolo. L’F-35 non è stato progettato per il dogfighting ne per duellare nell’uno contro uno. E’ stato pensato per eliminare il nemico a distanza.

L'F-35, vettore tecnologico di prima fascia che per natura concettuale non potrà essere una piattaforma missilistica da battaglia per il dominio aereo integrato, è concepito come il fulcro del vero arsenale volante nella tattica aerea del futuro.
Il branco F-35

Il nove agosto scorso un F-35A della Royal Netherlands Air Force in configurazione Bestia d'attacco al suolo, è stato immortalato sulle montagne della Sierra Nevada dal famoso fotografo olandese Frank Crebas. Il Lightning II del 323 Test & Evaluation Squadron, decollato dalla base di Edwards, trasportava esternamente quattro bombe a guida laser GBU-12 da 500 libbre e due Sidewinders AIM-9X. Il filmato, pubblicato sul canale Youtube di Crebas e sul suo profilo Facebook (May I introduce to you: the DUTCH F-35A Lightning II in BEAST MODE), mostra la piattaforma tattica di quinta generazione della Lockheed Martin che manovra nel Rainbow Canyon, noto anche come Star Wars Canyon, in California.

Pubblicamente la configurazione Beast aria-aria pari a sedici missili non è mai stata testata sull’F-35A. Parliamo quindi di un carico teorico, anche se ignoriamo possa essere compatibile con le versioni dello JSF a decollo corto ed atterraggio verticale e per l'uso su portaerei convenzionali dotate di catapulte (Lockheed non lo dice). Nella strategia di sviluppo del programma JSF, il Beast mode aria-aria non risulterebbe nella timeline software. Hardware e specifiche risorse per tale configurazione sembrerebbero non esistere. Si tratta quindi una configurazione teorica che potrebbe essere inclusa nei futuri Block. Dobbiamo quindi tentare di capire la reale valenza del grafico della Lockheed Martin. Possiamo disquisire all'infinito sul problema concettuale dell'F-35, ma l'obiettivo del grafico è la prospettiva teorica. Sui nuovi asset si plasmano le future tattiche e quell'arsenale volante di quinta generazione stuzzica non poco. Soffermiamoci sul testo a corredo oltre alla evidente questione marketing: Perché proprio quella configurazione aria-aria? Si parla di "dominio aereo" e non di "superiorità aerea". Sono due cose diverse. Il dominio aereo è un termine coniato e valido solo per l'F-22, primo caccia operativo di quinta generazione. Riferendosi al dominio, Lockheed potrebbe suggerire una modalità arsenale volante aria-aria con formazioni F-22/F-35. In realtà quando parliamo di arsenale, dobbiamo pensare anche agli UCAV in quel ruolo. Potrebbe essere un messaggio della Lockheed rivolto ai sostenitori (in patria ed all’estero) delle piattaforme di quarta generazione profondamente legati alla loro affidabilità e carico utile. Un tentativo, quindi, di vendere l'F-35 non solo come vettore tecnologico di prima fascia, ma come piattaforma missilistica da battaglia per il dominio aereo integrato, un messaggio rivolto a quegli alleati che non dispongono di un caccia di ultima generazione. Lockheed, rispondendo all’agguerrita concorrenza dell'F-15X Storm Eagle della Boeing, promuove l’F-35 come il vero arsenale volante nella tattica aerea del futuro.

Il Beast Mode è senza dubbio una affascinante idea concettuale: F-35 in configurazione stealth collegati con le Bestie, non furtive, nelle retrovie per imporre il dominio aereo in un contesto di ultima generazione. Innovative e suggestive tattiche cooperative per i primi branchi di quinta generazione. In base alle informazioni pubbliche, l'F-35 potrebbe teoricamente trasportare sedici missili aria-aria. Si tratta di una possibilità, non di una capacità attuale.
L’F-35 nella guerra del futuro: Next Generation Jammer

Qualora scoppiasse un conflitto su larga scala contro un paese militarmente moderno (Cina o Russia), il Pentagono esclude da ogni pianificazione tattica di prima linea tutte le piattaforme aeree di quarta generazione. F-15 ed F-16 quindi, anche nelle loro versioni più performanti, non parteciperebbero alle prime fasi del conflitto e non prima di aver annullato la rete di difesa nemica S300/S400. Le capacità di disturbo elettronico del nemico sono tali da annullare le piattaforme antecedenti la quinta generazione. Il Pentagono si affiderebbe a quattro sistemi: F-22 per la superiorità aerea, F-35 per l’aspetto tattico ed i bombardieri B-2 e B-21. Per il Pentagono soltanto queste quattro piattaforme potrebbero sopravvivere in un ambiente ad alta densità e sfuggire ai missili terra-aria nemici di ultima generazione. In una ipotetica guerra contro la Cina, il Pentagono schiererebbe la sua componente aerea in piccole unità, in tutto il Pacifico. Gli Stati Uniti stimano la perdita degli hub regionali già nelle primissime fasi del conflitto. Grazie alla tecnologia integrata, le piattaforme di quinta generazione dovrebbero essere in grado di operare impunemente senza alcun tipo di supporto a terra. F-15 e F-16 resteranno sempre nelle retrovie come moltiplicatori di forze. Da rilevare che per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, ritenendo la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro.

Air Superiority 2030 Flight Plan

Il cinque giugno del 2016 l’USAF ha pubblicato la nuova strategia ufficiale per i prossimi 15 anni. Nelle linee guida per garantire la superiorità aerea e contrastare le minacce reali che si prospettano fino al 2030, il Pentagono non prevede la realizzazione di un nuovo caccia. L’Air Force ha un piano per sostituire i suoi caccia tradizionali, ma siamo ancora nelle fasi esplorative, mentre le specifiche del caccia di sesta generazione sono ancora sulla carta, sebbene alcuni prototipi si stiano già testando. La flotta combattente degli Stati Uniti si baserà sulle attuali piattaforme aggiornate ed implementate da un crescente numero di F-35 e bombardieri B-21. Quello che l’Air Force identifica come “family of capabilities” include una serie di capacità integrate tra diverse piattaforme esistenti. Il Pentagono, almeno fino al 2030, prevede una forza aerea combattente di prima linea di attacco formata da caccia da dominio aereo F-22, supportati dagli F-15 Storm Eagle in ruolo di arsenale volante.

L’arsenale volante

Uno dei principali limiti della configurazione a bassa osservabilità è determinato dal carico interno delle piattaforme di ultima generazione. La capacità di trasportare internamente i sistemi d’arma è prerogativa essenziale per un profilo stealth pulito. Il problema è che l’F-22 trasporta soltanto sei missili BVR, l’F-35 soltanto quattro. La soluzione prospettata dell’Air Force è l’arsenale volante che si basa su una piattaforma, inizialmente sarà il B-52, in grado di trasportare dalle retrovie decine di missili e bombe di precisione. Un’idea che l’Air Force ha preso in prestito dalla Marina, che ha convertito quattro sottomarini balistici classe Ohio per il trasporto di154 missili da crociera Tomahawk al posto dei 24 Trident. Appare evidente quanto l’Air Force faccia affidamento sulle piattaforme di quinta generazione, ma sembra più un esercizio dialettico che un reale piano operativo. Numeri alla mano, il Pentagono non può di certo sperare di presidiare le aree sensibili del pianeta e riuscire, allo stesso tempo, a vincere una guerra con la Cina o la Russia con soli 60/70 Raptor (123 convertiti al combattimento, ma bisogna considerare gli altri teatri ed i caccia in manutenzione). Da rilevare che per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, ritenendo la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro. Nella nuova dottrina, al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con l’arsenale volante, trasferirebbe le informazioni di targeting. L’Air Force spinge per avere in linea delle forze da combattimento integrate in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Le piattaforme stealth che non avrebbero più la necessità di sporcare il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie. La capacità interna di un F-35, con tutte la buone intenzioni che si possano avere e provare per lo JSF, non è da caccia puro da superiorità aerea come l’F22. L’Arsenale volante rappresenta l’ennesimo mutamento negli indirizzi strategici per sopperire al divario numerico tra le piattaforme statunitensi e quelle nemiche.
Gli F-35 del Corpo dei Marine

Gli Stati Uniti dovrebbero acquistare complessivamente 1763 F-35A per l’Air Force, 353 F-35B e 67 F-35C per il Corpo dei Marine e 260 F-35C per la US Navy. I costi di sviluppo, acquisizione e produzione sono ora stabilizzati a 406 miliardi di dollari. L’F-35 del 1994 sarebbe dovuto costare 28 milioni di dollari per l’Air Force, 35 milioni di dollari per il Corpo dei Marine e 38 milioni di dollari per la Marina. L’attuale costo unitario della piattaforma F-35B si attesta sui 122 milioni ed 800 mila dollari, il 33 % in dell'F-35A. La variante Short Take Off and Vertical Landing dello Joint Strike Fighter è stata progettata per conquistare l’attenzione ed i contratti dei governi che dispongono di portaerei di dimensioni ridotte. Ad oggi, la variante STOVL è stata acquistata da tre paesi: Italia, che ha formalizzato l’acquisto di trenta F-35B, Inghilterra con 138 unità e dal Corpo dei Marine con 353 piattaforme di quinta generazione.

Il Corpo dei Marine è stato il primo ad aver raggiunto nel luglio del 2015 la Capacità Operativa Iniziale con l’F-35B con prima rotazione avvenuta nel 2017 in Giappone. L'Air Force ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale con l’F-35A nel 2016. La US Navy, infine, dovrebbe dichiarare tale capacità per l’F-35C nel febbraio del prossimo anno.

Il Marine Fighter Squadron 121 ha ricevuto il suo primo F-35B nel novembre del 2012, tre anni prima che venisse certificata la Capacità Operativa Iniziale avvenuta il 31 luglio del 2015. Il Gruppo 1 del Corpo dei Marine ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale con il blocco software 2B. Il 2B conferisce Close Air Support basilare con la possibilità di lanciare AMRAAM (Advanced Medium Range Air to Air Missile), JDAM (Joint Direct Attack Munition) e GBU-12 (laser-guided aerial bomb). Gli F-35B sostituiranno gradualmente gli F-18 Hornet e gli AV-8B Harrier in servizio con i Marine e cambieranno radicalmente i requisiti C5I. Sedici piattaforme F-35B con Capacità Operativa Iniziale del Marine Fighter Squadron 121 sono state schierate nel gennaio del 2017 presso la MCAS Iwakuni, in Giappone ed integrate nel Forward Deployed Naval Forces operativo nella regione. Lo scorso marzo sei F-35B dei Marine sono stati schierati a bordo della nave d'assalto anfibio USS Wasp (LHD-1). Lo scorso luglio, infine, altri sei F-35B del VMFA-211 sono stati trasferiti a bordo della USS Essex per una missione di addestramento tra il Corno d’Africa ed il Medio Oriente.

Mini-Carrier Strike Group

Il primo Expeditionary Strike Group con componente di volo formata dagli F-35B, sarà formata da tre cacciatorpediniere missilistiche e da un sottomarino d’attacco. Nelle intenzioni, il Corpo dei Marine vorrebbe dare vita al concetto dei Mini-Carrier Strike Group basati sulle portaerei d'assalto anfibio classe America. Il nuovo concetto tattico rielabora il ruolo delle unità di superficie per minacciare le navi nemiche e gli obiettivi terrestri da diverse angolazioni. I Mini-Carrier Strike Group, che potranno essere implementati con altre unità, costringeranno l'avversario a destinare loro enormi risorse, come i sottomarini e gli aerei. L'F-35B diventerà quindi il pilastro per le missioni di proiezione dei Marine.
La prima missione di combattimento dell'F-35 dei Marine

Il 28 settembre scorso l’F-35B è stato utilizzato per la prima volta in una missione di combattimento in Afghanistan. Nella nota ufficiale del Pentagono si parla di un “obiettivo fisso dei talebani”. I Marine potrebbero aver lanciato GBU-32 JDAM a guida GPS o GBU-12 Paveway II a guida laser. Tuttavia sappiamo che proprio gli F-35B del Marine Fighter Squadron 211 sono stati equipaggiati con il cannone GAU-22 a quattro canne rotanti da 25 mm alloggiato nel gun pod a bassa osservabilità. Il sistema d'arma è in grado di sparare 3,300 colpi al minuto con un’autonomia di 220 colpi (versioni B e C, 180 per la versione A). Questo equivale a circa 50 colpi al secondo o metà del rateo di fuoco del cannone M61 Vulcan da 20 mm installato su tutti gli altri caccia americani. Nonostante sia stato concepito per la bassa osservabilità, il gun pod aumenta la firma radar dell'F-35B e dell'F-35C. Soltanto nell'F-35A il cannone GAU-22 da 25 mm è installato internamente. Il gun pod è concepito per essere installato in ambienti permissivi: rappresenta un'opzione con minacce medio-basse. L'opzione Multi Mission Pod, infine, consentirà alle varianti B e C dell'F-35 di trasportare ulteriori sensori per la comunicazione, la guerra elettronica e sistemi difensivi.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/f-3 ... 45184.html



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 14/02/2019, 14:15 
Davvero "potente", l'unico inconveniente è il pilota, sensibile a certi nuovi antiparassitari.



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 Oggetto del messaggio: Re: F35 Aereo da caccia multiruolo
MessaggioInviato: 14/02/2019, 16:51 
Ci metteremo TE



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