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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 19/03/2016, 16:59 
Come funziona la macchina dell’economia

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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 31/03/2016, 12:33 
Cita:
UK, acciaio in crisi: Tata se ne va. Governo pensa a nazionalizzazione


Tata Steel UK è alla ricerca di un compratore privato dopo che la società indiana controllante ne ha annunciato ieri la vendita. Sono 15mila i posti di lavoro attualmente a rischio, insieme al futuro dell’industria dell’acciaio britannica. Così la Tata ha giustificato la sua decisione:

Le condizioni commerciali nel Regno Unito e in Europa si sono rapidamente deteriorate in tempi recenti, a causa di fattori strutturali fra cui l’eccesso di offerta globale di acciaio, il significativo aumento delle esportazioni di paesi terzi in Europa, gli elevati costi della manifattura, la persistente debolezza nella domanda domestica di acciaio e una divisa volatile.

A questo punto gli occhi sono puntati sul governo e sulle ipotesi d’intervento pubblico a sostegno del settore. Nessuna scelta appare priva di controindicazioni.

Una potrebbe essere quella di facilitare la vendita a un soggetto privato, attraverso un temporaneo acquisto da parte dello stato. La soluzione preferita dai sindacati sarebbe, invece, quella di una nazionalizzazione vera e propria, anche se ciò andrebbe contro l’orientamento politico conservatore del premier David Cameron, con il rischio di violazioni delle norme europee sulla concorrenza. Altra opzione è quella di una nazionalizzazione parziale, mirata alla copertura delle perdite attuali, ma anche in questo caso resta in piedi l’incognita di Bruxelles. Infine resta lo scenario del disimpegno: lasciar fallire l’industria siderurgica, arrivando alla conclusione che, semplicemente, non è più remunerativa; le conseguenze politiche e sociali, però, sono facili da immaginare.
Nel dibattito è intervenuto anche il leader dell’opposizione, il laburista Jeremy Corbyn, che ha richiamato alla difesa dell’industria al cuore della manifattura britannica: “E’ vitale che il governo intervenga per mantenere la produzione di acciaio a Port Talbot, sia per la forza lavoro sia per l’economia in senso lato, se necessario acquisendo quote pubbliche nell’industria”.
La Tata, inoltre, ha confermato che sono in atto delle trattative con lo stato per raggiungere un supporto pubblico compatibile con le regole europee.



http://www.wallstreetitalia.com/uk-acci ... -proteste/


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 07/04/2016, 12:27 
Cita:
Spagna, quando essere giovani è una disgrazia
A tre anni dalla Reforma Laboral di Rajoy, crescono i posti di lavoro e sale il Pil. Ma i giovani spagnoli sono precari, poveri e a rischio esclusione sociale come mai prima d'ora



Su Green Lanes, nel nord di Londra, è un pullulare di agenzie immobiliari. Affittano stanze dentro le case vittoriane della zona. Ciascuna agenzia si è corredata di almeno un agente spagnolo. José, Joseph, Carlos. Giovani arrivati solo qualche mese o anno prima dei concittadini che accompagnano tra gli appartamenti. La vulgata comune che circola in Europa racconta di una Spagna uscita dalla crisi economica. In effetti, dopo aver toccato punte del 55,5% nel 2013, la disoccupazione giovanile (15-24 anni) è scesa nel 2015 al 48,3 per cento (dati Eurostat). Nell'ultimo anno, la percentuale di dei 30-34enni senza lavoro è diminuita di 1,7 punti percentuali (da 25,8 di inizio 2014 a 24,1 di inizio 2015, dati Observatorio de Emancipation). Intanto, il Pil spagnolo è cresciuto negli ultimi tre mesi del 2015 dello 0,8%. E segna più 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Emigrano 9,3 persone ogni 1000 tra i 30 e i 34 anni

Eppure, l’emorragia di giovani non si è fermata. Secondo l’Observatorio de Emancipaciòn, durante il 2014 si sono trasferita all'estero il 15,7% di giovani in più rispetto all'anno precedente. Ad emigrare, sono soprattutto i trentenni. Se ne vanno dal paese 5,4 persone ogni mille tra i 25 e i 29 anni, e 9,3 persone ogni 1000 tra i 30 e i 34 anni. Perché accade ancora?

«Con questo contratto sono in prova per sei mesi e possono licenziarmi quando vogliono. Mi pagano 400 euro al mese e lavoro anche fino alle 2 di mattina».
Manuel, 28 anni, avvocato.

Manuel de la Fuente, 28 anni, di Madrid, spiega la sua situazione in un lungo messaggio su Facebook. Tentare di organizzare con lui un'intervista su Skype è pressoché impossibile. Sa quando inizia a lavorare al mattino, ma non quando rientra la sera, spiega. Lavora in uno studio legale con un «contrato de praticas», uno dei nuovi introdotti dalla Reforma Laboral del 2012. Ha un master in Legge, parla correntemente tre lingue e ha già completato il periodo di pratica in uno studio legale. «Il mio contratto prevede esattamente lo stesso numero di ore di un avvocato con contratto indefinito ma io guadagno 400 euro al mese. E non è tutto. Quando ho iniziato a lavorare il mio datore mi ha informato che molto probabilmente sarei dovuto restare in studio anche fino a mezzanotte, a volte fino alle due del mattino. E non ho potuto dire nulla. Con questo contratto non hai nessuna possibilità di lamentarti perché per i primi sei mesi sei “sotto osservazione” e in prova. Possono licenziarti quando vogliono, e per questo sanno che ti farai andare bene ogni cosa. Possono tenerti a lavorare con un contrato de praticas fino a un anno, con uno stipendio da fame. A volte pagano anche solo 300 euro al mese. Molti dei miei coetanei se ne sono andati dalla Spagna proprio per questo. Hanno deciso di non sprecare le loro vite lavorando per pochi euro e vedere i loro datori arricchirsi». Il contratto in questione, in realtà, prevede che lo stipendio sia almeno il 60% del minimo previsto per un professionista con lo stesso titolo assunto con un regolare contrato indefinido. «Io ho firmato un contratto con scritto nero su bianco che avrei preso 400 euro. Che non è di sicuro il 60% del minimo dovuto a un avvocato. Ma nessuno controlla, ovviamente».

Il rischio poi, è che al termine del contrato de praticas (per legge non può durare più di due anni) si venga semplicemente sostituiti da un'altra persona, anziché integrati. «È successo a un mio amico, racconta Manuel. Dopo sei mesi lo hanno sostituito con un nuovo ragazzo dicendo che non avevano abbastanza soldi per assumerlo». La cosa paradossale, nota lo stesso de la Fuente, è che a firmare il suo contratto illegale è un avvocato, un "dottore della legge".

Come accade in Italia, persone come Manuel sono costrette a dipendere dai propri genitori. Una situazione che alimenta un circolo vizioso: «Con il mio stipendio riesco a pagare solo l'affitto. Ma per tutto il resto ricevo soldi dai miei genitori, spiega Manuel. E loro non possono andare in pensione perché hanno ancora due figli senza un vero lavoro».

Temporalità, tempo parziale e sovra-qualificazione
La Reforma Laboral introdotta dal governo Rajoy nel 2012 ha aumentato sì il numero di posti di impiego. Ma ne ha ridotto di molto qualità e durata. Secondo l'Observatorio de Emancipacion, a inizio 2015 più della metà dei lavoratori con meno di 30 anni (il 51,7%) lavora con un contratto temporale, di cui il 44,3% ha una durata inferiore a un anno. Un fenomeno che nel corso del 2014 è cresciuto del 5,4%. Se si restringe la fascia di età ai 16-24 anni, si scopre che i contratti temporali interessano il 67,5% dei lavoratori. Nel primo trimestre del 2015, ancora, il 91,7% dei nuovi contratti firmati a persone tra i 16 e i 29 anno sono stati di carattere temporale.

I contratti temporali interessano il 67,5% dei lavoratori tra i 16 e i 25 anni

Temporalità significa in soldoni che quattro persone su dieci sotto i trenta anni lavorano per l'attuale azienda da meno di un anno (la variazione annuale di questo dato è del +11%). Tra i 30 e i 34 anni, sono due su dieci (variazione annuale +6,7%). Secondo Avalot, il ramo giovanile del sindacato UGT, operante solo in Catalogna, il tipo di contrattazione più popolare tra i giovani catalani è proprio quella temporale. E circa il 40% di questi contratti ha durata inferiore o uguale a un mese (come pubblicato nel rapporto Despres de la Refoma Labora, 2016). Nello stesso documento, Avalot spiega come i giovani attualmente lavorano 1,8 ore in meno a settimana del periodo pre-riforma, e 4,8 ore in meno del periodo pre-crisi economica.

In tutta la Spagna cresce anche la popolazione impiegata a tempo parziale. All'inizio del 2015 è circa il 30% degli under 30 a lavorare con un contratto part-time (+ 3,5% rispetto all'inizio del 2014). Nello stesso periodo, il 17% dei giovani occupati conta su meno di 35 ore settimanali.

Lenta emancipazione
Non è una sorpresa che in una situazione di precarietà simile, l'età in cui gli spagnoli si «emancipano», cioè lasciano la casa dei genitori, si va ulteriormente alzando. Solo il 21,5% delle persone tra i 16 e 29 anni hanno lasciato la casa dei genitori tra 2014 e 2015, il 5,02% in meno rispetto all'anno precedente. Secondo lo stesso report, solo il 30% delle famiglie composte da persone sotto i 30 anni potrebbe acquistare una casa con garanzia di solvenza. La percentuale si riduce a 10 quando a comprare casa sono gli under 30 ancora single.

Nel 2014 una persona su quattro sotto i trenta anni è sotto la soglia di povertà

Sovra-qualificazione, esclusione sociale e povertà
La sovra-qualificazione è un fatto particolarmente consistente nel paese di Rajoy. Il 56,7% degli impiegati sotto i 30 anni fuori da ogni percorso di studio stanno svolgendo un lavoro meno qualificato rispetto alle capacità e conoscenze possedute. L'aumento di questi dati rispetto al 2014 è stato del 4,6%. Per molti giovani, la vita in Spagna si è fatta povera. Nel 2014 una persona su quattro sotto i trenta anni si trova sotto la soglia di povertà. Tanto che l'Observatorio de Emancipacion parla di effettiva esclusione sociale per il 56,8% dei giovani disoccupati spagnoli.

I contratti della Reforma Laboral del 2012
È il 10 febbraio 2012 quando il governo conservatore di Maryano Rajoy vara la Reforma Laboral. Obiettivo dichiarato è la creazione di nuovi posti di lavoro, insieme alla necessità di favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Tra le misure che più li riguardano, ci sono l'introduzione di nuove forme contrattuali e e modifiche a quelli già esistenti. È in queste misure che molti vedono la causa dei fenomeni di precarietà descritti dalle cifre fatte qui sopra.

Il nuovo contratto di formazione e apprendistato, dalla durata variabile tra uno e tre anni, prevede l'estensione ai lavoratori fino a 30 anni di età finché il livello di disoccupazione resterà sopra il 15 per cento (prima era solo per la fascia 21-25 anni). Gravidanza, maternità e paternità sono escluse dal computo del periodo di durata del contratto.

La riforma introduce il Contrato en Practicas. Un contratto temporale che di fatto è la versione del contratto di formazione pensato però per chi già possiede una qualifica. Si applica a laureati, o a chi ha un diploma o certificato professionale. Bisogna aver ottenuto questi titoli da meno di cinque anni, ma se si si hanno meno di 30 anni e si è al primo impiego, questi limiti non valgono. Deve poter dare accesso a un lavoro coerente con gli studi fatti. Lo stipendio è fissato al primo anno al 60% di quello previsto dal Salario Minimo Interprofesional per la professione svolta. Al 75% il secondo anno. Ha una durata massima di due anni. Se al termine dei due anni il lavoratore avrà versato abbastanza contributi, potrà chiedere la disoccupazione. Scaduti i due anni, l'azienda non ha nessun dovere verso il lavoratore: lo scopo ufficiale è quello di dare la possibilità a chi già qualificato di fare pratica, lavorando però per meno soldi dei colleghi con pari titolo di studio. Tuttavia, le aziende che trasformano un contrato en praticas in indefinido ricevono incentivi fiscali.

Il nuovo Contrato indefinido de apoyo a los emprendedores, pensato per le aziende con meno di 50 dipendenti e per lavoratori under 30, permette invece l'estensione a un anno del periodo di prova previsto dai tradizionali contratti «indefinidos» (cioè senza limiti di tempo) ma obbliga le aziende a mantenere il lavoratore (che supera il periodo di prova) per almeno tre anni dall'inizio del rapporto di lavoro. Può essere sia a tempo pieno che parziale. Prima di questa estensione, il periodo di prova di un contratto indefinido poteva durare massimo sei mesi per i tecnici qualificati. E tre mesi massimo per i tecnici impiegati da aziende con meno di 25 dipendenti. Questo contratto è disponibile fino a che il tasso di disoccupazione non scenderà sotto il 15%. Per poterlo sottoscrivere, i lavoratori devono essere iscritti alla Oficina de empleo.

La riforma incentiva il contratto a tempo parziale, permettendo alle aziende di concedere straordinari a chi lavora con contrato indefinido a tempo parcial, purché il numero totale di ore fatte non superi il limite legale del lavoro a tempo parziale.

Equa austerity?
Possono Pil in crescita e disoccupazione in discesa bastare per affermare che la Spagna sia fuori dalla crisi? Si può credere che un Paese sia finalmente risanato e che le riforme fatte siano efficaci quando una mole non indifferente di cifre dimostra che la condizione dei giovani è in progressivo peggioramento? Ma forse non c'è nemmeno bisogno di numeri per avere un quadro pulito della situazione. Basta fare un giro in Green Lanes, qui a Londra, e accorgersi che lo spagnolo è parlato ogni giorno sempre più di frequente.



http://www.linkiesta.it/it/article/2016 ... zia/29280/


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 01:21 
Cita:
SVIZZERA: UNA RIBELLIONE SI STA PREPARANDO CONTRO I LOSCHI BANCHIERI


Alla fine dell’anno scorso, alla Cancelleria federale è stato inviata una petizione con 110,955 firme, chiedendo un altro referendum nazionale. Questo referendum è stato guidato da attivisti della “Iniziativa per il denaro Sovrano”. L’obiettivo del referendum è quello di vietare la creazione di denaro da parte delle banche commerciali private e forzare un ritorno all’uso di denaro reale, tangibile.

La truffa del «moltiplicatore monetario»

In economia, quando a una banca commerciale è permesso di creare denaro estendendo credito in eccesso delle riserve di liquidità che detiene, questo è noto come riserva frazionaria bancaria. Ad esempio, le banche possono accettare depositi di 1.000 unità di moneta a corso legale da depositanti (che è «denaro reale», sotto forma di banconote della banca centrale), ma sulla base di queste riserve, possono prestare 10.000 unità di moneta a corso legale, che è dieci volte di più. E che il credito sarà emesso nella forma di quello che viene chiamato deposito di denaro, che è di per sé una sorta di astrazione, perché non può essere utilizzato per risolvere le pretese dei depositanti in banconote attuali. Questa doppiezza palese non finisce bene, alla fine può concludersi con un assalto alle banche, seguito dal loro collasso.

Nei testi di economia, questa fabbricazione di denaro delle banche commerciali è chiamato un «moltiplicatore monetario», e il valore massimo del «moltiplicatore» è impostato da un regolatore finanziario (di solito la banca centrale) sotto forma di un obbligo di riserva (che è la percentuale dei depositi che deve essere tenuto in un fondo di riserva speciale). Tra l’altro, questi requisiti vengono aboliti oggi in molti paesi. Si usa dire che la produzione di denaro fiat è stata considerata come un atto paragonabile alla contraffazione, ma che ora si chiama semplicemente un «moltiplicatore monetario».

Una vittoria per l’alleanza di banchieri e politici corrotti

Il sistema bancario a riserva frazionaria è stata sviluppata gradualmente nel corso degli ultimi trecento anni. L’alleanza tra i banchieri ed i politici corrotti ha trionfato sull’ opinione pubblica. Questo sotterfugio è stato parzialmente nascosto con l’istituzione delle banche centrali, che sono spesso chiamate i prestatori di ultima istanza. Le banche centrali potrebbero essere intese come un’ancora di salvezza per le banche commerciali private sotto forma di vari modi di «emergenza», «di recupero», e «stabilizzazione» dei prestiti. Nel ventesimo secolo, agenzie statali e parastatali sono state create al fine di garantire i depositi bancari. Tuttavia, entrambi i «prestatori di ultima istanza», così come queste agenzie si sono dimostrate inutili durante le grandi crisi bancarie.

Nel ventesimo secolo, la gente ha smesso di pensare a come il sistema monetario è strutturato o sulle radici della frode bancaria. Il «momento aha» colpisce una volta solo se c’è una massiccia crisi bancaria o finanziaria o economica.

Un esempio di questo improvviso scoppio di intuizione si è verificato nel 1930, quando l’Occidente è stato colpito dalla peggiore crisi economica della storia del capitalismo. Nel 1933, un gruppo di economisti di primo piano guidati da Irving Fisher ha cominciato a redigere una relazione che è stata poi conosciuta come il Piano di Chicago. La versione finale del rapporto è apparsa nel 1936. Il rapporto ha individuato le cause della crisi economica (la Grande Depressione). Il sistema bancario a riserva frazionaria è stata la colpa, principalmente per come aveva inondato l’economia con un enorme quantità di denaro fiat. Questo denaro non era a corso legale ed è stato pubblicato sotto forma di credito, ed ha creato una piramide del debito.

Questa mancanza di moderazione da parte dei creditori privati ​​era in contrasto con le regole per l’emissione di banconote legali da parte delle banche centrali. Quello che potevano fare era limitato dalla dimensione delle loro partecipazioni in oro. Ed è vero che prima dell’inizio della crisi, un certo numero di paesi europei (in particolare Gran Bretagna e Francia) avevano restaurato il gold standard pre-guerra, che negli Stati Uniti non era stata abolita neanche durante la prima guerra mondiale. Il Piano di Chicago ha concluso che in primo luogo, le banche private dovevano immediatamente tornare a un sistema bancario completo di riserva (tenendo il 100% di conti di deposito della domanda.)

Ma le raccomandazioni del Piano di Chicago sono stati ignorate. Anche negli Stati Uniti, dove il presidente Franklin Roosevelt è riuscito a tenere a freno gli appetiti dei banchieri di Wall Street, la riserva bancaria piena non è stato resuscitata. Le banche americane erano più potente del presidente.

Molto pochi economisti hanno scritto sulla riserva bancario piena dopo la seconda guerra mondiale. I riferimenti ad esso sono stati rimossi dai libri di testo di economia e il «moltiplicatore monetario» è stato ritratto come la norma. Tra gli economisti occidentali, la Scuola austriaca di economia è stato forse l’unico responsabile di mantenere viva la memoria della riserva bancaria piena, e Murray Rothbard è stato un portavoce particolarmente audace per quella causa.

Il ritorno al Piano di Chicago

Nel suo campo di applicazione e devastazione, la crisi finanziaria 2007-2009 è stata paragonabile alla Grande Depressione del XX secolo. E improvvisamente la memoria del Piano di Chicago di Irving Fisher è riemersa. Nell’agosto 2012 due economisti del FMI, Jaromir Benes e Michael Kumhof, hanno pubblicato un documento intitolato «Il piano di Chicago rivisitato.» Il documento correttamente afferma che il ripristino di un obbligo di riserva del 100% permetterebbe di rilanciare drammaticamente l’economia mondiale.
Sparirebbero le cause dell’inflazione, il terreno fertile per le «bolle» nel settore immobiliare e dei mercati finanziari, e non sorgerebbero più le piramidi di debito pubblico e privato. Tuttavia, entro il 2012, il mondo era già tornato ad una posizione di stabilità finanziaria ed economica relativa, e solo pochi esperti finanziari hanno preso qualche preavviso della brochure scritta dagli economisti del FMI.

Ma 2015 è stato tutta un’altra storia. Nuvole scure si sono riuniti oltre l’economia globale, ancora una volta. La seconda ondata della crisi finanziaria globale ci sta minacciando. Gli economisti di vari paesi hanno cominciato a passare più tempo a riflettere sull’idea di una piena riserva bancaria. Nel marzo dello scorso anno un rapporto intitolato «Riforma Monetaria: un sistema monetario migliore per l’Islanda» è stato redatto da un economista di nome Frosti Sigurjónsson sotto la direzione del primo ministro islandese. Alcune fonti sostengono che l’Islanda si sta preparando per una riforma monetaria che includerà l’abolizione del sistema di riserva frazionaria bancaria (secondo altre fonti ci sarà un drammatico aumento delle riserve obbligatorie.)

Gli svizzeri si oppongono al denaro «grigio»

Un recente evento relativo al ripristino di un sistema monetario normale è la preparazione di un referendum in Svizzera. In larga misura i risultati del referendum dipenderanno da come le domande sulla scheda elettorale sono formulate. Naturalmente è abbastanza impressionante che oltre 100.000 persone in quel piccolo paese sono stati trovati per firmare la petizione che chiede il referendum. Tuttavia, dato il fatto che per molti decenni il problema di riserva del sistema era un argomento tabù, è difficile immaginare che qualche milione di svizzeri saranno in grado di dare un senso a ciò che è coinvolto. Guardando una campionatura di articoli svizzeri sul prossimo referendum, è chiaro che anche i giornalisti non sempre sanno cogliere il problema. Ad esempio, alcuni pensano che il referendum comporta una scelta tra carta moneta e un sistema senza contanti. Altri credono che questa sia una domanda di sostegno di soldi con scorte di oro o di materie prime.

Recentemente un referendum si è svolto in Svizzera circa la potenzialità di aumentare le riserve d’oro delle banche centrali del paese. La maggior parte dei cittadini della repubblica alpina ha respinto l’idea che ci fosse la necessità di un tale aumento. Tuttavia, nelle loro osservazioni circa i risultati del referendum sull’«oro», molti esperti hanno sottolineato che gli intervistati non sapevano cogliere appieno la vera domanda. Si teme che lo stesso potrebbe accadere con il nuovo referendum.

Così ancora una volta cerchiamo di individuare il nocciolo della questione: ciò comporterebbe il divieto di creazione di fiat denaro da banche private. Il diritto di emettere moneta a corso legale dovrebbe essere concesso solo per la banca centrale. La banca emette denaro principalmente sotto forma di banconote. Le banche commerciali si trasformeranno in intermediari finanziari in senso tradizionale, che si limitano a prelevare denaro nei loro conti e poi erogarlo nell’economia sotto forma di prestiti e investimenti. In questo modo, il controllo reale sulla circolazione monetaria sarà concentrato nelle mani della banca centrale. I rischi di vari tipi di squilibri economici e crisi scenderanno drasticamente, perché le banche private saranno spogliati del diritto di creare i propri fondi di credito.

Naturalmente, potrebbero inevitabilmente sorgere alcuni problemi nel corso di un ritorno alla piena riserva bancaria. Per esempio: cosa dovrebbe essere fatto con l’enorme quantità di denaro che è stato creato dalle banche commerciali? In alcuni paesi, l’offerta di moneta come «grigia» è molte volte superiore all’offerta di moneta a corso legale emesse dalle banche centrali. E questo denaro «grigio» può anche essere improvvisamente cancellato, perché sta alimentando le economie di quasi tutti i paesi del mondo di oggi. Inoltre, la proposta di riforma monetaria svizzera è completamente in contrasto con la tendenza prevalente non solo delle banche commerciali, ma anche delle banche centrali di aumentare l’offerta di moneta. Questo sta accadendo sotto la maschera delle «quantitative easing» dei programmi perseguiti dalla Federal Reserve, Bank of England, Banca del Giappone, e della BCE.

È necessario una attenta e graduale riforma monetaria, che ridurrà al minimo il rischio di fallimenti aziendali e forti aumenti della disoccupazione. Inoltre, non bisogna dimenticare che qualsiasi riforma monetaria radicale infliggerebbe un duro colpo per i piani degli oligarchi finanziari globali di spostare i soldi di carta con i sistemi senza contanti. Dopo tutto, i sistemi senza contanti sono basati sullo stesso denaro «grigio» che gli sponsor del referendum svizzero stanno promettendo di combattere.


http://www.informarexresistere.fr/2016/ ... banchieri/


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 10:50 
questo fatto del moltiplicatore bancario
vorrei spiegarlo meglio..

non è che una banca ha 1.000 euro
e ne può prestare 10.000 ..

la riserva è puta caso 5%.
la banca che detiene i 1.000 euro
ne presta 950,
chi riceve il prestito deposita a sua volta
in un'altra banca la somma,
o acquista merci e servizi, pagando a questi il denaro,
che a sua volta deposita presso la sua banca, ecc.
quella banca quindi ne presta 902,50 (il 95% di 950),
e così via..

non è che la STESSA BANCA ne riceve 1.000
e ne presta 10.000 !!

puta caso se il soggetto, che riceve in prestito 1.000,
li mette sotto il materasso
senza farli girare in acquisti,
o li immette in circuiti extra-bancari, ecc.
il moltiplicatore bancario si ferma lì !



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 13:02 
cari amici,
notizia fantastica!!!
mik ci sta dicendo che i banchieri sono... ONESTI!!! [8D] [:D]

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 14:35 
mik.300 ha scritto:
questo fatto del moltiplicatore bancario
vorrei spiegarlo meglio..

non è che una banca ha 1.000 euro
e ne può prestare 10.000 ..

la riserva è puta caso 5%.
la banca che detiene i 1.000 euro
ne presta 950,
chi riceve il prestito deposita a sua volta
in un'altra banca la somma,
o acquista merci e servizi, pagando a questi il denaro,
che a sua volta deposita presso la sua banca, ecc.
quella banca quindi ne presta 902,50 (il 95% di 950),
e così via..

non è che la STESSA BANCA ne riceve 1.000
e ne presta 10.000 !!

puta caso se il soggetto, che riceve in prestito 1.000,
li mette sotto il materasso
senza farli girare in acquisti,
o li immette in circuiti extra-bancari, ecc.
il moltiplicatore bancario si ferma lì !


Il prestito su riserva frazionaria funziona come dici tu solo nell'immaginario collettivo ed è per questo che la gente non se ne rende conto.

Una banca che detiene 1.000€ ragiona così: qual'è la somma che io posso prestare il cui 10% è ciò che io ho effettivamente(comprendente depositi e tutti gli ASSET anche quelle immobiliari) :)

1.000€è il 10% di quale somma? 10.000€ :)

Quindi la banca MUOVE 10.000 € possedendone solo 1\10 :) Di fatto CREA 9\10 del denaro ed è proprio questo il grande guaio, PER NO; per loro è una pacchia.

Gli stessi prestiti che le banche erogano non vengono detratti dai depositi, ma si crea denaro EX NOVO che al momento dell'estinzione del mutuo, ad esempio, viene "cancellato". Ma i debiti estinti sono pochissimi, pensate AI PIL degli stati o ai finanziamenti delle multinazionali... tutto denaro circolante INVENTATO DAL NULLA.Quindi di fatto le banche prestano denaro che possono creare a piacimento e gli viene restituito denaro prodotto con attività produttive vere più interessi. Siamo davvero dei poveri fessi.

Consiglio la visione di questo video, che spiega benissimo queste cosette che si danno per scontate e molto altro.
Dura molto ma l'interlocutore si fa ascoltare volentieri.

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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 16:44 
mauro ha scritto:
cari amici,
notizia fantastica!!!
mik ci sta dicendo che i banchieri sono... ONESTI!!! [8D] [:D]

ciao
mauro


ma no che c'entra..
le banche sono truffe legalizzate,
i banchieri li metterei tutti al gabbio,
ecc.
ho solo spiegato il meccanismo del moltiplicatore..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 16:51 
MaxpoweR ha scritto:
mik.300 ha scritto:
questo fatto del moltiplicatore bancario
vorrei spiegarlo meglio..

non è che una banca ha 1.000 euro
e ne può prestare 10.000 ..

la riserva è puta caso 5%.
la banca che detiene i 1.000 euro
ne presta 950,
chi riceve il prestito deposita a sua volta
in un'altra banca la somma,
o acquista merci e servizi, pagando a questi il denaro,
che a sua volta deposita presso la sua banca, ecc.
quella banca quindi ne presta 902,50 (il 95% di 950),
e così via..

non è che la STESSA BANCA ne riceve 1.000
e ne presta 10.000 !!

puta caso se il soggetto, che riceve in prestito 1.000,
li mette sotto il materasso
senza farli girare in acquisti,
o li immette in circuiti extra-bancari, ecc.
il moltiplicatore bancario si ferma lì !


Il prestito su riserva frazionaria funziona come dici tu solo nell'immaginario collettivo ed è per questo che la gente non se ne rende conto.

Una banca che detiene 1.000€ ragiona così: qual'è la somma che io posso prestare il cui 10% è ciò che io ho effettivamente(comprendente depositi e tutti gli ASSET anche quelle immobiliari) :)

1.000€è il 10% di quale somma? 10.000€ :)

Quindi la banca MUOVE 10.000 € possedendone solo 1\10 :) Di fatto CREA 9\10 del denaro ed è proprio questo il grande guaio, PER NO; per loro è una pacchia.

Gli stessi prestiti che le banche erogano non vengono detratti dai depositi, ma si crea denaro EX NOVO che al momento dell'estinzione del mutuo, ad esempio, viene "cancellato". Ma i debiti estinti sono pochissimi, pensate AI PIL degli stati o ai finanziamenti delle multinazionali... tutto denaro circolante INVENTATO DAL NULLA.Quindi di fatto le banche prestano denaro che possono creare a piacimento e gli viene restituito denaro prodotto con attività produttive vere più interessi. Siamo davvero dei poveri fessi.

Consiglio la visione di questo video, che spiega benissimo queste cosette che si danno per scontate e molto altro.
Dura molto ma l'interlocutore si fa ascoltare volentieri.

Guarda su youtube.com


ma tu ti confondi con le banche centrali..
loro stampano ad libitum..
prendono i titloi di stato,
li scambiano con moneta,
ok..

ma una banca privata
non può prestare soldi che non ha..

se ha in deposito 1000,
ne può prestare 950 (mettiamo riserva al 5%)
il meccanismo che dici tu
si verifica GLOBALMENTE
prendendo il sistema bancario nel suo insieme..


cioè PINCO prende in prestito 950 euro dalla banca A,
PINCO li deposita nella banca B,
la banca B quindi presta a PALLINO 902,5,
PALLINO li mette nella banca C,
ecc.ecc.

cioè alla fine 1000 diventano 10.000
ma non in un unico passaggio..

è chiaro??



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 13/04/2016, 22:57 
Il sistema che dico si chiama riserva frazionaria ed è applicata da tutti gli istituti bancari che io sappia. Guarda il video che è interessantissimo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 14/04/2016, 00:11 
si ho capito..
ma la riserva frazionaria
non consente ad una banca
che ha in deposito 1000 di prestarne 10.000
c sei arrivato????

cioè si arriva a 10.000 dopo svariati passaggi
da banca a banca..

l'inghippo della riserva frazionaria
è che si basa sulla fiducia..

cioè se puta caso la riserva è stabilita al 10%
i correntisti che vogliono indietro i soldi
da quella banca superano la suddetta percentuale
quella banca fa crac..

TUTTE LE BANCHE..



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 14/04/2016, 13:58 
Consiglio la visione della puntata di domenica scorsa di Report dal titolo SALTIMBANCA :) In cui addirittura di ammette con candore che ci sono migliaia di massoni infiltrati un pò ovunque e quindi COME POSSONO NON ESSERE anche nei consigli di amministrazione delle banche popolari?



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 15/04/2016, 12:10 
cari amici,
comunque vedremo cosa accadrà da martedì in poi [;)]

YUAN SOSTENUTO DA ORO A GIORNI SUI MERCATI

Con una mossa scioccante probabile, per schiacciare l’economia degli Stati Uniti overnight, la Cina si rifiuta di rendere convertibile da o verso dollaro il suo nuovo Yuan sostenuto dall’oro.

Il nuovo Yuan sarà introdotto il prossimo Martedì 19 aprile.

vedere
http://www.iconicon.it/blog/2016/04/19-aprile-yuan-day/

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 18/04/2016, 01:00 
Cita:
Crash bond a Porto Rico. Sequestrati i depositi dei correntisti



Crash bond a Porto Rico L’hanno ribattezzato la “Grecia americana”: è l’isola di Porto Rico, entrata sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, 117 anni fa e che ora si trova nei guai. Lo dimostra chiaramente la performance dei suoi bond, che crollano scontando il rischio di una catena di default. Il crollo è stato il più forte dallo scorso 28 luglio del 2015.

A scatenare il panico tra i detentori di bond, è stata la decisione del governatore Alejandro Garcia Padilla di firmare nella giornata di mercoledì un provvedimento, che conferisce alla sua persona l’autorità di dichiarare lo stato di emergenza a Porto Rico e anche il diritto di congelare i pagamenti sul debito dell’isola, che ammonta a $72 miliardi.

L’apposizione della firma è arrivata dopo due giorni e due notti di dibattiti infuocati tra l’opposizione, che ha definito pericolosa la moratoria sul debito effettuata in modo unilaterale, e i membri del partito di governo, che hanno invece insistito che niente potrebbe essere ormai peggio.

Così il governatore si è espresso:



“Questa legge ci permette di disporre di strumenti adatti a soddisfare i bisogni più prioritari – ovvero di erogare i servizi essenziali ai nostri cittadini”.



Padilla ha anche puntato il dito contro i creditori, colpevoli a suo avviso di ostacolare l’assistenza federale ai cittadini “attraverso un’opera di disinformazione verso il pubblico, e dissuadendo il Congresso dal fare quello che è giusto per i nostri 3,5 milioni di cittadini americani”.



La norma non specifica la data di inizio della moratoria, che sarà stabilita dal governatore. Ma sull’isola incombe il rimborso di un debito, in scadenza il 1° maggio, del valore di ben $422 milioni, e diversi sono i segnali che indicano come il paese non sarà capace e/o non avrà intenzione di ottemperare al pagamento.

A dover essere rimborsati sono i bond emessi dalla Government Development Bank (GDB, Banca di Sviluppo del governo), banca che gioca un ruolo chiave negli scambi finanziari dell’isola, detenendo per esempio i depositi di diverse entità governative. In realtà, proprio la scorsa settimana, erano partite trattative tra i detentori del debito della banca e la banca stessa riguardo a un accordo che avrebbe dato un po’ di tempo all’istituto, in caso di mancato rimborso.

Tuttavia i negoziati si sono conclusi in un nulla di fatto nel momento in cui sono saltate fuori rivelazioni sull’insolvenza della banca e su transazioni presunte che l’istituto stava già intraprendendo per trasferire i depositi ad altre istituzioni finanziarie, allo scopo di congelarli e per impedire la corsa agli sportelli.

La norma precisa che la banca ha appena $562 milioni in cash e la moratoria è stata adottata per aiutare l’istituto a preservare contanti, in modo da poter continuare a finanziare le attività del governo. Questo significa che in ogni caso la banca ‘sequestrerà’ i soldi dei correntisti, e che sull’isola sono ormai in corso controlli serrati sui capitali, proprio per impedire la corsa agli sportelli.

La situazione appare ancora più drammatica se si considera che, stando a quanto ha affermato lo stesso segretario al Tesoro, Juan Zaragoza, il totale dei debiti che il governo centrale e altri enti pubblici devono rimborsare ai fornitori è di 2 miliardi di dollari.


http://www.ecplanet.com/node/5002


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 25/04/2016, 09:07 
Finalmente il FMI ha trovato la soluzione alla crisi economica: “dovete morire prima”

UE-Lagarde.png


http://www.roccocipriano.it/wordpress/2 ... ire-prima/

15 aprile 2016

Nelle pieghe del Global Financial Stability Report, presentato ieri dal Fondo Monetario Internazionale, c’è un’avvertenza che ben pochi media hanno voluto segnalare e che è stata immediatamente cancellata anche da chi l’aveva in un primo momento raccolta (Repubblica, per esempio, sul cui sito non si trova più traccia di questa pagina: http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... _sicuro_la _longevit_mette_a_rischio_i_bilanci_ degli_stati-33121970/).
Il punto è semplice: la longevità delle popolazioni occidentali – ossia il famoso “allungamento delle aspettative di vita” – mette a rischio i bilanci degli stati più sviluppati.
Il Fmi arriva a questa affermazione “di sguincio”, per vie traverse, quando prova a spiegare che “nessun asset può essere considerato veramente sicuro”.
Che rapporto c’è tra investimenti finanziari e vecchiaia delle popolazioni? Quello tra affidabilità dei titoli di stato e, appunto, spesa pubblica dedicata agli istituti del welfare (pensioni, sanità, assistenza, istruzione). Silenzio assoluto sulla spesa militare, evidentemente considerata “utile” (“produttiva” sarebbe troppo anche un neoliberista integralista).
Di recente le principali agenzie di rating (tutte statunitensi) hanno deciso un downgrade di titoli fin qui considerati sicuri, “virtualmente privi di rischio”, come i Bund tedeschi o i Treasury americani. Beni rifugio per eccellenza, che sembravano in grado di scalzare – in questo ruolo – persino il tradizionale oro (che infatti si è rivalutato del 20% in pochi mesi).
Si comprende facilmente che questi downgrade hanno seriamente preoccupato gli “investitori professionali” (fondi speculativi, fondi pensione, risparmio gestito, hedge fund, ecc), che stanno dirottando altrove i propri investimenti o sono in procinto di farlo. Con ovvie e serissime conseguenze sulla stabilità degli stessi mercati finanziari e conseguentemente anche per i bilanci stessi degli stati (quando cala l’affidabilità di un titolo, il prezzo scende; e di conseguenza sale il rendimento, ossia gli interessi che uno Stato deve pagare).
Il Fmi sottolinea inoltre che “l’offerta di asset sicuri è diminuita di pari passo alla capacità del settore pubblico e privato di produrre asset di questo tipo”. E la causa principale è individuata, dagli imperturbabili criminali alla guida del Fmi, nella longevità “eccessiva” delle relative popolazioni. “Se l’aspettativa di vita media crescesse di tre anni più di quanto atteso ora entro il 2050, i costi potrebbero aumentare di un ulteriore 50%.
E quindi i debiti pubblici potrebbero essere in varia misura sottoposti a una dinamica crescente. Il Fmi si preoccupa di non apparire tendenzialmente stragista, e cerca di trovare le parole più tranquillizzanti: che le persone vivono più a lungo è “molto desiderabile”, così come il fatto che lo sviluppo “abbia aumentato il benessere individuale”. Purtroppo, dicono i “tecnici di Christine Lagarde, questo ha fatto aumentare i costi in termini di piani pensionistici e assistenza sanitaria.

Il rischio è considerato “notevole” sia per quanto riguarda la sostenibilità fiscale (potrebbe fare aumentare il rapporto debito/pil), sia sul fronte della solvibilità di istituti finanziari e fondi pensione.

Queste dinamiche “potrebbero avere un ampio effetto negativo su settori pubblici e privati già indeboliti, rendendoli più vulnerabili ad altri shock e potenzialmente minando la stabilità finanziaria”. Il che, non sia mai detto, potrebbe “complicare gli sforzi fatti in risposta alle attuali difficoltà fiscali”.
Ma il Fondo sta lì per dare soluzioni, non per pettinare le bambole, e quindi “serve una combinazione di aumento dell’età pensionabile di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita, più alti contributi pensionistici e una riduzione dei benefit da pagare“.
Quello che non è detto esplicitamente dal Fmi è che questa longevità va ridotta (è “desiderabile, ma costosa”) per aiutare gli “investitori professionali” a trovare degli asset più affidabili.
Dovete morire prima, abbiamo da tempo sintetizzato con questo slogan l’insieme di “ricette economiche” provenienti dalla Troika, che non hanno – all’evidenza – nulla a che spartire con la “tecnica” e moltissimo con le politiche.
Sul fatto che la maggiore longevità comporti costi maggiori non ci può essere dubbio. Oltre una certa età un essere umano non ouò e non deve essere obbligato a lavorare, quindi la collettività si deve assumere l’onere del suo mantenimento in vita in condizioni dignitose (nulla di straordinario, è previsto anche dalla Costituzione nata dalla resistenza). La questione non riguarda insomma se la longevità sia un costo o no, ma esclusivamente quale parte della società (quali classi) devono pagare questo costo. Per il Fmi lo devono pagare soltanto i lavoratori dipendenti (“più alti contributi pensionistici“) e i pensionati stessi (“più alti contributi pensionistici“, ossia pensioni ancora più basse). E se neanche questo basta – e non può bastare, se dal pagamento del prezzo vengono esentati gli “investitori professionali” e tutte le classi dirigenti di ogni ordine e grado – allora non resta che tagliare drasticamente tutti gli istituti di welfare che hanno fin qui sostenuto l’allungamento delle aspettative di vita.

L’Italia sta già registrando i “primi successi” su questa strada, come ha certificato l’Istat nel suo rapporto pubblicato il 19 febbraio 2016: per gli uomini è infatti scesa da 80,3 a 80,1 anni, mentre per le done è diminuita da 85 a 84,7 anni.
Naturalmente si può far diminuire le aspettative di vita in molti modi. I nazisti procederebbero molto sbrigativamente con mattanze di massa; il capitalismo novecentesco facendo esplodere guerre mondiali e locali che “sfoltiscono” in modo considerevole la popolazione globale. Purtroppo, per il capitalismo, questa seconda via è diventata molto complicata a causa degli armamenti atomici in mano a una molteplicità incontrollata di stati. Quindi non può essere praticata senza conseguenze “eccessive”, tali da metter fine al capitale stesso. E le guerricciole contro stati di secondo piano (Somali, Libia, Siria, Iraq, Yemen, ecc) non risolvono il “problema” della longevità nelle metrooli del capitalismo maturo.
Dunque? Dunque non resta che tagliare la spesa sanitaria, le pensioni, l’assistenza, ecc. Così i finanzieri globali possono sentirsi più tranquilli sul ritorno dei loro investimenti in Bot…

di Carlo Conti* – Contropiano
*Riproponiamo su gentile concessione della Redazione di Contropiano.
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