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MessaggioInviato: 31/12/2009, 13:02 
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eSQueL ha scritto:

TTE, io penso che il sistema, proprio in ragione del fatto che siamo tanti, lo potremmo piegare ai nostri bisogni (e ai bisogni dell'intera comunità) senza distruggerlo necessariamente. Per cominciare bastano i gruppi d'acquisto. Gruppi di 50/100 famiglie che si mettono assieme e che acquistano almeno i generi alimentari direttamente dai produttori.

Questo avrebbe, come primo effetto, di METTERE IN GINOCCHIO LA GRANDE DISTRIBUZIONE. Ma sarebbe solo il primo effetto perché la sola pratica dell'acquisto in gruppo riaprirebbe porte mentali chiuse da chissà quanto tempo. Pian piano, saremmo in grado di riappropriarci della vita e dei diritti che questa porta con se ... salute, armonia, bellezza ... eheheh ... utopia, sì.

In effetti, niente di tutto questo sarà possibile se prima non ci liberiamo dei parassiti [8D], ossia di quella parte di noi che nutre l'invidia, la brama, la violenza, il rancore. Tutte cose che, imho, non ci appartengono e che tuttavia ci dominano ed impediscono a ciascuno di noi d'essere anche solo semplicemente una persona per bene. Sembra banale, eh? [}:)]


No, caro.... non sembra banale.... neanche un pò... [;)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 31/12/2009, 13:15 
Avete visto il film The International?
La dice lunga sull'argomento.
Il problema però non sta tanto nel parassita (a parer mio).
Quanto nell'ottuso, magari intelligentissimo che crede fermamente che il sistema sia buono e giusto.
Pensate a Kandisky, che scrisse punto linea e superficie, dove promuoveva la struttura sociale della piramide, con enfasi. E faceva parte della barricata di intellettuali che combattevano il nazismo!!!!
O gli ecologisti di oggi, pronti a salvare il pianeta, mica gli esseri umani, come se non ne facessimo parte.
tutti imprigionati nella trappola mentale del duopolio bene\male, dei corsi e ricorsi.
A me fanno più paura loro.



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MessaggioInviato: 31/12/2009, 15:14 
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nuvolo ha scritto:


Avete visto il film The International?
La dice lunga sull'argomento.



Sì l'ho visto..... niente male... [:246]




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MessaggioInviato: 31/12/2009, 16:31 
Già. Un film senza peli sulla lingua, i nomi sono tutti diversi, ma basta poco per capire di chi, e di che, si parla; mi è piaciuto soprattutto il finale, senza speranza, senza false retoriche. Se anche uno piantasse un bel bullett nel cranio a questi signori, c'è già pronta una fila di aspiranti......
Forse esagero, ma non credo ci sia un modo per uscire dall'empasse senza lasciarci tutti (o quasi) la pellaccia!!!
Per assurdo, l'unico sistema che vi può opporre è un regime totalitario (storicamente parlando), sai che alternativa.........



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MessaggioInviato: 04/01/2010, 11:56 
IL 2010 SARA’ PEGGIORE
FONTE: MONTY PELERIN
americanthinker.com

Tratto da: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -peggiore/

Il 2010 sarà probabilmente l’anno di svolta in cui esperti smetteranno di riferirsi alla recessione e cominciano a parlare apertamente di depressione. Il problema economico è piuttosto semplice da descrivere: c’è troppo debito rispetto al reddito e / o alla ricchezza prodotta. Di seguito è riportato il grafico che rappresenta la situazione dell’ economia americana, nel quale viene mostrato il debito complessivo degli Stati Uniti come percentuale del PIL dal 1870 in avanti. I dati sul debito comprendono tutti i debiti pubblici e privati, non comprende gli oneri legati al mandato del governo come la Social Security e la Sanità che non vengono finanziate. (Nota: Secondo i depositari di questi fondi fondazione negli Stati Uniti il valore attuale delle passività sarebbe di circa 106 mila miliardi di dollari, che se venissero incluse farebbero aumentare il rapporto Debito/PIL fino al 1.000%).


Immagine


L’ammontare percentuale del debito in rapporto al PIL dal punto di vista storico è veramente sconcertante. Vale la pena di fare alcune considerazioni sul grafico:

* Sul lungo periodo la "norma" del rapporto sembra essere di circa il 150% e le linee rosse delimitano la "norma" compresa tra il 130% e 170% rispettivamente.
* Il rapporto non è mai superato la fascia superiore eccetto due periodi di impennata: nel 1920 e nel 1980,.
* Ogni intersezione delle linee ha comportato un enorme boom nel settore del credito. Il primo si concluse con la Grande Depressione. Il secondo produrrà una catastrofe simile se non peggiore. (siamo solo agli inizi).
* L’espansione del credito che ha portato alla Grande Depressione non è stata così rilevante come quella attuale.
* Il picco del credito si è verificato dopo che la depressione era cominciata. L’andamento della spesa pubblica e la contrazione del PIL hanno continuato a condizionare il rapporto fino all’inizio della Grande Depressione.
* Dopo la pubblicazione di questo grafico, il rapporto è cresciuto ed attualmente ha raggiunto quasi il 380%, quasi il doppio del livello raggiunto dagli Stati Uniti all’inizio della depressione.
* Mentre sembra che i prestiti privati abbiano raggiunto attualmente il picco, l’enorme finanziamento del disavanzo pubblico continua a far innalzare il rapporto , così come la contrazione del PIL.

Nessuna teoria economica riesce a razionalizzare una vera e propria "norma", ma intuitivamente, sappiamo che un tale valore limite esiste. Il debito non deve superare una certa percentuale di reddito, altrimenti non vi può essere un prestito. Per oltre un secolo il settore bancario ha utilizzato il concetto dei rapporti equivalenti come criterio per l’erogazione di prestiti ai singoli e alle imprese. Per varie ragioni, nel corso degli ultimi due decenni le banche hanno trascurato queste linee guida contribuendo notevolmente alla bolla del credito. Il governo ha deciso che la cura per l’eccessivo indebitamento consiste nel fare più debito. Questa soluzione non può funzionare, soprattutto quando il credito è già così sovraesposto. I redditi e la ricchezza prodotta non possono sostenere gli attuali livelli di indebitamento..Il credito tornerà ai livelli medi, indipendentemente dagli intenti del governo, che questo avvenga attraverso il pagamento ordinato o l’insolvenza, la riduzione del debito sarà inevitabile.

Ludwig von Mises ha affrontato i limiti del credito nella Teoria della moneta e del credito, originariamente pubblicato nel 1912. In lavori successivi così si esprimeva sulla questione: Non vi è alcuna possibilità di evitare il collasso finale derivante dal boom dall’espansione del credito [debito]. Una alternativa vi è solo se la crisi dovesse arrivare prima, come il risultato di un abbandono volontario di ulteriore espansione del credito [debito], o più tardi come una catastrofe finale e totale del sistema monetario in questione.

Nel 2009, non è stato possibile finanziare le richieste di capitale negli Stati Uniti attraverso i mercati tradizionali. Il governo è stato in grado di finanziare il suo deficit del 2009 solo attraverso Quantitative Easing [1] esplicite (e occulte) della Fed. In Discutendo del 2009, Zerohedge ha dichiarato: Vi è stato un credito enorme e una crisi di liquidità, e poi c’era il Quantitative Easing, questo’ultimo equivale per la Fed al band-aiding [2] di uno zombie e di un organismo infettato dagli schemi di Ponzi, meglio conosciuto come “l’economia americana”. It worked for a while, but now the zombie is about to go back into critical, followed by comatose, and lastly, undead (and 401(k)-depleting) condition. Ha funzionato per un po ‘, ma ora la zombie è in procinto di tornare in crisi, seguito da uno stato comatoso e, infine, ridotto in condizioni di non morte (e con una riduzione della linea 401 k)[3] .

Zerohedge ha stimato che negli USA, per poter finanziare le esigenze di capitale nel 2010, la domanda (il finanziamento) di titoli a rendita fissa dovrebbe aumentare di undici volte. Intanto continua a declinare la partecipazione straniera nei titoli a rendita fissa sui mercati finanziari americani che contribuirà a rendere impossibile tale finanziamento.
Per quanto riguarda le esigenze di finanziamento del 2010 esitono solo tre possibilità:

- La Fed continuerà il suo Quantitative Easing oltre la loro cessazione prevista nel marzo 2010.

- La Fed alza i tassi di interesse a livelli che potrebbero attirare i capitali necessari per finanziare le operazioni di governo attraverso i mercati del credito tradizionale.

- La Fed.non prende alcuna iniziativa e allora si avrebbe un insolvenza del governo su alcune sue obbligazioni.

Nessuna di queste alternative è attraente. Le scelte sgradevoli derivano dalle politiche adottate precedentemente dalla Fed e dal Governo. Per evitare la recessione, il governo nel corso degli ultimi cinquant’anni ha abusato e poi alla fine ha esaurito tutte le opzioni ragionevoli. Dopo anni di cattiva gestione, il governo è in imbarazzo di fronte a quello che deve fare e non può sfuggire. Tutte le alternative saranno molto dolorose, e nessuna è in grado di garantire la possibilità di una ripresa di tipo tradizionale. Non importa quale alternativa si scelga, il paese non può evitare una depressione. A questo punto la politica dovrebbe preoccuparsi di "non nuocere ulteriormente". Delle tre alternative, ciò che è meglio economicamente è peggiore politicamente. Questo conflitto naturale tra buona economia e una buona politica non è insolito.Il paese subirebbe un grave danno economico se si attuasse la alternativa n 2.. Da un punto di vista politico, le alternative 2 e 3 sono probabilmente inaccettabili. Pertanto, è probabile che venga tentata (ancora!) la 1° alternativa. It is precisely the continual overuse of this alternative that has led to the current sad state. Ma è stato proprio il continuo abuso di questa alternativa, che ha portato a questo stato penoso.

Alternativa 1 non può funzionare, non riuscirà ad evitare una depressione, anzi peggio ancora, porterà probabilmente all’iperinflazione. Così, finiremo probabilmente con l’avere una situazione peggiore, infatti con l’iperinflazione, il denaro cesserà di essere un mezzo di scambio, i mercati cesseranno le loro attività, se non basandosi sul baratto, verrà spazzata via la classe media i cui risparmi perderanno valore come il dollaro. Alla fine si verificherà ciò che Mises ha previsto molti anni fa. In una qualsiasi delle alternative si corre il rischio di perdere la nostra forma di governo, cosa che porterà a disordini ed alle lotte. All are probably more likely under alternative 1 because of the corrosive effects of high inflation combined with a depression. Tutto ciò risulterebbe possibile se si adottasse l’alternativa 1 per gli effetti corrosivi provocati da inflazione elevata unita ad una depressione.

Attenzione al calendario. Le cose si stanno facendo sempre più interessanti e probabilmente molto presto.


Fonte: http://www.americanthinker.com/
Link: http://www.americanthinker.com/2010/01/ ... worse.html
2.0.1.2010

Traduzione a cura di ANTONIO PAGLIARONE
NOTE

1 – Il termine anglosassone Quantitative Easing si traduce in italiano con alleggerimento quantitativo ed indica la creazione di moneta da parte della banca centrale e la sua iniezione, con operazioni di mercato aperto, nel sistema finanziario ed economico
2 – “band-aiding” significa aiutare a mantenere entro i limiti massimi le fluttuazioni dei tassi di cambio del dollaro rispetto ad un’altra valuta
3 – Il tipo di pensionamento 401k è stato progettato in modo tale che esso incoraggi i dipendenti a risparmiare una notevole somma di denaro per il periodo post-pensionamento.



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MessaggioInviato: 04/01/2010, 12:43 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


IL 2010 SARA’ PEGGIORE
FONTE: MONTY PELERIN
americanthinker.com

Tratto da: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -peggiore/

[i]Il 2010 sarà probabilmente l’anno di svolta in cui esperti smetteranno di riferirsi alla recessione e cominciano a parlare apertamente di depressione.


[:(]Io sono gia depresso quando vedo, sento notizie, e leggo cose cosi....

(non per il post che sia chiaro [;)])

dove andiamo a sbattere? ( non ho usato il futuro volutamente)


"...il mondo e' un'auto da corsa lanciata a tutta velocita' contro un muro e senza freni.....risciremo a sterzare in tempo?"



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« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori,essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »


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robs79 ha scritto:

Se succedesse davvero si avvera cio' che aveva detto mi sembra Titor.


.... c'è ancora qualcuno che dà attendibilità alla bufala di John Titor?


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MessaggioInviato: 04/01/2010, 13:25 
Cita:
Enkidu ha scritto:
.... c'è ancora qualcuno che dà attendibilità alla bufala di John Titor?

A parte la "straordinaria [xx(]" puntata di voyager non ho visto altre cose che smascherano.


Ultima modifica di robs79 il 04/01/2010, 13:26, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 04/01/2010, 14:01 
Lasciamo stare Titor per cortesia [:I]

Qui si parla di cose reali e tangibili..... grazie.



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MessaggioInviato: 07/01/2010, 18:51 
"Nel corso dell'anno Governi e Banche Centrali
con i loro interventi tempestivi hanno evitato
che la crisi si evolvesse in depressione, ma sul
tavolo restano diversi problemi irrisolti.
Ecco le sfide che i mercati dovranno affrontare
nel 2010".





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MessaggioInviato: 13/01/2010, 18:15 
Fisco: da imprese -14 mld su 2008
L'imposta sui redditi perde 10 mld (-21,4%), l'Irap 3,9 mld (-11%)
13 gennaio, 16:17

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 55956.html

ROMA, 13 GEN - L'effetto crisi pesa sui conti delle imprese. Ma a pagare il conto e' pure il Fisco che ne primi 11 mesi dell'anno ha perso 14 mld. Ossia il gettito pagato dalle imprese per l'Ires, l'imposta sui redditi delle societa', e per l'Irap, l'imposta regionale sulle attivita' produttive. In particolare, nel periodo gennaio-novembre 2009 al fisco sono arrivati 10 mld in meno (rispetto al 2008) di Ires, pari a un calo del 21,4%, e 3,9 mld in meno di Irap (-10,9%).



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MessaggioInviato: 14/01/2010, 02:29 
Report 25/10/09 - Il Crollo Del Made In Italy




L'ERA DEL DEBITO

di Stefania Rimini
Domenica 25 ottobre 2009

economia

Noi siamo tra i Paesi più colpiti dalla crisi e di conseguenza l'anno prossimo il macigno del debito pubblico si avvia a pesare il 118% della gamba che lo tira, che è il famoso Pil, il prodotto interno lordo.
Per dare un'idea, stiamo quasi tornando ai livelli di palla al piede che avevamo negli anni Novanta. È come se non ci fossimo mai venduti la Telecom, le Autostrade, parte dellEnel e dellEni. Adesso non abbiamo più molto da dar via, ma ci consoliamo per il fatto di essere in buona compagnia.

Dall'America alla Gran Bretagna, in media tutti i paesi avanzati hanno aumentato il loro debito pubblico dal 75% al 115% del Pil. Loro però si stanno indebitando per salvare il sistema produttivo, mentre noi sudiamo per smaltire un debito pubblico accumulato con gli sperperi degli anni Ottanta, un debito che ci frena sempre di più, ci limita nei movimenti e rende la vita più faticosa alle imprese e alle famiglie.

Oggi la storia ci presenta il conto perché proprio a causa di questo debito obeso l'Italia non può attivare spesa pubblica al pari degli altri Paesi per stimolare leconomia, asfissiata dalla crisi. Intanto all'orizzonte si profila una nuova minaccia: l'aumento dei tassi d'interesse, che inevitabilmente ci sarà. I tassi sono così bassi che non possono far altro che salire, anche perché tutti i Paesi avanzati stanno chiedendo e chiederanno più soldi in prestito ai mercati finanziari. E dunque noi Italiani, per sfamare quel bestione del debito che ci portiamo appresso dagli anni ottanta dovremo sborsare sempre di più.
Ma fino a che punto può aumentare il debito pubblico? Nell'inchiesta verranno spiegati uno per uno, tutti i buoni motivi per cui dobbiamo abbassare il nostro debito, costi quel che costi.

Ringraziamenti:
Stefania Rimini
Milena Gabanelli
Rai 3
Redazione di Report



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MessaggioInviato: 29/01/2010, 05:47 
Signore e signori, il nuovo ordine mondiale

Fonte: http://novoordo.blogspot.com/2009/05/cr ... nwo-3.html

Gli stati si sono accollati l’onere di tappare i buchi creati da banche e altri istituti finanziari, e questo onere pesantissimo ricadrà interamente sui cittadini. Ben difficilmente gli stati potranno uscire da soli dal pozzo senza fondo di debito che si sono accollati: diventa così necessario l’intervento di un organo decisionale centrale, che coordini un’azione a livello mondiale.


I capi di stato continuano a ripetere che è un problema globale e quindi c’è bisogno di una soluzione globale (slogan imparato a memoria per esempio da Sarkozy, che non smette di ripeterlo, memore degli insegnamenti sulla propaganda di Bernays ripresi anche da Gobbels).

Benvenuti nell’unica economia mondiale.

A breve seguirà l’unica valuta mondiale (presumibilmente solo elettronica, per sottrarre alla gente anche l’ultimo tipo di controllo sul proprio denaro): molti governi di tutto il mondo, tra cui la Cina, hanno richiesto una nuova moneta unica mondiale [16].

Recentemente, la Gran Bretagna ha evitato per un soffio il tracollo totale del sistema bancario ed economico, e pare si appresti ad entrare nell’area euro [17]. Probabilmente, quando il dollaro verrà mostrato per quello che già è, carta straccia senza valore, si innescherà un meccanismo simile, che porterà all’aggregazione nell’unica moneta americana, l’amero. Si tratta sempre di una sorta di “nuclei di condensazione” attorno a cui organizzare super-stati in vista dell’unica governance mondiale.

Recentemente i TG hanno assunto sempre più i toni allarmistici della recessione. Sembrerebbe strano, visto che fino a pochi giorni prima si davano un gran da fare per dare risonanza alle parole tranquillizzanti di politici e banchieri. Ma forse non è così strano. I mass-media non parlano mai con bocca propria, ma sempre imbeccati a dovere.
La strategia classica per il controllo delle masse è sempre stata quella di creare una costante percezione di pericolo, perché gli esseri umani in questo stato "concedono maggiore potere ai leader". E’ tutta questione di percezione. Semplice, lineare, efficace. I media trasmettono costantemente notizie di furti, rapine, aggressioni, sciagure, incidenti. In questo modo la gente emotivamente è in uno stato di “perenne guerra”, una percezione di perenne insicurezza che spinge ad accettare qualunque decisione governativa nella speranza che l’insicurezza cessi.
La strategia in questo caso quindi si innesta su quella classica: sfruttare l’attuale crisi per condizionare la gente attraverso il panico. Ma la situazione attuale va ben oltre questa “ricetta classica”. Questa volta non è la manipolazione della massa l’obiettivo primario: si tratta di condizionare le classi dirigenti, che notoriamente non si spaventano facilmente, a meno che non vedano i propri soldi sparire improvvisamente nel nulla. Per creare un cambiamento globale e imporre “una nuova Bretton Woods” che centralizzasse il controllo finanziario, era necessario un vero cataclisma, una crisi di dimensioni epocali che mettesse tutti i vertici in ginocchio. E nel 1995, con un nuovo strumento finanziario costruito ad hoc -i CDS- e una deregolamentazione del settore immobiliare, è stata creata.

Il cataclisma è stato annunciato alle classi dirigenti con il crollo di Lehman Brothers, un istituto che poteva essere salvato ma è stato fatto deliberatamente fallire. Questo primo botto ha dato la scossa al sisma che si sarebbe scatenato di lì a poco. Giusto per far capire a chi aveva i mezzi per farlo, la portata di ciò che sarebbe accaduto.

Il fatto che il 20 gennaio (data di insediamento del presidente alla casa bianca) Obama si troverà a fronteggiare una crisi di tale portata, è dovuto al fatto che la transizione da un controllo USA indiretto sull'economia mondiale tramite il dollaro, che comunque lasciava spazio di manovra e indipendenza sulle politiche finanziarie interne (come ad esempio svalutare la propria moneta per ridurre debiti) a un controllo diretto di un ente sovranazionale (che sicuramente regolamenterà il mercato monetario tramite un paniere prefissato di monete e toglierà agli stati il diritto di svalutare arbitrariamente la propria moneta) non sarà indolore.

Il controllo del mondo tramite una sola moneta di un solo paese non potrebbe durare a lungo. L'uso di una sola moneta produce inevitabilmente l'effetto di una dislocazione dell'industria, di una separazione tra produzione e consumo: il paese che produce moneta tende a divenire sempre più consumatore, mentre i paesi che la importano diventano sempre più produttori, fino a mandare in crisi il paese che produce moneta, come infatti è accaduto agli USA.
Fin dai tempi di Reagan si sapeva che ad un certo punto gli USA sarebbero finiti, e che altri stati avrebbero avanzato la pretesa di usare la loro moneta come moneta di riferimento. Ed ecco perché l’élite al potere doveva fare in modo che quando questo fosse successo, si sarebbe scatenata una tale crisi da rendere impossibile per singoli paesi ereditare in modo naturale lo scettro del controllo monetario. Era necessaria una crisi globale che obbligasse gli stati ad accettare una soluzione globale. [18]

Non dimentichiamo infine che l’unico governo mondiale dovrà avere anche il suo esercito mondiale: anch’esso, come per l’ONU, già abbozzato con la nascita della NATO (primo passo da cui far sorgere un nuovo corpo di polizia internazionale), e ancora con la costituzione europea (trattato anzi, in modo da evitare l’obbligo di sottoporlo ai cittadini dei singoli stati per l’approvazione), che prospetta la nascita di un esercito europeo unico.

A tale proposito vorrei almeno accennare a una serie di fatti inquietanti che si stanno succedendo a ritmo sostenuto da qualche mese in terra statunitense: la costruzione di veri e propri “campi di detenzione/concentramento” in tutti gli USA, destinati a contenere cittadini in rivolta; la preparazione di sacerdoti con appositi “corsi” perché a tempo debito invitino la gente dai loro pulpiti a seguire senza proteste le disposizioni del governo; l’ordinazione da parte della FEMA di centinaia di migliaia di contenitori in plastica resistente per bare; la predisposizione di corsi per reduci dell’Iraq per abituarli alla possibilità che un giorno potranno trovarsi a sparare ai propri familiari; il rimpatrio di interi contingenti dal Medio Oriente e la loro dislocazione sul suolo americano; l’attivazione da parte di Bush della 1st Brigade Combat Team, per azioni di contenimento di disordini nazionali; l’elezione di un nuovo presidente giovane e di colore, che si è fatto amare a suon di slogan e sorrisi, a cui probabilmente toccherà l’ingrato compito di traghettare il popolo americano verso il nuovo ordine mondiale, assumendosi l’onere di far accettare decisioni governative liberticide, ed eventualmente di sedare ogni focolaio di rivolta che si presenterà.

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Siamo giunti al termine di questo lungo -ma spero interessante- articolo sulla crisi finanziaria e i suoi legami con il progetto per un Nuovo Ordine Mondiale.

Durante la stesura di questo scritto, molte cose sono avvenute, parecchie dichiarazioni di politici ed economisti sono cambiate con una rapidità e una capacità di voltagabbana piuttosto sorprendenti (ma è il loro mestiere, dopotutto). Un mutamento interessante è quello relativo all’uso della terminologia “Nuovo Ordine Mondiale”: se infatti fino a un paio di anni fa, chi ne parlava veniva preso per pazzo/visionario/complottista e quant’altro possa suggerire la mente, ultimamente sono sempre più i politici che infilano questa precisa terminologia nei loro discorsi (Tremonti ne è un esempio lampante). Con non-chalance, come fosse una cosa scontata conosciuta da tutti che non ha nemmeno bisogno di spiegazioni.

Una moneta unica, elettronica (fate caso a quanta pubblicità stanno mandando in onda per convincere gli italiani ad usare di più le carte di credito...); un governo unico, imposto con la violenza dell’unica forza del (dis)ordine globale; una religione unica, sorta di sincretismo neo-ecologista, neo-pagano e pseudo-esoterico che periodicamente spopola nelle moderne società occidentali.

Come dicono diversi ricercatori, il nuovo ordine mondiale ci vuole tutti rimbambiti allo stesso modo, passivi e sempre proni ad accettare qualunque decisione dall’alto venga imposta.

La propaganda sfrutta le conoscenze nel campo della psicologia delle folle. Ogniqualvolta si passa a parlare di massa e non già di insieme o comunità di individui, ci si infila nel campo minato della psicologia delle folle, dove non ci sono più persone distinte ma un ammasso spersonalizzato su cui si sono focalizzati decenni di studi.

Orwell nelle sue opere 1984 e La fattoria degli animali aveva previsto bene il futuro che si stava dipanando e che si sarebbe concretizzato nel nostro presente. Ma non era un indovino, quanto un attento osservatore degli eventi e delle tendenze in atto, che ha unito i diversi elementi a sua disposizione per delineare i probabili sviluppi della storia.

Anche Aldous Huxley ha scritto opere sul possibile futuro della società (per esempio Il mondo nuovo). A differenza di Orwell però, che immaginava una società schiavizzata con la violenza da un Grande Fratello tiranno, Huxley concepisce un mondo in cui le persone sono ugualmente schiave, ma non solo non ne sono consapevoli ma addirittura difendono quel tipo di sistema. Programmati fin dalla nascita ad occupare un certo ruolo nella società (avete mai sentito parlare di microchip sottocutanei? [19] ), crescono amando la loro schiavitù, rimbambiti dai divertimenti, ripetendo gli slogan che erano stati impressi alla nascita, inconsapevoli della storia della nascita di quel mondo nuovo in cui esiste un unico Stato.

Sembra fantascienza?
Beh... Guardiamoci un po’ attorno.

Eugenetica, controllo mentale, programmazione ipnopedica, antidepressivi come caramelle, propaganda, restrizione della libertà, dittatura mascherata da buon governo (“questo è il migliore dei sistemi possibili”)...

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Aldous Huxley sapeva di cosa parlava: conosceva fin troppo bene il pensiero e i propositi di alcuni esponenti della famiglia Huxley, una delle più influenti dinastie inglesi. Conosceva i progetti di controllo che si stavano portando avanti, la propensione per l’eugenetica, il malthusianesimo, la depopolazione; semplicemente nei suoi scritti annunciava ciò che era in preparazione.

"Ci sarà, nella prossima generazione o quasi, un metodo farmacologico che farà in modo che gli uomini amino la loro servitù, e produrrà una dittatura senza lacrime, in modo che la gente si vedrà di fatto le proprie libertà portate via, però ne sarà felice, perché sarà allontanata da ogni desiderio di ribellarsi dalla propaganda o dal lavaggio del cervello, o da un lavaggio del cervello attuato per mezzo di metodi farmacologici.#8232; E questa sarà l’ultima rivoluzione."

Aldous Huxley, discorso alla California Medical School, San Francisco, 1961. [20]

Tutto ciò con buona pace delle pecore, pardon, dei cittadini mondiali.


Ma, un momento... Cosa significa dunque tutto ciò, cosa aspettarci nel breve e lungo periodo, per quanto riguarda il lato economico di tutta questa storia? Il problema principale nell'attuale crisi economica, secondo i vari “super-esperti” che pontificano dai mass-media --soloni dell’economia a libropaga dello Stato-- sembra essere la deflazione.
E per debellare questo biblico flagello, le rotative delle banche centrali stanno stampando soldi a ritmi sempre più serrati. Ma è proprio questo il problema: e tenendo conto di tutto ciò che avete appena letto sui meccanismi fondanti dell’attuale sistema monetario ed economico, non vi sarà difficile capirne il motivo. Però vi consiglio comunque di leggete l’illuminante articolo di Gary North “Inflazione o deflazione?” [21] disponibile in italiano a questo indirizzo:
http://gongoro.blogspot.com/2009/02/inf ... zione.html


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Per una efficace definizione di “inflazione”, si consiglia un viaggio d’istruzione in Zimbabwe.

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NOTE:


[16] CNN: “Governments want a One World Currency”, ottobre 2008
[ http://www.youtube.com/watch?v=ALvVtv5G4aE ]
Quanto sia importante per il sistema di dominio arrivare all’uso esclusivo di moneta elettronica, è intuibile anche dalla recente campagna pubblicitaria a favore delle carte di credito: non si è trovato di meglio, per convincere gli italiani ad abbandonare la cartamoneta, che premere su futili motivazioni come la comodità di non avere problemi di resto nei negozi (!).
La moneta elettronica è null’altro che una serie di bit su uno schermo di computer: bit su cui noi non abbiamo potere alcuno, mentre esso si concentra sempre più al di fuori della nostra portata. Questo è un ottimo sistema per rendere ogni singola persona letteralmente schiava delle banche, sotto ogni punto di vista.

[17] Sulla sfiorata bancarotta inglese:
http://informazionescorretta.blogspot.c ... e-ore.html
Sulla possibilità del passaggio sterlina-euro:
http://www.corriere.it/economia/09_febb ... aabc.shtml

[18] Anche quest’ultima spiegazione fa uso di ampi stralci dalla discussione già citata sull’attuale crisi finanziaria
[ http://www.luogocomune.net/site/modules ... 2&forum=46 ]

[19] http://novoordo.blogspot.com/2007/10/rf ... bello.html

[20] http://santaruina.splinder.com/post/994 ... do+Nuovo+I
http://santaruina.splinder.com/post/106 ... o+Nuovo+II
“Amare la propria servitù.#8232; Questo è lo scopo ultimo del regime perfetto”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Famiglia_Huxley

[21] “If Deflation Is Coming, Sell Your Gold”, by Gary North
[ http://www.lewrockwell.com/north/north680.html ]



Inizio stesura 9 ottobre 2008.
Pubblicato on-line il 26 marzo 2009.

Riproduzione e diffusione liberamente consentite
purché non a scopo di lucro
e possibilmente citando la fonte:
Blog Nuovo Ordine Mondiale
http://novoordo.blogspot.com



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MessaggioInviato: 04/02/2010, 01:40 
PERCHÉ L’ECONOMIA MONDIALE NON È CROLLATA NEL 2009?
di GILLES BONAFI - Mondialisation.ca

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Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -nel-2009/


L’anno 2009 si è concluso con cifre che lasciano perplessa la maggior parte degli analisti economici. Infatti, il Dow Jones è aumentato del 18,82% nel 2009, lo S&P500 del 23,45% e il Nasdaq Composite del 43,89%. Per quanto riguarda il CAC 40, è stato guadagnato il 22,32% !
Naturalmente, questi dati vengono utilizzati da coloro che sostengono a gran voce che la crisi è passata. Eppure, dobbiamo ricordare che il nostro sistema economico implode e che bisogna quindi analizzare perché l’economia mondiale non è ancora crollata.

Un sistema economico zombi con fleboclisi.
Eravamo in pochi a prevedere un gigantesco crac economico nel 2009 che non si è prodotto perché non potevamo sapere che le "soluzioni" per cercare di impedirlo sarebbero state così ‘surrealiste’. Sono stati immessi migliaia di miliardi nell’economia, fatto che si tradurrà di conseguenza in un’ulteriore rovina per gli stati e soprattutto condurrà inevitabilmente all’inflazione e, tra l’altro, alla distruzione del dollaro e della sterlina. L’inflazione è ancora bassa, perché essa è contenuta dalla deflazione legata alla debolezza del mercato, ma la situazione dovrebbe cambiare nel 2010. Nonostante questa massiccia immissione di liquidità, abbiamo avuto nel 2009 il più grande fallimento della storia con General Motors e una disoccupazione che esplode ovunque nel mondo!
Inoltre, al fine di immettere ingenti somme nell’economia, gli Stati Uniti hanno commesso l’irreparabile errore, monetizzare il loro debito. Infatti, la Fed (banca centrale americana), il 18 marzo 2009, giorno in cui il dollaro è morto, ha deciso di riacquistare i buoni del tesoro (monetizzazione del debito) e il 29 aprile 2009 ha confermato che acquistava 1.700 miliardi di dollari, vale a dire il 12,5% del PIL, di titoli emessi dal privato e di obbligazioni.
Nel 2009, la Fed ha così riacquistato l’80% dei buoni del Tesoro degli Stati Uniti (80% del debito). Ancora più grave, per limitare i danni, gli Stati Uniti hanno messo in atto nuove norme contabili che permettono di far sparire dal bilancio delle banche i prodotti finanziari più problematici (i CDS ad esempio).

Intrallazzi contabili per salvare le banche
Il 2 aprile 2009, in pieno G20, gli Stati Uniti hanno cambiato le loro norme contabili (dietro minaccia) cosa che ha consentito, secondo Robert Willens, un ex direttore di Lehman Brothers Holdings Inc., di migliorare il bilancio delle banche del 20%. L’ Europa ha seguito l’esempio e ha modificato anch’essa le norme contabili. Avevo già fatto il punto di questo problema nel mio articolo "Crisi sistemica – soluzioni (n ° 5: una Costituzione per l’economia)” che potete trovare nel il mio blog a pagina 9.

Falsificazione dei dati e omertà
Per nascondere la realtà di una situazione economica disastrosa, " vengono riviste" le cifre. Gli economisti analizzano quindi dati sfalsati. Questa revisione ha un nome tecnico: rettifica periodica. Quindi si “aggiusta" a più non posso, come ai bei tempi di Stalin in URSS o come in Cina, e si passa così da -5,2% sulle vendite immobiliari negli Stati Uniti a +9,4%. La prova è sul mio blog a pagina 5 : La verità sulle cifre!. Coloro che non vogliono piegarsi e che tentano di dire la verità, corrono un grosso rischio. Il direttore dell’osservatorio immobiliare del Crédit Foncier, Jean-Michel Cruch, è stato licenziato per aver detto che la crisi non era finita perché aveva calcolato che il ribasso degli affitti di beni immobili (uffici) era del 20% circa, ma ancora più importante, prevedeva tra il 20 e il 40% di diminuzione ulteriore nel 2010, un crac colossale.

Inoltre, i media bloccano sistematicamente le analisi che denunciano la gravità della situazione. E’ vero che di fronte al crescente numero di "dissidenti" (in particolare di personalità di alto livello) la situazione è sempre più complessa. Diventa a esempio difficile mantenere segreta l’analisi di Albert Edwards, responsabile della ricerca economica della Société Générale, che ha lanciato una bomba, spiegando ai clienti della sua banca di prepararsi a un crollo mondiale (global collapse). Fonte: The Telegraph.

La Finanza, un grande casinò globale
Per spingere oltre l’analisi, l’anno 2009 è stato eccezionale sul piano della comprensione del nostro sistema economico. Infatti, il funzionamento reale della borsa che era oscuro anche per la maggior parte degli analisti, si è svelato; un funzionamento che può essere paragonato a quello di un casinò, una truffa planetaria. Bisogna capire bene che la borsa ha una sola utilità sociale, quella di fornire capitali alle imprese. Attualmente sta accadendo il contrario: è l’intera società che è in ostaggio e si spoglia delle proprie ricchezze a beneficio di pochi. Gli Stati-nazioni non sopravviveranno a questo fatto e si ritroveranno anch’essi rovinati.
In primo luogo, dobbiamo sapere che il 40% della creazione di "ricchezza" negli Stati Uniti proviene dalla finanza. Come è potuto succedere? Béchade e François Philippe Leclerc, specialisti finanziari, hanno fatto analisi notevoli che ci permettono di veder chiaro oggi. Philippe Béchade (Chronique Agora) spiega così: "Per coloro che nutrivano ancora qualche dubbio, il comportamento robotico del mercato dimostra in modo eclatante che non vi è più alcun contro-potere reale di fronte alle macchine. I programmi di trading automatizzato regolano con precisione geometrica l’angolo di progressione del canale ascendente. Una volta bloccato l’indice al rialzo implicito (azioni, indici, materie prime) una serie di opportunità infinite viene offerta agli operatori. Possono arbitrare in tempo reale l’insieme delle categorie di derivati: opzioni, warrants, CFD (Contract for difference), contratti su indice”.
François Leclerc (blog di Paul Jorion) spinge l’analisi ancora oltre: "Questo dibattito, che rimbalzerà ovunque, e le informazioni che permette di raccogliere, contribuisce all’acquisizione di una visione d’insieme, sotto tutti gli aspetti, della finanza moderna. Quest’ultima esercita ormai la sua attività in modo molto sofisticato e, di fatto, spesso al di là di ogni possibile controllo delle autorità di regolamentazione, in particolare a causa della sua estrema complessità, della sua velocità, e delle sue interazioni. A meno che siano emanati divieti molto rigidi alla base stessa della sua attività e che sia effettuata una sorveglianza senza acquiescenza né tregua. Un approccio diametralmente opposto a quello che è stato adottato.
Lo ‘high frequency trading’ non è qui che uno dei piccoli pezzi di un grande puzzle, non ancora completamente ricostruito, ma che sta già prendendo forma di capitalismo finanziario, al giorno d’ oggi. Il quadro che emerge è quello di un’attività che pretende di rispettare solamente le proprie leggi, di liberarsi da tutte le tutele, di imporsi a prescindere dalle sue conseguenze devastanti e che, alla fine, a vantaggio solo di una piccolissima minoranza, tenendo sotto il suo controllo e in ostaggio tutti gli altri. Pretendendo di esercitare una forma di asservimento moderno (nel senso proprio di schiavitù), mira a regnare utilizzando tutte le leve di controllo sociale sempre più inebriante, sofisticato e onnipresente. Non senza pervenire a un’incontestabile interiorizzazione della sua posizione dominante, la crisi sociale in ascesa diventa l’opportunità di misurarne l’intensità".
In poche parole, la finanza, con l’aiuto della matematica finanziaria, ha trasformato la borsa in un casinò gigantesco. Peggio ancora, alcuni soggetti sono diventati i padroni.
Si noti che questi algoritmi finanziari estremamente complessi sono detenuti da poche persone. Permettono di sapere tutto in pochi secondi o addirittura in decimi di secondo prima di chiunque altro e quindi di guadagnare ogni volta. Il sistema può collassare, faranno quindi sempre soldi scommettendo al ribasso o al rialzo, prima di tutti, fino a quando il sistema collassa completamente, cosa che accadrà a breve. Alcuni se ne sono resi conto e si rifugiano nell’acquisto dell’oro: tuttavia, questo mercato è anch’esso una grande truffa poiché il mondo della finanza è un ambiente di squali che non esita a scommettere contro i suoi propri clienti, come HSBC custode dei depositi reali del fondo di investimento SPDR Gold Shares (GLD) che prende delle opzioni ribassiste sull’oro mentre essa stessa rivende contratti investiti in questi fondi ai suoi clienti. Grottesco e crudele! Tra l’altro ho realizzato un ampio studio su questo argomento dal titolo "Oro, una nuova truffa globale?" che potete leggere in Nexus Magazine del gennaio-febbraio 2010.
La piccola cerchia dell’alta finanza fa quindi ciò che vuole, senza controlli.

La rifeudalizzazione del mondo
Il mercato dei derivati continua a crescere, ma, ancora una volta, è quasi completamente bloccato da 5 banche (JP Morgan Chase, Goldman Sachs, Bank of America, Citibank, Wells Fargo) per un importo superiore a 200 000 miliardi di dollari (si parla di trilioni), vale a dire quasi 4 volte il PIL mondiale. Potete trovare tutti gli elementi (fonti, grafici) sul mio blog a pagina 7, "Crisi sistemica: mito e realtà. La cosiddetta teoria della domanda e dell’offerta è una frode intellettuale come tutto il nostro sistema economico che si basa su un solo pilastro: la legge del più forte.
J. K. Galbraith, economista canadese e consigliere dei presidenti Roosevelt e Kennedy aveva del resto dichiarato in un’intervista pubblicata su Nouvel Observateur del 4 novembre 2005 che "L’economia di mercato è facilmente descritta come un’antica eredità. In questo caso, si tratta di una truffa."
Inoltre, le 20 persone più ricche del mondo hanno una fortuna personale stimata nel 2009 a 415 miliardi di dollari cioè un po’ meno del PIL della Svizzera (500 miliardi di dollari)! Fonte : Elenco dei miliardari del mondo nel 2009.
L’1%, i più ricchi, rappresentavano il 10% del PIL nel 1979 e il 23% odierno. Il 53% nel 2039?
Albert Einstein, nel maggio del 1949, in un articolo pubblicato nella rivista Monthly Review spiegava, all’epoca: "Il risultato di questi sviluppi è un’oligarchia del capitale privato il cui potere esorbitante non può effettivamente essere accertato neanche da una società il cui sistema politico è democratico."
Ho anche dimostrato che il nostro sistema economico era strutturalmente irrecuperabile a pagina 8 del mio blog (Un sistema economico strutturalmente irrecuperabile I). Il desiderio di libertà, l’anarco-capitalismo, ha portato all’estremo l’ideale di libertà ed è un fallimento, poiché, come afferma Alexandre Minkowski "La libertà non è la libertà di fare qualsiasi cosa, è il rifiuto di fare ciò che è dannoso".
Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione senza precedenti, perché abbiamo 2 sistemi economici che ci portano tutti verso la dittatura. Né comunismo né capitalismo hanno infatti ragione, dobbiamo quindi costruire un nuovo modello. Tuttavia, il problema è più profondo.
Tutte le organizzazioni sociali dipendono da una legge matematica fondamentale, la legge di Pareto o meglio, la legge di potenza che dimostra che in qualsiasi sistema organizzato, un piccolo numero si appropria sempre della quasi totalità delle ricchezze a spese altrui. La regola di base della dominazione è qui e le persone che controllano il mondo conoscono perfettamente questa legge fondamentale di cui fanno uso e abuso.
La rete, giorno dopo giorno, svela il funzionamento di questa dominazione la cui chiave è il nostro sistema di acquisizione delle ricchezze da parte di un piccolo gruppo, un funzionamento economico moralmente e matematicamente condannato. In effetti, questo sistema porta a trasformare tutto in modo esponenziale poiché la legge di Pareto (legge di potenza) è di per sé un esponenziale. La legge universale dell’equilibrio e dell’armonia (studiata da tutte le correnti spirituali e dalla scienza) deriva dalla analogia degli opposti, il principio dialogico di Edgar Morin che ha preso in prestito pesantemente da Eliphas Levi e dalla cabala . Di fronte a un’esponenziale di capitale accumulato nelle mani di pochi, ci ritroviamo quindi (il principio di equilibrio), con un’ esponenziale di debiti legati ad un consumo esponenziale, e quindi di distruzione del pianeta, di noi stessi. Questa legge di potenza è il risultato diretto del nostro cervello primitivo poiché alla fine, l’insegnamento dei frattali che si ritrova nel principio "hologrammatico" di Edgar Morin, dimostra che la parte è nel tutto, ma il tutto è nella parte e che tutto è correlato. I nostri sistemi economici non sono quindi che i riflessi di ciò che noi siamo. Voler costruire un sistema più giusto e redistributivo si oppone quindi all’animale che è in noi, perché alla fine, siamo in guerra contro noi stessi. La soluzione di fronte alla distruzione della nostra civiltà non può passare che tramite un cambiamento individuale radicale, una consapevolezza globale. La risposta non sarà allora economica, ma prima di tutto filosofica, spirituale.

"Dobbiamo diventare il cambiamento che ci auguriamo
di vedere nel mondo". Mohandas Karamchand Gandhi.


Gilles Bonafi è è professore e analista economico. Il suo blog: http://gillesbonafi.skyrock.com/
Titolo originale: "Pourquoi l’économie mondiale ne s’est pas effondrée en 2009 ?"
Fonte: http://www.mondialisation.ca
Link
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ELENA RIVA



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MessaggioInviato: 05/02/2010, 11:22 
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00757.html

TOKYO CHIUDE IN FORTE RIBASSO, -2,89% - La Borsa di Tokyo chiude gli scambi in forte ribasso del 2,89%, scontando le perdite di Wall Street, la decisa risalita dello yen sulle principali valute e i timori sul debito di alcuni Paesi europei, a cominciare dalla Spagna. In controtendenza il titolo Toyota, che, nonostante i problemi legati al maxi-richiamo di vetture, ha passato la seduta in territorio positivo. L'indice Nikkei scende a 10.057,09 punti, 298,89 in meno della chiusura di ieri.

BORSA: L'EUROPA HA BRUCIATO IERI 128 MILIARDI - Le Borse europee bruciano 128 miliardi di euro in scia ai timori degli investitori legati allo stato di salute dell'economia spagnola. Al termine della seduta l'indice paneuropeo Dj Stoxx 600, che sintetizza l'andamento dei principali indici del Vecchio Continente, ha perso il 2,69% mentre la Borsa di Madrid è caduta del 5,94%.

In rosso anche la chiusura di Wall Street, sulla scia delle preoccupazioni per l'occupazione e per i deficit di bilancio di Spagna e Portogallo dopo la Grecia: l'indice Dow Jones, dopo esser sceso brevemente sotto quota 10.000, ha chiuso a 10.002,18 punti (-2,61%), mentre il Nasdaq é arretrato a 2.125,43 (-2.99%) In perdita anche l'indice S&P 500 a 1.063,11 punti (-3,11%).

Per il Dow Jones è stata la peggior perdita in punti in un giorno dal 20 aprile e la più vasta perdita in percentuale dal 2 luglio. L'indice era sceso sotto quota 10.000 poco prima della chiusura ma è riuscito a risalire di poco sopra quel livello alla chiusra degli scambi.

MILANO: GIU' CON EUROPA, TONFO INTESA E UNICREDIT -5%
Piazza Affari viene presa nel vortice della tempesta che ha il suo epicentro in Spagna. Con una rapida accelerazione dopo l'avvio in calo di Wall Street anche gli indici milanesi sono precipitati: il Ftse Mib ha perso il 3,45% a 21.404 punti e il Ftse All Share il 3,34% a 21.938 punti. "Alla caduta dei 'pigs', i paesi periferici - commenta duramente un operatore - dopo Grecia, Spagna e Portogallo manca solo l'Italia", ma lo stesso sottolinea anche come lo scossone sui mercati sia più emotivo che legato ad elementi concreti.

OCCHI ALLA SPAGNA. Occhi puntati sui gruppi che in Spagna hanno i maggiori interessi. Tra questi Generali (detiene l'1% circa del Santander) che ha perso il 4,66% a 16,58 euro, Eni (ha il 50% di Union Fenosa) ha lasciato il 2,59% a 16,52 euro, e ancora Enel (-2,36% a 3,8 euro), Autogrill (-2,61% a 8,7 euro), Atlantia (-3,53% a 17,49 euro), Mediaset (-3,54% a 5,44 euro), Fiat (-4,54% a 8,62 euro).

TONFO BANCHE. Pesanti in tutta Europa le banche escono massacrate alla fine di questa seduta. Intesa Sanpaolo ha perso il 5,33% a 2,66 euro, Unicredit il 5,01% a 1,99 euro, Mediobanca il 5,24% a 7,68 euro. Non vengono risparmiate le assicurazioni con Unipol in ribasso del 3,07% a 0,86 euro, Fonsai il 2,48% a 11,8 euro.

CONTENGONO CALO SNAM, PIRELLI E TELECOM. Telecom gira in calo nel pomeriggio insieme al deteriorarsi di tutto il listino, contiene il calo all'1,81% ma perde la soglia di 1,10 euro (chiude a 1,08 euro). Pirelli che in mattinata saliva beneficiando di alcuni report positivi e del consiglio 'buy' degli analisti di Kepler ha chiuso in ribasso dell'1,43% a 0,41 euro. Hanno contenuto il calo Snam Rete Gas (-0,37% a 3,39 euro), Ansaldo Sts (-1,38% a 14,27 euro).



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