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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 07/04/2017, 21:08 
bleffort ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
Ma un paese è povero se per esempio :
- non ha giacimenti petroliferi ??,
- non ha colonie ???
- ha perso l'ultima guerra ???
- altro ''''

Azzz.. come mai, noi che abbiamo queste 3 cose in comune con la Germania siamo messi così male ??? [:291]

Una piccola idea io me la sono fatta.

Il motivo è che non avete considerato come vostra anche la parte Sud dell'Italia sin dall'inizio. [:305]

A parte il fatto che sono stati i Savoia a volere il sud, noi a quei tempi neanche sapevamo esistesse.
Comunque vedo che mi sono fatto intendere bene, pur non esplicitando la mia idea.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 07/04/2017, 21:18 
ORSOGRIGIO ha scritto:
bleffort ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
Ma un paese è povero se per esempio :
- non ha giacimenti petroliferi ??,
- non ha colonie ???
- ha perso l'ultima guerra ???
- altro ''''

Azzz.. come mai, noi che abbiamo queste 3 cose in comune con la Germania siamo messi così male ??? [:291]

Una piccola idea io me la sono fatta.

Il motivo è che non avete considerato come vostra anche la parte Sud dell'Italia sin dall'inizio. [:305]

A parte il fatto che sono stati i Savoia a volere il sud, noi a quei tempi neanche sapevamo esistesse.
Comunque vedo che mi sono fatto intendere bene, pur non esplicitando la mia idea.

Ma!.......i Savoia non sono Siciliani! [:D] e poi se voi non sapevate la nostra esistenza immaginati noi se potevamo sapere la vostra,dato che eravamo una Stato a se'. [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 07/04/2017, 21:45 
Sono convinto che non si sapeva della nostra esistenza, infatti i confinati, li hanno mandati su da queste parti pensando di "esiliarli" in lande deserte, mica l'hanno fatto per dispetto.
Però io non ci credo, perché "MAL COMUNE, MEZZO GAUDIO" è sempre stata una linea di pensiero molto ita(g)liana.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 07/04/2017, 22:49 
ORSOGRIGIO ha scritto:
Sono convinto che non si sapeva della nostra esistenza, infatti i confinati, li hanno mandati su da queste parti pensando di "esiliarli" in lande deserte, mica l'hanno fatto per dispetto.
Però io non ci credo, perché "MAL COMUNE, MEZZO GAUDIO" è sempre stata una linea di pensiero molto ita(g)liana.

Tu veramente sei convinto che sia stata questa la causa? [:296] e se è come tu dici di chi è stata la colpa dei Siciliani? o di quelli che per noi sono del Nord?. [:291]
Non sono stati i Siciliani stessi a portarveli,siete stati sempre voi dell'alto "Stivale"!!!.[:302]
Il proverbio dice che il pesce puzza sempre dalla testa. [^]
E chi decide sono sempre quelli che hanno i soldi e il potere.


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 08/04/2017, 10:14 
bleffort ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
Sono convinto che non si sapeva della nostra esistenza, infatti i confinati, li hanno mandati su da queste parti pensando di "esiliarli" in lande deserte, mica l'hanno fatto per dispetto.
Però io non ci credo, perché "MAL COMUNE, MEZZO GAUDIO" è sempre stata una linea di pensiero molto ita(g)liana.

Tu veramente sei convinto che sia stata questa la causa? [:296] e se è come tu dici di chi è stata la colpa dei Siciliani? o di quelli che per noi sono del Nord?. [:291]
Non sono stati i Siciliani stessi a portarveli,siete stati sempre voi dell'alto "Stivale"!!!.[:302]
Il proverbio dice che il pesce puzza sempre dalla testa. [^]
E chi decide sono sempre quelli che hanno i soldi e il potere.

Su questo son pienamente d'accordo.
Vedo che come sempre la colpa è degli altri, nostra, che ce li siamo portati.
Ma quando mai!
Ed il pesce marcio che ci è stato "donato", che una mattina ci siamo trovati nella casa accanto, era siciliano o sbaglio?
O erano altoatesini sotto mentite spoglie che erano giù a dar fastidio ai siciliani??

Non si risolvono le discussioni a forza di slogan, ma ci vuole coraggio ad ammettere e rendersi conto della situazione; come già detto: nessuno è colpevole di dove è nato, ma non è giustificato se non si rende conto o condivide volontariamente l'andazzo.
Non penso che la stragrande maggioranza dei siciliani sia contenta o indifferente del "disagio" sociale, economico e fisico che ha dovuto, deve e dovrà sopportare.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 08/04/2017, 10:38 
ORSOGRIGIO ha scritto:
bleffort ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
Sono convinto che non si sapeva della nostra esistenza, infatti i confinati, li hanno mandati su da queste parti pensando di "esiliarli" in lande deserte, mica l'hanno fatto per dispetto.
Però io non ci credo, perché "MAL COMUNE, MEZZO GAUDIO" è sempre stata una linea di pensiero molto ita(g)liana.

Tu veramente sei convinto che sia stata questa la causa? [:296] e se è come tu dici di chi è stata la colpa dei Siciliani? o di quelli che per noi sono del Nord?. [:291]
Non sono stati i Siciliani stessi a portarveli,siete stati sempre voi dell'alto "Stivale"!!!.[:302]
Il proverbio dice che il pesce puzza sempre dalla testa. [^]
E chi decide sono sempre quelli che hanno i soldi e il potere.

Su questo son pienamente d'accordo.
Vedo che come sempre la colpa è degli altri, nostra, che ce li siamo portati.
Ma quando mai!
Ed il pesce marcio che ci è stato "donato", che una mattina ci siamo trovati nella casa accanto, era siciliano o sbaglio?
O erano altoatesini sotto mentite spoglie che erano giù a dar fastidio ai siciliani??

Non si risolvono le discussioni a forza di slogan, ma ci vuole coraggio ad ammettere e rendersi conto della situazione; come già detto: nessuno è colpevole di dove è nato, ma non è giustificato se non si rende conto o condivide volontariamente l'andazzo.
Non penso che la stragrande maggioranza dei siciliani sia contenta o indifferente del "disagio" sociale, economico e fisico che ha dovuto, deve e dovrà sopportare.

Se vi siete lamentati voi immaginati noi che subivamo la mafia direttamente ,tu non immagini che clima pesante di oppressione vi era in Sicilia fino a poco tempo fa,specialmente ai tempi delle guerre di mafia che ci sono state.
Purtroppo questo è stato il frutto di tanti soprusi che i Siciliani hanno subito nelle diverse epoche e che al posto di evolversi in bene, (con l'aiuto di altre nazioni e anche delle politiche colonialiste che Roma a effettuato da sempre verso di noi ) si è tramutato in cancro.


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 27/04/2017, 15:10 
Cita:

QUAL E’ IL TUO PIANO B ?

DI CHARLES HUGHES SMITH


TUTTI ABBIAMO UN PIANO A: CONTINUARE A VIVERE COME ABBIAMO FATTO FINORA.

Alcuni di noi hanno un piano B in caso il piano A non funzionasse; e le ragioni di un piano B si distinguono in tre categorie principali:

I ‘Preppers’ (survivalisti) che prevedono la possibilità di un fallimento del Piano A dovuto a una sistematica “tempesta perfetta” di eventi che potrebbero sopraffare la capacità dello status-quo di fornire carburanti, sanitari, alimenti e trasporto per la popolazione altamente urbanizzata del paese.
Quelli coscienti della natura precaria del proprio lavoro e dell’eventualità di doversi trasferire in un altro posto quando perderanno il loro impiego e non riusciranno a trovarne presto un altro equivalente.
Quelli che fanno tutto il possibile per mantenere il piano A e che sognano un’esistenza meno stressante, meno complicata, più economica e più soddisfacente.

LA FRAGILITÀ E LA VULNERABILITÀ DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO ALTAMENTE OTTIMIZZATE

Molte persone non si rendono conto della vulnerabilità delle catene di approvvigionamento che forniscono alimenti, carburanti e tutti gli altri beni di consumo delle società urbane industrializzate. Come regola generale, in una città tipica ci sono solo pochi giorni di autonomia in termini di alimenti e carburanti e qualsiasi disgregazione esaurisce rapidamente le scorte. (Quelli interessati a saperne di più potrebbero iniziare leggendo il libro Quando si fermano i camion: energia e il futuro dei trasporti).

La maggior parte della gente che vive nelle città non si rende conto che i servizi di emergenza governativi sono in realtà piuttosto limitati e che anche un piccolo numero di vittime o feriti (per esempio, qualche migliaio) in un’area urbana, esaurisce in poco tempo quei servizi in grado di gestire un numero limitato di esigenze.

Le autorità possono ricorrere alla Guardia Nazionale per il mantenimento dell’ordine; tuttavia il governo non è in grado di fornire cibo e carburante a milioni di persone sopraffatte da una calamità naturale o da un ‘cigno nero’ (un disastro inatteso).

Per ridurre i costi, le catene di approvvigionamenti e gli altri sistemi essenziali sono stati ridotti allo stretto necessario; qualsiasi interruzione nel flusso ottimizzato ha il potenziale per paralizzare l’intero sistema. Poiché questi sistemi altamente ottimizzati funzionano perfettamente per la maggior parte del tempo, non riusciamo a comprende le vulnerabilità nascoste dietro alle “consegne puntuali” e altre efficienze.

Questa fragilità intrinseca ha da tempo stimolato l’interesse per i luoghi di rifugio, un argomento che ho recentemente trattato nel libro: “Possedere un luogo di rifugio e sfide reali”.

DOVE ANDARE SE CROLLA L’ECONOMIA?

Negli ultimi otto anni, i politici americani e le autorità federali hanno tentato di annientare il classico ciclo economico di crescita, stagnazione, recessione e ripresa. Sembra che ci siano riusciti, ma la lenta crescita del periodo è stata sostenuta da un’espansione senza precedenti di debiti di governo, aziendali e privati.

Questo straordinario boom del debito è stato attivato dal calo dei tassi di interesse. La maggior parte degli osservatori con un’adeguata percezione della storia, considera totalmente insostenibile e destabilizzante questa eccessiva espansione del debito e il livello prossimo allo zero dei tassi di interesse:

Immagine

In altre parole, prolungare il ciclo di espansione con misure politiche estreme non potrà impedire il ciclo economico; piuttosto, queste misure eccessive aumentano la probabilità che l’eventuale recessione sia più profonda e più duratura di quanto lo sarebbe stata in assenza di simili provvedimenti estremi.

Possiamo quindi prevedere una recessione, in cui saranno liquidati e cancellati mutui e debiti non rimborsabili, e un rallentamento o addirittura un’inversione di tendenza del debito (come nella recessione del 2008/2009).

Quando vendite e profitti si riducono, i datori di lavoro sono costretti a licenziare i dipendenti; e se calano i redditi calano anche le vendite, creando un ciclo interconnesso di contrazioni di reddito e di spesa delle famiglie.

Quando questa musica alla fine si fermerà, molti lavoratori licenziati non saranno in grado di trovarsi un altro lavoro. Senza un lavoro, la maggior parte delle persone non può permettersi di rimanere a lungo nei centri urbani ad alto costo.

Quando la recessione del 2000 colpì duramente l’occupazione nell’area di San Francisco, più di 100,000 persone si trasferirono altrove.

Chi si è trasferito di recente nelle aree urbane ad alto reddito dovrà considerare la possibilità di tornare al suo paese di origine. Molti immigrati dal sud del confine avranno nel frattempo investito i loro guadagni nella costruzione di nuove case nel paese d’origine. Se crolla l’economia a nord del Rio Grande, possono sempre andare a vivere in quelle case che hanno costruito quando il loro reddito era più alto.

In Cina, molti lavoratori urbani licenziati in periodi di crisi hanno fatto ritorno nei loro villaggi, dove comunque hanno trovato una fonte di alimenti (agricoltura locale) e un tetto sopra la testa (la casa di famiglia).

Oggi “i cosmopoliti senza radici” (abitanti delle città americane) di solito non hanno un luogo di origine dove rifugiarsi in tempi difficili. Quindi un comune piano B è quello di cercare un posto equivalente a basso costo dove rifugiarsi in tempi difficili.

DOVE ANDARE QUANDO SI E’ “ALLA FRUTTA”?

C’è una semplice espressione che descrive perfettamente il senso di frustrazione e insoddisfazione che sperimentiamo quando ci sentiamo come se fossimo su un tapis-roulant diretto verso il nulla e che sta anche accelerando: “Siamo alla Frutta”.

Come ha osservato lo storico Fernand Braudel (insieme ad altri) le città hanno sempre avuto un maggior costo della vita rispetto alla campagna e offrono redditi più alti. Le città aggregano capitali, talento e potere, e se da una parte questo dinamismo consente a molti di elevarsi da una condizione di povertà, dall’altra può anche esacerbare ricchezza, povertà e disuguaglianze di redditi.

In molte aree urbane, la globalizzazione del lavoro e del capitale, unita alle misure politiche estreme di cui sopra, hanno allargato il divario tra “abbienti” e “non abbienti”. Quelli che a suo tempo hanno comprato la casa in zone ambite della città a 150,000 dollari, oggi si ritrovano più ricchi, con il valore di quelle case salito a 750.000 dollari. I giovani di oggi con impieghi normali non potranno mai permettersi di comprarsi una casa a quel prezzo; quindi, la classica fonte di risparmio a tempo pieno rappresentata dalla proprietà di una casa, come bene sicuro per la classe media, oggi è fuori dalla loro portata.

Molti di quelli che sono riusciti a comprare una casa, ora sono costretti ad allungare i tempi dei mutui, a pagare tasse soffocanti, a dover spendere per l’assistenza sanitaria propria e della propria famiglia e per la cura e la custodia dei bambini piccoli. Sono davvero “alla frutta”, e il loro piano B è di sicuro una mossa permanente verso un’esistenza meno gravosa e più soddisfacente altrove.

TRE OBIETTIVI DIVERSI, TRE DIVERSI LUOGHI DOVE VIVERE

Anche se il piano B comprende un ampio spettro di opzioni, queste tre categorie fondamentali definiscono tre obiettivi diversi per tre diversi luoghi dove risiedere.

Mentre il “prepper” impegnato con un piano B di fuga ha di solito in programma un luogo di rifugio a lungo termine, altri potrebbero considerare una sistemazione temporanea, un luogo dove andare in caso di disastro naturale, come un terremoto, un uragano, un disordine sociale localizzato.

Una sistemazione temporanea potrebbe essere ad esempio un trailer o un camper parcheggiato nel vialetto della casa dei genitori, o una stanza di riserva nella casa di un parente o, ancora meglio, un capannone di stoccaggio trasformato in una casa. Quelli che prevedono una drastica riduzione del reddito a causa della recessione, avranno un piano B molto diverso, poiché avranno bisogno di abitazioni molto più economiche per un periodo più lungo, da mesi a anni.

Il piano B in caso di recessione dovrebbe anche prevedere l’assistenza all’infanzia e alla scolarizzazione, l’assistenza sanitaria, una qualche occupazione come fonte di reddito, e tutte le componenti quotidiane del piano A.

Il piano B in caso di recessione dovrebbe anche considerare la possibilità di non poter più tornare allo stile di vita del Piano A per motivi di salute, di disoccupazione prolungata o di una permanente riduzione della spesa abitativa.

Il piano B estremo va inteso come status permanente. Il Piano A viene completamente sostituito dal Piano B per soddisfare le primarie esigenze abitative, di lavoro e di comunità – quella che io definisco una “sistemazione stabile e funzionale”.

Nella Parte II: Vantaggi e Sfide nel mantenimento di una proprietà di rifugio, presentiamo il quadro generale dei vincoli, compromessi, costi e benefici che comporta il mantenimento di una proprietà di rifugio di un Piano B. Non esiste una sola soluzione, “una dimensione adatta a tutti”: la soluzione e la gestione sono sempre personalizzate secondo le proprie esigenze, risorse, competenze e valutazione dei propri rischi.

Con questo nostro schema, ci auguriamo di esservi stati di aiuto per meglio definire quei fattori che più si adattano alla vostra situazione personale.

Il mantenimento di una sistemazione di emergenza funzionale è una responsabilità che comporta costi e complessità reali. Ma se pensata bene, darà un grande ritorno sia nei tempi buoni che in quelli cattivi.



https://comedonchisciotte.org/qual-e-il-tuo-piano-b/


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 27/04/2017, 15:49 
Cita:
Quando questa musica alla fine si fermerà, molti lavoratori licenziati non saranno in grado di trovarsi un altro lavoro. Senza un lavoro, la maggior parte delle persone non può permettersi di rimanere a lungo nei centri urbani ad alto costo.

Sono questi i nuovi poveri ed è una cosa già attuale. Gente che una volta licenziata è fuori per sempre dai circuiti del lavoro e che sono troppo vecchi per ricollocarsi ma troppo giovani per una pensione. E' la fascia d'età che vai dai 40 anni a salire. Quando a quella età perdi il lavoro hai perso tutto e non esistono redditi di cittadinanza a tal senso. In Italia sempre più imprese chiudono e sempre più lavori li svolgono gli immigrati ergo questi italiani rischiano seriamente di essere fuori dal mondo del lavoro. Oggi in Italia si va in pensione a quanto? 67 anni? Come campa fino agli anni per la pensione sociale uno che a 45 anni perde il lavoro e non riesce a trovarne un altro? E come campano quei giovani 25-30 enni disoccupati a carico di un genitore se questo viene a mancare? E come camperanno tutte queste migliaia di immigrati molti dei quali non troveranno un lavoro stabile?

Queste sono le domande a cui dovrebbe rispondere una società cosiddetta civile.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 27/04/2017, 17:00 
sottovento ha scritto:
Cita:
Quando questa musica alla fine si fermerà, molti lavoratori licenziati non saranno in grado di trovarsi un altro lavoro. Senza un lavoro, la maggior parte delle persone non può permettersi di rimanere a lungo nei centri urbani ad alto costo.

Sono questi i nuovi poveri ed è una cosa già attuale. Gente che una volta licenziata è fuori per sempre dai circuiti del lavoro e che sono troppo vecchi per ricollocarsi ma troppo giovani per una pensione. E' la fascia d'età che vai dai 40 anni a salire. Quando a quella età perdi il lavoro hai perso tutto e non esistono redditi di cittadinanza a tal senso. In Italia sempre più imprese chiudono e sempre più lavori li svolgono gli immigrati ergo questi italiani rischiano seriamente di essere fuori dal mondo del lavoro. Oggi in Italia si va in pensione a quanto? 67 anni? Come campa fino agli anni per la pensione sociale uno che a 45 anni perde il lavoro e non riesce a trovarne un altro? E come campano quei giovani 25-30 enni disoccupati a carico di un genitore se questo viene a mancare? E come camperanno tutte queste migliaia di immigrati molti dei quali non troveranno un lavoro stabile?

Queste sono le domande a cui dovrebbe rispondere una società cosiddetta civile.

La società civile sta già "rispondendo" e non a casaccio, ma con piano preordinato e ben studiato a tavolino.

1 - fare in modo che chi lavora, sempre più sia preoccupato, e si accontenti di guadagnare anche meno.
2 - fare in modo che chi è disperato, cominci a pensare che magari ci vorrebbe un governo "forte".
3 - fare in modo che l'immigrato, sostituisca man mano l'autoctono, tanto l'immigrato per un paio di generazioni non pretenderà più di tanto, che poi i "sudditi" siano bianchi o neri, cristiani o muslim, alla borsavalori ed al pulpito, non fa differenza.



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MessaggioInviato: 27/04/2017, 17:14 
ORSOGRIGIO ha scritto:
La società civile sta già "rispondendo" e non a casaccio, ma con piano preordinato e ben studiato a tavolino.

1 - fare in modo che chi lavora, sempre più sia preoccupato, e si accontenti di guadagnare anche meno.
2 - fare in modo che chi è disperato, cominci a pensare che magari ci vorrebbe un governo "forte".
3 - fare in modo che l'immigrato, sostituisca man mano l'autoctono, tanto l'immigrato per un paio di generazioni non pretenderà più di tanto, che poi i "sudditi" siano bianchi o neri, cristiani o muslim, alla borsavalori ed al pulpito, non fa differenza.

Ottima analisi ma...gli italiani lo avranno capito?



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 27/04/2017, 17:33 
sottovento ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
La società civile sta già "rispondendo" e non a casaccio, ma con piano preordinato e ben studiato a tavolino.

1 - fare in modo che chi lavora, sempre più sia preoccupato, e si accontenti di guadagnare anche meno.
2 - fare in modo che chi è disperato, cominci a pensare che magari ci vorrebbe un governo "forte".
3 - fare in modo che l'immigrato, sostituisca man mano l'autoctono, tanto l'immigrato per un paio di generazioni non pretenderà più di tanto, che poi i "sudditi" siano bianchi o neri, cristiani o muslim, alla borsavalori ed al pulpito, non fa differenza.

Ottima analisi ma...gli italiani lo avranno capito?

Sembra proprio di no, perché di italiani ce ne sono pochi.
Ed alla maggioranza degli altri, i taGliani, l'è pussè facil meteghel in del .... che in del cò(testa). [B)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 30/04/2017, 11:16 
questa qui ad eichmann
fa un baffo..
fate caso agli occhi iniettati di sangue..
non so chi sia ma a vederla
non ispira buone sensazioni..


http://www.corriere.it/esteri/17_aprile ... 3692.shtml

La bimba che stravinceva a Monopoli gestisce il tesoro miliardario di Soros
Dawn Fitzpatrick ha scalato la società svizzera Ubs senza rinunciare a diventare mamma tre volte. Ora controllerà l’enorme patrimonio del «re degli hedge fund»

Immagine

Il «fattore» donna

L’ex ragazza di Irvington, provincia di New York (dove ancora vive con marito e figli), saprà di sicuro far valere le sue doti. Ha sfondato il tetto di cristallo puntando proprio sulle «qualità innate» delle donne: «Siamo più umili negli investimenti — ha assicurato —. Tagliamo le perdite più velocemente, e in modo più efficace, di quanto non facciano in genere gli uomini». Vari studi confermano che le donne sono «risk manager» migliori dei colleghi maschi.

Immagine



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 04/05/2017, 15:20 
Cita:

Non “i barbari” ma il vuoto di valori ci finirà



Credo che noi siamo in una situazione molto simile a quella in cui dovettero trovarsi a vivere i Romani nei decenni che precedettero il crollo dell’Impero. C’è nell’aria un ‘sensus finis’, un’assenza di speranze, collettive e individuali, uno sfinimento, uno sfibramento, una mancanza di vitalità, un sentimento di impotenza. Che sono i classici segni di un mondo in decadenza.

I ‘barbari’ sono alle porte, molti sono già dentro le mura, premono, come ai tempi dell’Impero, ai nostri confini. I Goti, i Burgundi, i Franchi, i Vandali poterono averla vinta sulle ben più potenti e organizzate armate romane, fino a conquistarne la Capitale, riducendola ai tempi dei Lanzichenecchi a 37 mila abitanti, perché nei secoli precedenti, l’Impero e le sue strutture istituzionali e mentali erano state corrose da un tarlo che si chiamava cristianesimo. Invano gli imperatori, da Diocleziano in poi fino all’ultimo e disperato tentativo di Giuliano l’Apostata, avevano cercato di estirpare, con la repressione e la violenza, questo tarlo. Il mondo pagano, corrotto fino al midollo proprio a cagione della propria potenza, verrebbe da dire della Superpotenza, non poté nulla contro un’ideologia che portava in sé valori fortissimi e nuovi. Ma solo parzialmente nuovi perché originavano dal giudaismo. Insomma il cristianesimo rimaneva un fenomeno mediterraneo che non partiva dal nulla e non veniva dal nulla. Perciò nel giro di pochi secoli il cristianesimo poté avere di fatto la meglio sul mondo germanico, apparentemente vincitore, convertendolo a sé com’è documentato dai canti dell’Edda. Alle quasi infinite superstizioni che avevano attraversato quel mondo, ma che avevano anche, per misteriosi canali, molti punti di contatto con la Bibbia e con il Vangelo, se n’era sostituita un’altra, unica, più forte, più convincente, più coinvolgente.

Ma anche il cristianesimo, tradotto da San Paolo in una struttura potente, religiosa ma anche temporale come la Chiesa, aveva in sé i germi e i prodromi della sua fine. Dopo venti secoli di egemonia e di ascesa il pensiero cristiano nelle sue varie declinazioni cattolica, ortodossa, protestante ha terminato la sua fase propulsiva, per dirla con le parole di Enrico Berlinguer in riferimento al comunismo sovietico.

Forse noi non abbiamo compreso appieno cosa ha voluto dire “la morte di Dio”. Quando Friedrich Nietzsche la proclama nei primi anni ’80 dell’Ottocento, constata, con qualche decennio di anticipo, perché era un genio, che Dio, in virtù o a causa dell’Illuminismo e dell’affermarsi della Dea Ragione, è morto nella coscienza dell’uomo occidentale. Ma i suoi funerali non saranno affatto indolori. Non per nulla il capitolo successivo a questa affermazione nicciana si intitola Incipit tragoedia. Dio sarà sostituito dalle Ideologie. Ma le Ideologie, nel giro di un tempo relativamente breve, due secoli e mezzo all’incirca, periranno anch’esse. E anche la loro morte, come quella di Dio, verrà salutata come una liberazione. Invece è un’altra tragedia. Perché è venuto meno ogni punto di riferimento laico o religioso (un Dio morto non può essere resuscitato), non potendosi considerar tale il libero mercato che non è nemmeno più non dico un’ideologia, com’era ai tempi di Adam Smith e di David Ricardo, ma neppure un’idea. E’ semplicemente un meccanismo che va per conto suo, autopotenziandosi nella misura in cui indebolisce l’uomo che lo ha innescato, sfuggito di mano non solo agli ‘apprendisti stregoni’ che lo concepirono, ma anche alle mosche cocchiere che si illudono di guidarlo e del quale, prima o poi, saranno anch’esse vittima.

Da qui lo smarrimento che ci coinvolge tutti, poveri e ricchi. E la paura, l’abbietta paura (basta pensare a quanto è avvenuto pochi giorni fa alla Gare du Nord dove c’è stato un fuggi fuggi generale dei passeggeri, che hanno abbandonato persino i loro bagagli, la ‘robba’, perché un uomo si aggirava armato di un coltello) nei confronti dei ‘nuovi barbari’ che sono davvero, a differenza di quelli d’antan, ‘altro da noi’. Ma non è del terrore che noi dovremmo aver terrore. Ma del nostro vuoto di valori. Sarà questo che ci perderà, nonostante noi occidentali si sia tanto superiormente armati, come lo erano i Romani di fronte alle orde di origine germanica.

Presso ogni cultura, quasi senza eccezioni, è previsto che il proprio sistema di valori non sia eterno, ma a un certo punto collassi. Ma la favola convenuta, nella inesausta necessità di speranza che è propria di quella tragica creatura che è l’uomo, vuole che dopo ogni krisis, intesa in senso greco, rinasca un mondo migliore e più degno di essere vissuto. A noi non resta che aggrapparci a questa favola e augurarci che non sia veritiera la premonizione di Eraclito che nel VI secolo prima di Cristo ammoniva che l’umanità era destinata a degenerare senza soluzione di continuità. Anche se la Storia, almeno finora, sembra dargli ragione.


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 16/05/2017, 01:28 
Cita:
Svezia, il boom dei migranti mette in crisi il welfare nordico


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 19/05/2017, 16:42 
Cita:


Spese improvvise? Metà americani non ha neanche $100 da parte


Metà americani oggi non sono pronti ad affrontare una spesa improvvisa nemmeno di 100 dollari. A renderlo noto un sondaggio realizzato da Bloomberg e New America che ha esaminato le capacità dei cittadini di far fronte a imprevisti economici.

E i risultati che escono fuori sono del tutto interessanti. E stato chiesto a 1000 intervistati se fossero preparati a sostenere spese impreviste come quelle mediche o per riparazioni di casa e la maggioranza ha affermato di non aver le spalle coperte. Quattro su cinque hanno dichiarato di non potersi permettere un conto imprevisto di mille dollari.

Allo stesso modo il 48% degli intervistati ha ammesso di non potersi permettere di pagare 100 dollari di spese improvvise e parliamo di una cifra irrisoria come il prezzo di un parcheggio, una piccola riparazione o il prezzo per sistemare una finestra rotta di casa. Il 28% degli intervistati invece non ha nemmeno 10 dollari da parte, una cifra sufficiente a pagarsi un pranzo.

A pesare su tali risultati le incertezze sulle entrate mensili visto che un quarto dei lavoratori americani ha un reddito che varia da settimana a settimana. Ma nonostante tutte queste incertezze il 73% degli intervistati, la maggior parte ha dichiarato di attendersi che in futuro i propri figli faranno meglio e avranno più soldi quindi prevale l’ottimismo. Come sottolinea l’indagine:

“La nostra ricerca ci ha ricordato che la maggior parte dei lavoratori desidera maggiore certezza più che guadagnare e più che fare un lavoro importante”.


http://www.wallstreetitalia.com/spese-i ... -da-parte/


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