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MessaggioInviato: 24/01/2015, 21:44 
c'è solo il particolare che chi aveva i soldi in svizzera negl'ultimi giorni si è portato a casa un bel 20 e passa per cento in un colpo.
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ubatuba ha scritto:



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 09/02/2015, 12:12 
IL DEBITO GLOBALE, DALL'INIZIO DELLA CRISI, E' AUMENTATO DI 57000 MILIARDI DI USD
Un interessantissimo report di McKensey analizza la crescita del debito globale dal 2007 fino al 2014.
Il report inizia constatando che dopo la crisi finanziaria del 2008 e la recessione globale più lunga e più profonda dalla seconda guerra mondiale, era stato previsto che le economie di tutto il mondo avrebbero ridotto l’indebitamento. Così non è stato.

Il debito è cresciuto in quasi tutti i paesi, sia in termini assoluti che in rapporto al PIL. Dal 2007,quindi, il debito globale è cresciuto di 57.000 miliardi dollari, aumentando di 17 punti percentuali in rapporto al Pil. Le economie in via di sviluppo rappresentano circa la metà della crescita del debito, e in molti casi ciò riflette una maggiore dipendenza dall'indebitamento. Nelle economie avanzate è aumentato il debito pubblico; mentre nel settore privato la riduzione dell’indebitamento è stata limitata.
Il rapporto prosegue ammonendo che l’aumento del debito crea molteplici rischi in alcuni paesi e limitate prospettive di crescita in molti altri.
Il debito pubblico è cresciuto di 25.000 miliardi di dollari dal 2007, e, secondo il rapporto, considerando i deboli fondamentali economici, continuerà ad aumentare in molti paesi. Per i paesi più indebitati –continua il rapporto- sono necessari livelli di crescita più elevati (si sapeva, ndr) o riduzioni estremamente profonde di bilancio per avviare la riduzione del debito. I governi dovranno considerare anche una gamma più ampia di soluzioni per ridurre il debito pubblico, compresa la vendita di attività (privatizzazioni, ndr), tasse una tantum (patrimoniali, ndr), e programmi di ristrutturazione del debito.
Il settore finanziario ha ridotto la leva, e gli elementi più dannosi del sistema bancario ombra sono in diminuzione. Tuttavia, altre forme di credito non bancario, come le obbligazioni societarie e il prestito da parte degli intermediari non bancari, restano importanti.

L’indebitamento delle famiglie è stato ridotto nei quattro paesi più colpiti dalla crisi finanziaria: Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Irlanda; mentre in molti paesi si è assistito ad un aumento del rapporto debito-reddito che, in alcuni casi, superano di gran lunga i livelli di picco dei paesi che hanno subito la crisi

Il debito della Cina sta crescendo molto rapidamente. Dal 2007 si è quadruplicato ed è passato da 7.000 miliardi dollari nel 2007 a 28.000 miliardi di metà 2014, rappresentando il 282% del PIL.
Esistono diversi elementi di preoccupazione. La metà dei prestiti sono legati direttamente o indirettamente al mercato immobiliare, i prestiti concessi dal sistema bancario ombra rappresentano quasi la metà dei nuovi prestiti. Esistono anche dei dubbi sulla sostenibilità del debito di molti governi locali.

Il Debito rimarrà uno strumento essenziale per l'economia globale, per il finanziamento di investimenti necessari a realizzare infrastrutture, l’espansione di business, e l'urbanizzazione. Ma alti livelli di indebitamento, sia nel settore pubblico o privato, hanno storicamente posto un freno alla crescita e hanno sviluppato il rischio di crisi finanziarie che sfociano in profonde recessioni.

I grafici di seguito riportati, tratti dal report di McKensey, esprimono la crescita del debito per varie categorie di indebitamento (grafico 1), le economi più esposte all'aumento del debito (grafico 2) e i diversi paesi che hanno ridotto o aumentato l'indebitamento nelle sue diverse componenti.

x i grafici cliccare sul link sottostante




Pubblicato da Paolo Cardena a 08:00
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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 09/02/2015, 12:16 
Azzeriamo tutto! [:300]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 16/02/2015, 20:47 
Secondo voi perché gli USA stanno facendo di tutto per provocare una guerra?

[:295]

"L'economia mondiale è entrata in una fase di implosione"

L'allarme di David Stockman, ex ministro del Bilancio Usa, che spiega perché la situazione economica globale è destinata a peggiorare, non a migliorare.

Immagine
Nella foto: David Stockman, ex ministro del Bilancio Usa durante la presidenza Reagan

NEW YORK (WSI) - Nessuna ripresa in vista per l’economia mondiale. Anzi. A sentire David Stockman, ex ministro del Bilancio Usa durante la presidenza Reagan, il sistema economico globale viaggia a passi svelti verso il collasso. Stockman individua in particolare quattro segnali che anticipano l’ingresso in una fase di crollo:

1 – Le banche centrali mondiali stanno mettendo in atto manovre sempre più disperate. "Non passa settimana che una banca centrale abbassi i tassi di interesse, portandoli in territorio negativo. Questa settimana sarà la volta della Svezia. "Credo gli istituti di politica monetaria siano inseriti in una corsa verso il basso, che riconoscono a malapena" ha detto Stockman.

2 - Aumento della volatilità e perdite di mercato. "Negli ultimi tre mesi, abbiamo assistito ad un incremento della volatilità del mercato azionario, che si è comportato come un marinaio ubriaco. Gran parte di questo trend – dice Stockman – è dovuto ai forti rischi che continuano a annidarsi nei debiti sovrani d’Europa, Spagna e Italia in primis. Esiste un enorme rischio nelle obbligazioni di quei due paesi, soprattutto perché non c'è alcuna garanzia che l'UE rimarrà intatta o l'euro sopravviverà".

3 - Deflazione dei prezzi industriali e delle materie prime. Altro segnale eloquente che le cose non stanno andando nel verso giusto è rappresentato dal crollo delle materie prime, causato dal calo della domanda. Stockman invita ad osservare il prezzo del ferro, che ora a malapena tiene i 60 dollari da un picco di 200 dollari. Ma anche e soprattutto il crollo del Baltic DRy Index, indicatore che misura il carico effettivo delle navi container nelle principali rotte mondiali, considerato 'leading indicator' del settore import-export globale.

4 - Diminuzione della domanda a causa del picco del debito. In un contesto già debole, ciliegina sulla torta è rappresentato dal picco del debito privato. Stockman cita a questo proposito un recente studio pubblicato da McKinsey, da cui risulta dall’inizio della crisi, ovvero nel 2008, l’indebitamento privato invece di diminuire è aumentato: ora siamo vicini alla soglia di 200 trilioni di dollari contro i 140 trilioni registrati al momento dello scoppio della crisi. (mt)

http://www.wallstreetitalia.com/article ... sione.aspx


Tutto questo mentre il resto del mondo si sta preparando alla risposta attraverso l'unione eurasiatica promossa dalla Russia e la creazione dei BRICS.

[:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/02/2015, 18:07 
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http://www.wallstreetitalia.com/article ... mondo.aspx



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 21/02/2015, 01:53 
Bene, vale la legge del "chi prima arriva meglio alloggia" dato che il moneta circolante/moneta reale è 10 a 1 (come minimo). Se poi ci mettiamo che il rapporto moneta reale/BENI REALI è un altro 10a1... [:302] [:297] [:302] [:297] [:302]

[:295] quando si romperà il giochino? ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 21/02/2015, 11:08 
com'è la storia dell'unione eurasiatica? questa me la sono persa! ( scusate la latitanza, bellissimo il nuovo forum!!! )


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 21/02/2015, 11:58 
Aveva ragione TTE, chi può compri oro (come sta già facendo la Russia).



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 12/03/2015, 01:35 
Cita:
Austria, un buco "monstre" fa tremare l'Europa


Mentre tutti gli occhi sono puntati sulla Grecia e sui timori di una sua eventuale uscita dall'euro, provocando un effetto valanga nei paesi dell'Eurozona, c'è un un nuovo spettro che aleggia sull'Europa e che viene dall'Austria.

Il mostro in questione è un buco del valore di 7,6 miliardi di euro scoperto nella bad bank di Hypo Alpe Adria, la Heta Asset Resolution. Una voragine che ha portato l'Austria - come racconta Wall Street Italia - ad applicare la strategia del "bail in" che preve perdite anche per i creditori, al fine di evitare che lo Stato e i contribuenti si accollino l'intero peso delle perdite.

Un annuncio shock, piombato inaspettatamente, che si è tramutato in un vero e proprio crash del valore dei bond Heta, che sono rimasti orfani della garanzia dello Stato. Un crash che è solo l'inizio di un vertiginoso percorso in discesa: secondo quanto riportato da Bloomberg, infatti, l'Austria avrebbe deciso di staccare la spina alla bad bank, decisione che sta avendo un "effetto domino su tutto il sistema finanziario, provocando revisioni al ribasso di rating in Austria e perdite di banche in Germania". In primis, la provincia austriaca di Carinzia. Perchè?

Ce lo spiega il Telegraph: i bond Heta, infatti, sono nozionalmente garantiti dallo stato - o Bundesländer - austriaco di Carinzia, che ora è soggetta al bail in. "E' un eco del caos che colpì l'Irlanda all'apice della crisi bancaria, quando tentò scioccamente di frenare il panico sottoscrivendo tutte le passimività bancarie irlandesi; la manovra finiì con il mandare quasi in bancarotta un intero paese". E ora Hypo manderà in bancarotta Carinzia.
Il Telegraph definisce tutto questo come "una mini-Grecia nel cuore dell'Europa", che sta mettendo in allarme gli Stati europei e le agenzie di rating, che stanno iniziando a tagliare, come Moody's, che ha tagliato il rating sullo stato di Carinzia da A2 a Baa3, cambiando l'outlook da stabile a negativo.


https://it.finance.yahoo.com/notizie/au ... 53199.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 12/03/2015, 02:28 
Peccato per loro che no nci lavori nessun parente della bella ministra boschi, sarebbe già stata risanata\salvata altrimenti ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 14/03/2015, 18:09 
Crispin Odey, tra i più famosi gestori hedge fund: economia globale verso "recessione, banche centrali hanno esaurito l'arsenale".


Crispin Odey, gestore di hedge fund che opera principalmente a Londra e socio fondatore di Odey Asset Management.
ROMA (WSI) - E' conosciuto per essere tra i gestori di hedge fund più importanti al mondo e in particolare per aver previsto la crisi finanziaria globale del 2008; ma è noto anche per aver fatto incetta di titoli assicurativi a seguito degli attacchi dell'11/9 e per aver shortato diverse vittime della crisi del credito, tanto che nel 2008 il suo fondo ha garantito un ritorno del 54,8%.

Ora, dopo aver detto chiaramente che "questa è la migliore opportunità di fare short dal periodo compreso dal 2007-2009", Crispin Odey - gestore di hedge fund che opera principalmente a Londra e socio fondatore di Odey Asset Management - avverte che "siamo seduti in prima fila per assistere a uno shock di mercati imminente", e che l'economia globale "si sta avviando verso un periodo di recessione e le banche centrali non saranno capaci di intervenire, dal momento che hanno esaurito l'arsenale di armi di politica monetaria".

La situazione è tale che gli investitori stanno "per scoprire quanto illiquido" sia il mercato. "Trovo molto interessante, nonostante il rischio di recessione, quanto i mercati azionari possano continuare a testare nuovi record. La storia tende a non essere molto generosa a tal proposito. Se si è in presenza di una recessione in un contesto di bassa inflazione, il rating dei titoli viene colpito in modo drammatico".

Queste alcune delle risposte alla domanda: dunque, dove investo i miei soldi?

In primo luogo, ritengo che i mercati azionari saranno devastati.

I settori legati alle materie prime appaiono non attraenti e pericolosi.

Le aziende internazionali di prodotti al consumo appaiono eccessivamente esposte ai mercati emergenti.

Le società che gestiscono fondi appaiono eccessivamente esposte verso gli asset sbagliati, soprattutto verso i mercati emergenti.

La volatilità sta salendo. Non ogni operazione di trading funzionerà.

Nel breve periodo l'Australia vedrà i tassi scendere allo 0,5%, nel lungo periodo all'1,5%, comunque in flessione rispetto agli attuali 2,5%. (Lna)

http://www.wallstreetitalia.com/article ... nente.aspx


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 17/03/2015, 09:03 
E mentre gli USA crollano Londra (che non viene MAI menzionata e che invece da sempre rappresenta la testa del mostruoso NWO) fa le sue mosse.

La rete della Cina e l'adesione shock di Londra alla Banca asiatica degli investimenti

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E' difficile capire che cosa stia veramente succedendo in Cina ma Pechino tesse la sua tela e si rafforza creando istituzioni alternative a quelle guidate dagli Usa - L'adesione a sorpresa della Gran Bretagna all'Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) turba l'Occidente e può avere conseguenze molto importanti per l'Europa e l'Italia.

La Cina sta profondamente trasformando il suo volto. Che cosa stia accadendo, tuttavia, è molto misterioso. Xi Ping ha recentemente affermato nel corso dell’ Assemblea del Popolo, che Egli è disposto: “ A difendere la Sua linea politica anche a costo della vita”. Una dichiarazione che è sfuggita agli osservatori internazionali ma che, a chiunque conosca la liturgia confuciana del Partito Comunista Cinese fa tremare i polsi. E’ il riflesso della sanguinosa e profonda lotta interna al Partito. Xi Ping ha nel corso dell’ultimo anno incarcerato, torturato, giustiziato più di 400.000 quadri con accuse di corruzione e di malversazione. Fra di essi grandi Signori della Guerra come Bo Xi Liang, sindaco di una piccola città di 30 milioni di abitanti, Zua Quokufeng, capo dei servizi segreti e vice comandante della Commissione Militare del Partito, e molti altri di così altissimo lignaggio.

Nel mentre, a livello internazionale, la Cina, dal Mar Cinese del Sud sino all’Oceano Indiano, apriva contenziosi territoriali, generalmente rispetto a sperdute isole sovrastanti ricchi giacimenti di idrocarburi, con pressocchè tutte le sue nazioni confinanti, dal Giappone al Vietnam alla Thailandia, alla Corea del Sud alle Filippine, al Brunei, alla Malesia, senza contare l’India con cui continua un pluridecennale conflitto territoriale. Ma contemporaneamente, come su scala infinitamente minore fece la Germania tra Otto e Novecento in Europa, la Cina , così, ha iniziato a costruire una possente rete di istituzioni alternative al potere dominante del mondo di oggi, ossia agli USA. Tra Otto e Novecento, anzi, fino al 1956, con la crisi di Suez, quel potere dominante era il Regno Unito, anche se dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale i suoi gruppi dirigenti avevano ben compreso che l’ora del dominio economico mondiale era suonata a favore degli USA. Oggi la Cina sta costruendo una rete di istituzioni finanziarie alternative a quelle egemonizzate dagli Usa e dai suoi alleati europei.

Si è iniziata con la BRICS Bank che raccoglie appunto Brasil, Russia, India and China e si è continuato con la New Silk Road che unisce in un progetto infrastrutturale e finanziario i paesi che, dalla Mongolia all’Afghanistan, sino alla Turchia costituiscono il cuore dell’Eurasia, o meglio dell’Heartland, sulla rotta che fu di Alessandro Magno, al quale Xi Ping si dice spesso idealmente si accomuni. Dinanzi a queste iniziative l’Occidente è rimasto muto sprofondando nel suo autismo germanico in Europa e nella sua dissociazione schizofrenica negli USA. Pensate alla follia del Congresso Americano in cui la maggioranza repubblicana sfida l’inconsapevole povero Obama invitando Netanyau a parlare senza l’assenso del Presidente, correndo il rischio di aver provocato una scissione insanabile tra Presidente e Congresso appoggiando un isterico ometto che forse uscirà sconfitto nelle elezioni di martedì prossimo in Israele, non tanto e non solo perché superato nei voti dal nuovo laburismo alleato col Centro, ma soprattutto perché contestato dal cosiddetto Partito dei Pensionati, formato dai quadri del Mossad e dagli alti gradi dell’esercito. Un vero capolavoro, non c’è che dire. Il disordine sta diventando caos.

In questo caos la Cina mette in cascina un altro risultato. Crea nell’Ottobre 2013 l’Asian Infrastructure Investment Bank che si propone la missione di creare infrastrutture nella regione asiatico-pacifica in diretta concorrenza con il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca Asiatica di Sviluppo, quest’ultima con sede a Manila. Come è noto, queste tre istituzioni sono dominate dagli Usa e dal Giappone, unitamente a un ruolo secondario, ma importante, degli europei. La Banca asiatica di sviluppo, in una sua relazione del 2010, sosteneva che per realizzare il complesso di infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’area euro- asiatica, si sarebbero dovuti come minimo investire otto trilioni di dollari dal 2010 al 2020. Finora nulla è stato fatto ed è per questo che la nuova istituzione, promossa dalla Cina, nel lasso di tempo dal 2013 al 2014, aumentava il suo capitale da 50 bilioni a 100 bilioni con l’intervento decisivo dell’India nella cofondazione della stessa banca.

In breve nel 2014 a Pechino si svolse una cerimonia di insediamento della Banca a cui parteciparono, oltre alla Cina e all’India, la Thailandia, la Malesia, Singapore , le Filippine, il Pakistan, il Bangladesh, il Brunei, la Cambogia, il Laos, la Birmania, il Nepal, lo Sri Lanka, l’Uzbekistan e la Mongolia. Significative anche le firme del Kuwait, dell’Oman e del Qatar a cui si aggiunse nel 2015 anche quella della Giordania e dell’Arabia Saudita, nonché del Tajikistan,e infine del Vietnam. Nel 2015, infine, anche la Nuova Zelanda, l’Arabia Saudita e l’Inghilterra hanno aderito alla Banca. Orbene, qui nasce un grande problema, o meglio, pubblicamente si manifesta. Il Vietnam aderisce anche al Tran –Pacific Act che gli Stati Uniti, come è noto, hanno siglato in funzione anticinese con i paesi asiatici e sudamericani rivieraschi del Pacifico, ed escludendo da esso la Cina, con un chiaro atto intimidatorio e di sfida politica, militare e diplomtica. Ebbene il Vietnam, in questo modo, afferma una politica dei due forni seguendo l’esempio thailandese, più che secolare, di alleanze molteplici a geometria variabile atte a garantire la propria indipendenza.

Ha aderito anche la Nuova Zelanda, che aspira sempre più manifestamente a una politica differenziata rispetto all’Australia, che non a caso nel contesto del Trans- Pacific Act ha firmato con gli Stati uniti un accordo militare in funzione anticinese e dichiaratamente pro giapponese. Ma la notizia bomba è quella dell’adesione dell’Inghilterra. Cameron e Osborne, Primo Ministro e Ministro degli Esteri, sono stati chiari come del resto “The Telegraph” aveva annunciato, sin da subito, asserendo che il Regno Unito, in primo luogo, ha di mira i suoi interessi nazionali. Questo è il problema. Un problema che h avuto i suoi risvolti nel contesto della Nato in cui il Regno Unito ha diminuito i suoi investimenti in armamenti portandoli sotto il tetto del 2%, soprattutto in armi convenzionali, mentre invece, di contro, aumentava la sua spesa difensiva sul fronte nucleare missilistico, in terra,in cielo, in mare.

Il Regno Unito, insomma, si sta sempre più allontanando dall’Europa. Guarda invece sempre più al mondo e in primo luogo all’Asia e, con atteggiamento più incerto, all’Africa. Per questo sono sbagliate le valutazioni di alcuni infermi osservatori che sostengono che il Regno Unito si sta sempre più isolando. Si sta sempre più isolando dall’Europa deflazionistica, germanico-teutonica, antirussa.

E’ il trionfo postumo della Thatcher, che fu costretta a dimettersi dal suo stesso partito perché non credeva nell’accrocchio di un euro costruito a immagine del marco. Naturalmente questa decisione inglese avrà conseguenze devastanti in Europa, perché la Francia, da sola, non osa opporsi alla Germania e l’Europa del sud è profondamente infetta dall’ideologia blairista e neoliberista che altro non è che l’altra faccia dell’ordo- liberalismus tedesco.Il Regno Unito abbandona l’ Europa per ritornare a essere una potenza mondiale intracontinentale. Per far questo, sceglie di allearsi con la Cina in una prospettiva di lungo periodo, ampliando così il solco che via via dalla crisi di Suez del ’56 sempre più lo divide dagli USA.

Questi ultimi hanno reagito alla decisione del Regno Unito di far parte dell’AIIB in modo convulso, come al soluto nervoso, indispettito e privo di lungimiranza strategica. In ogni caso è indubbio che la ferita è profonda, e l’incapacità egemonica degli USA in quest’occasione è apparsa in modo preclaro e drammatico. Tutte le famiglie politiche degli USA sono in preda al caos e la divisione tra Usa e Uk non potrà che rafforzare la Cina e, di fatto, anche la Russia con conseguenze inaspettate anche nel Mediterraneo.

Si ricordi infatti l’adesione alla nuova Banca di paesi come la Giordania, l’Arabia Saudita, l’Oman, il Qatar! Una chiara dichiarazione di guerra diplomatica agli USA impegnati in trattative sul nucleare con l’Iran. Da ultimo, non posso non ricordare che questa divisione tra USA e UK non potrà non avere conseguenze drammatiche anche in Italia, paese a sovranità limitata e verso cui il Regno Unito aveva avuto dagli USA la delega di occuparsi dei suoi esiti governativi e oltre, come era stato reso manifesto dalla non lontana visita privata (sic!) della Regina Elisabetta e del Suo consorte all’allora Presidente Giorgio Napolitano.

Caso unico al mondo di visita privata di un monarca a un Presidente della Repubblica.

Se anche Netanyau srà sconfitto, anche l’influenza israeliana sulla politica italiana non potrà non subire pesanti modificazioni. Mi si dirà che questi son dettagli rispetto al caos mondiale. Ma a questi detrattori rispondo che con l’ISIS alle porte le sorti dell’Italia sono il destino di uno dei pianeti fondamentali che illuminano il cielo della civiltà umanistica mondiale.

http://www.firstonline.info/a/2015/03/1 ... 9d73689225


Sanno che l'Impero anglosassone sta per crollare e cercano di salvare il salvabile...



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 17/03/2015, 20:55 
A me sembra che stiano cambiando schieramento.

Passando dall' alleanza con gli USA a un ruolo indipendente che occhieggia ad est.


Si è sempre detto che le tre teste del NWO sarebbero Washington, Londra e Berlino

ma ora pare che tra le sanzioni a doppio taglio alla Russia volute dai primi e l' euro e le sue politiche che hanno fatto la fortuna dei secondi a scapito dell' economia di tutto il continente,

agli inglesi non convenga più.


Peccherò di ottimismo, ma le conseguenze positive già ci sono: Francia e Italia hanno seguito nella banca cinese, alternativa a quella mondiale.

Le istituzioni di controllo economico mondiale stanno perdendo terreno.


Non bisogna dimenticare di una cosa: prima che il testimone passasse agli americani, l' ultimo grande impero fu quelle inglese.

E la loro influenza in ogni parte del mondo non è in realtà mai finita, con il Commonwealth che abbraccia Nuovo Mondo e Oceania.

E' possibile che nel futuro prossimo probabilmente dominato da Russia e Cina con l' America depotenziata per trattato l' Inghilterra ritorni la principale potenza occidentale.


Magari ho detto un mucchio di sciocchezze, ma volevo dire la mia.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/03/2015, 18:02 
SocGen: "È già troppo tardi per evitare un'altra crisi"

Non conta più tanto quello che la Fed farà o non farà. Parla il popolare strategist Albert Edwards.
In Usa sono i poveri che spendono: gli stessi poveri il cui patrimonio continua a restringersi, mentre l'1% continua ad arricchirsi.

NEW YORK (WSI) - Non conta più tanto quello che la Federal Reserve farà o non farà. In tutti i casi, "è già troppo tardi per evitare un'altra crisi".

Lo ha dichiarato Albert Edwards, strategist di Societe Generale, secondo cui "il dato è tratto, la torta è pronta per essere sfornata e l'oca ingrassata dalle droghe finanziarie è già stracotta".

Nella sua analisi l'analista cita l'ultimo report della Bank of International Settlments, in cui viene messo in evidenza come il Quantitative Easing e i tassi negativi sui bond finiranno per avere ripercussioni negativi sul sistema finanziario e anche oltre.

Edwards chiama in causa anche illustri osservatori dei mercati come Ray Dalio di Bridgewater, che ha parlato della possibilità che un rialzo dei tassi della Fed provochi un crollo dei mercati in stile 1937.

Sono tutte congetture inutili, tuttavia, secondo lo strategist della banca francese. Perché probabilmente "è già troppo tardi per evitare un'latra crisi. In questo senso è probabilmente già troppo tardi", a prescindere dalle mosse della banca centrale.

Secondo il celebre operatore di Borsa Paul Tudor Jones la mania disastrosa per il mercato che si vede in giro ora finirà male. Storicamente un tale trend finisce con "una guerra, una rivoluzione o con un aumento delle tasse". "Nessuna di queste soluzioni è nella mia lista dei desideri", dice.

Durante il suo 'speech' per il popolare servizio di interventi video TED, il trader Paul Tudor Jones si è lamentato del fatto che la gente sia diventata ormai troppo dipendente dai mercati (parla appunto di una vera e propria "mania", "una delle peggiori della mia vita") e che la "diseguaglianza tra l'1% dei ricchi e gli altri non può continuare e non continuerà".

Edwards si troverebbe probabilmente d'accordo con tali considerazioni. Secondo lui infatti il legame tra i risparmi delle famiglie e l'accumulazione delle ricchezze è la ragione per cui la ripresa non è scattata nell'ultimo trimestre del 2014. Sono i poveri che spendono, gli stessi poveri il cui patrimonio continua a diminuire, mentre l'1% continua ad arricchirsi (vedi grafico a fianco).

Come si vede il tasso dei risparmi delle famiglie non è diminuito molto nonostante i patrimoni siano ai livelli record. Il tasso complessivo nel settore privato (tecnicamente il surplus finanziario) è calato molto di più. "Sfortunatamente tali percentuali non significano che gli americani stanno prendendo soldi in prestito per le loro attività economiche, bensì che le aziende stanno finanziando operazioni di M&A di acquisto di azioni proprie".

Il problema costituito dal servirsi ingenuamente di bolle di asset per alimentare l'economia è che quando la bolla scoppia, i gruppi debitori del settore privato improvvisamente capiscono di essere nell'errore e cambiano completamente il loro comportamento nei confronti di investimenti e risparmi, portando a una recessione.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... crisi.aspx


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 31/03/2015, 14:29 
Non è mai accaduto niente di simile nella Storia del Mondo. Sotto gli occhi di tutti, e a spese di tutti, i governi continuano a razziare ingenti ricchezze per arricchire i responsabili dei più efferati crimini e nefandezze economico-finanziarie.
Prima c’era la TARP. Come pretesto per arginare le turbolenze nel mercato azionario dopo il collasso di Lehman Brothers nel settembre 2008, il presidente George W. Bush approvò solo un mese dopo il Troubled Asset Relief Program.

Il piano permise al Tesoro degli Stati Uniti di assicurare $ 700 miliardi di dollari di "beni in difficoltà," un eufemismo che in realtà significa coprire le nefandezze finanziarie commesse dalle grandi banche e dai grandi speculatori di Wall Street.

Poco dopo, il neo-eletto presidente Barack Obama appioppò alla sua nazione nel 2009 il Recovery and Reinvestment Act, un piano da $ 900.000.000.000, il più vasto programma finanziario del genere nell’intera storia americana. Obama dichiarò: "Quattrocentomila uomini e donne stanno per mettersi al lavoro per la ricostruzione delle nostre strade e dei nostri ponti fatiscenti, per la riparazione delle nostre dighe e i nostri argini instabili, per portare la banda larga alle imprese e alle famiglie in quasi tutte le comunità degli Stati Uniti d’America, per ammodernare i nostri sistemi di trasporto di massa e per la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità in grado di migliorare gli spostamenti e il commercio in tutta la nostra nazione. "

Le uniche ‘strade’ che quel trilione di dollari ha riparato veramente sono quelle di Wall Street. Allo stesso tempo, la Federal Reserve statunitense ha portato i tassi di interesse ai minimi storici e ha lanciato politiche di allentamento monetario senza precedenti, che hanno alimentato un boom di Wall Street al costo di Main Street. Il Dow è salito da 8.000 nel 2009 a 18.000 nel 2014, mentre si stima che il 95 per cento dei guadagni è andato all’1% della popolazione degli Stati Uniti. Tuttavia, nello stesso periodo, il prodotto interno lordo ha arrancato intorno a una media del 2,2 %, senza mai dar segno di quel rialzo di cui tanto parlano e si vantano quelli di Washington e la stampa finanziaria.

A seguito del piano della Fed, il programma monetario ‘Abenomico’ giapponese annunciato nel dicembre del 2012, ha ottenuto risultati simili. Il Nikkei recentemente ha raggiunto picchi mai toccati da 15 anni a questa parte, mentre il PIL del Giappone oscilla tra cadute improvvise e tiepidi rialzi.

Ora, la Banca Centrale Europea ha avviato un programma di QE (quantitative easing=allentamento monetario n.d.t.) che inietterà 1.300 miliardi di dollari nel sistema finanziario nel corso dei prossimi 16 mesi - e forse anche più a lungo, se sarà ritenuto necessario -. Il risultato finale, come per USA e Giappone, sarà lo stesso. I tassi d’interesse ai minimi storici e il flusso di denaro ‘facile’ faranno rialzare temporaneamente i mercati azionari, mentre le economie dell’Eurozona oscilleranno tra moderata crescita e nuova recessione.

I più grandi perdenti in tutto questo saranno i comuni cittadini, senza più un posto sicuro dove mettere i propri risparmi e con sempre più Banche Europee che ‘pagano’ alcuni selezionati clienti per poter tenere il loro denaro. E con le obbligazioni che ripagano i rendimenti negativi, le compagnie di assicurazione che vendono prodotti e rendite e investono quel denaro in obbligazioni governative e societarie - con l'aspettativa che il rendimento delle obbligazioni sia maggiore di quello che dovranno pagare per l'assicurato – il danno è assicurato.

In previsione del piano di QE del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che ammette si tratti di un piano “non convenzionale", gli investitori (o meglio i giocatori d'azzardo di alto bordo) hanno già pompato circa 36 miliardi di dollari nei mercati azionari europei. Nel frattempo, l'uomo della strada ha appena visto il suo potere d'acquisto scendere drammaticamente a mano a mano che l'euro continua la sua caduta libera da 1,39 dollari lo scorso marzo a un recente minimo di 1,04 , con la previsione che nel futuro – non troppo lontano – vada in parità o scenda anche al di sotto del dollaro.

Breaking Point 2.0

Le iniezioni multi-trilionarie di dollari da parte delle banche centrali, le politiche a tasso zero, i tassi d’interesse negativi, i rendimenti obbligazionari negativi e i fiumi di dollari a basso prezzo che gonfiano artificialmente i mercati azionari e alimentano i giochi perversi di investimenti di capitali/private equity/hedge fund, hanno già avuto dei precedenti nella storia del mondo. E quando sulla terra esplode la Grande Bolla Speculativa, lo scoppio si avverte in tutto il mondo – e per generazioni.

Gerald Celente è fondatore e derettore del Trends Research Institute, autore di Trends 2000 e Trend Tracking (Warner Books), ed è editore del The Trends Journal. Fa previsioni economiche e finanziarie fin dal 1980 e di recente ha pubblicato “Il Collasso del ‘09”

Fonte: www.informationclearinghouse.info/

Link: http://www.informationclearinghouse.inf ... e41364.htm

26.03.2015

Traduzione per www.comeonchisciotyte.org a cura di SKONCERATA63


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