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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 14:23 
Cita:
Alessandro Di Battista: “L’Italia deve dire no al Mes. Senza di noi la Ue si scioglie” – L’intervento sul Fatto Quotidiano

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Molto bene. Bello, articolato ed esauriente. Avrei solo evitato l’ennesimo endorsement alla Cina: ne abbiamo già avuti più che abbastanza, anzi direi che tali endorsement ultimamente escono dalle fottute pareti.

D’altronde non si può pretendere che Dibba endorsi Trump, perché per lui Washington è ancora il monolite di sempre. Per capire la guerra all’ultimo sangue che Washington sta facendo a Trump (e anche che forse ora ci converrebbe sostenerlo), bisogna prima superare un condizionamento storico per molti di noi davvero forte. Ne so qualcosa.
In tutto ciò, meno male che Dibba c’è… e naturalmente, #noMes.

Debora Billi

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DI ALESSANDRO DI BATTISTA

Caro direttore,

l’emergenza COVID-19 e l’inconsistente reazione dell’Europa – sopratutto se paragonata agli interventi economici cinesi, britannici e nordamericani – ha trasformato in euroscettici anche i più ferventi fanatici dell’Unione. Tuttavia non vi è nulla di puro nelle loro conversioni. Politici e commentatori senza spina dorsale seguono il vento e prendono posizione solo dopo aver letto l’ennesimo sondaggio commissionato e, spesso, pagato con denaro pubblico. Oggi, per la stragrande maggioranza degli italiani, l’Unione europea è un’organizzazione inutile per non dire dannosa. Per questo una schiera di sepolcri imbiancati da sempre trombettieri del sistema inizia a usare termini che fino a poche settimane fa utilizzavano solo quelli che lorsignori accusavano di populismo.

«Che Europa è se non c’è solidarietà adesso?» si domanda Romano Prodi. Francamente la solita Europa, l’unica che conosciamo, quella che ha strangolato la Grecia per depredarla. Fino al 2057, infatti, 14 dei principali aeroporti greci (tra cui Corfù, Creta, Zante, Rodi, Mykonos e Santorini) saranno gestiti dalla Fraport, un colosso dei trasporti tedesco con sede a Francoforte i cui azionisti principali sono il Land dell’Assia, la holding della città di Francoforte, Lufthansa e la merchant bank americana Lazard. Anche l’aeroporto di Atene è saldamente in mano teutonica, o meglio lo sarà fino al 2046, quando scadrà la concessione ad AviAlliance, società aeroportuale con sede a Düsseldorf. Gli aeroporti greci hanno permesso alla Fraport, tra il 2017 e il 2018 di aumentare i ricavi del 18,5%. «Non vi è nulla di male, è la logica del profitto» potrebbe obiettare qualcuno. D’accordo, purché lo si dica chiaramente. Si ammetta una volta per tutte che l’Europa altro non è che una corporazione di rappresentanti del capitalismo finanziario che hanno come obiettivo la disgregazione degli Stati centrali a vantaggio delle privatizzazioni e dell’accentramento di ricchezze in poche mani.

«Va aumentato il debito pubblico per proteggere economia e lavoro». Così ha tuonato Draghi dalle pagine del Financial Times. Quando erano i “populisti” a scagliarsi contro la logica del pareggio di bilancio in Costituzione e a chiedere interventi a debito per contrastare gli effetti della Grande recessione l’establishment faceva muro giudicando tali idee nient’altro che corbellerie. Ma ora parla Draghi, l’apostolo Draghi e tutti i valletti del sistema si spellano le mani dagli applausi.

Viviamo tempi oscuri, una crisi economica e sociale senza precedenti è alle porte e siamo chiusi in casa senza sapere quando sarà possibile uscirne. La quarantena e il sovraccarico cognitivo al quale l’interminabile tempo in casa ci sottopone non aiuta a schiarirsi le idee. L’infodemia, la circolazione ossessiva di informazioni che caratterizza il mondo ai tempi del coronavirus genera caos, intorbidisce le acque dando ai cinici pescatori di consenso occasioni irripetibili. Il sistema di potere nei prossimi mesi adotterà varie strategie per reiterare il suo dominio. Dai giornali, per lo meno da quelli che campano grazie alle pubblicità generosamente pagate dall’establishment economico-finanziario partirà una campagna senza precedenti in favore della “cosiddetta” competenza. Ci diranno che la crisi da COVID-19 ha messo fine al decennio populista e proveranno in ogni modo ad occultare i reali responsabili della catastrofe economico sanitaria che stiamo vivendo. Sarà tutto marketing.

Dietro l’elogio della preparazione si nasconderà il subdolo tentativo di difendere i professionisti della politica mentre l’attacco al populismo servirà a tutt’altro scopo, ovvero all’eterna demonizzazione dei Popoli, delle loro richieste, delle loro pulsioni e della loro sacrosanta ambizione ad avere una voce oltre che un voto a disposizione. La politica è l’unica attività umana che, in molti casi, si inizia a fare peggio proprio quando si diventa professionisti ma per continuarla a farla la stirpe delle classi dirigenti usa qualsiasi stratagemma. Dozzinali conformisti come Salvini e Meloni si fingono populisti per racimolare consensi. Parlano di Nazione sovrana ma quando hanno ricoperto incarichi rilevanti hanno lavorato per indebolire lo Stato centrale a vantaggio di quel sistema liberista che dicono di voler combattere. Per il potere sono disposti a meschinità ed inversioni ad U. L’uno pur di rioccupare una poltrona che conta ha iniziato a lustrare le scarpe a Draghi; l’altra si erge a paladina dell’anti-europeismo dopo aver sostenuto il governo Monti e votato a favore della riforma Fornero.

Fu Draghi, da Direttore del Tesoro, ad adoperarsi affinché la famiglia Benetton acquisisse dall’Iri, ad un costo ridicolo, la Società Autostrade. Lui, insieme a Prodi e Massimo D’Alema fu protagonista di quella stagione di privatizzazioni che ha indebolito lo Stato italiano. Fu ancora lui, diventato nel frattempo Governatore di Bankitalia, ad autorizzare Mps ad acquistare la Banca Antonveneta dalla spagnola Santander al triplo del suo valore. E nel febbraio 2012, fu sempre lui, stavolta da presidente della Bce a dichiarare in un’intervista al Wall Street Journal la morte del modello sociale europeo augurandosi un nuovo ciclo liberalizzazioni. Il diffondersi del COVID-19 ha spazzato via queste parole. Senza il modello sociale europeo, claudicante ma ancora esistente, ci sarebbe stata una carneficina ancor più funesta.

«Siamo in guerra, siamo in guerra» si sente in tv ogni giorno. Anche ripetere all’infinito queste parole fa parte della strategia adottata dall’establishment per sopravvivere. Lungi da me sminuire le drammatiche conseguenze del COVID-19 tuttavia bersi la retorica bellica è pericoloso poiché ci distoglierebbe dalla ricerca delle responsabilità che è un dovere civico. «Siamo in guerra» è una frase auto-assolutoria che un intero sistema politico-finanziario ripete per convincere la pubblica opinione dell’ineluttabilità di ciò che stiamo vivendo. Se è vero che il virus è invisibile è altrettanto vero che il liberismo non lo è e non lo sono neppure coloro che hanno preferito comprare F35, inviare militari in Iraq e in Afghanistan o finanziare grandi opere inutili per poi tagliare posti letto negli ospedali rafforzando i ras della sanità privata che restituivano il favore sotto forma di finanziamenti ai partiti.

Nel 1998, ad un anno dalla sottoscrizione da parte dei Paesi europei di quel Patto di stabilità che l’Ue ha da poco sospeso e che ha dato inizio all’era dell’austerità, in Italia vi erano 1381 istituti di cura: 61,3% pubblici e 38,7% privati. Nel 2007, a 10 anni dal Patto, gli istituti sono scesi a 1197: 55% pubblici e 45% privati. Nel 2017 gli istituti di cura sono diventati 1000: 51,8% pubblici e 48,2% privati.

Ci hanno raccontato che l’austerità servisse per risanare i conti. Non è vero, basta leggere i numeri. L’austerity è una delle tante strategie elaborate dal sistema finanziario mondiale per indebolire gli Stati e costringerli allo smantellamento del welfare state a vantaggio dei privati. Da 30 anni funziona così e, nonostante la tragedia del COVID-19 abbia palesato l’irresponsabilità delle politiche economiche europee in Ue proveranno ad ogni modo a continuare sulla stessa rotta.

Oggi, con la sospensione del Patto di stabilità, l’Ue garantisce ai Paesi membri la possibilità di indebitarsi ma un domani, a crisi sanitaria conclusa, quelle regole torneranno in vigore. E questo è l’obiettivo di Germania, Olanda, Austria ed altri paesi del nord: aumentare i debiti pubblici di tutti i Paesi europei costringendo tra un anno o due al rientro i paesi più esposti, a cominciare dall’Italia.

L’Ue si è sempre comportata in tal modo, cosa ci garantisce che non lo faranno ancora? Se l’Ue (Germania in primis), in una fase sì di crisi economica ma non paragonabile al cataclisma che stiamo vivendo ha distrutto la Grecia solo con l’obiettivo di far razzia dei suoi pochi asset e compiendo la più grande operazione di trasferimento di ricchezze da un paese povero verso i paesi più ricchi che l’Europa abbia mai visto, chi ci garantisce che questo modus operandi non avverrà ancora? I prestiti fatti alla Grecia – in cambio dei quali Atene ha dovuto privatizzare, affidare la gestione degli aeroporti a Berlino, tagliare il salario minimo ed aumentare l’età pensionabile – non sono finiti nell’economia greca. Quei denari sono tornati nelle casse degli istituti finanziari francesi e tedeschi i quali detenevano una fetta cospicua di titoli di stato greci. L’Ue ha intubato la Grecia, l’ha tenuta in vita per spolparla giorno dopo giorno per poi costringerla a diventare una zona cuscinetto obbligata ad accogliere migliaia di disperati fuggiti dalle guerre condotte da Washington con la vile compiacenza dell’Unione Europea. L’austerity è come la guerra, c’è chi si arricchisce e chi vive tra le macerie, c’è chi fa business e chi conta i morti. L’austerità è una delle tante armi che ha in mano il neo-liberismo per aggredire gli Stati centrali e l’Ue, per lo meno fino ad oggi, non è stata altro che la continuazione del neo-liberismo con altri mezzi.

L’Italia, contrariamente alla narrazione di Bruxelles, diffusa da molti media nostrani, veri e propri collaborazionisti del sistema finanziario, non è affatto un Paese inaffidabile. L’Italia è il Paese numero uno al mondo per avanzo primario del proprio bilancio degli ultimi 30 anni. Cosa significa? Che nell’ultimo quarto di secolo, al netto degli interessi sul debito che ogni anno paghiamo, l’Italia ha speso sempre meno di quello che ha incassato. Le entrate fiscali sono sempre state superiori alla spesa pubblica.

Conte è un galantuomo, non ho dubbi che abbia a cuore le sorti delle famiglie e delle imprese italiane e neppure che consideri il Mes una trappola da evitare. Gli credo quando dice che l’Italia non intende attivare il Mes. Il punto è che la contrazione del PIL alla quale andremo incontro e l’aumento del debito pubblico che oggi l’Ue “generosamente” ci concede ci porterà verso una spirale dalla quale sarà possibile uscire solo attivando, in futuro, strumenti come il Mes con fortissime condizionalità.

La Germania ha il 62% di rapporto debito-Pil, la Francia il 98,4% e la Spagna il 97,6%. Quello italiano è del 134,8%. Nei prossimi mesi tutti i Paesi europei vedranno aumentare tale rapporto ma nessuno, a parte l’Italia, potrebbe toccare il 160%. E con un rapporto debito-Pil del 160% l’Italia, una volta tornato in vigore il Patto di Stabilità, sarebbe costretta a varare manovre lacrime e sangue.

Il neo-liberismo e i suoi sottoprodotti (austerità, privatizzazioni, guerre di invasione mascherate da missioni di pace, disastri ambientali in nome del progresso) ha prodotto una forbice di reddito tra ricchi e poveri che neppure nelle epoche monarchiche si registrava. Fino al 2018 (anno dell’introduzione del reddito di cittadinanza, una misura della quale il Movimento 5 Stelle dovrebbe andare ancor di più fiero) l’Italia era il Paese UE con la più alta differenza di reddito tra i cittadini. L’1% della popolazione italiana detiene il 20% della ricchezza netta. Ma la disparità di ricchezza è un dramma mondiale. Nei prossimi 20 anni, secondo un rapporto Oxfam, le 500 persone più ricche del mondo lasceranno ai propri eredi oltre 2400 miliardi di dollari, una cifra vicina al Pil dell’India, ovvero il secondo e presto il primo paese al mondo per abitanti. Tutto questo è frutto delle politiche neo-liberali che non avrebbero potuto trionfare senza l’abbattimento degli Stati centrali.

Conte si definì l’avvocato del Popolo, fu criticato ma per me fu un’espressione felice. Un avvocato, quando sa che il proprio cliente ha ragione da vendere gli dice: “Sarà dura ma possiamo farcela”. E noi italiani abbiamo ragione da vendere. Abbiamo subito le angherie di una classe politica che ha mercanteggiato sulla nostra pelle. Siamo stati descritti come oziosi scialacquatori quando senza di noi non sarebbe mai nata l’Unione Europea.

Conte si è guadagnato una credibilità che in pochi hanno avuto in passato ma credibilità è sempre un’immensa responsabilità. Proveranno in ogni modo a metterci all’angolo. Ci spingeranno ad indebitarci per poi passare all’incasso ma noi abbiamo delle carte da giocarci in sede di contrattazione.

In primis il fatto che senza l’Italia l’Ue si scioglierebbe come neve al sole. Poi un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia è anche merito del lavoro di Di Maio ministro dello Sviluppo economico prima e degli Esteri poi. E la Cina, ed è paradossale essendo stato il primo paese colpito dal COVID-19, uscirà meglio di chiunque altro da questa crisi. La Cina ha utilizzato al meglio il soft-power, è riuscita a trasformare la sua immagine da untore ad alleato nel momento del bisogno.

Salvini e Meloni denigrano la Cina perché credono ancora che per sedersi a Palazzo Chigi sia necessario baciare pantofole a Washington ma il mondo sta cambiando e la geopolitica, nei prossimi mesi, subirà enormi mutamenti. La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo e l’Italia può mettere sul piatto delle contrattazioni europei tale relazione.

Un’ultima considerazione. Pochi giorni fa il Giappone ha stanziato 2 miliardi di euro per facilitare il ritorno in patria di una serie di aziende manifatturiere che avevano spostato la produzione in Cina. Quante sono le aziende italiane che hanno spostato la sedi e produzioni all’estero? Anche in Olanda, quel “paradiso fiscale” a norma di legge garantito dall’Ue. Ebbene è necessario un piano di sostegno straordinario per far rientrare in patria molte aziende. Anche un piano del genere sarebbe un’arma di contrattazione da mettere sul tavolo europeo.

Mentre in Italia il dibattito si concentra su Mes sì o Mes no o la Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti d’America, ha comprato, dall’inizio di marzo ad oggi, ha comprato titoli di stato Usa per 2000 miliardi di dollari. Il nuovo programma europeo di quantitative easing messo in campo dalla Bce pochi giorni fa prevede l’acquisto di 750 miliardi di euro da qui a fine anno. Mentre in Italia si discute sull’orario delle conferenze stampa di Conte la Bank of England ha deciso di finanziare direttamente la spesa pubblica del Regno Unito. Ma la Banca d’Inghilterra e la Fed possono, se vogliono, comportarsi da banche centrali, la Bce no.

L’Italia punti in alto e dica “no” quando è giusto farlo. Sia chiaro, certi no sono seguiti da pressioni inimmaginabili e dal puntuale ricatto dello spread che, come abbiamo visto, può essere innescato con una sola frase pronunciata da un potente di turno. Ciononostante l’atteggiamento che dimostreremo, come paese, nei prossimi giorni determinerà il futuro dei prossimi 10 anni. O si lotta per costruire davvero l’Europa o il Vecchio continente, nonostante l’arricchimento passeggero di alcuni suoi paesi a discapito di altri, verrà schiacciata politicamente da paesi come la Cina, l’India e gli Stati Uniti i quali, con tutte le pecche del mondo, si comportano da Stati.



Alessandro Di Battista

Fonte: [url]www.ilfattoquotidiano.it
[/url]
Link: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/04/19/litalia-deve-dire-no-al-mes-senza-di-noi-la-ue-si-scioglie/5774896/?fbclid=IwAR25b1t4xZ0aJXhCRbpBSlV7NaW-SrXFmCPsliZV3XTzMidItwBLKdnZrXQ

Fonte: https://comedonchisciotte.org/alessandro-di-battista-litalia-deve-dire-no-al-mes-senza-di-noi-la-ue-si-scioglie-lintervento-sul-fatto-quotidiano/

20.04.2020



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 14:45 
Finalmente uno che ragiona...



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 14:47 
TheApologist ha scritto:
Finalmente uno che ragiona...

E CONTE che dice??? [:296] [:296] [:296]



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 14:52 
TheApologist ha scritto:
Finalmente uno che ragiona...


finchè a pensarla così è il movimento 5 stelle stiamo sicuri che il MES non si farà ma non appena verrà attivato il governo tecnico a colpi di spread verrà attivato e si mangeranno pure le ossa. Purtroppoi in questo paese non c'è la maturità politica per sostenere il proprio paese a prescindere dai propri interessucoli politici ed il voto al parlamento europei dell'altro giorno ne è la dimostrazione.

Purtroppo abbiamo uan classe politica di bambocci corrotti ed ignoranti che è lo specchio fedele della popolazione che li ha eletti; guidati e consigliati da uno stuolo di apprendisti stregoni al soldo dell'industria e della finanza. Sarà una carneficina.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 15:24 
MaxpoweR ha scritto:
TheApologist ha scritto:
Finalmente uno che ragiona...


finchè a pensarla così è il movimento 5 stelle stiamo sicuri che il MES non si farà

Si ma QUALE movimento?
Ci sono i dimaiisti, i fichiani, i dibattistiani, i contiani... Ormai è diventato peggio della DC!!



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 15:39 
vedremo io sono moderatamente fiducioso. Ma se sale lo spread e confindustria attiva i suoi amichetti tedeschi per pompare i media a favore di un governo tecnico chi ci può salvare? Hanno buttato giù Silvio che nel 2012 aveva un consenso assoluto ci vorrà poco a buttare giù Conte.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 20/04/2020, 15:49 
TheApologist ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
TheApologist ha scritto:
Finalmente uno che ragiona...


finchè a pensarla così è il movimento 5 stelle stiamo sicuri che il MES non si farà

Si ma QUALE movimento?
Ci sono i dimaiisti, i fichiani, i dibattistiani, i contiani... Ormai è diventato peggio della DC!!

No grillini, filo-liguri????
Azzzz.. allora è il momenti giusto per sbattere fuori dall'Italia, onesta, illuminata, politicamente avanzata, istruita ed intelligente sti 4 bru-bru e barbari di lombardo_veneti ed emiliani.
Che ovviamente ringrazieranno, e si toglieranno dall'assistenza statale, dalla CASSA DEL POLENTONE.
Se facessero questo, non finirò mai più di ringraziarli.



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 22/04/2020, 13:08 
Si si noi in crisi economica ma non per tutti

SENZA VERGOGNA!!!!!!

https://www.liberoquotidiano.it/news/ho ... villa.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 22/04/2020, 14:11 
Ha svenduto l'italia, lo avranno pagato bene.



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MessaggioInviato: 22/04/2020, 14:28 
Cita:
I BTP Italia hanno ricevuto prenotazioni per 100 miliardi di euro. Possiamo fare da soli

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di Giuseppe Masala

Davvero situazione curiosa quella dell'Italia. Ad un passo dal Default e dalla crisi di liquidità modello Argentina dei cacerolazos. Abbiamo lo spread volato ad oltre 260 punti base e i tassi sui btp decennali ormai a 2,20% dunque prontissimi a farci commissariare la Democrazia per accedere ai finanziamenti del Mes e poi... un lancio della Reuters spiega che l'emissione di Btp indicizzati (i cosiddetti Btp Italia) per piccoli risparmiatori prevista per metà Maggio ha già avuto prenotazioni per oltre 100 miliardi di euro.


Una cifra mostruosa che ci metterebbe in sicurezza ad arrivare indenni a quella data. Si, siamo in grado di fare da soli. Se è vero - come si dice - che il "popolo vota con il portafoglio", in Italia il voto è chiarissimo: Repubblica, Democrazia, Costituzione. Ed europoidi a casa loro.
Notizia del: 21/04/2020

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_btp_italia_hanno_ricevuto_prenotazioni_per_100_miliardi_di_euro_possiamo_fare_da_soli/29296_34399/




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MessaggioInviato: 22/04/2020, 14:32 
Cita:
Alberto Negri - Il prezzo del petrolio sotto zero è un'anomalia sovversiva

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di Alberto Negri* - Il Manifesto

Virus e crisi. Negli Usa conviene non estrarlo, in Arabia saudita si teme la perdita di attrattiva. Mosca si prepara a bruciare le riserve del fondo sovrano russo. Ma gli effetti più devastanti sono per i Paesi che vivono di petrolio: Algeria, Iraq, Libia, Venezuela, Iran.



Con il crollo dei consumi mondiali dovuto alla pandemia, per la prima volta nella storia lunedì il prezzo del petrolio è precipitato negli Usa sotto zero.

Un’anomalia selvaggia e sovversiva dovuta all’incrocio tra gli effetti economici globali del virus, le distorsioni del capitalismo finanziario e la politica di potenza.


Il crollo delle quotazioni nell’immediato è stato provocato dallo scontro tra i «barili di carta» – la speculazione finanziaria sull’oro nero- e quelli veri. I contratti future sul petrolio, i «barili di carta» che di solito vengono acquistati e rivenduti sui mercati finanziari, sono precipitati quando ci si è accorti che negli Usa non si sa più dove mettere, fisicamente, il petrolio vero.


Pur di disfarsene gli speculatori se ne sono liberati a qualunque prezzo, anche negativo. C’è talmente tanto petrolio che Washington sta pensando di pagare i produttori perché smettano di trivellare: un sussidio alla «non produzione». Cose mai viste.


Trump, che aveva sventolato come un successo l’accordo con Russia e Opec per il taglio di nove milioni di barili (insufficiente a sostenere le quotazioni), adesso deve fronteggiare il fallimento di molte società petrolifere americane già entrate in difficoltà nel 2016 quando era cominciato il calo del greggio. I loro titoli sono quasi spazzatura.


Ma la vera guerra è quella in atto tra due tra i maggiori produttori mondiali, Russia e Arabia saudita, che non si mettono d’accordo su tagli ancora più consistenti alla produzione e stanno spingendo fuori mercato lo shale oil americano – il petrolio di scisto ricavato dalla frantumazione delle rocce – approfittando del crollo dei consumi.


All’orizzonte non c’è soltanto la rovina delle società produttrici americane, i cui costi sono ben superiori ai ricavi da quando il petrolio è sceso sotto i 50 dollari al barile.


Grazie allo shale oil gli Stati uniti sono diventati in pochi anni da Paese importatore di greggio al maggiore produttore globale con 12 milioni di barili al giorno. Questo ha mutato gli equilibri economici e strategici.


Si è detto più volte che gli Stati uniti sono sempre meno interessati al Medio Oriente proprio perché non dipendono più dall’oro nero degli sceicchi. È soprattutto vero che in questi anni hanno disinnescato il Cartello dell’Opec e rubato quote di mercato ai produttori arabi e mediorientali oltre che alla Russia, che è anche la grande fornitrice di gas in Europa.


Gli Usa hanno fatto manovre spericolate: pur di frenare o condizionare la realizzazione del raddoppio del North Stream tra Germania e Russia sono arrivati a mettere nuove sanzioni alle società coinvolte nel progetto, a costringere Berlino a comprare gas liquefatto americano, fino ad allettare la Polonia promettendo in cambio delle forniture di gas Usa una base della Nato.


Allo stesso modo dei russi, gli arabi si sono assai infastiditi perché gli investitori americani non sembravano più così interessati al loro greggio e soprattutto disponibili ad acquistare le azioni della loro gioiello di famiglia, l’Aramco, la società petrolifera di Stato, destinata a finanziare le guerre, gli acquisti di armi e i megaprogetti del principe assassino Mohammed bin Salman.


Quanto al Medio Oriente, gli Usa non possono abbandonare Israele, il maggiore alleato nella regione, e vogliono controllare Iran e Cina, sia con le sanzioni a Teheran, sia tenendo sotto sorveglianza il Golfo e le vie del petrolio da dove Pechino si rifornisce. Le rinnovate tensioni nel Golfo tra navi da guerra Usa e Pasdaran iraniani sono la prova evidente.


Sul petrolio è in corso una prova di resistenza dai rivolti imprevedibili. Mosca pur di non cedere e tagliare fuori le società Usa dal mercato si è così preparata a bruciare le riserve del fondo sovrano russo (150 miliardi di dollari) per coprire le entrate mancate. E anche i sauditi per il momento non mollano.


Le quotazioni del greggio in caduta stanno testando le capacità di resistenza di Putin ma anche di Riad che pure ha grandi polmoni finanziari. La posta in gioco è la sopravvivenza sui mercati e soprattutto la possibilità di influenzare politicamente vaste fette di mondo.


E gli altri? Quasi con indifferenza sui giornali si ignora l’impatto del crollo del petrolio su Paesi come Venezuela o Iran, già sottoposti a durissime sanzioni americane. Forse qualcuno a Washington accarezza l’idea di arrivare al regime change senza sparare un colpo.


Gli effetti dei ribassi possono essere devastanti: i bilanci di Paesi produttori già in difficoltà- come l’Algeria in una fase di transizione assai critica, l’Iraq delle rivolte e la Libia strangolata dalla guerra civile – possono subire colpi fatali.


In questi Paesi il petrolio paga tutto o quasi: la crisi globale da pandemia potrebbe far fuori vecchi attori e resuscitarne altri, come l’Isis, che sembravano dimenticati. Un mondo che somiglierà al vecchio ma forse in peggio.


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore
Notizia del: 22/04/2020

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alberto_negri__il_prezzo_del_petrolio_sotto_zero__unanomalia_sovversiva/82_34410/



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 23/04/2020, 00:14 
MaxpoweR ha scritto:
Cita:
Alberto Negri - Il prezzo del petrolio sotto zero è un'anomalia sovversiva

Immagine

di Alberto Negri* - Il Manifesto

Virus e crisi. Negli Usa conviene non estrarlo, in Arabia saudita si teme la perdita di attrattiva. Mosca si prepara a bruciare le riserve del fondo sovrano russo. Ma gli effetti più devastanti sono per i Paesi che vivono di petrolio: Algeria, Iraq, Libia, Venezuela, Iran.


Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alberto_negri__il_prezzo_del_petrolio_sotto_zero__unanomalia_sovversiva/82_34410/

FINALMENTE!
Quei quattro pecorai , senza arte nè parte di arabi et similia dovranno tornare a lavorare per vivere.
E vendere mandando in qulo tutte le loro "CATTEDRALI" nel deserto, cercandodi vendere, i quintali di PECE/CATRAME al giusto prezzo che ripaghi le sudate dei poveri estrattori.
Gira, gira, la giusta "faccenda" ritorna, non abbiamo, eufemismo, dovuto aspettare più di 100/150 anni.



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MessaggioInviato: 23/04/2020, 00:25 
Basta che poi non vengano qua a rompere i ********, per arraffare quel poco che rimane, perché qua tra Bergogli e Badogli siamo messi male in quanto a tenuta stagna...


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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 23/04/2020, 00:26 
la faccenda petrolio è temporanea... è FUNZIONALE, non è sovversiva, è fisiologico che sia così:
- c'è la crisi - non ci sono spostamenti
il petrolio è arrivato ad avere un valore anche negativo,
si paga per stoccarlo,
non c'è un estremo tale a breve che faccia prevedere un riversamento delle scorte sul mercato
il resto... boh!

a quest'ora i ricchi sceicchi staranno correndo da uno stabilimento all'altro con il cerchio del saio alla testa e i sandali alle spalle per cercare di puntellare... non so che cosa... (buahahahahahahhahaha)



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 Oggetto del messaggio: Re: Collasso Economico Globale
MessaggioInviato: 23/04/2020, 00:33 
Zelman ha scritto:
la faccenda petrolio è temporanea... è FUNZIONALE, non è sovversiva, è fisiologico che sia così:
- c'è la crisi - non ci sono spostamenti
il petrolio è arrivato ad avere un valore anche negativo,
si paga per stoccarlo,
non c'è un estremo tale a breve che faccia prevedere un riversamento delle scorte sul mercato
il resto... boh!

a quest'ora i ricchi sceicchi staranno correndo da uno stabilimento all'altro con il cerchio del saio alla testa e i sandali alle spalle per cercare di puntellare... non so che cosa... (buahahahahahahhahaha)

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