Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 6 messaggi ] 
Autore Messaggio

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1399
Iscritto il: 18/11/2009, 08:31
Località: Cagliari
 Oggetto del messaggio: La strage di cristiani in Egitto
MessaggioInviato: 08/01/2010, 09:56 
Su internet le prime immagini dell'agguato. Tre uomini sparano sulla folla all'uscita da una Chiesa copta: sette morti, nove feriti. Il vescovo: "Sono gli islamici radicali". Ma il ministro dell'Interno frena. Scontri con la polizia

Strage di cristiani nel sud dell’Egitto. Sparando a casaccio tra la folla di fedeli che lasciavano una chiesa copta a Nag Hamadi, a circa 60 chilometri dal sito archeologico di Luxor, tre uomini a bordo di un’auto hanno ucciso sette persone e ne hanno ferite gravemente almeno altre tre.

LA TEORIA DEL GOVERNO. Secondo il ministero dell’Interno egiziano l’attacco sarebbe una vendetta per un episodio che risale a due mesi fa: lo stupro di una dodicenne musulmana da parte di un uomo appartenente alla minoranza cristiana copta della città. Sarebbe stato identificato da testimoni l’uomo che ha guidato l’assalto armato.
[8)]


Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1500
Iscritto il: 17/01/2009, 23:10
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 10/01/2010, 00:46 
http://www.ilgiornale.it/interni/egitto ... comments=1


Come nulla fosse, senza che ci sia qualcuno in Occidente, Oriente, Nord, Sud, Onu, Unesco, pronto a minacciare sanzioni, raid militari, convocazione di ambasciatori; come se fosse ordinaria amministrazione si è consumato un eccidio di cristiani in Egitto. Per non sbagliare, mica ci andasse di mezzo qualche povero innocente musulmano, i terroristi benedetti dalla polizia hanno aspettato che i nemici si radunassero contenti e vestiti a festa per la Santa Messa della notte di Natale. E la strage andrà avanti, non subito, tra qualche settimana. Intanto i gendarmi locali fingeranno qualche arresto, ma si lascerà sempre pendere sulla testa dei battezzati la mannaia del repulisti islamico. Persino ammantato dal sapore di giustizia.
La notizia spicciola dice: otto cristiani copti nell’Alto Egitto, più un modesto e isolato metronotte musulmano (traditore!) che era stata ingaggiato per difendere i fedeli, sono stati assassinati da un commando di tre uomini armati di kalashnikov fuori dalla porta della chiesa di San Giovanni (a Nagaa Hamadi, nella provincia di Qena, a 64 chilometri da Luxor), alle ore 23 della ricorrenza della nascita di Gesù, che i copti e gli ortodossi celebrano il 7 gennaio. Tra le navate l’incenso profumava i canti, risuonavano felici gli alleluia, ed ecco le raffiche, l’urlo di dolore, quello di trionfo: «Allah è grande!».
C’erano state pesantissime minacce. Il vescovo copto Kirillos aveva trasmesso alla polizia un messaggio chiaro dai fanatici: «Non vi faremo celebrare le feste». Inerzia, passività. Allo stesso modo le autorità non fecero nulla quando una sommossa anticristiana si scatenò a fine novembre. Le forze dell’ordine non se la sognano di intervenire, sono musulmani come i killer, c’è una certa comprensione, preferiscono giustificarli. Il ministero dell’Interno al Cairo ha diffuso la sua versione: non c’entra il terrorismo, ma si tratta di una vendetta connessa «allo stupro di una ragazzina dodicenne a opera di un cristiano». Il fatto sarebbe accaduto nel novembre scorso, e già la folla, sulla base di questa notizia fasulla, aveva dato l’assalto ai cristiani, i quali non sono stati per nulla difesi: come sempre.
Ricordiamo che le persecuzioni dei discepoli del Nazareno sin dai tempi dell’Impero Romano prendevano avvio da calunnie di presunte orge con bambini, stupri e perversioni, sacrifici umani. Ci cascò anche Tacito. Ci cascheranno tanti altri. Ma noi no, per favore. Criminali ce n’è dappertutto, anche tra i cristiani d’Egitto, ovvio. Ma l’accusa è inverosimile. Da quelle parti sono le ragazze cristiane a essere rapite e costrette a convertirsi all’Islam. Le denunce di questi ratti a scopo di conversione forzosa si susseguono da anni, e sono inascoltati. Se i copti dovessero vendicare con una strage di islamici lo stupro di una loro ragazzina, non ci sarebbero più musulmani all’ombra delle Piramidi. Non credete alla storia dei rapimenti delle ragazze copte, sistematicamente impuniti? Se credete vi passo il saggio: «La scomparsa, la conversione forzata e i matrimoni forzati delle donne cristiane copte in Egitto» del professor Michele Clark, docente di Traffico di esseri umani alla George Washington University.
Il presidente Hosni Mubarak non ha ostilità personale contro i copti. Ma deve lasciare un po’ di redini libere ai Fratelli musulmani, i quali oggi sono la vera maggioranza tra gli islamici, e bisogna pure che si sfoghino ammazzando a man salva qualche cristianuccio. Il tutto fa parte del tentativo di ridurre all’impotenza e all'insignificanza questa gloriosa minoranza egizia che adora la Santa Trinità. Cercano di costringerli all’emigrazione, come capita oggi in Irak. Molti partono, ma i più resistono. È gente tosta. Pur essendo questa stirpe religiosa più antica di quella islamica, essi dovettero sopportare di essere considerati al tempo della conquista araba cittadini di serie B. Eppure non hanno scelto la strada facile dell’omologazione al Corano. E tuttora sono perseguitati e insieme orgogliosi della loro fede.
I copti d’Egitto sono come minimo il dieci per cento della popolazione, circa sette milioni e mezzo. Le autorità ne abbassano il numero per dar loro meno peso, e dicono siano la metà per giustificare il fatto che non contano un fico secco. Hanno un Papa molto coraggioso, si chiama così il loro Vescovo del Cairo: è Shenuda III ed è il 117° patriarca dalla predicazione di san Marco. Fu sbattuto in galera da Nasser nel 1981, nella solita indifferenza dell’Occidente che applaudiva il raìs poiché era anti israeliano. Dopo che i cristiani furono oggetto di assalti da parte dei fanatici islamici in cerca di scalpi, lui protestò coi suoi fedeli, e la polizia aggredì loro invece degli aggressori, vecchia storia. A quel tempo i Fratelli musulmani uccisero 17 cristiani e ne ferirono 112. In prigione finì il Papa copto...
Ci piacerebbe vedere in questi giorni giungere alle nostre parrocchie invece dei saluti e degli auguri dei musulmani egizi letti dai preti durante le solenni celebrazioni, qualche condanna per queste uccisioni, e per l’oppressione insistita, la costrizione all’esilio. Figuriamoci. Gli islamici egiziani delle nostre moschee emarginano i loro connazionali copti. Ma nessuno dice niente su questo, neanche i cristiani. Prima di dare la cittadinanza a questi musulmani egiziani dovrebbero mostrare di condividere davvero l’uguaglianza che negano a casa loro e pure a casa nostra.
Non permettiamo più siano assassinati tranquillamente questi poveri nostri fratelli egiziani. La comunità pare sia fiorita sui luoghi dove la Sacra famiglia fuggì in Egitto per salvarsi da Erode.
Le dobbiamo qualcosa.



_________________
E molto piu` facile parlare di cospirazione, quando si ignorano le cause ed i motivi.

Pain is weakness leaving the body. US Marine Corps

Immagine
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1500
Iscritto il: 17/01/2009, 23:10
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 10/01/2010, 00:51 
Nel frattempo, le chiese sono diventate quattro

http://www.ilgiornale.it/esteri/in_male ... comments=1

In Malesia parte l’assalto alle chiese

Un giornale usa la parola Allah anche per riferirsi al Dio cristiano. Esplode una guerra giudiziaria E per le strade la rabbia degli islamici che mettono a ferro e fuoco il Paese e incendiano i luoghi di culto

Tre chiese bruciate, la comunità cristiana asserragliata, Kuala Lampur la capitale della Malesia in stato d’assedio. Succede da ieri all’alba e di per se non è una grande novità. Nel nome di Allah ai cristiani succede anche di peggio. In Malesia però è diverso. In Malesia non si brucia, non si profana, non si dà la caccia ai ai fedeli della croce nel nome di Allah, ma per il nome di Allah. La differenza, per chi si ritrova in una chiesa in fiamme o inseguito da una folla assatanata, non è poi tanta. Vallo a raccontare ai malesi che terrorizzano e minacciano i cristiani. Vallo a raccontare ai musulmani di Mompracem e dintorni che ieri hanno scatenato l’apocalisse assaltando a colpi di molotov una chiesa protestante e due cattoliche. A dar retta a loro la vera fede si nasconde anche nella semantica. O meglio nelle parole. In Malesia non n’esistono per esprimere il concetto di Dio unico e monoteista, o meglio ne esiste una sola, quell’Allah importato - assieme a tutta la religione - dai mercanti arabi arrivati nel XII secolo a colonizzare le coste.

Da allora i convertiti al cristianesimo, siano di origine malese indiana o cinese, usano anche loro la parola Allah per nominare o pregare il loro Dio. Da dieci secoli quell’abitudine imposta dal linguaggio non scandalizza nessuno. Lo stesso del resto succede nella vicina Indonesia, in Egitto e in altri paesi mediorientale dove la lingua araba costringe tutti a pregare solo e soltanto nel nome di Allah. Anche da noi molti musulmani usano, del resto, la parola Dio intendendo implicitamente non il Signore dei vangeli , ma quello del Corano. Vallo a spiegare ai musulmani di Kuala Lampur convinti, nel nome di un nuovo e assai diffuso fondamentalismo, di poter vantare l’assoluta esclusiva su quella parola. Aggiungici la politica è il gioco è fatto. Per comprendere l’esplosione di violenza e integralismo che ispira gli autori dei pogrom contro le chiese cristiane bisogna tenere presente la complessa geografia politico etnico-religiosa del paese. E considerare i sempre più difficili rapporti tra governo e minoranza non musulmana. La Malesia annovera tra i ventotto milioni di abitanti una consistente minoranza di indiani e cinesi, pari a circa il quaranta per cento della popolazione, che pratica il cristianesimo o altre religione non musulmane. Il Fronte nazionale - partito di governo e di maggioranza - da qualche anno sembra deciso a ignorare quel 40 per cento di elettori cristiani, indiani e cinesi per corteggiare la crescente ondata integralista e ad assecondare le richieste della maggioranza musulmana. Tra queste rientra anche quella che prevede l’esclusiva sull’uso della parola Allah. Tre anni fa il governo emette un decreto che impone al Catholic Herald, uno dei giornali più diffusi tra la minoranza indiana e cinese, di cancellare dalle proprie pagine la parola Allah e inventarsene un’altra capace d’identificare l’Uno e Trino. Il risultato di questa e altre iniziative assunte in omaggio ai voleri della maggioranza musulmana è un immediato calo di consensi alle elezioni del 2008. Un calo che priva il Fronte nazionale della maggioranza di due terzi all’interno del parlamento.

Ad aggravare la situazione e a riaccendere lo scontro ci pensa la Corte costituzionale che lo scorso 31 dicembre accoglie il ricorso del Catholic Herald e sancisce il diritto del giornale di utilizzare, scrivere e stampare il termine Allah intendendo semplicemente Dio . Da quel momento è il caos. La maggioranza musulmana insorge. «Per un non musulmano l’uso di questa parola e un’inutile provocazione» - sancisce Faisal Aziz presidente dell’Unione nazionale degli studenti musulmani mentre le folle con le bandiere verdi scatenano l’assalto alle chiese al grido di «Allah Akbar, Dio è grande». E ancor più grande è l’imbarazzo del primo ministro Najiib Razak. Il premier da una parte predica - sottovoce - la condanna di «quell’eccesso di zelo che minaccia l’armonia del paese», dall’altro si guarda bene dal mandar la polizia a difendere i luoghi di culto cristiani. Il paese brucia e i cristiani tornano nelle catacombe, ma prima di difenderli il Fronte nazionale, fedele alle finezze della semantica, pretende di sapere quanti voti contino.



_________________
E molto piu` facile parlare di cospirazione, quando si ignorano le cause ed i motivi.

Pain is weakness leaving the body. US Marine Corps

Immagine
Top
 Profilo  
 

Bannato
Bannato

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1908
Iscritto il: 19/12/2008, 12:48
Località: Las Palmas G.C. Islas Canarias
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 10/01/2010, 01:06 
[:(]



_________________
« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori,essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »


ex Tecnico di volo militare....in pensione.....studi aeronautici
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1500
Iscritto il: 17/01/2009, 23:10
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 11/01/2010, 01:59 
http://www.ilgiornale.it/esteri/malaysi ... comments=1


Malaysia, scontro sul nome di Allah molotov contro chiesa e convento

Altri due luoghi di culto attaccati, nell'ennesimo episodio di intolleranza scatenato dalla diatriba sull'uso del termine "Allah" da parte dei non mussulmani

Nel giorno in cui migliaia di cristiani in tutta la Malaysia si sono riuniti in preghiera, in chiese ormai sorvegliate dalla sicurezza, altri due luoghi di culto del Paese sono stati attaccati con ordigni incendiari, nell'ennesimo episodio di intolleranza scatenato dalla diatriba sull'uso del termine "Allah" da parte dei non musulmani. Segno che i molteplici appelli alla calma, nonché le rassicurazioni offerte dal governo di Najib Razak, non hanno finora sortito l'effetto desiderato.

Dopo le tre chiese attaccate venerdì nella capitale Kuala Lumpur e un'aggressione simile verificatasi ieri, oggi delle bombe molotov sono state lanciate - provocando solo lievi danni - contro un convento cattolico e una chiesa anglicana di Taiping, nello stato di Perak, a 300 chilometri dalla capitale. Negli ultimi tre giorni, inoltre, le autorità hanno ricevuto segnalazioni di piccoli atti di vandalismo - come l'imbrattamento di automobili di sacerdoti - contro la minoranza religiosa, che rappresenta il 10 percento dei 28 milioni di malaysiani. Il migliaio di fedeli della chiesa pentecostale semidistrutta nella notte tra giovedì e venerdì, la Metro Tabernacle, hanno oggi pregato in un edificio fornito dal governo.

Il caso religioso-giudiziario che ha riscaldato gli animi, nel frattempo, rimane in stallo. Il verdetto dell'Alta Corte che difendeva il diritto di un settimanale cristiano di usare la parola "Allah" per riferirsi a Dio è ancora sospeso, in seguito al ricorso presentato dall'esecutivo in difesa dell'esclusivo uso della parola da parte dei musulmani, che compongono il 60 percento della popolazione. Sia membri cristiani del governo Najib sia Anwar Ibrahim, il leader (anch'egli musulmano) dell'opposizione, hanno incontrato in questi giorni i vertici della comunità cristiana. Alti esponenti religiosi musulmani hanno promesso donazioni alle congregazioni vittima degli attacchi.


[V]



_________________
E molto piu` facile parlare di cospirazione, quando si ignorano le cause ed i motivi.

Pain is weakness leaving the body. US Marine Corps

Immagine
Top
 Profilo  
 

Bannato
Bannato

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 4937
Iscritto il: 17/07/2009, 09:40
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 11/01/2010, 07:47 
La religione é peggio della politica.....[:(]


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 6 messaggi ] 

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Oggi è 07/05/2025, 01:04
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org