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Grigio
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MessaggioInviato: 08/04/2010, 08:59 
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bleffort ha scritto:

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Hannah ha scritto:

Scusa Aztlan ma se non ci nutriamo di carne e non ci nutriamo nemmeno di piante, mi dici come sopravviviamo?

Ma sono proprio loro che ci nutrono:le piante ci danno i frutti,gli animali ci danno il latte,le uova e la lana per coprirci,ma noi pretendiamo di più,ci cibiamo di chi ci dà da mangiare!!!. [:0]


E tu pensi che potremmo nutrirci solo di latte ed uova senza problemi? Perfino gli Hare Krishna mangiano frutta e verdura, oltre al latte!



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Mi sa che è una panzana http://it.wikipedia.org/wiki/Jasmuheen



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MessaggioInviato: 08/04/2010, 10:16 
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Hannah ha scritto:

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bleffort ha scritto:

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Hannah ha scritto:

Scusa Aztlan ma se non ci nutriamo di carne e non ci nutriamo nemmeno di piante, mi dici come sopravviviamo?

Ma sono proprio loro che ci nutrono:le piante ci danno i frutti,gli animali ci danno il latte,le uova e la lana per coprirci,ma noi pretendiamo di più,ci cibiamo di chi ci dà da mangiare!!!. [:0]


E tu pensi che potremmo nutrirci solo di latte ed uova senza problemi? Perfino gli Hare Krishna mangiano frutta e verdura, oltre al latte!

Se mangi frutta e verdura non uccidi animali o piante,in quanto non è detto che la verdura al momento di coglierla, devi estirparla sin dalla radice.


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MessaggioInviato: 09/04/2010, 20:46 
cara Hanna,
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Mi sa che è una panzana

può essere, ma ce ne sono altri [;)]

Teresa NEUMANN
"per 36 anni, fino alla sua morte, non mangiò né bevve alcunché: soltanto ogni mattina, alle sei, riceveva Gesù Eucaristia. "
da http://www.santiebeati.it/dettaglio/93515

Comunque, anche wikipedia ,a volte è affidabile a volte no [;)]
ciao
mauro


Ultima modifica di mauro il 09/04/2010, 20:49, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 09/04/2010, 21:27 
...quando ero bimbina, facevo una cosa che ho protatto nel tempo x parecchi anni, prendevo contemporanamente due foglie da una qualsiasi pianta, una la mettevo nel ripiano dell'armadio dei vestiti, l'altra la mettevo nel cassetto del tavolo dove studiavo e tutti i giorni aprivo il cassetto e la guardavo pensando "a lei" x due-tre minuti.
Dopo 20 giorni, la foglia del cassetto era ancora verde, l'altra dell'armadio era già putrida, era un gioco ma probabilmente vuole dire qualcosa.
cinzia



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MessaggioInviato: 10/04/2010, 02:10 
Avatar!
certo e' fantasy, anche 2001 odissea nello spazio lo e', eppure.....
in avatar tutta la natura piante comprese sono unite in una grande anima, e comunque la pianta e' un'essere vivente, base carbonio, ha le cellule, respira, si riproduce, fa parte della catena alimentare, si evolve, studia strategie per sopravvivere, percepisce le falde aquifere, si gira verso il sole, si ammala, insomma non parla ma fa un sacco di cose, ci sono persone che parlano, parlano e non hanno mai fatto nulla! [:D]



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Se a ciascun l'interno affanno si vedesse in fronte scritto quanti che invidia fanno ci farebbero pietà
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MessaggioInviato: 28/02/2011, 00:32 
Le piante 'sono in grado di pensare e ricordare'
Il Giornale Onlinedallo SchwartzReport del 01 luglio 2010
traduzione a cura di Erica Dellago e Clea Nardi

Ricordo nei primi anni settanta, quando i miei due amici, Christopher Bird e Peter Tompkins che stavano scrivendo quello che divenne un best seller, “La vita segreta delle piante”, mi presentarono a Cleve Backster le cui ricerche avevano dimostrato che le piante avevano in parte una coscienza. Tutti e tre, Peter, Chris e Cleve furono soggetti a devastante critica perlopiù ad hominem, da biologi costretti nel paradigma e da altri negazionisti che semplicemente non potevano accettare che alcuna altra specie diversa dall’essere umano potesse avere consapevolezza cosciente..

Le piante, secondo i ricercatori, sono in grado di “ricordare” e “reagire” alle informazioni contenute nella luce.
Le piante, dicono gli scienziati, trasmettono informazioni sull’intensità e qualità della luce di foglia in foglia in modo molto simile a quello dei nostri sistemi nervosi.
Questi "segnali elettrochimici" sono trasportati da cellule che agiscono come "nervi" delle piante.
Nel loro esperimento, gli scienziati hanno dimostrato che un raggio di luce che colpisce una foglia causa la risposta dell’intera pianta.
E la risposta, che ha preso la forma di reazioni chimiche indotte dalla luce sulle foglie, è continuata nell'oscurità.
Ciò dimostra, hanno detto, che la pianta "ricordava" le informazioni codificate nella luce.

"Abbiamo illuminato solo la parte inferiore della pianta e osservato i cambiamenti nella parte superiore”, ha spiegato il Professor Stanislaw Karpinski che ha condotto questa ricerca, dall'Università di Scienze della Vita di Varsavia in Polonia.
Ha presentato i risultati al meeting annuale della Società di Biologia Sperimentale a Praga, Repubblica Ceca.
“E i cambiamenti sono continuati anche quando abbiamo spento la luce... Questa è stata una totale sorpresa.”
In studi precedenti, il Professor Karpinski, aveva scoperto che i segnali chimici potevano essere trasferiti attraverso le intere piante – consentendo loro di reagire e sopravvivere ai cambiamenti e agli stress del loro ambiente.
Ma in questo nuovo studio, lui e i suoi colleghi hanno scoperto che quando la luce stimola una reazione chimica in una delle cellule di una foglia, questo causa una cascata di eventi, venendo immediatamente segnalato al resto della pianta attraverso un tipo specifico di cellula chiamata "bundle sheath cell", le cellule che avvolgono le nervature delle foglie nelle piante C4.
Gli scienziati hanno misurato i segnali elettrici di queste cellule, che sono presenti in ogni foglia, scoprendo quello che potrebbe essere definito come il “sistema nervoso” delle piante.

Piante che pensano

Quello che è stato ancora più peculiare, ha detto il Professor Karpinski, è che la risposta delle piante cambiava al variare del colore della luce che veniva puntata su di esse.
“Ci sono cambiamenti caratteristici per la luce rossa, blu o bianca”, ha spiegato, sospettando che le piante possano usare le informazioni contenute nella luce per stimolare delle reazioni chimiche protettive. Lui e i suoi colleghi hanno esaminato tutto questo più da vicino osservando l'effetto dei diversi colori della luce sull'immunità delle piante alla malattia.
“Quando abbiamo illuminato la pianta per un'ora e poi infettata con un virus o con un batterio a distanza di 24 ore dall'esposizione, essa ha resistito all'infezione”, ha spiegato.
“Ma quando abbiamo infettato la pianta prima di usare la luce, essa non riusciva a sviluppare resistenze."

“Dunque la pianta possiede una memoria specifica per la luce che sviluppa la sua immunità contro gli agenti patogeni, e riesce ad adattarsi alle condizioni di luce variabile.”
Ha detto che le piante hanno usato le informazioni codificate nella luce per immunizzarsi contro i patogeni stagionali.
“Ogni giorno o settimana della stagione ha una sua luce caratteristica,” Ha spiegato il Professor Karpinski.
“Quindi le piante eseguono una sorta di computazione biologica della luce, usando le informazioni contenute nella luce per immunizzarsi contro le malattie prevalenti durante quella stagione.”

La Professoressa Christine Foyer, una biologa vegetale dell'Università di Leeds, ha detto che la ricerca “ha portato il nostro pensiero un passo avanti”.
“Le piante devono sopravvivere agli stress, come la siccità e il freddo, resistere e continuare a crescere,” ha detto alla BBC News, "e questo richiede una valutazione della situazione e un'appropriata risposta – questo processo è da considerarsi una forma di intelligenza.”
“Quello che questa ricerca ha fatto è stato di collegare due percorsi di segnalazione insieme.. e quello elettrico è incredibilmente rapido, in questo modo l'intera pianta ha potuto reagire istantaneamente alla luce più intensa.”

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6743.7


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MessaggioInviato: 30/09/2013, 01:38 
Cita:
“Le piante sono più intelligenti di uomini e animali”: nasce il 1° laboratorio di neurobiologia vegetale

Anche le piante sono intelligenti. Non solo: oltre ai nostri cinque sensi, ovviamente sviluppati in modo diverso, ne hanno un’altra quindicina. Per cui definire “vegetale” una persona che perde funzioni intellettive e sensibilita’ “e’ proprio una stupidaggine“.

Lo sostiene Stefano Mancuso, professore associato presso la Facolta’ di Agraria dell’Universita’ di Firenze, accademico dei Georgofili e soprattutto “anima” del Linv, il primo laboratorio al mondo di neurobiologia vegetale, scienza da lui stesso fondata assieme al collega Frantisek Baluska dell’Universita’ di Bonn. Mancuso, autore assieme alla giornalista scientifica Alessandra Viola del libro “Verde brillante”, in cui espone con chiarezza e semplicita’ le sue stupefacenti teorie suffragate dai risultati della ricerca, sara’ domenica 29 settembre da Fabio Fazio in occasione della ripresa della trasmissione “Che tempo che fa” su RaiTre alle 20. In vista di questo appuntamento Toscana Oggi lo ha incontrato in esclusiva presso il suo laboratorio al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino per parlare delle sue scoperte. “Solitamente – afferma – si pensa che le piante siano organismi semplici, mentre in realta’ sono sofisticati, complessi, evoluti ma differenti dagli animali. Spesso non lo capiamo perche’ siamo portati ad avere sentimenti e comprensione verso tutto cio’ che ci assomiglia.

Un animale ci puo’ piacere, spaventare ma sicuramente non ci lascia indifferente. Verso le piante invece non abbiamo sentimenti positivi o negativi; le ignoriamo e non ci accorgiamo che hanno un tipo di intelligenza diversa dalla nostra“. Tra le tante sorprendenti informazioni contenute nel libro, si scopre che in termini di ”peso” sulla terra i vegetali rappresentano oltre il 99% dell’intero mondo vivente. La maggior parte di loro potrebbe fare a meno del mondo animale ma sicuramente noi non possiamo vivere senza di loro. Paradossalmente, spiega il fondatore del Linv, “una pianta e’ molto piu’ sensibile di un animale, cioe’ capace di sentire il mondo intorno a se’ e percepire tutto cio’ che proviene dall’ambiente, in maniera molto sofisticata proprio perche’ non puo’ scappare quando qualcosa va male o cambia nell’ambiente: quindi l’unica possibilita’ di sopravvivenza e’ quella di percepire i cambiamenti ambientali in una maniera piu’ sensibile rispetto agli animali e si sono evolute per questo“.




http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8818.7


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MessaggioInviato: 30/10/2013, 21:28 
L’UOMO CHE PARLA ALLE PIANTE – UN NUOVO PARADIGMA AGRICOLO


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Gli appassionati di botanica e di giardinaggio sostengono spesso di parlare alle loro piante per farle prosperare. Leggenda o no, in Messico vive un uomo che applica questa regola alla lettera e riesce a coltivare ortaggi giganti, semplicemente parlando con loro!

Miracolo o leggenda?

Ottenere cavoli di 45 chili, foglie di bietola lunghe 1 metro e mezzo, piante di mais che raggiungono un’altezza di 5 metri, 150 tonnellate di cipolle per ettaro invece delle 16 tonnellate medie e altro ancora… La persona che riesce a compiere questi prodigi con tecniche ecocompatibili si chiama Don José Carmen Garcia Martinez.

Negli anni ‘70, per far fronte ai problemi causati da un suolo sterile, il giovane agricoltore non si è disperato, e invece di usare concimi e altri espedienti chimici, ha iniziato a parlare con il terreno. Secondo lui, la terra e le piante hanno una forma di intelligenza che permette loro di comunicare con l’uomo. Basta sapere come parlare con loro, e soprattutto ascoltarle!

Questo agricoltore è in grado di coltivare senza pesticidi, di utilizzare pochissimo fertilizzante rispetto all’agricoltura convenzionale (ne usa 700 g per ettaro rispetto ai 500 kg per ettaro dell’agricoltura intensiva), di far crescere ortaggi su terreni salini, di rendere le piante più resistenti alle malattie, ecc.

Don José Carmen offre soluzioni pratiche, semplici ed economiche ai problemi causati dalla moderna agricoltura, come l’inquinamento e la distruzione della biodiversità. La sua competenza potrebbe essere una risposta straordinaria ai problemi ambientali e alimentari presenti nel mondo.

Come ha fatto?

Quando gli si chiede come fa a raggiungere tali meraviglie, Don José Carmen spiega il suo metodo:

«Le piante posseggono una vita come qualsiasi altra persona, come gli animali ed ogni altra cosa. Dobbiamo imparare a conoscerle, a trattarle con dolcezza. Le piante capiscono, sanno. Non tutti gli uomini hanno affinità con le piante, e non tutte le piante hanno affinità con gli uomini. È una questione di compatibilità, come avviene tra i gruppi sanguigni delle persone. Le piante stesse possono essere raggruppate a seconda dell’affinità, a seconda della loro energia.

Io non credo nei fertilizzanti chimici, perché bruciano la terra. Per me, il miglior fertilizzante è conversare con le piante. La terra si alimenta con gli scarti dell’ultimo raccolto.»

La comprensione delle piante come esseri viventi

Secondo lui sono le piante stesse ad insegnarci come coltivarle. Don José Carmen comunica con loro e sostiene anche, usando le sue stesse parole, di “utilizzare l’energia temporale di un’altra dimensione”.

Senza saperlo, è giunto alle stesse teorie dei giardinieri di Findhorn e di Perelandra, quelle di Sir Geroges Treyvelyan e di Machaelle Small Wright. Findhorn è un piccolo villaggio sperduto della Scozia, non molto lontano dal famoso lago di Loch Ness, e Perelandra si trova in Virginia, nella parte sud-ovest di Washington.

Tutti in Messico si rivolgono a lui, dall’agricoltore al chimico, dall’agronomo all’ingegnere. Il miracolo di Don José Carmen è il suo amore per le piante, le parole che rivolge loro e l’uso di antiche ricette azteche, in questo modo è riuscito a coltivare ortaggi giganti.

I risultati ottenuti

Verrebbe da pensare ai frutti del paradiso…, ma ci troviamo solamente nella Valle di Santiago, quasi nel cuore del Messico, davanti alle piante di Don José Carmen, un umile contadino che potrebbe rivoluzionare l’agricoltura.

Un giornalista peruviano, Yvo Perrez Barreto, si è recato a casa di Don José Carmen ed ha descritto ciò che ha visto. Ma non è l’unico testimone: l’Università di Agronomia di Chapingo (Messico), sotto la direzione del professor Nicolas Cerda, uno specialista in terreni, ha confrontato i risultati di Don Carmen con quelli ottenuti dai metodi dell’Università sui suoli confinanti.

Degli ingegneri del Ministero dell’Agricoltura sono andati ad analizzare l’acqua, i vegetali, i semi e soprattutto il terreno vulcanico dell’agricoltore. Non è stato riscontrato nulla di particolare.

Il suo segreto è l’amore

Don José Carmen è convinto di aver raggiunto questi risultati miracolosi grazie alla comunicazione che ha stabilito mentalmente con le piante. Per lui è l’amore il segreto che gli dona il pollice verde.

Un’altra cosa che Don José Carmen riesce a fare è piantare alberi per attirare la pioggia, scegliendo accuratamente le specie di alberi che pianterà lungo un tracciato poligonale. Lo stesso esperimento è stato condotto presso l’Università di Chapingo, con la quale Don José Carmen ha trascorso un periodo di ricerca, e funziona! Purtroppo, l’esperimento è stato condotto mentre il rettore dell’Università era in procinto di andare in pensione, e la prima cosa che ha fatto il nuovo rettore è stato di tagliare tutti gli alberi!

Ecco un estratto del rapporto ufficiale che riporta i risultati ottenuti:

«Zona situata nel deserto del Vizcaino dove non piove da sei anni: dopo aver disposto la piantagione seguendo le indicazioni di Don José Carmen Garcia Martinez, la pioggia ha iniziato a cadere a dirotto. Su un altro sito dove non pioveva da tre anni, ha cominciato a piovere intensamente ventiquattro ore dopo che l’ultimo albero era stato piantato. Per quanto riguarda la zona nello stato di Oaxaca, che racchiude le tre aree, ancora prima che la piantagione fosse completata ha iniziato a piovere abbondantemente come nelle altre due zone.»

Un’altra osservazione importante: le precipitazioni misurate in ciascuna di queste aree hanno interessato una superficie di trenta chilometri attorno alle zone che sono state rimboschite seguendo le indicazioni di Don José Carmen.

La sua storia da vedere e da leggere.

La sua storia è difficile per tutti da concepire, ma è anche molto semplice. Aprire il proprio cuore per parlare alle piante destabilizza la nostre pretese conoscenze scientifiche. Egli racconta la sua storia nel libro-documentario “El hombre que habla con las plantas” (L’uomo che parla con le piante).

Immagine

Il libro fornisce moltissime ricette e consigli che potrebbero rivoluzionare il pianeta cambiando la mentalità umana: mettere l’amore al posto del profitto immediato. Ecco alcune conoscenze che Don José Carmen presenta nel libro:

• Coltivare senza utilizzo di pesticidi e raddoppiare la produzione agricola.

• Utilizzare in modo efficace 500 volte in meno di fertilizzante per ettaro.

• Creare piante non transgeniche e resistenti alle malattie.

• Coltivare su terreni salini.

• E sorprendentemente… far piovere!

Don José Carmen racconta nel suo libro:

«All’inizio ho cominciato a sedermi vicino alle piante ed ho iniziato ad osservarle. Poi ho chiesto loro di aiutarmi. Sono convinto che le piante hanno una forma di intelligenza che permette loro di comunicare con noi, basta solo ascoltarle. A volte di notte sento che le mie piante hanno sete, così vado nel mio campo e le innaffio fino a quando non sono soddisfatte. È assurdo applicare alla lettera i metodi di irrigazione perché, come gli uomini, ogni pianta è diversa.»

Conclusioni

Non sarebbe ora di riconsiderare i nostri metodi e le nostre tecniche? Eppure lo sappiamo che ci stiamo dirigendo verso un vicolo cieco con le nostre coltivazioni intensive cosparse di cocktail chimici e di veleni, come i diserbanti, i pesticidi, i fertilizzanti chimici e i nitrati.Immagine

Il nostro materialismo infantile che pretende di sapere tutto, ma che in realtà ha tutto da imparare dalla vita e dall’osservanza delle leggi cosmiche universali da cui tutti noi dipendiamo ma che non rispettiamo, è basato su una scienza falsa al servizio del “Dio Commercio”. Osservate ciò che riesce a fare questo modesto contadino messicano, Don José Carmen Garcia Martinez, che con il suo amore per le piante, senza concimi chimici, rispettando unicamente le leggi della natura come facevano i suoi antenati precolombiani, mettendosi al servizio di queste leggi nella più pura umiltà, è riuscito a coltivare ortaggi giganti e a moltiplicare la produzione.

La Monsanto e tutti quelli che approfittano delle esigenze alimentari di questo mondo, che hanno la pretesa di “salvare il pianeta” con i loro OGM e con i loro pesticidi che rendono gli agricoltori dipendenti, sono la dimostrazione concreta che i loro veri scopi sono altri, e dovrebbero vergognarsi di vedere i loro risultati confrontati con quelli di quest’uomo.

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Quando constatiamo i danni della moderna agricoltura sui nostri terreni, sui nostri laghi e sui nostri fiumi, gli scienziati cerimoniosi, abilitati, laureati, che giocano con le forze della natura, sono paragonabili a quei bambini che giocano con i fiammiferi senza riflettere sui pericoli che minacciano i loro fratelli umani tanto quanto loro stessi.

Don José Carmen Garcia Martinez ci ha dimostrato con il suo lavoro che la sopravvivenza del pianeta, la nostra stessa sopravvivenza, passa per il rispetto e l’amore verso la natura e verso tutti gli esseri che ci vivono, e non per una gara sfrenata a vantaggio del profitto e destinata a soddisfare gli appetiti voraci e bramosi di pochi.

È arrivato il momento di ritrovare i veri valori, quelli che sono al servizio di tutti, senza nessuna eccezione e verso tutti i regni: minerale, vegetale, animale e umano. È questa sinergia di rispetto e di amore da parte di tutti, così come l’equa condivisione, che ci darà l’accesso ad un vero e proprio livello di benessere e di felicità che attende solo noi, che attende solo che ci decidiamo ad accedervi, senza aspettare che altri decidano per noi ciò a cui abbiamo diritto.

Fonte: http://www.liberamente.co/cms/articles/2013/10/28/l%E2%80%99uomo-che-parla-alle-piante-%E2%80%93-un-nuovo-paradigma-agricolo#.Um4yiVy7ctE.facebook

[align=right]Source: Dionidream - L’UOMO CHE PARL...#65533;#65533; UN NUOVO PARADIGMA AGRICOLO [/align]



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Cita:
donnacinzia ha scritto:

...quando ero bimbina, facevo una cosa che ho protatto nel tempo x parecchi anni, prendevo contemporanamente due foglie da una qualsiasi pianta, una la mettevo nel ripiano dell'armadio dei vestiti, l'altra la mettevo nel cassetto del tavolo dove studiavo e tutti i giorni aprivo il cassetto e la guardavo pensando "a lei" x due-tre minuti.
Dopo 20 giorni, la foglia del cassetto era ancora verde, l'altra dell'armadio era già putrida, era un gioco ma probabilmente vuole dire qualcosa.
cinzia


Buona idea, di fatto questo è un esperimento di radionica "senza strumento".
In fin dei conti l'intento umano ha un suo potere, questo potrebbe essere un buon modo per misurarlo.

Esperimento simpatico, da rifare.


Ultima modifica di quisquis il 30/10/2013, 21:47, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Wolframio ha scritto:


Un’altra cosa che Don José Carmen riesce a fare è piantare alberi per attirare la pioggia, scegliendo accuratamente le specie di alberi che pianterà lungo un tracciato poligonale. Lo stesso esperimento è stato condotto presso l’Università di Chapingo, con la quale Don José Carmen ha trascorso un periodo di ricerca, e funziona! Purtroppo, l’esperimento è stato condotto mentre il rettore dell’Università era in procinto di andare in pensione, e la prima cosa che ha fatto il nuovo rettore è stato di tagliare tutti gli alberi!

Ecco un estratto del rapporto ufficiale che riporta i risultati ottenuti:

«Zona situata nel deserto del Vizcaino dove non piove da sei anni: dopo aver disposto la piantagione seguendo le indicazioni di Don José Carmen Garcia Martinez, la pioggia ha iniziato a cadere a dirotto. Su un altro sito dove non pioveva da tre anni, ha cominciato a piovere intensamente ventiquattro ore dopo che l’ultimo albero era stato piantato. Per quanto riguarda la zona nello stato di Oaxaca, che racchiude le tre aree, ancora prima che la piantagione fosse completata ha iniziato a piovere abbondantemente come nelle altre due zone.»





Questo è molto interessante; alcune osservazioni:

1) Reich con i suoi cloudbuster sosteneva che "prendendo in cura" il clima, manipolando i flussi di energia orgonica, fosse possibile attirare la pioggia o respingerla; ma le piante sono dei veri e propri "condensatori" di energia orgonica, in questa visione. Quindi il nostro contadino avrebbe trovato un modo per "configurare" letteralmente un "campo" di (ipotetica) energia orgonica, disponendo le piante secondo uno schema preciso, al fine di ottenere certi effetti.
2) l'utilizzo di schemi geometrici è comune in radionica in relazione all'ottenimento di determinati effetti fisici.
3) Se ciò fosse stato fatto nel rinascimento si sarebbe parlato di "magia naturale", ossia l'arte di manipolare forze sottili ritenute presenti in natura.
4) I presupposti culturali alla base della dottrina del "Genius Loci" e la sua interazione con il "Genius Populi" degli uomini che abitano un determinato luogo, soprattutto in connessioni ai boschi sacri dell'antichità (per l'Italia i "Luci") e agli arbores foelici dei romani (Don José precisa che occorre scegliere alcuni tipi di piante per ottenere la pioggia) , si sposano benissimo con questi effetti.

L'intento umano adeguatamente diretto sembra essere una chiave che apre molte porte.


Ultima modifica di quisquis il 01/11/2013, 16:37, modificato 1 volta in totale.


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Hannah ha scritto:

Mi sa che è una panzana http://it.wikipedia.org/wiki/Jasmuheen




se ho capito bene
codesta dovrebbe sintetizzare
a partire dall'aria
carboidrati e proteine con enzimi
simili alle painte?

mah..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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Le piante si comportano in maniera curiosamente intelligente:
combattono i predatori, ottimizzano le opportunità di accumulare
il cibo... Ma possiamo davvero dire che le piante possiedono una
forma propria di intelligenza? Lo studioso italiano di botanica
Stefano Mancuso (un grande ndr) ci presenta delle prove
davvero intriganti.


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=kPCPiFzy7hQ[/BBvideo]


Questo esperimento poi..... parla da solo...... [:)]

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=p6rCAuzSQ8U[/BBvideo]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 20/01/2014, 00:56 
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Cosa ricordano le piante


Solo gli animali fanno tesoro delle loro esperienze? Sembrerebbe di no. Anche le piante infatti sarebbero in grado di apprendere e conservare memoria delle informazioni, e di modificare di conseguenza i loro comportamenti. Lo dimostra uno studio del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (Linv) dell’Università di Firenze, realizzato in collaborazione con la University of Western Australia, e pubblicato sulla rivista Oecologia.

Nel loro esperimento, i ricercatori hanno utilizzato alcune piante di Mimosa pudica, un arbusto che ha la curiosa caratteristica di chiudere le sue foglie quando viene disturbato. “La Mimosa pudica è una piccola pianta di origine tropicale, ormai abbastanza comune anche alle nostre latitudini, che è stata a lungo studiata per la sua reazione a stimoli che la disturbano”, racconta Stefano Mancuso, professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell'Università di Firenze, e coordinatore dello studio. “La sua reazione immediata e visibile ci ha permesso di studiare le risposte a vari tipi di sollecitazioni, sia pericolose, come il contatto con un insetto, che inoffensive”.

I ricercatori hanno addestrato le piante a ignorare uno stimolo non pericoloso, ovvero la caduta del vaso che le conteneva da un'altezza di 15 centimetri. Già dopo poche cadute, le piante hanno imparato a non chiudere le foglie, risparmiando in questo modo l'energia necessaria per muoverle. Gli arbusti hanno mantenuto memoria dell'esperienza per oltre 40 giorni, dimostrando inoltre la capacità di modificare il loro comportamento non solo in base all'esperienza, ma anche alle risorse disponibili.

“Allevando le piante in due gruppi separati con disponibilità di luce diverse, è stato possibile dimostrare infatti che quelle coltivate a livelli luminosi inferiori, e quindi con meno energia, apprendono più in fretta di quelle che ne hanno di più – continua Mancuso – come se non volessero sprecare risorse. Dobbiamo ancora capire come e dove i vegetali conservino queste informazioni e come facciano a richiamarle quando è necessario. Per farlo applicheremo ad altri tipi di piante, in particolare quelle carnivore, le tecniche utilizzate per studiare il comportamento degli animali.”



http://www.galileonet.it/blog_posts/52d ... 0657000004


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