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Stellare
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MessaggioInviato: 05/06/2010, 11:29 
Alta finanza [}:)].

Populismo a scopo di lucro, che tristezza. [B)]


Ultima modifica di greenwarrior il 05/06/2010, 11:31, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/06/2010, 18:27 
I silenzi e le ambiguità dell’onorevole Di Pietro
Dalla laurea agli immobili: le voci (a volte senza risposta) sul leader Idv

http://www.corriere.it/politica/10_giugno_05/imarisio-silenzi-ambiguita-onorevole-dipietro_7b708f94-7080-11df-aae4-00144f02aabe.shtml



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MessaggioInviato: 06/06/2010, 10:18 
la lettera - «Per vedere riaffermata la realtà dei fatti non mi è rimasto che ricorrere alla giustizia»
«Dalla laurea agli appartamenti In queste carte la mia verità»
Di Pietro: mai fatto uso privato dei soldi del partito

http://www.corriere.it/politica/10_giugno_06/imarisio-lettera-di-pietro_955878d8-713c-11df-82e2-00144f02aabe.shtml

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Le carte e la laurea dell'ex pm
http://www.corriere.it/politica/10_giugno_05/pdf_dipietro_e9bd7f2c-70c9-11df-aae4-00144f02aabe.shtml
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Caso Di Pietro, la risposta del giornalista

Ringraziamo l’onorevole Di Pietro, per la risposta sollecita ...a sostegno delle sue tesi.

Tuttavia, la biografia di un uomo politico come lui non si basa solo sulla verità giudiziaria.

E’ proprio questo lo spirito e l’intenzione dell’articolo al quale si riferisce l’onorevole: ci sono comportamenti sui quali sarebbe meglio spiegarsi in modo definitivo. Con parole chiare, non con stralci di sentenze.

A tal proposito: l’onorevole è stato convocato dai magistrati di Firenze, quindi non si era «presentato spontaneamente».

Non abbiamo mai detto che si sia laureato in modo «anomalo», ma che i suoi silenzi su alcuni aspetti di questa vicenda hanno lasciato spazio a «illazioni e falsità».

Sull’inchiesta di Brescia abbiamo scritto chiaramente del non luogo a procedere deciso dai giudici. A lasciare perplessi furono alcune sue frequentazioni e comportamenti, mai del tutto spiegati.

Non abbiamo scritto che l’onorevole Di Pietro abbia avuto a che fare con i Servizi.

Su questo tema il leader dell’Italia dei Valori ha dato più versioni, non tutte univoche.

Sono documentabili anche le interviste nelle quali viene negata l’esistenza di viaggi americani che poi si sono rivelati veri.

Non abbiamo scritto che Di Pietro abbia fatto uso privato dei soldi del partito.

Ci siamo limitati a riportare il fatto (non smentito) di avere affittato al partito case di sua proprietà.

Sul presunto «uso non associativo» c’è ancora una inchiesta aperta a Roma, ma comunque, anche qui, non abbiamo sostenuto tale tesi.

È vero, «prestanome» può essere dispregiativo.

Ma l’acquisto tramite altra persona di un immobile inibito ai parlamentari e finito nella disponibilità dell’onorevole rientra tra quei comportamenti che avrebbero bisogno di essere spiegati meglio, non solo con le carte giudiziarie.
Marco Imarisio

http://www.corriere.it/politica/10_giugno_06/di-pietro-imarisio_41d74d5e-713e-11df-82e2-00144f02aabe.shtml



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MessaggioInviato: 06/06/2010, 13:26 
"Prima ti isolano, poi ti uccidono". Questo è il pensiero che ho avuto quando ho letto il libello: "I silenzi e le ambiguità dell'onorevole Di Pietro" sul Corriere della Sera a firma di Marco Imarisio. Un lungo articolo richiamato in prima pagina, corredato da foto, basato su insinuazioni infamanti e, allo stesso tempo, puerili. La laurea a tempo di record, l'asse Lucibello - D'Adamo, la foto con Contrada degna del Bagaglino. Insomma escrementi di scrittura, ********** mediatica per screditare Antonio Di Pietro. Nulla di strano se l'articolo fosse comparso su Libero o Il Giornale: difendono gli interessi del loro proprietario, Silvio Berlusconi. E lo fanno alla luce del sole, quindi sono sostanzialmente innocui. Per il Corriere della Sera il discorso è totalmente diverso. E' il quotidiano più diffuso in Italia, in apparenza moderato, e esercita una forte influenza sull'opinione pubblica. Il fatto che il Corriere sia stato l'organo ufficioso della P2 ai bei tempi di Gelli e di Tassan Din è ormai dimenticato. L'articolo è accompagnato da un occhiello inquietante: "Il caso", ma di casi non ne riporta neppure uno. Il portavoce Imarisio lancia il sasso e ritira la mano in modo così grottesco da dubitare della sua salute mentale: "Ad anni alterni torna fuori, tra dubbi e ironie, il suo personale tour de force per laurearsi in Legge alla Statale di Milano... L'Istituto di presidenza della facoltà confermò che tutto era in regola. Ma le illazioni, falsità di vario genere, sono proseguite, nel silenzio del diretto interessato...". Il "diretto interessato" ha mostrato la sua laurea in un video e querelato Berlusconi che l'aveva messa in dubbio. Che altro doveva fare? Telefonare a Imarisio? Il quale non molla: "Dopo la sua recente pubblicazione con il dirigente del Sisde Bruno Contrada (in una caserma dei carabinieri e ben prima che Contrada fosse arrestato, ndr) il Corriere lo invitò a un confronto sul tema". Antonio Di Pietro ha risposto sulla stampa e sul suo blog, anche se, a mio avviso, era sufficiente una pernacchia. Di quale confronto sul tema si parla se non c'è nessun tema? La chiusa sulle dichiarazioni di Minzolini è da applausi piduistici: "Secondo Di Pietro la pubblicazione dei verbali dell'architetto Zampolini va letta come "parte di una strategia eversiva" nei suoi confronti, decisa da "mandanti e beneficiari occulti", Colpa delle lobby, colpa di una informazione schierata contro di lui". Di Pietro ha repinto in modo circostanziato le accuse e querelato. Che altro doveva fare? Telegrafare al Corriere per metterlo al corrente?
Il sottotitolo è, infine, puro prodotto allucinogeno: "Sospetti e accuse inseguono da tempo (da quello di Previti, ndr) l'ex pm. Lui in tribunale ha sempre vinto, ma su alcune questioni non ha ancora fatto chiarezza". Ma se in tribunale ha sempre vinto, che altro doveva chiarire?
Imarisio comunque non c'entra e neppure l'addetto alla portineria del Corriere, l'ex giornalista Ferruccio De Bortoli. La linea del Corriere la decide il consiglio di amministrazione, per l'appunto le lobby. Ecco un breve e incompleto elenco (*) dei consiglieri RCS: Philip Elkann, presente anche nel consiglio Fiat, Diego Della Valle, presente nei consigli di Assicurazioni Generali, Tod's e CIA, Jonella Ligresti, presente nei consigli di Mediobanca, Italmobiliare, Milano Assicurazioni, Fondiaria e Premafin finanziaria, Enrico Salza, presente nel consiglio di Intesa San Paolo, Bernardino Libonati, presente nei consigli di Telecom Italia, Telecom Italia Media e Pirelli, Renato Pagliaro, presente nei consigli di Pirelli, Mediobanca e Telecom Italia. La barzelletta che la linea editoriale del Corriere è decisa dal direttore e dal comitato di redazione è, per l'appunto, una barzelletta. Quando vedrò un articolo del Corriere come quello su Di Pietro su Della Valle, Ligresti o Philip Elkann, forse mi ricrederò. Antonio Di Pietro non deve rimanere isolato.


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MessaggioInviato: 06/06/2010, 13:42 
Certo Di Pietro può griadare al complotto...mi ricorda qualcuno



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MessaggioInviato: 06/06/2010, 13:42 
per completare....

Male non fare, paura non avere (2 giugno 2010)

Ieri sera, all’ora di cena, mi è arrivata una notizia che - lì per lì - mi ha fatto sorridere perché non potevo crederci. Sono stato avvisato che nelle redazioni dei giornali girava un stralcio del verbale dell’interrogatorio ai PM di Perugia dell’architetto Angelo Zampolini in cui venivo tirato in ballo pure io.

Zampolini avrebbe riferito ai magistrati che avrei ricevuto due case dall’istituto religioso Propaganda Fide grazie all’intercessione dell’imprenditore Anemone e dell’ex Presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici Balducci.

Ho subito smentito e me ne sono andato a dormire serenamente. Non poteva essere vero, mi sono detto, giacchè non ho mai avuto né in affitto, né in vendita, né in comodato, alcun immobile né da Anemone né da Propaganda Fide.

Questa mattina, apro i giornali e scopro che Zampolini, interrogato dai magistrati di Perugia, dapprima il giorno 18 maggio dice di non sapere nulla e poi, 4 giorni dopo, il 24 maggio sente il bisogno irrefrenabile di tornare “spontaneamente” dai magistrati per dichiarare che “Balducci fece avere al Ministro Di Pietro due case in affitto a Roma, attraverso la Congregazione Propaganda Fide. La prima era in via della Vite ed è stata per un periodo una delle sedi dell’Italia dei Valori. L’altra era in via delle Quattro Fontane, credo fosse per la figlia…”.

Non entro nel merito circa l’opportunità o meno di prendere in affitto dai preti un appartamento anche se non credo sia uno scandalo, purchè venga pagato il giusto prezzo e non vi sia nulla di illecito in cambio. Intendo invece riaffermare con forza che non è proprio vero – nel senso materiale del termine - quanto affermato da Zampolini, a cui evidentemente qualcuno ha propinato false informazioni per mettere tutti nello stesso calderone. Io, ripeto, non ho mai preso in affitto appartamenti da Propaganda Fide (né per me o mia figlia, né per la sede dell’Italia dei Valori e lo voglio qui documentalmente dimostrare (cosa che farò anche con i PM di Perugia a cui ho chiesto di essere immediatamente sentito).

Con riferimento al primo appartamento – quello che Zampolini indica come una sede di IDV in via della Vite - posso tranquillamente assicurare che fino a stamattina nemmeno sapevo dell’esistenza di un tale immobile. Anzi, fino a stamattina nemmeno sapevo dove si trovasse Via della Vite, figurarsi se potevo avervi aperto una sede del partito.

Ho subito svolto accertamenti ed ho - or ora - appurato che tale appartamento in realtà era stato preso in affitto dalla società Editrice Mediterranea Srl, con sede appunto in via della Vite n. 3 Roma, il cui legale rappresentante è tale Antonio Lavitola. Trattasi di una società editrice che svolgeva (e forse svolge ancora tuttora) l’attività di realizzazione, gestione e distribuzione di testate giornalistiche per conto proprio e di terzi.

Ebbene, l’Italia dei Valori ha deliberato in data 21 febbraio 2006 (e quindi in epoca addirittura precedente le elezioni politiche di quell’anno e del mio insediamento al Ministero delle Infrastrutture) di stipulare con detta società la realizzazione e la diffusione del giornale del partito. Allego al riguardo la delibera assunta in tale data dall’Ufficio di Presidenza di IDV, da cui – fra l’altro - risulta in maniera inconfutabile che la società Editrice Mediterranea aveva già all’epoca la propria sede in via della Vite 3 allorchè stipulò il contratto con IDV. Allego anche la segnalazione al Tribunale di Roma – Sezione stampa e Informazione, effettuato (sempre il giorno 28 febbraio 2006) per conto di IDV dal sen. Aniello Formisano di aver affidato alla predetta società la realizzazione del quotidiano dell’Italia dei Valori. Anche in questo caso vi è la prova della data certa, data che è precedente alla mia nomina di Ministro ed anzi all’epoca non ero nemmeno al Parlamento italiano e quindi – anche volendo - non avrei potuto in alcun modo interloquire con Balducci ed Anemone. Vi è anche la prova che la predetta casa editrice aveva già sede in Via della Vite prima ancora che nascesse il giornale e quindi non può esser vero che sia stata IDV a prendere in affitto tale immobile.

Il contratto di servizio è stato stipulato in data 7 aprile 2006 (e quindi ancora una volta prima delle elezioni e prima che io diventassi Ministro) ed è durato fino al 1° agosto 2007, come risulta dalla comunicazione di avvenuta dismissione della testata del 30 ottobre 2007, debitamente notificato al Tribunale di Roma – Sezione Stampa ed Editoria. Questo documento è interessante perché fornisce la riprova documentale che l’immobile di via della Vite non sia e non sia mai stato nella disponibilità di IDV. Infatti, il mittente della lettera (Editrice Mediterranea) - pur dando atto di aver già da tempo rescisso il contratto – indica, nell’intestazione, che la propria sede legale è rimasta sempre l’indirizzo di via della Vite 9, Roma.

In conclusione, è documentalmente provato che la sede di via della Vite era nella esclusiva disponibilità di Editrice Mediterranea prima, durante e dopo i rapporti con IDV. Il partito non ha mai avuto in affitto l’immobile di via della Vite né ha mai fatto richiesta ad alcuno per averla. Il fatto, poi, che una società fornitrice di servizi (di cui si sia avvalsa anche IDV ma non solo) avesse – essa, e non IDV – sede in una casa di proprietà di Propaganda Fide non può in alcun modo essere fatta risalire a nostra responsabilità, altrimenti dovrebbe valere l’assurdo principio per cui ogni volta che qualcuno chiede al giardiniere di tagliargli il prato, dovrebbe assicurarsi prima di sapere di chi è la proprietà del locale dove tiene gli attrezzi!

Con riferimento, poi, all’appartamento di via IV Fontane - Roma, esso è stato preso in affitto dall’on.le Silvana Mura, la quale - su segnalazione del collega sen. Stefano Pedica - ha stipulato il 9 novembre 2006 un contratto di locazione con la società “Congregazione per l’evangelizzazione di popoli” di Roma. Produco al riguardo il contratto di affitto in questione, da cui risulta un canone fissato sin dall’inizio in euro 21.600 annuali e quindi in 1.800 euro mensili, oltre alle spese condominiali di circa 200 euro mensili. In totale, quindi, l’on.le Mura paga e ha sempre pagato 2.000 euro mensili. Il contratto è intestato a Claudio Belotti che è il convivente ed il padre di suo figlio. Per completezza, segnalo che la società proprietaria ha concesso la locazione espressamente “ad uso abitativo con facoltà del conduttore di destinare alcune porzioni a studio professionale, fermo restando fra le parti che l’uso prevalente sia quello abitativo” (così espressamente recita l’art. 1 del contratto di locazione).

Da ultimo, specifico che mia figlia Anna non ha mai abitato – nemmeno per un solo giorno - in tale appartamento né lo ha mai preso in affitto. Anna all’epoca pensava di iscriversi alla Luiss e per questo si mise anche lei, insieme a me, a cercare un appartamentino in affitto ed il sen. Pedica indicò anche a noi diverse soluzioni, tra cui anche l’appartamento di via IV Fontane. Poi, però, Anna preferì iscriversi alla Bocconi di Milano e non dette alcun seguito alla proposta. Ovviamente se l’affitto si fosse concretizzato, sarebbe stata cura mia e di mia figlia accertare la correttezza sotto ogni aspetto dell’operazione, cosa che comunque ha fatto la collega on.le Mura, riscontrandone ogni regolarità. Altrettanto ovviamente né io, né l’on. Mura e - men che meno - mia figlia abbiamo mai avuto alcunchè a che fare con il sig. Anemone, persona che nessuno di noi conosce.

E veniamo infine all’insinuazione di Zampolini, secondo cui io avrei fatto solo finta di osteggiare gli appalti che erano stati programmati per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia ed alle elucubrazioni secondo cui io non avrei preso provvedimenti adeguati.

Al mio arrivo al Ministero delle infrastrutture, alla fine di Aprile 2006, l’ing. Balducci era Presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici, ovvero era la massima carica istituzionale del Ministero a cui, per legge, spetta lo status di indipendenza gerarchica anche rispetto al Ministro (art. 1, comma 2 DPR 204/2006). Al predetto Consiglio spettava e spetta il compito di esprimere pareri vincolanti su ogni progetto di lavori pubblici superiore ai 25 milioni di euro e su ogni altro progetto finanziato per almeno il 50% dallo Stato. Per dirla alla “dipietrese”, in Italia, in tema di grandi lavori pubblici, non si muove foglia che il Consiglio Superiore non voglia.

Ebbene, io ho subito spostato l’ing. Balducci al 2° Dipartimento (Infrastrutture e regolazione dei lavori pubblici), che per legge (art. 5 DPR 300/99) non gestisce materialmente alcun capitolo di bilancio ma li assegna – questa volta sotto il diretto controllo del Ministro - ai direttori generali competenti per le singole aree di attività del Dipartimento stesso. L’ing. Balducci non ha, peraltro, mai svolto tale attività perchè dalla data della sua nomina (18.9.2006) alla data in cui ha lasciato il Ministero (1.11.2006) è sempre stato in malattia.

Egli, infatti, è stato chiamato nel novembre 2006 dalla Presidenza del Consiglio dell’epoca a svolgere le funzioni di Responsabile della Struttura di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Insomma con me al Ministero delle Infrastrutture, Balducci non ha mai svolto alcuna attività lavorativa.

Posso invece provare documentalmente che io mi opposi in modo fermo e risoluto alle modalità con cui venne istituita ed organizzata la predetta Struttura di missione ed anche il modo poco trasparente con cui venivano realizzati gli appalti. Ben altro ho detto e dirò ai magistrati, ma sento il dovere pubblico di provare da subito quanto affermo. Produco al riguardo – e tanto per citarne una – la nota n. 16240 del 14 dicembre 2007, da me scritta ed indirizzata al Presidente del Consiglio ed ai colleghi Ministri interessati dell’epoca, con cui testualmente ho contestato sia la legittimità dei compiti che svolgeva la struttura di Missione presieduta da Balducci, sia le modalità con cui venivano commissionati e svolti gli appalti. La lettera porta una doppia mia firma per rimarcare la gravità di quanto stavo denunciando e si conclude con le seguenti tre righe da me personalmente manoscritte: “Vi prego, ci stiamo avviando verso macroscopiche violazioni di legge e questo non può essere accettato, se riscontrato”.

Poi come noto, con l’inizio dell’anno nuovo, il Governo andò in crisi e ci fu lo scioglimento anticipato del Parlamento. Arrivò il nuovo Governo che - invece di prendere atto di quanto da me segnalato ed intervenire di conseguenza - confermò modalità e struttura fino quando non è arrivata la Magistratura.

So bene che molti depistatori e professionisti della disinformazione insisteranno nei prossimi giorni a prendersela con me nel malcelato tentativo di “fare di tutt’erba un fascio” ma costoro sappiano sin d’ora che dovranno rispondere delle loro azioni davanti all’Autorità giudiziaria.

Antonio Di Pietro



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MessaggioInviato: 09/06/2010, 14:35 
Personalmente non ho nulla contro la massoneria, ma i compagni forse qualche domanda dovrebbero porsela...
[:)]

"I massoni di sinistra? Nelle logge sono 4mila"
Il Gran Maestro e il caso Pd: "Scoprono ora che la sinistra è figlia anche della massoneria".
"E' ora di finirla con la leggenda della segretezza, frutto avvelenato di Gelli"


http://www.repubblica.it/politica/2010/06/09/news/massoneria_pd-4683769/?ref=HREC2-1



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MessaggioInviato: 09/06/2010, 17:01 
Ricordatevi sempre che il nostro presidente della repubblica é un noto massone del grande oriente d'italia.


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MessaggioInviato: 09/06/2010, 19:16 
Cita:
robs79 ha scritto:

Ricordatevi sempre che il nostro presidente della repubblica é un noto massone del grande oriente d'italia.

firmotuttoio massone? interessante , ci dai qualche ragguaglio?



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Vauro l’incoerente si copre di ridicolo

Al Premio Bancarella il vignettista tiene il solito comizio sulla censura e contro Berlusconi. Ma balbetta solo scuse patetiche quando l’editore Fazi gli chiede perché continua a pubblicare per Piemme (gruppo Mondadori)

.... il premier è impresentabile, in Italia non c’è libertà di stampa, il Governo sta distruggendo la scuola, e tutta la colpa è di Berlusconi, al quale però elegantemente Vauro riconosce almeno un merito: «la sua personale battaglia a favore della ricrescita dei capelli»...

[color=maroon]...Dal fondo della sala si alza Elido Fazi, editore non certo ascrivibile alla categoria politica-elettorale del «centrodestra» (anzi!), e a bruciapelo spara la domanda più semplice e intelligente che si possa porre:
«Vauro, scusa, ma se ce l’hai tanto con Berlusconi, perché continui a pubblicare per Piemme, che è una casa editrice del gruppo Mondadori?».
Brusii, silenzio, imbarazzo.


Vauro rimane di sasso. Prima balbetta qualcosa, cerca di sviare, poi inizia l’arrampicata sugli specchi:

«Sì, è vero pubblico per una casa editrice di Berlusconi, ma non è che tutti quelli che ci lavorano la pensano come lui.


Anche Rai2, dove ho un contratto, fa capo al Premier, ma quelli che ci lavorano non sono tutti figli di... Berlusconi.

Sarebbe come dire che perché Marchionne è a capo della Fiat tutti gli operai la pensano come lui» (dimenticando il piccolo particolare che gli operai della Fiat non hanno alternative, mentre uno come Vauro può scegliersi la casa editrice che vuole, anche se magari deve rinunciare ad anticipi più sostanziosi, ndr).

Poi dall’errore logico è un attimo a passare alla banalità ideologica. «Ammetto - si giustifica il vignettista - che lavoro per un canale Rai e per Piemme... ma come si fa oggi in Italia a non lavorare per Berlusconi: ovunque ci giriamo c’è lui, è tutto suo... la verità è che in questo Paese non c’è libertà».

La verità, purtroppo, è che ce n’è troppa, come dimostra lo stesso successo mediatico di Vauro, stipendiato dalla Rai e da Piemme per poter essere libero di criticare legittimamente chiunque, a partire da chi lo paga.

Si chiama democrazia, cosa che in Italia per fortuna abbonda....[/color]



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Un'interessante e breve lezione di (non)comunicazione politica:

Il Pd, Bersani e un linguaggio in crisi
Storia di un partito che non trova più le parole per vincere
Ma perché quando i democratici parlano si fa fatica a capirli? Un saggio di Lakoff spiega quali sono i misteri e i segreti linguistici della politica


http://www.ilfoglio.it/soloqui/5785



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Sanità Puglia, altri 5 arresti e il pd Frisullo torna libero

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichpage=-1&TOPIC_ID=7338&REPLY_ID=118178



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riguardo al caso di pietro, l'opinione pubblica sa di cosa era accusato ma non di come e' andata a finire la faccenda.... ovviamente i berluscomedia si sono guardati bene dal dare certe notizie, e allora mi sembra doveroso mettere per esteso questa lettera.

di Antonio Di Pietro.

A PROPOSITO DI ME

Oggi vi parlo di me. Lo faccio perché ritengo doveroso informare l’opinione pubblica di un fatto che mi riguarda e di cui, lo scorso mese di giugno, tutti gli organi di informazione avevano dato notizia con ampie aperture in prima pagina. Ora, invece, a vicenda conclusa, in molti fanno finta di non sapere.

Ricordate? Il mese scorso tutti gli organi di informazione dettero la notizia che la Procura della Repubblica di Roma aveva aperto un’indagine nei miei confronti per truffa e falso. Questo a seguito di una denuncia in cui si sosteneva che io avrei truccato le carte per intascare i rimborsi elettorali che il partito “Italia dei Valori – Lista Di Pietro” aveva ricevuto a titolo di rimborso elettorale.

La notizia dell’iscrizione del mio nome nel registro degli indagati era vera e, pertanto, hanno fatto bene i giornali e le TV ad informare l’opinione pubblica. Altrettanto bene hanno fatto i magistrati a mettermi sotto inchiesta: ero stato denunciato ed era – per loro – doveroso accertare come stavano in realtà i fatti. Meno bene hanno fatto alcuni specifici organi di informazione (mi riferisco soprattutto ai giornali berlusconiani) che hanno “sparato” la notizia in prima pagina dando per scontato che io avessi davvero commesso le cose per cui ero accusato. Tutto questo senza riferire che si trattava di una denuncia sul cui contenuto già altre volte, ben tre volte, il giudice penale aveva disposto l’archiviazione per totale insussistenza dei fatti.

Ma, ripeto, ad un uomo politico e ad un personaggio pubblico - quale io sono - può capitare sia di finire sui giornali che di dover rendere conto alla magistratura ed all’opinione pubblica del suo operato e ciò è capitato anche a me (in questa come in molte altre occasioni). Non me ne sono fatto un cruccio, quindi, né mi sono messo ad imprecare contro i magistrati che mi avevano messo sotto inchiesta né ho sparato al vento accuse di complotti o ritorsioni. Anzi, dissi subito – e lo ribadisco anche ora – che sono ancora pronto a stringere la mano ai miei accusatori di ieri e di oggi qualora essi – almeno ora, alla luce degli accertamenti svolti dalla magistratura - ne accettino le conclusioni.

Ma quali sono le conclusioni a cui è pervenuta la Procura di Roma? Nessuno lo sa perché nessun organo di informazione, ad eccezione de ‘Il Fatto Quotidiano’, ne ha dato notizia. Lo faccio io, allora: l’inchiesta si è conclusa ed il Pubblico Ministero ha richiesto l’archiviazione del procedimento penale, anche questa volta per totale insussistenza dei fatti.

Le accuse erano due ed a questo punto – capire bene di cosa stiamo parlando - è doveroso riepilogarle:

- a dire dei denuncianti, io avrei dichiarato il falso (in violazione dell’art. 479 del codice penale) davanti al notaio di Roma il 1.12.2003, affermando che il codice fiscale n. 900245590128 fosse riferibile al partito dell’Italia dei Valori mentre esso farebbe capo ad una associazione privata avente lo stesso nome del partito ma del tutto diverso da esso;

- sempre a dire dei denuncianti, io avrei dirottato (in violazione dell’art. 640 del codice penale) a questa asserita associazione privata i contributi elettorali ricevuti nel periodo 2004 – 2007 dal partito IDV a titolo di rimborso elettorale per le elezioni al Parlamento europeo del 2004.

Trascrivo qui di seguito cosa ha riscontrato al riguardo la Procura della Repubblica di Roma, rinviando alla lettura integrale della richiesta di archiviazione qui allegata, per un migliore approfondimento (leggi):

- “dalla informativa della Guardia di Finanza e dalla documentazione acquisita è emerso che le quote elettorali maturate dall’anno 2004 all’anno 2007 sono state regolarmente versate sul c/c bancario acceso presso la Banca di Credito Bergamasco sito in Bergamo ed intestato al partito Italia dei Valori-Lista Di Pietro. Non appare configurabile, di conseguenza, una non trasparente gestione di tali fondi, atteso che gli stessi risultano depositati presso il conto corrente bancario intestato al partito, circostanza questa che non consente di ritenere ipotizzabile il delitto di cui all’art. 640 c.p. per assoluto difetto degli elementi oggettivi e soggettivi”. Il P.M. dice anche di più: “dalla documentazione acquisita emerge che i fondi erogati e depositati sul conto corrente di IDV non risultano poi essere transitati su altri conti intestati a diverse persone giuridiche”;

- “dalla documentazione acquisita risulta che il codice fiscale è stato attribuito con provvedimento del Ministero delle Finanze al partito IDV: non può pertanto ritenersi falsa l’affermazione resa davanti al notaio di Roma in data 1.12.09 in quanto realmente quel numero di codice fiscale è stato attribuito al partito Italia dei Valori con provvedimento del Ministero delle Finanze fin dall’anno 2003. Si deve pertanto escludere l’esistenza di quelle condotte censurabili che si evidenziano nell’esposto, con conseguente insussistenza del reato di cui all’art. 479 c.p.”.

Questi sono i fatti, così come riscontrati dall’Autorità giudiziaria. Le conclusioni a cui essa è giunta mettono una pietra tombale sulle mille illazioni che sono state fatte circolare a proposito della gestione finanziaria dell’Italia dei Valori.

Invito tutti ad avere fiducia nella magistratura e ad affidarsi ad essa per far valere le proprie ragioni. Ah, dimenticavo: questa strada possono sceglierla solo coloro che sanno di non aver commesso nulla di male. Gli altri preferiscono la scorciatoia della denigrazione dei giudici e delle leggi ad personam! Ma questo dimostra che, appunto, non tutti i politici sono uguali.



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A volte ritornano
di Stefano Cappellini
Ora vuole il papa straniero. L'ex leader del partito lancia una corrente con i popolari. Franceschini: «Sei irresponsabile». Bersani: «Basta fare regali a Berlusconi».


http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/260510/

Cita:
[color=blue]Veltroni fa il Fini del Pd

L'ex segretario: "Il partito è al 24% sono preoccupato".
E lavora per logorare Bersani. A far discutere è soprattutto il documento messo a punto per chiedere un rilancio del partito.
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http://www.iltempo.it/politica/2010/09/17/1201022-veltroni_fini.shtml



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