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MessaggioInviato: 01/11/2010, 22:03 
Pericolo di nuova eruzione vulcanica in Islanda:

http://www.corriere.it/esteri/10_novemb ... aabc.shtml



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MessaggioInviato: 22/05/2011, 22:32 
Ci siamo...

http://www.corriere.it/esteri/11_maggio ... ed2e.shtml



Ultima modifica di Angel_ il 22/05/2011, 22:36, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/05/2011, 00:41 
a... cosa?


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MessaggioInviato: 23/05/2011, 22:32 
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Fire32 ha scritto:

a... cosa?

All'eruzione del più grande vulcano islandese, il Grimsvötn...per ora la stanno minimizzando, ma potrebbe essere molto più pericolosa di quella dell'impronunciabile Eyjafyallayokull...



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MessaggioInviato: 24/05/2011, 07:52 
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Angeldark ha scritto:

Cita:
Fire32 ha scritto:

a... cosa?

All'eruzione del più grande vulcano islandese, il Grimsvötn...per ora la stanno minimizzando, ma potrebbe essere molto più pericolosa di quella dell'impronunciabile Eyjafyallayokull...


meno male che si svegliano i vulcani, così l'energia della Terra si disperde un pò, meglio i vulcani dei terremoti, anche se i vulcani hanno implicazioni più vaste, interagendo, se sono grandi eruzioni, con il Clima anche x molti anni, creando problemi x l'agricoltura e l'allevamento, a causa delle ceneri sia a terra che in quota, dimunuendo anche l'irraggiamento solare.[V]



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MessaggioInviato: 24/05/2011, 09:33 
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Angeldark ha scritto:

Cita:
Fire32 ha scritto:

a... cosa?

All'eruzione del più grande vulcano islandese, il Grimsvötn...per ora la stanno minimizzando, ma potrebbe essere molto più pericolosa di quella dell'impronunciabile Eyjafyallayokull...


oddio che palle! mo che hanno cappellato TUTTI quanti coi terremoti ci riprovano coi vulcani!
si si moriremo tutti sommersi dalle ceneri del vulcano!
mamma mia che palle...fra un po su sta parte del forum nn ci si può piu venire.
l'anno scorso doveva essere una nuova era glaciale! ed ha fatto piu caldo dell'anno precedente!
il prossimo ci sarà un vulcano ancora piu grande di questo? e dopo uno ancora piu grande?
ma io boh.....


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MessaggioInviato: 24/05/2011, 10:28 
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acgunner ha scritto:

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Angeldark ha scritto:

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Fire32 ha scritto:

a... cosa?

All'eruzione del più grande vulcano islandese, il Grimsvötn...per ora la stanno minimizzando, ma potrebbe essere molto più pericolosa di quella dell'impronunciabile Eyjafyallayokull...


oddio che palle! mo che hanno cappellato TUTTI quanti coi terremoti ci riprovano coi vulcani!
si si moriremo tutti sommersi dalle ceneri del vulcano!
mamma mia che palle...fra un po su sta parte del forum nn ci si può piu venire.
l'anno scorso doveva essere una nuova era glaciale! ed ha fatto piu caldo dell'anno precedente!
il prossimo ci sarà un vulcano ancora piu grande di questo? e dopo uno ancora piu grande?
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Questo lo stai dicendo solo tu!!!!!!



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MessaggioInviato: 24/08/2014, 17:09 
Cita:
Islanda, allarme rosso per vulcano Bardarbunga: voli bloccati

E' il più grande del Paese: no fly-zone in tutta l'area. Nel 2010 il precedente del Eyjafjallajokull bloccò l'intero traffico aereo europeo

REJKYAVIK - Le autorità islandesi hanno decretato l'allerta rossa e il divieto di sorvolo al di sopra del vulcano Bardarbunga, in intensa attività. Lo riferiscono fonti ufficiali. La zona circostante era stata evacuata precauzionalmente mercoledì scorso. Il livello rosso è il più alto nella scala delle emergenze ed è stato decretato dopo una piccola eruzione.

Il vulcano Bardarbunga è il più grande in Islanda (è situato sotto il ghiacciaio Vatnajökull) e la seconda vetta più alta del paese. Tutto il traffico aereo nell'area è stato bloccato. Una piccola eruzione, dopo diversi anni di assenza, è già stata rilevata. La lava del vulcano ha già cominciato a sciogliere il ghiaccio e a breve, ma non si sa quando precisamente, dovrebbe cominciare a emettere cenere e vapore nell'aria. "C'è una eruzione in corso sotto il ghiaccio che però non ha fatto fondere la calotta", ha precisato Theodor Hervasson, responsabile della divisione allerta e previsioni del servizio meteo islandese (Imo).

Nel 2010 le emissioni di cenere del vulcano islandese Eyjafjallajokull bloccarono il traffico aereo europeo. L'allarme rosso - sottolinea la Bbc - è il massimo livello di allerta. Il vulcano è a circa 300 chilometri dalla capitale Reykjavik e potrebbe riprovocare per i viaggiatori gli stessi disagi di quattro anni fa.



http://www.repubblica.it/esteri/2014/08 ... -94339660/


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MessaggioInviato: 24/08/2014, 18:44 
probabilmente avremo inverni freddi a venire...


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 Oggetto del messaggio: Re: Islanda: eruzione vulcanica
MessaggioInviato: 03/11/2017, 22:18 
Cita:

Il più grande vulcano islandese si prepara ad eruttare

Delle piccole scosse registrate nella regione del ghiacciaio Vatnajökull in Islanda potrebbero presagire l’eruzione del più grande vulcano dell’isola.

Bárðarbunga è un massiccio montagnoso di 2000 metri al centro del quale si trova una caldera vulcanica di 700 metri coperta da un ghiacciaio. L'ultima volta è eruttato nel 2014 e ha continuato per diversi mesi al punto che sul cielo dell'isola sono stati annullati tutti i voli. Il vulcano ha eruttato lava per 1600 volte da agosto 2014 a febbraio 2015, ma senza provocare danni o morti.

L'ultima volta l'inizio dell'eruzione è stata preceduta da terremoti di magnitudo di 5,7; L'attività sismica registrata sotto il ghiacciaio quest'anno dà ragione di credere che il vulcano si stia preparando per un'altra eruzione, ha detto il vulcanologo islandese Páll Einarsson al Daile Star.

Il vulcano brontola da febbraio 2015, cioè dalla fine dell'eruzione precedente. Dall'ultima eruzione sono passati sette anni, ma è impossibile prevedere quando esattamente la pressione nel suo sfiato supererà il punto critico e il magma verrà eruttato.

Bárðarbunga è un stratovulcano subglaciale, come l'Eyyafyadlyayukudl, la cui eruzione nel 2010 ha portato alla liberazione di un'enorme nuvola di cenere vulcanica, per cui gli aerei non hanno volato in Europa per diversi giorni.


https://it.sputniknews.com/mondo/201711 ... -eruzione/


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 Oggetto del messaggio: Re: Islanda: eruzione vulcanica
MessaggioInviato: 20/03/2021, 01:17 
Islanda: eruzione vulcanica in corso vicino a Reykjavik
Nelle ultime settimane erano state registrate migliaia di scosse di terremoti


Eruzione vulcanica in corso vicino a Reykjavik, la capitale dell'Islanda. Lo ha reso noto l'Agenzia meteorologica islandese. Nelle ultime settimane erano state registrate migliaia di scosse di terremoto, perlopiù di bassa magnitudo dovute probabilmente al movimento di magma sotto la penisola ed erano state considerate preludio di un'eruzione vulcanica intorno al monte Keilir.

Il vulcano dal quale è in corso l'eruzione si trova a circa 40 chilometri dalla capitale Reykjavik. La zona è stata interdetta al volo. "L'eruzione vulcanica è iniziata a Fagradalsfjall. Il codice è rosso, ma sui sismometri si vede pochissima turbolenza", ha scritto su Twitter l'istituto, che monitora l'attività sismica. Il sistema vulcanico Krysuvik si trova a sud del monte Fagradalsfjall, sulla penisola di Reykjanes, nel sud-ovest dell'Islanda. "La prima notifica è stata ricevuta dall'Ufficio meteorologico alle 21.40 GMT. L'eruzione è stata confermata tramite webcam e immagini satellitari", ha detto l'istituto sul suo sito web. Mentre l'aeroporto internazionale islandese di Keflavik e il piccolo porto peschereccio di Grindavik sono solo a pochi chilometri di distanza, l'area è disabitata e l'eruzione non dovrebbe rappresentare alcun pericolo. Le eruzioni vulcaniche nella regione sono conosciute come eruzioni effusive, in cui la lava scorre costantemente dal terreno, al contrario di quelle esplosive che vomitano nuvole di cenere in alto nel cielo. Il sistema vulcanico Krysuvik è stato inattivo negli ultimi 900 anni, secondo l'Ufficio meteorologico, mentre l'ultima eruzione sulla penisola di Reykjanes risale a quasi 800 anni fa, al 1240.


https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 1faf7.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Islanda: eruzione vulcanica
MessaggioInviato: 20/03/2021, 07:08 
vulcanesimo e terremoti sono 2(due) degli effetti... [:246]

oramai consapevolizzati della crescita dei livelli marini e della deglaciazione mondiale a cui siamo vertiginosamente esponenzialmente sottoposti da trentanni!..il livello dei mari oceanici sta ora crescendo di circa 4,6 mm all'anno, mediamente, circa un mm in più rispetto a 5/10 anni fa... [:305]

https://www.duegradi.eu/news/innalzamen ... 20maggiore.

https://impact.startupitalia.eu/2019/08 ... nda-bozza/

le enormi masse d'acqua che vengono spostate sulle calotte oceaniche dalla terraferma e dai poli creano miliardi di tonnelate di "massa" in più che SCHIACCIANO i fondali marini e i relativi flussi magmatici sottostanti...le pressioni che aumentano vanno a trovare sfogo nella tettonica a placche ALTERANDOLA IMPREVEDIBILMENTE con milioni di terremoti in più e "riaccensione" di sistemi vulcanici sparsi nel mondo che erano in quiete DA SECOLI... [:305]

https://it.wikipedia.org/wiki/Vulcanismo

un innalzamento di 4,5 gradi della temperatura dell'acqua marina in Islanda negli ultimi 10 anni NON lascia presagire DIVERSITA' in miglioramento nel futuro prossimo venturo...nel 2020 hanno misurato temperatura media in terraferma di 18/20 gradi, nella stagione calda, e considerando che fa parte del "circolo polare artico"... [:266]

Immagine


per non parlare poi delle "riserve idriche" mondiali...dove i dati mi sembrano ormai molto critici... [8D]

https://it.wikipedia.org/wiki/Distribuz ... se_idriche


e della potabilità delle stesse nel mondo...e in Italia... [8]

http://www.parks.it/acqua/finish/pdf/ac ... italia.pdf


https://www.internazionale.it/notizie/f ... se-idriche

con i "sistemi complessi" NON si scherza...sembra... [:78]

[:295]

(edit agg. link)



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 Oggetto del messaggio: Re: Islanda: eruzione vulcanica
MessaggioInviato: 25/09/2021, 21:00 
Scienziati pronti a trivellare un vulcano fino alla camera magmatica, l’esperto INGV a MeteoWeb: “con KMT scaveremo un pozzo in Islanda e studieremo il magma da vicino”
Viaggio verso l'ignoto, nelle profondità della Terra: scienziati e ingegneri da 4 continenti trivelleranno la caldera del Krafla, in Islanda, per realizzare un'infrastruttura nuova e unica per le geoscienze. Intervista al vulcanologo INGV Paolo Papale

Un ambizioso progetto internazionale, innovativo e senza precedenti, si propone di trivellare un’area vulcanica, per realizzare l’unico osservatorio magmatico al mondo: in questo viaggio verso l’ignoto, nelle profondità della Terra, denso di sfide scientifiche e tecnologiche, guidato da scienziati e ingegneri da 4 continenti, l’Italia è protagonista, grazie al ruolo di primo piano rivestito dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, coinvolto fin dalle prime fasi di ideazione del progetto Krafla Magma Testbed (KMT).

L’obiettivo del progetto KMT, ha spiegato ai microfoni di MeteoWeb Paolo Papale, Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “è quello di realizzare una infrastruttura nuova e unica per le geoscienze, costituita da una serie di pozzi aperti all’interno e nell’intorno di un corpo magmatico intra-crostale. Una tale infrastruttura sarebbe in grado di portare le geoscienze a un livello attualmente non accessibile, in maniera non dissimile da quanto altre infrastrutture in altri settori delle scienze già hanno fatto in passato; ad esempio, il Large Hadron Collider di Ginevra nel campo della fisica delle particelle, o il telescopio Hubble nel campo dell’astrofisica“.

Immagine

Schema dell’infrastruttura KMT, costituita da una serie di pozzi dotati di strumentazioni ed estesi all’interno e intorno al corpo magmatico a 2,1 chilometri di profondità al di sotto della caldera del Krafla, in Islanda, da una serie di installazioni in superficie costituite da laboratori e centri di elaborazione dati, alloggi e foresteria, centro visitatori e centri di alta formazione, e da una rete di strumenti di monitoraggio multiparametrico distribuiti sulla superficie e all’interno dei pozzi

L’Italia con l’INGV ha un ruolo da protagonista in questa impresa, “è a livello mondiale uno degli Istituti di ricerca più importanti per quanto riguarda gli studi nel campo della vulcanologia, ed è in assoluto quello che produce il maggiore impatto per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche sull’argomento (fonte SciVal, www.scival.com). E’ naturale, quindi, che l’Istituto sia stato protagonista fin dalle prime fasi di ideazione del KMT, e che continui a esserlo. Le potenzialità per la partecipazione dell’INGV sono quasi infinite, nel senso che attraverso le sue numerose sezioni che comprendono i due grandi Osservatori Vulcanici italiani, il Vesuviano e l’Etneo, l’Istituto copre praticamente l’intero spettro delle discipline e delle tecniche di studio applicate ai vulcani. In questa prima fase del progetto KMT l’INGV ha già effettuato una campagna di misure multi-parametriche al Krafla, che ha compreso il posizionamento di array sismici in acquisizione sia passiva che attiva (cioè, la messa in posto di numerosi sismometri secondo geometrie prestabilite, che per un dato periodo hanno misurato onde sismiche causate sia da terremoti naturali, sia da scoppi artificiali effettuati appositamente con cariche di esplosivo); la misura della distribuzione dell’anomalia gravimetrica (cioè la misura delle variazioni del valore dell’accelerazione di gravità in vari punti della caldera, che si relazionano alla distribuzione delle masse nel sottosuolo); la misura del campo elettrico locale (che si relaziona alla distribuzione dei fluidi nelle rocce); la misura del flusso e della composizione delle emissioni gassose nella caldera, e della distribuzione della temperatura sul fondo calderico. Attualmente l’INGV coordina il progetto europeo IMPROVE, che coinvolge altri otto partner accademici più tre partner industriali di vari paesi europei, e che include una parte consistente dedicata alla geofisica e geochimica di superficie al Krafla, e allo studio delle dinamiche e dei processi nel magma e nelle rocce circostanti, compreso lo studio della circolazione dei fluidi nel sistema geotermale. Infine, attraverso il supporto di EPOS-Italia, l’INGV è attualmente impegnato nella simulazione al computer delle fasi durante le quali la futura perforazione incontrerà il magma, al fine di valutare le condizioni termiche e meccaniche all’interno del pozzo quando questi si aprirà direttamente sul magma; questi risultati saranno fondamentali per la definizione dei materiali da utilizzare e delle condizioni ottimali in cui operare durante la perforazione“.

KMT prende origine dalle attività di perforazione presso il vulcano islandese Krafla, durante le quali le trivelle della compagnia energetica di stato islandese hanno accidentalmente incontrato magma alla profondità di circa 2 km: è l’unico caso al mondo in cui si conosce la posizione esatta di un corpo magmatico in profondità, a una temperatura di circa 900°C. Ciò ha reso possibile progettare perforazione, campionamento, studio, monitoraggio, e sperimentazione diretta della camera magmatica.

“La storia del KMT nasce in Islanda, e precisamente alla caldera del Krafla (una caldera è una struttura vulcanica costituita da una ampia depressione invece che dal più classico cono), nel 2009, nell’ambito di un progetto denominato Icelandic Deep Drilling Project (IDDP),” ha ricordato il vulcanologo INGV. “Lo scopo dell’IDDP era quello di trivellare all’interno della caldera fino a una profondità di circa 4 km, dove ci si attendeva di trovare fluidi in condizioni supercritiche (ovvero fluidi in particolari condizioni di elevata temperatura e pressione, tali da renderne lo sfruttamento per scopi di produzione energetica teoricamente molto più vantaggioso che per fluidi geotermici di tipo convenzionale). Il Krafla è tra i vulcani maggiormente monitorati e studiati al mondo, e ulteriori campagne di prospezione geofisica in vista dell’IDDP confermavano l’assenza di magma nei primi 4 km dalla superficie. Invece, a poco più di 2 km di profondità le trivelle smisero di avanzare, finché all’interno dei fanghi di perforazione non venne rivelata la presenza di ossidiana, ovvero di magma vetrificato a seguito di rapido raffreddamento. Fu così chiaro che le trivelle avevano incontrato, in maniera del tutto inattesa, un corpo magmatico alla profondità di 2,1 km“.

Per gli scopi dell’IDDP, ha proseguito Papale, “l’incontro accidentale col magma rappresentò un serio problema: non si erano raggiunti i fluidi alle condizioni cui si puntava. Dal pozzo naturalmente salivano fluidi, e ben presto fu chiaro che si trattava del pozzo a temperatura più alta al mondo (la temperatura del magma era intorno ai 900°C). I fluidi erano anche estremamente acidi e corrosivi. La Landsvirkjun, la compagnia geotermica che opera la centrale geotermica del Krafla, fu in grado di operare dei test sui fluidi che fuoriuscivano, verificando che se fossero stati risolti alcuni problemi tecnici legati alle condizioni estreme cui si trovava, quel pozzo sarebbe stato in grado da solo di produrre tanta energia quanta ne produceva l’intero impianto, costituito da circa venti pozzi produttivi. Tuttavia, l’elevata temperatura e l’estrema acidità dei fluidi causò ben presto la corrosione dei rivestimenti interni del pozzo, causandone danneggiamenti irreparabili e obbligando quindi alla sua chiusura“.

L’IDDP non aveva raggiunto i suoi obiettivi, ma aveva fatto qualcosa di ancor più importante, “aveva mostrato che è possibile raggiungere un corpo magmatico profondo, e aveva stimolato l’interesse del mondo scientifico nei confronti di una possibilità mai prima realizzata, ovvero quella di ingegnerizzare un pozzo direttamente aperto nel magma per scopi scientifici. Da allora – ha spiegato l’esperto INGV – una comunità internazionale sempre più ampia continua a raccogliersi nell’ambito del KMT, coinvolgendo scienziati e ingegneri da quattro continenti. Il piano scientifico che è stato sviluppato, e che si è iniziato a implementare, prevede una serie di fasi organizzate intorno a obiettivi di tipo scientifico, tecnologico e industriale“.

Il Krafla Magma Testbed ha obiettivi eccezionali e dovrà affrontare sfide di non poco conto.
Per quanto riguarda gli obiettivi scientifici, il vulcanologo INGV evidenziato che lo scopo è:

“osservare, misurare, campionare magma all’interno della crosta terrestre, che conosciamo solo indirettamente attraverso le prospezioni geofisiche e geochimiche, le ricostruzioni petrologiche, le osservazioni sui materiali eruttati o su antichi magmi poi solidificati p. es. a formare corpi granitici, ma che non abbiamo mai osservato direttamente;
comprendere alcuni aspetti fondamentali dei processi che hanno portato all’origine dei continenti;
effettuare veri e propri esperimenti su un sistema magmatico e vulcanico reale, misurandone le quantità di interesse dal profondo fino alla superficie;
comprendere a un livello mai raggiunto in precedenza le relazioni tra i processi magmatici profondi e le misure di superficie, che sono alla base dei sistemi di controllo e monitoraggio dei vulcani ad alto rischio, p. es. i Campi Flegrei che minacciano gran parte della città di Napoli;
sviluppare sistemi di monitoraggio e metodi di studio di nuova generazione per conoscere e comprendere le dinamiche dei vulcani e anticiparne le possibili evoluzioni“.

Po ci sono gli obiettivi tecnologici: il magma, ha proseguito Papale, “può essere considerato come la frontiera delle condizioni estreme esistenti in prossimità della superficie terrestre; tuttavia, abbiamo inviato sonde e strumenti su Marte e su Venere, ma mai fino al magma. Lo sviluppo del KMT richiede di affrontare e superare problemi molto complessi di tipo ingegneristico e tecnologico (e che coinvolgono la scienza dei materiali), non dissimili da quelli che si pongono per l’esplorazione di altri corpi del sistema solare; fornendo un’occasione unica per lo sviluppo e la sperimentazione di macchinari e strumentazioni utilizzabili in altre situazioni estreme (p. es., la superficie di Venere si trova a oltre 450°C di temperatura, a una pressione oltre 90 volte maggiore di quella sulla superficie terrestre, e la sua atmosfera è densissima e composta per oltre il 90% da anidride carbonica)“.

Da evidenziare anche gli obiettivi industriali: Papale ha sottolineato che “la sorgente ultima dell’energia geotermica è il magma; ciò nonostante, gli attuali impianti di sfruttamento geotermico esistenti al mondo utilizzano solo una parte irrisoria dell’energia disponibile, estraendo energia da fluidi a temperature da alcune decine di gradi (bassa entalpia, utilizzata essenzialmente per riscaldamento) fino a circa 300°C (alta entalpia, per la produzione di energia elettrica). Le temperature magmatiche sono in realtà assai più elevate: le trivelle dell’IDDP si trovavano intorno ai 900°C quando hanno incontrato il magma al di sotto del Krafla. Nei mesi successivi a tale incontro, prima che le condizioni estreme di temperatura e acidità danneggiassero in maniera irreparabile il pozzo causandone la chiusura, i tecnici della Landsvirkjun furono in grado di stabilire, in una serie di test, che le potenzialità di quel singolo pozzo erano tali da come minimo pareggiare la produzione elettrica dell’intero impianto del Krafla, costituito da circa 20 pozzi convenzionali. Il progetto KMT si propone quindi di investigare la possibilità di produrre energia direttamente dai margini di un corpo magmatico, il che avrebbe la potenzialità di rivoluzionare il mondo dell’energia geotermica portandone la rilevanza ad altri livelli rispetto all’attuale. Tutto ciò, in una fase storica dominata dai timori associati al cambiamento climatico, e nella quale la ricerca di sorgenti di energia rinnovabile e pulita (zero carbon footprint) riveste un’importanza cruciale. L’energia geotermica non solo è rinnovabile e pulita, ma a differenza di altre fonti di energia verde e rinnovabile non è aleatoria: non dipende cioè da quanto sole o quanto vento o quanta acqua avremo nei prossimi mesi o anni, consentendo invece programmazioni e valutazioni accurate e robuste“.

Immagine

L’Islanda è quindi il luogo ideale dove realizzate il progetto KMT, perché “nessuna altra area al mondo presenta attualmente la combinazione di condizioni che rendono la caldera del Krafla ideale per gli scopi sopra descritti: sappiamo con esattezza dove si trova il magma; si tratta di un’area remota, scarsamente abitata, già sede di importante attività industriale; è una delle aree vulcaniche meglio note e studiate al mondo; la compagnia che gestisce il campo geotermico del Krafla ha una approfondita conoscenza geologica, geofisica e geochimica dell’area derivante da decenni di attività produttive, unita a una notevole apertura nei confronti di partner sia accademici che industriali, ed è infatti tra i principali propositori del KMT“. L’Islanda, inoltre, potrebbe solo essere il primo passo di un lungo cammino: “Naturalmente, il KMT intende anche essere un progetto apripista. Una volta che le tecnologie e l’esperienza necessaria siano state sviluppate e affinate alle condizioni ideali offerte dal Krafla, altre aree del pianeta potranno essere valutate, comprese alcune nel nostro paese, che è insieme all’Islanda il più attivo paese vulcanico europeo“.

Per quanto lo stato di avanzamento del progetto, KMT si trova attualmente nella sua “Fase Zero, ovvero nella fase preparatoria per la perforazione, durante la quale si svolgono numerosi studi. La Fase Uno sarà invece quella nella quale si procederà con il primo pozzo scientifico, con lo scopo di: arrivare al magma; campionarne una porzione; posizionare almeno un primo strumento in acquisizione continua (cioè che misura e trasmette dati continuamente) alla base del pozzo, quanto più possibile vicino al magma; mantenere il pozzo in condizioni di stabilità tali da poter essere successivamente riutilizzato per raggiungere nuovamente il magma. Attualmente – ha concluso il vulcanologo – contiamo di poter avviare la Fase Uno nel 2023. Il progetto prevede poi ulteriori fasi, fino alla Fase Cinque di pieno sviluppo e operatività dell’infrastruttura KMT“.


https://www.meteoweb.eu/2021/09/scienzi ... a/1724127/


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 Oggetto del messaggio: Re: Islanda: eruzione vulcanica
MessaggioInviato: 11/07/2023, 22:55 
L’eruzione vulcanica in Islanda preceduta da oltre 1.200 terremoti: fontane di lava da una lunga fessura
Prima dell'eruzione vulcanica in Islanda, i satelliti hanno rilevato un sollevamento del suolo e una sequenza sismica di 1.200 scosse

L’eruzione vulcanica cominciata ieri nell’estremità sudoccidentale dell’Islanda, a circa 50 chilometri da Reykjavik, è stata preceduta da un sollevamento del suolo rilevato dai satelliti e da una sequenza sismica che dal 4 luglio ha fatto registrare oltre 1.200 scosse nella regione, la maggiore delle quali di magnitudo attorno a 5. Lo riferisce l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Al momento “una colata di lava fuoriesce da una fessura lunga circa 900 metri, con piccole fontane di lava”, mentre “non c’è emissione di cenere nell’atmosfera”, precisano gli esperti dell’INGV.

L’area interessata dall’evento eruttivo si trova in una regione disabitata, quindi non ci sono rischi immediati per la popolazione e le infrastrutture. Tuttavia l’Icelandic Meteorological Office ha diramato un comunicato in cui si consiglia di non entrare nell’area fino a quando i soccorritori non avranno avuto la possibilità di valutare le condizioni, in particolare per quanto riguarda la qualità dell’aria dovuta all’eventuale presenza di gas vulcanici. Si consiglia, inoltre, di prestare attenzione ai pendii ripidi lungo i quali possono verificarsi cadute di massi a seguito dello scuotimento dovuto ai terremoti più energetici.

L’Islanda, che si trova sopra un’area vulcanica nel Nord Atlantico, registra in media un’eruzione ogni 4 o 5 anni. La più dirompente degli ultimi tempi è stata l’eruzione del 2010 del vulcano Eyjafjallajokull, che fece innalzare enormi nuvole di cenere nell’atmosfera facendo scattare chiusure dello spazio aereo in Europa. Più di 100mila voli furono cancellati, bloccando milioni di viaggiatori internazionali e causando lo stop dei viaggi aerei per giorni a causa delle preoccupazioni che la cenere potesse danneggiare i motori dei velivoli.


https://www.meteoweb.eu/2023/07/eruzion ... 001270726/


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 Oggetto del messaggio: Re: Islanda: eruzione vulcanica
MessaggioInviato: 14/11/2023, 18:39 
Eruzione imminente in Islanda: gli occhi di COSMO-SkyMed confermano l’intrusione di magma sotto Grindavík
Le immagini radar acquisite dal sistema satellitare di Osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Italiana e del Ministero della Difesa a supporto delle attività di monitoraggio svolte dal Icelandic Meteorogical Office

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I satelliti radar della costellazione COSMO-SkyMed, sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in cooperazione con il Ministero della Difesa, aiutano a monitorare l’eruzione che sta avvenendo nella regione sud-ovest dell’Islanda, nei pressi di Sundhnjukagigar, in particolare nell’area della città costiera di Grindavík a sud della capitale Reykjavik. L’Agenzia Spaziale Italiana in coordinamento con il CEOS WG Disasters, fornisce dal 2014 in modo continuativo i dati acquisiti dai satelliti della costellazione COSMO-SkyMed sui vulcani in Islanda.

Attualmente l’ASI sta supportando le attività di monitoraggio svolte dal Icelandic Meteorogical Office (IMO) relative all’eruzione. Le immagini radar sono elaborate per formare interferogrammi che mostrano la deformazione del suolo associata ai terremoti e all’attività vulcanica dell’area.

Nella sola giornata di venerdì 10 novembre 2023, sono stati registrati più di 800 terremoti. L’Agenzia di Protezione Civile dell’Islanda ha dichiarato che un tunnel di magma in formazione potrebbe raggiungere la cittadina Grindavík, che è stata precauzionalmente evacuata durante la notte tra venerdì e sabato. Le previsioni effettuate nei giorni precedenti dall’Icelandic Meteorogical Office sono state confermate anche grazie ai dati forniti dalla costellazione COSMO-SkyMed.

Le due immagini riportate in questo articolo rappresentano gli interferogrammi ottenuti dall’elaborazioni dei dati satellitari acquisiti nel periodo dal 2 all’11 novembre. Gli interferogrammi mostrano un ampio campo deformativo correlato a un aumento di magma iniziato nel pomeriggio del 10 novembre all’interno del sistema vulcanico Reykjanes-Svartsengi.

La prima immagine (in alto) è il risultato dell’elaborazione dei dati acquisiti dai satelliti nel periodo 3-11 novembre in orbita ascendente. L’elaborazione ha consentito la modellazione delle dimensioni del tunnel di magma, permettendo di stabilire una lunghezza media di 15km, una profondità massima inferiore a 1km sotto la superficie e una variazione di volume di circa 70 milioni di metri cubi.

La seconda immagine (di seguito), che si riferisce all’elaborazione dei dati satellitari acquisiti nel periodo 2-10 novembre 2023, in orbita discendente, ha confermato che l’intrusione di magma si estende sotto la città di Grindavík, sostenendo la difficile decisione presa dalla Protezione Civile islandese di iniziare l’evacuazione della città nella tarda serata di venerdì.

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“Il suolo si è gonfiato, perché sotto il suolo si è formata una camera magmatica: un tubo al cui interno scorre magma, il quale ha fatto sì che il tubo si gonfiasse e poi si sgonfiasse a seconda del flusso. Questi movimenti hanno provocato da venerdì ad oggi 2300 terremoti” nella zona di Grindavik, nel sud-ovest dell’Islanda, spiega Maria Virelli, mission manager di COSMO-SkyMed. Le “immagini diffuse da ASI sono state acquisite ad 8 giorni di distanza: il dato del pomeriggio del 10 è stato acquisito intorno alle 20 e prima di mezzanotte lo avevamo già fornito all’Icelandic Meteorogical Office (IMO). Una coincidenza fortuita – precisa Virelli -, perché non possiamo dire ai satelliti di acquisire quando vogliamo noi, devono sorvolare quell’area”. In questo senso ha pagato “la programmazione effettuata in precedenza”, grazie alla collaborazione tra ASI e CEOS WG Disasters: “è stata utile anche in questo caso”, conclude Virelli.

I prossimi dati COSMO-SkyMed sulla zona saranno acquisiti in settimana.


https://www.meteoweb.eu/2023/11/eruzion ... 001325718/


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