Passa allo versione desktop
In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

22/04/2010, 09:22

2di7 ha scritto:

Ieri, 19 Aprile, la nube del vulcano “E” (Eyjafjallajokull) è stata avvistata per la prima volta sull’Italia da alcuni dei gruppi della rete Aeroclouds, un progetto di ricerca italiano coordinato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr (Isac-Cnr). La nube è stata rilevata in mattinata su Firenze e a Monte Cimone (Appennino Modenese) e nel pomeriggio su Roma. Il fenomeno prosegue tuttora (20 APRILE ore 12) con caratteristiche non dissimili da quelle di ieri. Finora la concentrazione del particolato nella nube è nettamente più bassa di quella generalmente mostrata, ad esempio, dai trasporti di sabbie sahariane che interessano la nostra regione il 25% dei giorni dell’anno.

Il radar-laser (Lidar) dell’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” del Cnr di Firenze ha rilevato la presenza della nube tra i 2000 e i 3000 m di altezza il 19 aprile. Simulazioni modellistiche delle traiettorie a queste quote confermano la provenienza di quest’aria dall’Islanda. Cattive condizioni meteo hanno ridotto l’operatività del Lidar nel pomeriggio e nella mattinata del 20 aprile.

Le osservazioni condotte dall’Isac-Cnr presso la Stazione “O. Vittori” di Monte Cimone (Mo) hanno evidenziato, a partire dalle ore 11:00 del 19 Aprile, un aumento della concentrazione del particolato atmosferico, sia nella frazione fine che grossolana. Il fenomeno si è intensificato a partire dalle ore 22:00 dello stesso giorno, con punte massime di PM10 pari a circa 30 #956;g/m3 nel corso della mattinata del 20 Aprile. Tali valori non sono tuttavia più elevati di quelli che si registrano a Monte Cimone in concomitanza dei fenomeni di trasporto di sabbia sahariana che regolarmente interessano il Sud Europa.

I radar-laser (Lidar) dell’Isac-Cnr di Roma hanno rivelato la presenza della nube tra i 2000 e i 4000 m di altezza nel pomeriggio del 19-4 e nella notte 19-20 aprile. La concentrazione stimata delle polveri era dell’ordine dei 15 #956;g/m3. Alle 12 del 20 aprile la posizione della nube è sostanzialmente invariata e leggermente diminuita in concentrazione.

In realtà la nube non è una sola, più strati viaggiano a quote diverse a seconda di quando e a quale quota il vulcano li ha immessi in atmosfera. Ad esempio, un aumento del segnale lidar registrato il 19-4 a Roma tra 8 e 14 km di quota è anch’esso compatibile con masse d’aria provenienti dall’Islanda.

Il monitoraggio della rete CNR Aeroclouds prosegue.

Fonte: http://www.ecoblog.it/post/10304/island ... eedfetcher


hanno fatto bene a fermare..

meglio essere prudenti prima..
che piangere dopo..

senza creare allarmismi
e gestendo professionalmente il problema
ovviamente..

22/04/2010, 21:47

6 compagnie europee rischiano il fallimento, perdite intorno ai 200.000.000 di euro al giorno.
Come siamo fragili.[xx(]

22/04/2010, 22:05

greenwarrior ha scritto:

6 compagnie europee rischiano il fallimento, perdite intorno ai 200.000.000 di euro al giorno.
Come siamo fragili.[xx(]


L'ho sentita anche io ma non me la riesco proprio a spiegare. E' davvero possibile che per alcuni giorni di chiusura si rischi addirittura il fallimento?!?
Qualcuno mi illumini O_O

24/04/2010, 14:21

Spettacolare reportage fotografico sull'eruzione:

http://www.boston.com/bigpicture/2010/0 ... okull.html

24/04/2010, 17:54

Impressionante.[;)]

24/04/2010, 18:04

Bellissime... siamo piccoli piccoli piccoli!

24/04/2010, 18:24

Bellissime e impressionanti immagini

24/04/2010, 19:45

fossi al governo,
coi tempi che corrono..
mi preoccuperei del vesuvio..

ormai con le scadenze temporali,
c siamo..

24/04/2010, 19:52

Il governo? E perché si sono insediati sotto le sue pendici? [8)] (Senza polemica). Anch'io non ho casa. [8]

24/04/2010, 22:31

E' possibile che quest'anno l' Estate sarà un po fredda.

05/05/2010, 20:15

Vulcano islandese, nuove restrizioni sui voli
http://it.euronews.net/2010/05/05/vulca ... -sui-voli/

09/05/2010, 08:52

Immagine

BRUXELLES - Rialza la testa la nube del vulcano islandese dal nome impronunciabile, ma ormai ben conosciuto in tutta Europa: dopo avere vagato ieri lungo i Pirenei e avere proteso la sua ombra fino al Portogallo, a Barcellona, Madrid e Marsiglia, costringendo a terra 5 mila voli, in nottata la nube è arrivata sopra l'Italia. La conseguenza è stata la decisione dell'Enac di chiudere lo spazio aereo del Nord Italia sino alle 14.

Immagine

"L'ultimo bollettino di Eurocontrol sulla nube vulcanica, emesso intorno alla mezzanotte - afferma il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli - ha imposto la chiusura degli scali aeroportuali del nord Italia ad esclusione di Venezia, Treviso e Rimini. Si conta di poterli riaprire al traffico nella tarda mattinata".

Immagine

A spingere la nube di cenere verso la penisola - spiega il Centro di controllo europeo delle polveri vulcaniche (Vaac) - è stato il gioco delle correnti aeree in quota. Favorite da un'area anticiclonica sull'alto Atlantico e da un'area depressionaria a ridosso della penisola iberica, le correnti saranno dirette da nord verso sud, dall'Islanda alla Spagna, e poi da ovest sud-ovest verso est nord-est, cioè dalla Spagna in direzione dell'Italia. La situazione non sembra destinata a cambiare nei prossimi giorni. Sono quindi attesi nuovi disagi per i passeggeri aerei, dopo quelli registrati anche oggi per via della cancellazione di 5.000 voli e dei ritardi causati dalla restrizione della 'fly-zone', in particolate ai voli transatlantici riprogrammati per evitare la nube. Eurocontrol, l'ente europeo per la sicurezza dell'aviazione civile, ha registrato oggi 25 mila voli in Europa, mentre ieri quelli effettuati sono stati 30.342. In Spagna, sulla costa atlantica e del nord, sono stati una ventina gli aeroporti chiusi per decisione dell'autorità aerea spagnola Aena. Stasera alle 22 ha però ripreso a funzionare l'aeroporto El Prat di Barcellona, importante 'hub' che era stato chiuso alle 15:30.



Al momento il pericolo di gravi disagi sembrerebbe così scongiurato per i partecipanti al Gran Premio di Formula 1 in programma domani nella città catalana. Sono già stati riaperti anche scali spagnoli come Saragozza a Valaldolid mentre altri come quello di Vigo dovrebbero riprendere l'attività alle 02:00 di domenica. Alle 08:00 di domani riapriranno altri scali ancora tra cui quello di La Coruna-Santiago di Compostela. Sono circa 900 i voli annullati oggi in Spagna e per almeno un centinaio lo stesso è accaduto in Portogallo . Dalle 19 italiane di oggi, inoltre, viene segnalata anche una riduzione dei voli transatlantici. La nube ha causato problemi anche nel sud della Francia: l'aeroporto di Marsiglia ha annunciato l'annullamento di una quindicina di voli, facendo inizialmente temere uno stop aereo in concomitanza con il Festival del cinema di Cannes in programma dal 12 al 23 maggio. La Direzione generale per l'aviazione civile (Dgac) in serata ha fatto tuttavia sapere che domani gli scali francesi saranno aperti e che un volo di monitoraggio effettuato oggi dall'Air France "non ha riscontrato nessuna anomalià. L'arrivo della nube in Italia, secondo le stime del Vaac, è atteso nella notte ma per ora "non c'é nessuna previsione di blocco" al traffico aereo, stando al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.

Immagine

Il rischio che si ripeta il caos aereo di metà aprile, che ha trasformato i cieli europei in una grande 'no fly zone', resta comunque reale. "L'attività eruttiva è tornata ai livelli del 15-16 aprile, quando aveva raggiunto il suo massimo", ha detto Mike Burton, ricercatore della sezione di Pisa dell' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), tornato oggi sul vulcano islandese. Incurante dei disagi che provoca, Eyjafjallajokull continua ad eruttare, facendo ricadere sull'Islanda polveri e cenere fastidiose. Oggi una sessantina di persone che abitano nella zona ha lasciato volontariamente le case. Per ora, però, non c'é nessun piano di evacuazione da parte delle autorità. [ANSA, 9 maggio ore 1:26]



Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... okull.html

22/05/2010, 21:58

Nube vulcanica 10 volte più densa
ma ora non se ne preoccupa nessuno


Il fisico dell’atmosfera Massimo Del Guasta del CNR di Firenze: «Mi sfuggono i criteri con cui un mese fa fu bloccato il traffico e ora si continua a volare»

«Ora sì che si può parlare di una consistente nube vulcanica sui cieli dell’Italia. Eppure, stavolta, gli aerei continuano a volare». Il disorientamento del fisico Massimo Del Guasta, da anni impegnato nelle ricerche e nel monitoraggio delle particelle sospese in alta atmosfera, tramite la stazione Lidar del CNR a Sesto Fiorentino, è al culmine. «Un mese fa, quando la nube risultava molto diradata, ai limiti della percezione strumentale, ci fu il lungo e, a nostro parere ingiustificato, blocco del traffico aereo anche in Italia. Ora che è diventata molto più densa, nessuno se ne preoccupa». Negli ultimi giorni, a causa del riacutizzarsi dell’eruzione nel vulcano islandese Eyjafjallajökull, e delle correnti in quota che spirano verso Sud, la nube ha ricoperto per intero la nostra penisola. «Noi stessi, con il nostro Lidar, abbiamo registrato l’inconfondibile impronta delle particelle di polveri e ghiaccio che compongono la nube fra i 1.000 e i 5.000 metri di quota –precisa Del Guasta–. Inoltre, grazie alle misurazioni effettuate presso la stazione dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR di Monte Cimone, si è potuto stabilire che la concentrazione del particolato raggiunge i 50 microgrammi per metro cubo, come dire dieci volte maggiore rispetto a quella di un mese fa, quando fu deciso il blocco aereo».

TRAMONTI ROSSI - La maggiore densità di questa nuova ondata di particelle vulcaniche, aggiunge il ricercatore, può essere verificata anche da occhi non esperti, guardando l’alone che si forma, al tramonto, attorno al Sole che si immerge sotto la linea dell’orizzonte: in queste ultime sere è molto più rosso del solito, a causa degli effetti ottici provocati dal particolato. Fenomeni analoghi si verificarono, anche nei nostri cieli, nel 1991, in seguito alla grande eruzione del vulcano filippino Pinatubo, che saturò di polveri l’atmosfera di quasi tutto il globo. «La mia interpretazione di questa evidente contraddizione –conclude polemicamente il dottor Del Guasta– è che in realtà i dati sulla nube, da noi diligentemente forniti alla Protezione civile e all’ENAV tramite il CNR e altri organismi, sono trattati come carta straccia. Vorrei che qualcuno confutasse la mia idea, forse un po' banale, che le decisioni sui voli non hanno un taglio tecnico, ma esclusivamente politico; ed improvvisato».

Fonte: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... aabe.shtml

23/05/2010, 22:23

http://www.corriere.it/esteri/10_maggio ... aabe.shtml

18/06/2010, 15:26

mik.300 ha scritto:

fossi al governo,
coi tempi che corrono..
mi preoccuperei del vesuvio..

ormai con le scadenze temporali,
c siamo..


http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 7589.shtml

«Dal Vesuvio nubi ardenti
a oltre quindici chilometri
»
Nuovo studio di quattro scienziati napoletani:
Napoli e Castellammare nell’area a rischio

NAPOLI — I pompeiani non furono uccisi dalla cenere ma da una spaventosa ondata di calore. La morte a Pompei, nel 79 dopo Cristo, non arrivò per soffocamento dopo una lunga agonia: al contrario, fu istantanea, causata dall’esposizione ad altissima temperatura (fino a 600 gradi) dovuta al passaggio di una nube ardente a bassa concentrazione di cenere ma di grande spessore, in grado di trattenere il calore fino a distanza notevole dal vulcano. Un’ondata d’aria assassina che fa pensare a quelle causate dalle esplosioni nucleari. Sono le conclusioni alle quali sono giunti gli autori di un nuovo studio interdisciplinare sull’eruzione del Vesuvio: i vulcanologi dell’Osservatorio Vesuviano-Ingv Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo e i biologi Pierpaolo Petrone e Fabio Guarino dell’Università Federico II. La ricerca, appena pubblicata sulla prestigiosa rivista Plos One, svela i meccanismi dell’eruzione sulla popolazione di Pompei e degli altri siti investiti dall’evento e inquadra in una nuova prospettiva l’entità del rischio, l’estensione dell’area potenzialmente esposta e le precauzioni da adottare. «I nuovi risultati — spiegano i ricercatori — dimostrano come nel caso di futura eruzione, il rischio per la vita umana potrebbe estendersi anche a distanze superiori ai 15 chilometri dal vulcano fino a oggi ritenute sicure». E concludono: «Questi nuovi dati confermano l’inadeguatezza dell’attuale Piano di emergenza e la necessità di estendere la zona rossa ben oltre gli attuali limiti». E cioè fino a tutta Napoli da un lato e a Castellammare dall’altro.
Rispondi al messaggio