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Marziano
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MessaggioInviato: 26/07/2010, 13:46 
Facevo un discorso del "meno peggio". Ovvio che se si potesse scegliere sceglierei fotovoltaico, eolico, idroelettrico, ecc ecc.... ma sappiamo tutti come andrà a finire, quindi sono realista.

Il nucleare di per se DEVE essere sicuro perchè alla prima pistolinata fine della giostra. Il problema delle scorie si è molto ridimensionato con le nuove tecnologie.



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MessaggioInviato: 28/07/2010, 11:13 
Milano come Londra, ambientalisti contro Bp

Ambientalisti in piazza per il disastro nel Golfo del Messico

27 luglio, 16:25

Immagine

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/e ... 21012.html

ROMA - Proteste degli ambientalisti contro la Bp si sono tenute a Milano e a Londra. Una protesta simbolica di ambientalisti - con restituzione di benzina in un distributore - è stata messa in atto, a Milano, nei confronti della British Petroleum sia per la marea nera nel Golfo del Messico, sia per l'autorizzazione a trivellare nel Mediterraneo, nel Golfo della Sirte, concessa al colosso petrolifero. Verso le 12 alla pompa di benzina nei pressi della metropolitana di Bonola, sono state 'restituite' alla Bp alcune taniche contenenti anche "acqua inquinata".

All'iniziativa, hanno partecipato, fra gli altri, Stefano Apuzzo ed Edgar Meyer presidenti di Amici della Terra e Gaya, associazioni che invitano a boicottare Bp, i quali hanno denunciato che "si era a conoscenza delle falle nel sistema di sicurezza in Messico". "Chiediamo - hanno aggiunto - che stiano lontani dalle nostre coste e dal Mediterraneo e promuoviamo il boicottaggio italiano ed europeo".

Protesta anche a Londra. Militanti del gruppo ambientalista Greenpeace hanno costretto alla chiusura 47 stazioni di servizio della Bp.

In totale i distributori nella capitale inglese sono 50, ma la compagnia petrolifera ha smentito le cifre fornite dagli ambientalisti sostenendo che solo 12 stazioni sono state costrette a chiudere e che il servizio "sarà ripristinato quanto prima".

La protesta coincide con le cifre fornite da Bp sulle spese finora sostenute per far fronte alla marea nera (quasi 17 miliardi di dollari) e su quella ancora da conteggiare (oltre 32 miliardi di dollari). Greenpeace ha descritto l'azione dei suoi militanti, affermando che gli attivisti hanno fermato il flusso di carburante facendo saltare gli interruttori di sicurezza in modo da impedire la riapertura delle stazioni. La Bp ha bollato il blitz ambientalista come "un irresponsabile e infantile atto in grado di interferire con i sistemi di sicurezza".

In un distributore di Camden, nel nord di Londra, degli attivisti 'scalatori' si sono arrampicati per sostituire il logo Bp con l'immagine di un un girasole verde che affonda in un mare di petrolio.







Emhm.... qualcuno comincia a ribellarsi??? [:I]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 28/07/2010, 11:19 
Sarebbe ora finalmente.


Io personalmente questi petrolieri, tutti dal primo all' ultimo, li getterei in una fossa del loro amato petrolio e gli accenderei l' ultima sigaretta dei loro amici delle lobby del tabacco, subito dopo avergli detto: "Ecco, ora puoi dire di nuotare nel petrolio....".

Non penso sia necessario spiegare per esteso COSA succede quando si accende la sigaretta nel petrolio.....

Il mio unico dispiacere è che sarebbe troppo rapido.


Meglio che io non arrivi a poter decidere, meglio per loro....



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Rivoluzioni democratiche, governi del cambiamento... Sta già albeggiando!
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MessaggioInviato: 01/08/2010, 18:08 
Ti trovi quiCon sei domande e sei risposte si spiega cosa sta realmente accadendo nel Golfo del Messico
Con sei domande e sei risposte si spiega cosa sta realmente accadendo nel Golfo del Messico

Oggi diffondiamo “Orizzonte nero” (pdf), un documento che spiega con sei domande e sei risposte cosa sta realmente accadendo in Louisiana, dopo l'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Occorre fare chiarezza sulle molte falsità che in questi giorni vengono diffuse.

Decenni di maree nere non ci hanno insegnato niente. Dopo tante promesse di "rivoluzione verde" e Green Economy, agli inizi di aprile 2010, Barak Obama ha ridato il via alle esplorazioni petrolifere offshore negli USA, dopo una lunga moratoria.

Un pedaggio pagato alle lobby petrolifere per far passare un “Climate Bill” (la legislazione per la riduzione delle emissioni di gas serra) che riduce le emissioni degli USA solo del 4% rispetto al 1990 (anno di riferimento del Protocollo di Kyoto). Obama è stato subito ripagato da BP, proprietaria della Deepwater Horizon, con una marea nera che lascerà il segno.

Le nostre sei domande, con le loro risposte, ci fanno capire perché questo era un disastro annunciato:

1. Un incidente senza precedenti?
Falso! La moratoria alle estrazioni petrolifere offshore negli USA non è cominciata per caso. Nel 1969 esplodeva infatti la piattaforma Santa Barbara (California): in dieci giorni, furono rilasciate in mare 12-13.000 tonnellate di petrolio. Almeno 10.000 uccelli furono uccisi. Dieci anni dopo era la volta della Ixtoc 1, della compagnia di Stato messicana PeMex: 450-480.000 tonnellate di petrolio furono rilasciate in mare nell'arco di oltre 9 mesi, nel Golfo del Messico. È il maggior rilascio di petrolio in mare mai registrato, con danni anche negli USA che la PeMex non volle mai pagare. Migliaia di tartarughe marine furono sgomberate con gli aerei dalle spiagge messicane, pesantemente contaminate. Altri pesanti rilasci di petrolio furono causati dalle 30 piattaforme danneggiate o affondate dall'uragano Katrina, nel 2005: proprio in Louisiana.

2. Una tecnologia all'avanguardia?
Falso! La piattaforma Depwater Horizon non è della BP, che l'ha affittata dalla Transocean, alla modica cifra di 500,000 US$ al giorno. Con quella stessa cifra, la BP avrebbe potuto acquistare, e utilizzare, un sistema di bloccaggio del pozzo "a distanza" (azionabile con un sistema acustico, dalla superficie). Perché questo utile congegno, obbligatorio in Norvegia e in Brasile, non è stato utilizzato in una piattaforma assolutamente all'avanguardia (come sostiene la stessa BP)? L'uso di questo congegno è stato a lungo dibattuto negli USA, almeno dal 2000. Ma, dopo forti pressioni della lobby petrolifera, nel 2003 lo US Mineral Management Service concludeva che “questi sistemi non sono raccomandati perché tendono a essere troppo costosi”. Certo, mezzo milione di dollari sono una bella cifra: ma sono appena il costo dell'affitto giornaliero di una piattaforma. E nel primo quadrimestre 2010 la stessa BP, che ha fatto profitti per quasi 6 miliardi di dollari, per attività di lobby al Congresso USA ha speso non meno di 3,5 milioni di dollari.

3. Mille barili al giorno di petrolio in mare?
Falso! Non sappiamo ancora quanto petrolio stia rilasciando in mare la Deepwater Horizon. Sappiamo che BP ha mentito quando ha dichiarato una stima di circa 1.000 barili al giorno (c.a. 135 tonnellare). Già dopo i primi sopralluoghi la NOAA (National Oceanographic and Atmospheric Administration) ha portato la stima a 5.000 barili/giorno (c.a. 675 tonnellate) e i media riferiscono di stime assai maggiori: il 2 maggio il Wall Street Journal parlava di 25.000 barili al giorno (ovvero 3.375 tonnellate!) e la stessa BP ha dichiarato per la Deepwater Horizon una produzione potenziale di 150.000 barili al giorno (20.250 tonnellate). Queste cifre devono essere moltiplicate per la durata dello sversamento. Dopo il fallito tentativo di chiudere le valvole della testa di pozzo con un robot filoguidato (ROV, remote operated vehicle) adesso BP cerca di intrappolare la perdita sotto una cupola di cemento. In ogni caso ci vorrà tempo, bisognerà tagliare la condotta (che sta perdendo petrolio in almeno tre punti) e le perdite di petrolio, che fuoriesce anche da fessurazioni nel fondo marino, saranno bloccate solo scavando un altro pozzo (a mezzo miglio di distanza) per "togliere pressione" al pozzo in perdita. Ci vorranno mesi: Ixtoc 1 è esploso nel giugno 1979 ed è stato chiuso solo nel marzo 1980.

4. BP pagherà tutti i danni?
Falso! Sui media si legge che BP avrebbe già dichiarato che si assume tutte le responsabilità e che pagherà tutti i danni. Non è vero: BP ha dichiarato che pagherà tutte le perdite economiche accertate e quantificabili. Probabilmente non è poca cosa: già i pescatori (soprattutto ostriche e gamberi) si stanno attrezzando per organizzare una “class action” (azione legale collettiva) per chiedere a BP almeno 5 miliardi di dollari. Altri danni economici potrebbero essere richiesti dal settore turistico: già solo la pesca sportiva in mare, da quelle parti è un bussiness da oltre 700.000 di dollari l'anno (oltre 7.700 posti di lavoro). Tuttavia, i precedenti ci dicono che difficilmente BP pagherà i danni ambientali che sta causando. Dopo il disastro della Exxon Valdes (Prince William Sound, Alaska 1989) la Exxon Mobil era stata inizialmente condannata a pagare 287 milioni di dollari di danni e 5 miliardi di dollari come ammenda (anche per risarcire i danni ambientali). Dopo anni di appelli e perizie in tribunale, il 25 giugno 2008, la Corte d'Appello ha deciso che Exxon doveva pagare solo 507,5 milioni di dollari di danni. In altre parole, le compagnie petrolifere (e le loro assicurazioni) difficilmente pagano per tutti i danni ambientali collegati alle “maree nere”, danni che, d'altra parte, sono spesso difficili da quantificare.

5. Gli ecosistemi torneranno presto alla normalità?
Falso! Gli effetti di disastri petroliferi come questo sono difficili sia da valutare che da monitorare. In particolare, gli effetti sull'ecosistema pelagico sono particolarmente complessi. Le sostanze tossiche rilasciate dalle migliaia di tonnellate di petrolio potrebbero avere effetti notevoli sia sulle comunità del plancton (organismi che vivono nella colonna d'acqua) che su altre specie. A ciò bisogna aggiungere gli effetti tossici dei disperdenti (ne sono stati usati almeno 400.000 litri) tra cui è confermato l'uso del Corexit (2- butossietanolo), vietato in California perché causa infertilità e malformazioni (o morte) dei feti. L'uso di disperdenti può ridurre l'impatto sugli uccelli (che vengono “soffocati” dal catrame) ma aumenta quello sulla fauna e flora marina. Spesso è una decisione che si prende per motivi di “pubbliche relazioni” (gli uccelli incatramati fanno sensazione) che è come nascondere l'immondizia sotto il tappeto visto che l'effetto sui pesci è poco visibile. Ad esempio, da metà aprile a metà giugno nell'area è in corso la riproduzione del tonno rosso, una specie già decimata dalla pesca eccessiva di cui è stato anche proposto (col sostegno degli USA…) il bando del commercio internazionale. Nella stessa area sono presenti tartarughe marine e cetacei (come le focene, varie specie di delfini, balenottere, capodoglio e capodoglio pigmeo o cogia). Lungo la fascia costiera del Golfo del Messico, negli USA ci sono oltre 2 milioni di ettari di zone umide, con oltre 400 specie a rischio. Il Governatore della Louisiana ha dichiarato che la marea nera minaccia almeno 14 Aree Protette. Tra le specie in pericolo ci sono varie specie di rettili (tartarughe e alligatori), lontre, pellicano bruno (il simbolo della Louisiana) e decine di specie di uccelli migratori, canori e limicoli. È difficile stimare in quanto tempo gli ecosistemi si riprenderanno: tra l'altro, l'evento è purtroppo in corso e non abbiamo una stima precisa né dell'area colpita né dei quantitativi di petrolio sversato. Tuttavia, il caso della Exxon Valdez ci ricorda che dopo oltre vent'anni gli effetti sono ancora evidenti e le sostanze tossiche rilasciate con le 37.000 tonnellate di petrolio allora sversate sono ancora in circolazione. Se la Deepwater Horizon sta davvero rilasciando oltre 3.000 tonnellate di petrolio al giorno, già adesso (6 maggio) lo sversamento potrebbe essere di circa 48.000 tonnellate. Particolare importanza ha anche il periodo della stagione in cui avviene lo sversamento: quello della Exxon Valdez avvenne durante la stagione di riproduzione delle aringhe del Pacifico e lo stock non si è ancora ripreso.

6. Basta usare le migliori tecnologie per evitare questi disastri?
Falso! L'idea che incidenti come questo siano causati dall'incuria e dalla cupidigia delle lobby petrolifere non è errata, ma affronta solo parte della realtà. Questi incidenti, che sono più frequenti di quanto non riferiscono i media (lo scorso gennaio, a Port Hartur (USA) c'è stato un “major oilspill” di cui non abbiamo mai sentito parlare…) dipendono da “fattori” come uragani, errore umano, malfunzionamento delle tecnologie e altri imprevisti. Ce ne saranno sempre. Le statistiche poi ci dicono che, per quanto appariscenti, le maree nere sono un contributo minoritario all'inquinamento da petrolio in mare: i lavaggi delle cisterne e le fonti terrestri sono un problema ben maggiore anche se “localmente” meno acuto. Per eliminare questi pericoli, e per combattere il cambiamento climatico e l'acidificazione degli oceani (entrambi conseguenza dell'aumento atmosferico della CO2 causato dai combustibili fossili), l'unica soluzione è smettere di cercare, trasportare e usare questi prodotti. Settori sempre più ampi dell'industria si sono ormai appropriati degli scenari della “Rivoluzione Energetica”, descrivendo percorsi realistici che in un futuro prossimo ci permetteranno di lasciar perdere lo sporco petrolio (e fonti non meno pericolose come carbone e nucleare) passando alle energie rinnovabili (solare ed eolico) e all'efficienza energetica. Yes, We can.

Fonte: greenpeace.org

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1612


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MessaggioInviato: 01/08/2010, 18:12 
Golfo del Messico: facciamo il punto della situazione

Uno dei grandi problemi che si presentano durante l'estrazione del petrolio è la presenza di gas metano. Questo gas è un combustibile molto potente e viene usato oggi sia per il riscaldamento, per la produzione dell'energia elettrica, che per la trazione dei veicoli.

È un gas molto infiammabile ed esiste un forte pericolo di esplosione con le concentrazioni in aria dal 5 al 15 % di metano. È sufficiente in questo caso una semplice scintilla o una piccola fiamma per determinare lo scoppio.

Durante l'estrazione e la lavorazione del petrolio il metano viene bruciato in aria, nel caso di estrazioni a grande profondità, quindi a grandi pressioni, il metano potrebbe non essere allo stato di gas, ma mescolato con l'acqua, essere liquido e quindi molto pericoloso e instabile.

Il pericolo è immenso, nella zona del golfo del Messico sembrano esserci enormi quantità di gas metano idrolizzato, instabile, che sta filtrando dalle crepe del fondale e dando luogo a bolle di gas, che una volta in superficie potrebbero generare una gigantesca esplosione.

Da documentazione in internet circa il pericolo rappresentato dal metano libero.

Tra gli studi che cercano di far luce sull'argomento, quello di Gregory Ryskin, un geologo dell'università di Evanston, in Illinois, ha introdotto recentemente una nuova e affascinante teoria. Secondo le sue ultime ricerche, la drammatica estinzione di fine Permiano potrebbe essere stata provocata da una forte esplosione di metano. Il gas, accumulato per anni e anni nelle profondità marine, potrebbe essere venuto prepotentemente a galla a causa del brusco movimento di qualche animale di grosse dimensioni o per impatto di un piccolo meteorite. Sempre secondo i suoi dati, pubblicati sul numero 31 di Geology, il metano non agì solo in quella occasione.

Lo stesso CH4, è questa la formula chimica di questo gas, spumeggiando con esplosioni di identico tipo, potrebbe aver dato luogo ad altri importanti fenomeni geologici. Il diluvio universale, cioè il nubifragio planetario più famoso, avvenuto 7000-8000 anni fa in prossimità del mar Nero, potrebbe essere stato provocato da un evento del tutto simile anche se di intensità molto minore. Secondo Ryskin l'esplosione di fine Permiano è stata sicuramente la più forte di questo genere. In quell'occasione la forza dell'esplosione avrebbe raggiunto un'intensità circa 10000 volte superiore alla potenza che potrebbe essere sprigionata dall'attuale arsenale nucleare mondiale.

Il fenomeno iniziale si sarebbe rinvigorito per opera della stessa pressione che le bolle di metano spumeggiando in superficie andavano assumendo irreversibilmente. Il loro stesso riaffiorare avrebbe provocato successivamente l'immissione in atmosfera di grandi quantità di anidride carbonica, elemento riscontrato e ben evidenziato grazie ai reperti fossili di quel tempo. Paul Wignall, altro insigne esperto di settore, ha confermato dall'università di Leeds, nel Regno Unito, che eruzioni di gas metano intrappolato nei laghi e negli oceani sono eventi insoliti ma ben conosciuti. Secondo il professor Leeds “quella di Ryskin è un'idea senza dubbio stramba ma non così tanto da non poter essere presa sul serio”. A Evanston, in questi giorni, Ryskin continua a studiare il fenomeno e invita tutti i geologi a cercare le possibili aree oceaniche dove altro metano, lento e silenzioso come sempre, potrebbe essersi accumulato in attesa di spumeggiare fuori.

Estratto dalla rivista “Science”.

Inquinamento Marea nera nel Golfo del Messico e idrati di metano.

Qualcuno sapeva che trivellare lì era pericoloso
Marea di petrolio nel Golfo del Messico e pericoli legati alla presenza di idrati di metano: qualcuno sapeva che era molto pericoloso trivellare lì.

Proprio gli idrati di metano hanno mandato a monte il tentativo di imbrigliare il petrolio con la cupola. Science ora scrive che agli idrati di metano potrebbe essere dovuta l’esplosione della piattaforma da cui si è originato il disastro.

Quel che è peggio, Science scrive anche che la trivellazione aveva incontrato segni della presenza di idrati di metano: nel qual caso, mi permetto di aggiungere, tentare di avviare l’estrazione di petrolio è stato come giocare consapevolmente col fuoco.

Gli idrati di metano possono essere immaginati come acqua ghiacciata e “farcita” da molte molecole di metano. Ne esistono enormi giacimenti, situati soprattutto sotto i ghiacci artici e sotto il permafrost della tundra.

Dato che il metano è un gas serra 22-25 volte più potente dell’anidride carbonica, l’eventualità di uno scioglimento massiccio degli idrati di metano costituisce un incubo per i climatologi.

Soprattutto, gli idrati di metano sono instabili. Se vengono “disturbati” possono degenerare rapidamente nella forma gassosa, ed esplodere o prendere fuoco. Per questo, finora, nessuno ha mai pensato seriamente di sfruttarli.

A quanto riferisce Science, il professor Robert Bea, dell’Università di Berkeley in California, sostiene che la trivellazione da cui si è originata la marea nera aveva trovato segni della presenza di idrati di metano. Eppure è andata avanti lo stesso. Al professor Bea (e a molti altri esperti) la BP si è rivolta nel tentativo di fronteggiare il pozzo fuori controllo, accordandogli completo accesso a tutta la documentazione.

Bea riferisce infatti che prima dell’esplosione la piattaforma ha incontrato gas – apparentemente sia metano sia idrati – a pressione così alta che il funzionamento degli impianti si è bloccato.

Inoltre, sostiene sempre Bea, i lavoratori della Halliburton che avevano temporaneamente sigillato col cemento la bocca del pozzo erano a conoscenza del possibile rischio legato alla presenza degli idrati.

La Halliburton è una società di servizi petroliferi e militari che tra i suoi vertici ha annoverato l’ex vicepresidente americano Dick Cheney e l’ex segretario alla Difesa Donald Rumsfeld. E’ anche una fornitrice di servizi della Deepwater Horizon, la piattaforma di proprietà della Transocean che è stata affittata da BP.

In pratica la situazione sembra essere questa:

A) L'esplosione è stata provocata da una indesiderata fuoriuscita di metano nel condotto del petrolio, probabilmente a stato liquido.

B) La BP, e i funzionari che dovevano dare i permessi e fare i controlli, sapevano perfettamente che questa perforazione era a rischio.

C) Ci sono stati degli incidenti anche prima di quello che ha dato inizio al disastro.

D) Esisteva già il rischio delle fughe di metano.

E) La BP ha usato ingenti quantità di corrosivo tossico e dannoso per nascondere l'entità del disastro contribuendo ad aggravare l'inquinamento.

F) Né la BP né nessun altro sa come intervenire per bloccare le perdite.

G) Ci sono forti perdite anche in altri posti e, soprattutto il metano sta diventando molto più concentrato.

H) Le autorità tendono a minimizzare sia per non dare allarmi che poi non sono in grado di gestire e sia per interessi privati.

I) Ma non tutti sono d'accordo, ci sono molti “cani sciolti” che vogliono che le cose siano portate al pubblico, anche canali televisivi nazionali come CBS e CNN. Questo fa ben sperare sulla diffusione della gravità, mentre sta aumentando le serie di fughe di gas e petrolio.

K) Il fondo marino si sta crepando e ciò è stato verificato da più ricercatori.

L) L' inquinamento delle coste e della pesca è molto grave, ma viene minimizzato con spregio della salute della gente.

Dobbiamo soltanto sperare che il presidente Obama si decida a chiedere l'intervento di Christ Michael. Lui sa che è qui, e soltanto lui lo può chiedere.

Ben Boux

C'è un blog: http://blog.alexanderhiggins.com/ che presenta diversi articoli sulla reale situazione del golfo.

Riporto qualche titolo e dei brevissimi stralci, con i quali ci si può fare l'idea della gravità della situazione, per lo più taciuta dai media ufficiali e specialmente dai nostri, che indicavano solo la scorsa settimana che la BP aveva risolto il problema (Corriere).

La NOAA trova diverse crepe in perdita sul fondale marino del Golfo, perdite causate anche da fuoriuscita di IXTOC

Si è scoperto che il fondale marino ha numerose crepe da cui può uscire altro petrolio, e sebbene alcuni sostengono che non sia possibile, i tecnici delle BP conoscevano questo fatto già da febbraio.

Da allora si sono avuti ben 5 “eventi di controllo” o, meglio, perdite in corso dei lavori, e c'è già stata una perdita di petrolio l'anno scorso che si è conclusa a metà settembre.

Immagine

L'incidente che ha dato inizio al disastro, questa volta molto più grave è dunque il sesto.

Vi sono le trascrizioni degli interventi fatti.

È stata fatta la mappatura del fondo dove si riscontrano perdite di petrolio e gas nei pressi della perforazione della BP.

Questa tabella riporta l'indagine fatta da Thomas Jefferson.

La NOAA ritiene che le verifiche non siano significative e che riportino dati pre esistenti.

Forse ancora più allarmante è che le relazioni di Thomas Jefferson sembrano confermare una buona parte di ciò che Matt Simmons ha dichiarato ai media compresa l' esistenza di perdite a miglia di distanza dalla perdita di BP.

Immagine

La colonne gialle o marroni: fughe di olio o gas mappate da Thomas Jefferson. I cilindri viola: olio mappato da Gordon Gunter e sfere marrone verde e bianco, presenza di gas. Il sito di Horizon Deep water è il cilindro rosso. Le linee arancioni sono le crepe sul fondo.

L'ultima notizia è che è stata riaperta le pesca nel Golfo nonostante che non si siano fatti i controlli obbligatori per legge.

Immagine

Le verifiche sono state fatte sommando i valori di contaminazione di 10 campioni, cioè con una statistica, quindi un campione tossico diventa non influente. Lo stesso con i frutti di mare, sono stati analizzati solo il 70 % dei campioni.

Sembra che le autorità si preoccupino più degli affari che della salute, ed in questo modo sembra che la situazione sia tornata alla normalità. Questo per i media che così possono tranquillizzare la gente.

Un funzionario della EPA spiattella che il governo federale nasconde la letalità del Corexit che viene rilevato assieme al petrolio nelle analisi, per far risparmiare alla BP miliardi.

Stralcio

“Ecco alcuni punti salienti della rivelazioni fatte da Hugh Kaufman.

Corexit è uno di una serie di disperdenti, che sono tossici, che vengono utilizzati per atomizzare l'olio e forzarlo verso il basso della colonna d'acqua in modo che sia invisibile agli occhi.

In questo caso, questi disperdenti sono stati utilizzati in quantità massicce, quasi due milioni di galloni finora, per nascondere l'entità del versamento e ridurre i costi della BP (dei risarcimenti).

E il governo sia EPA, NOAA, sono stati dei pupazzi manovrati dalla BP in questa cover-up.

Ora, nascondendo l' importo del versamento, per BP è un risparmio di centinaia di milioni, se non miliardi, di dollari in multe, e così, dal primo giorno, ci fu enorme incentivo economico a utilizzare questi disperdenti per nascondere l' entità della perdita del pozzo petrolifero che è va avanti da quasi tre mesi.

Nadler e il deputato Markey, così come il senatore Mikulski, sono stati gli eroi in questo senso.

Il deputato Markey ha dato ordine alla BP di mettere una telecamera lì per mostrare al pubblico il pozzo petrolifero.

E quando lo hanno fatto, gli esperti hanno visto che la quantità di materiale, l'olio che viene rilasciata, era ad ordini di grandezza maggiore di quella che la BP e la NOAA ed EPA dicevano. E il cover-up ha cominciato ad evaporare.”

La EPA esegue dei campioni sull'acqua.

Stralcio

“Il governo federale ha fatto di tutto per assicurare il pubblico che i frutti di mare sono sicuri nel golfo dove c'è la perdita della BP, anche se un' inchiesta indipendente di sicurezza ha sollevato alcune preoccupazioni scioccanti.

Anche se palline di catrame hanno invaso la costa del Golfo, NOAA e BP hanno continuato a dire che i frutti di mare sono sicuri da mangiare e le spiagge sono balneabili.

Vedendo questo comportamento proveniente dal nostro governo, si sollevano seri interrogativi se le acque del Golfo siano realmente sicure.

Per aiutare a far luce su questo argomento ho fatto la domanda per il permesso di campionamento delle acque facilmente manipolate e presentato in modo da contribuire a rendere il significato di tutti i dati e isolando le informazioni che ho fatto, qualche rivelazione sorprendente.

Io non sono l'unico che si occupa della sicurezza delle acque del Golfo, anche il Dr. Sanjay Gupta della CNN ha avvertito che, nonostante le rassicurazioni del governo non si può sostenere che frutti di mare del Golfo siano sicuri.

La NOAA ha anche ammesso che la tossina disperdente antiparassitari Corexit che BP ha utilizzato per nascondere l'olio da parte del pubblico, può avere fatto il suo danno nella catena alimentare.

A peggiorare la situazione il governo continua a mentire circa l' ubicazione del petrolio proveniente dalla perdita BP, che ben poco ha fatto, più che lentamente erodere la fiducia in declino del pubblico.

Le azioni del Governo hanno spinto i giornalisti a pagare di tasca propria le prove dell'acqua in modo indipendente, che contraddicevano i test dell'acqua del governo.

Anche una stazione di notizie locali ha eseguito test indipendenti ed anche loro hanno contraddetto il campionamento dei dati dell'acqua della EPA.”

Un esempio di report dei test

Immagine

Nonostante che ci siano perdite multiple di olio e di metano il governo consente alla BP di fare prelievi con il rischio di esplosioni incontrollate.

Stralcio

“Come la condizione della fuoriuscita di petrolio BP continua a deteriorarsi rapidamente la BP ha cercato disperatamente di evitare che il governo federale faccia il monitoraggio del fondale marino per il petrolio e le perdite di metano.

Un anonimo funzionario del governo ha detto che la BP non si conforma alla richiesta del governo per un monitoraggio maggiore delle perdite del petrolio e del metano sul fondo del mare. IL portavoce della BP Mark Salt ha rifiutato di pronunciarsi sulle accuse, ma ha detto “noi continueremo a lavorare su questo a stretto contatto con tutti gli scienziati del governo.”

Ma ieri i federali, infine, sono andati con le loro navi e le proprie attrezzature per monitorare il fondo del mare.

Il governo ha quasi subito trovato del petrolio fuoriuscito dal fondo del mare insieme a perdite di metano multiple, ma non ha immediatamente informato il pubblico dei risultati.

Tuttavia, non ci è voluto molto prima che un “anonimo funzionario del governo”, diffondesse tali accertamenti ai media.

Il Canale CBS 12 West Palm Beach ha segnalato che infiltrazioni di petrolio e metano sono state rilevate intorno al pozzo.”





Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1617


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nel percosrso che faccio ogni giorno per recarmi al lavoro, ci sono 3 o 4 stazioni BP. Vi assicuro che sono spesso vuote a differenza delle altre vicine.[:D]



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MessaggioInviato: 01/08/2010, 21:16 
MAREA NERA: GREENPEACE 'VESTE' STAZIONI BP A LONDRA

27 LUG 2010

Immagine

Fonte:
http://www.agi.it/in-primo-piano/notizi ... _bp_londra

(AGI)- Londra, 27 lug. - Attivisti dell'organizzazione ambientalisti Greenpeace sono riusciti a chiudere varie stazioni di servizio della Bp a Londra: una protesta per sollecitare il colosso petrolifero a politiche energetiche piu' eco-combatibili. Secondo Greenpeace, il numero delle stazioni di servizio chiuse e' 47, la BP invece parla di 12. La protesta coincidere con la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre del colosso petrolifero, che ha annunciato perdite record per 13 miliardi di euro (il peggior risultato nella storia aziendale britannica) e uno stanziamento di quasi 24,6 miliardi di euro per far fronte ai costi della marea nera.

Gli ecologisti hanno bloccato il flusso di carburante attivando gli interruttori di sicurezza e poi rimuovendoli per impedire che il funzionamento fosse riattivato. Bp ha liquidato la protesta come "irresponsabile e infantile". Greenpeace sostiene invece che l'obiettivo e' fare pressioni sul prossimo amministratore delegato, Bob Dudley, perche' cambi la strategia del suo predecessore, "ossessionato dalle fonti di petrolio ad alto rischio e imprudente da un punto di vista ambientale". IN una stazione a Camden, a nord di Londra, gli attivisti hanno sostituito il logo della Bp con una nuova versione che mostra il tradizionale "sole a forma di fiore" che affonda in un mare di petrolio.





Spettacolare...... [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 03/08/2010, 16:19 
Marea nera, sversati 5 milioni di barili. Il peggiore disastro del genere. E i conti che non tornano


Due aggiornamenti sulla marea nera nel Golfo del Messico. Primo, gli Usa hanno rifatto i conti: dal pozzo Bp si sono riversati in mare quasi 5 milioni di barili di petrolio, che corrispondono a circa 79 miliardi di litri e a 26 milioni e rotti di piscine olimpioniche. Di gran lunga il peggiore disastro del genere.

Secondo, la Bp sta conducendo gli ultimi test in previsione dello “static kill”, una procedura per sigillare quasi definitivamente il pozzo che è sostanzialmente simile al top kill fallito in maggio. Ora soltanto un’enorme valvola – chiusa una quindicina di giorni fa – si frappone fra l’oceano e il petrolio che sgorga dal pozzo sul fondale.



Fin qui le informazioni ufficiali. Rispetto alle quali (come sempre) provo a farmi domande e a verificare se esistono contraddizioni interne. A me pare di sì: e ora ci arrivo.

Innanzitutto, i dati sulla quantità di petrolio finita in mare. Gli scienziati chiamati dal Governo degli Stati Uniti a fare i calcoli hanno stimato che dal pozzo siano usciti 4,9 milioni di barili (con un margine di errore del 10% in più o in meno), e che la Bp sia riuscita a recuperarne 800.000 con vari sistemi.

Ricordate, vero, le balle ufficiali che ci hanno raccontato in proposito? Mille barili al giorno, poi 5.000, poi 12-19.000… Fino ai 35.000-60.000 barili al giorno, che costituivano l’ultima stima.

Il flusso però, aggiungono ora gli scienziati, è diminuito nel tempo a causa dello svuotamento del giacimento. All’inizio la fuoriuscita era pari a 62.000 barili al giorno. Prima che si chiudesse il “tappo” era scesa a 53.000 barili al giorno.

La diminuzione del flusso era già stata ipotizzata per spiegare come mai sotto il “tappo” si sia formata una pressione di appena 6.500-7.000 psi (libbre per pollice quadrato): prima di chiuderlo ci si attendeva una pressione di 8.000-9.000 psi.

La cosa non mi quadra, dicevo. La fuoriuscita accertata dagli scienziati prima del tappo – 53.000 barili al giorno, appunto – si situa nella parte alta del “ventaglio” di 35.000-60.000 barili al giorno che costituiva la precedente stima ufficiale su cui presumibilmente fu calcolata la pressione attesa sotto il tappo.

Come mai allora è risultata così bassa? L’altra spiegazione possibile chiama in causa fratture nel collo del pozzo, attraverso le quali gli idrocarburi possono diffondersi nel sottosuolo fino a sboccare da qualche altra parte. Continuo a chiedermi se davvero il collo del pozzo è integro.

Comunque la Bp e le autorità federali sono convinte che lo sia. Per questo, salvo contrordini, nei prossimi giorni attraverso il “tappo” verranno pompati nel pozzo fanghi pesanti e forse anche cemento, per aumentare il livello di sicurezza in attesa di utilizzare i relief well, i pozzi paralleli (o di soccorso) attraverso i quali dovrebbe essere definitivamente sigillato quello che perde.

Pompare fanghi pesanti nel pozzo: più o meno la stessa cosa del top kill interrotto a maggio perchè – come risulta ad un senatore americano – una parte dei fanghi spariva nel sottosuolo anzichè restare nel pozzo. Segno appunto che quest’ultimo era fratturato.

Sul New York Times marea nera, sversati quasi 5 milioni di barili di petrolio: il peggior disastro del genere

http://www.blogeko.it/2010/marea-nera-s ... n-tornano/



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MessaggioInviato: 04/08/2010, 11:01 
Marea nera: successo operazione 'Static Kill'
Il pozzo, all'origine del disastro nel Golfo del Messico, è stato chiuso

04 agosto, 09:40

>>> http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 25032.html



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MessaggioInviato: 04/08/2010, 15:33 
Sentite questa

Fino a ieri non facevano altro che parlare di corrente del golfo bloccata, disastro ambientale senza precedenti....

Adesso invece... leggete leggete

http://notizie.virgilio.it/notizie/este ... 87911.html

New Orleans (Louisiana), 4 ago. (Apcom) - Il 75% del petrolio fuoriuscito dal pozzo Macondo della British Petroleum nel Golfo del Messico è stato ripulito o assorbito dai batteri marini. Lo hanno reso noto gli esperti del governo degli Stati Uniti. La Bp, nel frattempo, ha fatto sapere che l'operazione "static kill" era riuscita a tappare lo stesso pozzo. Il consigliere per l'energia della Casa Bianca, Carol Browner, ha dichiarato che in base a una nuova valutazione i tre quarti del greggio fuoriuscito nel Golfo del Messico sono stati raccolti, distrutti, evaporati o assorbiti. Browner ha accolto con favore l'annuncio di questa mattina della Bp sul positivo esito dell'operazione "static kill", che consiste nel pompare una miscela di fango e cemento per "tappare" il pozzo Macondo, favorendo la messa in funzione dei pozzi di soccorso. La Bp ha fatto sapere di aver raggiunto l'obiettivo di tappare il pozzo Macondo. Con l'operazione "static kill" è riuscita a 'tappare' la falla che ha originato la marea nera nel Golfo del Messico. "La pressione del pozzo è ora contenuta dalla pressione idrostatica dei fanghi iniettati, che era l'obiettivo della static kill", ha dichiarato la Bp in un comunicato. Lo scorso 20 aprile, nell'esplosione e nel successivo incendio della piattaforma "Deepwater Horizon", nel Golfo del Messico 80 chilometri al largo di New Orleans, ci furono undici morti. FCo/Cla


Ultima modifica di dresda99 il 04/08/2010, 15:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/08/2010, 16:01 
Cita:
dresda99 ha scritto:

Sentite questa

Fino a ieri non facevano altro che parlare di corrente del golfo bloccata, disastro ambientale senza precedenti....

Adesso invece... leggete leggete

http://notizie.virgilio.it/notizie/este ... 87911.html

New Orleans (Louisiana), 4 ago. (Apcom) - Il 75% del petrolio fuoriuscito dal pozzo Macondo della British Petroleum nel Golfo del Messico è stato ripulito o assorbito dai batteri marini. Lo hanno reso noto gli esperti del governo degli Stati Uniti. La Bp, nel frattempo, ha fatto sapere che l'operazione "static kill" era riuscita a tappare lo stesso pozzo. Il consigliere per l'energia della Casa Bianca, Carol Browner, ha dichiarato che in base a una nuova valutazione i tre quarti del greggio fuoriuscito nel Golfo del Messico sono stati raccolti, distrutti, evaporati o assorbiti. Browner ha accolto con favore l'annuncio di questa mattina della Bp sul positivo esito dell'operazione "static kill", che consiste nel pompare una miscela di fango e cemento per "tappare" il pozzo Macondo, favorendo la messa in funzione dei pozzi di soccorso. La Bp ha fatto sapere di aver raggiunto l'obiettivo di tappare il pozzo Macondo. Con l'operazione "static kill" è riuscita a 'tappare' la falla che ha originato la marea nera nel Golfo del Messico. "La pressione del pozzo è ora contenuta dalla pressione idrostatica dei fanghi iniettati, che era l'obiettivo della static kill", ha dichiarato la Bp in un comunicato. Lo scorso 20 aprile, nell'esplosione e nel successivo incendio della piattaforma "Deepwater Horizon", nel Golfo del Messico 80 chilometri al largo di New Orleans, ci furono undici morti. FCo/Cla


Bisognerebbe arrestarli tutti.... quelli della BP come i giornalisti corrotti che si prestano a questo genere di cose. E poi bisognerebbe buttarela chiave. Bastardi maledetti...... [}:)]



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Ma se hanno chiuso il pozzo perchè qui sembra che dal Cap continuino ad uscire piccole quantità di greggio? Chiudendolo "alla fonte" la pressione sul CAP non dovrebbe diminuire fino a cessare del tutto?

http://www.bp.com/liveassets/bp_internet/globalbp/globalbp_uk_english/incident_response/STAGING/local_assets/html/Skandi_ROV1.html



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E' morto Matt Simmons: http://www.kjonline.com/news/Energy-expert-Simmons-dies-in-North-Haven.html



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Cita:
kaone ha scritto:

Ma se hanno chiuso il pozzo perchè qui sembra che dal Cap continuino ad uscire piccole quantità di greggio?

Hanno "chiuso" la notizia...[8D]



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Cita:
Il 75% del petrolio fuoriuscito dal pozzo Macondo della British Petroleum nel Golfo del Messico è stato ripulito o assorbito dai batteri marini.


ma da rotolarsi come un serpente piangendo e ridendo all'unisono!

ma ci hanno preso per una popolazione di consumatori di LSD ? oppure si fanno un viaggetto prima di dare certi comunicati......
i batteri? quali batteri ? quelli grossi come ippopotami?
ah si il famoso bacyllus ippopotamae , o il bifidus cetacei, o meglio ancora il re dei batteri il bifidus black hole. 50 milioni di piscine olimpioniche di petrolio assorbito dai batteri in 5 settimane? in pratica nel golfo del messico non c'e' acqua, in realta e' un mare formato solo da batteri affamatissimi e super voraci che inghiottono tutto navi, aerei, le nuvole i satelliti in orbita , anche la luce come buchi neri. meno male che la luna non e' a tiro.

ma non c'e' piu' un minimo di serieta'.


Ultima modifica di dark side il 09/08/2010, 23:17, modificato 1 volta in totale.


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