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 Oggetto del messaggio: L'IRAN MANDA AIUTI A GAZA..
MessaggioInviato: 07/06/2010, 15:15 
serenamente e pacatamente,
questa vuole essere una chiosa alla discussione,
cui può essere tanquillamente aggiunta,
una volta riaperta..
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=6928


http://www.repubblica.it/esteri/2010/06 ... a-4626276/

TEHERAN - La Mezzaluna Rossa iraniana ha deciso di inviare questa settimana due navi con aiuti umanitari a Gaza e ha chiesto la disponibilità di volontari che vogliano imbarcarsi e accompagnare il materiale. Lo riferisce l'agenzia di Stato Irna. La decisione, ha spiegato il direttore dell'organizzazione, Abdolrauf Adibzadeh, è stata presa dopo una riunione con funzionari del ministero degli Esteri iraniano. "Una nave porterà donazioni fatte dalla gente e l'altra operatori di soccorso. Le navi saranno mandate a Gaza entro la fine di questa settimana".

Fonti della Mezzaluna rossa hanno fatto sapere che i volontari disposti a prendere parte alla spedizione possono registrarsi sul sito Internet dell'ente caritatevole. Intanto nei giorni scorsi le Guardie della Rivoluzione islamica iraniana hanno fatto sapere di essere disposte a scortare nuove missioni navali verso Gaza nel caso in cui dovesse ordinarlo l'ayatollah Ali Khamenei. Sempre l'emittente di Teheran ha annunciato l'avvio di nuove iniziative di solidarietà pro-Gaza. In particolare, nei prossimi giorni dovrebbe partire dal porto di Beirut una nave carica di aiuti con a bordo 75 attivisti.

Israele per ora minimizza la minaccia. Interpellato dall'Ansa a Gerusalemme, il portavoce del ministero degli Esteri Yigal Palmor dichiara che il governo Netanyahu non crede che l'Iran sia davvero pronto a inviare navi verso la Striscia di Gaza ma giudica ugualmente grave, alla stregua di una "provocazione", l'annuncio arrivato oggi dalla Mezzaluna Rossa di Teheran.


non ho capito se la provocazione sono gli aiuti in sè
o che la matrice sia iraniana..
ma per i palestinesi "cibus non olet"
purchè si mangi..

ora, se le procedure saranno quelle adottate
con la rachel corrie:
-abbordaggio in acque (quasi) territoriali
-intervento in pieno giorno
non avrò (quasi) niente da dire..

se queste navi le silurano in mare aperto (acque internazionali),
avrò qualcosa da ridire..

la morale della favola che volevo significare è:
ma per avere un comportamento civile,
servono la nato, l'onu, il consiglio di sicurezza ?
da solo uno non c arriva ?

solo questo..

-> mi auguro che non succeda niente..

buona giornata a tutti..

AMEN.



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 07/06/2010, 15:27 
Bene...cerchiamo di seguire queste notizie con calma e vediamo cosa succede.


Se Israele attacca, l'Iran scatenerà tutti i suoi alleati contro lo Stato ebraico
di Pietro Batacchi 1 Giugno 2009
http://www.loccidentale.it/articolo/se+ ... co.0072432

Attaccare l’Iran per azzerarne il programma nucleare. Questa la mission (quasi) impossibile per la macchina bellica israeliana. Certo, Israele potrebbe risolvere la pratica con un attacco nucleare contro i vari Natanz, Busher ecc., ma le conseguenze ambientali sarebbero devastanti, per tutta la regione, con ricadute che si farebbero sentire per anni se non decenni. Ecco allora che l’opzione più credibile resta quella di un attacco aereo convenzionale con la Hel Haavir, la leggendaria Aeronautica israeliana, ancora una volta indiscussa protagonista. In Israele ci si sta preparando a questo scenario ormai da anni, anche perché non si tratterebbe di una semplice ripetizione dell’operazione "Opera" che nel 1981 portò alla distruzione del reattore nucleare iracheno di Osirak. Gli obiettivi sono molti di più. Sono ben protetti e per di più dispersi su un territorio molto vasto.
Quello più difficile è lo stabilimento per l’arricchimento dell’uranio di Natanz. Se, infatti, per distruggere l'impianto pilota quattro bombe guidate risulterebbero più che sufficienti (due degli edifici sono praticamente uniti, tanto da poter essere distrutti da un solo ordigno), per provocare danni significativi alle installazioni sotterranee gli aerei israeliani dovrebbero colpire almeno due volte gli stessi punti con le potentissime bombe bunker buster da 5000 libbre GBU-28. Un’operazione estremamente complicata che, oltre a richiedere mesi e mesi di addestramento agli stessi piloti, comporterebbe un ulteriore problema. Nell’Aeronautica israeliana, infatti, i soli aerei in grado di trasportare le GBU-28 sono i 25 cacciabombardieri F-15 I Ra’am. Ora, considerato che un F-15 I può trasportare una sola GBU-28 – l’aereo ne potrebbe portare anche due ma al prezzo di una pesante riduzione di autonomia - pressoché tutta la forza di Ra’am andrebbe utilizzata nel bombardamento del solo sito di Natanz. Soprattutto se si pensa al fatto che Israele non potrebbe permettersi un’azione troppo prolungata nel tempo comprendente più ondate d’attacco. Quello contro Natanz sarebbe pertanto il pacchetto di attacco più pesante. Agli F-15 I bisogna infatti aggiungere gli aerei di scorta e gli aerei per la soppressione delle difese aeree nemiche. In totale, contro Natanz, potrebbero essere necessari almeno una quarantina di aerei.
Molto più semplice, invece, l’attacco contro Arak, Busher e Isfahan, obiettivi non interratti e, come si dice in gergo militare, molto più “morbidi”. Per distruggerli dovrebbero bastare le bombe GBU-27 e le GBU-10 da 2000 libbre a guida laser, entrambe trasportabili dagli F-16 I, l’avanzatissima versione israeliana dell’F-16 Block 50/52 americano. L’Hel Haavir ha in servizio almeno 100 Soufa e questo permetterebbe di distribuire al meglio i pacchetti d’attacco per ogni obiettivo. In media per la distruzione di ciascuno di questi obiettivi dovrebbero essere sufficienti tra i cinque e i dieci F-16 I. In totale si può allora ipotizzare che un attacco ai siti nucleari iraniani richieda l’approntamento di una forza d’attacco di un centinaio di aerei. Forse addirittura qualcuno in più. Anche perché, con tutta probabilità, agli aerei israeliani verrebbe affidato anche il compito di neutralizzare le postazioni di lancio dei missili Shahab-3, difficili da trovare ed eliminare perché mobili. Per portare a termine con successo un’operazione così complessa, Israele dovrebbe dar fondo a tutte le sue risorse. E per di più senza che si verifichino intoppi e assumendo un livello di efficienza operativa di aerei e ordigni massimo. Forse troppo anche per una pur organizzatissima macchina da guerra come quella israeliana.
Per questo non è azzardato ipotizzare che il reattore di Busher, situato sulla costa del Golfo Persico, possa essere attaccato dai sottomarini Dolphin della Marina. I battelli avrebbero il vantaggio di potersi avvicinarsi al bersaglio furtivamente e lanciare indisturbati i missili da crociera Harpoon o i ben più temibili Popeye Turbo dotati di testata ad alta penetrazione. In questo modo si potrebbe sgravare l’Aeronautica da una parte del carico di tutta la missione e raggiungere lo stesso l’obiettivo.
Resta il problema delle distanze e delle rotte. Israele non ha bombardieri e tutti i suoi aerei, compresi gli F-15 I, dovrebbero essere riforniti in volo. Un’operazione molto pericolosa che dovrebbe essere condotta in spazi aerei ostili, o comunque non amici, e che potrebbe comportare l’intercettazione delle aerocisterne. Inoltre, l’Hel Aavir dispone solo di una decina di aerei di questo tipo e li dovrebbe pertanto impiegare tutti nell’attacco. Sempre che non si registrino problemi o che non sia necessario attaccare di nuovo qualche obiettivo. Per quanto riguarda le rotte, nel rapporto per il CSIS, Cordesman e Toukan ipotizzano tre alternative posto che nessun paese vicino concederebbe agli aerei israeliani i diritti di sorvolo e che l’operazione dovrebbe di conseguenza essere condotta senza preavviso e nella massima segretezza. Nella migliore tradizione israeliana.
Una rotta da nord, una centrale e una da sud. La rotta da nord prevede che gli aerei israeliani penetrino dal Mediterraneo lungo i confini tra Siria e Turchia, tenendosi il più possibile in territorio siriano, per poi piombare in Iran da nord. Probabilmente si tratta dell’ipotesi meno rischiosa politicamente e più “semplice” operativamente. Gli israeliani conoscono benissimo la difesa aerea siriana e storicamente questa non ha mai capito nulla degli aerei con la Stella di David. Nel settembre 2007, quando un misterioso raid ha mandato in fumo le aspirazioni nucleari del giovane Assad, i vecchi radar ex-sovietici di Damasco per l’ennesima volta hanno visto solo…mosche. Soltanto dopo si è saputo che i diabolici Gulfstream 550, appositamente modificati dagli israeliani per le operazioni di guerra elettronica, li avevano messi “ko” accecandoli con disturbi elettromagnetici potentissimi ed immettendo nei loro dispostivi false tracce per portarli fuori strada. Un’operazione da manuale - del resto gli israeliani sono sempre stati i più avanti in questo campo e, per anni, grazie a tecnologie all’avanguardia, si sono fatti beffe dei radar dei paesi arabi - che potrebbe essere ancora una volta ripetuta con altrettanto successo.
Le altre due rotte sono più complicate, soprattutto politicamente. La rotta centrale, che sarebbe la più breve, prevede la violazione dello spazio aereo giordano e iracheno. Ma seguirla potrebbe compromettere i rapporti con Amman, l’unico vicino arabo, assieme all’Egitto, con cui Israele ha un trattato di pace, ed esporre a pericolosi rischi il già fragile Iraq. Lo stesso vale per la rotta sud. Gli aerei israeliani in questo caso dovrebbero penetrare dal Mar Rosso in Arabia Saudita e poi ancora una volta in Iraq, o in Kuwait, e da lì entrare in Iran. Beninteso, le ciniche monarchie del Golfo non vedono l’ora di liberarsi della Bomba di Teheran, ma preferirebbero comunque che a fare il lavoro sporco fossero le portaerei e i missili cruise americani piuttosto che aerei israeliani in volo nei propri cieli.
L’operazione è allora difficile, ma Israele, alle strette, potrebbe tentare lo stesso. Nel qual caso come reagirebbe l’Iran? Le opzioni sono molte. Teheran potrebbe giocare la carta della strategia indiretta bloccando il traffico mercantile attraverso lo stretto di Hormutz, scatenando le milizie sciite in Iraq o le unità Al Qods dei Pasdaran. Ma potrebbe colpire direttamente anche lo stesso territorio dello Stato Ebraico lanciando un pugno di Shahab-3 visto che difficilmente gli aerei israeliani potrebbero distruggerli tutti. Attualmente, Teheran ha nel proprio arsenale una trentina di Shahab-3, ma non è chiaro se i tecnici iraniani abbiano raggiunto la capacità per caricare sulle loro testate agenti chimici o battereologici. Comunque, anche se armati con semplici testate convenzionali, gli Shahab potrebbero provocare lo stesso danni di una certa entità all’infrastruttura israeliana, soprattutto civile.
Qualora veramente l’Iran dovesse riuscire a lanciarli, l’unico mezzo efficace per contrastarli sarebbe il sistema antimissile Arrow-2. Il sistema è collegato con l’early warning satellitare americano ed è già stato sperimentato con successo contro bersagli simulanti un missile Shahab-3. Di recente, le sue capacità sono state ulteriormente rafforzate grazie allo schieramento nella base di Nevatim, nel Negev, di un potentissimo radar americano in banda X a lunga portata dal quale è in grado di ricevere le tracce.
Rispetto ad un sistema come il Patriot, l’Arrow ha il vantaggio di poter intercettare i missili nella parte alta della stratosfera (la stratosfera inizia intorno ai 12 km di distanza dalla Terra, 8 km ai poli e 20 km all'equatore, e termina ad un'altitudine di circa 50 km) e ciò offrirebbe il vantaggio non trascurabile di attutire sensibilmente eventuali fenomeni di ricaduta. Israele dispone attualmente di due batterie, una nella base di Palmachin, tra Ashdod e Tel Aviv, e l’altra ad Ein Shemera, nei pressi di Hadera, a sud di Haifa. Queste potrebbero essere sufficienti per fronteggiare un attacco condotto con un numero limitato di missili balistici.
Lo scenario peggiore immaginato da tutti gli analisti israeliani è però una reazione contro il territorio ebraico proveniente, oltre che dall’Iran, anche da Siria, Gaza e Libano qualora Teheran, come è probabile, riesca a trascinare nella mischia tutti i suoi “proxi”, da Hezbollah a Hamas. In questo caso le difese israeliane potrebbero essere saturate da un fitto lancio di missili e razzi - come già dimostrato dalla guerra contro Hezbollah nel 2006 e, in parte, dalla Guerra di Gaza, proveniente da più direzioni - con conseguenze più gravi sull’integrità dei propri centri abitati e di ogni eventuale obiettivo sensibile.
Ma il beneficio ottenibile togliendo di mezzo la minaccia nucleare iraniana, sarebbe comunque superiore ai costi di un’eventuale reazione di Teheran. Anche se questa dovesse prendere la forma dello scenario peggiore.
http://www.loccidentale.it/articolo/se+ ... co.0072432



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 17:59 
LA PROSSIMA GUERRA IRANIANA

giu 7th, 2010

DI MJ ROSEMBERG
The Huffington Post

Immagine

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -iraniana/

Sta succedendo di nuovo.
Le stesse forze – con alcune nuove aggiunte e meno alcuni disertori intelligenti – che hanno spinto gli Stati Uniti in una guerra inutile e mortale con l’Iraq, ora si stanno organizzando per la prossima guerra.
Questa volta l’obiettivo è l’Iran, che, proprio come l’Iraq, si dice sia in procinto di creare armi di distruzione di massa.
Inoltre, proprio come l’Iraq, il suo presidente è un probabile pazzo determinato a distruggere Israele.
Nel caso dell’Iraq, il presidente, Saddam Hussein, non solo minacciò di bruciare "la metà di Israele", ma effettivamente lanciò 39 missili SCUD contro Israele durante la guerra del Golfo del 1991.
Quella guerra determinò la fine del potere di Saddam.
Ma questo non fu buono abbastanza per il vice presidente Dick Cheney e i suoi compagni di sciacallaggio bellico. Dieci anni dopo, con Cheney alla vicepresidenza e l’11 Settembre come pretesto, la banda Cheney portò l’America ad una guerra per deporre Saddam. L’obiettivo: trasformare l’Iraq in un protettorato americano, al fine di realizzare decine di miliardi di dollari per sé e per i loro alleati. Finora, 4.400 americani, 318 delle forze alleate, e centinaia di migliaia di iracheni sono morti per portarla avanti.
Ma Cheney arruolò anche un gruppo di ragazzi pon-pon di guerra che non avevano alcun interesse a trarre soldi dal conflitto. Quelli erano i neocon che spingevano per la guerra con la scusa che l’eliminazione di Saddam Hussein sarebbe stata un bene per Israele.
La banda Cheney era formata da gente come Doug Feith, Joe Lieberman, John Bolton, Frank Gaffney, Richard Perle, Charles Krauthammer, Scooter Libby, Bill Kristol, Elliot Abrams e loro alleati nel Governo e in vari mezzi di comunicazione. Anche la lobby israeliana è un membro della banda – sebbene operi con niente altro che il vigore che ora dedica allo sforzo anti-Iran. (La pressione esercitata dalla lobby e’ per buona parte la ragione per cui molti democratici hanno sostenuto una guerra che sapevano sbagliata.)
Naturalmente, l’Iraq non aveva ADM [armi di distruzione di massa-ndt] e l’amministrazione Bush quasi certamente lo sapeva. (Se l’Iraq le avesse avute, non lo avremmo attaccato più di quanto ora attacchiamo la Corea del Nord. In effetti, la prova che un paese non dispone di ADM provoca la nostra disponibilità a prendere in considerazione di bombardarlo).
Ma, in ogni caso la banda degli sciacalli di guerra e ideologi neocon era caparbiamente a favore della guerra. Le probabili ADM erano solo un pretesto.
Questo sarebbe tutto per i libri di storia (e le vedove in lutto, i genitori, i nonni, i figli, i compagni, le sorelle e i fratelli degli americani caduti) se lo stesso scenario non si ripresentasse oggi. All’inizio di maggio, Turchia e Brasile – dopo mesi di intensi negoziati – hanno persuaso il regime iraniano ad accettare un accordo che avrebbe notevolmente ridotto la sua capacità di produrre un’ arma nucleare. L’accordo turco-brasiliano è stato quasi identico a quello che il presidente Obama e i nostri alleati spingevano gli iraniani ad accettare in ottobre.
Solo che questa volta, esso non era abbastanza efficace. L’amministrazione Obama ha ignorato la conquista turco-brasiliana, dicendo che il suo obiettivo paralizzava le sanzioni che erano vicini a ottenere. Certo, pochi credono che le sanzioni avranno un qualche effetto significativo se non quello di punire iraniani comuni, persone che soffrono già abbastanza sotto un regime mostruoso.
Ma all’amministrazione sembra sia stato venduto un disegno di legge che lascia gli Stati Uniti con due sole scelte: sanzioni o guerra. L’opzione diplomatica sembra essere fuori dal tavolo, tolta dai piedi dalla pressione dei vari falchi di guerra, neocon, dal primo ministro israeliano Netanyahu e i suoi alleati in Congresso. (Obama inizialmente aveva favorito una diplomazia aperta, senza scadenza; Netanyahu in qualche modo lo convinse che un termine sulla diplomazia aveva senso. Così non è.)
Anche alcune delle voci più progressiste sono in calo per questa falsa scelta, in gran parte perché la lobby – sebbene avanzando a fatica, poiché l’ideologia del J Street [gruppo non profit americano impegnato a promuovere la fine del conflitto israeliano-palestinese- ndt] si muove in chiara ascesa tra i giovani ebrei e quelli di mezza età – riesce ancora ad intimidire.
L’altro giorno, è apparso sul giornale ebraico Forward un Op Ed che sembrava risalire al 2002 circa [opposite to the editorial page – articolo di uno scrittore esterno alla redazione di un giornale e non necessariamente in linea con esso- ndt], del rabbino Eric Yoffie, capo del movimento di riforma ebraica in America e un progressista.
Il pezzo di Yoffie è una cris de couer, che invita tutti gli ebrei a sostegno di una linea dura contro l’ Iran. "Ora è tempo", egli scrive, "di fare pressione sul nostro governo affinché si muova in modo più marcato per contrastare la minaccia iraniana”.
Il pezzo di Yoffie è significativo per due ragioni. La prima è che egli non sostiene la ridicola tesi che un Iran nucleare sarebbe disposto ad accettare il suicidio al fine di distruggere Israele. Il rabbino conosce con sufficiente chiarezza le relazioni internazionali e il comportamento umano per comprendere che esistono limiti a ciò che le nazioni possono fare per creare un punto politico e che il suicidio nazionale non è uno di questi.
No, la sua descrizione della minaccia a Israele è tanto più sottile quanto più onesta.
Egli scrive: "Anche se l’Iran sviluppasse armi nucleari e non le usasse, il pericolo per Israele sarebbe ancora intollerabile. Israele non può vivere all’ombra di un Iran nucleare. Nella mente dei suoi cittadini e della comunità mondiale, Israele cesserebbe di essere un luogo sicuro in cui vivere".
C’è del vero in questo. Il pensiero di un Iran nucleare così vicina a Israele è sconvolgente. Ma allora fu così anche per la Guerra Fredda. Ed è un fatto che la Corea del Nord, Pakistan, India e Russia hanno tutte armi nucleari – per non parlare di tutte quelle armi nucleari mancanti che potrebbero finire, Dio non voglia, nelle mani dei terroristi. E tale è la vita in questi giorni a New York, Washington, Londra e – soprattutto – Seul, dove, appena sotto la superficie, vi è la paura che una catastrofe potrebbe accadere in qualsiasi momento.
Va notato, inoltre, che per la maggior parte del mondo, l’idea che Israele ha più di 200 armi nucleari e, a differenza dell’Iran, non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, è di per sé profondamente preoccupante. In realtà, gran parte del mondo ritiene che Israele è così veemente sulle armi nucleari iraniane perché vuole rimanere l’unica potenza nucleare in Medio Oriente, volendo sentirsi libera di fare ciò che vuole, quando vuole. Le piace la sua egemonia. Questo è ciò che viene prospettato da Yoffie.
Tuttavia, sono d’accordo con lui che il mondo, e non solo Israele, vivrebbe meglio se l’Iran non sviluppasse armi nucleari.
Ma la mia idea di come impedire un Iran nucleare è piuttosto diversa da quella del rabbino.
Ecco Yoffie: "Non c’è una soluzione ipotizzabile per la minaccia di un Iran nucleare che non richieda una leadership americana. Tutte le opzioni – sia sanzioni economiche che azioni militari – sono impossibili senza il sostegno americano".
Divertente, Yoffie si riferisce a "tutte" le opzioni, quando ne nomina solo due – sanzioni o guerra. È come se avesse avuto intenzione di includere l’unica opzione che ha senso, la diplomazia, e avesse cambiato idea all’ultimo momento. Il "tutto" è il residuo di un pensiero che non permette a se stesso, sia perché si oppone onestamente alla diplomazia o perché non vuole incrociare l’ AIPAC [American Israel Public Affair Commette –ndt].
Le alternative di Yoffie non sono affatto alternative. Le sanzioni non funzioneranno (tranne che per punire iraniani comuni e arricchire quelli che sfidano le sanzioni) e l’ "azione militare" non produrrà nulla se non più morti – tra cui americani – e, molto probabilmente, una guerra regionale. Una guerra eliminerebbe qualsiasi possibilità che Israele possa mai avere la pace con il mondo musulmano e distruggerebbe la reputazione dell’America in una regione fondamentale.
Qual è il pensiero di Yoffie quando esclude la diplomazia, ma include una terza guerra in Medio Oriente? La preventiva strage di innocenti è davvero un’opzione legittima per persone civili del 2010? Beh, non per me o per gli ebrei della Riforma che guardano a Yoffie per la leadership. (Gli ebrei sono per lo più colombe e gli ebrei della Riforma, a loro vanto, sono più «colombe» di tutti.)
E’ la guerra, non la diplomazia, che dovrebbe rimanere fuori dal tavolo. Sono sicuro che il rabbino Yoffie lo sa. Questo è ciò che avrebbe dovuto scrivere.


Titolo originale: "The Coming Iran War "
Fonte: http://www.huffingtonpost.com
Link
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di CONCETTA DI LORENZO



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 07/06/2010, 18:16 
Mi spiace per quei poveri iraniani, in mano a quei fanatici del regime di Tehran.

Israele difende se stessa e fa bene.

Anche se molti anche qui, preferirebbero la distruzione d'Israele invece della dittatura teocratica iraniana.



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 18:23 
Cita:
rmnd ha scritto:

Anche se molti anche qui, preferirebbero la distruzione
d'Israele invece della dittatura teocratica iraniana.



Qui nessuno preferisce la distruzione di nulla.

Devi aver capito ben poco delle osservazioni che fanno
gli utenti di questo forum, caro rmnd......



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 18:23 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Anche se molti anche qui, preferirebbero la distruzione
d'Israele invece della dittatura teocratica iraniana.



Qui nessuno preferisce la distruzione di nulla.

Devi aver capito ben poco delle osservazioni che fanno
gli utenti di questo forum, caro rmnd......


io capisco benissimo invece...fidati...



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 18:27 
NON ho letto i post precedenti, e quindi mi limito a commentare sulla base dell'articolo di Repubblica riportato da Mik.300:

L'iran si sveglia ora? mandano aiuti dopo 60 anni?
Potrebbero far passare gli aiuti (ancora meglio tramite l'ONU), tutti belli catalogati per chiarezza, da israele, a cui poi spetterebbe la palla politica di recapitarli o meno.
Altrimenti trattasi di pericolosa (per tutti) "provocazione".



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 18:27 
Ma CHI può auspicare un guerra oggi come oggi?

CHI non sarebbe pronto a mettere da parte ogni odio e
risentimento pur di vedere la pace tra i popoli?

Ma ci rendiamo conto delle conseguenze che potrebbero
venir innescate dall'ennesimo conflitto in quell'area?



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 18:52 
Giusto per sdrammatizzare
[:D]


Immagine
E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.

+

Immagine

=

Immagine


Ultima modifica di rmnd il 07/06/2010, 18:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 07/06/2010, 19:44 
Allora, presumo (tornando al post precedente, ma non sono in O:T:) che la Turchia, una volta baluardo contro l'Unione Sovietica, quindi di grande importanza strategica per l'occidente, ora si trova ..."abbandonata"; non entra in Europa, non è più molto considerata. Quindi ha abbandonato l'alleanza con Israele e cerca l'amicizia dell'Iran per riconquistare un posto al sole! Cos'ì l'Iran è contenta di dividere con la Turchia i progetti della bomba atomica (aspirazione anche della Turchia, non perché ce l'abbia con Israele, l'aveva da anni), ma per avere una certa importanza nel Medio Oriente visto che l'Iran (appoggiata praticamente dall'ONU e l'Europa fa finta di ...niente come sempre, e Obama che fa discorsi distensivi all'islam, Theeran approfitta a farsi gli affari suoi; poi, trovando anche l'appoggio dellaTurchia ...

La vedo un po come una rivalsa dellal Turchia nei confronti dell'Europa ... Intanto, con la scusa del blocco, gli "Hezbollah", dal Libano, hanno anche loro il motivo di lanciare i loro 40 mila missili contro Israele avuti dall'Iran attraverso la Siria; e l'Iran ... va avanti indistrubata con le "centrifughe" nucleari!
E così non si sa come va a finire ...


Ultima modifica di Ufologo 555 il 07/06/2010, 20:27, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 07/06/2010, 20:14 
Se notate bene,ad ogni guerra scatenata dal blocco di Isdraele con l'appoggio Americano,non ha fatto altro che rafforzare ed a far amalgamare le forze dei Paesi Arabi,la politica delle armi è una politica FALLIMENTARE,vedrete!!!.


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MessaggioInviato: 07/06/2010, 20:18 
E' vero, un po come i ... parenti: se ne dicono tante ma quando trovano un "nemico " esterno ... Solo che qui si tratta di nazioni incoscenti!



ANSA.it > Top News > News Frattini: Iran vuole controllo di Gaza
Timori per l'invio da Teheran di navi umanitarie

(07 giugno, 16:58)



(ANSA) - ROMA, 7 GIU - L'ipotesi che l'Iran accompagni le navi umanitarie a Gaza e' 'un segnale che Teheran vuole prendere il controllo di Gaza', dice Frattini.Oggi alla conferenza stampa il capo del Foreign Office, Hague e il ministro degli Esteri Frattini definiscono la situazione nella Striscia di Gaza insostenibile: 'Dobbiamo trovare il prima possibile una soluzione per arrivare a garantire la sicurezza ed aprire un varco agli aiuti'.Frattini: 'L'Italia e' pronta ad un pacchetto di sanzioni Ue contro l'Iran'.


Ultima modifica di Ufologo 555 il 07/06/2010, 20:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 07/06/2010, 20:42 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

E' vero, un po come i ... parenti: se ne dicono tante ma quando trovano un "nemico " esterno ... Solo che qui si tratta di nazioni incoscenti!



ANSA.it > Top News > News Frattini: Iran vuole controllo di Gaza
Timori per l'invio da Teheran di navi umanitarie

(07 giugno, 16:58)



(ANSA) - ROMA, 7 GIU - L'ipotesi che l'Iran accompagni le navi umanitarie a Gaza e' 'un segnale che Teheran vuole prendere il controllo di Gaza', dice Frattini.Oggi alla conferenza stampa il capo del Foreign Office, Hague e il ministro degli Esteri Frattini definiscono la situazione nella Striscia di Gaza insostenibile: 'Dobbiamo trovare il prima possibile una soluzione per arrivare a garantire la sicurezza ed aprire un varco agli aiuti'.Frattini: 'L'Italia e' pronta ad un pacchetto di sanzioni Ue contro l'Iran'.



Come al solito le cose le interpreti a modo tuo,vedendole sempre solo dal tuo punto di vista,pensando in questo modo non andremo avanti,cadremo uno dopo l'altro verso un bel precipizio.
E poi ""quanta coscienza ha l'Occidente""" [:D]


Ultima modifica di bleffort il 07/06/2010, 20:44, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/06/2010, 21:10 
Cita:
rmnd ha scritto:

Mi spiace per quei poveri iraniani, in mano a quei fanatici del regime di Tehran.


LOOOOOOOOOOOOOL

Armando, sometines I love you [:o)]

Mi spiace per quei poveri italiani, in mano a quei fanatici del regime di Roman.


MA QUANTO SONO SPIRITOSO!!!!! [:o)] [:o)] [:o)]



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 21:22 
E boi sguzate ... l'Iran manda aiuti a gaza e vi stubite? Per la barba del brofeta, duddi guandi mandano aiuti a gaza ze abbena bozzono!! [:41]


Ultima modifica di eSQueL il 07/06/2010, 21:22, modificato 1 volta in totale.


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