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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 26/02/2023, 14:48 
per gli standard Giapponesi quello non è un terremoto ma una scoreggia [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 27/02/2023, 17:56 
L’amplificazione del moto sismico in Pianura Padana durante il terremoto in Turchia del 6 febbraio
Il terremoto che ha colpito la Turchia il 6 febbraio è stato registrato anche in Italia dalla Rete Sismica Nazionale: l'analisi dell'INGV

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Figura 1. Stazioni della Rete Sismica Nazionale: velocimetri (a sinistra) ed accelerometri (a destra) selezionati per le analisi. Il colore dei triangoli rappresenta il picco di velocità (Peak Ground Velocity – PGV) ed accelerazione del terreno (Peak Ground Acceleration – PGA)

“Il 6 febbraio 2023 alle 01:17:36 UTC l’area meridionale della Turchia è stata colpita da un terremoto di magnitudo momento Mw 7.9 con epicentro localizzato tra le città di Gaziantep e Kahramanmaraş. Il terremoto che si è sviluppato in corrispondenza della Faglia Anatolica Orientale (EAF, East Anatolian Fault) ha causato, ad oggi, oltre 50.000 vittime e gravi danni nelle regioni della Turchia meridionale e della Siria settentrionale. Eventi sismici così energetici sono rari, ma consentono ai sismologi di indagare alcuni aspetti per i quali sono necessarie onde sismiche di elevata energia e di notevole durata. Quando si verifica un terremoto, la Terra ha la funzione di un filtro che trasmette in modo più efficiente le onde sismiche a bassa frequenza (ovvero minori di 1 Hz) ed attenua quelle ad alta frequenza. Le onde sismiche di terremoti di elevata magnitudo sono registrate, da molte stazioni sismiche installate su tutto il globo che, essendo molto distanti dall’epicentro, forniscono sismogrammi particolarmente ricchi di segnali in bassa frequenza molto utili per studi multidisciplinari e multiscala del sottosuolo (es. tomografia sismica profonda per studi di geodinamica a grande scale, modelli di velocità per lo studio dell’amplificazione sismica in grandi bacini sedimentari ecc.)”. Lo riporta un articolo pubblicato sul blog INGVterremoti a cura di Marco Massa (INGV-Mi), Sandro Rao e Alfonso Mandiello (INGV-ONT), Sara Lovati, Ezio D’Alema, Andrea Luca Rizzo, Rodolfo Puglia, Fabio Varchetta, Elisa Ferrari, Gemma Musacchio, Santi Mirenna e Lucia Luzi (INGV-Mi).

“Il terremoto che ha colpito la Turchia il 6 febbraio è stato registrato anche in Italia dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) gestita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, oltre che dalla rete broad-band MedNet e da altre reti e stazioni appartenenti ad altri enti di ricerca italiani o autorità locali (es. la rete dell’Italia Nord-Occidentale e della Lunigiana-Garfagnana gestita dall’Università di Genova; le reti dell’Italia Nord-Orientale gestita dal Centro Ricerche Sismologiche, CRS, dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS; le reti della provincia autonoma di Trento e del Sudtirolo; la rete dell’Irpinia, ISNet, gestita dall’Università Federico II di Napoli; la rete dell’Università di Bari, Otrions; http://terremoti.ingv.it/instruments).

In particolare, la RSN si compone ad oggi di oltre 500 stazioni ubicate su tutto il territorio italiano in grado di trasmettere dati in tempo reale alla Sala di Sorveglianza Sismica dell’INGV di Roma, dove vengono acquisiti ed archiviati per garantire un servizio h24 di localizzazione e valutazione della magnitudo degli eventi sismici a scala nazionale (Margheriti et al., 2021), ma anche nell’area mediterranea e a scala globale. Nel dettaglio, le analisi preliminari delle stazioni della RSN sono state effettuate considerando i dati registrati da circa 200 stazioni caratterizzate da un sensore velocimetrico broad-band, ovvero con periodo proprio pari a 40 s o superiore”, scrivono gli esperti INGV.

“Per tutte le stazioni sono state calcolate la velocità di picco (Peak Ground Velocity – PGV, cm/s) e l’accelerazione di picco (Peak Ground Acceleration – PGA, gal) del movimento del terreno. Le onde sismiche prodotte dalla sorgente del terremoto della Turchia prima di arrivare in Italia hanno percorso all’interno della Terra una distanza compresa tra circa 1700 e 2700 km. Un aspetto interessante è che le ampiezze in velocità di alcuni sismogrammi registrati in Italia sono risultate simili a quelle che si otterrebbero per un terremoto locale di magnitudo circa 4.0 in condizioni cosiddette di near field (campo vicino: termine usato dai sismologi per definire un evento localizzato a pochi chilometri di distanza dai siti di registrazione). Ne è un esempio la stazione di Milano (MILN, in figura 1) che ha registrato dal terremoto in Turchia, distante circa 2400 km, onde sismiche trasmesse con un valore massimo di PGV pari a 0.56 cm/s di poco inferiore al valore di 0.60 cm/s, registrato allo stesso sito per il terremoto avvenuto vicino Dalmine (BG) il 18 dicembre 2021, Mw 3.9, a soli 25 km di distanza”.

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Figura 2. Valori della velocità di picco (Peak Ground Velocity – PGV) rispetto alla distanza epicentrale (R-epi, km) approssimando la curvatura terrestre. Sono mostrati i valori di PGV per le componenti verticale (HHZ) e le due orizzontali Nord-Sud (HHN) ed Est-Ovest (HHE). I colori dei simboli sono relativi alla categoria di suolo su cui poggiano le stazioni secondo la vigente normativa italiana (NTC 2018), dove la lettera A è riferita a roccia, e le lettere da B ad E sedimenti più soffici. Il grafico in basso rappresenta il rapporto tra i picchi di PGV sulle componenti orizzontali NS ed EW. NDIM=stazione Novi Modena (MO); BOZZ è la stazione di Bozzolo (PR); ORZI è la stazione di Orzinuovi (BS); MILN è la stazione di Milano. Le posizioni sono indicate in figura 1

“Considerando i valori di picco in velocità (PGV) registrati dalle stazioni broad-band della Rete Sismica Nazionale riportati sia in figura 1 (pannello a sinistra) sia nei grafici di figura 2 si può osservare come le stazioni ubicate in Nord Italia, in corrispondenza delle spesse coltri sedimentarie del bacino padano veneto (Pieri e Groppi, 1981; Carminati e Doglioni, 2012) mostrino nella maggior parte dei casi valori di velocità di movimento del terreno (indicato dai sismologi come moto del suolo) superiori alla maggior parte delle altre stazioni ubicate in altri siti del territorio nazionale. E’ da sottolineare che ciò accade nonostante le stazioni del Nord Italia abbiano in alcuni casi una distanza dall’epicentro del terremoto turco di oltre 1000 km superiore a quella di alcune stazioni ubicate in Sud Italia; se considerassimo gli effetti dell’attenuazione con la distanza e non l’effetto di amplificazione dei sedimenti della Pianura Padana ci aspetteremmo infatti l’esatto opposto. In generale, per la quasi totalità delle stazioni italiane il rapporto tra i picchi di velocità registrati sulle componenti orizzontali di moto del suolo è generalmente più elevato nella direzione NS. Ciò suggerisce che l’amplificazione presenta anche un effetto legato alla direzione di propagazione. In generale i valori di amplificazione alle stazioni poste al centro del bacino padano risultano almeno doppi rispetto a quelli misurati sui bordi del medesimo e molto superiori rispetto a stazioni sismiche installate su roccia o suolo rigido, in corrispondenza di zone alpine o prealpine.

Le analisi preliminari mettono in luce un ulteriore aspetto. Abbiamo studiato il contenuto energetico del terremoto in funzione della frequenza osservando la densità spettrale calcolata con gli spettri di potenza (PSD, Power Spectral Density, Peterson, 1993). In figura 3, a titolo di esempio, vengono mostrati gli spettri di potenza delle registrazioni alla stazione sismica di Milano per la giornata del 6 febbraio 2023 convertiti in funzioni di densità di probabilità (PDF, Probability Density Functions, McNamara and Buland, 2004), con l’obiettivo di evidenziare l’occorrenza e l’ampiezza delle onde sismiche rispetto al rumore antropico di fondo”, scrivono i ricercatori INGV.

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Figura 3. Spettri di potenza (PSD) in unità di decibel (dB) e relative funzioni di densità di probabilità (PDF) calcolate alla stazione sismica di Milano per le 24 ore del giorno 6 febbraio 2023 dove si evidenziano nel range di frequenza 0.01-0.1 Hz le funzioni rappresentative dell’occorrenza della sequenza sismica in studio (riquadro rosso in tratteggio). Le funzioni che raggiungono il valore di -60dB sono relative al terremoto più forte, di magnitudo Mw 7.9. Elaborazioni da http://ismd.mi.ingv.it (doi: 10.1785/0220140024, Massa et al., 2021)

“Un confronto tra registrazioni su suolo rigido (stazione Roverè Veronese, ROVR, in mappa di figura 1) e soffice (Milano, MILN) è riportato in figura 4, dove sono rappresentati gli spettri di potenza dei segnali registrati per le 24 ore del giorno 6 febbraio suddivisi per diversi intervalli di frequenza, come riportato nella legenda della figura 4. In entrambe le stazioni si evidenziano i due eventi principali di magnitudo Mw 7.9 e Mw 7.5 nell’intervallo di frequenza tra 0.01 Hz e 0.1 Hz, con valori di ampiezza superiori rispetto al livello di rumore antropico del sito”.

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Figura 4. Spettri di potenza (PSD, Power Spectral Density, Peterson, 1993) calcolate alle stazioni sismiche di Milano (MILN) e Roverè Veronese (ROVR), poste rispettivamente su sedimenti e su roccia. I diagrammi in alto sono le componenti EW, quelli in basso sono le componenti NS. I diversi colori indicano differenti intervalli di frequenza considerati. E’ indicato anche il livello di rumore (noise) antropico che nella stazione MILN è superiore alle ampiezze del segnale a più bassa frequenza (minori di 5 Hz). Le registrazioni si riferiscono a un intervallo di tempo di 24 ore nel giorno 6 febbraio 2023. Elaborazioni da http://ismd.mi.ingv.it (doi: 10.1785/0220140024, Massa et al., 2021)

“E’ interessante osservare come la stazione su roccia (ROVR) abbia registrato segnali a bassa frequenza con ampiezze molto inferiori rispetto alla stazione posta su sedimenti (MILN), come confermato dal confronto diretto delle forme d’onda mostrato in figura 5″.

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Figura 5. A sinistra, confronto delle forme d’onda della componente NS per MILN (in alto) e ROVR (in basso). A destra, sovrapposizione tra le due forme d’onda mostrate nei pannelli di sinistra: la stazione MILN registra un segnale significativamente amplificato rispetto a ROVR per effetto della coltre sedimentaria del bacino padano. Sono indicate le principali fasi sismiche (P ed S) registrate dalle stazioni

“Guardando la figura 5, si nota bene come la stazione ROVR sia in grado di apprezzare meglio il movimento della superficie del terreno in bassa frequenza, intorno a 0.05 Hz rispetto a MILN che esalta in maniera evidente una fase successiva caratterizzata da frequenza tra 0.07 e circa 0.1 Hz. L’amplificazione registrata dalla stazione MILN è dovuta alla coltre sedimentaria del bacino padano”, si legge ancora.

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Figura 6. funzioni tempo frequenza per le componenti orizzontali NS ed EW delle stazioni di MILN e ROVR in occasione dell’evento principale di magnitudo Mw 7.9

“Gli spettrogrammi riportati in figura 6 confermano le precedenti analisi. I siti su roccia rigida e con bassi livelli di rumore antropico (ROVR in figura 6) hanno in questo caso amplificato maggiormente il movimento del terreno (fase strong-motion) intorno a 0.05 Hz. Queste analisi, seppur preliminari, rivelano aspetti importanti per lo studio dell’effetto dei sedimenti sulle onde sismiche considerando in particolare che l’amplificazione sismica locale causata dai bacini sedimentari riveste una rilevanza particolare se si pensa che molte città metropolitane (es. Massa et al., 2022) e attività produttive si trovano in aree di bacino.

In occasione del terremoto della Turchia del 6 febbraio 2023 (Mw 7.9), per tutti i siti del Pianura Padana è stato possibile osservare l’influenza della coltre sedimentaria nella propagazione delle onde sismiche che ha favorito l’amplificazione del moto registrato in un intervallo di frequenza di poco inferiore a 0.1 Hz, in prossimità del quale è evidente una prevalente polarizzazione del segnale in direzione 0-40° N”, concludono gli esperti INGV.


https://www.meteoweb.eu/2023/02/amplifi ... 001209467/


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 02/03/2023, 21:13 
Terremoti, le mappe della sismicità per febbraio: spiccano le scosse nel Tirreno
Sono 1283 i terremoti localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dall'1 al 28 febbraio 2023, con una media di 46 eventi circa al giorno

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L’INGV ha pubblicato le mappe della sismicità per il mese di febbraio 2023. “Sono stati 1283 gli eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dall’1 al 28 febbraio 2023, un numero in aumento rispetto al mese di gennaio anche considerando i solo 28 giorni di questo mese: la media infatti sale da 37 a 46 terremoti circa al giorno. Dei 1283 eventi registrati, 209 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e soltanto 19 magnitudo pari o superiore a 3.0; 3 gli eventi di magnitudo pari o superiore a 4.0″, riporta l’INGV.

“Il terremoto di magnitudo maggiore, ML 5.1, è stato localizzato il 16 febbraio al largo della Costa Croata Settentrionale, nelle vicinanze di Baska, località dell’Isola di KrK. L’evento è stato risentito anche sul territorio italiano, in particolare nelle aree confinanti con la Slovenia, nelle province di Trieste, Venezia, Verona e lungo la costa Adriatica settentrionale fino alle Marche. Gli altri due eventi di magnitudo maggiore di 4 sono stati localizzati entrambi nel Mar Tirreno Meridionale: il primo è avvenuto il 20 febbraio, ML 4.1, al largo delle Isole Eolie, ad una profondità di 26 km, mentre il secondo si è verificato il 27 febbraio, ML 4.3, al largo della costa campana ad una profondità di oltre 430 km”, conclude l’INGV.


https://www.meteoweb.eu/2023/03/terremo ... 001210847/


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 02/03/2023, 23:39 
vimana131 ha scritto:
Terremoti, le mappe della sismicità per febbraio: spiccano le scosse nel Tirreno
Sono 1283 i terremoti localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dall'1 al 28 febbraio 2023, con una media di 46 eventi circa al giorno

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L’INGV ha pubblicato le mappe della sismicità per il mese di febbraio 2023. “Sono stati 1283 gli eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dall’1 al 28 febbraio 2023, un numero in aumento rispetto al mese di gennaio anche considerando i solo 28 giorni di questo mese: la media infatti sale da 37 a 46 terremoti circa al giorno. Dei 1283 eventi registrati, 209 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e soltanto 19 magnitudo pari o superiore a 3.0; 3 gli eventi di magnitudo pari o superiore a 4.0″, riporta l’INGV.

“Il terremoto di magnitudo maggiore, ML 5.1, è stato localizzato il 16 febbraio al largo della Costa Croata Settentrionale, nelle vicinanze di Baska, località dell’Isola di KrK. L’evento è stato risentito anche sul territorio italiano, in particolare nelle aree confinanti con la Slovenia, nelle province di Trieste, Venezia, Verona e lungo la costa Adriatica settentrionale fino alle Marche. Gli altri due eventi di magnitudo maggiore di 4 sono stati localizzati entrambi nel Mar Tirreno Meridionale: il primo è avvenuto il 20 febbraio, ML 4.1, al largo delle Isole Eolie, ad una profondità di 26 km, mentre il secondo si è verificato il 27 febbraio, ML 4.3, al largo della costa campana ad una profondità di oltre 430 km”, conclude l’INGV.


https://www.meteoweb.eu/2023/03/terremo ... 001210847/


Per gli USA, probabilmente non stiamo facendo abbastanza!! Tutti sti terremoti devono aprire gli occhi al governo [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 10/03/2023, 17:27 
Trema la terra nel centro Italia. 3 scosse superiori al 4 richter in poche ore

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09/03/2023 - Seconda scossa di terremoto avvenuta nel centro Italia nella giornata di oggi. Alle 20:08 ora Italia
una scossa di terremoto e' stata registrata in provincia di Perugia di magnitudo 4.6 della scala Richter seguita da una seconda di magnitudo 4.2 alle 20:13. Oggi pomeriggio alle 13:39 un'altra sossa di magnitudo 4.4 aveva colpito la stessa zona. Segnalazioni stanno arrivando dalle regioni limitrofe. La scossa è stata distintamente avvertita nelle Marche e Lazio.


https://terrarealtime.blogspot.com/2023 ... 2.html?m=0


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 18/03/2023, 22:53 
Ecuador: almeno 4 morti nel terremoto



22.15 Un terremoto nel sud dell'Ecuador che ha colpito anche il Perù ha ucciso almeno quattro persone e danneggiato di versi edifici, secondo un primo rapporto delle autorità di entrambi i Paesi. La scossa di magnitudo 6,5 è stata registrata alle 12.12 ora locale (le 18.12 in Italia) nel comune ecuadoriano di Balao, a circa 140 chilometri dal porto di Guayaquil e a una profondità di 44 chilometri. Sono state avvertite anche diverse scosse di assestamento.


http://www.televideo.rai.it/televideo/p ... =852&p=101


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 19/03/2023, 10:46 
i morti fino a stamane erano 14
mia cognata l'ha sentito ma lei sta a Quito e il terremoto sulla costa del Guayas a 700 km.
Il vulcano Sangay ha ripreso a eruzionare e ci si aspettano piogge torrenziali ad aprile

Per cui, non andate ! [:300]



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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 21/03/2023, 22:26 
Forte terremoto nel nord dell’Afghanistan: paura anche in Pakistan e India, ci sono vittime
Una forte scossa di terremoto ha colpito il settore nordorientale dell'Afghanistan, vicino al confine con il Pakistan

Un forte terremoto ha colpito l’Afghanistan oggi, martedì 21 marzo. Alle 17:47 italiane (le 22.17 ora locale), si è verificato un terremoto di magnitudo 6.5 (dati USGS), a 188km di profondità. L’epicentro è stato individuato 40km a sud-sudest di Jurm, nella provincia nordorientale di Badakhshan, vicino al confine con il Pakistan. Il sisma è stato avvertito anche in India, a Nuova Delhi, oltre che in Pakistan, Turkmenistan, Kazakhstan, Tajikistan, Uzbekistan e Kyrgyzstan. Lo riferiscono i sismologi dell’USGS.

Secondo i testimoni, la scossa è durata almeno 30 secondi. “La gente correva fuori di casa e recitava il Corano“, ha detto un corrispondente dell’AFP a Rawalpindi. Simili testimonianze anche nella città di Lahore, in Pakistan, e a Srinagar, in India. Sono apparse crepe in alcuni edifici di Islamabad, così come a Kabul e in altre parti dell’Afghanistan.

Il terremoto si è verificato nella regione montuosa dell’Hindu Kush, che si trova vicino alla giunzione delle placche tettoniche eurasiatica e indiana, ha dichiarato il Centro sismologico euromediterraneo.
Vittime in Pakistan

Almeno due persone sono morte in Pakistan a causa del violento terremoto avvenuto in Afghanistan. Lo hanno confermato all’ANSA Polizia e funzionari sanitari, precisando che sono morte una ragazzina di 12 anni e una donna nella provincia nordoccidentale del Khyber Pakhtunkhwa per il crollo di un tetto. Almeno 12 persone sono invece rimaste ferite.

Un centinaio di persone sono state ricoverate in Pakistan per crisi di panico dopo la forte scossa. I ricoveri sono avvenuti in un ospedale di Swat, nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa. Lo ha riferito un medico di turno. La National Disaster Management Authority sta raccogliendo informazioni da diverse parti del Paese, ma finora non sono stati segnalati decessi.

“C’è stato un terribile tremore. Non ne avevo mai sentito uno simile in vita mia”, ha raccontato all’AFP una donna di nome Khatera di 50 anni e residente a Kabul, che è scappata dal suo appartamento al quinto piano nella capitale afghana dopo il terremoto.

“Sebbene il terremoto sia stato molto intenso non si segnalano feriti o vittime dovute al sisma. Finora, grazie a Dio, non ci sono state cattive notizie di vittime. Speriamo che tutti i cittadini del Paese siano al sicuro”, ha twittato il portavoce del governo afghano Zabihullah Mujahid. Il Ministero della Sanità dei Talebani ha aggiunto che in tutte le province sono stati allertati i responsabili della salute pubblica.

Il 22 giugno dello scorso anno, un terremoto di magnitudo 5.9 ha colpito la provincia afghana di Paktika, provocando oltre mille morti e decine di migliaia di sfollati.

Seguiranno aggiornamenti.


https://www.meteoweb.eu/2023/03/terremo ... 001217131/


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 29/03/2023, 01:07 
Sisma 4.6 in Molise, gente in strada



0.40 E' di 4.6 la magnitudo definitiva della scossa di terremoto con epicentro in Molise, a 2km da Montagano,in provincia di Campobasso. Lo rende noto l'Ingv. Ai Vigili del fuoco non risultano danni. Qualche crepa sui muri è stata segnalata in alcuni comuni. A Campobasso scene di panico in strada,traffico in aumento, persone in pigiama e persino con valigia al seguito.La scossa che ha colpito la provincia molisana con epicentro Montagano (Campobasso) e che è stata avvertita in tutta la regione e nel vicino Abruzzo fino a Pescara.


http://www.televideo.rai.it/televideo/p ... =126&p=101


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 04/04/2023, 22:56 
La mappa mensile della sismicità: 1447 terremoti a marzo 2023, circa 47 al giorno
Dei 1447 eventi registrati, solo 159 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0

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Sono stati 1447 gli eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dal 1° al 31 marzo 2023, un numero in aumento rispetto al mese di febbraio anche considerando i tre giorni in più rispetto allo scorso mese: lo rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La media rimane costante, sale di poco da 46 a 47 terremoti circa al giorno. Dei 1447 eventi registrati, solo 159 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e 21 magnitudo pari o superiore a 3.0; ben 6 gli eventi di magnitudo pari o superiore a 4.0.

Tra i terremoti di magnitudo uguale o maggiore di 4, tre sono stati localizzati al di fuori dei confini nazionali (9 marzo ML 4.3 Mar Ionio, 22 marzo ML 4.0 al confine tra Svizzera e Francia, 30 marzo ML 4.0 in Austria ) e altri tre sul territorio italiano durante la sequenza di Umbertide (prov. di Perugia) e quella di Montagano (prov. di Campobasso). Durante quest’ultima sequenza è avvenuto l’evento sismico di magnitudo più elevata in questo mese, il 28 marzo di magnitudo Mw 4.6 localizzato in provincia di Campobasso a circa 10 km dalla città capoluogo. Questo terremoto è stato ampiamente risentito non solo in Molise ma anche in una vasta area dell’Italia centro meridionale. in particolare nelle regioni confinanti come Campania, Puglia, Lazio e Abruzzo. Durante la sequenza sismica di Umbertide, in provincia di Perugia, sono stati registrati oltre 200 terremoti nel mese di marzo, i più forti sono avvenuti il 9 marzo, Mw 4.3 e Mw 4.5, a distanza di poche ore. Questi due eventi, oltre a provocare alcuni danni nell’area epicentrale, sono stati ampiamente risentiti in tutta l’Umbria settentrionale ed anche in alcune aree confinanti di Toscana, Marche e Lazio.


https://www.meteoweb.eu/2023/04/mappa-m ... 001222693/


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 21/04/2023, 23:10 
Il terremoto di oggi a Catania e la riattivazione della faglia Alfeo-Etna che fa sempre più paura
Il terremoto di oggi a Catania segue quello che esattamente un anno fa, il 16 aprile 2022, aveva sancito la riattivazione della Alfeo-Etna: adesso fa sempre più paura

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Il forte terremoto di magnitudo 4.4 che alle 14:06 di oggi ha scosso in modo particolarmente violento Catania, ha scatenato il panico in città. Migliaia di persone si sono riversate in strada impaurite, tante strutture (scuole, uffici, centri commerciali) sono state evacuate per un sisma particolarmente lungo e intenso che ha avuto epicentro nel mar Jonio appena al largo del litorale di Ognina e di Aci Castello, nella zona Nord della città etnea. Fortunatamente la scossa s’è verificata a 17.2km di profondità: se fosse stata più superficiale, avrebbe certamente potuto provocare danni.

Catania è una città ad alto rischio sismico: insieme a Messina, Reggio Calabria, Siracusa e Ragusa, è una delle città a più alto rischio sismico d’Italia e dell’intera Europa, insieme a poche altre realtà di Grecia e Turchia. Particolare curioso è che un anno fa, esattamente un anno fa (il 16 aprile 2022), si era verificata una scossa molto simile di magnitudo 4.2 con epicentro sempre nel mar Jonio, un po’ più a Sud rispetto ad oggi (al largo di Augusta), lungo lo stesso sistema di faglia che ha generato la scossa di oggi, e cioè la faglia Alfeo-Etna che è un enorme struttura sismogenetica del mar Jonio. Si tratta di un enorme sistema di faglie, lungo fino a un centinaio di chilometri, ubicato ad est della più famosa scarpata Ibleo-Maltese, che aveva generato uno sciame continuo di terremoti minori già da novembre del 2021.

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I dati e le parole degli esperti sulla riattivazione della faglia Alfeo-Etna

I dati geologici e geofisici acquisiti a mare con diverse navi oceanografiche a partire dall’agosto 2014 fino al dicembre 2021 “indicano che la zona di deformazione, con direzione nordovest-sudest, della faglia Alfeo-Etna modifica chiaramente il fondale marino al largo della costa ionica, collegandosi lungo la Timpa di Acireale con i sistemi di faglia attivi del versante orientale dell’Etna. Nel complesso i dati morfo-strutturali, geodetici e sismologici, i profili sismici e le mappe batimetriche mostrano come caratteristiche geometriche e cinematiche simili caratterizzino l’intera fascia di deformazione sul fianco orientale del vulcano e nell’offshore ionico” ha spiegato Carmelo Monaco, scienziati dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania.

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https://www.meteoweb.eu/2023/04/terremo ... 001231770/


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 01/05/2023, 10:51 
Ma è in "zona" Marsili ????



Terremoto in Calabria nella notte, scossa di magnitudo 4.8: cosa succede
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terremoto calabria
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01 maggio 2023a a a
Sisma nel cuore nella notte in Calabria. Una scossa di terremoto di magnitudo 4.8 è stata registrata alle 4.41 al largo della costa calabra nord occidentale, nella zona di Cosenza, alle prime ore del primo maggio. Il movimento tellurico è stato registrato dalla sala sismica dell’Ingv, istituto nazionale di geologia e vulcanologia, di Roma. Il sisma ha una profondità di 266 km al largo della costa ed epicentro, sempre in mare, a 46km a ovest di Cosenza. Non ci sono state segnalazioni di danni nelle più vicine località sulla terraferma.



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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 05/05/2023, 00:53 
La mappa mensile della sismicità: 1310 terremoti ad aprile 2023, circa 43 al giorno
Dei 1310 eventi registrati, solo 133 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2

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Mappa dei terremoti avvenuti in Italia e nelle aree limitrofe dal 1 al 30 aprile del 2023

Sono stati 1310 gli eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dal 1 al 30 aprile 2023, un numero in diminuzione rispetto al mese di marzo con una media che scende da circa 47 a 43 terremoti al giorno: : lo rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Dei 1310 eventi registrati, solo 133 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e appena 12 magnitudo pari o superiore a 3.0; soltanto un terremoto ha avuto una magnitudo maggiore di 4, quello del 21 aprile al largo della Costa Catanese. E’ infatti questo il più forte evento registrato nel mese di aprile di magnitudo Mw 4.2 (ML 4.4), localizzato in mare a pochi chilometri dalla città di Catania. Il terremoto è stato ampiamente risentito nella Sicilia sud-orientale con risentimenti diffusi nelle province di Catania, Enna, Siracusa e Ragusa. Tra i 12 terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, ricordiamo l’evento del 1 aprile, magnitudo Mw 3.4, localizzato al largo delle Isole Eolie.


https://www.meteoweb.eu/2023/05/mappa-m ... 001237241/


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 Oggetto del messaggio: Re: terremoto in arrivo
MessaggioInviato: 23/05/2023, 18:20 
Etna, i terremoti e l’eruzione previsti dall’esperto INGV che però è stato “rettificato”
Etna, la scorsa settimana l'esperto dell'INGV aveva previsto i terremoti del 18 maggio e l'eruzione di ieri ma poi era stato costretto a "rettificare"

Alla fine l’Etna ha eruttato, anche in modo violento, nelle ore centrali della giornata di ieri con un nuovo parossismo che ha scaricato un’enorme quantità di cenere, pietre e lapilli sulla Sicilia orientale. La nube di polvere vulcanica ha raggiunto persino Siracusa, mentre a Catania l’Aeroporto è rimasto chiuso fino a questa mattina. L’eruzione di ieri, 21 maggio, era stata preceduta da una serie di terremoti vulcanici, i più forti nella notte del 18 maggio nella zona di Acireale, di cui uno di magnitudo 3.2.

Un evento importante, quindi, che arriva dopo un lungo periodo di silenzio del vulcano etneo. E che era stato ampiamente previsto nei dettagli. Pochi giorni fa, il 15 maggio, su MeteoWeb abbiamo infatti riportato un’intervista a Salvatore Giammanco, stimato e apprezzato ricercatore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV. Nell’intervista riportavamo le parole dell’esperto, tra cui: “Da due mesi assistiamo ad un rigonfiamento lieve del vulcano legato all’arrivo di magma nuovo. Una piccola porzione di questo magma nuovo sta risalendo e si sta facendo strada nel condotto centrale e questo potrebbe dar luogo ad una nuova probabile attività esplosiva al cratere di Sud-Est. Si immagina che si possa riattivare proprio quel cratere, non possiamo sapere quando di preciso ma siamo nell’ordine delle settimane. Attualmente ci sono le condizioni, ma non abbiamo tempi precisi. Come sempre, però, lo sapremo a qualche ora di distanza grazie ai sistemi di monitoraggio. Adesso ci si aspetta ancora terremoti, fino alla fase eruttiva”.

Due giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, abbiamo ricevuto una richiesta di rettifica su carta intestata INGV per precisare che “palesemente è noto che i terremoti non si possono prevedere e dunque nulla si può dire sull’accadimento di futuri eventi sismici all’Etna“. Nel documento, firmato dallo stesso Giammanco, si legge che “la frase espressa dal sottoscritto riguardava, invece, il fatto che in passato è accaduto che un’attività sismica diffusa sul vulcano sia stata registrata durante fasi inter-eruttive, probabilmente associata ad aumenti di stress tettonico nell’edificio vulcanico (come peraltro espresso nello stesso articolo due paragrafi prima), ma non è affatto detto che in futuro simili comportamenti del vulcano possano ripetersi“. Inoltre, l’esperto precisava anche che “non è corretta neanche la frase secondo la quale ci si aspetta “un nuovo parossismo entro qualche settimana”, poiché l’attività dell’Etna negli scorsi anni si è esplicitata anche, per non dire soprattutto, sotto forma di tranquilla attività di degassamento o stromboliana nei crateri sommitali (non necessariamente il cratere di Sud-Est)“.

E invece Giammanco aveva ragione. I terremoti si sono verificati tre giorni dopo l’intervista, l’eruzione sei giorni dopo. Abbiamo intervistato Giammanco decine e decine di volte negli anni, abbiamo instaurato con lui un rapporto di fiducia reciproca sull’aderenza totale delle nostre pubblicazioni rispetto alle sue dichiarazioni, abbiamo avuto modo di conoscerlo anche personalmente proprio sull’Etna e di apprezzarne anche le straordinarie doti umane: una grande gentilezza ed educazione, affiancate alla straordinaria competenza e professionalità.

Conosciamo anche molto bene la società in cui viviamo, in modo particolare i dogmi invalicabili che vergognosamente mummificano gli organi istituzionali della scienza rispetto alle posizioni da prendere, alle dichiarazioni da rilasciare, ai dettagli sulle virgole da precisare. Non abbiamo alcun dubbio che la richiesta di rettifica (poi in ogni caso prontamente effettuata) non sia certo arrivata dall’esperto – che tra l’altro aveva già visionato l’articolo dopo la pubblicazione senza nulla da obiettare – ma bensì sia frutto di pressioni ricevute in tal senso. Lo afferriamo subito leggendo la smentita, in modo particolare nella frase “palesemente è noto che i terremoti non si possono prevedere“, che sembra ormai divenuto quella sorta di obbligatorio preambolo da effettuare per introdursi in una discussione e in un dibattito sul tema.

Ricordate le discussioni sul vaccino Covid-19 durante la pandemia? Gli scettici che contestavano l’utilizzo del Green Pass, la coercizione obbligatoria persino per giovani e bambini, erano sempre e comunque costretti ad introdurre le loro ragioni iniziando con la stucchevole premessa “fermo restando che il vaccino salva vite umane bla bla bla“; e oggi assistiamo allo stesso identico copione per il cambiamento climatico, dove anche qui gli scettici sull’influenza antropica devono comunque accreditarsi per solo poter partecipare al dibattito. Come se la scienza non fosse confronto tra visioni diverse, sperimentazione di nuove teorie, dibattito tra ricercatori, appunto.

Nello specifico, che i terremoti non si possono prevedere è un dogma religioso che buttato lì non significa nulla. Anzi, per molti decenni è stato solo un alibi. E’ ancora corretto dire che i terremoti non si possono prevedere con precisione, cioè non possiamo conoscere in anticipo l’esatta magnitudo e l’esatta localizzazione dell’epicentro. Siamo ancora lontani da avere anche per le previsioni sismiche un successo come per quelle meteorologiche, quelle che ad esempio ci hanno consentito di prevedere con cinque giorni di anticipo le zone esattamente colpite dall’alluvione in Romagna e di lanciare l’apposita allerta.

Però è anche falso dire così tout court che i terremoti non si possono prevedere. Sappiamo bene laddove si verificheranno i terremoti, e di quale magnitudo massima possono approssimativamente essere. Sappiamo ad esempio che tra Catania, Siracusa, Messina e Reggio Calabria si verificheranno terremoti di magnitudo superiore a 7, fino a 7.5. Non possiamo sapere quando: può succedere oggi, domani o tra dieci anni o tra cento anni. Ma già questa è una previsione, per quanto non dettagliata nella tempistica, ma è comunque una previsione prettamente scientifica. Ci sono inoltre numerose sperimentazioni empiriche di previsioni sismiche anche sulla tempistica e sui rapporti tra faglie e zone tettoniche. Su MeteoWeb ne abbiamo già parlato ampiamente in più occasioni.

Nel caso dei vulcani, poi, le previsioni sono ben più evolute. I terremoti vulcanici sono molto diversi da quelli tettonici: non dipendono dalla rottura delle faglie, ma dal movimento del magma che viene costantemente monitorato. E quindi si possono prevedere anche in modo più circostanziato, come ha fatto Giammanco nella nostra intervista in modo assolutamente scientifico.

La teoria che consiglia di non evidenziare la prevedibilità nota dei terremoti, nasce dal clamoroso equivoco secondo cui non bisognerebbe allarmare la popolazione. Ma il problema è proprio opposto: la popolazione deve essere consapevole dei rischi e deve imparare a convivere con i terremoti, non rimanere all’oscuro dei rischi e vivere con la fatalista speranza che non accada mai nulla. La prevedibilità dei terremoti può servire ad adottare le opportune misure di prevenzione, le costruzioni antisismiche, i piani di evacuazione e tutti quei processi virtuosi che possono, anzi devono, portarci a convivere con le forti scosse come accade in Cile, in Giappone, negli Stati Uniti d’America e in molti altri Paesi del mondo.

Basta, quindi, “rettificare” gli esperti. Basta mettere i paletti a studiosi e ricercatori. Basta porre limiti dogmatici alla scienza, che per definizione non ha alcun dogma. La scienza è spirito critico, confronto e discussione. La scienza non ha nulla a che vedere con la fede, che è qualcosa che appartiene alla sfera religiosa. Purché sia una scienza libera, ovviamente.


https://www.meteoweb.eu/2023/05/etna-i- ... 001247819/


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