OCSE: ITALIA PEGGIO DEL PREVISTO, RIPRESA IN 2010Fonte:
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/2644171.htmlI numeri saranno probabilmente "molto peggiori" per l'Italia come per gli altri Paesi dell'Ocse: lo ha dichiarato il capo economista Klaus Schmodt-Hebbel precisando che l'organizzazione non si attende più una ripresa nel 2009 ma solo a "un certo punto del 2010" in quanto la recessione si sta rivelando "più profonda" di quanto previsto nell'ultimo outlook. "Tutti stanno rivedendo le cifre. Anche noi lo stiamo facendo come vedrete alla fine di marzo quando presenteremo il prossimo outlook", ha detto a margine di una conferenza stampa precisando che "i numeri saranno ribassati in modo molto significativo". Quanto all'Italia, le stime del Pil, ha detto, saranno "molto peggiori" rispetto alla crescita negativa dell'1% e del +0,8% nel 210 previste a novembre.
Abbassare il carico fiscale, specie sui bassi redditi, finanziando i tagli con la riduzione della spesa pubblica e con il recupero dell'evasione. A raccomandarlo all'Italia è l'Ocse che, nel suo apporto 'obiettivo crescita' diffuso oggi, avverte: "il divario in termini di redditi con i Paesi più avanzati resta ampio, soprattutto a causa della bassa crescita della produttività" in Italia.
L'Italia ha bisogno di proseguire il cammino delle liberalizzazioni delle professioni e dei prezzi, e deve ridurre la proprietà statale nei servizi di pubblica utilità. La raccomandazione arriva dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che nel rapporto 'Obiettivo crescita' diffuso oggi chiede di "ridurre le barriere all'ingresso alle professioni, e abolire i regimi tariffari imposti dalle organizzazioni professionali". Occorre inoltre - scrive l'Ocse - "ridurre la presenza dello Stato e il suo coinvolgimento nelle attività di fornitura dell' elettricità, del gas, delle poste e del trasporto, oltre a limitare il coinvolgimento degli enti locali nelle imprese che forniscono servizi locali".
BORSE IN CALO - Le Borse europee riducono le perdite in attesa del discorso del presidente della Bce, Jean Claude Trichet e dell'apertura di Wall Street. L'indice Dow Jones Stoxx 600 cede ora un marginale 0,35 per cento. Tra le piazze del Vecchio Continente girano in positivo Parigi (+0,79%) e Francoforte (+0,58%). Sempre negative, ma in recupero Milano (S&P/Mib -0,19%, Mibtel -0,47%)) e Londra (-1,37%). A livello di settore in ripresa i bancari (-0,7%) con ordini in acquisto per Credit Agricole (+2,42%), Ubs (+2,53%), Deutsche Bank (+2,26%). Riducono i cali Barclays (-3,3%), Lloyds (-2,83%), Rbs (-1,33%).
TOKYO CHIUDE IN RIBASSO, NIKKEI A -0,69% - La Borsa di Tokyo limita le forti perdite segnate in mattinata e chiude gli scambi in ribasso dello 0,69%, dopo il tonfo di ieri (-4,25% il Dow Jones e -3,99% il Nasdaq) a Wall Street. L'indice Nikkei è sceso a 7.229,72 punti, 50,43 in meno della chiusura di ieri. Nel corso della seduta, tuttavia, il Nikkei è apparso indirizzato verso il tonfo quando ha raggiunto un minimo a 7.088,47 punti (-2,63%), il livello intraday più basso dal 28 ottobre, giorno in cui l'indice di riferimento del listino scese sotto quota 7.000 (a 6.994,90), ai minimi degli ultimi 26 anni. Sotto pressione sono finiti i titoli del settore assicurativo e finanziario in generale, in scia alle turbolenze di Wall Street (dopo i casi Aig e Citigroup, ad esempio) e del colosso bancario Hsbc, cui si è aggiunta in Giappone anche la mossa di Toyota Financial Services. Il braccio finanziario del leader mondiale dell'auto ha avanzato la richiesta di un prestito in dollari del valore di circa 200 miliardi di yen (1,7 miliardi di euro) alla Japan Bank for International Cooperation, allo scopo DI reperire fondi al servizio delle attività di finanziamento negli Usa.