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18/11/2012, 10:56

iLGambero ha scritto:

Fonte Televideo RAI

Torino-Lione, possibile stop da Parigi?
La Francia intende riesaminare 10 progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione. Lo scrive Le Fi.garo, che ha intervistato il ministro del Bilancio, Cahuzac. La rinuncia sarebbe motivata dal costo elevato (12 miliardi) e dal calo registrato nel trasporto merci.
Parigi tuttavia chiede di "non trarre conclusioni affrettate. Il nuovo governo sta esaminando tutti i progetti del passato esecutivo. Molti non sono stati preparati a sufficienza e i costi sono stati sottovalutati".

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[:258] [:258] [:258] [:258]
Tutte cose dette da quei terroristi No-TAV.

E adesso chi glielo dice agli sfegatati fans di Hollande in Italia (leggi PD)? Ma come avevano appena buttato fuori degli iscritti proprio perché no-Tav e ora Hollande gli fa questo scherzetto?!?!?
[:258] [:258] [:258] [:258]

Questo non fa che avvalorare la tesi che il PD in realtà fosse pro-Sarkozy... altro che Hollande
[:258] [:258] [:258] [:258]

Non ne imbrocca una che sia una il PD.


volevo dirlo io..

vuoi vedere che il cerini resta
in mano all'italia ?

in tempi di crisi
è un'opera che non serve a nulla
se non a distribuire un pò di soldi
ai soliti noti..
"assistenzialismo di stato" per determinate imprese..

ma non volevano il libero mercato ?
l'"equità" vale solo per i pensionati ?

03/12/2012, 22:07

Italia e Francia dicono si alla Tav.
Scontri a Lione, polizia carica i manifestanti


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Lunedì 03 Dicembre 2012 – 19:30
LIONE – Italia e Francia hanno firmato al vertice di Lione una dichiarazione congiunta in cui si conferma la realizzazione della TAV Torino-Lione «nelle tempistiche previste». L’impegno che conferma la realizzazione del controverso progetto – i cui lavori dovrebbero cominciare ad inizio 2014 – è contenuto in una dichiarazione congiunta firmata dai ministri per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, e dei Trasporti, Frederic Cuviller.

TAFFERUGLI A LIONE Ancora tensione nella piazza des Brotteaux, davanti alla vecchia stazione di Lione, dove – a un paio di chilometri dal luogo dove si è svolto il vertice Italia-Francia – si sono riuniti un migliaio di dimostranti no TAV.
Alcuni pullman italiani, dove sono risaliti i manifestanti, non riescono a lasciare la piazza. Gli italiani – 600 sbarcati da 12 pullman – hanno raggiunto i francesi, circa la metà di loro, accolti da applausi. Ma sono arrivati in forte ritardo per i prolungati controlli, prima alla frontiera del Frejus, poi ad un casello autostradale prima di Lione.
Dopo qualche tafferuglio iniziale, i manifestanti sono stati circondati dai blindati della polizia e da camion con estintori. Adesso «non ci lasciano uscire – dice un manifestante all’Ansa – siamo risaliti sui pullman ma la polizia ci tiene nella piazza come prigionieri».

CARICHE DELLA POLIZIA La maggior parte dei pullman con i manifestanti no Tav italiani fatti risalire sui pullman a Lione dalla polizia francese sono ancora bloccati nella piazza des Brotteaux, davanti alla vecchia stazione. Soltanto tre sono riusciti ad uscire, mentre la polizia sta caricando in questo momento i francesi, che sono circondati e bloccati nella stessa piazza, ma sono a piedi.

OPPOSITORI IN PIAZZA A LIONE Ha preso il via proprio durante la conferenza stampa finale del vertice Italia-Francia nella prefettura di Lione la manifestazione anti-Tav alla quale partecipano – per il momento – circa 300 persone. I dimostranti si sono riuniti davanti alla vecchia stazione delle Brotteaux, a un paio di chilometri dalla prefettura dove si svolge il vertice che ha confermato, con una dichiarazione congiunta, gli impegni presi da Italia e Francia sulla TAV.
I pullman italiani, in tutto 12 con 600 persone circa, fermati a lungo alla frontiera del Frejus, devono ancora arrivare a Lione. Secondo alcuni partecipanti, sono stati bloccati dai gendarmi francesi ad un casello autostradale fuori Lione. Secondo alcuni partecipanti, gli anti-Tav hanno rinunciato a recarsi in delegazione al vertice Italia-Francia, come inizialmente previsto, in segno di protesta contro il blocco dei pullman italiani.

PASSERA: TUTTO CONFERMATO, ENTRO IL 2023 «È stato confermato tutto, i due paesi si sono detti al massimo livello che viene confermato il loro impegno per la realizzazione dell’opera: che viene confermato l’orizzonte 2013-2023; che l’impegno di 8,2 miliardi sarà diviso e sarà condivisa la richiesta all’Europa di contribuire per il 40% agli investimenti». Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, spiegando che il contributo europeo è «importante» ma Roma e Parigi «contano di ottenerla».

“GRANDE INFRASTRUTTURA EUROPEA” «Fra Italia e Francia c’è una grande convergenza sui temi europei. E fra questi il collegamento TAV Torino-Lione, una grande infrastruttura europea»: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, nella conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio Mario Monti al termine del 30/o vertice Italia-Francia.
Il presidente francese ha aggiunto che nell’ambito dell’accordo sull’alta velocità Torino-Lione è stato confermato il contributo della Commissione Ue «a livello del 50% nel periodo di studio, e si tratta un ammontare acquisito. Per la fase successiva, il contributo Ue sarà del 40% sui lavori, stimati nel 2010 a 8,5 miliardi di euro». «Molto, però – ha aggiunto Hollande – dipenderà dal bilancio europeo».

FIRMATI ALTRI 5 ACCORDI Oltre alla dichiarazione congiunta in cui Roma e Parigi confermano gli impegni per la realizzazione della TAV Torino-Lione, altri cinque accordi sono stati siglati oggi al vertice Italia-Francia nella Prefettura lionese. I ministri dell’Interno, Anna Maria Cancellieri e Manuel Valls, hanno firmato un accordo per la cooperazione di polizia fra Italia e Francia; i responsabili della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola e Jean-Yves Le Drian, hanno siglato la road-map operativa nel settore Difesa; i responsabili di Istruzione e Ricerca, Francesco Profumo e Genevieve Fioraso, hanno firmato un accordo per la cooperazione nel settore dell’insegnamento superiore, della ricerca e dell’innovazione; i ministri di Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciacia e Frederic Cuvillier, hanno firmato accordi per la modifica del tunnel stradale del Frejus e sulla convergenza tariffaria fra questo tunnel e il traforo del Monte Bianco.

BUS FERMATI ALLA FRONTIERA Sono stati fermati alla frontiera dalla polizia e dalla gendarmeria francese per controlli e sono ripartiti sei dei 12 bus di attivisti No Tav diretti a Lione per la manifestazione di protesta organizzata dal movimento in concomitanza con il vertice Italia-Francia programma. A differenza di quanto avvenuto lo scorso sabato, questa volta nessun manifestante è stato respinto alla frontiera e tutti hanno potuto proseguire il viaggio. Le operazioni si sono svolte senza incidenti, anche se vi sono stati alcuni diverbi tra le parti.

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fonte leggo.it

Source: Italia e Francia dicono si all...nti « Solleviamoci’s Weblog

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http://notavfrance.noblogs.org/
Ultima modifica di Wolframio il 03/12/2012, 22:17, modificato 1 volta in totale.

21/03/2013, 12:55

Val di Susa: verso il 23 marzo

Intervista a Lele Rizzo (Notav) a cura di Anna Lami - Megachip
Tra repressioni, azioni di disturbo contro il cantiere, manifestazioni pacifiche e risultati elettorali, qual è la situazione attuale della lotta NoTav in Val di Susa, anche alla luce del corteo di sabato prossimo? Quali gli obiettivi che si pone l’iniziativa del 23 marzo?

Abbiamo indetto questo corteo due mesi fa, con l’intento di manifestare subito dopo le elezioni in modo da dire a qualsiasi governo in carica: saremo il vostro problema, ancora una volta. Nel frattempo, chiaramente, non si è mai fermata l’attività di disturbo del cantiere e di continuo allargamento del consenso alla nostra lotta. Abbiamo, in questi due mesi, fatto assemblee in ogni paese per confrontarci tra di noi sul presente e immaginarci il futuro. Un percorso tutto interno alle caratteristiche del movimento notav, che ancora una volta ci ha dato la consapevolezza di andare avanti con entusiasmo tenendo bene a mente l’obiettivo: vincere!

Il 23 saremo tanti, e ancora una volta guarderemo avanti dopo la manifestazione, consapevoli di essere sempre più legittimati nella nostra lotta, che man mano sta diventando la lotta di tutti/e.

Nel libro-inchiesta “A sarà dura. Storie di vita e militanza no tav” a cura del Centro sociale Askatasuna, era stata prevista la forte affermazione del Movimento 5 Stelle in Val di Susa, che infatti è diventato di gran lunga il primo partito nei territori valsusini. Quali a tuo avviso le ragioni di un tale consenso?

Ho provato a spiegarle qualche giorno prima delle elezioni con un articolo (http://www.notav.info/post/due-parole-s ... -5-stelle/) e rimanderei a quelle per delle considerazioni più approfondite che credo abbiano trovato la loro dimostrazione nel voto espresso. Ma il dato chiaro che emergeva era la necessità da parte del popolo notav di una spinta in più alla lotta, anche dentro il parlamento che con noi non ha mai avuto molto feeling. L’anomalia politica del Movimento 5 Stelle ha rappresentato un punto di forza per quello che riguarda le istanze notav, tant’è che negli ultimi giorni non c’è dibattito politico dove non si parli di Torino-Lione come fattore da accantonare se si vuole parlare con loro. C’è paura nelle logiche istituzionali, paura per gli equilibri che ci sono sempre stati tra i partiti, quasi tutti a favore del tav. E c’è, soprattutto, paura di noi; c’è paura che il movimento, legittimato anche nel “palazzo”, possa acquisire una forza tale da dare una spallata definitiva a questo progetto che a dirla tutta è l’ultimo bancomat della politica istituzionale.

Leggo poi diversi timori sulle sorti del movimento -soprattutto in rete- motivati dalla preoccupazione che il movimento stesso possa delegare a Grillo la sua rappresentanza: beh io posso dire, da militante notav, di stare tranquilli, perché in oltre 20 anni non abbiamo delegato mai nulla a nessuno e non lo faremo nemmeno questa volta. L’autonomia politica di questo movimento è un fattore talmente “naturale” che non sarà intoccata. Anzi sapremo sfruttare la situazione che si è venuta a creare come un elemento di maggiore forza per noi.

Nella tua intervista contenuta nel libro sopra citato,parli del “carattere anti-istituzionale del movimento”, intendendo come anti-istituzionalità quella fattuale, sostanziale, e non quella ideologica. Oggi il Parlamentoospita numerosi eletti contrari alla Torino-Lione.Quale dialettica si può instaurare tra le caratteristiche di un movimento antagonista e conflittuale come il vostro ed i parlamentari grillini pronti a sostenere le vostre ragioni dall’interno delle istituzioni?

Vale il ragionamento che facevo prima. Chi ci vuole sostenere ci prende così come siamo, con la nostra logica e la nostra lotta chiara e limpida fatta di resistenza popolare. Sai, siamo quelli che dopo il 3 luglio hanno dichiarato “siamo tutti blackblock” per mettere a tacere le insinuazioni sugli infiltrati avanzate da chi tentava di dividere il movimento tra buoni e cattivi. Noi siamo questi e non possiamo che essere anti-istituzionali perché sono le istituzioni a volere il tav e ad arrestare i militanti notav. Ma ti dico di più, credo che l’essere così ci porti a pensare ad un nuovo modo di pensare alle istituzioni, nuovo, fondante. “Istituzioni della lotta” mi verrebbe da dire: del resto da noi vale più un’assemblea al polivalente di Bussoleno che una seduta del parlamento, perché decidiamo insieme, partecipiamo e non deleghiamo a nessuno.

Per voce di Giorgio Airaudo, anche i deputati di Sel hanno annunciato la partecipazione alla marcia. Non trovi che ci siano però significative differenze tra chi come il Movimento 5 stelle ha una posizione di netta alterità a tutto il sistema politico dominante e chi invece è alleato del Pd che nei suoi vertici nazionali si è sempre schierato per la Tav e per le azioni repressive contro il vostro movimento?

Sono d’accordo, sono le solite logiche istituzionali, anche se devo fare differenze perché Airaudo ha sempre partecipato al movimento ed ha costruito un rapporto tra notav e Fiom che ci ha dato molto senza chiedere nulla in cambio. Su Sel che dire, è tutto e il contrario di tutto, ma sono i benvenuti se terranno la barra dritta sulla Torino-Lione. L’unica cosa che si deve evitare oggi, se non si vuole scomparire del tutto, lo dico ai partiti della sinistra, è di continuare a fare voli, distinguo strani e mosse da equilibristi con le lotte sociali. Un po’ di tempo fa andava in voga l’alleanza tra partiti (qui in regione e in comune) con il Pd perché non “parlavano di tav”. Noi abbiamo dimostrato che non si può non parlare di tav, perché il tav è un pezzo di questo mondo del potere ed ha la capacità di incarnare tutto: quindi basta con queste alchimie, essere notav comporta delle scelte chiare, che andrebbero fatte fino in fondo per chi si dice altro dal Pd e da Monti.

Nelle considerazioni conclusive del librosi evidenzia la necessità che “sorgano tanti movimenti antisistemici, che partano pure da differenti necessità (..) l’importante è però che si indirizzino tutti in prospettiva di conquista di spazi di liberazione e di autonomia, contro il sistema capitalistico globale.” Per quale ragione, a tuo avviso, di movimenti “antisistemici” in Italia se ne contano così pochi? Credi che il modello conflittuale che si è imposto in Valle sia riproducibile altrove?

I motivi sono tanti e non ho ricette. Ma i dati di fatto talvolta possono essere inquietanti. Secondo me si è per troppo tempo ceduto il campo della lotta al compromesso, senza credere veramente nello strumento del conflitto. Chi per interessi, chi per incapacità, in molti non hanno voluto “spingere” sulla costruzione di lotte e movimenti dal basso, accontentandosi di divenire ceto politico e costruirsi un po’ di rappresentanza. Potrei citare tanti di quegli esempi…ma quanto detto sul libro è quello che penso anche io, senza alcun dubbio: del resto qui, ormai, è una questione di difesa personale.

Praticamente tutti i militanti NoTav intervistati nel libro-inchiesta si dicono convinti della vittoria finale della lotta contro l’Alta Velocità. Anche tu sei altrettanto ottimista per il futuro?

Assolutamente sì, sono consapevole del costo di questa vittoria, che sarà alto in termini di magistratura per intenderci, ma sì , sono convinto che vinceremo. E’ il nostro vero obiettivo che ci permette di guardare avanti organizzando la resistenza.



LEGGI L'APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE DEL 23 MARZO
http://www.notavtorino.org/

http://www.megachip.info/tematiche/beni ... marzo.html

24/03/2013, 14:57

24/03/2013, 15:42

Davvero mooooolto interessante e significativa la puntata "in mezz'ora" della Annunziata di poco fa.... [:D] Lei ha cercato di difendere Bersani e la vecchia guardia (Prodi e compagnia cantante) sull'appoggio, sino a ieri incondizionato, al progetto della TAV da parte del PD, mentre il sindaco di Bari Michele Emiliano da una parte e un esponente del SEL dall'altra, hanno messo sul tavolo una quantità impressionante di dati e questioni sul progetto da far impallidire chiunque....... [:o)]

Da trovare ed inserire in questo topic... assolutamente....

La frase più incredibile dell'esponente del SEL è stata.....

"a parte le questioni ambientali, di ecosostenibilità etc etc.... dovremmo affrontare la questione PRIORITA'.... perchè se parliamo di priorità, il fatto di portare avanti questo progetto equivale a voler acquistare una Ferrari, che tra l'altro ci verrà consegnata nel 2035, quando in questo preciso momento storico possiamo a malapena permetterci una bicicletta con le ruote sgonfie....."

.............. [:255]

24/03/2013, 19:09

Bello che alla fine anche SEL si sia svegliato ^_^. Ma la documentazione fornita dai NOTAV sono sempre state abbondanti, documentate e scrupolose. Sono quelli pro tav che rispondono con i soliti motteggi standardizzati che ripetono come un mantra.

24/03/2013, 19:41

“La Tav non si farà mai”. Il corridoio tra Lisbona e Kiev è Binario Morto
Venerdì, 22 marzo 2013 - 13:29:00

http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 30313.html

Di Anna Gaudenzi

Un viaggio da Lisbona a Kiev per scoprire e verificare di persona a che punto sono i lavori per la realizzazione della linea ferroviaria che, nei piani dell’Unione Europea, dovrebbe unire l’Europa occidentale con quella orientale. In Italia si discute tanto di Tav tra detrattori e promotori. Si dice che l’opera sia necessaria per non escludere l’Italia dal resto dell’Europa, per non rimanere ai margini. Ma nessuno aveva ancora pensato di andare a vedere come fosse la situazione negli altri paesi che saranno attraversati dal Corridoio 5. A compiere questo viaggio, durato 11 giorni sono due giornalisti Luca Rastello e Andrea De Benedetti che hanno poi raccontato quanto visto nel libro Binario Morto edito da Chiarelettere. Andrea De Benedetti spiega ad Affaritaliani.it quello che hanno scoperto.

Andrea De Benedetti, perché avete deciso di fare questo viaggio?

Sembrerebbe, secondo il dibattito che si è sviluppato intorno alla Tav in Italia, che l’Europa stia aspettando solo noi per finire il Corridoio 5. Ma nessuno aveva mai pensato di andare a verificare a che punto sono effettivamente i lavori negli altri Paesi che saranno attraversati dalla linea ferroviaria. Il Corridoio dovrebbe collegare, almeno sulla carta, Lisbona con Kiev. Abbiamo verificato che non è così. Non lo sarà mai e non per colpa del tratto che dovrebbe congiungere Torino a Lione.

In che senso non ci sarà mai una linea di Alta velocità che attraversi l’Europa?

Un treno che porti da Lisbona a Kiev non esiste e non esisterà mai. Alcuni lunghi tratti del Corridoio 5 non verranno mai costruiti. Il Portogallo ha rinunciato. Alla Spagna interessa solo l’alta velocità per i passeggeri, non per il trasposto merci. Abbiamo scoperto che, nel tratto che congiunge Algeciras a Ronda, è stato approvato un progetto per il trasporto merci che prevede un solo binario, mentre nel tratto Lione-Torino, ne sono previsti quattro.

Dunque l’alta velocità riguarderà solo il tratto che congiunge Italia e Spagna?

Sì, il progetto è stato drasticamente modificato. L’unico tratto che sembra interessare è quello che collega la Spagna con l’Italia. Dopo Trieste il Corridoio scompare anche perché sono venuti meno gli accordi con la Slovenia. Nel nostro viaggio, che è durato undici giorni, abbiamo dovuto utilizzare molti mezzi di trasporto e per ancora molti anni sarà così.

Quanto tempo ci vorrà perché il tratto Lione–Torino venga realizzato?

Ci vorranno moltissimi anni. Nel rapporto sul’analisi costi-benefici dell’Osservatorio Torino-Lione si legge che i lavori inizieranno nel 2014, finiranno nel 2034 e cominceranno a produrre benefici nel 2073. Tra più di sessant’anni. Inoltre i costi saranno elevatissimi e costerà moltissimo gestire l’intera linea che si dividerà tra trasporto passeggeri e trasporto merci.

Come si potrà conciliare il trasporto delle merci con quello dei passeggeri?

Sarà molto difficile. Anche perché non bisogna dimenticare che le merci non possono viaggiare a più di 80 km all’ora. E’ un’illusione anche pensare che vi saranno benefici in termini di velocità per i passeggeri che viaggeranno sulla tratta. Infatti vi saranno, lungo tutto il percorso, semafori che fermeranno i treni passeggeri per far passare quelli carichi di merci. Non sarà quindi per niente conveniente andare in treno da Torino a Lione. Senza contare che tra sessant’anni tutto potrebbe essere molto diverso da adesso. Sessant’anni fa chi avrebbe mai pensato al computer, ad internet, al cellulare?

Quando siete partiti vi aspettavate di trovare quanto avete riscontrato?

No, io in particolare sono partito senza alcun pregiudizio nei confronti dell’Alta velocità. Non me n’ero mai occupato e credevo che effettivamente l’Europa stesse aspettando solo noi per completare il progetto. Luca Rastello, al contrario, si era già occupato in altre inchieste dell’argomento e aveva già un’opinione al riguardo. In ogni caso ci aspettavamo una situazione decisamente diversa. Credevamo di trovare binari in costruzione e cantieri pieni di operai al lavoro. Ma non è stato così. Pensavamo che l’Europa stesse aspettando solo noi e invece i ritardi sono ovunque e nessuno ha fretta di completare i lavori. Ci siamo resi conto che l’alta velocità interessa a pochi e non per la sua portata globale ma per le ricadute a breve termine sull’economia locale.

Che cosa ne pensa del movimento no Tav in Italia? Riusciranno ad evitare che partano i lavori?

Ora i No tav sono supportati dal Movimento 5 Stelle che sta tenendo in scacco l’intero Paese. Non so se riusciranno a bloccare il progetto definitivamente. Sicuramente riusciranno a rallentarlo. I lavori saranno ritardati. Non credo che il progetto della costruzione dell’Alta velocità tra Torino e Lione sarà una priorità del prossimo governo.


I DOCUMENTI DI AFFARI/ Estratto dal libro BINARIO MORTO di De Benedetti e Rastello
Venerdì, 22 marzo 2013 - 14:14:00



Di Andrea De Benedetti e Luca Rastello

Questa dell’orizzonte temporale è, con ogni evidenza, una delle questioni filosoficamente più affascinanti di tutta la faccenda dell’alta velocità. Filosoficamente, e anche praticamente. Per il Portogallo il 2015 è un terminus ante quem, è l’anno che segna la cesura tra la fine dell’attuale legislatura e l’inizio della successiva, è la frontiera più estrema a cui sono riusciti a spingersi gli autori del Pet nell’elaborare il documento e nel formulare le loro previsioni. Oltre, c’è un abisso su cui non hanno osato sporgersi, tale è la vertigine che suscita il futuro, questo futuro. Per l’Italia, invece, il 2015 è domani.

Anzi, oggi. Siamo un paese così lungimirante che riusciamo a vedere anche il futuro remoto. Nel rapporto sull’Analisi costi-benefici dell’Osservatorio Torino-Lione leggiamo, infatti, che i lavori cominceranno nel 2014, termineranno (se tutto andrà bene) nel 2035 e inizieranno a produrre benefici nel 2073. Ora, il problema non è che nel 2035 noi due avremo rispettivamente 65 e 74 anni, e neppure che nel 2073, sempre se tutto andrà bene, avremo cessato da tempo di costituire un peso per i nostri figli e un motivo d’apprensione per l’Inps. Il problema è che il 2073 è fra sessantun anni, e sessantun anni non sono un tempo da economisti o banchieri, ma da futurologi, scrittori di fantascienza, astrologi, profeti. Conoscete una banca disposta a erogare un mutuo a sessant’anni?

Nel 2073, per quel che ne sappiamo, le automobili potrebbero essere alimentate a saliva e gli aerei a salsa di soia, sempre che nel frattempo non abbiano già brevettato il teletrasporto. Sessantun anni fa, con le ossa rotte dalla Seconda guerra mondiale, avreste pensato al computer, al motore a reazione, a internet, al cellulare? Magari neanche all’elicottero che si stava per alzare in volo in Corea. L’unica certezza è che se la vedranno i nostri nipoti. «In the long run, we’re all dead» scriveva Keynes: nel lungo termine saremo tutti morti.

24/03/2013, 21:59

PREMESSA (disclaimer) :


Io sono il primo a essere in favore della modernizzazione e del progresso, le infrastrutture quando servono servono, punto.


In ItaGlia esiste un pregiudizio sul "fare" radicato in una mentalità arcaica, per cui tutto ciò che fa l' Uomo è inutile e dannoso, basta aspettare il Buon Dio o la Natura.

Peccato solo che anche le malattie sono natura, e l' Uomo ha scoperto o inventato cose come la medicina.

Ma vallo a fare entrare in testa a chi ragiona ancora come il contadino medievale, fiero di essere il servo della gleba.


Poi quando la natura si scatena o la Divina Provvidenza non si manifesta nel regalarci ciò che ci serve, gli stessi li ritrovi tutti giù al linciaggio sul "perchè non si è fatto niente".

Roba da matti, da farsi il sangue amaro.

Per cui concludendo questa premessa, se si aspettasse di decidere se fare delle opere dipendendo da costoro, campa cavallo, che non avremmo manco i tubi per l' acqua.


Per cui io sono, come credo di aver dimostrato con questa premessa, da sempre il primo e spesso e volentieri il solo a scagliarsi sempre contro questa "filosofia" del non fare mai Gniente.


Quello che cerco di fare capire, con questo lungo excursus ancora a metà e che altrimenti potrei risparmiarmi/vi, a tutti coloro che hanno portato punti validissimi - in altri casi però!-

è che io non sono certo l' idiota di turno che si incatena per la nobile causa di impedire la costruzione della opera X di indubbia utilità e qualità.

Ma come ci dice il buon senso esistono opere necessarie e ben fatte, ben gestite etc, e opere inutili, malfatte, malgestite o peggio utili solo alla mafia.


(Premessa - Parte II)

Ecco io sono il primo a ritenere i trasporti pubblici una di quei servizi indispensabili, che devono essere migliorati il più possibile con le nuove tecnologie.


La libertà di movimento è un diritto umano come riconosciuto anche dalla Costituzione, i cittadini hanno il diritto di potersi muovere agevolmente su tutto il territorio del loro Paese.

E il mondo oggi è, grazie al cielo, sempre più aperto, interconnesso.

La facoltà di potersi muovere agilmente nel mondo è la stessa cosa, del pari uno strumento necessario per la nostra espressione individuale nel capire ed essere partecipi del nostro mondo, e ci migliora.


Pensiamo alla meraviglia del volo, poche ore e sei ovunque nel mondo.


Non sono quindi, l' ennesimo cretino che dice aprioristicamente no a una nuova tecnologia,

per molti versi meravigliosa, come quella di una ferrovia che in poche ore ti permette di visitare una città lontana del tuo Paese o uno vicino dove hai parenti, amici, contatti,

senza bisogno di recarsi in estenuanti trafile per l' imbarco aereo che in questi tragitti sarebbero invece più "pesanti" rispetto alla distanza relativamente scarsa.


Concludendo la premessa:


Io sono un entusiasta della tecnologia di altà velocità.

Ma questo non significa che sono d' accordo sulla realizzazione di una sua linea ovunque, pure tra il deserto di Atacama e la punta della montagna più alta delle Ande. [:o)]

Come per ogni cosa, le domande cui rispondere sono: è utile? Vale la pena col rapporto costi/benefici? E così via.


Ora, io candidamente confesso che dopo aver audito, acquisito, e analizzato le informazioni di cui siamo a conoscenza riguardo questo specifico progetto,

sono giunto a cambiare la mia prematura impressione


- sottolineo, impressione, non opinione, perchè non c' è opinione degna senza adeguata informazione e non mi ero ancora informato adeguatamente,

cadendo nel tranello di chi ci presentava gli oppositori come i soliti idioti di cui sopra -


e a riconoscere

- per i motivi esposti per esteso nel topic, cui do la mia opinione informata con questo post -

che per questo SPECIFICO progetto non si vede nè una utilità effettiva per il nostro Paese e che al contrario vi è un danno derivato dalla gestione criminale dello stesso,


i cui interessi sono il solo vero motore del suddetto, specifico progetto, calpestando ogni sorta di diritto, legge e principio morale.


Onde per cui QUESTA linea TAV, a mio avviso, non Ci serve affatto.

Come detto in poche parole, è uno spreco che serve solo a far guadagnare i soliti disonesti.

E questo non perchè sia un Treno ad Alta Velocità - una tecnologia meravigliosa che ha già avuto successo e dimostrata utile ALTROVE - ma perchè QUESTA linea semplicemente, non Ci serve.


Non serve a Noi - i cittadini - ma solo a Loro - i corrotti al potere.

Il giorno che proporranno invece una linea ad alta velocità, o qualunque altro progetto, dove davvero serve, sarò finalmente lieto di tornare a cercare di aprire gli occhi a chi ancora soffre della sindrome del contadino medievale.


Scusate la lunghezza, ma la motivazione è quella nobile di cercare di fare comprendere le nostre vere ragioni in merito smentendo la facile immagine che i media hanno dato in pasta ai più.

Insomma, voglio provare a far capire alle persone cui do grande stima che sono cadute in questo tranello quello che a suo tempo capii anche io.


Buona Discussione,

Aztlan

24/03/2013, 22:15

Blissenobiarella ha scritto:

Bello che alla fine anche SEL si sia svegliato ^_^. Ma la documentazione fornita dai NOTAV sono sempre state abbondanti, documentate e scrupolose. Sono quelli pro tav che rispondono con i soliti motteggi standardizzati che ripetono come un mantra.

Vero.. mai vista una mancanza di argomentazioni come quella che riguarda questo preciso argomento. Il bello è che sono proprio i PRO tav che danno dei robottini agli altri... Non sanno perchè si debba realizzare l'opera... non sanno neanche quanto costa e che tipo di benefici/malefici apporterebbe ma... fa nulla.... cosa vuoi che sia.... l'importante è dire che i NO TAV, sono "no tutto". Lo dicono i loro "capi" (o ciò che ne rimane) e lo dice il mainstream....

Siamo proprio al delirium tremens....

25/03/2013, 22:11

lasciamo perdere dai...non si smette mai di imparare nuove cose su come sono fatti gli uomini e più si impara più si capisce che pensare liberamente è un'esercizio di volontà ferrea, non un'attività spontanea e che che questa volontà non tutti riescono ad esercitarla [8]

25/03/2013, 22:15

26/03/2013, 17:12

TAV: LEGALI NO, LTF CI HA NEGATO PROGETTO ESECUTIVO
TORINO
(ANSA) - TORINO, 26 MAR - "Ltf ci ha negato il progetto esecutivo del tunnel geognostico di Chiomonte nonostante un ordine di esibizione del Tar del Lazio". Lo dicono gli avvocati Massimo Bongiovanni, in rappresentanza del senatore del M5S Marco Scibona, e Stefano Bertone, per conto della Comunità montana valli di Susa e Sangone. "Ora - sostengono i legali dopo l'uscita dalla sede torinese di Ltf - riteniamo lecito pensare che il progetto proprio non ci sia".(ANSA).

30/03/2013, 14:21

Addio Tav, la Germania rinuncia: «Costa troppo, inutile viaggiare a 300 all’ora»

Nel “Paese di pulcinella” in cui viviamo si persevera a sostenere l’alta velocità, nostante i costi e i danni ambientali. In Toscana, dove l’altro ieri un treno pendolare ha perso una porta incrociando un frecciarossa, ci si ostina a voler scavare sotto Firenze un tunnel inutile e dannoso. Certo, la classe dirigente è quella che è: Renzi, Rossi, Moretti, questo abbiamo e questo per ora ci dobbiamo tenere. Fatto sta che la Germania, il Paese più economicamente solido d’Europa rinuncia al piano Tav perché costa troppo ed è dannoso per le coincidenze con il traffico locale. Ecco un estratto della notizia rilanciata dal Sole 24 Ore.

Berlino frena i treni ad alta velocità. In un’intervista al periodico «Wirtschaftswoche» il presidente delle ferrovie tedesche, Rudiger Grube, ha annunciato che la prossima generazione degli Ice – equivalenti ai TGV francesi e agli Etr 500 italiani – non viaggerà più a 300 chilometri all’ora, ma “solo” a 250. «Per la Germania la velocità di 250 chilometri all’ora è più che sufficiente – ha spiegato Grube -, tanto più che le tratte dove gli Ice possono raggiungere i 300 all’ora sono solo due: Colonia-Francoforte e Norimberga-Ingolstadt».

Costruirne di nuove costerebbe troppo. Il rallentamento da 300 a 250 della velocità massima comporta una serie di vantaggi: minor costo di produzione e di manutenzione dei treni, e minor costo di manutenzione delle linee. Grube ha inoltre ricordato che la minore velocità riduce i ritardi dovuti alle perturbazioni del traffico, e rende più facile il rispetto delle coincidenze.

Meno velocità in cambio di maggiore affidabilità, insomma. La strategia annunciata da Grube rappresenta un dietrofront rispetto a quella del suo predecessore, Hartmut Medhorn; secondo Grube, inoltre, è stata oggetto di accese discussioni all’interno della società, soprattutto con i vertici della divisione che gestisce il traffico a lunga percorrenza.

http://altracitta.org/2012/04/20/addio- ... 00-allora/

17/05/2013, 01:46

“Io, pedinato e minacciato
per 1240 euro al mese”



Tav, lo sfogo dell’operaio:
minacce continue
L’ultimo operaio ferito a Chiomonte: “Cercano il morto, non voglio
essere io”
niccolò zancan

Con gli occhi perduti di un grigio malsano, la vita fregata e una sacrosanta paura di tutto. Ecco come ci si sente. «Ero un uomo in gamba. Forte e fiducioso. Capace di cavarmela nelle situazioni più complicate. Mio padre era un gruista come me, ho sempre lavorato duro. Ma adesso mi alzo in piena notte sudato marcio, non riesco più a dormire. Mi sento da schifo, come una **********, se devo dire la verità, e chiedo scusa per la parola». Eccolo, «il condannato». «L’operaio venduto». «Il crumiro abietto». «Quello che ha compiuto una scelta egoista, che lo condanna a una difficile convivenza con il territorio», come è scritto su un blog dei No Tav.



Il condannato è questo operaio di 41 anni che ne dimostra dieci di più. Lavora al cantiere di Chiomonte e gli volano insulti sulla testa, pietre e frasi così: «Ti veniamo a prendere a casa. Devi morire nelle reti, impiccato al filo spinato. Devi crepare di cancro, tu con la tua famiglia». Ghignate piene di disprezzo. Sputi. Agguati sulla strada di casa. Giovedì notte è finito in ospedale. «Lesioni da taglio al volto e trauma all’emitorace sinistro», c’è scritto sul referto. «Stavo guidando una cisterna carica di carburante - spiega - appena ho passato il varco, hanno cominciato a lanciare pietre. Una ha spaccato il finestrino, le schegge mi hanno colpito in faccia. Erano quattro incappucciati. Ho continuato a guidare piegato sulla destra, sdraiato sul volante. E per fortuna, guidare è una delle cose che so fare meglio».



Non possiamo scrivere il suo nome perché gliel’hanno portato via. Non possiamo farvi vedere la sua faccia livida perché è considerato un complice, quindi un nemico. È stato un suo ex collega, ora in prima linea sul fronte No Tav, a fargli questo regalo: «Era febbraio 2012, il giorno in cui l’antagonista Luca Abbà è caduto dal traliccio. Io era lontano, su una ruspa. Ma questo mio ex collega mi ha visto e ha iniziato a gridare il mio nome: “Sei un infame, sei un infame! Ti veniamo a prendere. Sappiamo dove abiti”. Da allora non vivo più».



Ogni sera i carabinieri girano di pattuglia intorno a questa casa di mezza montagna. La polizia ha suggerito di alzare le reti perimetrali e mettere telecamere. Perché una domenica mattina anche la moglie del gruista ha trovato un biglietto sul parabrezza: «Sappiamo dove vivi». È un inferno di minacce continue. Ritorni scortati dai parenti. Sabati di clausura. «Mi hanno seguito anche quando sono andato a votare. Non posso più nemmeno fare sport. Sono prigioniero qui dentro». Nulla infetta l’animo umano più dell’odio. Il «condannato» al disprezzo vive in una casa che deve ancora pagare. Seicento euro al mese di mutuo per altri dieci anni. C’è una vecchia televisione in cucina. Modellini d’auto d’epoca nelle vetrinette. Il tavolo è ingombro di denunce e cartelle cliniche. «Ho dovuto sottopormi a un esame neurologico. Rischio l’esaurimento nervoso. Devo prendere dei tranquillanti. Non posso tornare al lavoro fino al 9 giugno». Ma quel lavoro lassù al cantiere di Chiomonte, per 1240 euro di stipendio, ormai è diventato un incubo: «Abbiamo tutti paura, nessuno vuole più andare a lavorare in quella galleria. Ci sentiamo abbandonati. È come se la Val di Susa fosse fuori dal mondo».



Stanno vincendo loro, quelli che scrivono sui blog e giustificano la violenza, questa è la verità. Almeno nei confronti dell’operaio gruista con gli occhi pesti. «È quello che mi ripetono ogni volta quando mi vedono uscire. Che tanto vinceranno loro, che ci saranno sempre. Lo fanno per istigarti. Ti umiliano per farti reagire. Andare al cantiere è come andare in guerra». Vive fra queste maledizioni perpetue, preoccupatissimo per il suo futuro. «Io non ho scelto di lavorare per la Tav. Cerco solo di guadagnarmi onestamente un tozzo di pane». Tutto il contrario di quello che pensano gli oppositori più oltranzisti, che continuano la loro campagna all’insegna dello slogan: «C’è lavoro e lavoro». Questo non va bene, è chiaro. Il gruista ha un contratto a termine che scade il 31 di luglio: «Se dico che non voglio andare, mi diranno che non servo più. Rischio di trovarmi disoccupato». Non lasciatelo così solo, per favore.



La scorsa settimana, dopo l’agguato, il gruista voleva prendere il porto d’armi. Pessima idea. «Ma devo pur difendermi in qualche modo - spiega - buttano le molotov contro gli agenti e gli operai, hanno minacciato anche mia moglie che non c’entra niente. Stanno cercando il morto a tutti i costi. Scusate, ma non voglio essere io».


http://www.lastampa.it/2013/05/16/crona ... agina.html

20/05/2013, 11:53

Premetto che la mia non vuole essere una presa di posizione a favore o contro la TAV, ma ritengo sia corretto valutare il punto di vista di chi lavora per l' opera e dei pericoli che corrono le nuove generazioni sempre più succubi di chi dovrebbe insegnare loro la civiltà e che invece altera la loro naturale propensione ad una critica sana e non violenta.


[size=100]Tav, una valle intrisa di violenza " Si insegna l' odio anche a scuola "
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Un imprenditore: " Io, pestato e minacciato" vandali al cantiere " Tratto dal Il Giorno QN.

Nella guerra civile dalla Val di Susa le imprese locali che lavorano alla Tav, sono il vasi di coccio. Ne sa qualcosa Ferdinando Lazzaro, titolare con il fratello del gruppo che si è aggiudicato a suo tempo l' appalto per la recinzione del cantiere dalla Maddalena a Chiomonte.
" In un anno e mezzo abbiamo visto di tutto: ci hanno dato fuoco a mezzi meccanici, scavatori, autocarri, io sono stato minacciato, pestato, ho ricevuto proiettili per posta, mi hanno rotto un braccio, l' ultimo episodio è dell' anno scorso, ad Agosto, quando ci hanno incendiato uno chalet in legno adibito ad ufficio dove abbiamo la cava a Meana di Susa. Inutile sottolineare che si tratta di denunce contro ignoti, tutto finito nel nulla", chiosa con una punta di sarcasmo.
Uno stillicidio quotidiano, racconta, che non si è esaurito con la conclusione dei lavori, nell' Aprile 2012 " A noi che siamo di Susa hanno riservato dose doppia, perchè ci vedono come traditori. Le imprese locali sono le più esposte ".

[size=100]Come è iniziata tutta la storia ?[/size]
" Abbiamo vinto una gara che la Ltf ha bandito dalla sede francese. Non c' era la fila delle imprese per aprire un cantiere in quelle condizioni e noi avevamo disperatamente bisogno di lavoro. La nostra offerta è stata accolta e, a onor del vero, ci siamo fatti pagare molto bene ".

[size=100]Era consapevole dei rischi ai quali sarebbe andato incontro ?
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" Certamente, ma avevamo bisogno di lavorare. La verità è che qui ci sono sempre stati i violenti e non è neanche vero che non è gente della Valle. Certo, ci sono le infiltrazioni degli anarchici e dei centri sociali, ma la Val di Susa storicamente ha sempre avuto focolai di gente violenta. Negli anni 70 una delle cellule più attive delle Brigate Rosse era a Bussoleno e i brigatisti erano tutti locali violenti nel comitato no Tav, ci sono eccome !".

[size=100]Ha tratteggiato uno scenario senza ritorno?
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" L' odio è molto radicato. Il successo del M5S, da sempre contrario alla Tav, ha riacceso le speranze di poter fermare la Lione-Torino e rinvigorito le proteste. E' un fenomeno sociale molto particolare, ha diviso famiglie, amicizie, creando una spaccatura netta tra chi è contrario, chi è a favore e chi, magari, se ne frega.
E' un movimento trasversale che ha fatto un danno alla socialità della valle che lei non può nemmeno immaginare e una responsabilità enorme ce l' hanno soprattutto le scuole, dove si educano i ragazzi in una certa maniera. Alle elementari, medie e naturalmente alle superiori ci sono insegnanti che al posto della lezione fanno un ora intera di lavaggio del cervello ai ragazzi, poi questi escono e si sentono autorizzati di dare del mafioso a mio figlio perchè io lavoro al cantiere. Nelle scuole se non sei No Tav sei fuori moda. Ci sono ragazzi che non hanno ancora 14 anni che vanno alle reti a tirare sassi alla polizia, pensando che contestare in questo modo sia normale, perchè tanto non gli succede niente. E' intervenuto anche il tribunale dei minori. La situazione è scappata di mano, per la mancanza di autorità e di autorevolezza da parte dello stato".
Ultima modifica di greenwarrior il 20/05/2013, 17:44, modificato 1 volta in totale.
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