Le analisi già effettuate escluderebbero forme di malattie trasmissibili nei donatori
Morbo mucca pazza, Aifa: nessun rischio per emoderivati, allarme infondato
ultimo aggiornamento: 06 agosto, ore 14:59
Roma - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - L'Agenzia italiana del farmaco ha bloccato 24 lotti a scopo precauzionale. Il direttore Rasi: ''Il ritiro è stato routinario. Quasi definitivamente accertato che il donatore tedesco era affetto da Alzheimer, mentre l'italiano da una forma non trasmissibile di Creutzfeldt-Jacob''
Roma, 6 ago. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Escluso ogni rischio di contaminazione da morbo della mucca pazza sugli emoderivati distribuiti in Italia. C'è solo il principio di precauzione e la normale procedura di sicurezza alla base del blocco dei 24 lotti, prodotti dalla Kedrion, da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la scorsa settimana e che, probabilmente, saranno riammessi a breve. Come spiega all'Adnkronos Salute Guido Rasi, attuale direttore generale dell'Aifa che dal prossimo autunno sarà chiamato a dirigere l'Agenzia europea dei farmaci, l'Ema.
Infondato quindi l'allarme diffuso oggi su un quotidiano, secondo Rasi, visto che le analisi già effettuate escluderebbero forme di malattie trasmissibili nei donatori di sangue da cui sono stati prodotti i lotti sospetti, uno dei quali affetto solo da Alzheimer. "Abbiamo ritirato i lotti per seguire, come facciamo in molti casi, l'evoluzione dei sintomi di due donatori, un italiano e un tedesco, per i quali si sospettava la malattia di Creutzfeldt-Jacob (il cosiddetto morbo della 'mucca pazza'). Ma abbiamo quasi definitivamente accertato (stiamo aspettando le ultime comunicazioni dalla Germania) che il donatore tedesco era affetto da Alzheimer, mentre l'italiano da una forma non trasmissibile Creutzfeldt-Jacob".
Per l'italiano, sul quale l'Istituto superiore di Sanità (Iss) ha fatto già i test, "aspettiamo la comunicazione ufficiale dell'Iss". Si tratta comunque di una forma che nulla ha a che fare con la nuova variante della mucca pazza, legata al consumo di carne, conclude Rasi sottolineando che il ritiro dei lotti "è stato routinario. Se non abbiamo notizie certe sulla salute dei donatori (iscritti nei registri e monitorati a vita, mentre i prodotti sono tutti tracciati) intanto ritiriamo, per garantire sicurezza. Su questo non facciamo comunicati, perché non c'è motivo di farli. E nel momento in cui si accerta la sicurezza dei prodotti, questi vengono riammessi. E' una procedura normale, che durante l'anno viene attivata più volte. L'Iss, il centro nazionale sangue, l'Aifa, in accordo con la rete europea, fanno un monitoraggio costante, utilizzando anche i ritiri cautelativi. E questo garantisce i pazienti", chiosa Rasi.
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