È ufficiale: a Sigonella i Global Hawk dell’US Air Forcedi Antonio Mazzeo
Era nell’aria. A Washington si vociferava che la base siciliana di Sigonella fosse destinata ad ospitare i “Global Hawk”, l’ultima generazione di velivoli senza pilota destinati alla sorveglianza aerea e alla conduzione delle operazioni di guerra delle forze armate USA. Ciononostante, prima il governo Prodi, poi quello Berlusconi, hanno scelto di nascondere il progetto al parlamento e al popolo italiano. Adesso c’è però una conferma ufficiale che proviene direttamente dal “nostro” alleato d’oltreoceano: i Global Hawk giungeranno in Sicilia.
Il 2 giugno 2008 giungeva un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini. A scrivere era il Comandante supremo delle forze armate degli Stati Uniti in Europa (USEUCOM), generale Bants J. Craddock. Il massimo rappresentante militare statunitense nel vecchio continente coglieva l’occasione della festa della Repubblica per ringraziare i colleghi italiani. “La leadership dell’Italia all’interno della Nato e il deciso sostegno alle operazioni in Afghanistan e nei Balcani sono prova del vostro impegno per la pace e la stabilità nel mondo”, scriveva il generale Craddock. “Io vi sono particolarmente grato per l’amicizia con cui operiamo congiuntamente ed in particolare vi voglio ringraziare per avere approvato la nostra richiesta per i velivoli Global Hawk a Sigonella”. Il testo rivelatore deve aver tanto imbarazzato lo Stato Maggiore che del messaggio non si fa nota in nessuno dei comunicati emessi a margine della parata di guerra ai Fori Imperiali. Ma l’attestato di gratitudine è lì, nell’archivio del Ministero della difesa, a suggello dell’ennesimo atto di sudditanza dei governanti d’Italia alle follie militari di Washington.
Quando sia stata approvata la concessione dell’uso del territorio nazionale per i famigerati aerei senza pilota protagonisti di centinaia di operazioni di bombardamento contro obiettivi civili e militari in Afghanistan e Iraq non è dovuto sapere. Di certo, accanto alle colpevoli omissioni di ben due governi “antagonisti”, vanno pure segnalate le gravissime bugie della casta militare del nostro paese. Il 31 marzo 2008, due mesi prima cioè del ringraziamento del generale Bants J. Craddock, a Sigonella si era recato per un’ispezione Salvatore Cannavò, parlamentare di Sinistra Critica-PRC. Ad accoglierlo il comandante della base, colonnello Antonio Di Fiore, contestualmente comandante del 41° Stormo dell’Aeronautica militare italiana, la stessa forza armata da cui proviene il generale Camporini. Interrogato sulla veridicità del piano d’insediamento dei Global Hawk a Sigonella, il colonnello Di Fiore negava fermamente la questione. “La gestione di quel tipo di aerei senza pilota non è compatibile col traffico civile del vicino aeroporto civile di Catania-Fontanarossa”, spiegava il militare. “Smentisco inoltre che nella base possa essere installato il nuovo sistema satellitare MUOS. Le antenne del radar MUOS non sono pensabili qui”, disse Di Fiore, omettendo che era già stato deciso il trasferimento dell’impianto dalle pericolosissime onde elettromagnetiche nella vicina stazione di telecomunicazione USA di Niscemi (Caltanissetta), proprio nel bel mezzo di una riserva naturale regionale.
Secondo quanto preannunciato dal Comando dell’US Air Force in Germania, a Sigonella opererà uno squadrone con cinque velivoli. Nella base siciliana sarà pure realizzato il Global Hawk Aircraft Maintanance and Operations Complex, il complesso per le operazioni di manutenzione degli aerei senza pilota che US Air Force e US Navy schiereranno periodicamente per missioni di spionaggio e “anti-terrorismo” in Europa, Medio Oriente e continente africano.
I Global Hawk hanno assunto un ruolo determinante nelle strategie di guerra degli Stati Uniti d’America. Realizzati negli stabilimenti della Northrop Grumman di San Diego (California) e della Raytheon Systems di Falls Church, Virginia, possiedono grande autonomia di volo ed un estesissimo raggio di azione. I Global Hawk sono strumenti teleguidati con caratteristiche simili ai missili da crociera Cruise, poiché volano secondo mappe predeterminate che possono mutare in qualsiasi momento su ordine dei centri operativi terrestri.
Il nuovo velivolo senza pilota sarà il nucleo vitale del sistema AGS - Alliance Ground Surveillance (sorveglianza alleata terrestre), che la Nato prevede di rendere operativo sin dal prossimo anno. Il sistema diverrà lo strumento d’intelligence prioritario per gli interventi della Forza di Risposta Nato (NRF) attivata recentemente dall’Alleanza Atlantica. Il ministro della difesa La Russa vuole a tutti i costi che il Centro di comando AGS venga ospitato in Italia. Dove? Ma a Sigonella naturalmente.
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Dopo Sigonella, anche a Decimomannu i Global Hawk USAdi Antonio Mazzeo
L’aeroporto sardo di Decimomannu sarà la base operativa dei velivoli senza pilota (UAV) Global Hawk della NASA, l’Agenzia Spaziale degli Stati Uniti d’America. L’annuncio è stato fatto dal commissario dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) Enrico Saggese, nel corso dell’incontro su “Pianificazione della politica spaziale e programmazione in ambito europeo”, organizzato a Roma dal Comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche della Camera dei Deputati. “La NASA ha chiesto ed ottenuto due Global Hawk da dispiegare nel Mediterraneo”, ha dichiarato Saggese. “L’Agenzia spaziale statunitense ha chiesto all’Italia di ospitare uno di questi due velivoli senza pilota per attività di osservazione della Terra. L’aereo sarà ospitato probabilmente a Decimomannu”.
Dopo aver concesso la base siciliana di Sigonella per schierare un reparto con cinque Global Hawk dell’US Air Force (a cui si aggiungeranno poi i velivoli senza pilota dell’US Navy), il governo italiano è pronto ad autorizzare l’uso dello scalo Nato di Decimomannu per misteriose attività sperimentali della NASA, agenzia protagonista nell’implementazione dei programmi di guerre stellari dell’amministrazione USA.
Lo scorso mese di aprile, l’US Air Force ha autorizzato il trasferimento di due Global Hawk al Dryden Flight Research Center della NASA, che ha sede nella base aerea “Edwards”, contea di Los Angeles, California. I velivoli saranno impiegati dall’agenzia spaziale a partire dai primi mesi del 2009 nell’ambito dell’“Airborne Science Program”. Secondo quanto dichiarato dai responsabili del Dryden Fligt Research Center, “la capacità dei velivoli senza pilota Global Hawk di volare con grande autonomia per lunghe distanze, e rimanere in quota per estesi periodi, assicura nuove potenzialità alla comunità scientifica per misurare, monitorare ed osservare località remote della Terra”. Cosa ci sia da studiare di così remoto nel Mediterraneo per giustificare il dislocamento a Decimomannu del più sofisticato sistema di spionaggio e conduzione delle operazioni di guerra è proprio un mistero. Ma che non si tratti di attività del tutto “pacifiche” è la stessa NASA ad ammetterlo. “Guardiamo al velivolo come un sistema a basso costo per sostituire l’Earth Resource ER-2, una versione modificata dell’U-2”, dichiarano al Centro di ricerca di Los Angeles. E l’U-2 è stato sino ad oggi il più famigerato degli aerei-spia utilizzati dalle forze armate statunitensi (e dalla CIA) per pianificare e dirigere i propri attacchi nei principali scenari bellici del pianeta.
Follie elettromagnetiche sui cieli della Sardegna
Situato a pochi chilometri da Cagliari, l’aeroporto di Decimomannu rientra tra le basi concesse segretamente nell’ottobre 1954 alla Nato e agli Stati Uniti, congiuntamente ad Aviano, Camp Darby (Livorno), Napoli-Capodichino e Sigonella. L’infrastruttura ospita una Stazione di telecomunicazione “Loran” dell’US Air Force più un distaccamento di 150 militari statunitensi provenienti da Aviano. Lo scalo è inoltre utilizzato per le attività di supporto degli aerei da trasporto del Military Airlift Command provenienti dagli Stati Uniti e diretti in Medio Oriente e Africa.
Lo scalo è utilizzato periodicamente per le esercitazioni delle forze aeree alleate (principalmente Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna) nei vicini poligoni di Capo Frasca, Capo Teulada, Perdasdefogu e Salto di Quirra. A Decimomannu è operativo l’ACMI (Air Combat Maneuvering Instumentation) un sofisticato sistema elettronico, di cui esistono poco più di una dozzina di esemplari al mondo, che permette di dirigere e monitorare le operazioni di guerra aerea nel Mediterraneo.
L’importanza strategica assunta da Decimomannu e dai poligono limitrofi nell’ambito delle sperimentazioni dei più sofisticati sistemi di morte trova conferma nelle più recenti esercitazioni realizzate in Sardegna. Da fine settembre sino al 15 ottobre 2008, l’aeroporto ha ospitato 1.300 militari di 15 nazioni Nato per una “simulazione” di “guerra elettronica”. Denominata “Trial Imperial Hammer”, l’esercitazione è stata finalizzata allo sviluppo e all’integrazione delle “attività di intelligence antiterrorismo”. Le nostre forze armate hanno definito enfaticamente la “Trial Imperial Hammer” come “una delle più importanti attività di sperimentazione dell’Alleanza nel campo dell’ISR (Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento)”. In realtà essa è stata l’occasione per presentare ai partner atlantici due nuovi sistemi di distruzione made in Italy. Il primo di essi è il mini-aereo senza pilota “Strix”, prodotto dal centro di eccellenza UAV dell’Aeronautica Militare. Lo “Strix” è talmente piccolo che può essere trasportato all’interno di uno zaino ed ha un’autonomia di volo di un’ora. Dotato di una rampa di lancio e di una stazione di controllo da terra, il velivolo teleguidato può essere inviato in campo nemico per filmare e fotografare dall’alto anche in condizioni di completa oscurità.
Il secondo strumento di guerra è ancora più sofisticato. Creato nei laboratori del Reparto di guerra elettronica dell’Aeronautica italiana, il suo nome riporta ai cavalieri della saga cinematografica di Guerre Stellari, “Jedi”. Si tratta di un dispositivo elettronico in grado di “disturbare”, via etere, l’attivazione degli esplosivi. Come? Creando in cielo “una bolla elettromagnetica che protegge le aree a rischio di attentato, confondendo e neutralizzando gli impulsi dei detonatori degli ordigni”, come spiega in una nota il Comando Nato di Bruxelles. Sempre secondo i promotori del progetto, “la fascia di sicurezza potrebbe essere assicurata dal cielo da un elicottero, da un aereo da trasporto o anche da un UAV, gli aerei senza pilota che possono essere utilizzati per scopi operativi di prevenzione del terrorismo”. Che tipo di “bolla elettromagnetica” sia stata attivata sui cieli sardi è impossibile sapere, ma l’insistenza di dispiegare mini e grandi aerei senza pilota a Decimomannu è più che sospetta. Soprattutto se ha targa NASA.
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