Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 6 messaggi ] 
Autore Messaggio

Stellare
Stellare

Avatar utente

Premio Coerenza e ProfessionalitàPremio Coerenza e Professionalità

Non connesso


Messaggi: 12510
Iscritto il: 30/11/2006, 09:44
Località:
 Oggetto del messaggio: C’è petrolio in Sicilia, in coda per trivellare
MessaggioInviato: 04/08/2010, 15:47 
C’è petrolio in Sicilia, in coda per trivellare

di Carla Incorvaia

È corsa all’oro nero in Sicilia, su un’isola dove si raffina il 30% del petrolio consumato in Italia e con una riserva di greggio che alcuni hanno stimato intorno ai 2,3 milioni di tonnellate. Su un territorio con aree come quella di Priolo, Milazzo e Gela qualificate ad alto rischio ambientale, con inchieste giudiziarie per inquinamento e disastro ambientale tutt’ora in corso.




Le royalties, i diritti che le compagnie pagano alla Sicilia sono tra i più bassi d’Italia. Lo dicono anche i produttori di petrolio nei loro siti: «La struttura delle royalties in Italia è una delle migliori del mondo. Per i permessi offshore le tasse sono solo del 4%, ma nulla è dovuto fino a 300mila barili l’anno».
Secondo alcune associazioni locali sono già 30 le autorizzazioni concesse in gran segreto. Secondo altri sono invece 40 le compagnie interessate a trovar posto alle loro piattaforme nel Mediterraneo, che hanno fatto già richiesta al Ministero per lo sviluppo economico di indagini e ricerche per scoprire nuovi pozzi di petrolio.

E mentre il presidente della regione Raffaele Lombardo, impegnato ieri pomeriggio in una manifestazione ufficiale, si oppone a nuove trivellazioni, è stata votata all’Ars la fiducia a una mozione contro gli insediamenti estrattivi della San Leon Energy. La società è una piccola srl con 10 mila euro di capitale sociale e una sede in provincia di Lecce. Obiettivo è quello di farsi autorizzare dalle amministrazioni italiane tre esplorazioni petrolifere al largo della costa siciliana, neppure troppo lontano. Tutte con un’estensione compresa tra i 200 e i 500 chilometri quadrati, situate fra Marsala, Sciacca e le isole Egadi. Ferma l’opposizione delle amministrazioni locali ma anche delle organizzazioni che dicono no alle trivelle nei paradisi isolani. A raccogliere i nuovi comitati ambientalisti contro le trivellazioni c’è la rete Notriv.
Sono soprattutto americani, ma anche yemeniti e irlandesi che coltivano l’idea di affondare le proprie trivelle davanti la costa siciliana. Sei sono le piattaforme attive collocate lungo la costa Iblea, a Ragusa e nel Golfo di Gela, di Eni ed Edison. Venti i permessi di ricerca già concessi. Alle isole Egadi, ancora nel Golfo di Gela, a Siculiana Porto Empedocle, Capo Rossello Palma di Montechiaro,
Sciacca Agrigento, Sciacca Siculiana, Isole Pelagie, due a Punta Bianca Licata, a Stagnone Capo Feto, a Selinunte fiume Verdura, a Scoglitti Pozzallo, a Fiume Drillo Punta D’Aliga a Mazzara del Vallo Menfi. Luoghi dove sono già in corso ricerche.

Venti sono le compagnie in attesa di una risposta dal governo italiano. Di queste, cinque fanno testa al colosso londinese Nothern Petroleum, che con la Shell ha già iniziato le ricerche in tutto il Mediterraneo. La società inglese chiede di poter installare tre piattaforme nel mare delle Isole Egadi per avviare ricerche in una superficie complessiva di 1.600 chilometri quadrati. La Northern Petroleum chiede di poter avviare ricerche anche nel golfo di Gela, nella zona di Capo Rossello ad Agrigento e, insieme agli irlandesi della Petrolceltic Elsa, nel mare tra Siculiana e Porto Empedocle. La Petrolceltic è controllata al 100% dall’omonima società irlandese, e in Italia ha stretto collaborazioni con Vega Oil ed Eni, con la quale chiede di trivellare anche nel golfo di Gela.

I canadesi della Hunt oil company, invece, hanno adocchiato tre possibili sorgenti di greggio: tra Sciacca e Agrigento, a Siculiana Marina, e un terzo sito tra Mazara del Vallo e Menfi. E se la Puma petroleum da Londra vuole stanziarsi a Lampedusa e Linosa, un consorzio composto dalla British gas e della italiane Eni ed Edison è interessata ad avviare ricerche a Licata e Punta Bianca. Anche i texani, dopo il tentativo della Panther Oil nel Val di Noto, vogliono pompare petrolio nel mar siciliano. Precisamente nella zona di Scoglitti e Pozzallo, attraverso la Sviluppo risorse naturali (Srn), società controllata dalla Mediterranean Resources con sede ad Austin in Texas. Ultima istanza presentata al ministero è quella dei canadesi della Nautical petroleum, che chiedono di avviare ricerche tra la foce del fiume Dirillo e punta D’Aliga.

Intanto ieri la mozione approvata all’Ars è stata presentata dal Pd e dall’Mpa. «Il parlamento e il governo siciliani - ha detto Roberto Di Mauro, assessore al territorio che ha preparato un documento di 40 pagine sul rischio ambientale in Sicilia - hanno mostrato all’unisono il loro parere sfavorevole alla trivellazione».

http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuori ... colo/3178/



_________________
« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 13936
Iscritto il: 03/12/2008, 20:45
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 04/08/2010, 16:30 
E' il minimo che si può fare!.
A non far diventare la Sicilia una pattumiera,sta in primo luogo al Governo Siciliano,vedremo che decisione prenderà Roma.


Top
 Profilo  
 

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 7291
Iscritto il: 11/07/2009, 14:28
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 18/03/2013, 16:30 
E' inutile avere il petrolio se poi lo facciamo estrarre agli altri...

A regime nel 2016 la produzione di greggio in Italia aumenterà del 40%
Petrolio in Basilicata, ora entrano anche i giapponesi
Total cede a Mitsui il 25% del pozzo di Tempa Rossa

Un pozzo a Tempa RossaUn pozzo a Tempa Rossa
Ci sono un francese, un anglo-olandese e un giapponese in Basilicata. Sembra l'inizio di una barzelletta, invece è la situazione che si è venuta a creare dopo la cessione del 25% del campo petrolifero di Tempa Rossa da parte della Total (francese) alla Mitsui E&P Italia srl (giapponese). Total conserva il 50% della concessione Gorgoglione, mentre il restante 25% è dell'anglo-olandese Shell. Lo comunica la stessa Total, precisando che la cessione dovrà essere sottoposta ad approvazione da parte delle competenti autorità italiane.
Fonte:http://www.corriere.it/ambiente/13_marzo_18/basilicata-petrolio-total-giapponesi_12d23ece-8fbd-11e2-a149-c4a425fe1e94.shtml



_________________
"Sei quello che sei, anche se non lo sai..."
Angeldark
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 18/03/2013, 20:30 
il problema sono Le royalties,che in italia sono le piu' basse,in effetti gli effetti benefici sul territorio sul piano economico sono praticamente uguali a zero,con grande goduria della sette sorelle che disfano a loro piacimento tutti i territori interessati...............senza nessun preciso criterio [:(!]


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 10/08/2013, 23:29 
Ministero Ambiente presenta flotta per difendere le coste italiane dal petrolio


Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.08.2013

E’ stata presentata con un’esercitazione nelle acque di Civitavecchia il nuovo servizio di pronto intervento per la protezione del mare dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Stazioneranno nei porti italiani 35 unità speciali per poter dopo pochissimo tempo da un eventuale allarme.

Immagine

Il servizio è fornito dalla società privata Castalia e verrà pagata dal ministero. Il servizio prevede la copertura di 7.500 chilometri di costa italiana e la protezione delle acqua da eventuali dispersioni di liquidi inquinanti. Il ministro Orlando parla di “uno strumento importante a favore del nostro Paese, che ci pone all’avanguardia a livello internazionale e che nelle scorse settimane ci ha permesso di bloccare tempestivamente casi gravi di inquinamento, come quello avvenuto a fine luglio nel porto di Salerno”.

La flotta è costituita da 9 navi d’altura e da 26 navi costiere oltre a diversi battelli minori e di servizio, presenti nei maggiori porti italiani e negli scali a maggiore rischio di inquinamento.

La flotta dovrà agire in poco tempo dopo un eventuale allarme dato dalle Capitanerie di porto, che presidiano e controllano il mare.

Le strategie di intervento prevedono di trattare la maggior parte dell’inquinamento al largo e il più rapidamente possibile, cercare di arrestare l’espansione dell’eventuale sversamento di liquidi (come ad esempio il petrolio o idrocarburi raffinati), per difendere le coste e le aree sensibili. Per contenere l’espansione dell’inquinamento vengono preferiti innanzitutto metodi meccanici di contenimento, come le barriere galleggianti, e di raccolta tramite l’aspirazione. Quando i metodi meccanici non bastano si può ricorrere a prodotti ad azione assorbente o disperdente. La scelta dipende da diversi fattori che vengono valutati caso per caso dalle Capitanerie di porto e dal ministero dell’Ambiente

[align=right]Source: Ministero Ambiente presenta fl...ane dal petrolio | Gaianews.it [/align]

Immagine
Sicchè....gli sfruttatori sporcano e voi ripulite, gli sfruttatori fanno utili e voi fate debiti per permettere a loro di fare utili.



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 11/08/2013, 22:41 
Cita:
Wolframio ha scritto:

Ministero Ambiente presenta flotta per difendere le coste italiane dal petrolio



Sicchè....gli sfruttatori sporcano e voi ripulite, gli sfruttatori fanno utili e voi fate debiti per permettere a loro di fare utili.


questi sono i vantaggi ke il governo procura all'italia,ma cosa si puo' pretendere da un gruppo di servi...........[;)]


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 6 messaggi ] 

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Oggi è 14/05/2025, 22:44
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org