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MessaggioInviato: 06/09/2010, 13:01 
Cina: 200 milioni di autovetture entro il 2020
Il paese mira a diventare il mercato di riferimento per le 'elettriche'


06 settembre, 12:04

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 74811.html

SHANGHAI - Secondo le stime la Cina dovrebbe avere, entro il 2020, 200 milioni di automobili sulle sue strade. Lo riferisce lo Shanghai Daily. ''Per affrontare i problemi legati all'ambiente a all'energia - ha detto Wang Fuchang, funzionario del Ministero dell'Industria - per la nostra industria e' vitale fare ogni sforzo possibile per promuovere l'energia pulita e le vetture elettriche''. Wang ha infatti ribadito che tra le priorita' della Cina per i prossimi dieci anni c'e' proprio l'incremento del mercato delle autovetture elettriche. Il paese mira infatti a diventare il piu' grande mercato mondiale per le auto elettriche con 5 milioni di vetture entro il 2020.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 07/09/2010, 11:14 
Auto elettrica, arriva un sistema per le lunghe distanze

Scritto da Antonino Neri
Venerdì 03 Settembre 2010

Immagine

Fonte:
http://www.nextme.it/veicoli/terrestri/ ... e-distanze

Per assicurare viaggi più scorrevoli ai pendolari, disegnare automobili elettriche e compatte non è abbastanza. Le auto elettriche di nuova generazione non possono affrontare le lunghe distanze e, senza questa possibilità, la maggior parte degli automobilisti non passeranno dal petrolio all’elettrico.

Il sistema 'Speedway', inventato dall’azienda Lumod di Monaco di Baviera, crea un aggiornamento alla struttura preesistente per aumentare l’autonomia e la velocità delle automobili normali ed elettriche. Questo aggiornamento consiste in un motore lineare al di sotto della superficie della strada. Il motore lavora senza alcun contatto con l’auto, e ciò permette un miglioramento senza alcuna modifica alla superficie superiore dell’asfalto. Possiamo scegliere se continuare ad utilizzare la nostra normale auto o passare al sistema Speedway utilizzando un adattatore.

Ciò significa che possiamo usare un’auto elettrica che copre circa il 90% dei nostri spostamenti con un’autonomia di circa 120 miglia. Quando ci serve più autonomia per guidare su superstrade ed autostrade passeremo al sistema Speedway. Il sistema si basa sulla forza di onde magnetiche e, allo stesso tempo, ricarica la batteria dell’auto.

Inoltre, integra la possibilità di guidare con un pilota automatico, poiché la posizione della nostra automobile viene rilevata automaticamente. Tuttavia, gli automobilisti possono sempre 'forzare' il sistema per guidare manualmente, anche se il veicolo è in grado di parcheggiarsi perfettamente da solo.

Ciò significa che non avremo più bisogno di fare il giro dell’isolato per cercare parcheggio: potremo infatti scendere dall’auto dove vogliamo e chiamarla quando vorremo andar via.

Antonino Neri



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MessaggioInviato: 24/09/2010, 15:41 
La Storia delle cose









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MessaggioInviato: 24/09/2010, 16:41 
Grande Bliss.....
lo cercavo lo cercavo.... ma ci hai pensato tu!

[:X]



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MessaggioInviato: 24/09/2010, 16:44 
[:)] [:)] [:)]



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MessaggioInviato: 24/09/2010, 16:54 
Cmq la maggior parte dei brevetti di macchine ad energia alternativa... sono state fermate e frenate dalla mafia del petrolio già dall'inizio degli anni 90.
CHE TRISTEZZA [:(]



I 3 video messi da Bliss dovrebbero aprire gli occhi, speriamo [^]


Ultima modifica di NOcoverUP il 24/09/2010, 16:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/10/2010, 11:39 
Europa: sesto mese di fila in rosso

A settembre immatricolazioni in calo del 9%.
La quota di mercato del Lingotto si attesta al 7%,
era all'8% un anno fa


15 ottobre, 09:09

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 91276.html

ROMA - Per il sesto mese consecutivo, a settembre il mercato europeo dell'auto chiude in 'rosso'. Il mese scorso - secondo i dati diffusi dall' Acea - le immatricolazioni di auto nuove in Europa (27 paesi Ue più quelli Efta) sono ammontate a 1.261.643 unità, in calo del 9,2% rispetto allo stesso mese del 2009 quando segnarono 1.389.211 unità. Ad agosto il mercato europeo aveva registrato una flessione del 12,1%. In Italia a settembre le nuove immatricolazioni erano state 154.429, in calo del 18,9% rispetto ad un anno fa. In calo anche il consuntivo europeo dei primi nove mesi. Da gennaio a settembre si sono immatricolate in Europa 10.564.453 nuove vetture, segnando un calo del 3,7% sullo stesso periodo del 2009.

FIAT IN EUROPA, -21,6% IMMATRICOLAZIONI GRUPPO A SETTEMBRE - Il gruppo Fiat ha immatricolato a settembre in Europa occidentale (15 paesi Ue più quelli Efta) 83.397 nuove autovetture, segnando un calo del 21,6% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Ad agosto Fiat Group aveva registrato una flessione del 23,9% Nei primi nove mesi dell'anno, il calo è stato del 13,9%, a 791.503 immatricolazioni.
Riguardo ai singoli brand del gruppo torinese, l'unico in progresso risulta Alfa Romeo che a settembre in Europa occidentale (15 Paesi Ue più quelli Efta) ha immatricolato 11.077 unità, in progresso del 9% rispetto alle 10.165 del settembre 2009. In calo invece del 23,7% Fiat, che ha venduto il mese scorso 64.852 unità (erano 84.948 un anno fa), e Lancia, che ha ceduto a settembre il 35,6% segnando 6.924 nuove immatricolazioni (10.758 a settembre del 2009).

QUOTA MERCATO GRUPPO A SETTEMBRE SCENDE AL 7% La quota di mercato del gruppo Fiat in Europa occidentale (15 paesi Ue più quelli Efta) si è attestata a settembre al 7%, in calo rispetto all'8% registrato a settembre di un anno fa. Ad agosto la quota di Fiat Group era al 6,6%. Nei primi nove mesi dell'anno la quota del gruppo torinese in Europa occidentale si è attestata al 7,9%, contro l'8,9% dello stesso periodo di un anno fa.

Riguardo ai singoli brand del gruppo, a settembre in Europa occidentale (Ue a 15 più i Paesi Efta) la quota di Alfa Romeo è leggermente salita allo 0,9%, contro lo 0,8% di un anno fa. In discesa invece Fiat, che ha segnato una quota del 5,4%, contro il 6,4% di un anno fa, e Lancia scesa il mese scorso allo 0,6%, contro lo 0,8% di settembre 2009.



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MessaggioInviato: 18/10/2010, 17:19 
L'auto elettrica, una storia infinita
Nel 1800 era la preferita della nobildonne, oggi appare come una lussuosa citycar

L'ultimo Salone di Parigi si chiude oggi con un'unica, incontrovertibile, certezza: l'auto elettrica è una realtà. Una realtà non solo ideologica, ma anche industriale. Chissà, sarà il progressivo aumentare del prezzo del petrolio (spaventoso segnale di una definitiva crisi dei combustibili fossili che prima o poi scatenerà una rivoluzione economica globale) o sarà una quasi incredibile presa di coscienza da parte delle lobby industriali; non è dato saperlo: sta di fatto che l'industria si è finalmente orientata.

ALTRO CHE MODERNA
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l'auto elettrica non è un fenomeno moderno. Non è neanche il frutto di quel germe ecologista nato alla fine degli anni '60 ed amplificatosi con le crisi energetiche del decennio successivo. Assolutamente no: agli esordi della motorizzazione – a fine Ottocento – il motore elettrico è stato un temibile, pericolosissimo – e insospettato - concorrente del motore endotermico. Se non altro perchè era una tecnologia già consolidata, già ampiamente utilizzata in campo industriale. La prima carrozza automobile, modificata con un motore elettrico, la si deve allo scozzese Anderson. Erano gli anni '30 dell'Ottocento, quando era ormai noto che il vapore era solo una tecnologia scomoda e pesante e circa vent'anni prima dell'invenzione di Barsanti e Matteucci destinata a cambiare il mondo: il motore a scoppio. Per tutto l'Ottocento, l'elettrico sembrava essere la naturale soluzione da destinare al futuro dell'automobile: si trattava di un prodotto d'èlite ed apprezzato, visto che le esigenze dell'epoca non richiedevano prestazioni elevate in senso assoluto (mediamente le prime automobili elettriche avevano velocità massime nell'ordine dei trenta orari). L'unico freno allo sviluppo erano gli accumulatori, che limitavano l'autonomia a poche decine di chilometri e relegavano l'automobile elettrica a poco più che un giocattolo da città. Una prima svolta, in senso positivo, si ebbe nel 1859, quando il francese Gaston Planté concepì l'accumulatore al piombo, con lastre immerse in una soluzione di acqua distillata e acido solforico. L'idea era vincente, tanto da essere utilizzata ancora oggi, e permise un sensibile miglioramento dell'autonomia.

LA JAMAIS CONTENTE
Lo sviluppo del motore elettrico, nell'Ottocento, raggiunse il suo massimo splendore nel 1899 con la creatura del belga Camille Jenatzy, la Jamais Contente, una sorta si siluro su quattro ruote. Jenatzy era intenzionato a raccogliere la sfida della rivista "La France Automobile" per le migliori tecnologie in campo, innescando una lotta senza esclusione di colpi con il francese Gaston de Chasseloup-Laubat. Nel gennaio del 1899 Jenatzy e la sua creatura (che una leggenda ne vuole legato il nome all'insignificante autonomia), raggiunsero la velocità di 66.5 km/h, limite subito innalzato a 70 km/h da de Chasseloup-Laubat. La sfida ormai era lanciata: in una seconda gara de Chasseloup-Laubat superò gli 80 km/h e in una terza, lo stesso, arrivò al traguardo dei 94 km/h, mentre Jenatzy fu costantemente costretto al ritiro da varie noie meccaniche. Tutto ciò non fece demordere il belga che, nel maggio dello stesso anno, con una Jamais Contente adeguatamente aggiornata nella gestione della potenza, raggiunse l'incredibile velocità di 105.88 km/h, superando per la prima volta nella storia dell'automobile il traguardo dei 100 orari e scrivendo un'importante pagina di storia dell'automobilismo. E questo mentre il motore a scoppio per autotrazione muoveva ancora i primi passi.

L'AUTO DIVENTA UN FENOMENO DI MASSA
Ad inizio Novecento, la concorrenza tra il vapore, l'elettrico e l'endotermico era serrata. Negli Stati Uniti il mercato dei veicoli a motore (leggeri e pesanti), vedeva il 40% del parco circolante adottare la propulsione a vapore, il 38% quella elettrica ed il 22% il motore a combustione interna. E proprio in USA, dove l'automobilismo era già un fenomeno di massa, si svilupparono varie aziende come la Backer Electric e la Detroit Electric e la più nota Studebacker, che producevano automobili spesso premiate dal mercato a scapito di modelli concorrenti con motore a benzina. Senza dubbio, l'ago delle prestazioni e dell'autonomia pendeva di più verso il motore a scoppio (sicuramente più duttile), ma l'elettrico garantiva una migliore semplicità, una relativamente elevata affidabilità e, soprattutto, era una tecnologia “pulita” (non in senso ecologista, ma in senso letterale): le automobili elettriche, per le loro caratteristiche, erano le preferite dalle nobildonne di città poco affini ad armeggiare con radiatori, anticipi, carburatori, punti d'ingrassaggio, fumi vari e odore di olio bruciato. Mentre sul fronte dei trasporti pubblici – che necessitavano di ben altre infrastrutture – si faceva largo il concetto di filobus, soppiantando in città gli autobus a petrolio e i pirobus a vapore, la Backer Electric e la Detroit Electric, nonostante la rudimentale tecnologia di controllo della potenza (c'erano le valvole termoioniche e il transistor era solo un'idea), riuscirono a realizzare automobili con autonomie che variavano tra poco meno di 100 ed i 280 km, vendendone alcune migliaia di unità: un traguardo destinato a rimanere quasi del tutto immobile per un intero secolo. Purtroppo le limitatissime prestazioni – la velocità massima era sempre pari ai fatidici 30 km/h – a lungo andare ne penalizzarono la diffusione. Negli anni '20 del secolo scorso, la tecnologia era decaduta e già non se ne parlava più.

RISORGERE DALLA CRISI
Per attendere un nuovo sviluppo dell'elettrico bisognerà tuffarsi nell'Europa della Seconda Guerra Mondiale, dove i tecnici Peugeot – in una piccola officina della Regione Parigina – produssero in piccolissima serie tra il 1941 e il 1945 un'essenziale utilitaria due posti: la VLV (Voiture Légère de Ville - vettura leggera da città - in questi giorni in mostra a Parigi). Grazie al peso ridotto, meno di 350 kg, la VLV – realizzata in 377 esemplari - con il suo motore da 1,5 cv e il suo bel pacco di quattro batterie al piombo da 12V sistemate nel cofano anteriore, garantiva – a chi poteva permettersela – di girare in automobile nonostante il razionamento dei carburanti. Ovviamente si girava in città, visto che anche la VLV non andava oltre la soglia dei 30 km/h.

LA HENNEY KILOWATT
Terminata la guerra, l'elettrico ricadde nell'oblìo: non aveva senso riconvertire l'industria pesante. E all'industria non conveniva investire denaro in una tecnologia che, seppur con oltre un secolo di maturità, non era mai stata adeguatamente sviluppata. Dal punto di vista degli accumulatori, poi, si era praticamente fermi all'Ottocento. E, senza remore, si era ancora in pieno boom petrolifero. Addirittura negli USA, paradossale patria della motorizzazione elettrica, la trazione a combustibili fossili prese piede anche in ferrovia, dove razionalmente non avrebbe senso. Tuttavia un certa, piccola, parte di tecnici continuava imperterrita a credere nella trazione elettrica e, tra decine di studi indipendenti rigorosamente caduti nel dimenticatoio, emerse nel 1959 la Henney Kilowatt. Il nome era evocativo e l'auto si presentava nel migliore dei modi. Realizzata dalla Henney Motor Company, dello stato di New York, la Kilowatt era realizzata riempiendo la scocca di una Reanult Dauphine con un motore elettrico posteriore e un pacco di accumulatori nel cofano anteriore. Per la prima volta l'elettronica di potenza era a transistor. La prima versione, alimentata a 36V permetteva alla berlinetta di raggiungere la ragguardevole velocità di circa 65 km/h con un'autonomia pari a 65 km (40 mph, 40 mi), mentre la versione del '60, con una nuova elettronica di potenza e alimentata a 72V, raggiungeva i 97 km/h con un'autonomia di 97 km (60 mph, 60 mi). Fu regolarmente messa in vendita, ma ne furono commercializzate circa una trentina. Neanche la Kilowatt, nonostante le buone prestazioni e l'aspetto da comune automobile, riuscì a dare il giusto riscatto alla propulsione elettrica. Tant'è che fino agli anni '80 di elettrico non se ne parlò praticamente più, ad esclusione di pochi studi rimasti allo stadio prototipale, tra i quali acquisirono particolare risalto gli studi Ford (tra cui la Comuta), in cui si cercò di dare una svolta agli accumulatori con nuove tecnologie, la Zagato Zele o la piccola Varzina.

LA SVOLTA MODERNA: LA EV1
Gli studi, quindi, sui veicoli elettrici ripresero in massa negli anni '90, quando – in Europa – la Fiat e la Peugeot produssero in serie versioni elettriche delle utilitarie Panda, Cinquecento, Seicento, 106 e Citroen Saxo. I problemi rimanevano i medesimi: prestazioni ed autonomia troppo limitate in relazione al costo dei veicoli (nel frattempo notevolmente lievitato a causa della sempre più raffinata elettronica di potenza). Ma qualcosa stava cambiando: proprio nel 1990 la General Motors presentò il prototipo Impact, una profilatissima coupè che prometteva di rivoluzionare il concetto di auto elettrica. La Impact si trasformò nel 1996 nella EV1: pressochè identica esteticamente e spinta da un propulsore da 102 kW. La EV1 grazie all'ottima elettronica di potenza e ad accumulatori particolarmente efficienti (al pimobo acido prima e al nichel-metal idruro poi), sfoggiava prestazioni di rilievo: 130 km/h limitati (la Impact era accreditata di 160 orari), da 0 a 100 in 8 secondi e un'autonomia variabile fino al limite massimo di 240 km. La EV1 può definirsi la prima automobile elettrica di concezione moderna, che non lesina in prestazioni e presenta una discreta autonomia. Ne furono prodotte meno di 1200 di cui i due terzi distribuiti ad un selezionato pubblico in leasing, attraverso la rete commerciale Saturn, in California ed Ariziona. L'esperimento fu un successo popolare, tanto che l'inaspettato ritiro dal mercato, al termine dei contratti di locazione, senza un'erede scatenò aspre polemiche tra gli ambientalisti, al punto da indurre la realizzazione anche di un film-documentario sulla vicenda: "Who killed the electric car?". In realtà il progetto era sperimentale e tale fu definito fin dall'inizio: contratti di locazione dalla scadenza prefissata e l'impossibilità di acquistarne gli esemplari dismessi (oggi, per altro quasi del tutto distrutti), non lasciava il campo a molti dubbi.

QUANTO COSTA OGGI E QUANDO SI POTRA' COMPRARE
Il progetto EV1 si chiuse del tutto nel 2003, ma a partire già dal 1997 altri costruttori si erano espressi con veicoli dedicati, Honda e Chrysler in testa, mentre altri ancora si dedicarono alla trasformazione di modelli di grande diffusione, come Toyota, Peugeot, Ford e Nissan. Negli ultimi anni, gli accumulatori di maggior diffusione sono passati dal nichel metal-idruro, al nichel-cadmio, fino alla leggere, ma costosa, tecnologia agli ioni di litio. L'ultimo progetto, prima delle elettriche del nuovo millennio, è stata la TH!NK, piccola vetturetta prodotta da una casa indipendente svedese e il cui progetto è stato successivamente sviluppato ed evoluto dalla Ford nei primi anni del 2000. Nel 2008 l'americana Tesla Roadster ha aperto il campo all'automobile elettrica matura, dopo quasi duecento anni, finalmente priva di complessi. Ed eccoci alla svolta: il 2011 avrà in listino l'auto elettrica. Quasi tutti i costruttori - Renault, Nissan, MINI, smart, Peugeot, Opel e Mitsubishi in testa - hanno presentato le loro proposte di grande serie e, sebbene alcuni progetti stentino a decollare (come la Pininfarina Bluecar), l'interesse da parte degli automobilisti è alto. Resta l'incognita del prezzo - che senza incentivi (come accade in Italia) è molto alto (una citycar costa intorno ai 36.000 euro) -, ma in ogni caso abbiamo una grande certezza: finalmente le auto elettriche esistono!

Fonte
http://www.omniauto.it/magazine/13781/a ... a-infinita


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In Cina 1 milione di auto elettriche l'anno entro il 2020

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Fonte:
http://www.ecoblog.it/post/11344/in-cin ... ro-il-2020

Il ministro cinese per la Scienza e la Tecnologia Wan Gang, quello che ha appena stretto un accordo con l’omologa italiana Stefania Prestigiacomo (http://www.ecoblog.it/post/11294/italia ... ovviamente), ha annunciato che il gigante asiatico produrrà entro il 2020 un milione di auto completamente elettriche l’anno.

Wan Gang ha anche aggiunto che, essendo ormai la Cina il maggior mercato dell’auto nel mondo, lo sviluppo della mobilità sostenibile avrà un ruolo chiave. Attualmente in Cina si vendono circa 9 milioni di automobili ogni anno, quindi il traguardo del milione di veicoli elettrici non è affatto indifferente.

Da questo punto di vista va notato lo sforzo complessivo del governo cinese che, seppur in un numero limitato di grandi città pilota, mette a disposizione un incentivo da 60.000 yuan (oltre 6.000 euro) per l’acquisto di auto completamente elettriche.

Le città in questione sono: Shanghai, Changchun, Shenzhen, Hangzhou e Hefei. Il resto della Cina sta a guardare ma, tutto sommato, l’impatto che può avere la produzione di un milione di auto elettriche ogni anno sul mercato globale e sull’industria dell’auto (e soprattutto delle batterie elettriche) si sentirà assai probabilmente anche nel vecchio continente e negli Stati Uniti.

Link: Xinhuan News
http://news.xinhuanet.com/english2010/c ... 560296.htm

Fonte:
http://www.ecoblog.it/post/11344/in-cin ... ro-il-2020



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http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1026814


Domanda: ma perchè Marchionne, invece di produrre bidoni
che vanno a petrolio, non si mette a produrre bidoni elettrici?

Non capisco....



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MessaggioInviato: 27/10/2010, 16:55 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


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http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1026814


Domanda: ma perchè Marchionne, invece di produrre bidoni
che vanno a petrolio, non si mette a produrre bidoni elettrici?

Non capisco....


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... ezione=254


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TEDxCharlotte 2010 - Randy Powell (sub Ita)


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Segnalato da manucaos [8)]

Who killed The Electric Car




















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Auto elettriche, spionaggio alla Renault: licenziati tre top manager

Il ministro dell'Industria francese: caso grave, è una guerra economica

06 gennaio, 19:55

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 93263.html

di Luana De Micco

PARIGI - Tre top manager licenziati. Una guerra economica tra case automobilistiche. Segreti aziendali sulle auto elettriche che filtrano. Ci sono tutti gli elementi per un film di spionaggio nello scandalo che sta facendo tremare da ieri il colosso automobilistico francese Renault.

Dopo la sospensione dei tre dirigenti sospettati di spionaggio industriale, la vicenda si e' trasformata anche in affare di Stato, con l'intervento del ministro dell'Industria, Eric Besson, che, sottolineando la ''gravita''' del caso, non ha esitato ad affermare: ''l'espressione guerra economica in questo caso e' appropriata''. Renault ed i suoi 54.000 dipendenti sono sotto shock. ''Sembra di vivere in un incubo'', ha detto a Le Fig.aro un funzionario della casa automobilistica. La posta in gioco e' alta. Secondo indiscrezioni, la fuga di notizie riguarderebbe infatti il programma di veicolo elettrico, al momento il piu' importante del marchio francese. Renault, il cui 15% e' ancora detenuto dallo Stato, e il suo partner giapponese Nissan hanno gia' investito 4 miliardi di euro nel progetto. Renault lancera' sul mercato a meta' anno due modelli in versione elettrica, la berlina familiare Fluence e il furgone Kangoo Express. Quindi sara' la volta della piccola Twizy e della miniberlina Zoe, entrambe elettriche. Tutto avrebbe avuto inizio l'estate scorsa, con un rapporto inviato al ''comitato di deontologia'' (organismo fondato nel 2007) in cui era stato segnalato il comportamento ''eticamente discutibile'' di tre manager. Di qui l'apertura di un'inchiesta interna che avrebbe accertato gravi violazioni del codice etico. Talmente gravi da comportare appunto il licenziamento dei tre. In una nota, il direttore giuridico e deontologico del gruppo, Christian Husson, ha ammesso che i tre manager hanno agito mettendo ''a rischio, coscientemente e deliberatamente, le attivita' dell'impresa''. Uno dei tre sarebbe un membro del comitato direttivo di Renault (una trentina di persone molto vicine al presidente Carlos Ghosn), di nome Michel Balthazard, secondo le informazioni pubblicate oggi da Le Monde. Gli altri due, sempre secondo il quotidiano, sarebbero il braccio destro di Balthazard, Bertrand Rochette, e un responsabile del programma dei veicoli elettrici, Matthieu Tenenbaum. Sulla scia degli eventi, il patron dell'altro grande costruttore automobilistico francese, PSA Peugeot Citroen, Philippe Varin, ha voluto essere rassicurante. Il suo gruppo, sostiene, e' ''estremamente vigile'' di fronte ai rischi di spionaggio. Meno rassicurante quanto rivelato invece da WikiLeaks: proprio due giorni fa, come nota Le Parisien, il sito internet di Assange aveva affermato che la Francia, piu' della Russia e della Cina, e' l' ''Impero del Male'' in campo di spionaggio industriale.



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Eh certo... che facciamo non speculiamo anche sulle auto elettriche?



Auto: nuova tariffa ricarica elettrica
Introdotte regole e agevolazioni per sviluppo infrastrutture


Immagine

07 gennaio, 19:50

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 71368.html

(ANSA) - ROMA, 7 GEN - Entra in vigore da gennaio la nuova tariffa per la ricarica delle auto elettriche in citta' e in altri luoghi aperti al pubblico. Lo ha stabilito l'Autorita' per l'energia che ha introdotto nuove regole a sostegno dello sviluppo di infrastrutture di ricarica a pagamento dei veicoli elettrici e previsto anche semplificazioni ed agevolazioni per la realizzazione di alcuni progetti mirati di sperimentazione che verranno selezionati entro il 30 aprile.



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