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Ufologo 555 ha scritto:
Sembra che qui, solo un certo numero di persone hanno la testa a posto, gli altri sono tutti ... "schizzati"! Mah!
Ufologo 555 ha scritto:
Io, o voi che postate gli articoli dei vostri giornalettti e "travaglietti" ...
Ciao, stammi bene!
18/08/2010, 22:09
...Non vi è dubbio, peraltro, che l’economia più danneggiata sia quella cinese. La Cina ha sete di petrolio, perché la sua struttura produttiva, in cui predomina l’attività manifatturiera, consuma molta più energia di quella americana, dove prevalgono i servizi. Inoltre, a differenza degli USA e dell’Europa, l’elevato tasso di crescita cinese rende complicato assorbire importanti aumenti del prezzo di una materia fondamentale come il petrolio. L’incremento del costo del barile potrebbe scaricarsi in un parallelo aumento dell’inflazione cinese. Questo contribuirebbe a limitare il vantaggio competitivo delle merci del Celeste Impero, rallentandone le esportazioni e, quindi, la crescita economica. La Cina si trova in una situazione delicata, una brusca frenata congiunturale determinerebbe il serio pericolo di un collasso della sua economia, che rischierebbe una sorta di bolla sovrapproduttiva. Inoltre, il calo della produzione (per minori esportazioni) con i connessi problemi occupazionali e gli aumenti dei prezzi interni (inflazione) non farebbero che accrescere le tensioni sociali nel paese, già alte per il drastico ampliamento delle disuguaglianze di reddito tra le classi sociali.
È più che probabile che, allo stato attuale, ogni aumento del prezzo del petrolio determini un incremento del caos in Cina. È uno spiacevole effetto collaterale di una situazione oggettiva o un tassello di un piano più complessivo?
Toni Iero
1 "Il mondo segreto dell’oro nero"; Il Sole – 24 Ore del 2 ottobre 2004.
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