Time zone: Europe/Rome




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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 21/11/2019, 21:18 
A proposito di euro.........

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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 22/11/2019, 00:49 
MaxpoweR ha scritto:
Borghi e Bagnani sono altri due cialtroni buoni sol oa chiacchiere e d a scrivere idiozie su twitter

E meno male che scrivono "idiozie", per esempio quelle sul MES, altrimenti questi al governo firmerebbero qualsiasi porcata in incognito senza nemmeno passare dal parlamento.

Persino Giggino si è svegliato...
https://www.google.com/amp/s/amp.tgcom2 ... e/11358681



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 22/11/2019, 13:49 
A proposito di MES (cioè "Meccanismo Europeo di Stabilità") .......

https://tg24.sky.it/economia/approfondi ... sa-e-.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 12/02/2020, 19:33 
all'airbus sono un pò lenti..

Firefox_Screenshot_2020-02-12T18-26-17.508Z.png



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 13/02/2020, 12:48 
Tradurre i progetti dal tedesco evidentemente è un processo lento ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 08/04/2020, 14:42 
EROE!
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[V] Hanno già fatto sapere che "verrà punito"



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 22/04/2020, 21:32 
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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 22/04/2020, 23:54 
TheApologist ha scritto:
Guarda su youtube.com

'O POLENTONE, mah...............



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 23/04/2020, 00:00 
Non capisco perchè sto topic di mer.da, mi presente sotlo una (1) pagina e non posso citare, quel tipo con le palle che ha avuto il coraggio e le decenza di sradicare la bandiera europea.
Sarà perchè è un noddico polentone??

Bando agli scherzi, temo proprio che la "battaglia" sia già cominciata anche a livello telematico. [:296]



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 06/05/2020, 15:58 
La corte tedesca sancisce la supremazia dello Stato nazionale sui Trattati europei
Maurizio Blondet 6 Maggio 2020 28 commenti
(traduzione di P. Becchi)

Mentre in Italia alcuni giornaloni diffondono la notizia (falsa!) che la corte costituzionale tedesca non avrebbe in sostanza cambiato nulla rispetto alla situazione attuale, il prof. Paolo Becchi – che è stato professore universitario anche in Germania – ha tradotto dal punto di vista letterale un breve passaggio fondamentale della sentenza odierna della corte di Karlsruhe:

“Gli Stati membri dell’Unione Europea, anche dopo l’entrata in vigore del contratto (Trattato) di Lisbona, restano signori (padroni) dei trattati, e la soglia verso lo Stato federale non è stata oltrepassata“.

Morale della favola: gli Stati Uniti d’Europa non esistono e non possono esistere. Gli Stati membri della Ue restano sovrani sui Trattati europei. La Germania di sicuro. In buona sostanza, la UE non esiste se non in funzione dell’interesse nazionale tedesco.


Giuseppe Palma
Cosa succede dopo Karlsruhe? Lo spiega Claudio Borghi

Guarda su youtube.com


Musso su Atlantico
Ribellione tedesca: la sentenza di Karlsruhe si abbatte su Bce, Trattati e Corte di giustizia Ue

(Le conclusioni):

La Corte ha denunciato il Trattato europeo, in una parte sua sostanziale. Da oggi il Trattato europeo non esiste più. Esiste solo la Legge Fondamentale tedesca.

La Corte pretende una definizione di politica monetaria apparentemente analfabeta, giacché è a ciascun noto che la politica monetaria non può, ma deve avere effetti su Stati-banche-risparmiatori-imprese. Ma, a guardar bene, la limitazione si applica unicamente alla fase espansiva, non a quella recessiva. Dunque, secondo Karlsruhe, la politica di una banca centrale è “monetaria” solo quando recessiva; quando è espansiva invece no, diventa politica “economica”, è ‘ultra vires’, è tirannia. Ne segue logicamente che la politica monetaria espansiva non può che essere soggetta al preventivo voto favorevole del Bundestag. Come avevamo scritto su Atlantico: dal “whatever it takes” di Draghi al “whatever the Bundestag agrees”, qualsivoglia cosa gradisca il Bundestag.

Quindi e conseguentemente, la Corte ha dichiarato incostituzionale l’indipendenza della banca centrale: della Bce, certo, ma pure della Bundesbank.

La sentenza è a valere sul primo QE di Draghi (dunque sui reinvestimenti), ma pure sul secondo QE di Draghi (quello ancora in corso). E praticamente pure sul PEPP, giacché esso va rinnovato l’autunno che viene. Sono aboliti il “reinvestimento” di Draghi, lo “illimitato” di Draghi, la “flessibilità” della Lagarde, è reimposto il divieto all’acquisto di titoli di Stato junk. In altri termini, la Germania ribelle pretende, non un accomodamento, bensì la piena sottomissione della Bce e del resto d’Europa. La Germania ribelle pretende di sedere sola in trono.

Qualsivoglia nuova modifica formale del Trattato non potrebbe che essere aderente alla sentenza in parola. Dunque restrittiva, rispetto al Trattato esistente. In altre parole, con la Germania dentro, l’Euro sopravviverà senza QE o non sopravviverà. Quindi, con la Germania dentro, non sopravviverà.

Palla a Parigi. Che deve scegliere, se sottomettersi a Berlino divenendone pure formalmente un vassallo, ovvero se accettare un limes monetario fra sé e la Germania (entrambe plausibilmente coi relativi satelliti, Italia inclusa): pur entrambe sempre nell’Euro ma senza libera circolazione dei capitali da una all’altra delle due nuove zone monetarie. Tertium non datur.

I titoli sul sito di Repubblica, cambiati minuto dopo minuto:

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Illuminante la reazione di David Carretta, il corrispondente da Bruxelles di Radio Radicale, colonna della Culto del Morto Pannella, europeista d’acciaio. Ad uno che gli dice: “Ti vedo in difficoltà”, risponde

“C’è sempre il Bilderberg. Quello è il vero “Più Europa”:
I tedeschi e il Target 2. Ci devono 400 miliardi.
…quasi tutta la politica tedesca, e quindi anche media e cittadini tedeschi, sono convinti, sbagliando, che tutto quello che è indicato come saldo in T2 sia un loro credito.
In realtà è un NOSTRO credito. Sono capitali che gli italiani ricchi hanno fatto affluire verso la Germania, fuga di capitali (oggi legale). Lo dice persino Bankitalia, la loro serva:

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:The Target 2 balances are CREDITS of the Italian private sector on Germany, linked with capital exits from Italy This is not an Italian debt towards Germany, but exactly the reverse The most incredible is that Germans can make think to the rest of EU that this is their credits

Germany needs to reimburse EUR 400 billions to the Italian households and companies.

In caso di scioglimento dell’eruo, è la Germania che deve restituire 400 miliardi alle famiglie e imprese italiane.


https://www.maurizioblondet.it/la-corte ... i-europei/


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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 06/05/2020, 20:20 
quindi vale lo stesso per noi no?



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 06/05/2020, 23:20 
https://it.insideover.com/politica/linc ... e_redirect

La Germania è una nazione che fatica ad accettare l’eguaglianza tra i popoli europei, anche dopo esperienze tragiche come due guerre mondiali e il nazismo. Ancora oggi Berlino si arroga il diritto di guardare tutti dall’alto basso occupando un trono fittizio che nessuno le ha assegnato.

loro può..

il 52% degli aiuti covid va alla germania e nessuno fiata,
una quota maggiore di qe va (motivatamente) all'italia rispetto ai crucchi
e quelli latrano e frignano..
inaudito..
per non parlare del surplus commerciale irregolare da eoni..


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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 07/05/2020, 12:38 
Cita:
Un salutare ceffone di sovranità

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di Antonio Di Siena

Che fosse tutto un bluff e l'euro avesse le ore contate io ve l'avevo detto il 20 marzo, finalmente qualcuno molto più autorevole del sottoscritto ieri l'ha messo nero su bianco.


La Corte costituzionale tedesca infatti con una sentenza storica ha buttato giù mesi di menzogne e propaganda europeista, riportando sulla terra i dormienti altroeuropeisti sognanti di casa nostra. Certo se qualcuno dei nostri si è limitato ad ascoltare Gualtieri e a leggere i titoli degli “specialisti dell'informazione” allora nella migliore delle ipotesi non c'ha capito niente. Nella peggiore ha capito il contrario di quello che è successo.


Quindi cerchiamo di spiegare cosa è accaduto ieri a Karlsruhe.


Molto banalmente la Suprema Corte di Germania ha sancito che il programma di quantitative easing per come lo conosciamo non può più proseguire. E che la decisione della Corte di Giustizia che lo legittimava è assolutamente arbitraria.


Non esattamente una bazzecola di sentenza quindi.


Secondo i giudici tedeschi infatti la pronuncia della CGUE ignorando “completamente gli effetti di politica economica del programma” ha violato il principio di proporzionalità. La norma che regola l'esercizio delle competenze fra Unione e Stati membri e impone una chiara limitazione all'azione delle istituzioni comunitarie: raggiungere gli obiettivi fissati dai trattati in modo coerente ed equilibrato fra forma e sostanza degli atti adottati.


Detto in altre parole.


Secondo Karlsruhe il programma PSPP adottato per perseguire l'obiettivo dell'inflazione intorno al 2% “intossica” l'eurosistema con titoli di Stato di Paesi indebitati (e quindi instabili), mettendo a rischio le banche e i risparmi dei cittadini e violando il principio di concorrenza. E proseguire con questo programma comporta inevitabilmente il rischio di una forte instabilità dell'eurozona. Un rapporto costi/benefici molto sbilanciato quindi, che necessitava una valutazione più attenta e complessiva che BCE non ha fatto.

Andando “ultra vires”, oltre i propri poteri.

La banca centrale europea è infatti competente in materia monetaria e non in politica economica. La politica economica è di competenza degli Stati membri (cheché ne pensino Gentiloni e il resto del Piddì). E l'Unione europea può semplicemente definire le modalità attraverso cui gli Stati debbano coordinare le predette politiche.

Un rilievo di importanza capitale quello fatto alla CGUE dalla Corte di Karlsruhe giacché ribadisce un principio fondamentale. Ovvero che “sebbene i casi in cui le istituzioni dell'UE superino le loro competenze siano eccezionalmente possibili [..] gli Stati membri rimangono i padroni dei trattati”. E pertanto essi non soltanto possono, ma devono procedere con un sindacato di legittimità al fine di impedire che le istituzioni UE procedano motu proprio a modifiche unilaterali dei Trattati e quindi all'ampliamento delle loro competenze.

Tradotto: il pilota automatico e il “whatever it takes” nei Trattati non stanno scritti da nessuna parte. E agli ordinamenti nazionali spetta il potere di verifica sugli atti dell'UE.

Un controllo quindi non soltanto legittimo, ma addirittura fondamentale al fine di garantire il principio democratico nonché quello che la Costituzione italiana definisce magistralmente “limitazione di sovranità a parità fra altri Stati” (peccato che da questa parte delle Alpi in molti abbiano volutamente ignorando e stravolto il significato palese del tenore della norma richiamata, ma questa è un'altra storia).

Ribadito l'ovvio, quello che se lo dici in Italia sei un pericoloso fascista, la Corte ha poi provveduto a riposizionare i paletti che già aveva piantato nel 2013 a seguito della sentenza sugli OMT.
E quindi ha deciso che il quantitative easing può continuare solo ed esclusivamente a patto che:

1 -il volume degli acquisti continui ad essere PRE-determinato;
2 -siano tassativamente rispettate le capital key;
3 -vengano acquistati esclusivamente titoli di Stati con una valutazione positiva di solvibilità e che possono accedere al mercato obbligazionario;
4 -le operazioni di acquisti siano limitate al mantenimento dell'inflazione entro i parametri stabiliti;
5 -non vi sia alcuna ripartizione delle perdite sugli acquisti dentro l'eurosistema.


Il rispetto di queste prescrizioni poi dovrà essere oggetto di attenta, precisa e puntuale vigilanza da parte del governo tedesco al fine di scongiurare che il loro superamento possa avere effetti negativi all'interno dell'economia tedesca. A tal fine il Bundesregierung dovrà “intraprendere azioni adeguate per limitare l'impatto interno [..] e continuare a monitorare le decisioni dell'eurosistema sugli acquisti di titoli di Stato nell'ambito del PSPP utilizzando i mezzi a disposizione per garantire che il SEBC rimanga nel suo mandato”.


E il primo passo di questo processo di vigilanza attiva è la messa in mora della BCE.

Alla banca centrale europea infatti è stato intimato un termine di tre mesi per dimostrare (rectius giustificare) che lo scostamento dai parametri rispetti il criterio di proporzionalità in modo oggettivamente comprovato.

Tradotto.

Se la BCE non si conforma (rectius si sottomette) a Berlino la Germania si chiama fuori dal programma che ha mantenuto in piedi l'euro negli ultimi 10 anni.

Piaccia o meno quindi questa sentenza apre una crisi politica gigantesca dentro UE e da cui discendono alcune banali considerazioni.

La prima è che mina le fondamenta giuridiche sia del principio di supremazia del diritto comunitario sugli ordinamenti nazionali, sia della teoria dualistica. Se c'è uno Stato (qualunque esso sia) che la nega, allora non esistono più le condizioni per le limitazioni di sovranità a parità fra Stati ancoraggio interpretativo dell'art. 11 della nostra Costituzione. E di questo mutamento di scenario non possiamo non prenderne atto. In mancanza sarebbero giuristi e classe politica italiana a violare palesemente quello stesso principio fondamentale da mezzo secolo perno della partecipazione del nostro Paese al processo di costruzione europea.

La seconda è relativa al principio di indipendenza della BCE. Da oggi infatti la banca centrale è con tutta evidenza sotto ricatto e quindi subordinata all'impianto normativo (e al volere) della potenza egemone tedesca. Con buona pace di liberisti, anti-statalisti e europeisti di casa nostra.

La terza, di natura pratica, è che la sentenza di ieri travolge irrimediabilmente l'unico strumento che fino ad oggi ha consentito alla moneta unica di restare in piedi. E con esso il piano economico straordinario da 750 mld predisposto dalla Lagarde per affrontare l'emergenza Covid-19. E mette una pietra tombale sulla pur remotissima ipotesi eurobond. Per Karlsruhe non si possono fare. Fine della storia. Questo comporta inevitabilmente la paralisi delle istituzioni UE che, impossibilitate a predisporre qualunque tipo di piano, finiscono in un immobilismo imposto le cui conseguenze sui mercati sono assolutamente imprevedibili (e non certamente positive).

La quarta è che rebus sic stantibus (e in ogni caso), fra 3 mesi l'euro che conosciamo non ci sarà più. Se sopravviverà sarà solo perché la Germania è uscita (probabilmente insieme ai suoi stati satellite). Diversamente finisce il QE e quindi finisce anche l'euro. Certo questa seconda ipotesi quasi certamente comporterà una lenta e lunga agonia che porterà alcuni Paesi del sud al default e quindi al ricorso all'unico strumento ancora utilizzabile: il MES, con ricadute drammatiche sul piano sociale, finanziario e di ordine pubblico per le nazioni coinvolte. Non è dato sapere se a questo seguirà un processo aggregativo alternativo (l'euro-mediterraneo) o il ritorno alle monete nazionali, in ogni caso il destino di questa moneta unica è segnato.

La quinta è di natura più squisitamente filosofico-giuridica e attiene al dibattito che sta seguendo a questa storica sentenza. Non è infatti l'egoismo ad aver mosso i supremi giudici tedeschi nella direzione ora esaminata, anche perché i giudici, specialmente se riuniti in una corte, non sottostanno certo alle pulsioni umane. Essi sono subordinati soltanto alla legge. E la legge tedesca impone alle istituzioni teutoniche di accettare limitazioni di sovranità solo ed esclusivamente a patto che la Legge Fondamentale (la loro Costituzione) mantenga la supremazia nel decidere la vita e il futuro del popolo tedesco.

Il che significa che i tedeschi (a differenza nostra) hanno in grandissima considerazione le loro leggi e i principi ad esse sottese, e quindi la loro pluri-secolare e straordinaria tradizione codicistica e di filosofia giuridica. Tengono cioè enormemente a due parole che non a caso sono esprimibili quasi esclusivamente in tedesco. “Grundnorm”, quindi alla norma suprema posta a fondamento di ogni altra e pertanto base di tutta la produzione giuridica; e “Zeitgeist” e quindi allo loro capacità di essere adeguatamente interpreti (giuridicamente) dello spirito del tempo.

In una concezione del diritto che, tutelando l'ordinamento interno, con tutta evidenza mette al centro (e al riparo) i processi decisionali popolari e quindi la democrazia.

Per questo quella di ieri è una sentenza storica.

Perché nel periodo mi massima espansione della “globalizzazione senza alternative” e dell’asseritamente inevitabile avvento delle entità sovranazionali, ci fornisce una magistrale lezione del significato di sovranità popolare.

Un salutare ceffone di sovranità che solo il rude pragmatismo tedesco poteva darci in questi termini.

Ecco perché non soltanto di “nec ultra vires” dovremmo parlare.

Quanto piuttosto di nec ultra viros. Non oltre gli uomini, non oltre i popoli e le leggi fondamentali che hanno deciso di darsi.

Also sprach Karlsruhe.

Notizia del: 06/05/2020

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-un_salutare_ceffone_di_sovranit/29278_34757/



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 Oggetto del messaggio: Re: Progetto Europa
MessaggioInviato: 07/05/2020, 12:43 
Cita:
Financial Times, la sentenza della Corte costituzionale tedesca è "una bomba sotto l’ordinamento giuridico dell’unione europea"

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Paolo Maddalena: "L’Italia deve immediatamente far ricorso, per superare la gravissima crisi economica in atto, aggravata dall’avvento del corona virus, all’emissione nel mercato di moneta di Stato a corso legale e non convertibile".


di Paolo Maddalena*

Sul piano europeo la sentenza della Corte costituzionale tedesca è stata giustamente considerata dal Financial Times come “una bomba sotto l’ordinamento giuridico dell’unione europea”.


I giudici di Karlsruhe hanno affermato che la Bce non deve svolgere una politica economica, ma soltanto una politica monetaria ed hanno sottolineato che gli acquisti dei titoli di Stato devono essere proporzionali alla quota capitale versata alla Bce dai singoli paesi membri. In sostanza ciascun paese può ottenere l’acquisto della Bce dei propri titoli di debito pubblico solo in proporzione dei contributi versati.


I giudici tedeschi hanno ragionato come se l’Unione europea potesse esistere senza vincoli di solidarietà, dimenticando che “la solidarietà economica e sociale” è un punto di forza dello stesso trattato di Maastricht e di quello di Lisbona. Cioè ha ragionato in modo privatistico come se si trattasse di una relazione commerciale tra singoli senza tenere in alcun conto che essi esaminavano un caso che riguarda la stessa esistenza dell’Unione europea.


Un forte sostegno hanno dato detti giudici alle politiche economiche nazionali, calpestando così tutti i principi dei trattati che chiedono una leale collaborazione tra gli stati membri.


L’obiettivo nascosto è quello di favorire la Germania sugli altri Stati membri, a questo punto, come abbiamo più volte ripetuto, l’Italia deve immediatamente far ricorso, per superare la gravissima crisi economica in atto, aggravata dall’avvento del corona virus, all’emissione nel mercato di moneta di Stato a corso legale e non convertibile.


Del resto l’euro non è a corso legale e i trattati, nonché lo statuto della Bce, non impediscono agli Stati una operazione come quella da noi proposta.


Bisogna inoltre organizzarsi per uscire dall’euro, nella cui zona noi siamo entrati con una semplice istanza rivolta alla Commissione e da questa passata al Consiglio dei ministri dopo aver sentito la Bce. E bisogna tenere presente che resta aperta la via per lo Stato italiano di chiedere alla Corte di giustizia europea se il comportamento di Germania, Austria, Olanda (che è un paradiso fiscale) e Paesi del nord Europa, possa ritenersi conforme a una esatta interpretazione dei trattati.


Questa richiesta da parte dello Stato italiano sarebbe possibile se i nostri governanti non avessero la testa imbottita da idee neoliberiste. Quelle idee che ci hanno portati a essere un paese privo di patrimonio pubblico e cioè di fonti di produzione della ricchezza nazionale appartenenti al popolo e che ci hanno costretti a chiedere prestiti al mercato generale con i tassi da esso imposti.


Basti pensare che non appena si è conosciuto il contenuto della sentenza della Corte costituzionale tedesca il nostro spread, e cioè l’ammontare degli interessi da pagare sul debito rispetto a quello della Germania, è schizzato da 229,6 punti base a 250, assestandosi poi a 244 punti base in chiusura.


Ma cosa c’entra una sentenza della Corte costituzionale germanica con la nostra economia interna? Siamo vittime di un arbitrio intollerabile, sia da parte dell’Europa, sia da parte dei mercati, i quali non fanno altro che accelerare la nostra completa distruzione.


E allora ripetiamo: nazionalizziamo quanto ci resta (senza pagare indennità di espropriazione poiché quanto abbiamo ceduto a privati e a multinazionali è contro le norme imperative degli articoli 41 e 42 della Costituzione, che sanciscono il rispetto dell’utilità sociale, della sicurezza, della liberà, della dignità umana e della funzione sociale della proprietà stessa e pertanto rendono nulli i relativi contratti di cessione ai sensi dell’articolo 1418 del Codice civile). Se la Germania segue la sua Corte costituzionale, gli italiani hanno il dovere di seguire la loro Costituzione Repubblicana e Democratica.


* Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

Notizia del: 06/05/2020

Fonte: Link




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Cita:
Financial Times, la sentenza della Corte costituzionale tedesca è "una bomba sotto l’ordinamento giuridico dell’unione europea"

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Paolo Maddalena: "L’Italia deve immediatamente far ricorso, per superare la gravissima crisi economica in atto, aggravata dall’avvento del corona virus, all’emissione nel mercato di moneta di Stato a corso legale e non convertibile".


di Paolo Maddalena*

Sul piano europeo la sentenza della Corte costituzionale tedesca è stata giustamente considerata dal Financial Times come “una bomba sotto l’ordinamento giuridico dell’unione europea”.


I giudici di Karlsruhe hanno affermato che la Bce non deve svolgere una politica economica, ma soltanto una politica monetaria ed hanno sottolineato che gli acquisti dei titoli di Stato devono essere proporzionali alla quota capitale versata alla Bce dai singoli paesi membri. In sostanza ciascun paese può ottenere l’acquisto della Bce dei propri titoli di debito pubblico solo in proporzione dei contributi versati.


I giudici tedeschi hanno ragionato come se l’Unione europea potesse esistere senza vincoli di solidarietà, dimenticando che “la solidarietà economica e sociale” è un punto di forza dello stesso trattato di Maastricht e di quello di Lisbona. Cioè ha ragionato in modo privatistico come se si trattasse di una relazione commerciale tra singoli senza tenere in alcun conto che essi esaminavano un caso che riguarda la stessa esistenza dell’Unione europea.


Un forte sostegno hanno dato detti giudici alle politiche economiche nazionali, calpestando così tutti i principi dei trattati che chiedono una leale collaborazione tra gli stati membri.


L’obiettivo nascosto è quello di favorire la Germania sugli altri Stati membri, a questo punto, come abbiamo più volte ripetuto, l’Italia deve immediatamente far ricorso, per superare la gravissima crisi economica in atto, aggravata dall’avvento del corona virus, all’emissione nel mercato di moneta di Stato a corso legale e non convertibile.


Del resto l’euro non è a corso legale e i trattati, nonché lo statuto della Bce, non impediscono agli Stati una operazione come quella da noi proposta.


Bisogna inoltre organizzarsi per uscire dall’euro, nella cui zona noi siamo entrati con una semplice istanza rivolta alla Commissione e da questa passata al Consiglio dei ministri dopo aver sentito la Bce. E bisogna tenere presente che resta aperta la via per lo Stato italiano di chiedere alla Corte di giustizia europea se il comportamento di Germania, Austria, Olanda (che è un paradiso fiscale) e Paesi del nord Europa, possa ritenersi conforme a una esatta interpretazione dei trattati.


Questa richiesta da parte dello Stato italiano sarebbe possibile se i nostri governanti non avessero la testa imbottita da idee neoliberiste. Quelle idee che ci hanno portati a essere un paese privo di patrimonio pubblico e cioè di fonti di produzione della ricchezza nazionale appartenenti al popolo e che ci hanno costretti a chiedere prestiti al mercato generale con i tassi da esso imposti.


Basti pensare che non appena si è conosciuto il contenuto della sentenza della Corte costituzionale tedesca il nostro spread, e cioè l’ammontare degli interessi da pagare sul debito rispetto a quello della Germania, è schizzato da 229,6 punti base a 250, assestandosi poi a 244 punti base in chiusura.


Ma cosa c’entra una sentenza della Corte costituzionale germanica con la nostra economia interna? Siamo vittime di un arbitrio intollerabile, sia da parte dell’Europa, sia da parte dei mercati, i quali non fanno altro che accelerare la nostra completa distruzione.


E allora ripetiamo: nazionalizziamo quanto ci resta (senza pagare indennità di espropriazione poiché quanto abbiamo ceduto a privati e a multinazionali è contro le norme imperative degli articoli 41 e 42 della Costituzione, che sanciscono il rispetto dell’utilità sociale, della sicurezza, della liberà, della dignità umana e della funzione sociale della proprietà stessa e pertanto rendono nulli i relativi contratti di cessione ai sensi dell’articolo 1418 del Codice civile). Se la Germania segue la sua Corte costituzionale, gli italiani hanno il dovere di seguire la loro Costituzione Repubblicana e Democratica.


* Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

Notizia del: 06/05/2020

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