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Governo vara norma a tutela degli inquinatori http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=8&t=7943 |
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Autore: | Blissenobiarella [ 18/09/2010, 15:02 ] |
Oggetto del messaggio: | Governo vara norma a tutela degli inquinatori |
Recepimento della direttiva europea 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria. Colpo basso del Governo che introduce "abusivamente" una norma a tutela degli inquinatori Il governo "asfissia" milioni di italiani con un decreto legislativo per "un'aria più pulita" http://www.peacelink.it/editoriale/a/32406.html Uno dei più potenti cancerogeni, il benzo(a)pirene, ora può superare il valore massimo di legge (1 ng/m3) senza che scattino provvedimenti obbligatori. Milioni di persone sono oggi esposte a questo cancerogeno che lo IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro) pone al vertice, in categoria 1, per pericolosità. Il PD dà voto favorevole al decreto del governo tramite Roberto Della Seta, già presidente di Legambiente. 18 settembre 2010 - Alessandro Marescotti Cosa stavate facendo lo scorso 13 agosto? Ricordate, non ricordate? Bene, mentre stavate facendo quelle cose lì, il governo era riunito per approvare un decreto legislativo per recepire la direttiva europea 2008/50/CE relativa alla “qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa”. Veramente lodevole, direte. Noi al mare o in montagna e loro a faticare per farci respirare un'aria più pulita! La verità è invece un'altra. In quella seduta del 13 agosto 2010 Berlusconi, la Prestigiacomo e gli altri ministri emanavano un decreto che sospendeva una importante misura di protezione della popolazione urbana che è quotidianamente minacciata da un cancerogeno molto diffuso ma poco conosciuto: il benzo(a)pirene. Avete capito bene: invece di riunirsi per darci “un'aria più pulita” (questo è scritto nel titolo della direttiva che dovevano recepire), il governo si riuniva per garantire chi inquina. Nel decreto infatti ci hanno infilato una norma che, anziché proteggere la salute, sposta al 2013 il divieto di superamento di 1 nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene. Il rischio chimico del benzo(a)pirene è ufficialmente contraddistinto da questo simbolo ufficiale CHIUDI Stiamo parlando di un cancerogeno classificato dallo IARC (l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro) nella categoria 1, quella di massima pericolosità. E quello che vedete qui accanto – il teschio con sfondo arancione – è il simbolo di rischio chimico che nella letteratura scientifica è associato al benzo(a)pirene. ![]() Ciò significa che il governo ha sospeso fino al 2013 le norme che ci difendevano da una sostanza che gli specialisti hanno classificato come altamente cancerogena. Come mai ce ne accorgiamo solo ora? Perché è appena il decreto legislativo è stato appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: 15 settembre 2010. Ma vediamo più da vicino la gravità dell'operazione compiuta dal governo. Dal 1° gennaio 1999 nei centri urbani con oltre 150 mila abitanti esisteva una normativa che imponeva il non superamento del valore di 1 nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene. Ora non c'è più questo divieto. Scatterà solo a partire dal 2013. E nel frattempo? Possiamo inalare benzo(a)pirene oltre quel valore di legge. Dopo il 31 dicembre 2013 il benzo(a)pirene non dovrebbe superare quel limite, ma se te tecnologie per ridurlo fossero troppo costose, allora possiamo continuare a respirarlo. Ma perché il governo ha avuto tanta fretta nell'approvare questo decreto? Perché in un quartiere di Taranto arrivavano i fumi dell'acciaieria Ilva. E lì il benzo(a)pirene superava il valore di legge di 1 nanogrammo a metro cubo. E così alcune menti raffinate, con ottime cognizioni scientifiche, hanno inserito nel decreto del governo degli articoli che “salvano” l'Ilva di Taranto. Quel decreto ha così evitato all'Ilva l'adozione di misure di contenimento delle emissioni cancerogene degli idrocarburi policiclici aromatici, una famiglia di componenti fra cui ci sono dei cancerogeni; fra questi il killer di maggior pericolosità è il benzo(a)pirene. La normativa in vigore dal 1° gennaio 1999 stabiliva che, se l'inquinamento non fosse sceso sotto 1 nanogrammo a metro cubo, era obbligatorio prendere tutti i provvedimenti del caso, dall'adozione delle migliori tecnologie fino alla fermata dell'impianto più cancerogeno: la cokeria. E così il governo quel 13 agosto 2010 ha “salvato” l'Ilva. Ma non i suoi operai che respirano benzo(a)pirene in quantitativi che potrebbero superare in cokeria i dieci pacchetti al giorno. Mentre i bambini del quartiere vicino respirano benzo(a)pirene per un'equivalente di mille sigarette all'anno. Ma quel 13 agosto il governo non ha fatto solo un regalo all'Ilva: ha messo a rischio milioni di persone che prima avevano una norma che le difendeva e ora non ce l'hanno più. Infatti la precedente normativa (che proteggeva le città con più di 150 mila abitanti) ora è stata sospesa e rimandata al 2013, salvo poi applicarla nel 2013 “solo se possibile” e solo se i costi economici non sono “eccessivi” (mentre ora vigeva il principio dell'obiettivo di qualità da raggiungere “costi quel che costi”). Ma quello che stupisce di questa operazione è il tempismo del Governo. ![]() Il 27 aprile 2010 l'Arpa Puglia manda a PeaceLink, alla mia attenzione, un fax in cui mette nero su bianco che per il benzo(a)pirene “il valore medio annuale di 1 nanogrammo a metro cubo doveva essere rispettato già a partire dal 1° gennaio 1999”. Il fax dell'Arpa Puglia a PeaceLink lo riportiamo in questa pagina web: lo vedete? E' esplicito: il benzo(a)pirene non deve oltrepassare il valore di legge a partire dal 1° gennaio 1999. Mentre l'Ilva nei suoi comunicati stampa dice che quel valore di legge diventa cogente a partire dal 31 dicembre 2012. PeaceLink porta quel fax alla Procura della Repubblica di Taranto, assieme ai dati dell'Arpa che attestano il superamento del valore di legge del benzo(a)pirene nel quartiere di Taranto più vicino all'Ilva. Scatta l'allarme. Non sappiamo cosa hanno fatto gli uomini dell'Ilva, ma sappiamo cosa ha fatto il governo: si riunisce il 13 maggio e avvia l'iter del decreto salva-Ilva. La Procura delle Repubblica apre delle indagini, anche perché l'Arpa Puglia fa delle ricerche da cui emerge un dato sconvolgente: il 98% di quel cancerogeno proviene dalla cokeria Ilva. Questo è il verdetto dell'Arpa che l'Ilva contesta. L'Ilva sostiene che quel potente cancerogeno proviene anche dalle aziende vicine (Eni e Cementir). Eni e Cementir si dicono disponibili ad un accurato monitoraggio per verificare la correttezza dei dati Arpa, ma a questo punto l'Ilva si tira indietro. Tronca il dialogo. L'Arpa annuncia prima di dicembre dati schiaccianti. Il 30 luglio il governo si riunisce di nuovo per accelerare l'iter del decreto salva-Ilva. Nel frattempo nelle competenti commissioni parlamentari che si occupano di ambiente arriva il testo del decreto legislativo per ottenere il relativo parere. Poi il 13 agosto 2010 arriva la mazzata finale: il decreto ha finito il suo iter e il Governo lo approva e lo porta alla firma di Napolitano. Ma sbaglierebbe chi considerasse questa vicenda solo come una Taranto-story. Qui in gioco c'è la salute di milioni di italiani. Infatti il benzo(a)pirene proviene anche dal gas di scarico delle auto. E le polveri sottili (il PM10 e PM 2,5) sono più pericolose se sopra vi si poggiano gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), e in particolare il benzo(a)pirene. Il decreto del governo che ha salvato l'Ilva ha contemporaneamente privato milioni di italiani di uno strumento normativo che poteva proteggerli dal rischio cancerogeno. Dal 15 settembre 2010, data di pubblicazione del decreto salva-Ilva, nelle città italiane con più di 150 mila abitanti potrà essere superato il valore di legge per il benzo(a)pirene. E nessuna misura obbligatoria di tutela della salute scatterà. Un'ultima annotazione. Dal 13 maggio al 13 agosto 2010 il decreto legislativo ha girano non solo nelle stanze del governo ma è arrivato anche sulle scrivanie dei parlamentari della competente commissione ambiente. Nella Commissione Ambiente del Senato capogruppo del PD è Roberto Della Seta, già presidente di Legambiente. Sul sito del Senato si legge: “Il senatore DELLA SETA (PD) rileva che, in considerazione della correttezza formale del recepimento della direttiva 2008/50/CE, l'atto del Governo in esame non presenta rilievi critici”. Se non ci credete cliccate su http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/f ... &id=492308 E alla Camera dei Deputati come è andata a finire? Il Decreto salva-Ilva è passato in soli 10 minuti in Commissione Ambiente, dove siede l'ex presidente di Legambiente, l'on. Ermete Realacci. Tutto è accaduto dalle ore 14.15 alle 14.25 del 21 luglio 2010. "Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizioni e con osservazioni presentata dal relatore", si legge ner resoconto del sito della Camera dei Deputati. Se non ci credete cliccate su http://www.camera.it/453?bollet=_dati/l ... l/08#483n4 E così, senza opposizione, il governo ha sospeso quegli obblighi di intervento per bloccare gli sforamenti di un cancerogeno pericoloso come il benzo(a)pirene e, con esso, di tutta la nefasta famiglia degli IPA, gli idrocarburi policiclici aromatici. Note: DECRETO LEGISLATIVO 13 agosto 2010, n. 155 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualita' dell'aria ambiente e per un'aria piu' pulita in Europa. (10G0177) - (GU n. 216 del 15-9-2010 - Suppl. Ordinario n.217) http://www.ingegneri.info/legge-scheda-18798.html Art.9 comma 2 Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i valori obiettivo di cui all'allegato XIII, le regioni e le province autonome, adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo entro il 31 dicembre 2012. Il perseguimento del valore obiettivo non comporta, per gli impianti soggetti al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, condizioni piu' rigorose di quelle connesse all'applicazione delle migliori tecniche disponibili. Come si nota l'obbligo di applicazione di applicazione della norma (fino a pochi giorni fa in vigore dal 1° gennaio 1999) viene posticipato al 31 dicembre 2012. E dal 2013 potrebbe essere non applicato se comporta "costi sproporzionati". La protezione dal cancro viene subordinata ad una valutazione economica, in violazione degli articoli 32 e 41 della Costituzione Italiana. Art.32 Costituzione "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Art.41 Costituzione L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Vuoi capire meglio? Vuoi sapere cosa si può fare ora? Cosa è il benzo(a)pirene? E' un cancerogeno altamente pericoloso che fa parte della famiglia degli IPA (idrocarburi policiclici aromatici). Alcuni IPA non hanno evidenza di essere cancerogeni, altri sono probabilmente cancerogeni, altri invece sono più pericolosi, fino ad arrivare al benzo(a)pirene che è sicuramente cancerogeno. Può provocare il cancro se inalato. Ma può entrare nella catena alimentare (ad esempio nell'olio di oliva) e provocare il cancro anche per ingestione. Non solo: può modificare il DNA che i genitori trasferiscono ai figli. Pertanto è un inquinante genotossico che ha il potere di produrre effetti anche sulle future generazioni. Quest'ultimo aspetto è estremamente inquietante. La normativa dell'Italia sul benzo(a)pirene era una buona normativa? Sì. Fin da decreto ministeriale del 25/11/1994. Esso fissava a partire dal 1° gennaio 1999 un valore da non superare per il benzo(a)pirene nelle città con più di 150 mila abitanti. Tale norma è stata poi incorporata nel decreto legislativo 152/2007. Tale decreto era un vanto per la legislazione italiana in quanto la collocava fra le più avanzate in Europa nel campo degli IPA e del benzo(a)pirene. Imponeva un dovere di intervento in caso di sforamento delbenzo(a)pirene. Fino al fermo dell'impianto industriale, facendo prevalere il diritto alla salute sul profitto. Cosa ha manomesso il governo con il suo decreto pubblicato il 15 settembre 2010? Ha abrogato il decreto legislativo 152/2007 che era avanzato e conteneva norme importanti che imponevano di agire subito (e non nel 2013) in caso di sforamento del benzo(a)pirene. Cosa si può fare ora? Occorre lanciare una campagna nazionale per il ripristino delle suddette norme abrogate che tutelavano i cittadini in caso di sforamento del benzo(a)pirene. Se abiti in una città con 150 mila abitanti ora non hai più le norme che ti potevano tutelare in caso di sforamento del benzo(a)pirene. Rivolgiti ad un parlamentare che conosci e chiedi che venga ripristinata la normativa abrogata. La legislazione ambientale deve migliorare, non peggiorare. Questo è il principio su cui battere e per cui mobilitarsi. http://www.peacelink.it/editoriale/a/32406.html |
Autore: | barionu [ 18/09/2010, 17:48 ] |
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Ma con tutti i cancri d' augurio rivolti all' attuale Premier chissà che qualcuno non vada a buon fine. zio ot |
Autore: | Thethirdeye [ 18/09/2010, 18:12 ] |
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Eh ma qualcuno, prima o poi, renderà giustizia a tutti i disastri dell'Ilva. Ci sono stati circa 20.000 morti per cancro e leucemie da quelle parti... Evidentemente sono ancora troppo pochi.... per questo governo e per tutti i governi precedenti. |
Autore: | mauro [ 18/09/2010, 18:29 ] |
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cari amici, una riflessione, per coloro che dicono che le scie chimiche che danneggiano la popolazione, non sono possibili, perchè danneggerebbero anche.. LORO. Anche qui, allora... ![]() ciao mauro |
Autore: | Thethirdeye [ 18/09/2010, 18:37 ] |
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Cita: mauro ha scritto: cari amici, una riflessione, per coloro che dicono che le scie chimiche che danneggiano la popolazione, non sono possibili, perchè danneggerebbero anche.. LORO. Anche qui, allora... ![]() ciao mauro Tranquillo......la combriccola di assassini che compone il consiglio di amministrazione dell'ILVA di Taranto....... non vive a Taranto. Mica so scemi..... |
Autore: | mauro [ 18/09/2010, 20:14 ] |
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ma caro TTE, come dice l'articolo, Cita: Se abiti in una città con 150 mila abitanti ora non hai più le norme che ti potevano tutelare in caso di sforamento del benzo(a)pirene. la legge vale per tutta l'Italia, quindi toccherà anche LORO , come le scie chimiche ![]() O ..sono immuni ![]() ![]() ![]() ciao mauro |
Autore: | GIANLUCA1989 [ 18/09/2010, 21:53 ] |
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cmq... Questo un articolo uscito sul corriere il 10 settembre sull'inchiesta Ilva Cita: Veleni, nuova inchiesta parte da Potenza Indagini sull' Ilva e Comune di Taranto È stato ipotizzato il reato di omissione d’atti d’ufficio Per ora nessun iscritto nel registro degli indagati http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 4806.shtml -------------- Ho cercato bene e ho trovato nel sito ufficiale della gazzetta: Cita: DECRETO LEGISLATIVO 13 agosto 2010, n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualita' dell'aria ambiente e per un'aria piu' pulita in Europa. (10G0177) (Suppl. Ordinario n. 217) http://www.guritel.it/free-sum/ARTI/201 ... mario.html e anche l'allegato di cui si parla nel DECRETO http://www.guidaentilocali.it/UserFiles ... 5-2010.pdf |
Autore: | Blissenobiarella [ 22/09/2010, 11:04 ] |
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Decreto “salva trafficanti”, scoppia il caso di Giorgio Mottola AMBIENTE. Dopo l’inchiesta pubblicata ieri da Terra sul provvedimento “salva trafficanti”, la questione arriva in Parlamento. Pd e Idv assicurano: «È una legge che aiuta le ecomafie, ci opporremo duramente». E ora, parte la battaglia in Parlamento. Dopo gli articoli pubblicati ieri da Terra, che hanno raccontato come le modifiche fatte dal Ministero dell’Ambiente al Codice ambientale rischiano di facilitare il traffico internazionale di rifiuti, l’opposizione di centrosinistra annuncia un muro contro muro con il Governo per non far passare le nuove regole. L’articolo “salva trafficanti”, il 188 nella nuova versione del decreto legislativo 152 del 2006, che legalizza la figura del broker e allarga le maglie della tratta illegale dell’immondizia, è stata al centro delle audizioni che si sono svolte ieri in Commissione Ambiente sul nuovo Testo unico della Prestigiacomo. «Si aprono dei varchi davvero preoccupanti per l’illegalità e le ecomafie», è stato il commento di Ermete Realacci, leader della componente Ecodem dei Democratici, a margine degli incontri. Il parlamentare toscano, a nome del Pd, promette: «È una norma che non può che preoccupare e inquietare. L’allarme lanciato da Terra e ribadito dalla Polieco durante le audizioni è fondatissimo. Faremo in modo che dal decreto scompaiano queste parti davvero assurde». L’iter parlamentare Sul decreto legislativo proposto dal Ministero dell’Ambiente, non ci sarà però discussione in aula. Il provvedimento recepisce infatti una direttiva europea, la 98 del 2008, e, per essere approvato, ha bisogno soltanto di una deliberazione in sede di Consiglio dei ministri e del parere della Commissione Ambiente di Camera e Senato. Le stesse audizioni di ieri, nel corso delle quali alcune organizzazioni hanno sollevato grosse perplessità sulle modifiche, hanno un valore puramente informale. Non saranno nemmeno trascritte. Per far capire il livello di attenzione alla questione, alla seduta in Commissione erano presenti solo tre parlamentari ad ascoltare i rilievi degli addetti ai lavori. Per la Prestigiacomo, dunque, si tratta di un semplice passaggio formale che potrebbe filare liscio senza alcun contraccolpo. Eppure, la versione emendata del Codice ambientale rischia di far saltare i sistemi di controllo sullo smaltimento dei rifiuti oltre frontiera. Le due nuove righe che vanno a modificare l’articolo 188 consentiranno ai produttori di rifiuti di consegnare i propri scarti industriali anche ai commercianti e agli intermediari, per i quali non è previsto alcun obbligo autorizzativo o di iscrizione a un albo. In pratica, gli imprenditori italiani avranno la possibilità di affidare la propria immondizia tossica ai broker, che poi, come fanno già oggi, la piazzano, nella maggior parte dei casi, in Cina. L’intermediario, che spesso non ha alcuna competenza in materia di smaltimento e trattamento, con una semplice telefonata sposta migliaia di tonnellate di rifiuti da una parte all’altra del mondo, seguendo due principi: fare risparmiare il più possibile il proprio cliente e ricavarci il maggior margine di guadagno. È questo il punto normativo più preoccupante. Dice infatti Luigi De Magistris, europarlamentare dell’Italia dei Valori, che che su questo tema schiera il suo partito: «Porterò il caso al Parlamento Europeo. Le modifiche al decreto legislativo, che la Prestigiacomo voleva far passare sotto silenzio, violano le normative europee. È un’evidente elusione delle leggi comunitarie, che finisce con il fare un regalo alla criminalità organizzata sia cinese che italiana, che da anni sono monopolisti nel settore del traffico internazionale dei rifiuti». La scomparsa dei rifiuti In questa fase storica di globalizzazione accelerata e di “stabile” recessione, la gestione degli scarti industriali ha raggiunto picchi di opacità, difficilmente riscontrabili in passato. Per dimostrarlo, sarebbe sufficiente citare le migliaia di container zeppi di rifiuti sequestrati nei porti del Sud Italia, dove la joint venture tra mafie italiane e cinesi ha radici lontane nel tempo (risale agli anni ‘80, al periodo della liberalizzazione di Deng Xiaoping) e sembra procedere a gonfie vele. Ma ci sono altri numeri che fotografano il problema da una prospepttiva ancora più inquietante. Li ha resi noti ieri la Polieco, il Consorzio che raccoglie produttori e riciclatori di plastica e polietilene, nel corso della conferenza stampa, presieduta dal condirettore di Terra Enrico Fontana, con cui è stato presentato il Forum internazionale sull’economia dei rifiuti, che si terrà a Ischia il 24 e il 25 settembre prossimo. Se si considera la quantità di polietilene prodotto e si confronta con quella sottoposta a riciclo, i conti non tornano. Sebbene ci sia stato negli ultimi anni un aumento di produzione, le società che operano nel settore di riciclo lamentano una mancanza di materiale. Secondo il Consorzio, che Legambiente ha premiato ad agosto per l’impegno nella legalità, soltanto il 60% dei rifiuti in plastica vengono posti a trattamento. A fronte di 5 milioni tonnellate prodotte, sappiamo che fine fanno solo 3 milioni di tonnellate. Delle restanti «solo una piccola parte viene esportata all’estero per le vie legali»: il 41,8 per cento del totale arriva in Cina, il 25,7 a Hong Kong, gli altri paesi seguono con percentuali tra il 4 per cento e lo 0,1. Che fine fanno gli altri rifiuti? L’arcano è presto svelato. Se alcuni operatori si lamentano perché non hanno plastica da riciclare, ce ne sono altri «che dichiarano quantità riciclate molto al di sopra della media dell’area geografica». Questi imprenditori fanno funzionare le proprie ditte non come impianti di riciclaggio, ma come «piattaforme»: «Acquisiscono grandi quantità di rifiuti, li sottopongono ad operazioni di selezione e compattamento, e poi li rilasciano dall’impianto come materia prima seconda». In questo modo, la plastica non viene riciclata, ma smette di essere un rifiuto. E nel momento in cui viene esportata, non solo non viene pagata come scarto industriale, ma produce un credito di Iva per l’imprenditore che invece di trasformare il rifiuto lo manda all’estero. Chi compra lo scarto industriale, spesso lo riutilizza come materia prima senza sottoporlo alle forme corrette di trattamento. E così, dalla porta principale, ritornano in Italia come merce. In molti casi, tossica. http://www.terranews.it/news/2010/09/de ... ia-il-caso |
Autore: | Blissenobiarella [ 22/09/2010, 11:36 ] |
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“La centrale a carbone di Vado Ligure costerà 142 milioni di euro e oltre tremila morti” di Curzio Rosso E' la denuncia dell'associazione ambientalista "Moda" di Savona che si è basata su un calcolo delle emissioni. Nelle scorse settimane hanno fatto appello a Carlo De Benedetti, che attraverso Sorgenia controlla Tirreno Power “Costi sociali per 142 milioni di euro e 3.380 morti premature in 30 anni di funzionamento del sito”. E’ da brivido la denuncia dei medici Virginio Fadda (biologo) e Agostino Torcello (pneumologo), dell’associazione ambientalista Moda di Savona. Secondo Moda se la regione Liguria nei prossimi giorni deciderà di dare il via libera all’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), controllata dalla Sorgenia di Carlo De Benedetti, i cittadini pagheranno un prezzo altissimo. Il loro studio si aggiunge alle polemiche nate nel mese di agosto: dieci domande scomode che personalità della cultura, della medicina e della politica, insieme a comitati savonesi e comuni avevano rivolto all’editore di Repubblica. Ma quali dati si basa l’apocalittica previsione dei comitati ambientalisti? Il Moda ha paragonato le emissioni della Tirreno Power con quelle della centrale a carbone di Sempra Twin Oaks 3 in Texas (Stati Uniti) e ha fatto la stima sulla base di uno studio condotto dal Public citizens Texas office and the Sustainable energy and economic development coalition. Dal canto suo Tirreno Power replica in maniera netta: “Sono affermazioni alle quali non possiamo rispondere perchè analoghe ad un contesto diverso. Sono posizioni assolutamente estremiste al limite del procurato allarme e non sono da prendere in considerazione. Noi rispondiamo con i nostri dati ambientali perchè una centrale esercita la propria attività all’interno di un contesto normativo stringente” “Non sono una nostra invenzione questi numeri”, spiegano Fadda e Torcello. “Le nostre stime sono state fatte attraverso i parametri della Commissione Extern dell’Unione Europea in base alla produzione media di emissioni degli ultimi anni e anche per la mortalità le stime sono prudenti perchè viene considerata una zona del Texas con una popolazione notevolmente inferiore a quella di Savona”. Per le associazioni ambientaliste è questo il motivo che spiega il basso prezzo del carbone: costa poco finchè non si considerano tutti i costi esterni. E con gli stessi parametri l’associazione ha calcolato anche i costi totali in rapporto alla emissioni: 36,5 milioni di euro all’anno per danni alla salute, alle coltivazioni, alle cose e 106 per i cambiamenti climatici, per un conto da oltre 142 milioni di euro. Numeri che stabiliscono una relazione tra l’uso del carbone per generare energia e il suo impatto sulla salute. Perchè qui nei centri abitati più vicini alla centrale il tasso di mortalità aumenta con la vicinanza all’impianto. Sotto esame le patologie come ictus, cancro ai polmoni, alle corde vocali e infarti che superano pericolosamente la media nazionale. Questi sono i dati correlati alle dieci domande rimbalzate in rete e sui giornali locali. I documenti e gli studi raccolti da biologi e medici dei comitati Moda, Uniti per la salute e dall’Ordine dei medici di Savona descrivono un territorio compromesso dal punto di vista ambientale e della salute pubblica e lasciano molti dubbi sulla volontà della proprietà di investire e ridurre l’inquinamento. E stabiliscono una correlazione tra le sostanze emesse in atmosfera, come ossidi di azoto e anidride solforosa, e le morti causate. Perchè per tutti i cittadini locali la centrale è un incubo ricorrente perchè responsabile di emissioni che provocano gravi danni alla salute. E la nuova unità alimentata a carbone da 480 Megawatt è altra benzina sul fuoco delle polemiche per abitanti che vivono a poche centinaia di metri dalle ciminiere. “E’ assodato che l’inquinamento da centrale a carbone produce sempre malattie e morti- commenta Paolo Franceschi, pneumologo ed esperto di salute e ambiente per l’Ordine dei medici di Savona -. E l’incidenza di tumori alle corde vocali, al polmone, alla vescica e altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente quanto più ci si avvicina ad una di queste centrali”. Gli effetti sulla salute ricadono principalmente su cittadini che risiedono entro i 50 chilometri da un sito alimentato a carbone. Nel periodo 1999-2004 il tasso standardizzato di mortalità per tumori all’anno è maggiore nella provicia savonese: 273 decessi (uomini) ogni centomila abitanti contro i 240 della media nazionale. Le aree in cui la mortalità per tumore è aumentata corrispondono a quelle maggiormente inquinate con picchi per i maschi a Quiliano (287. ![]() Ma c’è di più. Franceschi è anche il medico che ha redatto la perizia (commissionata dal Comune di Spotorno) per il progetto di ampliamento della centrale di Vado dal punto di vista degli “aspetti sanitari e ambientali correlari alla salute umana”. Un dubbio è condiviso da medici ed ambientalisti: per risparmiare si apportano solo miglioramenti marginali per l’uso di un combustibile che appartiene alla storia dell’800. Nella perizia si sottolinea che Tirreno Power nel calcolo delle emissioni non prende in considerazione l’inquinamento da polveri sottili secondarie, che costituiscono la stragrande maggioranza delle pericolose Pm 2.5 (particolato fine considerato una delle sostanze più pericolose per i polmoni). I dati della perizia raccontano una versione precisa: contando anche le polveri sottili secondarie si avrebbe una maggiore emissione, rispetto a quelle dichiarate, del 3000 per cento passando da 158 tonnellate all’anno a 4876. Da parte di Tirreno Power però nessun dubbio: si avanti con il progetto. E dopo l’ok del Ministero dell’Ambiente all’ampliamento ora il pallino è in mano alla Regione Liguria che nei prossimi giorni esprimerà il suo parere. “Non abbiamo risposto alle domande – dichiara Tirreno Power – perchè sono domande a cui non è possibile rispondere”. La linea è dialogare con le istituzioni perchè c’è la disponibilità di investire 150 milioni di euro per interventi di miglioramento e aumento della potenza prodotta nell’impianto. Ma ad una condizione: “Vogliamo un ritorno economico” dichiara la proprietà. http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09 ... rti/62547/ |
Autore: | Blissenobiarella [ 22/09/2010, 18:53 ] |
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Moria di api. Prorogato il divieto di conciare il mais con pesticidi neonicotinoidi http://www.blogeko.it/2010/moria-di-api ... cotinoidi/ Per altri nove mesi niente sementi del mais conciate con pesticidi neonicotinoidi, ritenuti responsabili della moria di api - decine di migliaia di alveari svuotati – verificatasi in Pianura Padana due anni fa. Il ministro della Salute ha prorogato il divieto – che era in scadenza ieri – fino a tutto il giugno 2011. Il divieto vale anche per il Fipronil. Quanto basta affinchè nella primavera prossima – il momento in cui nel 2008 si verificò il disastro – non vengano impiegate sementi trattate con prodotti neurotossici. Però non si tratta del divieto permanente chiesto dagli apicoltori. E nel comunicato stampa del ministro c’è un passaggio che non promette nulla di buono. Grazie alla concia del seme, l’intera pianta finisce per contenere il pesticida in tutte le sue parti, almeno per qualche tempo. I problemi per le api si erano palesati a causa delle piccole quantità di pesticidi diffuse nell’ambiente attraverso la polvere alzata dalle seminatrici meccaniche. L’ordinanza che accompagna il divieto di pesticidi neurotossici nella concia delle sementi di mais fino al 30 giugno 2011 è stata adottata, dice il comunicato stampa del ministero della Salute, “per acquisire ulteriori conoscenze scientifiche in materia ed, in particolare, sui risultati delle sperimentazioni in corso riguardanti la riduzione della dispersione delle polveri attraverso l’utilizzo di macchine seminatrici opportunamente modificate“. Traduzione: i veleni in sè non esistono un problema e si tratta semplicemente di trovare adeguate modalità di diffusione. Mah. Il comunicato stampa del ministero della Salute prorogato fino a giugno 2011 il divieto di conciare le sementi di mais con pesticidi neurotossici http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_comu ... _testo.rtf Il comunicato stampa dell’Unaapi (unione delle associazioni di apicoltori): altro stop ai pesticidi neurotossici http://www.mieliditalia.it/index.php/il ... -delle-api |
Autore: | dark side [ 22/09/2010, 18:58 ] |
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chiamarlo il topic delle brutte notizie no? |
Autore: | Blissenobiarella [ 22/09/2010, 19:05 ] |
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Ci starebbe bene in effetti. Seguendo il filone della prima notizia, stavo ricercando informazioni sulle norme "anti-aria pulita" e SORPRESA, in questo periodo vengono varate più delle imbarcazioni dei politici... |
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