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MessaggioInviato: 16/10/2010, 14:40 
Oggi Fiom in piazza, massima attenzione.
Epifani: Paese a rotoli


Due cortei a Roma. In piazza anche studenti,
"non moriremo precari"


16 ottobre, 14:28

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 27701.html

La diretta della manifestazione
http://www.fiom.cgil.it/

ROMA - Massima attenzione e imponente dispiegamento delle forze dell'ordine per la manifestazione della Fiom in programma oggi pomeriggio a Roma. Dopo i gravi incidenti di Genova in occasione di Italia-Serbia e le conseguenti polemiche, la pressione è forte sull'apparato di sicurezza. L'obiettivo duplice è quello di garantire il diritto di manifestare liberamente e reprimere i tentativi di violenza che gruppuscoli - come ha denunciato ieri il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - potrebbero mettere in atto. Lo stesso Maroni, dopo aver incontrato i vertici della Fiom, ieri ha ricevuto al Viminale il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Sia Epifani che il segretario della Fiom, Maurizio Landini, hanno accolto male gli allarmi di Maroni. "La nostra - è il succo del pensiero dei leader sindacali - sarà una manifestazione pacifica e non violenta, spetta al ministro garantire l'ordine pubblico e vigilare sulle infiltrazioni". Una posizione ribadita anche nei faccia a faccia al Viminale.

Continua>>
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 27701.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 18/10/2010, 17:21 
Rifiuti: scontri a Terzigno la polizia forza il blocco

Quattro camionette di ps e carabinieri riescono
ad arginare la pressione dei manifestanti


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18 ottobre, 15:17

NAPOLI - Cariche della polizia per rimuovere il blocco dei manifestanti che stanno occupando via Zabatta, nei pressi della rotonda che porta alla discarica di Terzigno (Napoli). I manifestanti avevano realizzato una barricata di fuoco sulla salita, realizzata con suppellettili varie. Da parte dei manifestanti c'è stata una sassaiola e il lancio di bottiglie nei confronti delle forze dell'ordine.

Continua>>>
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 11116.html



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MessaggioInviato: 18/10/2010, 21:00 
Quando ci sarà il prossimo governo di sinistra, vedrai che non protesterà nessuno.[:D]



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MessaggioInviato: 19/10/2010, 01:12 
Cita:
greenwarrior ha scritto:

Quando ci sarà il prossimo governo di sinistra,
vedrai che non protesterà nessuno. [:D]


Mah... non comprendo questa tua battuta [V] Da quelle parti nessuno è mai riuscito a risolvere determinati problemi. E la "monnezza", fortunatamente, non è né di destra e né di sinistra.



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MessaggioInviato: 19/10/2010, 16:33 
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/10/19/visualizza_new.html_1730865415.html

Gelmini, qualche ateneo potrebbe chiudere
"Qualche universita' purtroppo - ha spiegato il ministro - e' in una situazione di dissesto finanziario"

ROMA - Qualche ateneo in Italia potrebbe chiudere. Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo alla trasmissione Mattino Cinque. ''Qualche universita' purtroppo - ha spiegato - e' in una situazione di dissesto finanziario. Non a caso la riforma prevede la fusione piuttosto che la federazione di atenei diversi come strumento per favorire una riprogrammazione dell'offerta formativa''. Secondo il ministro non e' importante avere tante universita' ''sotto casa'' ma centri di eccellenza legati anche al territorio e al mondo produttivo. ''Un'universita' autoreferenziale - ha osservato- non serve ai giovani e non serve al Paese''. Il ministro si e' poi soffermato sulle evidenze delle classifiche internazionali. ''Nelle prime 100 universita' a livello internazionale sono pochissime quelle italiane, ma sbaglia - ha ammonito - chi pensa che si si tratti soltanto di un problema di risorse. In primo luogo - ha spiegato - c'e' un problema di regole''. Mariastella Gelmini ha quindi puntato l'indice contro ''l'impostazione falsamente egualitaria del Sessantotto che ha portato a questa situazione''.




Ma la Gelmini c'è.. o ci fa? [8)]

Cioè.. cosa c'entra il numero di università?
Se SCOPPIANO delle università, gli studenti saranno costretti ad andare in altre. Il numero degli studenti rimane lo stesso, non è che diminuisce! Ciò significa soltanto che tale università dovrà crescere, costruire nuove aule, assumere nuovi professori (cioè quelli tolti alle università scoppiate).. e tutto ciò per cosa? Per far spendere un affitto intero alle famiglie? [:0]

A + B + C = A + B + C ... se togli B e C, te le ritrovi dall'altra parte dell'equazione, cara Gelmini. [:D]
A perderci son le famiglie che dovranno pagare viaggio (o affitto!) ai propri figli (più di quanto già venga fatto), e le università stesse che si ritroveranno, quelle in VITA, col triplo degli studenti ed un 50% delle risorse attuali. In pratica saranno delle fattorie.

Alcune università VERRANNO chiuse... ma che problema c'è? [:D]

P.S. Oggi è iniziata Bioingegneria all'università di Firenze. 750 persone si son ritrovate in una classe da 120 posti, e soprattutto con 2 corsi in meno (ed uno in sospeso).. allora Fisica non è il fanalino di coda. [8]
Questo andava bene in "Povera Italia".. [:(]


Ultima modifica di Lawliet il 19/10/2010, 16:45, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/10/2010, 15:30 
Pastori Sardegna, proteste a Cagliari tg3 19/10/2010






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MessaggioInviato: 21/10/2010, 15:32 
Terzigno 20 Ottobre 2010 [8)]






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MessaggioInviato: 12/12/2010, 12:04 
PIAZZA FONTANA: CORTEO A MILANO, 'NOI NON VI ASSOLVIAMO'


Milano, 11 dic. - Diverse centinaia di persone si stanno muovendo in corteo da Porta Venezia dirette a Piazza Fontana a Milano in ricordo della strage avvenuta il 12 dicembre 1969. La manifestazione degli antifascisti, che diventa man mano piu' numerosa, e' stata programmata oggi, fanno sapere gli stessi organizzatori, "per rispetto nei confronti dei familiari delle vittime che hanno chiesto di non organizzare cortei il giorno dell'anniversario della strage, cioe' domani" quando si terra' la cerimonia istituzionale. "Piazza Fontana strage di stato, Valpreda innocente, Pinelli assassinato", e' lo striscione che apre il corteo organizzato dalla rete 'Partigiani in ogni quartiere' e da 'Memoria antifascista'. In corteo anche gli anarchici che seguono uno striscione con su scritto 'Noi non vi assolviamo'. Prima dell'inizio della manifestazione e' intervenuto un rappresentante di Partigiani in ogni quartiere che ha ricordato come "essere antifascisti vuol dire opporsi anche all'apertura delle nuove sedi fasciste". Il riferimento e' ad una protesta messa in atto per impedire che l'azieda che si occupa di edilizia popolare a Milano, conceda spazi pubblici a partiti e formazioni neofascisti. A questa vicenda e' riferito anche lo striscione del 'comitato di lotta per il diritto alla casa' con su scritto "Nessuno spazio per le camicie nere. Sanatoria in ogni quartiere". La manifestazione si sta muovendo in direzione di piazza Tricolore, poi girera' in via Mascagni per percorrere Corso Europa e giungere in Piazza Fontana. (AGI) Mi6/Car/Roc

http://www.agi.it/milano/notizie/201012 ... assolviamo



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MessaggioInviato: 12/12/2010, 12:51 
il settore dei trasporti sta per collassare, riassumo io.
abbiamo una grossa percentuale di autotrasportatori, in giro nelle nostre autostrade che sono sotto l'effetto delle anfetamine, oggi in quel settore si lavora soltanto se trucchi il tachigrafo e fai piu' ore delle sveglie col batacchio, il tutto per abbattere i costi.
per il trasporto pubblico i mostruosi tagli inflitti hanno decretato la morte delle assunzioni anche stagionali, il taglio del personale, l'eliminazione di una buona parte delle linee, e l'aumento delle tariffe, senza contare che i manager inventati dalle cosche politiche locali prendono 250000 euro l'anno e non si sono abbassati lo stipendio di un centesimo.
tremorti colpisce ancora, e in generale tutte le stampelle di questo paese, dove prima eravamo competitivi , vengono tartassate e rese vuoti a perdere da questo governo di caproni, a pagare come al solito sono cittadini e classi sociali piu' deboli.
le proteste e le denunce in questi anni si sprecano ma non vengono ascoltate, al massimo se si fa troppo rumore mandano la celere a manganellare.

non so se la gang avra' la fiducia, forse si, il nano ha per le spesucce nei rami del parlamento moltissimi milioni di euro da investire in deputati, ma mi auguro di no, sarebbe da mettere in una capsula e spedirlo nello spazio profondo, lui e tutti i suoi amici.


Ultima modifica di dark side il 12/12/2010, 12:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 12/12/2010, 13:03 
Dark, un cugino di mio marito lavora nel settore, è una cosa da incubo kafkiano. In lavoro c'è, ci sono gli ordini, c'è la merce, ci sono i clienti, c'è la buona volontà di chi lavora da mesi senza stipendio pur di non far chiudere la ditta, ma non se ne esce. Le manovre finanziare si ciucciano tutto l'attivo, per i lavoratori ci sono solo le perdite...E' spaventoso.



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MessaggioInviato: 12/12/2010, 13:04 
Crisi rifiuti: la class action vince, cittadini risarciti dal Comune
http://www.9online.it/blog_emergenzarif ... al-comune/


Il giudice di pace condanna il Comune di Napoli a risarcire i cittadini per i torti e i disagi subìti nel corso della crisi dei rifiuti del 2008. E Palazzo San Giacomo dovrà versare seicento euro a ciascuno dei venticinque cittadini che si sono uniti in una piccola class action per protestare contro i disagi vissuti a causa della raccolta differenziata fallita.

Tarsu troppo elevata e servizio scadente sono i punti centrali della sentenza del giudice Maddalena Savino, che ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dai cittadini residenti tra Vomero e via santa Lucia. È una specie d’indennizzo quello riconosciuto ai napoletani che hanno messo in evidenza lo iato tra il tempo perso a separare i rifiuti, l’impegno messo nel cercare i contenitori e il risultato di dover essere costretti a vivere tra cumuli d’immondizia. «La domanda dei cittadini è fondata e deve essere accolta», si legge nella sentenza. Il Comune dovrà sborsare in tutto 25mila euro.

Ristoranti, bar e chalet del lungomare di Napoli, da largo Sermoneta a Castel dell’Ovo, resteranno chiusi, giovedì prossimo, per tutta la giornata, in segno di protesta contro le istituzioni locali «che si rendono di fatto complici del declino turistico di Napoli». Così, i proprietari degli esercizi commerciali, intendono manifestare il loro dissenso contro l’immagine di una città – è scritto in una nota – «sommersa dai rifiuti e vittima di una burocrazia lenta e penalizzante per gli operatori del settore della ristorazione». Carmine Bucci, presidente dei consorzi «Borgo Partenope» e «Caracciolo Mergellina», le due sigle promotrici della serrata di giovedì, annuncia una conferenza stampa, in programma domani, alle ore 11.30, nel ristorante «Fresco», in via Partenope 8, alla quale prenderanno parte i consorziati. Nel corso dell’incontro verranno spiegate le ragioni della protesta e presentato un progetto di rilancio turistico autofinanziato dagli stessi Consorzi. «I nostri 700 dipendenti sorreggeranno uno striscione nero della lunghezza di 5 km in segno di lutto per una città che sta morendo nel silenzio generale», ha detto Bucci. «Il nostro slogan parla chiaro: ‘provate a immaginare il lungomare di Napoli spento’ – sottolinea Bucci – una provocazione che lanciamo alle istituzioni perchè i ristoranti, i bar e gli chalet del lungomare sono l’anima del turismo partenopeo».


Viaggi verso la Puglia. Inizieranno domani le partenze dei primi camion di rifiuti napoletani diretti in Puglia. Il primo impianto Stir ad essere liberato dalla frazione umida sarà quello di Giugliano in Campania. Intanto, a Napoli, rallenta la fase di recupero della spazzatura ancora in strada: dopo avere toccato sabato quota 1400 tonnellate, il quantitativo di ‘monnezzà ancora da prelevare sta nuovamente crescendo e oggi, nei quartieri della città, campeggiano cumuli per circa 1800 tonnellate.
Tutti gli impianti di tritovagliatura della provincia non sono stati in grado di ricevere rifiuti ‘tal quale’ in quanto le vasche delle frazioni umida e secca sono sature. Delle circa 1300 tonnellate che Napoli produce quotidianamente, infatti, ne sono state conferite 757 nella discarica di Chiaiano. Le altre sono rimaste per strada.
L’assessore all’Igiene del Comune di Napoli Paolo Giacomelli si dice preoccupato: «Avevamo promesso alla cittadinanza e agli operatori economici partenopei di consegnare loro una città pulita per il ponte dell’Immacolata, ma le difficoltà di conferimento ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote». Per Giacomelli, gli impedimenti emersi in questo giorni evidenziano «la fragilità di tutto il sistema». «Per verificare la capacità di ricezione degli impianti provinciali risulta decisiva la giornata di oggi», ha poi concluso Giacomelli.

Taverna del Re. È stato completamente spento nella notte l’incendio divampato nel pomeriggio di ieri nel sito di stoccaggio delle ecoballe di Taverna del Re, alla periferia di Giugliano. I vigili del fuoco però stanno ancora lavorando per mettere completamente in sicurezza l’impianto ma anche per accertare le cause dell’incendio che hanno riguardato alcune decine di ecoballe di spazzatura.
(IlMattino)



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MessaggioInviato: 14/12/2010, 14:00 
La protesta in divisa. La rabbia delle forze dell'ordine a Montecitorio

http://www.lettera43.it/articolo/4179/l ... divisa.htm

di Daniele Lorenzetti

Inedita e a suo modo emblematica, come Camera con vista. Laggiù, sulla collinetta di Montecitorio, non c'erano operai o insegnanti, studenti o impiegati. Mentre nel palazzo andava in scena il cortocircuito politico della legislatura, con le ultime febbrili trattative, i colpi di scena e gli scambi più o meno incoffessabili, mentre le dirette della tv indugiavano sui bruschi assopimenti degli onorevoli e senatori, il caso ha voluto che sotto le finestre del palazzo andasse in scena la rabbia delle forze dell'ordine.Poliziotti uniti e infuriati, al diavolo le storiche diffidenze ideologiche. Fianco a fianco il primo sindacato, il Siulp, il Sap (storicamente vicino al centrodestra), il sindacato di base Siap (che negli ultimi dieci anni ha più che quadruplicato gli iscritti, da 3 a 14mila), il Silp Cgil, gli agenti penitenziari e pure i vigili del fuoco.

La delusione e il malcontento sono trasversali
Archiviato il blitz ad Arcore del 9 dicembre 2010, a pochi passi dalla residenza del premier, la protesta delle forze dell'ordine ha alzato la voce anche nel cuore della Roma dei peones. Il primo a farne le spese è stato il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, contestato all’urlo di «buffone» e «bruttone», e sgusciato via facendo finta di nulla.E con l'aria di incertezza che tirava, in pochi hanno fatto capolino in piazza: una delegazione dell'Antimafia con Giuseppe Lumia, la pattuglia del Pd guidata da Dario Franceschini ed Emanuele Fiano, i finiani e il leader Udc Pierferdinando Casini. Senza dare troppo nell'occhio si è avvicinato persino qualche parlamentare del Pdl «a disagio». Nomi però non te ne fanno, tutti vogliono la garanzia dell'anonimato.Senza una risposta chiara, hanno annunciato i sindacati, «siamo pronti a una contestazione permanente e dannosa per la credibilità del Governo». La goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento che da mesi covava nei forum su internet e sulle riviste di settore, è il tetto salariale individuale che la manovra ha fissato al 31 dicembre 2010.In pratica, è l'accusa di Claudio Giardullo, segretario del Silp-Cgil, «si fissa il tetto massimo agli straordinari degli operatori di polizia, col rischio che se uno lavora di più non venga pagato: è uno sfruttamento inaccettabile». Ed è curioso che i più delusi, almeno a parole, siano proprio i poliziotti del Sap, il sindacato ai tempi appoggiato da Indro Montanelli e dunque di certo non ostile al centrodestra. «Siamo allo stremo. I tagli fatti dal 2008 a oggi ammontano a 2,5 miliardi di euro», racconta a Lettera43.it Massimo Montebove, portavoce del Sap.

A Roma un commissariato è stato sfrattato
«A Roma il commissariato Vescovio è stato sottoposto a un procedimento di sfratto perché non veniva pagato l'affitto. Solo l'intervento del prefetto ha impedito ai poliziotti di finire in mezzo alla strada. E non è un caso isolato. In un centinaio di commissariati italiani l'arretrato supera i due anni».Raccontano gli agenti in piazza che tanti guai cominciarono anni fa con le cartolarizzazioni e la decisione di alienare immobili di proprietà pubblica per far rapidamente cassa. Da allora, gran parte dei commissariati vive in locazione. A Chiusi-Chianciano, per fare un esempio, il proprietario è il notaio del paese.Ma quella delle sedi disagiate è solo l'ultima delle doglianze. C'è il problema annoso del parco auto («Abbiamo vetture con una media di 250mila km, per la maggior parte Alfa 159 e Subaru. In tv fanno vedere le Lamborghini che sono state un gentile omaggio dell'azienda ma sono solo due, uno specchietto per le allodole»).A Roma e Milano, aggiungono gli agenti, un'auto su tre è sempre in officina. A fare un quadro sconsolato della situazione è Felice Romano, segretario del Siulp, il maggiore sindacato di polizia: «Considerando il complesso dei tagli siamo a quasi 10 miliardi sottratti alla sicurezza e alla difesa. Un esempio della situazione? I fondi per gli armamenti, quelli per pistole e giubbotti antiproiettile, tagliati dell'80%. La sezione catturandi della mobile di Palermo aveva revolver di piccole dimensioni adatti al servizio in borghese. Sono stati ritirati perché ormai obsoleti ma nessuno li ha sostituiti».

Lo stipendio è compreso tra 1.300 e 1.450 euro
Poi arriverà pure il momento di gloria, come quello della recente cattura di Bernardo Iovine. E i poliziotti con le dita alzate a V diventano eroi nazionali per un giorno. In quanti però sanno che «la cattura è stata possibile perché gli agenti napoletani hanno utilizzato per gli appostamenti le loro auto e i loro motorini»? Ecco le domande che sussurrano in piazza, raccontando esempi di dedizione dei singoli in uno Stato distratto o stremato.«Abbiamo notato che Berlusconi non ha citato il problema sicurezza al Senato» dice a Lettera43.it Giuseppe Siani, del Siap «Eppure quando arriva un arresto eclatante i politici, di qualunque colore, spesso se ne annettono il merito. Certo, a Maroni va riconosciuta fermezza nella guida del Viminale, a parte lo scivolone sulle ronde. Ma gli arresti non si improvvisano. Sono il frutto di anni di indagine e sacrificio di poliziotti, carabinieri e magistrati».A proposito, ma quanto guadagna oggi un poliziotto italiano? Risponde Massimo Montebene: «Un agente appena entrato 1300 euro netti al mese (di stipendio base, ndr). Con dieci anni di servizio alle spalle 1450». Ora che gli stipendi sono stati bloccati per quattro anni e la manovra ha fissato il tetto massimo ai livelli del 2010, «il rischio è di tenere i poliziotti chiusi in ufficio, perché non ci sono i soldi per pagargli il servizio esterno».Lo gridano in piazza, mentre dentro il parlamento si accavallano i retroscena, sapendo che martedì alcuni di loro torneranno in servizio intorno alla “zona rossa”, in una Roma prenatalizia e semiblindata. Straordinari nel giorno caldo della protesta studentesca e della (s)fiducia sul filo del rasoio. Almeno quelli saranno pagati, si spera.

Lunedì, 13 Dicembre 2010



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Lo sciopero scomparso dalla stampa e i dati della partecipazione
pubblicata da INFORMAZIONE LIBERA il giorno sabato 29 gennaio 2011 alle ore 10.02
http://www.megachip.info

Lo sciopero scomparso

di Felice Fortunaci – Alternativa.

Cortei in 18 città, un grande livello di adesione dei lavoratori. La giornata di scioperi del 28 gennaio, tra manifestazioni della Fiom e mobilitazioni del sindacalismo di base, aveva tutte le caratteristiche per fare notizia. Ma ho appena finito di ascoltare la rassegna stampa su Radiotre.
Non un quotidiano ha dato in prima pagina la notizia delle manifestazioni sindacali. Tranne il manifesto, con un piccolo box di Campetti, nessuno ha ripreso la notizia. Insieme alla mancata copertura nei titoli di testa da parte dei Tg ieri sera, si è completato un assurdo silenzio. Giornalisticamente è un buco. Democraticamente è un fatto grave e va denunciato. Sembra che ai media piacciano solo le manifestazioni contro le classi dirigenti corrotte del Nord Africa.
Quelle che mettono in discussione le nostre classi dirigenti passano in secondo piano.
Eppure anche in Italia abbiamo tanti esempi che dovrebbero spingere a non sottovalutare il peso della piazza. Perfino il primo governo Berlusconi cadde anche per effetto delle forti mobilitazioni in difesa del sistema pensionistico che veniva minacciato dal suo governo.
Per quanto potremo, cercheremo di dare voce all’Italia vera, che non appare nelle rassegne stampa.

I dati dello sciopero
http://www.fiom.cgil.it/eventi/2011/uni ... iopero.pdf



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MessaggioInviato: 29/01/2011, 12:40 
In piazza e su internet, monta la protesta contro il Cavaliere
pubblicata da BERLUSCONI chi è? il giorno sabato 29 gennaio 2011 alle ore 12.21
Oggi a Milano il primo appuntamento. Poi. il 5 febbraio, la grande iniziativa di Libertà e Giustizia con Eco, Saviano, Zagrebelsky, Ginsborg. Poi il 13 in contemporanea Santoro, le donne in molte città. E i sit-in ad Arcore
di CARMINE SAVIANO


In piazza e sul web. Decine di iniziative, una protesta multiforme con al centro un solo messaggio: "Berlusconi, dimettiti". Tanti settori della società civile sono in movimento. Associazioni, gruppi, comitati. Che da oggi, e per le prossime settimane, non lasceranno niente di intentato. Un fronte comune. Il cui spettro emotivo va dal disgusto all'indignazione. Che nasce dal vedere istituzioni e discorso pubblico degradati come mai nella storia della Repubblica. L'altra Italia. Quella che con Berlusconi e il Bunga Bunga, con gli abusi di potere e le menzogne, non ha, e non vuole avere, niente a che fare.

In piazza. Si parte oggi. Alle 15 a Milano. Dove in Piazza della Scala inizia la prima di una lunga serie di mobilitazioni che vede protagoniste le donne italiane. Saranno lette testimonianze e appelli. Simbolo: una sciarpa bianca, in "segno di lutto per lo stato in cui versa il Paese". Poi il 5 febbraio. Di nuovo Milano. Dove <span>Libertà e Giustizia</span>, forte dell'appello per le dimissioni del premier firmato da più 80mila cittadini, darà vita a un pomeriggio per la Costituzione. Ospiti Umberto Eco, Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg e Roberto Saviano.

Una domenica ad Arcore. Il 6 febbraio ci si sposta in Brianza, nelle terre del Cavaliere. Ad Arcore il Popolo Viola sta mettendo in piedi una manifestazione nella "tana del Sultano". L'intento

è arrivare sotto casa di Berlusconi. E pretendere, pacificamente, che rassegni le dimissioni. I viola si faranno portatori di un messaggio: "Vada in Procura a discolparsi per i gravi reati di cui è indagato". Il 12 febbraio cambia la location ma i protagonisti restano gli stessi. Ancora i viola. Che, con lo slogan "L'Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione", daranno vita a rumorosi sit-in a base di pentole, mestoli, padelle e coperchi. Le adesioni crescono di ora in ora. Da New York a Barcellona. Da Napoli a Trieste.

Il 13 febbraio. Tutto sembra convergere verso domenica 13 febbraio. E' in quella data che si concentrerà la maggior parte delle manifestazioni. Roma, Milano. Non esiste ancora un coordinamento unico dei gruppi e delle associazioni. Ma gli appelli vanno in quella direzione. Articolo 21: "Il 13 febbraio Berlusconi prepara la piazza a Milano contro i pm. Perché non scendiamo lo stesso giorno in piazza, a Roma, per la Costituzione?". Stesso tenore per il messaggio lanciato in rete dal Popolo Viola: "Manifestiamo insieme il 13 febbraio. Dimostriamo di volere la legalità costituzionale, la dignità delle donne e la difesa delle istituzioni democratiche". Qualcosa in più si saprà il due febbraio, dopo una riunione, a Roma, dei gruppi protagonisti.

Donne. Il 13 è già confermata la mobilitazione delle donne in tante città italiane. Lo slogan: "Se non ora quando?". Il manifesto: "Un modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni". Tante le adesioni. Tra le altre: Francesca e Cristina Comencini, Silvia Avallone, Valeria Parrella, Giulia Bongiorno, Anna Finocchiaro, il segretario della Cgil Susanna Camusso, Inge Feltrinelli, Flavia Perina, Margherita Buy, Laura Morante, Licia Colò e Claudia Mori.

Solidarietà ai magistrati. Ancora il tredici. A Milano. Dove si prepara una manifestazione all'esterno del Tribunale di Milano. A lanciare l'iniziativa Barbara Spinelli, Marco Travaglio e Michele Santoro. Senza bandiere e simboli di partiti, in "difesa dell'indipendenza della magistratura, della libertà d'informazione e dei valori fondamentali della Costituzione". Per i tre giornalisti, "la gravità della situazione è data dal fatto che chi cerca di fare il proprio mestiere, che sia quello del magistrato o del giornalista, viene subito identificato come nemico e posto sotto attacco per annientarne il lavoro".

Sul web. In rete la protesta dilaga. Un censimento delle iniziative virtuali è impossibile. Ne nascono di continuo a ogni ora. Alcuni contenuti raggiungono migliaia di condivisioni. Come il video dell'Associazione Filomena. Un elenco dedicato alle tante donne per cui vale la pena restare in Italia e cercare di cambiare le cose. E poi centinaia di gruppi, raccolte di firme, appelli. Da "Adesso Basta, Berlusconi vattene", fino a "Licenziamo Berlusconi, re di Bunga Bunga e del Granducato di Padania". E l'ironia e il cinismo non risparmiano nessuno. Emilio Fede, Lele Mora, Alfonso Signorini, Augusto Minzolini, Nicole Minetti. La nazionale del Bunga Bunga, i megafoni del Sultano, Quelli del Postribolo, e chi più ne ha più ne metta. E in rete ci si informa. Una linea virtuale di resistenza al racconto, che rovescia e deforma fatti e verità, imposto e ostentato da Silvio Berlusconi.

(29 gennaio 2011)

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HRER1-1



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MessaggioInviato: 31/01/2011, 02:29 
Lettera aperta a Napolitano e Bersani

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1075169

Di Luca Ciarrocca


Gentile signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, onorevole segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani,

Vi scrivo non per simpatia, ma perche' rappresentate formalmente la piu' alta carica dello Stato e la piu' grande forza politica di opposizione all'attuale maggioranza di governo. Spieghero’ i concetti essenziali che stanno a cuore a me e ad una buona parte dei 300.000 lettori di Wall Street Italia, un gruppo coeso di persone con ruoli chiave nell'economia, produzione, sistema bancario, professioni, aziende, universita' e mondo del lavoro, tutti cittadini attenti, assai disincantati e soprattutto allarmati per l'emergenza in cui e' piombato il paese.

Alla luce del terribile clima politico/sociale, con il dibattito pubblico dominato dagli scandali sessuali del premier Silvio Berlusconi, dai suoi violenti attacchi ai poteri dello stato e la conseguente caparbia volonta' di resistere nonostante lo stallo e lo sfacelo generali, in molti di noi si e' fatta avanti l'idea che la colpa principale dell'attuale situazione in Italia non sia solo del presidente del consiglio, che pure e' l'attore protagonista di questa indecente telenovela a luci rosse che ha superato ogni limite tollerabile; l'idea e' che quanto sta accadendo alla nostra nazione sia, a questo punto, responsabilita' anche del Partito Democratico e in ultima istanza soprattutto del Quirinale. Una colpa quasi ai limiti del reato: inazione, omissione, incapacita' di vigilanza democratica di fronte a uno scenario non degno nemmeno del Botswana o della Tanzania.

Siete voi, signor Presidente della Repubblica e onorevole segretario del PD, che rappresentate l'Italia e la maggiore porzione degli eletti in Parlamento, a dover dichiarare formalmente e in modo definitivo che Silvio Berlusconi deve farsi da parte perché i suoi comportamenti violano la dignità e onorabilita' della Presidenza del Consiglio e in sede internazionale hanno fatto diventare il nostro paese lo zimbello del mondo intero (l'articolo 54 della Costituzione impone al titolare di Palazzo Chigi di comportarsi "con decoro", come qualsiasi altro dipendente pubblico che da mesi sarebbe stato gia' licenziato per giusta causa). Non c’è concittadino oppure azienda italiana in viaggio o in attivita' in qualsiasi angolo del pianeta, che non siano ormai esposti ad ironie e sarcasmi inerenti le assurde vicende del Cavaliere, per non parlare dei suoi abusi di potere e del populismo da caudillo latino-americano.

Sopratutto, in questo scenario, il paese e' fermo, anzi va indietro.

Ora, caro signor Presidente della Repubblica e caro onorevole Bersani, forse voi non viaggiate cosi' spesso fuori d'Italia perche' troppo occupati con la politica romana a livello istituzionale e di partito, ma lasciate umilmente dire a me che vivo all'estero da 22 anni tra New York, Roma e Singapore, che il senso di incredulita' per il baratro in cui e' caduta l'Italia non lo si ritrova purtroppo più soltanto nelle nazioni del primo mondo, la verita' e' che ovunque si va ci si sente chiedere dieci volte a settimana perché un paese di cosi' antica civiltà e "culla del diritto" continui a sopportare una simile assenza di reattivita' politica; perche' l'Italia preferisce tenersi al vertice come guida e rappresentante della nazione un premier squalificato o meglio (ormai e' chiaro) un uomo malato non in grado di lavorare per il bene collettivo (avrebbe bisogno di un lungo periodo di rehab in una clinica specializzata in "dipendenze" come La Betty Ford Clinic in California).

Ma sull’altro fronte - è la risposta dei sostenitori di Berlusconi (che sono ancora una bella fetta come noi di Wall Street Italia sappiamo poiche' li lasciamo sfogare sulle nostre pagine...) - dall'altra parte del fango, c’è il vuoto assoluto. Cioe' ci siete voi, il Partito Democratico e il Quirinale. E purtroppo sembra di capire che nulla cambiera' oppure se ci saranno le elezioni il Cavaliere le rivincera' per l'ennesima volta, se il PD continuera' ad agire come sta agendo. La verita' e' che questo PD non sara' mai in grado di essere votato dalla maggioranza sana e "ancora" non contaminata del paese, pur essendo sulla carta tale maggioranza intorno al 60% dell'elettorato.

Dall'osservatorio privilegiato di Wall Street Italia a New York e Roma rileviamo in giro cosa pensa la vasta comunita' di business e di imprese, mondo del lavoro, consumatori, cittadini, cioe' quell'ampia classe che lavora duramente e senza sfoggi, che sta al passo coi tempi e vive in modi un milione di volte piu' competitivi e - diciamolo - piu' "intelligenti" rispetto alla mediocrita' espressa dai politici nostri rappresentanti. Noi conosciamo questa classe di "intelligenti" (non di intellettuali, per carita') sono le categorie che si preparano da sole al futuro, senza assolutamente il supporto del proprio paese, e anzi ostacolati da politica e governo, li leggiamo a migliaia mese dopo mese i commenti e le email che arrivano al sito: mediamente il PD e' percepito come inabile nell'affermare un'alternanza concreta al berlusconismo, milioni di cittadini senza tessera eppure pronti a partecipare alla vita pubblica tramite voto non ci credono affatto, non vedono ne' programmi, ne' strategie, ne' le persone adatte a gestire il cambiamento.

La grande maggioranza silenziosa civile e non schierata, quel 60-70% di italiani che costituisce il Grande Centro, pensa che allo stato attuale il PD sia "not fit" (inadatto) in termini di alternativa concreta di potere al governo di centro destra, non perche' voi del PD siete "comunisti", come sostiene abilmente lo stesso Berlusconi influenzando (con successo) la fascia bassa, rozza e piu' becera del suo elettorato, ma per un motivo molto piu' grave: perche' il PD e' di fatto complice e comprimario dell'andazzo politico. Vi dico la verita': qualcuno dice anche senza mezzi termini, corresponsabili, collusi.

Valutate queste parole non come un'accusa o una provocazione, ma come un atto di "reporting" oggettivo, una descrizione di quel che pensano milioni di cittadini molto in gamba e molto stufi, la parte migliore della societa', uomini e donne che non hanno rinunciato a un carattere fermo e all'indipendenza di giudizio. Gente che e' fiera di non vendersi al migliore offerente, ne' di fatto ne' intellettualmente.

Se volessimo essere onesti dovremmo dire che l'Italia vive ormai in un clima di assoluta emergenza democratica, un'atmosfera definibile da pre-golpe. Sappiamo fino alla noia i motivi, ma nessuno fa nulla, tutti coloro che potrebbero agire (la "Casta") lasciano che al peggio non ci sia fine poiche' hanno la copertura dei privilegi di chi amministra la cosa pubblica. Il fatto grave pero' e' che voi - il maggior partito di opposizione - continuate a chiacchierare e sembra siate dediti in via esclusiva a calcoli utilitaristici, al mantenimento delle posizioni, al bilanciamento prudente delle rendite acquisite, ai proclami fasulli come l'abusato "Berlusconi si dimetta". La verita' e' che non si vedono mai quella passione e indignazione civile che dovrebbero ispirare, motivare e smuovere dall'apatia la gente, e non si vedono soprattutto gli atti, sembra non capiate proprio quel che i cittadini veramente vogliono.

Ci permettiamo caro Presidente Napolitano, lei che e' il massimo organo istituzionale della Repubblica Italiana, eletto al Quirinale come esponente del Partito Democratico, ci permettiamo di consigliarle di andare al di la' del mostrarsi "turbato" oppure "preoccupato" tramite le sue "note" fatte pervenire ai quirinalisti: per favore faccia di piu', e' suo dovere civico e istituzionale, non si senta ostaggio di una presunta neutralita' derivante dalla carica. E' dal basso, dal popolo, che sale la richiesta: smettete una volta per tutte di seguire questa linea politica vecchia, anzi stantia. Presidente Napolitano, lei potrebbe fare come Pertini! Potrebbe e non lo fa. Perche'? Potrebbe fare come Cossiga! Potrebbe convocare Berlusconi tutte le sere alle 19:00 al Colle, e strapazzarlo, ci perdoni il termine ma lei che e' di Napoli capira'. Potrebbe inviare frequenti messaggi alle Camere, potrebbe riunire tutte le settimane a colloquio i presidenti di Camera e Senato, potrebbe ricorrere all'articolo 88 della Costituzione, cioe' sciogliere le Camere. Insomma in pochi giorni, se lei volesse, potrebbe far precipitare la situazione politica a Roma, nel senso di imporre al paese uno shock anafilattico che rimetterebbe (forse) in circolo il dna della decenza e del civismo.

Soprattutto voi parlamentari del PD, caro onorevole Bersani, dovreste trovare il coraggio di "radicalizzare" il vostro messaggio e azione politica. Al momento siete annacquati, fiacchi, confusi, divisi e in litigio tra di voi; agli occhi del comune cittadino avete perso credibilita' e agli occhi dei vostri militanti... non ci importa niente, perche' il problema e' collettivo. Ed e' proprio per questo, per l'immobilismo paralizzante del PD, che il premier sta ancora li', inchiodato alla poltrona di Palazzo Chigi e barricato nei suoi Palazzi, il che suscita l'incredulita' dei governi ex amici di tutta l'Europa e di quei pochi sherpa che ancora ci seguono a Washington (non vi dico cosa racconta in privato di Silvio Berlusconi il segretario di Stato Usa Hillary Clinton).

I nostri alleati e partner commerciali non credono ai propri occhi osservando la situazione italiana avvitarsi su se' stessa e il nostro bel paese, una volta ricco, elegante, piacevole, degradato a sub-democrazia periferica dove domina l'arrembaggio piratesco di bande e lobbies. Non sono i magistrati a dover detronizzare il presidente del consiglio, siete voi del PD ad avere questo compito, politicamente. E state attenti che se continua cosi' ad un certo punto potrebbe verificarsi anche in Italia quel che accade in questi giorni in Egitto.

In realta’, facendo un passo indietro, e' successo quanto segue: a causa di una linea politica del PD da anni compromissoria, di difesa e mai di attacco, senza visione e senza programmi, senza nerbo e senza spina dorsale (il neologismo "inciucista" e’ brutto ma rende l’idea) nell'ultimo ventennio la piu' grande forza di opposizione ha consentito che l’Italia si trasformasse in una tele-democrazia di fatto, a livello nazionale, con il contentino del controllo di poteri e amministrazioni locali in alcune regioni e province. Il che ora sta pure venendo meno, se guardiamo ai risultati delle ultime elezioni regionali.

Mentre a livello locale perfino gli operai votano ormai Lega, e una fascia sempre piu' ampia si riavvicina alla Fiom per contrastare la "marchionnizzazione" delle aziende in stile Fiat (in realta' si tratta solo di gestire le aziende come si fa in India, Cina o a Detroit) a livello nazionale continua a far danni collaterali devastanti il grave "peccato originale" commesso dal PD, cioe' l'aver consentito a Berlusconi di manipolare a suo piacimento (per l'assenza di leggi ad hoc che lo impedissero) la coscienza politica e soprattutto culturale del paese, grazie a 25 anni di lavaggio del cervello tramite Tv, dosi massicce di Grande Fratello e programmi di intrattenimento qualunquistico e idiota. E da 3 anni poi il controllo diretto molto marcato dell'informazione a livello dei telegiornali ha fatto il resto.

Insomma le escort di Arcore, il Bunga Bunga e l'ambaradam semi-porno di infimo livello che da mesi annientano il paese e lo distraggono dai veri problemi, hanno il copyright © Fininvest. Da quasi due generazioni l’Italia e’ in preda all’inebetimento collettivo propinato dalle Tv/droga berlusconiane. Sindrome che ovviamente ha fatto scivolare gli elettori/consumatori molto piu' a destra di prima, in quanto la tele-democrazia lanciata e gestita da Papi (lui ormai parla solo tramite messaggi video e telefonate trasmesse in tv: finira' come Osama bin Laden...) ha portato al consumo individualistico fine a se’ stesso, allo spregio e all'infrazione plateale delle leggi, alla sine-cura dello Stato, all’ignoranza di massa, alla volgarita' (bestemmie e turpiloquio in Tv e su tutti i giornali) infine alla marginalizzazione e all'insulto degli onesti e di quelli che pagano le tasse.

E' anche per colpa del vuoto pneumatico creato dal PD (poiche' agli occhi dei cittadini non risulta alternativa credibile al governo PdL/Lega) che l'Italia e' ultima in Europa in tutte le classifiche economiche che contano (meno il debito pubblico dove invece siamo incontrastati al primo posto). In teoria Berlusconi avrebbe potuto essere il Ronald Reagan italiano, cioe' un campione di liberismo, benessere in economia e crescita. Invece, niente: ovviamente ha fatto solo i fatti suoi pensando ad arricchirsi e a consolidare la posizione nella lista dei miliardari di Forbes, a comprare ville all'estero evadendo le leggi, a difendersi da legittimi processi in tribunale dove non compare mai perche' sbeffeggia la legge, che per la prima volta in 150 anni di storia d'Italia non e' piu' uguale per tutti.

Per la corresponsabilita' e acquiescenza del PD sono anni che il paese arretra e si africanizza dal punto di vista sociale, culturale ed economico. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati tre volte di piu' rispetto alla media europea: quasi il 30% non ha lavoro. E' una dramma sociale immenso ma - sempre per colpa ovviamente del PdL ma anche del PD - al di la' del caso Ruby, del Lodo Alfano, dello scudo fiscale, delle leggi ad personam e di come imbavagliare la magistratura, di Annozero e di Ballaro', mai che se ne parlasse (come se in Italia esistesse solo la Fiat). Niente, il nulla assoluto, in Parlamento, sui media.

Con Berlusconi al governo, e il PD all'opposizione, il debito pubblico dell'Italia ha toccato un nuovo massimo storico e si avvicina a grandi passi alla quota da allarme rosso dei 2 trilioni di euro, il 118% del Pil quest'anno e una stima del 124,7% per il 2015. Un baratro che evoca i default di Grecia e Irlanda solo che stavolta si tratta del piu' alto debito pubblico tra i 27 paesi Ue. Circa il Pil Italia, registra una crescita deprimente da prefisso telefonico, peggior paese in assoluto del gruppo G8 (ma ne facciamo ancora parte?) e anche qui ben distanziati dai partner europei. In termini di competitività internazionale, non parliamone neppure, siamo al 48esimo posto su 139 paesi (ci precedono nazioni con cui c'e' da vergognarsi a paragonarsi, come le isole Barbados, 43esime, o Porto Rico 41esimo). Sono evidenti le conseguenze della nostra pessima performance economica a livello globale: nessuna azienda estera da anni vuole investire piu' nella penisola. Infine, un italiano su quattro e' povero, statisticamente e in termini di stili di vita. Tanto come modello "inconscio" il povero puo' sempre aspirare a diventare ricco come il signore di Arcore con la sua corte di escort.

Le linee guida di cui si dovrebbe discutere sia al governo che in Parlamento - le idee e le leggi e gli stimoli pensati per un'Italia seria che lavora, produce, esporta, studia, ricerca; in una parola l'Italia che progetta il proprio futuro cercando di migliorarlo - caro Presidente della Repubblica Napolitano e caro onorevole Bersani - putroppo tutte le strategie possibili e immaginabili cadono miseramente e ormai squallidamente di fronte alla seguente banale constatazione: il 70% degli italiani (parliamo della vasta classe media, quelli che un tempo venivano definiti "piccolo-borghesi") si forma un’opinione su quale partito votare alle elezioni da cio' che vede in TV e quel che e’ peggio, dicono le statistiche, nell’ultima settimana che precede il voto elettorale.

E’ il punto cruciale della mia critica, Presidente Napolitano, onorevole Bersani: la tele-democrazia in cui siamo costretti a vivere da anni - quella alla quale gli intelligenti si ribellano mentre gli incolti ci sguazzano - e a maggior ragione dai tempi del breve governo presieduto da Massimo D’Alema in poi, ecco, questa situazione il PD nella realta' l’ha alimentata e fatta prosperare al di la' di ogni concepibile ragionevolezza, per un paese europeo della nostra stazza e tradizione. Sarebbe masochismo se non fosse infatti complicita'.

Cio' ha cresciuto il mostro di un populismo sempre piu’ autocratico che comincia a essere pericoloso come e peggio di una dittatura. Perche’ prima il mostro si e' sviluppato in modo soft, inconscio, nella sotto-cultura e psicologia apatica e "apolitica" della gente, in quello stile di vita di cui il premier stesso e' la metafora quintessenziale e aspirazione per il popolino addomesticato, ma poi ha cominciato a mostrare il suo lato incarognito, avido e di lotta senza quartiere per la ebbra difesa del potere acquisito contro tutti gli altri poteri dello stato, uno contro tutti, esattamente la fase in cui e' impegnato Berlusconi in queste settimane. "E' la guerra finale, se perdo, perdo tutto. Tutt'al piu' ho le mie ville", ha detto il presidente del consiglio qualche giorno fa.

Questa atmosfera politica – che forse voi del PD che siete "casta" non riconoscete nemmeno piu’ come allarmante – richiederebbe in verita’ un’opposizione d’acciao, durissima, spietata, intransingente, consapevole del marketing politico piu' sofisticato, realizzata tramite un testa-a-testa e un muro-contro-muro senza fine contro l’attuale potere esecutivo. Bisogna che ci sia un'alternativa vera, pesante e motivata a questa pseudo destra indegna che ha portato l'Italia "al disfacimento" (parole dell'ex capo di Berlusconi Licio Gelli, fondatore della Loggia massonica P2 di cui il premier ha fatto parte per anni). Invece lei, caro onorevole Bersani, nelle sue uscite pubbliche, scusi, sembra davvero l'imitazione che Crozza fa di Pierluigi Bersani... col suo accento emiliano: "ma dai, ragassi"... L'inadeguatezza fatta persona, di fronte alla evidente perversa avida ferocia del Drago/caudillo.

Per inciso, un’opposizione nuova dovrebbe partire anche dalle scelte piu' semplici. Finitela per esempio di usare tra di voi il patetico appellativo "compagni" che da’ i brividi a chiunque dal Grande Centro (anche gli elettori di Casini e Fini, yes) potrebbe in teoria votare PD se il PD avesse una linea e una visione politica moderne. I "compagni" non potranno mai essere pro-mercato, meritocratici, oserei dire digitali e non analogici pur sapendo che non capite che vuol dire... insomma un gruppo dirigente che guarda al futuro e non al passato, con programmi concreti per un governo alternativo al conservatorismo di plastica a soli scopi di negozio che ha paralizzato la societa' italiana; una linea politica e una strategia simili a quelle che nel 2008 portarono Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti (a proposito, onorevole Bersani, immagini se Obama chiamasse "compagni" gli elettori del Partito Democratico americano!).

Quindi se il PD vuole sopravvivere, deve fare davvero opposizione, un’opposizione cattiva, convinta, nel paese e in Parlamento, buttando al macero l'attuale tattica (strategia sarebbe troppo) inconcludente, timorosa, indecisa a tutto. E non si tratta di fare dell’anti-berlusconismo la linea politica principale: si tratta invece di cominciare ad eliminare una ad una tutte le macroscopiche patologie che hanno fatto scivolare l’Italia al livello di un paese sudamericano (senza offesa per Cile, Argentina e Venezuela).

Parliamoci chiaro: secondo voi, signor Presidente della Repubblica Napolitano e onorevole segretario del PD Bersani, sarebbe consentito a Sarkozy o ad Obama di governare in Francia o in America controllando l’80% delle TV nazionali, sapendo che il 70% dei cittadini si forma un’opinione politica proprio dalle TV? E perche’ da noi invece e’ consentito? La domanda e' cosi' banale che sembra stupida, ma tant'e'. In una vera democrazia occidentale, in un paese civile, serio, europeo, che guarda al 2020 e oltre e non a dopodomani (mi viene in mente chissa' perche' quello slogan vuoto di progettualita' e visione sul "rimboccarsi le maniche", onorevole Bersani, con la sua gigantografia in camicia bianca) in una nazione che dovrebbe ritrovare l'orgoglio dei suoi 150 anni di storia, quanto sta accadendo in questi mesi in Italia non sarebbe ne' accettabile e nemmeno pensabile, politicamente!

E' una questione di civilta', pesi e contrappesi, un'idea della societa'. Che noi italiani abbiamo completamente perso. Sarebbe quasi meglio avere a che fare con una pura dittatura militare o una sorta di commissario straordinario che faccia per lo meno funzionare il paese (situazione in cui chi si oppone passa in clandestinita' oppure si distanzia non interloquendo mai col nemico oppure lavorando sodo e basta) rispetto a questo ibrido e indegno commercio con il quale la classe dirigente del PD ha voluto convivere per un ventennio senza mai porsi problemi e senza mai reagire, come e' ovvio perche’ ne siete parte integrante e ne traete ampi e solidi benefici.

Nel corso degli anni il Parlamento ha continuato a sfornare leggi ad uso e consumo non del paese, ma del ricco miliardario proprietario di TV. Il quale ha acquisito un potere mediatico e di manipolazione tale da poter distorcere la legislazione a suo favore. E qui ritorniamo al Quirinale. Lo sappiamo bene, ma non si puo' non sottolinearlo ancora una volta perche' nessuno stranamente osa scriverlo nero su bianco, che il disastro si e' compiuto senza mai un cenno di genuino soprassalto o di indignazione autentica da parte sua, signor Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: la verita' e' che sotto la sua gestione del Colle tutto, e di piu', e' stato consentito al facoltoso cittadino Silvio Berlusconi. Lei ha veramente tollerato troppo, signor Presidente, con la scusa o l'alibi dell'imparzialita' e del voler essere o apparire super partes. Forse perche' psicologicamente doveva emanciparsi dell'aver militato con convinzione tra i comunisti doc, quando lo eravate davvero.

Voi del PD, onorevole Bersani, continuate a brillare per la vostra colpevole negligenza, un mancato guadagno in termini di capitale politico e una dispersione immensa di valori e voti, sempre nell’illusione popolare dell’apparente legalità democratica e della tenuta delle istituzioni. E’ uno scandalo permanente di cui nessuno si scandalizza piu’, nel generale menefreghismo in cui galleggia il paese. Ancor piu' grave e' che pure voi del Partito Democratico siete ormai al 100% assuefatti (l'intera dirigenza del PD avrebbe bisogno di un periodo di rehab nella clinica Betty Ford, come il premier).

Egregio Presidente della Repubblica Napolitano e gentile onorevole Bersani, la sola strada percorribile per il futuro di un’Italia che cerca il riscatto e pensa ai propri figli non e' quella della solita strategia politica che sa tanto di armamentario "storico" obsoleto, jurassico per gli iscritti al PD e figuriamoci per tutti gli altri (cito testualmente da una sua lettera, onorevole Bersani, di qualche mese fa: "Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione" – ma certo: lo diamo per scontato, no?); la sola strada percorribile e' invece - mai stancarsi di ripetere il concetto - fare opposizione forte, una durissima opposizione, un'opposizione radicale contro questo esecutivo, in Parlamento e nel paese, nel mondo del lavoro, nella societa' civile.

Voi dovete salire sull'Aventino, caro Bersani. Senza alcun riferimento all'episodio storico che non si concluse bene, e' la metafora che qui conta: dovete uscire dal Parlamento in blocco, tutti, non rientrare piu', stoppare i lavori di Camera e Senato, creare un terremoto istituzionale, tracciare questa linea nella sabbia, passata la quale e' guerra. Immagino sia dura per voi dare le dimissioni, visto che sembrate tutti pensare mediocremente alla pensione e ai privilegi dorati da parlamentari, vero?

Se io fossi il capo del PD, proporrei dimissioni in massa. E chi non ci sta, cambi partito, se ne vada da qualche altra parte, che i seggi non mancheranno mai. Dovete puntare ad un atto veramente rivoluzionario, nei limiti consentiti dalle leggi di un paese democratico, un'azione politica estremamente forte, dirompente. A quel punto il Quirinale dovrebbe finalmente prendere atto della degenerazione del quadro politico, facendo scattare, al momento opportuno, la previsione dell'articolo 88 della Costituzione, e quindi lo scioglimento anticipato delle Camere.

E’ l'ora che il PD prenda le distanze da tutto quel che e’ accaduto fin qui, e’ fondamentale che smettiate di rimanere impelagati nel piccolo cabotaggio con l'occhio al breve termine e a posti e prebende e sindaci e presidenti e governatori e al mercimonio che viene col potere. E' doveroso creare le pre-condizioni per un’avvitarsi a candela della crisi politica, emancipandosi finalmente dalla melassa sconveniente del Sex Scandal Berlusconi che domina su tutti i giornali del mondo, per ricominciare da capo. Abbiatene il coraggio. A nome del paese e del popolo italiano.

Se l’intera opposizione uscisse in questa legislatura dal Parlamento, se il PD si ritirasse sull’Aventino affinche’ l'abominevole storia a luci rosse delle escort abbia termine e il plateale conflitto di interessi del premier in stile Zimbawe finisca finalmente sotto gli occhi del mondo civile, se il PD e il Quirinale avessero la spina dorsale e la visione politica per cambiare e dare una scossa all'Italia, allora qualcosa di cui storicamente si sente il bisogno potrebbe davvero accadere. E' utopistico tutto cio'? Esatto. Ma e' proprio quel di cui c'e' urgenza in Italia. E detto da un sito di Economia letto da tutta la comunita' di business, e' il colmo.

L’Italia fa parte dell'Unione Europea e il ritiro di una fetta pari al 40% dei parlamentari dal corpo legislativo della Repubblica Italiana sarebbe un evento cosi’ clamoroso e sconvolgente da attirare finalmente l’attenzione dell’Europa e dei nostri alleati: le enormi anomalie messe in atto dall’attuale potere esecutivo e dalla peggiore maggioranza di governo della storia italiana, diventerebbero di nuovo centrali. Si parlerebbe allora di politica e non soltanto del vecchio e ricco presidente del consiglio malato di sesso e di potere. L’Aventino, ci pensi, onorevole Bersani, pensateci signor Presidente della Repubblica. L'Aventino invece delle orge di Arcore.

Lo scioglimento delle Camere potrebbe pero' avvenire in un secondo momento. Ammesso e non concesso che con il ritiro del PD e del centro sinistra, Berlusconi - pugile gran combattente ma ormai alle corde - getti la spugna, la domanda e': che fare dopo? Ebbene, una strategia politica di puro buon senso suggerirebbe di costituire con l'avallo del Presidente della Repubblica un piano di emergenza, una sorta di Grande Coalizione Nazionale, che comprenda tutti i gruppi politici interessati al ripristino della grammatica democratica elementare, a partire dalla destra intendiamoci, cioe' il nuovo partito di Fini, la Lega e quegli esponenti ancora sani nelle file del PdL al governo e al Parlamento.

Il primo passo obbligato che dovrebbe precedere lo scioglimento delle Camere è il cambio della legge elettorale definita "porcata" dai suoi stessi autori, che consenta agli italiani di tornare ad esprimere le preferenze e impedisca a chi vince di avere una schiacciante maggioranza in Parlamento anche se rappresenta a stento un italiano su quattro (è il caso del Popolo della Libertà) magari con un uninominale a doppio turno di ballottaggio. Un governo di emergenza a tempo per riportare a una corretta dialettica le regole del gioco e per spersonalizzare la lotta politica, per ridare dignita' e decoro al discorso pubblico e ovviamente affrontare la crisi dell’economia (nel marasma attuale seguito alla Grande Recessione 2008-2009 il dramma della non crescita e' stato totalmente ignorato: c'e' solo Giulio Tremonti a guardia del bidone, il quale fa di conto solo su quanto lo stato incassa e quanto deve spendere in interessi monstre su Btp e CCt).

Wall Street Italia che e' molto "tecnocratica" e che parla a una fascia di persone competenti e piu' "attrezzate" della media, propone una soluzione assai poco popolare nel paese reale degli ideologizzati e politicizzati (sia a destra che a sinistra) e cioe' un esecutivo tecnico di emergenza nazionale, un "governo di guerra" per evitare la guerra civile di due fazioni che si odiano, un esecutivo guidato da un tecnico illuminato o da un politico moderato (i nomi in concreto possibili sono pochi: Mario Monti e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, tra i tecnici, e tra i politici Gianni Letta e Pier Ferdinando Casini piu' un altro paio di parlamentari) il tutto nel rispetto dell’ultimo responso delle urne. Il Presidente della Repubblica, come dice la Costituzione, tra le sue prerogative puo' dare l'incarico ad un altro premier presentando un nuovo programma al Parlamento senza che si parli di golpe, come sostengono i piu' faziosi fan del cavaliere. Dopo, verranno sciolte le Camere e si tornera' a votare. Con una destra non più populista ma europea contro una sinistra moderna e capitalista. Come avviene in tutti i paesi di democrazia collaudata.

grazie dell’attenzione

Luca Ciarrocca


Direttore
Wall Street Italia
http://www.wallstreetitalia.com/



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