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U.F.O.
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 Oggetto del messaggio: Nobel al papà dei bimbi in provetta
MessaggioInviato: 04/10/2010, 19:58 
Il Nobel per la medicina a Edwards

Critiche dal Vaticano: etica ignorata

Il britannico premiato per le
ricerche sulla fertilità in vitro
Dall'Accademia per la Vita:
«Scelta del tutto fuori luogo»
STOCCOLMA

Il padre della fecondazione in vitro, il britannico Robert Edwards, è l’unico vincitore del Nobel per la medicina 2010. Nella motivazione del riconoscimento assegnato Robert G. Edwards, pioniere di una tecnica che ha avuto fortissime ricadute nella società e che ha partire dal 1978, anno di nascita della prima bambina in provetta, Louise Brown, ha finora ha portato alla nascita di circa 4 milioni di persone in tutto il mondo.

«Ritengo che la scelta sia completamente fuori luogo» e i «motivi di perplessità non sono pochi». E' lo stesso presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Ignacio Carrasco de Paula a prendere ufficialmente posizione contro quanto decretato dalla giuria a Stoccolma. Nonostante gli indubbi i meriti scientifici che devono necessariamente essere attribuiti al professore, «senza Edwards non ci sarebbero in tutto il mondo un gran numero di congelatori pieni di embrioni che nel migliore dei casi sono in attesa di essere trasferiti negli uteri ma che più probabilmente finiranno per essere abbandonati o per morire e questo è un problema la cui responsabilità è del neo-premio Nobel».

Rincara la dose l'esponente del Vaticano. «Senza Edwards non ci sarebbe l’attuale stato confusionale della procreazione assistita con situazioni incomprensibili come figli nati da nonne o mamme in affitto». Con la fecondazione in vitro, «in conclusione - aggiunge mons. Carrasco - direi che Edwards non ha in fondo risolto il problema dell’infertilità, che è un problema serio, nè dal punto di vista patologico nè epidemiologio. Insomma non è entrato nel problema, ha trovato una soluzione scavalcando il problema dell’infertilità». «Bisogna aspettare - concluso - che la ricerca dia un’altra soluzione, anche più economica e quindi più accessibile della fecondazione in vitro, che tra l’altro presenta costi ingenti».

Altre critiche erano già arrivate anche dai microfoni di Radio Vaticana: per il presidente dell’Associazione Scienza e Vita, Lucio Romano, intervistato dall'emittente del Papa, «è un’assegnazione che disattende tutte le problematiche di ordine etico e che rimarca che l’uomo può essere ridotto da soggetto ad oggetto». Nel colloquio ha sottolineato «l’inaccettabilità delle tecniche di fecondazione in vitro, che comportano la selezione e soppressione di esseri umani allo stato biologico di embrioni». «Teniamo conto - ha continuato - che Edwards segna la storia, perchè pratica il passaggio delle tecniche dal mondo degli animali, vale a dire dove, nell’applicazione degli allevamenti, venivano già da tempo messe in essere tecniche di fecondazione artificiale - all’ambito umano. Ma questo non significa assolutamente che ciò, nel suo complesso, rappresenti un progresso dell’uomo nella sua visione globale».

Professore emerito dell’università di Cambridge, Edwards ha da poco compiuto 85 anni. È nato in Gran Bretagna, a Manchester, il 27 settembre 1925, ed ha gettato le basi della fecondazione artificiale negli anni ’60 e ’70 insieme al ginecologo Patrick Steptoe, morto nel 1988. Dopo aver combattuto nella seconda guerra mondiale, Edwards ha studiato biologia prima negli Stati Uniti e poi in Scozia, dedicandosi agli studi di embriologia.

Nel 1958 è diventato ricercatore dell’istituto Nazionale per la Ricerca Medica e Londra, dove ha cominciato le ricerche su processo di fecondazione, A partire dal 1963 ha proseguito il suo lavoro a Cambridge, prima nell’università e poi nella clinica Bourn Hall. Qui, con Streptoe ha fondato il primo centro al mondo per la fecondazione assistita, che ha diretto per molti anni.

FONTE: LA STAMPA
Link: http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni ... tp/348142/



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