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MessaggioInviato: 11/10/2010, 16:42 
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Thethirdeye ha scritto:


Hai fatto bene ad attivare una pensione integrativa Robs....

Tuttavia un "privato" ha molte più probabilità di fallire o di sparire (soprattutto in caso di crisi economica globale) rispetto ad un "ente statale".... [8]


Hai ragione TTE mi sono preso il mio rischio,ma conscio del fatto che dall'altra parte non avrei preso nulla al 100% invece si spera che qua qualcosa lo possa recuperare.Il fondo che ho sottoscritto poi é legato al contratto nazionale di cui faccio parte quindi si spera sia piu' "sicuro e solido" [8)]


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MessaggioInviato: 11/10/2010, 18:27 
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robs79 ha scritto:

A me sembra che voi parliate da un altro pianeta come se qua non ci abitaste e gli altri siano tutti una manica di p.irla che si fa' fregare.Guardate che consapevolmente o no siete tutti parte dello stesso scatafascio e partecipate tutti alla rovina di tutto,non ne siete esenti e il fatto di accorgervi che succede non vi tira fuori dalle colpe che avete e continuate ad avere.


Di certo non posso sobbarcarmi tutti i problemi del mondo.. ti pare? [:D]

Il minimo (e massimo, dipende dai punti di vista) che io possa fare è esserne consapevole, in modo da far girare voce e potermi rendere parte attiva di un movimento qualora qualcuno più competente di me riesca a far sentire il disagio a tutti (un miracolo in pratica).
Quante persone si ribellarono, a suo tempo, contro la globalizzazione forzata della Cina, ad esempio?
Quanti li han presi per c*** dandogli degli hippie?
Ecco, il 99% dei problemi economici dell'ultimo decennio son scaturiti da quella scelta, e a me non sembra che molti se ne rendano conto.
Tu credi che se ne rendano conto? Di come siam stati presi in giro a favore delle multinazionali che ora possono andare dal paese più povero per spendere di meno, lasciandoci pieni zeppi di disoccupati? "Competizione"! (certo, peccato che il costo della vita da loro sia un decimo del nostro)

Libero mercato. Si, ma con eguali regole! Evviva il capitalismo e le ricchezze che spuntano dal nulla (per poi tornare indietro sottoforma di cetriolo)!
Ci credo che ora l'INPS sia alle strette, come tutti del resto.. [:D]


Ultima modifica di Lawliet il 11/10/2010, 18:35, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/10/2010, 19:50 
Io sono tranquillo perchè Berlusconi,Bossi e Tremonti stanno gia lavorando alla mia pensione...anzi la stanno gia spendendo...


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MessaggioInviato: 11/10/2010, 22:30 
ma mi sa che l'hanno gia spese


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MessaggioInviato: 12/10/2010, 13:08 
Cita:
Lawliet ha scritto:

Quante persone si ribellarono, a suo tempo, contro la globalizzazione forzata della Cina, ad esempio?

Quanti li han presi per c*** dandogli degli hippie?

Ecco, il 99% dei problemi economici dell'ultimo decennio son scaturiti da quella scelta, e a me non sembra che molti se ne rendano conto.

Tu credi che se ne rendano conto?


No... non se ne rendono conto caro Lawliet....
e quei pochi che se ne rendono conto,
secondo me, fanno finta di nulla......



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MessaggioInviato: 13/10/2010, 09:38 
L'Inps censura le pensioni degli atipici, e la Rete si ribella
Mastropasqua: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale". Come dire: meglio che i precari non sappiano a cosa vanno incontro.. Su blog e social network scoppia la polemica
di Cristina Maccarrone, Walk on Job



Magari alla pensione non ci pensate perché non avete ancora trovato uno straccio di lavoro oppure è un pensiero che mettete da parte perché non sapete – visto l'andazzo – neanche se ce l'avrete. Eppure l'argomento è caldo e circola sulla rete, soprattutto da quando sul sito dell'Inps e dopo le dichiarazioni - riportate da Agoravox e riprese dal blog Conti in tasca di Blogosfere a cura di Eleonora Bianchini - da parte di Antonio Mastropasqua, presidente dell'Istituto nazionale di previdenza.

Quando gli è stato chiesto come mai, a differenza degli altri, i parasubordinati – per intenderci tutti coloro che lavorano con contratto a progetto, co.co.co., ritenuta d'acconto, partita Iva, contratto a prestazione occasionale – non potessero sul sito dell'Inps simulare la loro pensione futura, ha così risposto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale". Come dire: meglio che i precari non sappiano a cosa vanno incontro.

Sommovimento sociale o "quieto vivere"? Sommovimento sociale, sono proprio queste le parole usate e in parte è ciò che sta avvenendo sulla Rete e sul social network Facebook dove molti stanno postando i vari articoli in cui si racconta della vicenda. Allo stato delle cose, chi ha un contratto a progetto o lavora con ritenuta d'acconto o ancora ha una partita Iva o un contratto di collaborazione occasionale, non riceverà neanche la pensione minima. I precari di adesso non si lamenteranno come fanno oggi gli anziani che la pensione non basterà loro. Per loro la situazione, se le cose continueranno così, sarà molto peggio: si ritroveranno senza una base economica e con la convinzione di avere faticato per nulla. Visione catastrofica? Non proprio. Il problema è anzi che c'è scarsa consapevolezza di tutto questo e che i ragazzi, alle prese con la ricerca di un lavoro, quando magari lo trovano, non pensano al loro futuro da vecchi e al fatto che ora come ora versano i contributi non per se stessi, ma per gli altri.

Il parere di Acta...In proposito anche l'Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato, ha dichiarato in un comunicato stampa che "la Gestione Separata INPS (quella cui vengono iscritti i subordinati, ndr) ha principalmente l'obiettivo di drenare risorse con cui coprire i buchi dell'Istituto di Previdenza. Questa operazione non soltanto è iniqua, ma grava sulle categorie più deboli del nostro mercato del lavoro". E ancora: "L'affermazione di Antonio Mastropasqua conferma la consapevolezza intorno alla situazione e la volontà di tenere nell'ignoranza i contribuenti sulla pensione che riceveranno. È un atto di deliberato sovvertimento dei principi più elementari di governo democratico delle Istituzioni". Acta nel suo comunicato stampa ha poi chiesto al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi di rispondere di queste omissioni e di mantenere le promesse.

E del blog conti in tascaIn proposito, abbiamo chiesto il parere di Eleonora Bianchini, giornalista e blogger di Conti in tasca del circuito Blogosfere che ha seguito tutto fin dall'inizio: "C'è stata un'attenzione particolare per le dichiarazioni dell'Inps che di solito passano sotto traccia. Quanto ha dichiarato Mastropasqua era infatti uscito sul Corriere della Sera il 6 ottobre. E chi l'aveva visto lì? Nessuno. È stato rilanciato nei giorni successivi anche da forum che parlano di gossip, game online, su Twitter. Il risveglio è stato generato da un evento di chiara e premeditata omertà che non lascia dubbi. Credo che in tutto questo siano determinanti alcuni fattori. Per primo psicologico: sei giovane fino a 40 anni e come tale, con i versamenti contributivi da precario, devi aspettarti la stessa dignità di un lavoratore dipendente. Secondo, di rispetto delle regole: nella maggior parte dei contratti a progetto si è lavoratori dipendenti a tutti gli effetti e vengono richiesti preavvisi bulgari fino a tre mesi. E terzo, culturale: vista la precarietà, legittimazione dello sfruttamento e non un'opportunità, siamo abituati a navigare a vista. in Francia i lavoratori scendono in piazza mentre in Italia non possiamo nemmeno permetterci di calcolare quanto ci spetti con i contributi versati e lo ha detto chiaramente Mastropasqua. Anche i liberi professionisti non sono al sicuro e, a mio parere, sbagliano anche i lavoratori dipendenti a tempo determinato e indeterminato se si ritengono sotto una campana di vetro. Si tratta di una guerra tra poveri – conclude Eleonora - mentre i lavoratori devono unirsi esclusivamente in nome dei loro diritti".

Adesso è attesa la risposta delle istituzioni.

da Walk on Job

http://www.rassegna.it/articoli/2010/10 ... si-ribella



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MessaggioInviato: 19/10/2010, 16:52 
E mentre la Francia fa sentire la sua voce sulle pensioni....




In Itaglia nessun telegiornale cita il problema.... [:D]




Pensioni censurate: precari e partite Iva,
l'Inps ruba il futuro in busta paga.


Parla Anna Soru (Acta)
Pubblicato da Eleonora Bianchini

Fonte:
http://internetepolitica.blogosfere.it/ ... -soru.html

Ci bastonano senza pudore ormai. E sono ben consapevoli che scatterebbe la rivolta sociale, per cui è meglio stare zitti". La Rete, come ha scritto anche Cristina Maccarrone su Walkonjob sta diffondendo a ritmo vertiginoso la dichiarazione di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, che a margine di un convegno ha detto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Questo è o sarà a breve un fatto politico che, lungi il catastrofismo apocalittico, causerà sommosse di piazza. I contributi degli iscritti alla gestione separata dell'Inps nella quale rientrano, fra gli altri, collaboratori a progetto e liberi professionisti stanno pagando contributi per ripianare i buchi dell'istituto di previdenza e pagare le pensioni di oggi. Ovvero di chi, prima della riforma, era a regime retributivo. I sindacati difendono i loro iscritti e tacciono sulla dichiarazione di Mastrapasqua. Noi abbiamo approfondito lo scenario insiema ad Anna Soru, Presidente di Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato.

"La situazione è drammatica per tutti quelli iscritti alla gestione separata, sia collaboratori che partite Iva", spiega Anna. "In qualche modo siamo tutti precari".

Cosa pensi delle dichiarazioni di Mastrapasqua?

Ha confermato quello che diciamo da sempre. Ma credevamo che quanto meno sopravvivesse ancora il pudore.

E' sorprendente che nessuno reagisca. Non c'è la consapevolezza di quello che spetta con la gestione separata. Nei mesi scorsi abbiamo fatto una campagna per richiedere l'invio della busta arancione(che fornisce una proiezione annuale della pensione totale maturata da ogni lavoratore, ndr) ai liberi professionisti. Anche Sacconi aveva garantito l'invio a giugno, ma non si è visto nulla. Poi è arrivata la smentita dell'Inps che non prometteva più le proiezioni ma il conteggio di quanto era stato versato.

L'Inps ha comunicato infatti di fornire user e password per verificare online i contributi versati.

Anche questa strategia è solo un deterrente per insabbiare l'informazione. Tanti per pigrizia non vanno sul sito, ma aprono la posta che arriva a casa. E ripeto, le informazioni che vengono fornite dal sito sui contributi versati non sono leggibili in termini pensionistici.

I sindacati hanno reagito?

No, non hanno fatto nulla. Difendono i tesserati, chi è già in pensione o chi deve andarci. E che ha la gestione separata e ricade nel sistema contributivo generalmente non è iscritto.

Quindi a chi rivolgersi?

Acta sta valutando cosa fare, certamente useremo la Rete. Mastrapasqua sa benissimo che scoppierebbe la rivolta sociale se i lavoratori fossero informati. La proposta di cavolola e Treu vuole modificare in senso migliorativo la riforma delle pensioni. Il fatto è che hanno risolto il problema del bilancio dell'Inps nelle nostre tasche. Non puoi chiedere il 26% di contributi se in cambio riceverai una pensione ridicola.

La riforma delle pensioni è stata il punto di rottura.

Sì, il nostro sistema è passato da retributivo a contributivo. Adesso è proporzionale a quanto hai versato, ma i coefficienti sono molto bassi e la rivalutazione è legata al Pil, peggiorato ora con la recessione. Per intenderci, anche se hai versato una cifra cospicua, la pensione lorda sarà intorno al 40% dell'ultimo reddito, nel peggiore dei casi al 30%.

Quindi tutti i lavoratori della gestione separata condividono lo stesso futuro pensionistico.

Sì. In particolare, tutti gli iscritti alla gestione separata rientrano nel regime contributivo. Negli anni Novanta, ai tempi della riforma, si pensava a un meccanismo per frenare la spesa pensionistica. Il risultato è che chi lavorava allora ha scaricato i costi sui lavoratori di oggi. I primi col nuovo regime andranno in pensione intorno al 2030. Quindi non fanno notizia e sono ancora meno numerosi, nonostante il trend in ascesa.

Negli altri paesi i lavoratori a gestione separata, però, riescono a fare proiezioni.

Sì, tutto è cominciato nei paesi del Nord. Sarebbe civile informare i lavoratori che almeno potrebbero pensare a una pensione integrativa. Certo, ma maggior parte non se lo può permettere visto che versa all'Inps il 26% dello stipendio.

In tanti hanno proposto in Rete di non pagare più i contributi.

Non è facile. Le multe sono carissime. O smetti di lavorare o paghi.



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MessaggioInviato: 30/03/2013, 09:50 
Inps al collasso. Addio pensioni

Una azienda con un patrimonio di 41 miliardi che nel giro di un paio d'anni ne avesse persi così tanti da farlo scendere a soli 15, verrebbe considerata sana oppure oppure desterebbe se non altro l'interesse di andarne a capire il motivo? E ancora di più: nel caso in cui questa "azienda" fosse di importanza fondamentale non solo per i suoi azionisti ma per l'intero Paese del quale fa parte, sarebbe il caso, a livello informativo, di dare risalto alla notizia e di farla entrare nel dibattito pubblico?

Le risposte sono scontate, ma le domande servono a introdurre l'argomento. Perché lo Stato del quale parliamo è l'Italia, e l'"azienda" con questi conti disastrati si chiama Inps.

L'istituto di previdenza, infatti, aveva a inizio 2011 un patrimonio di 41 miliardi, come detto, il quale si è ridotto a soli 15 in 24 mesi. Ma è a livello tendenziale che le cose peggiorano e destano ancora più preoccupazione.
Fonte:http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2013/3/26/inps-al-collasso-addio-pensioni.html



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MessaggioInviato: 30/03/2013, 13:04 
Cita:
Angel_ ha scritto:

Inps al collasso. Addio pensioni

nel caso in cui questa "azienda" fosse di importanza fondamentale non solo per i suoi azionisti ma per l'intero Paese del quale fa parte, sarebbe il caso, a livello informativo, di dare risalto alla notizia e di farla entrare nel dibattito pubblico?

Le risposte sono scontate, ma le domande servono a introdurre l'argomento. Perché lo Stato del quale parliamo è l'Italia, e l'"azienda" con questi conti disastrati si chiama Inps.


Beh... visto che i giornali (o ciò che ne rimane) è affaccendato con cose di ben altro tenore, come ad esempio, fare le pulci a chi sta cercando con tutte le forze di CAMBIARE le cose in questo paese di burattini, direi che vale la pena riportare l'articolo per intero....[xx(]

Inps al collasso. Addio pensioni

http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ri ... sioni.html

Una azienda con un patrimonio di 41 miliardi che nel giro di un paio d'anni ne avesse persi così tanti da farlo scendere a soli 15, verrebbe considerata sana oppure oppure desterebbe se non altro l'interesse di andarne a capire il motivo? E ancora di più: nel caso in cui questa "azienda" fosse di importanza fondamentale non solo per i suoi azionisti ma per l'intero Paese del quale fa parte, sarebbe il caso, a livello informativo, di dare risalto alla notizia e di farla entrare nel dibattito pubblico?

Le risposte sono scontate, ma le domande servono a introdurre l'argomento. Perché lo Stato del quale parliamo è l'Italia, e l'"azienda" con questi conti disastrati si chiama Inps.

L'istituto di previdenza, infatti, aveva a inizio 2011 un patrimonio di 41 miliardi, come detto, il quale si è ridotto a soli 15 in 24 mesi. Ma è a livello tendenziale che le cose peggiorano e destano ancora più preoccupazione.

Ci sono due elementi importanti da tenere in considerazione più un terzo che è addirittura determinante.

Inpdap profondo rosso

Il primo, motivo principale di questo calo del patrimonio, è relativo alla fusione recente di Inpdap e Inps, cioè il fatto che il sistema pensionistico del settore pubblico sia stato fatto confluire all'interno di quello del settore privato (operazione datata appunto 2012). La fusione di questi due enti era stata prevista trionfalmente, comunicando che, per via dei tagli alle spese che tale operazione avrebbe comportato si sarebbero risparmiate alcune centinaia di milioni di euro. Cosa puntualmente ancora non verificata, visto che sia la prevista gestione unica degli immobili dei due enti sia la razionalizzazione del personale è ancora di là dal venire.

Nel frattempo, però, questo matrimonio ha portato in dote al sistema pensionistico del settore privato oltre 10 miliardi di rosso, contribuendo ad affossare ancora di più le riserve originarie dell'Inps conteggiate a fine 2011.

Lo Stato moroso

Il secondo dato allarmante contiene una riflessione interessante, visto che, come si dice, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende. Dunque, il grande buco dell'Inpdap - che, ribadiamo, era l'ente pensionistico dei dipendenti del settore pubblico - dipende direttamente da un elemento chiave: le pubbliche amministrazioni, da tempo e in modo diffuso, non stanno pagando del tutto i contributi pensionistici dovuti dei propri dipendenti. Si tratta di una somma stimata in circa 30 miliardi, che grava ovviamente sul bilancio già fortemente compromesso dello Stato ma che, attenzione, non è ancora stato messo agli atti, visto che proprio mediante la fusione con l'Inps è stato, per il momento, occultato.

Ora, già il fatto che le amministrazioni pubbliche non stiano versando tutti i contributi dei dipendenti, cioè che lo Stato sia moroso verso se stesso e i suoi dipendenti, è cosa che dovrebbe chiarire da sola la situazione generale. Ma che ora - ed eccoci alla riflessione poco ortodossa accennata poc'anzi - vi sia stata questa misura di accorpamento tra Inpdap e Inps fa venire più di qualche dubbio. È come se - meglio: è - lo Stato avesse scelto di prendere un proprio ente in forte deficit (nel quale da una parte doveva far confluire alcune proprie spese, cioè i contributi dei dipendenti, e dall'altra far uscire altre spese, cioè l'erogazione delle pensioni) e lo avesse inserito, come un cavallo di troia malefico, nell'altro ente (l'Inps) in cui sono i privati a far confluire i propri contributi per unire il tutto in un calderone, prossimo al collasso, sul quale far gravare un fallimento complessivo. Tra un po', in altre parole, siccome l'Inps, con il patrimonio così drasticamente intaccato e con i conti tendenziali in rosso, non potrà più erogare le pensioni, si prenderà atto della cosa dimenticandosi che buona parte di questo scenario catastrofico dipende proprio dai mancati versamenti del settore pubblico.

Baby boomers all'incasso (forse)

Il terzo elemento, anche in questo caso assente dal dibattito e dalle analisi attuali, risiede nella constatazione che proprio in questi anni, e per il prossimo quinquennio, c'è una enorme fetta del Paese a dover andare in pensione. Si tratta della generazione dei baby boomers. Di quelli, per intenderci, che negli anni Settanta tentarono la "rivoluzione" più celebrata che concreta. E che, "una volta al potere", al posto delle rivoluzioni si sono invece premurati di mettere al riparo i propri meri interessi. Oggi, in età pensionistica, appunto, sono in procinto di passare all'incasso. Se questa massa di persone fosse messa in grado di andare dritta in pensione così come giustamente previsto, l'Inps crollerebbe in modo definitivo nel giro di qualche anno appena. Ribadiamo, infatti, che già a fine 2013 il bilancio complessivo dell'Inps è atteso a poco oltre 15 miliardi. Dai 41 di fine 2011.

Non solo: tutte le operazioni relative al sistema pensionistico degli ultimi anni a questo punto possono - e devono - essere interpretate alla luce dei dati che ora stanno venendo fuori, ma che evidentemente già anni addietro erano ben presenti all'interno degli ambienti politici. Nel luglio del 2010, sul Mensile, pubblicammo questo articolo: "In Pensione a 100 anni". Oggi bisogna aggiornarlo. Il tentativo neanche troppo velato, almeno per chi voglia accorgersene, è quello di evitare proprio che persone possano andare in pensione. Il che si applica facendole lavorare il più a lungo possibile, spostando sempre in là la data in cui sarà possibile andare in pensione. Con questo si otterrà il risultato di aver fatto lavorare tutta la vita le persone, facendogli versare montagne di contributi, sino al punto in cui avranno davanti ancora pochissimi anni, una volta andate in pensione, per avere indietro dallo Stato solo una piccola parte di quanto versato. Sempre che non muoiano prima sulla scrivania del proprio posto di lavoro.

I giovani sono completamente fuori

Parallelamente, il fatto che così tante persone non possano lasciare il posto di lavoro sino di fatto alla vecchiaia comporta anche l'assoluta mancanza di turnover, e dunque pochissimo accesso dei giovani al mondo del lavoro. Come stiamo puntualmente verificando. Questi, già penalizzati dalle riforme Fornero sul lavoro che hanno aumentato le già elevate sperequazioni precedenti, tra contratti da fame a 500 euro al mese e senza alcuna possibilità di accedere a un posto di lavoro degno di questo nome, in ogni caso, ora e domani, non saranno comunque in grado di versare contributi in quantità bastante a pagare le pensioni di chi, via via, in ritardo e alla fine, comunque (per ora: almeno secondo le norme attuali) in pensione poco alla volta ci sta andando.

Il tutto, naturalmente, contribuisce a peggiorare il quadro già disastroso dell'Inps.

Dobbiamo a questo punto necessariamente correggerci. A destare preoccupazione sono le cose incerte. Mentre qui si può tranquillamente parlare di una certezza: l'Inps sta finendo nel buco nero statale e dunque le pensioni non potranno essere più erogate a breve. Molto a breve, a meno di stravolgimenti sistemici (uscita dall'Euro e ripresa della sovranità monetaria, ad esempio) che per ora comunque non sono all'orizzonte. Il che apre scenari non preoccupanti, ma terrorizzanti. Nel silenzio generale di chi sa ma non vuole far sapere.

Valerio Lo Monaco



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COLLASSO INPS: SE NE ACCORGE – E LO NASCONDE – ANCHE REPUBBLICA

Immagine

FONTE: ILRIBELLE.COM

La Repubblica mette ieri nelle pagine interne questa notizia, molto interne, il primo quotidiano on-line d’Italia per numero di accessi e diffusione. Il titolo è emblematico "L’INPS è quasi al collasso", e le parole dello stringato articoletto, ripreso con un copia-incolla da Teleborsa, che la Repubblica inserisce all’interno della sezione "Economia & Finanza – con Bloomberg" sul suo sito, non possono essere fraintese.

Eccole:

L’INPS si avvicina al collasso, se non ora, potrebbe accadere nel giro di pochi anni, quando gli attuali lavoratori e futuri pensionati arriveranno a maturare legittimamente il proprio diritto. Che i giovani siano destinati a non percepire mai una pensione è cosa risaputa, ma questa volta non si tratta di un’affermazione pour parler.

Il Patrimonio dell’INPS, che a fine 2011 vantava ben 41 miliardi di euro di attivo, si porterà a fine 2013 ad appena 15 miliardi, secondo i dati forniti dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza.

Una situazione che riflette principalmente due eventi: la fusione INPS-Inpdap avvenuta nel 2012; i mancati pagamenti dei contributi in ambito pubblico. Insomma, i dati certificano che quel matrimonio non si doveva proprio fare…

Infatti, l’ammanco dell’INPS deriverebbe da maxi buco da 10 miliardi portato in dote dall’Inpdap e da circa 30 miliardi di pagamenti di contributi che la Pubblica Amministrazione non ha mai versato. Una situazione che, come conferma il Consiglio di indirizzo e vigilanza, è destinata ad aggravarsi e che testimonia ancora una volta la scelta pessima di unire il pubblico al privato. ( qui la pagina originale http://finanza.repubblica.it/News_Detta ... c=TLB)



Al di là della definizione utilizzata, "pour parler", che lasciamo commentare ai lettori, nell’articoletto si legge senza mezzi termini che il fatto che "giovani siano destinati a non percepire mai una pensione è cosa risaputa". Risaputa da chi non è dato conoscere, visto che se veramente così fosse allora forse si vedrebbero davvero rivoluzioni di piazza.

Ma ben oltre i meri dati, che avevamo dato giorni addietro qui sul Ribelle e che ci sono costati su vari siti, mediante i commenti, l’appellativo di "terroristi dell’informazione", il dato che emerge da questa operazione, cioè il posizionamento molto interno e nascosto di una notizia del genere, conferma, ove ce ne fosse bisogno, l’assoluta inadeguatezza, incapacità e connivenza dei media di massa.

In altre parole, un tema enorme come questo, secondo la Repubblica, non merita la prima pagina. Almeno non ora, quando cioè ci sarebbe bisogno di parlarne e di prendere misure d’urgenza. Magari più in là, a bubbone esploso, ci si faranno paginate di indignazione e raccolte di firme. Ma per ora, a livello informativo, divulgativo ed esplicativo, così come dovrebbe essere, il nulla di nulla.

Eppure il fatto che la cosa sia stata pubblicata anche sull’autorevole quotidiano nazionale dimostra almeno due cose, se non tre. La prima è che la notizia è certa. La seconda è che a questo punto è chiaro che sono molto più autorevoli i siti indipendenti rispetto a quelli che "dipendono" dalla politica e dalla finanza. La terza, purtroppo, è che sperare di vedere prendere coscienza del reale stato di crollo del nostro Stato da parte dell’opinione pubblica che si informa su tali media è una illusione che almeno qui non possiamo minimamente coltivare. Con tutto quello che ne consegue.

Fonte: http://www.ilribelle.com
Link: http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ri ... bblic.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 05/04/2013, 11:04 
Cita:
Angel_ ha scritto:

Inps al collasso. Addio pensioni

Una azienda con un patrimonio di 41 miliardi che nel giro di un paio d'anni ne avesse persi così tanti da farlo scendere a soli 15, verrebbe considerata sana oppure oppure desterebbe se non altro l'interesse di andarne a capire il motivo? E ancora di più: nel caso in cui questa "azienda" fosse di importanza fondamentale non solo per i suoi azionisti ma per l'intero Paese del quale fa parte, sarebbe il caso, a livello informativo, di dare risalto alla notizia e di farla entrare nel dibattito pubblico?

Le risposte sono scontate, ma le domande servono a introdurre l'argomento. Perché lo Stato del quale parliamo è l'Italia, e l'"azienda" con questi conti disastrati si chiama Inps.

L'istituto di previdenza, infatti, aveva a inizio 2011 un patrimonio di 41 miliardi, come detto, il quale si è ridotto a soli 15 in 24 mesi. Ma è a livello tendenziale che le cose peggiorano e destano ancora più preoccupazione.
Fonte:http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2013/3/26/inps-al-collasso-addio-pensioni.html




bè..
se l'inps eredita l'inpdap
con buco di 10 miliardi
e intanto lo stato non versa i contributi
per i suoi deipendenti
si capisce il perchè..
del buco..

per quanto riguarda la pensione..
non ricordo benissimo i parametri..
comunque x vedersi riconosciuti i contributi
bisogna raggiungere la minima
di 500 euro circa al mese..
x 12 = 6.000 euro all'anno

mettiamo il coefficiente di trasformazione al 5%.
il montante contributivo individuale dev'essere
diciamo, almeno 120.000 euro..
aliquota inps 25%
20'000 euro /anno
anni x ottenere la pensione -> anni 24
40'000 eu/anno
pensione in 12 anni
ecc. ecc.
dipende dal reddito annuale..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 14/11/2013, 12:44 
Ragazzi..... [8)]

Guardate questa cosa... dal minuto 24:10.....



I pensionati sono FOTTUTI... se non si fa qualcosa... [V]




EDIT: ieri hanno sputtanato la cosa a LA GABBIA,
e oggi il Presidente Mastrapasqua getta le mani
avanti....

Allarme Inps: su conti non siamo tranquilli

14 novembre, 12:37

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 16997.html


Non lo poteva dire (l'uomo da 100mila euro al mese) nel 2011??? [}:)]



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credete veramente di vivere tanto a lungo? [8]



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Cita:
morpheus85 ha scritto:

credete veramente di vivere tanto a lungo? [8]

Tre anni a partire dal 2011? Penso proprio di sì caxxo..... [:D]



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