17/02/2016, 10:24
Thethirdeye ha scritto:HAI VERSATO 19 ANNI DI CONTRIBUTI ALL’INPS? LI HAI PERDUTI !!!
INPS, IL “FURTO ” SILENTE
Migliaia di lavoratori versano i contributi senza poter arrivare alla pensione. Soldi regalati all’ente
di Salvatore Cannavò – “Il Fatto Quotidiano”
http://www.morasta.it/hai-versato-19-an ... i-perduti/
Sono tantissimi ma l’Inps non li quantifica o per lo meno si rifiuta di farlo. Parliamo delle Posizioni silenti, cioè quelle posizioni iscritte all’Inps che hanno versato contributi senza raggiungere i requisiti minimi previsti dalla legge per andare in pensione. Per la pensione di vecchiaia, infatti, legata all’età anagrafica (66 e 67 anni con la riforma Fornero) servono almeno 20 anni di contributi versati nella medesima cassa previdenziale (all’Inps, all’Inpdap, all’Inpgi, etc.). Il problema dei contributi silenti si pone quando un contribuente non raggiunge quel requisito dando origine a quella che sindacati ed esperti previdenziali definiscono senza giri di parole una truffa, un furto.
Mettiamo il caso, infatti, di chi abbia potuto versare contributi solo per 18 o 19 anni: senza raggiungere il requisito minimo di 20, quegli anni non daranno vita ad alcuna pensione. In realtà, si tratta di un caso limite perché essendo molto ridotto il margine di differenza è possibile colmare il vuoto ricorrendo alla contribuzione volontaria cui si può accedere con un minimo di 5 anni di contribuzione versata. Questa si calcola sulla base dell’ultima retribuzione percepita e quindi sale in relazione a quella. Stiamo comunque parlando di cifre consistenti: su uno stipendio di 1300 euro si versa fino a 8000 euro all’anno. Se gli anni da colmare, quindi, ammontano – come nella maggior parte dei casi – a 7, 9 o anche di più si pagano cifre impossibili.
“In questa condizione si trovano moltissime donne – spiega Luigina De Santis, esperta previdenziale dell’Inca- Cgil – perché sono quelle dall’attività lavorativa più incostante e frammentata”. Chi ha versato, ad esempio, 12 anni di contributi, quando arriva all’età per la pensione non si ritrova nulla in mano. “E’ un furto. E’ scandaloso e lo è ancora di più il fatto che l’Inps non dia le cifre esatte di questo fenomeno: si fanno morti e feriti ma non li si vogliono dichiarare” commenta ancora De Santis. Sul problema del silenzio Inps e della indisponibilità a fornire i dati batte anche il deputato radicale Maurizio Turco che sta preparando un’iniziativa eclatante: “Presenterò a breve un progetto di legge per istituire una Commissione di inchiesta con poteri giudiziari per dire una cosa chiara: se l’Inps non ci consegna i dati manderemo i carabinieri a prenderli”. Non avendo a disposizione i dati è molto difficile fare una stima. E infatti di stime non ce ne sono. Si possono fare delle valutazioni induttive. Ad esempio, una fonte rilevantissima di posizioni silenti è data dai contributi versati dai lavoratori immigrati che, spesso, ritornano nel loro paese e, se vogliono recuperare quanto versato in Italia, devono disporre di adeguate convenzioni internazionali e attivarsi per fare regolare domanda. Gl immigrati iscritti all’Inps sono 2,7 milioni (dati al 2007) e i contributi che li riguardano ammontano a circa 8 miliardi di euro. Altre stime calcolano in circa 600 mila le donne casalinghe che hanno pochi anni di contribuzione all’attivo e così via.
Formalmente la riforma Fornero dovrebbe sanare la ferita con il sistema contributivo. Infatti, con questo nuovo sistema di calcolo tutti i contributi versati saranno accumulati per calcolare una pensione finale e, se non si raggiunge il requisito minimo dei 20 anni, si potrà comunque andare in pensione a 70 anni oppure se la stessa supera di 1,5 volte l’assegno sociale. “In ogni caso c’è il limite dei 5 anni di contributi – commenta però De Santis – e se non si raggiungono, si regalano all’Inps”. “E poi, aggiunge, chi può vantare un importo pari a 1,5 volte l’assegno sociale (tra i 7 e gli 800 euro) con meno di 20 anni di contributi è solo chi ha avuto retribuzioni molto alte”. Inoltre i casi sono destinati a crescere con il sistema delle ricongiunzioni onerose deciso dal governo Berlusconi nel 2010 e avallato dall’attuale governo. In questo caso ricadono quelle posizioni previdenziali aperte in istituti diversi. Un’insegnante che abbia lavorato in una scuola privata, ad esempio, per un certo numero di anni e poi in una pubblica per il resto della sua vita lavorativa avrà una parte di contributi all’Inps e un’altra parte all’Inpdap. Per riunificarli (tecnicamente: ricongiungerli) dovrà pagare una somma molto elevata e se non la possiede utilizzerà la posizione più favorevole lasciando “silenti” gli altri contributi. Che restano lì, a disposizione dell’Inps che, ovviamente, li utilizzerà – lo sta già facendo –per pagare le pensioni in essere. “Le ricongiunzioni onerose sono uno scandalo” aggiunge Luigina De Santis. Intervenendo su questo nella trasmissione Report su Rai3, “la ministra Fornero ha detto cose inesatte perché le ricongiunzioni non servono ad avere pensioni più alte ma semplicemente commisurate ai contributi versati”.
In realtà anche prima della legge del 2010 le ricongiunzioni verso regimi previdenziali più favorevoli (ad esempio dall’Inps verso l’Inpdap) erano onerose ma non quelle verso il regime dell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago) gestito dall’Inps. Ora si paga anche questo e ci si può vedere richiedere importi di 100 mila o anche 200 mila euro. Ma Fornero ha invitato a utilizzare un altro sistema, che invece è gratuito, la totalizzazione dei contributi. “Ma è un sistema con il quale si sceglie di entrare integralmente nel sistema contributivo anche se si ha ancora diritto a una parte di retributivo (doppio sistema entrato in vigore nel 1996 con la riforma Dini, ndr.). E favorisce solo i salari molto alti che da quel tipo di conteggio vengono particolarmente valorizzati. Ai salari più bassi la pensione viene tagliata”.
Tratto da: giacomosalerno.com
08/10/2016, 15:00
30/11/2016, 11:56
30/11/2016, 13:08
Thethirdeye ha scritto:ANTICIPO PENSIONISTICO: UN IMMENSO AFFARE PER BANCHE E ASSICURAZIONI SULLA PELLE DEI LAVORATORI!
L’ultima invenzione del governo Renzi si chiama APE: anticipo pensionistico. Andare in pensione prima sembra una grande opportunità ma c’è un trucco: alla fine a guadagnare saranno solo banche e assicurazioni. Con l’Ape si permetterà di andare in pensione fino a 3 anni prima. Negli anni di anticipo a pagare la pensione sarà una banca, poi raggiunta l’età pensionabile, cioè 67 anni, il pensionato restituirà il PRESTITO in rate per 20 anni fino alla veneranda età di 87 anni, perdendo il 20% della pensione.
E se il pensionato dovesse morire prima degli 87 anni? Chi ripagherà il suo debito con la banca?
Dunque il pensionato sarà obbligato a sottoscrivere un’assicurazione privata.
In sostanza oltre il 40% delle rate sarà costituito da oneri finanziari e assicurativi… ad esempio anticipando di 2 anni la pensione con un assegno di 1500 euro al mese, per un totale di 36.000 euro in 2 anni, si andrà a pagare di rate BEN 61.000 euro. Una vera e propria truffa!! E con l’APE social la truffa se la paga lo Stato! Lo Stato avrebbe potuto pagare DIRETTAMENTE l’anticipo agli aventi diritto quasi dimezzando la spesa complessiva!
VIDEO: https://www.facebook.com/55261473821712 ... 262126638/
14/12/2016, 08:52
10/06/2017, 01:43
Inps, rivede i conti del 2017 e cede tutti gli immobili
Il rosso a fine anno si attesterà a 6,2 miliardi superiore alla prima stima. Confermato in negativo anche il patrimonio, già passato al segno meno a fine 2016. Le entrate sono inferiori rispetto alle uscite e a pesare sono i conti dei dipendenti pubblici. Via al programma di dismissione degli immobili
MILANO - La prima nota di variazione al bilancio preventivo 2017 dell'Inps segnala un peggioramento dei conti dell'Istituto rispetto alle previsioni. Il risultato economico di esercizio - si legge in una nota - per l'anno è negativo per 6.279 milioni, a fronte di un rosso da 6.152 milioni del preventivo originario 2017. Il patrimonio netto previsto alla fine dell'anno è negativo per 7.990 mln (era di -7.863 milioni nelle previsioni originarie). Il patrimonio era passato al segno meno già nel 2016.
Ma per raddrizzare le casse dell'istituto, i vertici dell'Ente hanno avviato la valorizzazione dell'intero patrimonio immobiliare. Si tratta di più di 30.000 unità immobiliari suddivise fra unità residue delle operazioni di cartolarizzazione (25.000 unità) e unità immobiliari non cartolarizzate (5.000 unità) per un valore complessivo di bilancio di circa 2,5 miliardi di euro. Il Piano di investimento e disinvestimento, in attuazione delle vigenti disposizioni di legge, ne prevede la completa dismissione, sia attraverso la cessione diretta con salvaguardia dei diritti di opzione e prelazione riconosciuti ai conduttori, sia attraverso il conferimento di parte del patrimonio al fondo immobiliare i3-INPS gestito da Invimit sulla base di portafogli specificamente individuati.
Gli immobili inoptati e quelli liberi saranno oggetto di dismissione a mezzo procedure ad evidenza pubblica (aste). I criteri e il piano verranno trasmessi al Consiglio di indirizzo e vigilanza, per l'approvazione definitiva di competenza, e successivamente verranno trasmessi al ministero dell'Economia e delle finanze e al dicastero del Lavoro e delle politiche sociali.
Tornado al bilnacio dell'ente, il saldo di competenza finanziaria è pari a -6.599 milioni (era di -6.551 milioni nelle precedenti previsioni). Le entrate contributive complessive previste sono di 219.730 milioni, con un aumento dello 0,2% circa rispetto al dato precedentemente previsto. L'aumento più significativo si verifica per le Gestioni Dipendenti Pubblici, in relazione ai previsti rinnovi contrattuali ed a nuove assunzioni nell'ambito delle amministrazioni dello Stato. Ammontano invece a 315.104 milioni le uscite per prestazioni, con un incremento di 2.562 milioni rispetto alle previsioni. In particolare, le prestazioni pensionistiche (276.902 milioni) aumentano di 1.586 milioni (+0,58%) rispetto alle previsioni 2017, mentre quelle temporanee incidono per 38.202 mln, con un aumento di 976 mln rispetto al preventivo originario (37.226
milioni).
Il sostegno complessivo dello Stato (in termini di competenza finanziaria) è pari a 113.344 milioni, così ripartiti: 109.746 milioni di trasferimenti di parte corrente, con un incremento di 2.375 milioni rispetto alla previsione precedente; 3.598 milioni di trasferimenti in conto capitale per anticipazioni di bilancio, con un aumento di 1.329 milioni rispetto a quelle previste nel preventivo originario. I trasferimenti includono il finanziamento della spesa per invalidi civili per 17.450 milioni e la quota parte di ciascuna mensilità di pensione erogata per 22.903 milioni. Le spese complessive di funzionamento dell'Istituto sono pari a 4.152,1 milioni, in linea (-0,01%) con il dato previsto dal bilancio preventivo originario. Vengono trasferiti al bilancio dello stato 740,8 milioni di risparmi, un incremento dello 0,7% rispetto al 2016. Il valore nominale dei crediti contributivi previsti al termine dell'anno è pari a 109.697 milioni, con una diminuzione di 15 milioni rispetto ai 109.712 milioni previsti in origine. L'ammontare complessivo previsto del Fondo svalutazione crediti è quantificato in 59.558 milioni, con una percentuale media di svalutazione del 54,3%. La risultante delle operazioni di accantonamento a questo Fondo, per il 2017, ha inciso sul risultato economico d'esercizio per 701 milioni.
10/06/2017, 13:48
12/11/2017, 11:48
12/11/2017, 12:18
12/11/2017, 12:55
Wolframio ha scritto:Questo si chiama informazione chiara
Purtroppo a differenza della Catalogna dove ieri si sono mobilitate 750'000 mila persone per ottenere la libertà di qualche loro rappresentante eletto:
in Italia non si muove nemmeno un gatto per ottenere le dimissioni di parecchi non rappresentanti abusivii.
12/11/2017, 16:18
12/11/2017, 16:47
Ufologo 555 ha scritto:(D'altronde se per esporre una bandiera alla finestra o sul balcone si paga una tassa .... Che italiani vuoi che esistano!L'hanno riaffermato l'altra era in TV)
19/12/2017, 01:26
Inps non ha soldi per le pensioni ma bonus mamma va anche a chi non ha permesso di soggiorno permanente
L’Inps non ha soldi per le pensioni, così opera attraverso due vie: innalzamento dell’età pensionabile e, simultaneamente, taglio delle pensioni. Non si toccano invece pensioni d’oro o vitalizi.
Il bonus bebè è stato dimezzato. Ed i farmaci hanno subìto un notevole incremento di prezzo, specie per i centri abitati più piccoli e, quindi, molto probabilmente più biognosi di welfare.
Di contro, però, ora verranno erogati i bonus mamma anche agli stranieri che non sono in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Il premio una tantum da 800 euro, sarà infatti rilasciato alle donne che siano almeno al settimo mese di gravidanza nel corso del 2017.
Questo perchè l’istituto INPS ha preso atto di quanto disposto dal Tribunale di Milano: tre giorni fa, in questa sede, è stato accolto il ricorso presentato da alcune associazioni (APN, ASGI e Fondazione Giulio Piccini) contro le circolari dello stesso Istituto, che limitavano il bonus alle donne titolari “della carta di soggiorno o carta di soggiorno permanente di cui agli articoli 10 e 17, decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30″.
Sul sito dell’Istituto guidato da Tito Boeri si legge che “Il Tribunale ha ordinato all’INPS di estendere il beneficio in questione a tutte le future madri regolarmente presenti in Italia che ne facciano domanda e che si trovino nelle condizioni previste dall’articolo 1, comma 353, legge 11 dicembre 2016, n. 232″.
La questione legata all’allocazione delle risorse si fa sempre più problematica, accentuando la situazione di iniquità nel rapporto diritti-doveri percepita dai contribuenti.
19/12/2017, 10:02
02/04/2018, 13:35
Thethirdeye ha scritto:Bomba sulle pensioni: gli immigrati faranno fallire l'INPS.
Lo studio dell'Università Bicocca di Milano parla chiaro.
Boeri, quando dirai la verità agli italiani?Guarda su facebook.com