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MessaggioInviato: 02/03/2013, 14:10 
USA: la Casa Bianca giustifica l’uso dei droni anche contro cittadini statunitensi

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=kz2Ulwttye4[/BBvideo]


Ultima modifica di Wolframio il 02/03/2013, 14:11, modificato 1 volta in totale.


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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... fisco.aspx



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Monday 25 march 2013 1 25 /03 /Mar /201318:31

ARRENDERSI O LOTTARE: A VOI LA SCELTA

La politica, lungi dal costruire un sistema al servizio del popolo, è divenuta uno strumento in mano ai partiti, che la utilizzano a propri particolari fini.

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Con il pretesto di una difesa della sovranità popolare, i partiti gestiscono in realtà questa sovranità.

L’attuale sistema rappresenta il trionfo della partitocrazia più totalitaria e sfacciata.

Gli apparati dei partiti, in questi stessi in netta minoranza, detengono la vera sovranità.

Gli organi dello Stato, cominciando dal Parlamento ( espressione della sovranità popolare ), non hanno altra funzione che limitarsi o avallare formalmente, per renderle più vincolanti per i cittadini, le decisioni concertate previamente ed in forma contrattuale dai partiti.

La partecipazione popolare si muta così in subalterna ed illusoria.

Le elezioni non significano altro che una ripetizione di canoni ampiamente scontati.

La partecipazione si trasforma così, nella “ quantità di privilegi” da distribuire tra i diversi partiti e nel legittimare una struttura di potere limitata ai dirigenti dei partiti, a loro volta collegati ( ma sarebbe più opportuno dire asserviti) con le gerarchie tecnocratiche, la finanza e le alte cariche della UE.

La rivolta in queste condizioni si rende necessaria e non più eludibile.

Per questi motivi insistiamo sulla creazione di Unità Territoriali formate da singoli cittadini.

Dobbiamo dire basta a chi si vuole assumere la titolarità e l’esercizio dei nostri diritti personali: non dobbiamo più delegare nessuno.

Le comunità che noi pensiamo debbono essere un tramite tra eletto ed elettore.

Se non iniziamo a ragionare ed agire in questa maniera significa ammettere di aver alzato bandiera bianca, di essersi arresi: significa dire che hanno vinto.

Se volete questo continuate pure a votare e a comportarvi come avete sempre fatto, se non lo volete iniziate ad organizzarvi nelle città, nei paesi, nei borghi, nei quartieri e state in contatto con altre unità territoriali di altri luoghi.

Se questa azione sarà perseguita con caparbia volontà e tenacia un giorno “ i figli ed i figli dei figli potranno dire abbiamo conosciuto degli uomini”.

Claudio Marconi

Source: ARRENDERSI O LOTTARE: A VOI LA...rontediliberazionedaibanchieri



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[BBvideo]05Tbv5p51v8#![/BBvideo]

Polizia carica la folla e picchia cronista: "Che cavolo riprendi?"

A Bologna durante lo sciopero dei facchini davanti alla Coop la polizia ha caricato con violenza i manifestanti senza motivo apparente. Un giornalista del Fatto Quotidiano che stava riprendendo la scena è stato picchiato dagli agenti: "Che cavolo riprendi?"

BOLOGNA - "Spostati tu, vai via, fuori dai ********". "Sono un giornalista". "Non me ne frega un cavolo, dammi la macchinetta, dammi i documenti. Pezzo di ********** cosa riprendi? Deficiente". E giù botte. Un giornalista del Fatto Quotidiano è stato brutalmente aggredito dagli agenti di polizia durante uno sciopero dei facchini davanti alla Coop. La squadra mobile, dopo avere caricato e preso a manganellate senza motivo i lavoratori che stavano manifestando, ha colpito un cronista che stava documentando l'accaduto. Il tutto è successo dopo che gli agenti avevano fermato uno dei manifestanti minacciandolo: "Io ti rompo le palle a te". Attorno all’ora di pranzo i primi incidenti davanti ai cancelli dell’edificio dove operano Unilog e Cta. I manifestanti inizialmente sono arretrati di fronte all’avanzata di carabinieri e polizia ma poi sono giunti in contatto: manganellate, fughe e lanci di pietre. Scene che si sono susseguite per almeno mezz’ora in mezzo agli automobilisti imbottigliati. Secondo testimoni oculari, durante un tentativo di fuga, uno dei facchini si è aggrappato alla fiancata di una vettura in movimento salvo cadere sbattendo la testa. Immediati i soccorsi del 118 arrivati con l’elicottero. L’uomo, rimasto per tutto il tempo immobile e senza conoscenza, è stato portato via in ambulanza. Il bilancio degli scontri è di diversi contusi tra i facchini aderenti ai Si Cobas di Anzola e di un ferito in modo serio.

Source: Polizia carica la folla e picc...ronista: "Che cavolo riprendi?"



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MessaggioInviato: 07/06/2013, 12:42 
Il Grande Fratello è al lavoro

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C’è davvero poca consolazione nel poter affermare: “io l’avevo detto!”, in particolare quando le notizie - che ci confermano di aver avuto ragione in tempi non sospetti - sono inquietanti come quelle che oggi ci giungono dai media.

di Piero Cammerinesi
(corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)

http://www.liberopensare.com/articoli/i ... ello-e-qui

Mi riferisco a quanto scrissi – dopo aver assistito all’incoronazione di Obama e al suo discorso d’insediamento – in un articolo molto critico sulle reali ‘qualità’ di questo presidente che sembrava reincarnare il fascino di JFK. Fui ferocemente attaccato da tutti coloro che seguivano trasognati i “Change” e gli “Hope” della sagace campagna presidenziale…

Scrissi allora: “Guarda guarda, questo sta facendo fessi tutti … l’inganno più pericoloso è quello di chi dice 99 verità ed una sola menzogna, che inevitabilmente viene acriticamente vissuta come verità…sarebbe veramente il colmo farci ‘fregare’ da Obama dopo essere sopravvissuti ad un incapace come Bush che ha rappresentato manifestamente la menzogna per otto lunghi ann[1]”

E per averci fregato, Obama ci ha fregato eccome!

Dopo aver utilizzato l’11 Settembre per invadere Iraq e Afghanistan – in attesa della partita con l’Iran - ora ha utilizzato l’attentato di Boston per abolire di fatto ogni privacy all’interno di quella che era la Land of the Free. Dieci giorni dopo Boston, infatti, è stata firmata un’ordinanza che obbliga il maggiore operatore telefonico e Internet USA, Verizon, - e ancora non abbiamo conferme degli altri - a fornire alla NSA (Agenzia per la Sicurezza Nazionale) dettagliate informazioni su tutte le telefonate sia nazionali che internazionali. Qui negli USA non si erano ancora spenti gli echi degli scandali di agenzie di stampa e giornalisti intercettati dal Dipartimento di Giustizia[2] e dell’IRS (Agenzia delle Entrate) che eseguiva accertamenti ad arte su specifici gruppi parlamentari[3], che il Guardian[4] ci regala quest’ultima chicca a stelle e strisce.

Di che si tratta?

La Fisa, un tribunale segreto che sta per Foreign Intelligence Surveillance Court, il 25 Aprile scorso ha dato all’FBI – e di fatto al Governo - potere illimitato di ottenere qualsiasi tipo di dato sulle telefonate private dei cittadini americani per un periodo iniziale di tre mesi.

Voi direte: ma qualcuno si ribellerà a un tale scempio, in fondo è noto a tutto il mondo la passione per la libertà del popolo americano….Sì, certo, malumori ce ne sono, ma, come la vicenda di Boston insegna[5] i cittadini di questo Paese sono stati ‘addestrati’ a barattare ogni residuo di libertà con la sicurezza. Da parte delle autorità, neanche a parlarne, dopo qualche imbarazzo e qualche “no comment” un funzionario vicino a Obama ha definito questa ennesima azione di spionaggio di un intero popolo, nientemeno che “uno strumento fondamentale per proteggere la nazione dalle minacce terroristiche nei confronti degli Stati Uniti”.

Anzi, mentre sto ultimando questo articolo un 'lancio' della CNN riporta la notizia di due importanti senatori - Dianne Feinstein e Saxby Chambliss - che esprimono consenso ed approvazione per il sistema di intercettazioni che, a dir loro, "è andato avanti per anni e ha prodotto risultati". Così la Costituzione Americana – una delle più avanzate del mondo – continua ad essere calpestata, indicando anche ad altre nazioni la strada per espropriare i popoli di tutto senza che questi alzino un solo dito per impedirlo.

Anzi, essendone anche contenti.


Come scriveva Goethe: “Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”.


Links:
http://www.liberopensare.com/articoli/item/253-obamarea
http://www.nytimes.com/2013/05/14/us/ph ... d=all&_r=0
http://www.nytimes.com/2013/05/16/opini ... .html?_r=0
http://www.guardian.co.uk/world/2013/ju ... on-records
http://www.liberopensare.com/articoli/i ... a-generale

Fonte:
http://www.liberopensare.com/articoli/i ... ello-e-qui



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MessaggioInviato: 07/06/2013, 15:41 
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Da Verizon ai nove colossi di internet,
il tesoro digitale spiato dal governo Usa

Proviamo ad avere un'idea di quanto sia estero il materiale al centro del Datagate che sta mettendo in imbarazzo Obama. Azienda per azienda. Una mole di dati prodotta in tempo reale da un'utenza mondiale che si aggira sui tre miliardi di account di SIMONE COSIMI

VERIZON, a quanto pare, era solo la punta dell'iceberg. Nsa e Fbi avrebbero accesso, almeno secondo le rivelazioni che stanno travolgendo l'amministrazione Obama in un datagate di proporzioni inimmaginabili, ai server di nove big company del web. Si tratta di Google (con YouTube), Microsoft (con Skype), Apple, Yahoo!, Aol, PalTalk e Facebook, finiti nel mirino di Prism, il programma di sicurezza per la Rete del governo federale statunitense. Le aziende in questione negano che occhi altrui abbiano scorso i loro datacenter. Ma qual è il target di questo controllo? Un'utenza mondiale spaventosa, che - pur mettendo insieme servizi piuttosto diversi e non direttamente addizionabili l'uno all'altro visto che ciascuno di noi può avere un numero indefinito di indirizzi e-mail, più profili sui social network e decine di altri accessi - tocca la mostruosa cifra di quasi tre miliardi di account. D'altronde, c'è anche da dire che su ogni profilo conserviamo spesso informazioni e contenuti almeno in parte differenti.

Insomma, mezzo mondo - almeno quello collegato - sotto osservazione. Dopo i numeri, la qualità e l'impatto: in quei server, stipati in ogni parte d'America e non solo, condividiamo le nostre vite. Basti pensare al complesso ecosistema costruito da Google intorno a social, posta, documenti e, ovviamente, video. Stesso discorso per Microsoft, Yahoo! o Apple, che della
filosofia cloud, cioè condividi online e sincronizza i tuoi contenuti ovunque, ha fatto una ragione di rilancio del proprio business. All'improvviso le nostre identità digitali rischiano di essere passate al setaccio dalle autorità statunitensi. Si pensava, forse. Lo si annusava da sempre con un tocco di dietrologismo. Non si sapeva né si poteva però dirlo con certezza. L'idea che questa stretta sorveglianza sia riservata solo a cittadini non americani che vivono fuori dagli Stati Uniti, come ha detto un alto esponente dell'amministrazione federale, vera o falsa che sia complica se possibile ancora di più il problema. Proprio in quella metà di mondo anche gli italiani, come le centinaia di milioni di utenti che sfruttano gli irrinunciabili servizi dei colossi di internet, conserva i propri dati, le proprie preferenze, i video, le foto e tutto quel corredo digitale che costituisce ormai parte integrante della vita quotidiana.

Google. Quello di Big G è un autentico ecosistema a 360 gradi. Non basta, infatti, la posta (GMail, il più grande servizio al mondo con oltre 400 milioni di utenti che gestiscono anche più indirizzi ciascuno): si aggiunge anche la condivisione dei documenti, degli impegni (Calendar) e una serie di altri servizi che permeano la vita di ogni giorno, aiutandoci a organizzarla. Solo nel 2010 Mountain View utilizzava la cifra-monstre di 900mila server per processare una mole pazzesca di dati, oltre ovviamente alle funzioni legate al suo motore di ricerca. Senza contare che il suo social network, Google+, vanta oltre 300 milioni di utenti attivi e 500 registrati. Anche quel profilo è alloggiato nei server di Google. E poi, ovviamente, c'è YouTube.

YouTube. Nel caso di YouTube, la piattaforma di videosharing più popolare del mondo, si parla di cifre ancora più da capogiro. Un miliardo di utenti superato da poco, grazie in particolare al boom di smartphone e tablet. Tutto rimane registrato nei dati di log: quali video abbiamo apprezzato, quali abbiamo visto di recente, cosa carichiamo e così via. In altre parole, quasi una persona su due che naviga su Internet carica o visualizza video su YouTube. Basti pensare che ogni mese vengono guardati oltre 4 miliardi di ore di video. Gli account sono in fase di progressiva e ormai quasi definitiva integrazione con quelli di Google. Il recinto è chiuso.

Microsoft. Anche Microsoft sfoggia un ecosistema importante, e fra l'altro pare sia stata la prima ad aprire i propri server alle autorità statunitensi. La posta? Negli ultimi mesi Microsoft ha convertito al nuovo dominio Outlook. com, il nuovo servizio di e-mail di Seattle, tutti gli ex utenti di Hotmail. Ora ha 400 milioni di utenti attivi, di cui 175 milioni usano regolarmente l'app da mobile. Buona parte dei problemi di privacy può anche legarsi alla piattaforma di gioco Xbox, di cui è stata appena lanciata la nuova versione, la One: uno strumento costantemente connesso con i server di Redmond in grado di consentire l'accesso istantaneo e simultaneo a film, TV in diretta e musica. Basti pensare che la 360, la console precedente, ne ha venduti oltre 80 milioni di pezzi. Ma sempre a Microsoft fanno ormai riferimento una serie di altri servizi come l'importantissimo Skype, il provider di chiamate VOiP spesso utilizzato per bypassare i fornitori tradizionali e che aveva già avuto, per conto suo, magagne legate alla vulnerabilità: ci passiamo due miliardi di minuti ogni giorno fra telefonate e videochat.

Facebook. La piattaforma di Mark Zuckerberg è forse quella più ghiotta, per chi dovesse decidere di tenerci sotto controllo. Per una ragione semplice: il miliardo di utenti profilati - ma quelli attivi mensilmente sono molti di meno, circa la metà - forniscono volontariamente ogni genere di preferenza, orientamento, parere, opinione. Insomma, quegli status che giravano col copia incolla, sollevando ogni autorità dal controllo dei propri dati, alla luce delgi ultimi avvenimenti non erano del tutto fuori dal mondo. D'altronde, quello che i federali hanno fatto negli Usa Facebook lo fa da tempo nelle sue stanze. Per esempio, ha da poco stretto un accordo con tre big data company statunitensi per integrare le proprie informazioni sulle nostre preferenze online con gli acquisti effettuali offline, nei negozi tradizionali. È insomma la carta d'identità più completa in circolazione.

Yahoo! Una delle prime big company del web - che gestisce anche newsgroup, messaggistica, foto di Flickr e da poco i blog di Tumblr, oltre a un sistema ramificato di forum - e passata da poco sotto la guida di Marissa Mayer sfoggia circa 300 milioni di utenti le cui caselle postali sono ospitate sui propri server. Ma il discorso è lo stesso per Google: tutti gli altri servizi, nei quali condividiamo contenuti di ogni genere, sono accessibili con lo stesso account e nella maggior parte delle volte ospitati dagli stessi server.

PalTalk. PalTalk è una videochat per sistemi operativi Windows, meno nota in Italia rispetto al player precedenti, che risponde ancora in parte alle vecchie logiche protointernet delle chat rooms, pubbliche o private. L'idea è dunque che i controllori possano aver navigato liberamente fra le conversazioni delle persone. Quattro milioni i membri attivi ogni mese sulla piattaforma, da sempre al centro delle autorità per il tipo di contenuti e informazioni che vi si scambierebbero.

Aol. È uno dei più grandi internet service provider del mondo. Insomma, dà accesso alla Rete a milioni di utenti, presente sul mercato italiano dal 2007. Anche in questo caso, oltre a una serie di servizi personalizzabili, c'è la possibilità di attivare una mailbox gratuita. Gli utenti, però, non sono paragonabili a quelli degli altri giganti: circa 25 milioni quelli attivi ogni mese contro gli oltre 400 di GMail.

Apple. Quello della Mela morsicata, con l'iCloud lanciato un paio d'anni fa, è un altro di quei mondi completamente online. Fra le nuvole, appunto. Nei server di Cupertino, a quanto pare fra le ultime aziende a cedere alle pressioni delle autorità, gli utenti Apple memorizzano e sincronizzano infatti tutti i loro contenuti, la vita intera in ogni sua sfaccettatura, dai contatti alle foto passando per video, brani musicali e le cronologie di navigazione, da un dispositivo all'altro. In questo caso la chiave è il famoso ID Apple, l'account con cui poter fare tutto: dagli acquisti su iTunes all'accesso ad iCloud fino alle azioni offline, come le assistenze. Apple dispone di più di 500 milioni di account di questo tipo ed è dunque seconda solo a Facebook come molte di utenti di cui gestisce molte delle interazioni online.
(07 giugno 2013)
Fonte:http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/06/07/news/quel_tesoro_di_dati_delle_big_company-60563829/?ref=HREC1-3

Due esempi...
Un giorno facebook mi ha invitato a scegliere i miei film e i miei libri preferiti, sono rimasto sbalordito dal fatto che mi stava suggerendo in maniera automatica praticamente TUTTI i miei film e libri preferiti...cioè, vi rendete conto?
In base a tutto quello che ho scritto agli amici e ai mi piace che ho dato, quel sistema si è fatto un idea assolutamente precisa dei miei gusti...[8D]

Altro inquietante episodio proprio giorni fa...mio figlio che è patito di apple mi ha fatto vedere il funzionamento di trovailmiomac/iphone...bene, ha inserito la sua password nel sistema e il server di cupertino gli ha mostrato in una frazione di secondo la mappa satellitare con l'esatta posizione del suo iphone e del suo macbook...ma non è finita, in quel momento aveva accesso a quei due apparecchi attraverso internet, ha fatto emettere un suono antirapina al macbook e un fischio all'iphone e poteva bloccarli in maniera semplicissima, pigiando un pulsante in rete!


Ultima modifica di Angel_ il 07/06/2013, 15:56, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Angel_ ha scritto:

Un giorno facebook mi ha invitato a scegliere i miei film e i miei libri preferiti, sono rimasto sbalordito dal fatto che mi stava suggerendo in maniera automatica praticamente TUTTI i miei film e libri preferiti...cioè, vi rendete conto?
In base a tutto quello che ho scritto agli amici e ai mi piace che ho dato, quel sistema si è fatto un idea assolutamente precisa dei miei gusti... [8D]

Altro inquietante episodio proprio giorni fa...mio figlio che è patito di apple mi ha fatto vedere il funzionamento di trovailmiomac/iphone...bene, ha inserito la sua password nel sistema e il server di cupertino gli ha mostrato in una frazione di secondo la mappa satellitare con l'esatta posizione del suo iphone e del suo macbook...ma non è finita, in quel momento aveva accesso a quei due apparecchi attraverso internet, ha fatto emettere un suono antirapina al macbook e un fischio all'iphone e poteva bloccarli in maniera semplicissima, pigiando un pulsante in rete!


Ahahahahah... che spettacolo.......

Meglio i cellulari di 6 o 7 anni fa..... [8D]



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Il Grande Fratello globale

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Preoccupazoni per i big data delle aziende, che nel 2020
rappresenteranno in Europa l’8% del pil. Privacy: diventerà
una utopia? Intervista a Andrea Tobaldi, di Econocom Italia.


http://www.wallstreetitalia.com/article ... obale.aspx

ROMA (WSI) - Privacy, dal latino "privatus", ovvero "separato dal resto": parola che indica l'abilità degli individui o di gruppi di "separare se stessi o le loro informazioni dall'attenzione del pubblico". Una abilità che con uno scambio di informazioni sempre più celere e veloce non può però essere esercitata più dal singolo, ma ha bisogno di leggi ad hoc, di tessuti legislativi solidi che possano garantire in qualche modo la tutela dei dati sensibili.

Numeri di carte di credito, informazioni di intelligence, big data delle aziende, protezione di dati personali: con gli hacker, la certezza di essere del tutto esenti dalla minaccia di infiltrazioni nella nostra vita privata, è andata in frantumi.

Ma "la colpa" è solo degli hacker? Non proprio. La questione assume infatti aspetti più inquietanti quando, come nel caso Datagate, è un governo, quello americano, che spia; non solo attraverso intercettazioni telefoniche ma anche tramite l'accesso al web, come ha rivelato la talpa ex Cia Snowden.

Dunque, riduttivo puntare il dito contro Julian Assange - fondatore di Wikileaks - & Company, quando la violazione della privacy viene in alcuni casi anche legittimata. (mentre Assange, Snowden e altri rischiano di finire dietro le sbarre).

E che dire dello scandalo Bloomberg? I giornalisti hanno spiato 315.000 clienti che utilizzano dati provenienti dai terminali della stessa agenzia di stampa: dati che vengono venduti da una divisione separata della stessa Bloomberg.

In questo caso, le informazioni riservate dei trader sono state utilizzate per sfornare articoli e scoop sugli stessi clienti. I giornalisti hanno spiato anche la Federal Reserve e l'ex segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner.

Come fanno in questo contesto non solo gli individui, ma le stesse aziende a tutelarsi? Soprattutto, quanto le aziende sono consapevoli della necessità di dotarsi di sistema di sicurezza, per evitare casi di spionaggio industriale, o semplici fughe di notizie sui loro clienti? Non bisogna infatti necessariamente citare l'ultimo scandalo Usa, targato Datagate, per capire come esista una sorta di Grande Fratello globale, sempre in agguato.

Wall Street Italia ha intervistato Andrea Teobaldi, Senior Systems Engineer di Econocom Italia, system integrator indipendente in grado di fornire un punto di vista autorevole in qualità di osservatorio neutrale di tutto ciò che riguarda l'IT aziendale. Il messaggio è chiaro: agire subito, visto che i big data rappresenteranno nel 2020 l’8% del prodotto interno lordo europeo.

WALL STREET ITALIA - Come commenta il caso Bloomberg e la grave violazione della privacy che si è verificata a danno delle aziende coinvolte?

ANDREA TEOBALDI - Si tratta di un episodio che in sé non ha prodotto effetti significativi, ma che potenzialmente avrebbe potuto portare a perdite irreparabili di dati sensibili custoditi dalle aziende aderenti, senza dimenticare le possibili conseguenze economiche e in termini di immagine. Il caso Bloomberg, al di là della cronaca dei fatti e allo "scampato pericolo", induce ad una riflessione su come le aziende gestiscono le proprie informazioni sensibili, un patrimonio estremamente prezioso che l’evoluzione tecnologica può paradossalmente mettere a rischio.

WSI - Per big data cosa si intende precisamente? Si tratta dell’insieme di dati sensibili e di informazioni riservate che interessano ogni azienda?

A.T. - Per big data si intende tutta la mole di dati che vengono scambiati in internet e immagazzinati da ogni azienda. Anche se non tutti questi dati sono sensibili, la questione sicurezza è uno dei paradigmi fondamentali legato ai big data, insieme all’enorme capacità di connettività che viene richiesta per il loro spostamento. Per comprendere la portata del fenomeno, basti pensare che, secondo alcune ricerche, i big data nel 2020 rappresenteranno l’8% del prodotto interno lordo europeo; nel 2011 sono stati valutati a 315 miliardi di euro, cifra destinata a crescere in modo esponenziale fino ad arrivare a mille miliardi di euro nel 2020 per la sola Europa. In parallelo con il valore economico, progressivamente crescerà anche lo spazio occupato dai big data, con problemi conseguenti di stoccaggio e sicurezza. Una questione che potrebbe influire su molte attività legate alle informazioni sensibili.

WSI - Esistono al momento misure in Italia volte ad arginare questo fenomeno? Si investe nell’affrontare il problema, l’Italia (ma anche altri Paesi) ha soprattutto coscienza della portata di questo fenomeno?

A.T. - Rispetto ad altri Paesi l’Italia è sicuramente ancora indietro. Il fenomeno big data viene oggi spesso messo in secondo piano dalle aziende, a favore di necessità considerate maggiormente impellenti. Non si conosce nei dettagli il fenomeno, né i suoi effetti, si tende pertanto a posticipare, o addirittura ad occultare il problema della sicurezza dei dati. La questione viene insomma gestita in modo superficiale, e c’è ancora molta strada da fare, in Italia ma non solo, come il caso Bloomberg testimonia.

WSI - Qual è il Paese a livello globale maggiormente attivo nel contrastare il fenomeno di una tale violazione della privacy? Soprattutto, sia in Italia che all’estero, tra i Paesi avanzati, esiste un quadro normativo che disciplini la materia oppure le leggi sono ancora troppo carenti?

A.T. - A livello normativo le leggi sulla privacy non sono allineate da Paese a Paese, non esiste ancora una correlazione e ogni Stato opera in modo autonomo. A questo si aggiunge il fatto che il fenomeno big data travalica la normativa vigente sulla difesa della privacy: parlando di web, ci sono ancora moltissime lacune a livello legislativo, in diversi ambiti. Tanto più che, come si riporta in un articolo recentemente comparso su un’importante rivista di settore internazionale, la quantità di dati trattati secondo il paradigma Big Data è tale che ormai è scientificamente impossibile non riuscire a risalire ai soggetti cui si riferiscono. La questione privacy è quindi estremamente delicata.

WSI - Non crede che il raggiungimento della "sicurezza" sia destinato a diventare sempre più un’utopia, visti i mezzi tecnologici sempre più sofisticati di cui hacker e altri soggetti si dotano per violare sempre più la privacy dei cittadini?

A.T. - Questo è un problema che purtroppo non avrà mai fine. Gli hacker avranno sempre una certa possibilità di avvicinarsi a informazioni sensibili, soprattutto quando si parla di big data. Ogni azienda dovrebbe privilegiare la protezione dei dati al meglio delle proprie possibilità e specificità. Escludendo banche, assicurazioni, ospedali, dove il tema della sicurezza dei dati è già di per sé un paradigma fondamentale, anche tutti gli altri ambiti del business dovrebbero iniziare a ragionare su questo fronte, con delle specifiche che sono già di pubblico dominio. Le aziende non devono pensare che la sicurezza sia una cosa inutile, invece in concreto molte realtà non affrontano il problema: ritengono di non avere dati così importanti, quindi non si preoccupano nemmeno di proteggerli. A questo si aggiunge il fatto che non tutti hanno segreti industriali, oppure li considerano di scarso interesse, sottovalutando la loro effettiva importanza e i rischi di una loro perdita.



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CAPIRE LE ULTIME FUGHE DI NOTIZIE
PER RICONOSCERE L’ASCESA DEL FASCISMO


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25 giugno, 2013

DI JOHN PILGER
johnpilger.com

http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... rettyPhoto

Nel suo libro, ‘Propaganda’, pubblicato nel 1928, Edward Bernays scriveva: "La cosciente ed intelligente manipolazione delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse popolari è un elemento importante nella società democratica. Chi controlla questo meccanismo nascosto della società rappresenta un governo invisibile, che è il vero potere dominante del nostro paese."

Nipote americano di Sigmund Freud, Bernays inventò il termine “pubbliche relazioni”, un eufemismo per “propaganda di stato”. Avvertì che la continua minaccia al governo invisibile sarebbero stati chi racconta la verità ed un popolo accorto.

Nel 1971, il “whistleblower” (chi [dall’interno di un sistema] segnala irregolarità, o ne denuncia le cattive prassi, n.d.t.) Daniel Ellsberg fece trapelare documenti governativi statunitensi conosciuti col nome di “The Pentagon Papers”, in cui si rivelava come l’invasione del Vietnam fosse sistematicamente basata sulla menzogna. Quattro anni dopo, Frank Church sovrintese udienze sensazionali nel Senato degli Stati Uniti, uno degli ultimi baluardi della democrazia americana. Queste svelarono fin dove arrivasse il governo invisibile: dallo spionaggio interno alla sovversione, al lavoro guerrafondaio di agenzie di intelligence e di "sicurezza" e al sostegno che ricevevano da affaristi e media, sia conservatori che liberali.

A proposito della National Security Agency (NSA), il senatore Church disse: "So che esistono le capacità tecniche di portare la tirannia in America, e noi dobbiamo fare in modo che questa agenzia e tutte le agenzie che possiedono tali tecnologie operino nel rispetto della legge… per evitare di cadere nell’abisso. Un abisso da cui non c’è ritorno."

L’11 giugno 2013, a seguito delle rivelazioni sul Guardian del consulente della NSA Edward Snowden, Daniel Ellsberg scrisse che gli Stati Uniti erano ormai caduti “in quell’abisso".

La rivelazione di Snowden che Washington ha usato Google, Facebook, Apple e altri giganti della tecnologia del consumo per spiare su quasi tutti, è un’ulteriore prova di una moderna forma di fascismo – che è “l’abisso”. Dopo aver promosso fascisti vecchio stile in tutto il mondo – dall’America Latina all’Africa e Indonesia – il gene si è sviluppato in casa. Capire questo è importante quanto capire l’abuso criminale della tecnologia.

Fred Branfman, che svelò la distruzione "segreta" del piccolo Laos causata dalla US Air Force negli anni ’60 e ’70, risponde a coloro che ancora si chiedono come un presidente afro-americano, liberale e professore di diritto costituzionale, possa comandare tale illegalità. "Come il signor Obama", ha scritto, "nessun presidente ha fatto di più per creare le infrastrutture per un possibile futuro Stato di polizia." Perché? Perché Obama, come George W. Bush, ha capito che il suo ruolo non è quello di assecondare chi lo ha votato, ma di propagare "la più potente istituzione mai esistita nella storia del mondo, quella che ha ucciso, ferito o reso senza casa ben più di 20 milioni di essere umani, in gran parte privati cittadini, fin dal 1962."

Nel nuovo cyber potere americano, solo le competenze sono cambiate. Il direttore di Google Ideas, Jared Cohen, è stato consigliere di Condoleeza Rice, l’ex segretario di Stato nell’amministrazione Bush che mentì sul fatto che Saddam Hussein avrebbe potuto attaccare gli Stati Uniti con armi nucleari. Cohen e il presidente del consiglio di amministrazione di Google, Eric Schmidt – i due si sono incontrati tra le rovine dell’Iraq – sono coautori di un libro, “La Nuova Era Digitale”, definito “lungimirante” dall’ex direttore della CIA Michael Hayden e dai criminali di guerra Henry Kissinger e Tony Blair. Gli autori non fanno alcun accenno al programma di spionaggio Prism, svelato da Edward Snowden, che fornisce alla NSA l’accesso a tutti noi che facciamo uso di Google.

Controllo e dominio sono le due parole che danno un senso a tutto questo. Controllo e dominio, finalizzati a disegni politici, economici e militari, per cui è essenziale la piena sorveglianza, anche insinuando propaganda nella coscienza pubblica. Questo è il punto di Edward Bernays. Le sue due campagne di PR di maggior successo furono quella di convincere gli americani che dovevano entrare in guerra nel 1917 e quella di persuadere le donne a fumare in pubblico; le sigarette erano “torce di libertà”, che avrebbero accelerato l’emancipazione femminile.

Fa parte della cultura popolare che il falso "ideale" dell’America come moralmente superiore, "leader del mondo libero", sia stato molto efficace. Eppure, anche durante i periodi più sciovinisti di Hollywood c’erano film eccezionali, come quelli dell’esule Stanley Kubrick, e film europei avventurosi avevano distributori americani. Di questi tempi, non c’è Kubrick, no Stranamore, e il mercato degli Stati Uniti è quasi chiuso ai film stranieri.

Quando mostrai il mio film, “The War on Democracy”, ad uno dei maggiori distributori americani di pur larghe vedute, mi fu consegnata una lista di modifiche da farsi, per "essere sicuri che il film fosse accettabile". Il suo indimenticabile contentino per me fu: "OK, forse potremmo infilarci Sean Penn come narratore. Ti andrebbe?".

Recentemente, il film scusa-torture di Katherine Bigelow, “Zero Dark Thirty” e quello di Alex Gibney “We Steal Secrets”, una stroncatura cinematografica sul caso di Julian Assange, sono stati realizzati con il generoso sostegno di Universal Studios, fino a poco tempo fa della General Electric. GE produce armi, componenti per aerei da caccia e tecnologia di sorveglianza avanzata. La società ha anche interessi redditizi nell’Iraq "liberato".

Il potere dei “raccontatori di verità” come Bradley Manning, Julian Assange, ed Edward Snowden sta nel fatto che riescono a dissipare tutta una mitologia accuratamente costruita dalle varie corporazioni accademiche, cinematografiche e mediatiche. Wikileaks è particolarmente pericolosa perché fornisce a chi racconta la verità un modo di farla uscire. Questo è stato ottenuto in “Murder Collateral”, il video ripreso dalla cabina di guida di un elicottero Apache statunitense e presumibilmente fatto trapelare da Bradley Manning. L’impatto di questo video unico ha scatenato su Manning e Assange la vendetta dello Stato. Qui aviatori americani uccidono giornalisti e mutilano bambini in una strada di Baghdad, chiaramente divertendosi, e descrivendo le loro atrocità come "piacevoli". È però fondamentale che non l’abbiano fatta franca; adesso noi ne siamo testimoni, il resto sta a noi.

John Pilger
Fonte: http://johnpilger.com
Link: http://johnpilger.com/articles/understa ... ew-fascism



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DA BILDERBERG A GOOGLE-BERG: L’ELITE GLOBALE
PREPARA UNA RISTRUTTURAZIONE TECNOCRATICA


- OLGA CHETVERIKOVA – Strategic-culture.org -

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http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... nocratica/

Gli eventi mondiali mostrano sempre più chiaramente che i più importanti obiettivi dell’elite globale sono la totale riorganizzazione della coscienza umana e addirittura cambiare l’essenza degli umani. Infatti, questo è sia il fine che il mezzo della costruzione di un “nuovo ordine mondiale”. L’ultimo incontro del Bilderberg Group, che si è svolto dal 6 al 9 giugno 2013 nel Grove hotel in un quartiere di Londra, discuteva specificamente di questo argomento…

Le informazioni riguardo a dove sarebbe avvenuto l’incontro, cosa c’era nella sua agenda e chi avrebbe partecipato erano disponibili molto prima dell’incontro, sia nei mezzi d’informazione alternativi che ufficiali. Per esempio, il giornale The Telegraph ha scritto a riguardo in un articolo chiamato “Bilderberg Group? Nessuna cospirazione, solo il gruppo più influente del mondo”.

E nel numero successivo, nell’articolo “Bilderberg Group 2013: lista degli invitati e agenda”, il Telegraph ha presentato gli argomenti che dovevano essere discussi all’incontro. Fra questi c’erano la disoccupazione negli Stati Uniti e Europa, nazionalismo e populismo, politiche dell’Unione Europea, sviluppi nel Medio Oriente, sfide dell’Africa, guerra cibernetica e proliferazione di minacce asimmetriche, le maggiori tendenze nella ricerca medica e le promesse e gli impatti dell’educazione online.

Una fonte interna del sito alternativo infowars.com ha fornito informazioni più dettagliate sull’agenda, dicendo che due gruppi di tematiche sarebbero state discusse nell’incontro. Il primo ha a che vedere con i problemi economici: aumentare i poteri delle banche centrali sotto le sembianze di “riforme bancarie,” salvare le banche per sostenere l’euro e proteggere l’eurozona, creare sistemi di riscossione delle tasse più efficaci, non lasciare uscire dall’Unione Europea la Gran Bretagna, diffondere proteste sociali indotte dall’austerità, crescita economica minima nel 2013 e concentrare la ricchezza delle popolazioni nelle mani di corporazioni e elites superricche.

Il secondo gruppo di argomenti è più esteso e tocca problemi di controllo militare, politico e psicologico: attaccare i siti nucleari in Iran se non riduce i suoi programmi in tre anni, prolungare la guerra in Siria armando l’opposizione, la minaccia di una pandemia mondiale (considerando che i laboratori di Bilderberg stanno lavorando alla diffusione di virus), controllare la stampa 3D, controllo statale di internet per raggiungere flessibilità cibernetica (una vecchia idea di Bill Clinton) e creare “città intelligenti”, capaci di osservare tutti gli aspetti della vita e del comportamento della popolazione, ovvero, creare un sistema di sorveglianza totale.

Per raggiungere questi obiettivi, la sfera tecnocratica deve essere ristrutturata velocemente, cosa che sta accadendo di fronte ai nostri occhi. Come hanno fatto notare gli autori di infowars.com Paul Joseph e Alex Jones, il gruppo Bilderberg, come altre organizzazioni ombra, è entrato in un periodo di seria trasformazione; ha formato un’unione con Google sotto il controllo del suo amministratore delegato, Eric Emerson Schmidt (1), che partecipa regolarmente agli incontri del gruppo. Il luogo dell’incontro del gruppo al Grove hotel è stato scelto per una ragione. È qui che, a iniziare dal 2007, hanno avuto luogo le conferenze annuali di Google, conosciute come Google Zeitgeist (“lo spirito del tempo di Google”), nelle quali sono analizzate miliardi di query degli utenti del sistema e sono ricapitolate le attività del sistema. Quest’anno la conferenza di Google ha avuto luogo letteralmente pochi giorni prima dell’incontro di Bilderberg.

Quindi oggi il Grove hotel britannico è una “base” per sviluppare l’agenda della Google nel campo di politiche tecnologiche mondiali. Ed è questa compagnia, che il London Independent ha descritto come una versione “più carina” del gruppo Bilderberg, che sta attivando una ristrutturazione tecnocratica. Circa 400 delegati si radunano ogni anno alle sue conferenze per discutere argomenti chiave nelle politiche e culture mondiali e per sviluppare piani d’azione che mirano a prevenire “una rivolta contro la globalizzazione” (2). Fra di loro ci sono figure chiave dei mezzi di comunicazione, politici e star emergenti. Quest’anno hanno partecipato alla conferenza l’esperto della Goldman Sachs Jim O’Neil, Bill Clinton e la cantante Annie Lennox. Qui, in particolare, è stato notato che dall’anno scorso le entrate della compagnia sono aumentate del 60%, cioè 2.89 milioni di dollari.

Google Zeitgeist è una forma di governo più efficace. Mentre i Bilderberg hanno la reputazione di cospiratori, Google può controllare le cose apertamente, dal momento che è presupposto nella sua funzione stessa di essere un fornitore di servizi d’informazione. Ciò vuol dire, sotto le spoglie di una compagnia democratica e addirittura filantropica c’è un’organizzazione totalitaria che i giornalisti indipendenti hanno già chiamato “Google-Berg” (“Bilderberg è… stato riproposto come Google-Berg”).

Google si è rivelato essere un modo altamente conveniente per mascherare le operazioni delle agenzie di intelligence. Come hanno scoperto gli stessi investigatori indipendenti, i principali organizzatori della “Primavera Araba”, che ha preso le sembianze di disturbo civile, erano reclutati da Google e hanno partecipato alle conferenze Zeitgeist al Grove. È ben documentato, per esempio, che l’uomo responsabile dell’impulso alla rivoluzione in Egitto, che ha portato all’insediamento della dittatura dei fratelli musulmani, era il capo di Google del marketing nel medio Oriente e nord Africa, l’egiziano Wael Ghonim. Eric Schmidt sostiene che è orgoglioso di ciò che ha fatto Ghonim, e enfatizza che l’uso di Facebook, Twitter e strumenti telematici per far partire le proteste in Egitto è “un buon esempio di trasparenza”. (4)

Google sta esercitando una crescente influenza sui governi britannici e americani. Ciò è reso più semplice dal fatto che Eric Schmidt è membro del US President’s Council of Advisors on Science and Technology, capo della New America Foundation senza fini di lucro, ed è stato un consulente e sponsor delle campagne presidenziali di Obama. Gli è stata addirittura offerta la carica di segretario del Tesoro americano. In Gran Bretagna, i rappresentanti di Google hanno incontrato non meno di 23 volte i funzionari del partito conservatore dall’elezione generale del 2010. David Cameron ha parlato alla conferenza di Zeitgeist nel 2006, 4 anni prima di diventare Primo Ministro. Anche il cancelliere britannico George Osborne, il principe Carlo e molte altre persone influenti hanno partecipato alle conferenze di Google. Google ha messo le sue mani anche sulla Russia; Eric Schmidt è un membro del Consiglio di amministrazione di Skolkovo, anche se per qualche motivo alcuni esperti considerano ciò un “fattore neutrale” (5).

I legami fra Google e il Gruppo Bilderberg stanno diventando sempre più stretti. I mezzi di comunicazione paragonano l’autorità della compagnia e le sue conferenze con il forum di Davos. Le conferenze di Google Zeitgeist raggruppano coloro che sono considerati capaci di “modellare il futuro globale”. La stessa compagnia si sta posizionando per diventare una forza più forte dei governi nel controllare e monitorare il comportamento delle persone, come hanno fatto in Egitto e Tunisia. E l’interferenza di Google negli affari interni delle nazioni europee è diventata così attiva che anche la Commissione Europea ha fatto recentemente un’indagine sul suo abuso della sua posizione di dominio nel mercato di servizi di informazione.

Lo stesso capo di Google non ha mai nascosto la sua ambizione di controllare totalmente la società; egli ha parlato a questo riguardo diverse volte nei suoi discorsi, enfatizzando che la privacy è un relitto del passato e che ha in progetto di trasformare Google nell’ultimo Grande Fratello che fa sembrare 1984 di George Orwell una favola per bambini.


In uno dei suoi discorsi Eric Schmidt ha dichiarato: “Non abbiamo bisogno che voi scriviate qualcosa. Sappiamo dove siete. Sappiamo dove siete stati. Possiamo più o meno sapere a cosa state pensando. Di fatto credo che molte persone non vogliono che Google risponda alle loro domande. (…) Essi vogliono che Google dica loro cosa devono fare dopo. Sappiamo tutto ciò che state facendo e il governo può seguirvi. Sapremo costantemente la vostra posizione fino all’ultimo centimetro. La vostra macchina si guiderà da sola, è stato un errore che le macchine siano state inventate prima dei computer… voi non siete mai soli, non siete mai annoiati…”

La tecnologia dell’informazione, secondo Schmidt sta radicalmente cambiando l’educazione, il modo in cui funziona il mercato, il carattere dei mezzi di comunicazione, e lo status della proprietà intellettuale. Sta cambiando lo stesso uomo, che è praticamente fuso con il computer, trasformandosi in un uomo bionico. Come sostiene Schmidt “abbiamo intenzione di andare dalla specie di interfacce comanda-e-controlla dove si dice al computer, come a un cane, ‘abbaia’, verso una situazione dove il computer diventa molto più che un amico. E, un amico nel senso che il computer dice “Be, sappiamo più o meno cosa ti importa”. E di nuovo, si è dato il permesso di farlo. E dice “bè, magari dovresti fare questo”, o “magari dovresti fare quello”. E alla fine il computer fa ciò che fa bene, che è questo complicato problema analitico dell’ago nel pagliaio e ha una perfetta memoria. E gli umani fanno ciò che fanno bene, che è giudicare, e divertirsi, e pensare alle cose. La relazione è di simbiosi.” (7)

Ciò che Eric Schmidt sta sostenendo si chiama trans umanesimo, che è uno stato mentale il quale assume che è possibile e desiderabile cambiare fondamentalmente la specie homo sapiens usando tecnologie avanzate per creare un “postumano”. Questo concetto è stato usato per la prima volta nell’opera Religion without Revelation (Religione senza Rivelazione) del biologo evoluzionista Julian Huxley, chiamato il “Malthus del 20° secolo”. Per lui il transumanesimo diventò una nuova ideologia e addirittura una nuova “fede per l’umanità”. E questo è ciò che è per i moderni “profeti” i quali offrono metodi per ricostruire l’uomo, rendendolo un biorobot facile da gestire e obbediente. Una massa di simili biorobot rimpiazzerà l’umanità moderna.

Vediamo che i metodi di governo dell’elite stanno andando incontro a cambiamenti che consentono loro di transitare da un livello coperto di governo ad uno scoperto. Sotto queste circostanze cambia anche il significato di summit, conferenze e negoziati segreti. Ciò è stato dimostrato dall’ultimo incontro del Gruppo Bilderberg, che può essere descritto come “anticospirologico.”

La lotta è stata portata a un nuovo livello, il livello di un confronto informativo e spirituale che presenta all’umanità la scelta tra l’anticiviltà di non-persone e la civiltà di persone create a immagine e somiglianza di Dio.


NOTE
(1) http://www.prisonplanet.com/google-berg ... tml/print/
(2) http://www.independent.co.uk/news/media ... 71352.html
(3) http://ordo-ab-chao.fr/de-bilderberg-20 ... ocratique/
(4) http://news.cnet.com/8301-13578_3-20032239-38.html
(5) http://www.likeni.ru/events/123795/
(6) Quoted from: http://ordo-ab-chao.fr/de-bilderberg-20 ... ocratique/
(7) http://ideanomics.ru/?p=830
OLGA CHETVERIKOVA
Fonte: http://www.strategic-culture.org
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2 ... elite.html
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ILARIA GROPPI


http://www.comedonchisciotte.org/site// ... &sid=12091





Detto in soldoni........

La privacy? Ahahahahah
E' tutto TRACCIATO se passi da Google..... [:3]



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All'inizio eravamo noi a scovare le cose con Google, ora è Google che scova noi [:)]



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La guerra alla libertà dei Media

Per indebolire i Media alternativi indipendenti online,
l'UE si appresta a "regolamentare" i motori di ricerca Internet

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Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai "luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o medicina ".

http://tlaxcala-int.org/article.asp?reference=9474

l rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su "libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.

Il rapporto ( mezzi di informazione liberi e pluralistici per sostenere la democrazia europea ) è stato pubblicato questo mese da un Gruppo di Alto Livello (GAL), istituito dalla Commissione europea, e che includeva l'ex presidente della Lettonia e un ex ministro della giustizia tedesco. Il criterio alla base di questo rapporto è stato in una costante fase di elaborazione per qualche tempo. Gli obiettivi descritti nel 2011 includevano: - la possibilità di "riconquistare" la libertà di stampa, con particolare riferimento ad alcuni paesi specifici, tra cui Ungheria, Francia, Italia, Romania e Bulgaria, per aumentare i servizi d'informazione dell'Unione europea, e regolamentare i media internet e i social media come Twitter e Facebook. L'ultimo di questi obiettivi ha ricevuto attenzione da parte dell'UE dopo i disordini di Londra. (Cfr. La stampa in Europa: la libertà e il pluralismo a rischio | EurActiv )
Alcuni dei punti chiave del rapporto sono i seguenti:

L'UE chiede l'autorità legale ("competenza") per regolare la stampa e i media d'informazione.
In questo contesto, la relazione non offre alcuna definizione di ciò che costituisce "giornalismo" e di ciò che sarà regolato, ma raccomanda piuttosto "il dibattito tra tutte le parti interessate su ... orientamento per i giudici".
Una gran parte della relazione riguarda i mezzi di comunicazione, internet e i nuovi motori di ricerca. Si propone l'inclusione dei motori di ricerca nella regolamentazione dei media.
La relazione approva in particolare i commenti di Cass Sunstein su internet ed estremismo. La relazione del GAL dice che "Cass Sunstein, ad esempio, solleva preoccupazioni sul fatto che Internet consentirà alle persone di essere meno impegnate nella società, viste le capacità crescenti di filtraggio personalizzato e la presenza decrescente di ... giornali ... indubbiamente un impatto potenzialmente negativo sulla democrazia ... possiamo arrivare a leggere e sentire quello che vogliamo, e nient'altro che quello che vogliamo. La preoccupazione è che le ... persone dimentichino che le alternative esistono e diventino così incapsulate in posizioni rigide da ostacolare la costruzione del consenso nella società." Il rapporto continua, "l'isolamento e la frammentazione dell'informazione, insieme all'incapacità di controllare e valutare le fonti, possono avere un impatto negativo sulla democrazia".
Per far fronte a questo, si propone l'inclusione dei motori di ricerca nella regolamentazione dei media. Si evidenzia che i motori di ricerca hanno un notevole impatto sul contenuto visualizzato e sull'importanza con la quale viene presentato: - "Il nuovo ambiente mediatico aumenta l'importanza dei 'gate-keepers', intermediari digitali che sono la via di accesso ad Internet (ad esempio, i motori di ricerca e i social network) ... Per questi attori, solo l'UE ha la capacità effettiva di regolarli"
I siti che riproducono articoli ("aggregatori di notizie" e "intermediari digitali") potrebbero essere oggetto di nuove restrizioni per imporre un contenuto equilibrato. Il rapporto afferma che "gli intermediari digitali, come i motori di ricerca, aggregatori di notizie, social network ... dovrebbero essere inclusi nel monitoraggio del settore. Il ruolo sempre più rilevante che essi esercitano nel migliorare o limitare il pluralismo dei media deve essere preso in considerazione, soprattutto quando iniziano a produrre contenuti. Tuttavia, bisogna fare attenzione a distinguere tra i media che pubblicano lavoro direttamente, e servizi che consentono agli utenti di ripubblicare o linkare il lavoro di altre persone. "
Si propone una sovvenzione a sostegno del giornalismo responsabile, del giornalismo che soddisfa determinati criteri - "Ci dovrebbe essere razionalizzazione e coordinamento del sostegno e del finanziamenti per un giornalismo di qualità".
Il rapporto suggerisce che ci dovrebbero essere borse di studio per la formazione di giornalisti investigativi - "al fine di costruire quadri di giornalisti professionisti competenti per operare nel giornalismo investigativo, borse giornalistiche dovrebbero essere offerte [presso le] Università e i centri di ricerca ... finanziate dalla UE. Le borse di studio ... sarebbero particolarmente utili per il giornalismo investigativo, o per addestrare i giornalisti alla mediazione tra temi complessi quali la scienza, la tecnologia, la finanza o la medicina e il grande pubblico. "
Il rapporto suggerisce che "l'alfabetizzazione mediatica dovrebbe essere insegnata nelle scuole a partire dal liceo. Il ruolo che i media svolgono in una democrazia funzionante dovrebbe essere attentamente esaminato nel quadro dei piani di studio nazionali".
"Il GAL fa riferimento alla fondazione del Centro per il Pluralismo e la Libertà dei Media a Firenze nel dicembre 2011, incaricato di dare vita a studi politici e documenti" e "al finanziamento di progetti di ricerca come MEDIADEM (politiche europee in materia di media: valorizzazione e recupero di mezzi di informazione liberi e indipendenti nei sistemi democratici contemporanei) "
L'Agenzia europea per i diritti fondamentali viene presentata come uno dei principali attori della strategia.
L'UE diventaterebbe una presenza regolare nei telegiornali. Si suggerisce che "gli attori politici dell'Unione europea hanno una speciale responsabilità nell'attivazione di ... copertura stampa europea. I presidenti delle istituzioni dell'Unione europea dovrebbero organizzare regolarmente interviste con ... i media nazionali in tutta l'UE. "
Si suggerisce inoltre che "i finanziamenti per le reti multimediali europee transnazionali (inclusi gli elementi quali oneri per i costi di traduzione, di viaggio e di coordinamento) dovrebbero essere una componente essenziale della politica europea sui media. Il sostegno ai giornalisti specializzati in tematiche transnazionali dovrebbe essere incluso in tali finanziamenti. "

Su quanto pubblicato sopra si potrebbero fare le seguenti osservazioni e commenti:

Molti sono sorpresi che il primo ministro David Cameron e il governo del Regno Unito si siano rifiutati di creare un nuovo regolamento per la stampa in risposta alla relazione Leveson. Forse perché erano già in attesa della relazione del Gruppo ad Alto Livello e di un piano d'azione coordinato a livello europeo? Sembra che il governo britannico stia promuovendo i controlli sui social media a causa dei disordini estivi del 2011. Il pubblico britannico si è abituato al riciclaggio della politica, laddove il governo britannico spinge l'UE a introdurre misure impopolari, e accusa di questo qualcun altro.

Le proposte di controllo sui motori di ricerca devono essere considerate sintomatiche. Le proposte controllerebbero l'accesso alle informazioni, piuttosto che i media semplicemente.
La tecnologia per modificare i risultati di ricerca è già molto sofisticata, essendo stata perfezionata in Cina per oltre un decennio. Google ha recentemente abbandonato le funzioni anti-censura del suo motore di ricerca - secondo alcuni a causa della pressione del governo cinese, che aveva ridotto l'accesso ai servizi di Google. Nel frattempo i controlli cinesi su internet sono diventati notevolmente più sofisticati, per esempio, con la capacità di rilevare e tagliare le connessioni quando sono in funzione Tor, Onion, crittografia o le reti Virtual Privacy Networks (VPNs).
Rispetto alla "costruzione del consenso nella società", anche se la relazione europea del GAL dice "Chiaramente non è possibile costringere le persone ad utilizzare i media che non vogliono", allo stesso modo nulla nella relazione sembra escludere la restrizione dell'accesso a determinati materiali o punti di vista.
Le raccomandazioni europee del GAL dovrebbero essere viste come proposte, sia nell'Unione europea che nel Regno Unito, di memorizzare le ricerche su Internet e i siti web visitati. La Direttiva sulla conservazione dei dati nel settore delle telecomunicazioni dell’UE attualmente è in fase di revisione e il Parlamento europeo ha votato nel 2010 perché fosse estesa alla registrazione di tutte le ricerche su Internet.

La relazione del GAL è una descrizione sommaria di principi generali, i cui dettagli non sono ancora disponibili.
La presente relazione segna l'annuncio pubblico di una guerra a lungo termine contro la libertà dei media che è stata pianificata accuratamente, almeno dal 2011.
Questo è solo l'inizio. Il finanziamento del nuovo Centro per il pluralismo e la libertà dei media e dei progetti di ricerca come MEDIADEM creerà un settore per generare nuove proposte e nuove normative.

L'UE è destinata a diventare un elemento costante nelle nostre notizie, con la creazione, negli Stati membri dell'UE, di nuove agenzie di stampa, canali multimediali e giornalisti finanziati e addestrati dall'UE, che riporteranno un nuovo modello di narrazione europea "transnazionale", per dare risalto all'Unione europea e alle sue istituzioni. I politici dell'UE e i leader delle istituzioni dell'Unione europea saranno presenti nei telegiornali regolarmente.
Sembra che l'Unione europea sia destinata ad uscire dalle ombre per prendere il centro della scena nelle notizie politiche, come vero governo politico dell'Europa.

Per interessante contrasto, l'Unione europea si è mossa per ridurre la trasparenza interna e l'accesso ai documenti , come le bozze di legge. Si vedranno più cose, ma meno contenuti.

Le proposte di "pluralismo" ed equilibrio sembrano in grado di incidere in misura significativa su molti siti internet di notizie alternative.
I siti che includono una miscela di notizie "aggregate" (link da altri siti o articoli riprodotti da altri siti) e contenuti originali - forse la maggior parte dei siti di notizie alternative - sembrano rientrare nel quadro di nuove proposte in materia di controlli per una copertura equilibrata.
La menzione dei tribunali ha un suono sinistro. La Corte di Giustizia Europea (CGE) ha svolto un ruolo significativo nel promuovere la portata e i poteri dell'UE, e in effetti si comporta come un importante organo legislativo a sé stante.

Il rapporto non menziona il significativo allontanamento del pubblico dalle notizie mainstream dei media tradizionali, come TV e giornali, che sembra riflettere una diffusa insoddisfazione per il tipo di copertura delle notizie e per i contenuti che cercano di promuovere.
La proposta di sovvenzionare tali notizie riflette il fatto che il pubblico proprio non se la beve.
Anche se non viene dichiarato, forse è per questo che la relazione si propone di ri-educare il pubblico, a partire dalla scuola.

C'è un evidente conflitto tra un autentico pluralismo nei mezzi di comunicazione e l'obiettivo di "costruzione del consenso nella società". La relazione del GAL riguarda quest'ultimo. Benvenuti in una nuova forma di "pluralismo" - un pluralismo regolamentato, armonizzato e politicamente-ortodosso.
Storicamente, i controlli sulla stampa hanno sempre soppresso le critiche ai governi, non hanno mai aumentato l'equilibrio.
La copertura mediatica mainstream in generale è fortemente di parte - filo-governativa, in termini di quantità di copertura e rilievo, rispetto a punti di vista opposti.
Sarebbe ingenuo pensare che i nuovi requisiti per una copertura equilibrata ridurrebbero in qualche modo l'inclinazione a favore dei governi negli articoli. Per esempio, dobbiamo aspettarci che la preoccupazione del rapporto riguardo al fatto che "le persone dimentichino che le alternative esistono e diventino così incapsulate in posizioni rigide" intende sollecitare una maggiore copertura di punti di vista alternativi critici dell'establishment? Questo significa verosimilmente che la menzione degli eventi del 9-11 dovrebbe in futuro essere bilanciata menzionando che una parte significativa della popolazione contesta la versione ufficiale? I rapporti sulle nuove misure di sicurezza anti-terrorismo sarebbero bilanciati dalla segnalazione che la maggioranza della popolazione non è d'accordo sulla loro giustificazione? La segnalazione del dibattito in Parlamento sarebbe bilanciata dalla menzione che alcune questioni sono bandite dalla discussione, o che sia il governo che l'opposizione sono guidati da Bilderbergers che sostengono simili punti di vista fino allo stremo e sostengono politiche simili?
Un equilibrio bilanciato non è praticato dai media mainstream - per esempio, non hanno presentato la versione dei fatti dal punto di vista del governo di Gheddafi in Libia o di Assad in Siria, nonostante ci fossero delle ragionevoli giustificazioni per farlo. Gli articoli nel periodo precedente alle invasioni dell'Afghanistan e dell'Iraq non erano equilibrati, con notevoli rapporti grossolanamente falsi, come le fantasie sulle grotte di bin-Laden a Tora Bora. Tuttavia, non è questo il tipo di rapporti che i governi stanno cercando di cambiare.

La creazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... la scienza, la tecnologia, la finanza o la medicina", suggerisce che si tratta di settori chiave in cui la Commissione Europea non è contenta della presentazione o vuole prendere il controllo del dibattito. Pensate alla medicina alternativa, alle colture GM, al riscaldamento globale, all'energia nucleare e alla crisi bancaria, per citarne alcuni. Si tratta di settori in cui i media alternativi hanno avuto un impatto significativo.

Come dobbiamo rispondere a questo?

La cosa più importante è non restare passivi - queste sono ancora solo proposte e devono ancora essere formalmente accettate dalla Commissione europea. Questo è il momento della protesta e dell'opposizione. Vale la pensa di osservare gli sviluppi nel Regno Unito perchè si ritiene che al Regno Unito sarà offerta la conduzione della cyber-sicurezza e del controllo in Europa. C'è una schiacciante disapprovazione pubblica delle proposte di sorveglianza internet - la consultazione parlamentare sulla legislazione ha ricevuto 19.000 e-mail contro, 0 a favore. Tuttavia, anche se la normativa potrebbe essere bloccata (temporaneamente), non lo sarà l'investimento multi-miliardiario nel programma di sorveglianza su internet. Sembra che l'approccio del governo alla democrazia abbia raggiunto lo stadio "Allora, come hai intenzione di fermarci?" Hanno capito che l'opposizione può essere rumorosa, ma è anche disorganizzata e non ha una strategia contro l'applicazione senza il consenso pubblico.

Un solo fattore che il governo può aver trascurato è che la strategia per la sorveglianza su internet del governo Britannico richiede un partenariato pubblico-privato e la collaborazione attiva degli operatori commerciali come i fornitori di motori di ricerca (ad esempio Google) e le reti sociali. Anche se il governo non può essere influenzato dall'opinione pubblica, sembra estremamente probabile che le organizzazioni commerciali sarebbero profondamente colpite dalla cattiva pubblicità e dalle vendite in calo. La pressione coordinata dei consumatori potrebbe facilmente fornire un'importante battuta d'arresto ai piani del governo, e probabilmente creare le premesse per una completa ritirata - se solo l'opposizione potesse essere coordinata. Sfortunatamente, questo aspetto dell'analisi del governo è corretto - l'opposizione dell'opinione pubblica è disorganizzata e in gran parte inefficace.

Questo è dovuto principalmente alla passività e alla compiacenza. In aggiunta ad una precedente indagine sull'introduzione di carte di identità in tutto il mondo, l'autore di questo articolo spiega anche l'opposizione a tali regimi, nazione per nazione. Anche se l'introduzione di questi sistemi è stato organizzato e coordinato a livello globale, l'opposizione si è rivelata disorganizzata e raramente organizzata anche a livello nazionale - il versante globalista ha quasi completato la sua prima vittoria, il pubblico non si è ancora svegliato. Nonostante l'articolo venga letto da centinaia di migliaia di persone e sia stato tradotto in diverse lingue, solo una manciata di persone ha risposto all'invito a contattare l'autore. Questo riflette il livello di passività che ha ostacolato l'organizzazione di una vera opposizione.

Se mai ci sarà una qualsiasi opposizione, questo è il momento di stabilire un contatto con gli altri, per far partire un'opposizione transnazionale. Dobbiamo costruire ponti reali tra persone - un contatto umano diretto, faccia a faccia, per quanto possibile - prima che l'UE inizi a monitorare, regolare e chiudere l'accesso a Internet. Allo stato attuale, è relativamente facile leggere e pubblicare articoli, trovare e collegarsi con persone che sono in disaccordo con l'agenda mainstream, globalista - presto, questo potrebbe essere molto più difficile, quando non potremo più comunicare facilmente.

Questo è anche il momento di scaricare e salvare le informazioni da internet, conoscenze particolarmente utili in merito a temi quali la medicina alternativa, la scienza e la vera storia della nostra società. Memorizzare in modo permanente, su disco o meglio ancora sulla carta. Facciamo in modo che non ce li portino via.

Questo è il momento di creare un internet alternativo, che non possano controllare. Tre filoni principali sono stati citati in articoli recenti: -
Vale anche la pena di attuare misure anti-sorveglianza, come descritto in - Tecniche per evitare la sorveglianza e la Censura

Non sappiamo quanto tempo abbiamo - Cerchiamo di non sprecarlo.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Visto che è ormai palese la loro violazione della privacy, inultiamoli appertamente utilizzando la rete.[:D]
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MessaggioInviato: 28/08/2013, 21:09 
I governi hanno chiesto a Facebook i dati degli utenti

27 agosto 2013


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Mark Zuckerberg a Menlo Park, in California, durante la presentazione di Facebook Home. (Robert Galbraith, Reuters/Contrasto)

In un comunicato Facebook dichiara che i governi di 74 paesi nei primi sei mesi del 2013 hanno chiesto i dati di 38mila utenti. Metà delle richieste sono venute dagli Stati Uniti. L’Italia ha chiesto al social network californiano i dati di 2.306 utenti. Nel caso dell’Italia Facebook ha fornito dati alle autorità nel 53 per cento dei casi.

Facebook ha pubblicato questi dati sulle richieste dei governi come già hanno fatto Google e Microsoft, spiega Associated Press.

Social network come Facebook e Twitter negli ultimi anni hanno assunto un ruolo fondamentale nell’organizzazione delle proteste, anche in paesi non democratici. Anche per questo i servizi di intelligence di tutto il mondo hanno cominciato a studiarli. Tutti conoscono il ruolo di queste piattaforme nelle primavere arabe e nella rivoluzione verde in Iran.

Twitter e Facebook sono stati usati anche nelle ultime proteste in Turchia, ma Facebook aveva negato che il governo avesse richiesto i dati degli utenti. Invece dall’ultimo comunicato emerge che le autorità turche hanno chiesto i dati di 173 account e Facebook ha rilasciato informazioni nel 43 per cento dei casi.

Il comunicato di Facebook sulle richieste dei governi.

[align=right]Source: Internazionale » I governi ha...a Facebook i dati degli utenti [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 28/08/2013, 21:10, modificato 1 volta in totale.


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