BRIANZA
Desio, provincia di Reggio
Troppa 'ndrangheta, la Lega fa commissariare la giunta.
La 'ndrangheta rompe l'alleanza tra Lega Nord e Popolo della Libertà. È successo nel comune di Desio, cittadina di 40mila abitanti in provincia di Monza e Brianza, dove il comune, guidato dal sindaco di centrodestra Giampiero Mariani, eletto il 20 marzo del 2010, venerdì 26 novembre 2010 è stato commissariato dopo che 17 consiglieri tra Partito Democratico e Carroccio hanno deciso di dimettersi.
«I sottoscritti consiglieri comunali», hanno scritto in una nota i leghisti Andrea Villa, Egidio Arienti, Elvio Gabani, Fabio Molinari, Tino Perego e Marco Travagliati, «preso atto delle difficoltà nel proseguimento dell'attuale amministrazione, resa particolarmente difficile a seguito di coinvolgimenti nell'inchiesta "Infinito", allo scopo di salvaguardare l'interesse dei cittadini e l'immagine della città, con senso di responsabilità rassegnano le proprie dimissioni dal loro incarico, al fine di determinare lo scioglimento del consiglio comunale».
Una presa di posizione drastica, a cui il Carroccio è arrivato dopo quattro mesi di diatribe, offerte di posti da parte del Pdl e confronto con i vertici nazionali. Una decisione che cade pochi giorni dopo la denuncia dello scrittore Roberto Saviano, che in diretta a Vieni via Con Me, trasmissione di RaiDue, aveva denunciato che la 'ndrangheta in Lombardia cercava di parlare con la Lega Nord, scatenando le proteste del ministro dell'Interno Roberto Maroni (leggi l'articolo).
L'operazione Infinito
Nicola Mazzacuva (Ansa).
È del 20 luglio l'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di 300 persone nell'ambito di una maxi inchieste delle Procura di Milano e di Monza sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia. Da alcune intercettazioni telefoniche, tratte dagli atti giudiziari depositati dalla Dda milanese, erano saltati fuori i nomi dei consiglieri comunali di Desio Nicola Mazzacuva e Natale Marrone e dell'ex assessore provinciale Rosario Perri, tutti del Pdl.
I tre risultavano indagati, scatenando le ire del Partito Democratico e della Lega Nord. Pesanti le accuse: si parla di associazione per delinquere di stampo mafioso e tangenti. Le 'ndrine, secondo gli inquirenti, volevano mettere le mani sugli appalti dell'Expo 2015 e condizionare le gare delle pubbliche amministrazioni locali.
I boss della ’ndrangheta in Brianza avevano avvicinato gli amministratori e i dirigenti pubblici anche con l'obiettivo di guadagnare amicizie e corsie preferenziali ancora più in alto, in regione Lombardia, come dimostrano alcune intercettazioni telefoniche in cui compare anche il nome del segretario di presidenza della Regione Lombardia Massimo Ponzoni.
La 'ndrangheta in Brianza, una presenza «pervasiva»
«Pervasività», secondo il tribunale di Monza, dalla cui inchiesta è partita l'indagine della procura di Milano, «è la parola adeguata per definire il ruolo della ndrangheta nella provincia brianzola. È come assistere all’invasione degli ultracorpi», hanno scritto in una relazione del maggio del 2010 i pubblici ministeri,« che già, senza percezione diretta del fenomeno, sono stabilmente inseriti tra noi, sono come noi e non vorremmo che divenissero maggioranza».
Infatti, non solo la 'ndrangheta, in questo territorio, si è dedicata a comportamenti in sé illeciti (come il traffico di droga e di armi) ma, secondo gli inquirenti, ha esteso il proprio raggio d'azione in attività lecite come la raccolta e lo smaltimento della spazzatura, l’attività d’impresa, i prestiti, ma svolte con modalità criminali come il traffico illecito di rifiuti, la bancarotta fraudolenta, la frode, l’usura, il riciclaggio.
Desio, tra l'altro, è un cantiere a cielo aperto. Il Pgt è stato appena approvato e da tempo si parla di costruire centri commerciali e molto altro, attività, quella delle costruzioni, che alla 'ndrangheta interessa parecchio.
Le offerte del Pdl ai leghisti
Giampiero Mariani, sindaco di Desio (dal sito del Comune di Desio)
«Il problema era spinoso e politico», hanno dichiarato a Lettera43.it dirigenti locali della Lega Nord. «Ci siamo confrontati per mesi con i vertici nazionali e abbiamo chiesto subito un segno di discontinuità alla giunta di Mariani». A settembre le richieste del Carroccio si sono fatte più insistenti, ma dal primo cittadino non arrivavano risposte. A ottobre un'altra operazione della Dda ha portato in carcere 13 persone, sempre di Desio. Nel Pdl, però, ci si ostinava a definire le accuse “solo gossip”. Il 18 ottobre la Lega Nord ha rotto gli indugi e i suoi tre assessori si sono dimessi.
«Le nostre dimissioni», dichiararono il vicesindaco e segretario della Lega Ettore Motta, «sono coerenti con le posizioni assunte nelle ultime settimane. Non c'è stata alcuna risposta alle nostre richieste di dicontinuità, anzi... Qualcuno vorrebbe che si procedesse come se nulla fosse accaduto. Il sindaco la smetta di fare la vittima, visto che è uno degli attori principali di questa rappresentazione; questi suoi atteggiamenti sono totalmente fuori posto».
Nel frattempo il Pdl ha cercato di salvare la baracca in ogni modo. Ai leghisti è stato offerto un assessorato in più in giunta e qualche posto nelle municipalizzate. Ma, come s'è visto non è bastato.
«A luglio», ha commentato il 26 novembre Giuseppe Civati, consigliere lombardo del Pd, «abbiamo chiesto l’intervento del ministro dell’Interno Maroni, ma qualche esponente leghista ci ha detto che esageravamo: oggi dovrà ricredersi».
La replica del sindaco: «Così si infanga l'onorabilità della città»
«Il Consiglio comunale di Desio non viene sciolto da organi governativi per sospette infiltrazioni malavitose ma per una scelta di natura politica di alcuni consiglieri che si assumeranno la responsabilità di aver infangato l'onorabilità degli amministratori e l'immagine della città».
Queste le parole del sindaco di Desio Giampiero Mariani, dopo la decisione di alcuni consiglieri di dimettersi provocando così il commissariamento del Comune. Una scelta sbagliato, secondo Mariani, «proprio in un momento in cui le istituzioni hanno il dovere di contrastare unite l'ndrangheta e di garantire la massima trasparenza nella confusione strumentalmente generata».
Secondo Mariani poi, l'indagine Infinito, è stata «impropriamente richiamata dai dimissionari per giustificarsi rispetto ad uno scontro di natura politico-partitica, non ha evidenziato nessun atto, nessuna azione, nessun coinvolgimento, nessun tentativo che possa in alcun modo riguardare scelte amministrative anche della precedente giunta sempre condivise anche dagli esponenti della Lega Nord Padania».
Venerdì, 26 Novembre 2010
http://www.lettera43.it/articolo/3357/d ... reggio.htm