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MessaggioInviato: 02/12/2010, 01:59 
In tanti anni di politca e confronti politici Veltroni ne ha finalmente fatta una giusta,provocando l'imbarazzo di Cota...l'avrà rubata da qualche utente nella rete? [:o)]



[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=fLMuS9UJuWQ[/BBvideo]

Volgiamo parlare di Cota e gli specchi rampicanti???? [:o)]


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MessaggioInviato: 02/12/2010, 09:19 
Cita:
Ronin77 ha scritto:

In tanti anni di politca e confronti politici Veltroni ne ha finalmente fatta una giusta,provocando l'imbarazzo di Cota...l'avrà rubata da qualche utente nella rete? [:o)]





Volgiamo parlare di Cota e gli specchi rampicanti???? [:o)]


Ecco bravi tenetevi Veltroni..l'italia ha bisogno di certi uomini di spessore..
[:o)]



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MessaggioInviato: 02/12/2010, 13:24 
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rmnd ha scritto:

Cita:
Ronin77 ha scritto:

In tanti anni di politca e confronti politici Veltroni ne ha finalmente fatta una giusta,provocando l'imbarazzo di Cota...l'avrà rubata da qualche utente nella rete? [:o)]





Volgiamo parlare di Cota e gli specchi rampicanti???? [:o)]


Ecco bravi tenetevi Veltroni..l'italia ha bisogno di certi uomini di spessore..
[:o)]
No grazie,fosse per me Veltroni sarebbe in qulache catena di montaggio a pedalare,altro che... [:o)]

Mi sembrava corretto evidenziare una cosa positiva fatta da codesto essere,in una lunga carriera politica radente al nulla...


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MessaggioInviato: 03/12/2010, 18:47 
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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Come? un pentito, ritenuto attendibile dai magistrati, che con le sue rivelazioni con tanto di nomi e cognomi ha mandato in galera centinaia di mafiosi improvvisamente quando si tratta di fare il nome di un esponente politico, leghista per giunta, rimane muto? solo frasi sibilline?
mah!...



Sembrerebbe che il politico in questione si possa identificare nelle pagine del libro. E non essendo ancora uscito, l'ennesima bufera politica si potrà apprezzare solo da domani..... [:o)]

So solo che il TG della sette, ha detto che il suo soprannome in codice è "gamma"....... e chi sarà mai? [8D]


Giusto per farci 2 risate..
Gamma sarebbe Castelli..
ma x piacere

[:o)]

Cita:

[color=blue]Roberto Castelli e lo spettro di “Gamma”

http://blog.panorama.it/italia/2010/12/03/roberto-castelli-e-lo-spettro-di-gamma/
L’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli questa volta proprio non se l’aspettava. Perché agli attacchi della stampa di sinistra, al circo santoriano, dove spesso recita la parte del gladiatore padano, si era fin troppo abituato. Pure alle ricostruzioni di Roberto Saviano, l’autore di Gomorra che durante la fortunata serie di Vieni via con me ha fatto allusioni su presunti contatti tra la Lega e la ‘ndrangheta in Lombardia.

Ma che le tesi esposte da Saviano venissero sostenute anche a destra, nel libro Metastasi (Chiarelettere, da ieri in libreria) dei giornalisti di Libero Gianluigi Nuzzi (ex Panorama) e Claudio Antonelli, dove si parla di un politico leghista, chiamato “Gamma”, che avrebbe fatto carriera nel governo e che sarebbe stato eletto negli anni ‘90 con i voti della ‘ndrangheta grazie all’appoggio di un boss calabrese trasferitosi a Lecco, tal Francesco Coco Trovato, Castelli proprio non poteva immaginareselo.

Difficile, infatti, non vedere dietro quel misterioso ministro proprio l’ingegnere lecchese, prestatosi alla politica con il Carroccio negli anni ‘90 e diventato appunto Guardasigilli durante il secondo governo Berlusconi (2001 - 2006). “Francesco Coco Trovato aveva scelto il suo cavallo: è Gamma. Lo dice a tutti. Votare Lega. Votare Gamma”, racconta il pentito di ‘ndrangheta Giuseppe Di Bella, sulle cui rivelazioni è stato costruito appunto il libro inchiesta di Nuzzi e Antonelli. Testo da cui è scaturita l’apertura di un fascicolo di indagine, ha detto il capo della direzione distrettuale dell’antimafia della Capitale, Giancarlo Capaldo.

Ma Castelli non ci sta. E ci tiene a mettere i puntini sulle “i”. “Questa sinceramente non me l’aspettavo”, ha detto in un’intervista a il Giornale. “Nel ‘90 il sottoscritto era uno sconosciuto militante leghista e la Lega era ai margini del sistema. Non contava niente. Non contava niente, ma tuonava contro la criminalità al Nord, contro il confino obbligatorio dei boss nelle nostre terre, anche a Lecco, proprio a Lecco, dove tutti, dalla Dc al Psi, dormivano”.

Non solo. “Gli affari li faceva Coco Trovato. La magistratura era inerte, i partiti erano inerti, ma tutti sapevano più o meno chi era Coco Trovato. Era il don Rodrigo di Lecco, un personaggio tutto in ombra. Ma tutti lo trattavano con i guanti bianchi: nell’88 l’Unione dei commercianti di Lecco gli diede addirittura una medaglia”.

Che dietro Gamma ci sia Castelli, insomma, ancora non lo sappiamo. L’ex Guardasigilli, intanto, chiede che si facciano nomi e cognomi, una volta per tutte: “Non si può giocare con le allusioni”, dice. Anche perché, rivela, il regno di Coco Trovato finì nel ‘92, quando la Lega conquistò Lecco. Nello stesso anno Coco Trovato fu arrestato, i suoi locali sequestrati e le sue licenze revocate proprio dall’amministrazione locale del Carroccio. Coincidenze? “Coco Trovato si prese una sfilza di ergastoli e fu sepolto al 41 bis. E sa chi è il ministro che ha stabilizzato il 41 bis? Io”, chiosa Castelli. Staremo a vedere.[/color]



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MessaggioInviato: 04/12/2010, 01:43 
In effetti la cosa fa sorridere anche me.....
ma Claudio Antonelli e Gianluigi Nuzzi non sono forse due giornalisti di Libero? [:D]




Castelli di paglia: “Gamma? Sembro io”

Un libro sul leghista "scelto" dalla 'ndrangheta. Il viceministro che fu condannato a rimborsare 33.100 euro per una consulenza "irrazionale e illegittima", dice: "Non c'entro". Retromarcia di Libero: prima titola contro Saviano, poi due suoi giornalisti confermano le sue tesi

Immagine

Fonte:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12 ... %9D/80063/

“Saviano ha rotto i Maroni”, titolava Libero appena tre settimane fa riportando le dichiarazioni dell’autore di Gomorra, colpevole di aver denunciato che “la ‘ndrangheta al nord interloquisce con la Lega”.

Adesso due giornalisti dello stesso quotidiano pubblicano un libro in cui, attraverso la testimonianza del pentito Giuseppe Di Bella, ricostruiscono l’ascesa al potere della criminalità organizzata in Lombardia. E raccontano come proprio la ‘ndrangheta nel 1990 abbia scelto i cavalli su cui scommettere tra gli emergenti politici del Carroccio, portandoli fino a “importanti incarichi di Governo”, scrivono gli autori di Metastasi Claudio Antonelli e Gianluigi Nuzzi. Quest’ultimo ieri ha anticipato le critiche: “Non è colpa mia né di Libero se al Nord c’è la malavita”. Spiegando che la differenza è che “Metastasi è un’indagine compiuta in un anno di lavoro” mentre “Saviano ha sigillato un assioma televisivo”.

Sempre di fango si tratta, secondo gli esponenti del Carroccio. In particolare per il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli e Stefano Galli, capogruppo in regione Lombardia: “Tutte fandonie”.
I due si sono sentiti tirati in ballo: sono entrambi nati e politicamente cresciuti a Lecco. La città in cui, secondo quanto ricostruito nel libro, nel 1990 gli uomini del clan di Franco Coco Trovato scelsero un anonimo uomo dell’emergente e ancora sconosciuto Carroccio trasformandolo, negli anni e a sberle di voti, in un politico di rango governativo. “Coco Trovato – ricorda Di Bella – aveva scelto il suo cavallo: è Gamma. Lo dice a tutti. Votare Lega, votare Gamma”. Gli autori di Metastasi nascondono il nome del politico con questo pseudonimo: ‘Gamma’, “nome in codice di soggetto che potrebbe essere sottoposto a indagini – scrivono gli autori – Gamma è una figura che ha ricoperto importanti incarichi di governo”. Non a caso la prima copia del libro è stata consegnata al procuratore Giancarlo Capaldo, capo della Procura di Roma, che ieri ha annunciato l’apertura di un fascicolo.

Se il racconto troverà riscontri, la Lega celodurista della caccia al “terrone mafioso” ne uscirebbe con le ossa rotte. In particolare Castelli. Che da anni racconta la sua città come una zona sana. “Nel 1993 il Comune sconfisse la famiglia Trovato”, ha detto ieri e, intervistato da Enrico Mentana al tg La7, ha invitato Nuzzi “a fare il nome di questo politico”, riconoscendo che “l’identikit si adatta perfettamente a me”. E gli anni coincidono: nel 1990 alle regionali la Lega registra il primo boom (18,9%) e nel 1992 Castelli è eletto per la prima volta alla Camera. “Ma io con Coco Trovato non ho mai parlato”. Nel 2006 “ho ricevuto una lettera con 29 proiettili” ha ricordato, sottolineando che agli amici si inviano altri messaggi. E di amici, l’ingegnere di Lecco, ne sa qualcosa.


Le consulenze a tempo pieno

Da ministro della Giustizia nel secondo governo Berlusconi distribuì talmente tante consulenze, ritenute di dubbia utilità, da finire indagato da procura e Corte dei Conti accusato di un danno erariali di circa un milione di euro. Secondo il procuratore Guido Patti, il ministro Castelli avrebbe creato “la figura del consulente personale a tempo pieno”.
Il Senato e il Tribunale dei ministri negarono l’autorizzazione a procedere, la Corte dei Conti, nell’aprile 2009, lo ha condannato al rimborso di 33.100 euro a titolo di risarcimento erariale, definendo “irrazionale e illegittima” una delle consulenze: quella affidata alla società Global Brain. Società di Alberto Uva, lo stesso finito pochi giorni fa nel mirino della procura milanese per corruzione nella vicenda Teleospedale.

Mazzette in salsa lombarda
Una storia di mazzette lombarde in salsa leghista-ciellina, denunciata da Galli, capogruppo del Carroccio in regione. A lui, Uva ha offerto una tangente da 15mila euro in vista di una gara d’appalto per l’assegnazione della gestione del sistema tv da installare negli ospedali lombardi. Galli si è rivolto prima ai magistrati, poi al Corriere della Sera: “Io certe persone le denuncio, altri danno loro le consulenze”.
Anche Giuseppe Magni, amico e braccio destro di Castelli al ministero, è finito indagati dalla procura di Roma: è stato filmato di nascosto negli uffici dell’imprenditore romano Angelo Capriotti a parlare di appalti ed “esigenze” che, secondo i pm, altro non erano che tangenti.

È poi toccato ad un altro uomo di fiducia di Castelli: l’avvocato Antonello Martinez sorpreso, rivelò Marco Lillo su L’Espresso, a chiedere soldi agli imprenditori del settore carcerario in cambio di una spintarella per gli appalti. In ballo c’erano i 25 nuovi carceri che il Guardasigilli voleva costruire. Tutte vicende legate al periodo in cui è stato ministro, venti anni dopo quel 1990 quando la ‘ndrangheta scelse di sostenere Gamma e portarlo fino al governo.

Da Il Fatto Quotidiano del 3 dicembre 2010



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MessaggioInviato: 06/12/2010, 14:13 
Fazio sfora di due minuti e mezzo e la Rai invia una lettera di richiamo
pubblicata da INFORMAZIONE LIBERA il giorno lunedì 6 dicembre 2010 alle ore 14.09
Sospeso per 15 giorni un dirigente di Raitre


ROMA (5 dicembre) - Due minuti di sforamento rispetto all'orario previsto nell'ultima puntata di Vieni via con me, il fortunato programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, sono costati una lettera di richiamo della Rai a Raitre e la sospensione di 15 giorni per il dirigente Loris Mazzetti. Il caso è stato reso noto con amarezza dallo stesso Fazio stasera a Che tempo che fa. In effetti si tratta di un'iniziativa insolita per Viale Mazzini, dove anzi gli sforamenti, anche di intere mezz'ore, passano solitamente sotto silenzio.

Il fatto rischia di rinfocolare le polemiche che già avevano caratterizzato la vita del programma, sia in fase di preparazione che in sede di bilancio, quando gli autori avevano sottolineato i mancati ringraziamenti dell'azienda per il successo di Vieni via con me.

Stasera Fazio in chiusura di programma ha fatto un elenco, nello stile di quelli che hanno costituito il cuore dell'evento tv dell'anno. L'ultima puntata di Vieni via con me sarebbe tra l'altro dovuta andare in onda in orario prolungato fino a mezzanotte, ma il giorno prima, domenica 28 novembre, la Rai non aveva concesso il prolungamento. La lettera sarebbe stata inviata al direttore di Raitre Paolo Ruffini dalla direzione del palinsesto, facendo notare che l'allungamento dell'ultima puntata aveva comportato un slittamento della pubblicità. I minuti poi, secondo gli ambienti Rai, sarebbero di più: 29, rispetto alla Scheda programma prevista.

A Mazzetti invece erano state contestate alcune dichiarazioni su Vieni via con me, e la sua partecipazione a un programma di La7. A metà novembre a Ruffini era arrivata una lettera dall'Ufficio del personale dell'azienda in cui si sottolineava il comportamento “recidivo” del dirigente, avendo precedenti di sospensione (tra questi quello successivo alla difesa di Enzo Biagi contro il cosiddetto editto bulgaro del 2002), con il rischio addirittura del licenziamento. Mazzetti ora avrebbe ricevuto la chiusura del procedimento disciplinare con 10 giorni di sospensione (anzichè il licenziamento) e contestualmente gli sarebbe stata comunicata l'apertura di un altro procedimento per le recentissime dichiarazioni del 30 novembre quando ipotizzò una nuova serie di Vieni via con me. Nella lettera a Mazzetti viene ingiunto di prendere i giorni di sospensione non ancora fatti, 15, e quindi il capostruttura di Raitre dovrebbe rientrare a lavorare a gennaio.

Questo «l'elenco di quello che mi rimane dopo Vieni via con me - ha detto Fazio - Un senso di gratitudine sincera verso il pubblico. Una sensazione strana, quella di avere davvero condiviso i propri sentimenti con 10 milioni di persone. Le statuine del presepe di San Gregorio Armeno che ritraggono me e Roberto Saviano insieme nel presepe. Più di 9.000 elenchi arrivati al nostro sito, che peraltro continua ad essere operativo. Anche un po' di amarezza, perchè al dirigente responsabile del programma Loris Mazzetti non è stata risparmiata la sospensione di 15 giorni e noi invece abbiamo tanto bisogno di lui. La colonna sonora di Vieni via con me nelle orecchie, che continua tutto il giorno e tutta la notte. La voglia grande di raccontare tante altre storie, insomma di non fermarsi qui, e la voglia che queste storie possano essere raccontate ancora una volta in Rai, se la Rai lo vorrà. Una lettera della Rai in cui si rimprovera Rai Tre perchè Vieni via con me, nell'ultima puntata, ha sforato di 2 minuti e mezzo oltre l'orario consentito. Il budino assurdo, di una marca assurda, di un colore assurdo che Roberto Saviano mangiava tutte le sere alla mensa Rai. E gli piaceva. I croccantini del bar della Rai, il cane anti-esplosivi che ci annusava tutti prima di cominciare. La magia di Roberto Benigni, tutti gli ospiti che sono generosamente venuti». E ha concluso: «tanti motivi per rimanere, tanti per andare, tanti motivi per essere felici di fare il nostro lavoro, tanti motivi per dire ancora una volta grazie a tutti voi, a Roberto Saviano, che per parte sua dice ancora una volta grazie a tutti voi».

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php ... SPETTACOLO



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MessaggioInviato: 16/12/2010, 15:44 
'Ndrangheta al Nord
maxi processo per 174 persone


15 dicembre, 22:42

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 35024.html

'MILANO - La Dda di Milano inoltrera' domani la richiesta di giudizio immediato per 174 persone arrestate lo scorso luglio nel corso della maxi operazione che ha decapitato i vertici della 'ndrangheta in particolare in Lombardia. Lo ha annunciato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini.
La richiesta di giudizio immediato, con cui si salta la fase dell'udienza preliminare, riguarda, tra gli altri, il presunto boss della 'ndrangheta in Lombardia, Giuseppe 'Pinò Neri, e Pasquale Zappia, che avrebbero diretto la 'cupola' lombarda dopo la morte del boss Carmelo Novella. Inoltre, tra gli arrestati per cui è stato chiesto il rito immediato, ci sono i numerosi boss delle 15 'locali' sparse tra Milano, la Brianza, il Comasco e Pavia, che sono state individuate dagli inquirenti con l'operazione Infinito-Crimine. Tra gli imputati, inoltre, c'é anche l'ex direttore sanitario della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, ritenuto dagli investigatori una 'figura emblematica' della infiltrazione delle cosche nel mondo istituzionale. Invece, come ha spiegato Ilda Boccassini, le posizioni degli indagati per l'omicidio del boss Novella, avvenuto nel 2008, sono state stralciate e per loro si procederà con la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. Come ha spiegato, invece, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, la parte dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio verrà probabilmente chiusa a gennaio con il deposito degli atti e la richiesta di rinvio a giudizio. "Il ramo reggino è più indietro - ha spiegato Pignatone - anche per problemi di organizzazione delle risorse". Nell'incontro con la stampa gli esponenti delle due procure antimafia hanno voluto rimarcare l'unità del lavoro tra inquirenti e investigatori milanesi e calabresi e la collaborazione che c'é stata e che sta proseguendo.



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MessaggioInviato: 21/12/2010, 16:59 
In Calabria, quando la politica chiede aiuto alla ‘ndrangheta

Le relazioni pericolose tra il consigliere regionale del Popolo della libertà Santi Zappalà e il boss della cosca di San Luca Giuseppe Pellle arrestato mesi dai carabinieri

Andavano in fila, spioni, politici e candidati a rendere omaggio a Peppe Pelle, figlio e erede incontrastato di ‘Ntoni Pelle, detto Gambazza. Stiamo parlando di ‘ndrangheta alta, quella che comanda a San Luca e nella Jonica, ma che sa dettare legge anche nei palazzi della politica. Tutti dal figlio del mammasantissima, perché la novità è questa: in Calabria non sono più i boss che si rivolgono alla politica, ma i politici che chiedono aiuto e sostegno elettorale ai capi della ‘ndrangheta. E lo fanno con deferenza, sapendo che il consenso, quello vero, è nelle loro mani. “Vediamo se possiamo trovare un accordo, se ci sono le condizioni. Se io faccio una straordinaria affermazione elettorale per arrivare sicuramente nei primi tre…”.

E’ il 27 febbraio 2010 e Santi Zappalà sta per fare il grande salto alla Regione. Medico, dal 2001 sindaco di Bagnara Calabra, consigliere provinciale di Reggio Calabria, è finalmente candidato. La destra ha la strada spianata dopo il fallimento del centrosinistra. All’orizzonte si affaccia Peppe Scopelliti, sindaco di Reggio, che si presenta col volto del rinnovatore. Zappalà è uno dei suoi fedelissimi e si piazza nelle prime file della lista Pdl. Sapendo che in Calabria i voti si conquistano facendo le visite giuste. Quella in via Borrello a Bovalino, dove vive Giuseppe Pelle, è una meta obbligata. Chiede appoggio Zappalà. Il figlio del grande boss ascolta, valuta, pesa le parole. “Da parte nostra, dottore, ci sarà il massimo impegno”. Zappalà è contento, “lo so”, replica.

Ma ci sono alcune condizioni. Le detta un imprenditore che ha accompagnato il futuro onorevole a casa di Pelle. “Quando sposo una causa – dice l’uomo – e quindi io e gli amici miei diamo il massimo, nello stesso tempo noi desidereremmo avere quell’attenzione per come poi ce la accattiviamo, per simpatia ma per amicizia prima di tutto”.

Tutti amici, tutti insieme appassionatamente, politici e mafiosi. Pelle chiede al futuro onorevole Zappalà l’interessamento per trasferire il fratello Salvatore dal carcere di Rebibbia, “un avvicinamento”. Zappalà fa presente che la situazione è cambiata, l’imprenditore che lo ha accompagnato ricorda i tempi belli quando le carceri erano hotel a cinque stelle per i boss. “Fino al 1991 entravano pranzi interi dentro le carceri. Dal ’92 in pi è cambiato tutto”. Secondo gli investigatori del Ros, Santi Zappalà ha avuto più di un incontro con Pelle, al quale ha anche raccontato come è nata la sua candidatura.
“Alberto mi ha voluto, è lui che mi ha imposto”. Alberto è Sarra, ex dirigente di An, oggi sottosegretario alla presidenza della Regione.

Sempre i Ros in un’altra inchiesta lo ritengono punto di riferimento della famiglia Lampada di Milano, in pratica i riciclatori del patrimonio del superboss Pasquale Condello. “Io con Alberto Sarra – continua Zappalà – ho una vecchissima amicizia, Alberto è molto vicino ad Antonio Bonfiglio che è il sottosegretario alle Politiche Agricole, in pratica è mio fratello”. Tutti fratelli e tutti contenti di appoggiare Santi Zappalà, che arriva in Consiglio regionale con 11052 voti, secondo degli eletti nella lista Pdl. Un boom. “E se voi ritenete opportuno aiutarci, d’accordo?”. Il boss Pelle: “Tranquillo, dottore, qui si parla di amicizia”. Voti e mafia, inchieste, misteri e polemiche. Nella richiesta di arresto della Procura reggina a carico del capitano Saverio Tracuzzi della Dia, accusato di essere pappa e ciccia con la famiglia mafiosa dei Lo Giudice, spunta una rimessa di barche gestita da un presunto prestanome della ‘ndrangheta. Un maresciallo dei carabinieri annota che lì attraccano alcuni magistrati, tra questi anche un generico giudice Macrì. Vincenzo Macrì, per anni alla Dna, oggi procuratore generale di Ancona, parla di “falsità grossolane e indecorose che non avrebbero dovuto trovare ingresso nel documento. Non ho mai posseduto barche, mi riservo ogni forma di tutela contro chi ha diffuso tale falsità”. Ancora più dura la reazione del dottor Carlo Macrì, oggi procuratore dei minori: “ Non ho mai posseduto una barca. Denuncio che la falsità di questo dato poteva essere accertata in poche ore con i potenti mezzi di cui dispone la Dda di Reggio Calabria”.

di Enrico Fierro e Lucio Musolino

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12 ... eta/82976/



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MessaggioInviato: 22/12/2010, 12:42 
‘Ndrangheta, candidati calabresi collusi incastrati da una cimice a casa del boss
pubblicata da INFORMAZIONE LIBERA il giorno mercoledì 22 dicembre 2010 alle ore 7.47
http://www.altroquotidiano.it/?p=60205

Porterà una bufera politica l’inchiesta sul voto di scambio tra ‘ndrangheta e centrodestra nel corso delle ultime regionali in Calabria. Stamattina è stata eseguita dai carabinieri del Ros un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti di 12 persone indagate per associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose. L’indagine ha accertato il condizionamento esercitato dalla cosca Pelle di San Luca della ‘ndrangheta in occasione delle elezioni del 29 e 30 marzo scorsi per il rinnovo del Consiglio regionale, in cambio di favori e appalti pubblici. Tra gli arrestati un candidato del centrosinistra e quattro politici del centrodestra locale, tra cui il consigliere regionale Santi Zappalà del Pdl. Il Ros ha notificato gli ordini di custodia cautelare anche a Francesco Iaria dell’Udc, a Pietro Nucera e Liliana Aiello (entrambi in corsa nella lista “Insieme per la Calabria – Scopelliti Presidente) e Antonio Manti (candidato con Alleanza per la Calabria per Loiero).
I candidati sono stati incastrati dalle intercettazioni ambientali. A casa del boss Peppe Pelle (detto “gambazza”) era stata messa una cimice che ha registrato tutti gli incontri, in cui i candidati alle regionali chiedevano sostegno in cambio di aiuti vari: dalle visite mediche per i latitanti agli appalti.
Il dato più inquietante è che tra gli arrestati c’è proprio il candidato più votato nella provincia di Reggio, Santi Zappalà, che ha preso 12mila voti. E che oltre ad avere promesso appalti in cambio di sostegno ai Pelle si era rivolto anche ai Commisso di Siderno, che gli avevano assicurato un pacchetto di voti. Dalle intercettazioni emerge la strategia dei clan: quella di restare uniti in vista delle elezioni in modo da assicurarsi 3-4 eletti che poi facessero gli interessi della ‘ndrangheta in Regione. Analoga strategia era in preparazione per le prossime provinciali di Reggio Calabria.



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MessaggioInviato: 22/12/2010, 19:04 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


'Ndrangheta al Nord
maxi processo per 174 persone


15 dicembre, 22:42

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 35024.html

'MILANO - La Dda di Milano inoltrera' domani la richiesta di giudizio immediato per 174 persone arrestate lo scorso luglio nel corso della maxi operazione che ha decapitato i vertici della 'ndrangheta in particolare in Lombardia. Lo ha annunciato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini.
La richiesta di giudizio immediato, con cui si salta la fase dell'udienza preliminare, riguarda, tra gli altri, il presunto boss della 'ndrangheta in Lombardia, Giuseppe 'Pinò Neri, e Pasquale Zappia, che avrebbero diretto la 'cupola' lombarda dopo la morte del boss Carmelo Novella. Inoltre, tra gli arrestati per cui è stato chiesto il rito immediato, ci sono i numerosi boss delle 15 'locali' sparse tra Milano, la Brianza, il Comasco e Pavia, che sono state individuate dagli inquirenti con l'operazione Infinito-Crimine. Tra gli imputati, inoltre, c'é anche l'ex direttore sanitario della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, ritenuto dagli investigatori una 'figura emblematica' della infiltrazione delle cosche nel mondo istituzionale. Invece, come ha spiegato Ilda Boccassini, le posizioni degli indagati per l'omicidio del boss Novella, avvenuto nel 2008, sono state stralciate e per loro si procederà con la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. Come ha spiegato, invece, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, la parte dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio verrà probabilmente chiusa a gennaio con il deposito degli atti e la richiesta di rinvio a giudizio. "Il ramo reggino è più indietro - ha spiegato Pignatone - anche per problemi di organizzazione delle risorse". Nell'incontro con la stampa gli esponenti delle due procure antimafia hanno voluto rimarcare l'unità del lavoro tra inquirenti e investigatori milanesi e calabresi e la collaborazione che c'é stata e che sta proseguendo.



Pian piano li stanno prendendo e a sentire alcuni commercianti che conosco, l' aria è più pulita.



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 11:20 
Prestigiacomo family: ecco perchè in Italia chi inquina non paga

Ecco quali sono i nuovi affari della famiglia Prestigiacomo. Sul ministro dell’Ambiente pesano decine di conflitti di interesse: dovrebbe multare i clienti delle “sue” aziende.

Chissà cosa sarebbe stato dei Prestigiacomo senza la politica. Anni fa, le due donne della famiglia si sono divise per bene i ruoli. Stefania nei Palazzi e la sorella primogenita Maria Pia nei Consigli di amministrazione. Prima che la stella dell’attuale ministra dell’Ambiente cominciasse a brillare in Parlamento, le cose non è che andassero proprio benissimo alle aziende di casa. Ancora oggi, ci sono ben 957 creditori che bussano alla porta del capostipite Giuseppe Prestigiacomo. Reclamano 51 milioni di euro dal 1997, anno del fallimento del gruppo Sarplast, costato al signor Prestigiacomo una richiesta di rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta. Ma dal 2001, da quando cioè Stefania è diventata per la prima volta ministro, tutto sembra in discesa. Le società di famiglia non hanno più alcun passivo. E il merito è anche e soprattutto dei clienti illustri: Eni, Agip, Erg, Esso, Edison, tanto per fare qualche nome. Clienti per la Prestigiacomo imprenditrice. Ma soggetti da controllare e, eventualmente, da multare per la Prestigiacomo politico e ministro.
L’oro nero di Stefania
L’ultimo sollievo alle casse delle aziende di famiglia lo hanno dato Eni ed Edison. Tramite le due multinazionali, infatti, una delle società della ministra dell’Ambiente, dallo scorso dicembre, è entrata nel business del petrolio. L’occasione è stata data dalla piattaforma Vega A, una delle più grandi del Mediterraneo, che appartiene per il 60 per cento a Edison e per il restante 40 a Eni. Si trova a 12 miglia dalle coste di Pozzallo, in provincia di Ragusa, ed estrae dai fondali marini circa 40 mila barili di greggio ogni giorno. Fino a poco tempo fa, della piattaforma faceva parte anche la superpetroliera Vega Oil. È stata però mandata in soffitta dalle normative europee che impongono il doppio scafo, di cui l’enorme imbarcazione non era dotata. Per cui, è spuntata l’urgenza di costruire in tempi brevi una nuova petroliera. E chi si è fatto avanti? Prontamente ha offerto il suo aiuto Maria Pia Prestigiacomo. Una delle sue società la Coemi (controllata di Fincoe, nel cui cda siede Stefania, almeno fino al 2009) ha messo su, in quattro e quattr’otto, il consorzio Cem con altre nove società siracusane. Insieme hanno costruito una nuova superpetroliera, la Leonis. Una commessa da 30 milioni di euro, che ne rende all’anno oltre 20 milioni, grazie al costo giornaliero del noleggio. La piattaforma Vega A, secondo i magistrati, non sarebbe però ciò che si dice un impianto modello. La Procura di Modica ha rinviato infatti a giudizio i gestori per aver inquinato le falde acquifere, «con modalità illecite e nocive per l’ecosistema, ma che avrebbe consentito risparmi per decine di milioni di euro», si legge nel documento dei pm. Anche rispetto alla vecchia petroliera c’è molto da molto ridire. Quando, un paio di anni fa, la Guardia Costiera aveva fatto delle ispezioni a bordo, aveva riscontrato un tale stato di degrado da imporre ai proprietari di effettuare nel più breve tempo possibile le manutenzioni per ripristinare la sicurezza ottimale.
Clienti “sotto controllo”
A poche miglia dalla piattaforma off shore c’è il triangolo industriale Augusta-Melilli-Priolo, in provincia di Siracusa, che costituisce il più importante polo petrolchimico dell’Italia meridionale, secondo forse solo a Taranto. Un vero e proprio dono per l’occupazione, ma una dannazione per la salute. In Sicilia questa zona è conosciuta ormai come «il triangolo della morte». Da queste parti, a Priolo Gargallo, hanno la loro sede quasi tutte le aziende dei Prestigiacomo. Tra queste anche la Ved, grosso impianto petrolchimico che produce vetroresina. Secondo il sostituto procuratore di Siracusa Maurizio Musco, in quest’azienda (proprietario il padre Giuseppe, amministratrice Maria Pia) le norme sul lavoro non erano rispettate adeguatamente. Diversi operai si sono ammalati gravemente e hanno avuto figli con malformazioni congenite. Per questo il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio dei Prestigiacomo; richieste di rinvio a giudizio ci sono state anche per altri procedimenti aperti sulla Ved e riguardano la gestione non corretta dei rifiuti industriali. Sparse per il resto della piana siracusana, ci sono anche i più prestigiosi clienti della famiglia di Stefania (l’elenco completo si trova sul sito internet della Coemi): Eni, Erg, Esso, Enel.
L’aumento esponenziale del numero di tumori e delle nascita di bambini con malformazioni è però diventato a un certo punto così intollerabile che lo Stato ha imposto la bonifica del sito. Della pratica si è occupata proprio la bella Stefania, che si è trovata quindi nella difficile condizione di dover decidere quanto le sue aziende e soprattutto i suoi clienti dovessero sborsare per la contaminazione che avevano causato in un’area vastissima. E la strada scelta, non esattamente a sorpresa, è stata quella della massima clemenza. Il 7 novembre del 2008, a Roma viene stipulato l’accordo per la bonifica del polo industriale di Siracusa-Priolo. La cifra messa in campo è molto consistente: 774 milioni di euro. Di questi, però, solo poco più di 220 milioni sono a carico delle società che hanno provocato l’inquinamento. «Un accordo storico che segna una svolta nei rapporti tra istituzioni, industria e territorio», commentò giubilante Prestigiacomo Stefania, ma poteva essere anche Maria Pia, visti i benefici che ne ricavavano i privati coinvolti. Tuttavia, in due anni nemmeno un metro quadrato di terra è stato bonificato. La somma stanziata è stata dirottata di volta in volta sulle altre emergenze e le società le hanno provate tutte per perdere tempo. E le previsioni per il futuro sono ancora più fosche. Il Ministero dell’Ambiente ha avviato infatti qualche settimana fa le procedure per dare vita a un “condono ambientale”. Facendo ricorso alla legge 13 del 2009, le aziende come Erg ed Eni possono sottoscrivere «accordi transattivi» e sborsare, in questo modo ancora meno. Sulla bonifiche però, a quel punto, non ci sarà più nulla da temere. Sarà l’irreprensibile Stefania a monitorare e a punire i malfattori. Se ce ne sarà bisogno. (Giorgio Mottola, Terra)

http://www.9online.it/blog_emergenzarif ... -non-paga/



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BLOCCATE LE INDAGINI SULLE MOZZARELLE BLU: CALDEROLI HA “TAGLIATO” LE LEGGI CONTRO LE ADULTERAZIONI ALIMENTARI

Pubblicato da irpinianelmondo su gennaio 14, 2011

14.01.2011-Il provvedimento “taglia-leggi” del Ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, ha cancellato la legge del 1962 che puniva le adulterazioni alimentari e, per questo motivo, il pm Raffaele Guariniello, a Torino, ha bloccato le sue inchieste su fenomeni come, per esempio, le «mozzarelle blu».

Il magistrato ha preso contatto con il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, per chiedere se è possibile prendere dei provvedimenti che salvino le indagini. Proprio questa mattina, Guariniello ha sospeso la procedura verso il rinvio a giudizio per due casi, scoperti a Torino, di messa in commercio di pesce adulterato. L’iter che ha portato all’abrogazione della legge 263 del 1962 («Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari») si innesta sul provvedimento di Calderoli che ha cancellato le norme risalenti a prima del 1970.

Per evitare che finissero al macero delle leggi di cui si riteneva «indispensabile la permanenza in vigore», il decreto 179 del 2009 aveva previsto che entro un anno venissero corretti «eventuali errori e omissioni», stilando un apposito elenco di provvedimenti da salvare: la 263/62, non vi compare e, quindi, deve essere considerata abrogata a partire dall’11 dicembre. Finora il pm Guariniello aveva continuato a indagare su “mozzarelle blu” e altri fenomeni analoghi grazie a una sentenza della Cassazione, depositata il 31 marzo 2010, che analizzando l’intreccio delle norme stabiliva che la 263/62 restava in vigore fino a dicembre. Il termine, però, ormai è scaduto e adesso, anche se la legge venisse riesumata, i processi si concluderanno con delle assoluzioni in base al principio che devono essere applicate le norme più favorevoli agli imputati.

Secondo quanto ha potuto accertare l’agenzia Ansa, il primo caso di assoluzione si è verificato lo scorso 21 dicembre in un tribunale dell’Italia del Sud. L’interessato era il gestore di un esercizio commerciale: il suo avvocato ha sollevato la questione e il giudice lo ha assolto «perchè il fatto non è più previsto dalla legge come reato».

La Stampa
http://irpinianelmondo.wordpress.com/20 ... limentari/



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Blissenobiarella ha scritto:

BLOCCATE LE INDAGINI SULLE MOZZARELLE BLU: CALDEROLI HA “TAGLIATO” LE LEGGI CONTRO LE ADULTERAZIONI ALIMENTARI

Pubblicato da irpinianelmondo su gennaio 14, 2011

14.01.2011-Il provvedimento “taglia-leggi” del Ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, ha cancellato la legge del 1962 che puniva le adulterazioni alimentari e, per questo motivo, il pm Raffaele Guariniello, a Torino, ha bloccato le sue inchieste su fenomeni come, per esempio, le «mozzarelle blu».

Il magistrato ha preso contatto con il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, per chiedere se è possibile prendere dei provvedimenti che salvino le indagini. Proprio questa mattina, Guariniello ha sospeso la procedura verso il rinvio a giudizio per due casi, scoperti a Torino, di messa in commercio di pesce adulterato. L’iter che ha portato all’abrogazione della legge 263 del 1962 («Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari») si innesta sul provvedimento di Calderoli che ha cancellato le norme risalenti a prima del 1970.

Per evitare che finissero al macero delle leggi di cui si riteneva «indispensabile la permanenza in vigore», il decreto 179 del 2009 aveva previsto che entro un anno venissero corretti «eventuali errori e omissioni», stilando un apposito elenco di provvedimenti da salvare: la 263/62, non vi compare e, quindi, deve essere considerata abrogata a partire dall’11 dicembre. Finora il pm Guariniello aveva continuato a indagare su “mozzarelle blu” e altri fenomeni analoghi grazie a una sentenza della Cassazione, depositata il 31 marzo 2010, che analizzando l’intreccio delle norme stabiliva che la 263/62 restava in vigore fino a dicembre. Il termine, però, ormai è scaduto e adesso, anche se la legge venisse riesumata, i processi si concluderanno con delle assoluzioni in base al principio che devono essere applicate le norme più favorevoli agli imputati.

Secondo quanto ha potuto accertare l’agenzia Ansa, il primo caso di assoluzione si è verificato lo scorso 21 dicembre in un tribunale dell’Italia del Sud. L’interessato era il gestore di un esercizio commerciale: il suo avvocato ha sollevato la questione e il giudice lo ha assolto «perchè il fatto non è più previsto dalla legge come reato».

La Stampa
http://irpinianelmondo.wordpress.com/20 ... limentari/


Devo dire che il fatto di avere al posto di manovratori persone di così alte capacità intellettuali, è motivo di orgolgio e, al tempo stesso, di conforto per tutti noi.

Avverto, quindi, il bisogno profondo di esternare il mio grazie più sentito e vero al ministro Calderoli e alla Lega tutta, espressione autentica della migliore Italia.

[8)]



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Esq, secondo te 'sta dimenticanza è casuale?
http://www.narcomafie.it/2010/09/20/la-mafia-e-servita/



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