Cita:
avviata al fallimento
Alitalia Maintenance Systems Alitalia, addio alla manutenzione «Pietra tombale su un settore strategico» I sindacati accusano: con il «salvataggio» rischiano di scomparire le officine di revisione. In dieci anni persi 3 mila posti di lavoro Alitalia
ROMA - Oltre 300 operai aeroportuali di Ams sono già in cassa integrazione, 90 «carrellisti» restano in bilico: la media dei posti di lavoro evaporati, nell’arco di dieci anni, nelle ex Officine di Alitalia si assesta sulle tremila unità. Manodopera e settori industriali di eccellenza del made in Italy che rischiano di scomparire definitivamente durante il (secondo) salvataggio della compagnia tricolore, che rischia di mettere una «pietra tombale» su un settore strategico. La Cub Trasporti denuncia già da anni lo smantellamento della Divisione Manutenzione Alitalia di Fiumicino, ovvero lo scheletro del vettore, composto da equipe di operai che hanno da sempre il compito di revisionare e mettere in pista aerei sicuri ed efficienti. Allarmi inascoltati fin quando l’Italia s’è destata e si è accorta, di nuovo, che stava per perdere la sua compagnia di bandiera.
POSTI A PERDERE - Appare già avviata al fallimento Ams, Alitalia Maintenance Systems, fiore all’occhiello dell’attività di manutenzione dell’aeroporto capitolino, con i suoi 320 dipendenti che si occupano di riparare motori e componenti aeronautici. Ad oggi i lavoratori sono già in cassa integrazione per 15 giorni al mese, ma il rischio è che, con la diminuzione delle commesse di Alitalia-Cai, Ams possa letteralmente chiudere i battenti. Nonostante un piano industriale, sottoscritto da Cai con il Governo nel 2010, parlasse di rilancio del settore e l’impegno preso dalla Regione Lazio di tutelare i livelli occupazionali del più grande polo industriale regionale, ovvero il Leonardo Da Vinci.
I CARRELLISTI - Rischiano, nelle ex Officine Alitalia, anche i dipendenti dell’area-manutenzione carrelli di atterraggio, i 90 operai dell’unico settore rimasto dove si effettuano commesse per terzi. La principale committente è proprio Air France, a cui però Cai ha già annunciato il ritiro dell’appalto nel 2015, proprio in vista della chiusura del settore. Lo stesso sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, ha espresso forte preoccupazione per il futuro delle migliaia di operai specializzati dello scalo romano.
L’APPELLO - «Non è possibile chiudere gli occhi di fronte a una situazione che, ogni giorno che passa, diventa sempre più incerta e drammatica per gli oltre 300 lavoratori di Ams. – ha sottolineato Montino - L’ex compagnia di bandiera non può ignorare le alte professionalità e specializzazioni nella revisione e riparazione di motori e componenti aeronautici che avrebbe a disposizione e che vanno tutelate». La dismissione dei settori dove sono impiegati gli ex «meccanici con le ali», ha avuto un’accelerazione nel 2008, con l’entrata in scena di Cai e l’avvio di una serie di esternalizzazioni che hanno mutato per sempre il volto industriale di Fiumicino.
FIUMICINO SMANTELLATA - Pezzi di aerei che prima venivano controllati e revisionati da un tecnico specializzato Alitalia negli hangar romani, oggi arriva nelle mani di operai israeliani, francesi etc.[b] La manutenzione del lungo raggio è infatti già passata all’israeliana Bedek[/b], il medio raggio all’Atitech di Napoli, a giugno 2012 si è affidato il reparto componenti aeronautici ai colonizzatori Air France. Alitalia non è più italiana già da un pezzo ma solo gli operai sembrano essersene accorti.
28 ottobre 2013
Fonte:http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_ottobre_27/alitalia-addio-manutenzione-pietra-tombale-un-settore-strategico-8ea58cb0-3f01-11e3-849f-64e2eb8e7cda.shtml
Cita:
Lupi: "La compagnia può voltare pagina, pronti 1,2 miliardi di investimenti"
di LUCIO CILLIS
ore 12.38 del 14 luglio 2014
Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti: "Il 17 settembre è fissato un primo incontro sullo stato del lavoro e dell'accordo"
cut
dica allora dove Etihad si è mostrata più morbida. O dove ha accettato di dialogare senza porre aut aut.
"Prendiamo la questione degli assistenti di volo: 250 persone che in un primo tempo erano incluse nella lista degli esuberi. In questo caso Etihad ha ritenuto di procedere verso il mantenimento dei posti attraverso contratti di solidarietà. Altro esempio i 100 piloti e i 100 tecnici che andranno verso la compagnia del Golfo e non saranno esclusi. Ma c'è di più. Anche la manutenzione che oggi si svolge all'estero, Hogan poteva chiedere di spostarla altrove. Magari sempre fuori dai nostri confini o nella stessa Abu Dhabi. E invece no: la manutenzione tornerà da noi a Roma. Verrà spostata da Israele e riportata in Italia alla Atitech, con altri 200 lavoratori che salveranno il proprio posto. Ecco perché questo non mi sembra affatto un progetto che vuole tagliare e risparmiare, ma che punta deciso al successo con una ulteriore espansione della flotta e dei dipendenti".
Fonte:http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/politica/2014/07/14/news/lupi_la_compagnia_pu_voltare_pagina_pronti_1_2_miliardi_di_investimenti-91518991?mfil=1
Senti senti...non le dicono queste cose ai Tg eh!
[}:)]