31/10/2018, 18:47
31/10/2018, 18:52
Wolframio ha scritto:L'acqua distillata non conduce la corrente elettrica, l'acqua salata è un buon conduttore.
Versaci sopra una batteria bella carica una secchiata di acqua salata, i due poli vanno in cortocircuito e la batteria si surriscalda fino a bruciare.
31/10/2018, 19:19
mik.300 ha scritto:c'è qualcosa che mi sfugge..
ma se si parla di fusione e luxottica
poi detiene il 31% delle azioni e essilor il 4%
come mai la sede va a parigi
e la società diventa francese??
che capitani d'industria del piffero..
invece di portare in italia capitali e lavoro,
con tutte le cig e sovvenzioni pagate,
li portano all'estero..
http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 184438.htm
C' è voluto meno di un anno per far decollare il colosso degli occhiali da oltre 16 miliardi di fatturato e 57 di capitalizzazione. A 83 anni, Leonardo Del Vecchio apre quello che chiama un «nuovo capitolo» della sua storia e dell' azienda che ha creato dal nulla: Luxottica si è sposata con la francese Essilor facendo nascere il gigante mondiale dell' occhialeria.
Due I punti a suo favore. Da una parte, nessuno da ora in poi può sfilargli il controllo del gruppo. Dall' altra, in questo modo Del Vecchio ha disegnato il futuro per la sua creatura e per i suoi eredi. Uno, invece, il punto a sfavore, anche considerando che i rapporti consolidati del gruppo sono in Francia: la sede della holding e della Borsa dove ora viene trattato il titolo è Parigi, per una società che è quindi in tutto e per tutto di diritto francese.
Il nuovo gruppo da 140mila dipendenti sarà del tutto definito dopo l' offerta pubblica sulle azioni flottanti Luxottica, che si concluderà entro la fine di novembre mentre la prima assemblea è convocata a Parigi il 29 novembre. Delfin si dovrebbe diluire dal 63% circa di Luxottica al 31,3% della società posto fusione, con limitazione dei diritti di voto al 31%, i dipendenti-soci di Essilor al 4% mentre il flottante sarà oltre il 63%.
01/11/2018, 08:59
É GUERRA. SENZA SE E SENZA MA.
Pubblicato il: 30/10/2018
I resoconti mediatici sui disastri climatici di ieri, 29 ottobre, tra danni e vittime sembrano più che altro un bollettino di guerra. E con ogni probabilità proprio di una guerra si tratta, pur se condotta con armi non convenzionali. Già di prima mattina circolava l’immagine satellitare che segue, che purtroppo mancando di qualunque riferimento lascia il tempo che trova: ma se rappresentasse davvero la situazione meteorologica nelle prime ore della giornata, evidenzierebbe proprio l’utilizzo su ampia scala sulla nostra penisola di sistemi d’arma esotici (leggi: HAARP e/o tecnologie elettromagnetiche similari) con le conseguenze che ora sono sotto gli occhi di tutti.
Verso mezzogiorno un mio caro amico si trovava nei dintorni di Muravera, qui nel sud della Sardegna, e ha fatto appena in tempo a scattare le due foto che seguono a testimonianza di un evento climatico estremo, accompagnato da un forte rovescio di pioggia mista a grandine (cosa già singolare di per sé) che a suo dire non aveva nulla di naturale, accompagnato com’era da scariche elettromagnetiche per nulla assimilabili ai classici fulmini che conosciamo.
In quelle ore le immagini satellitari mostravano uno scenario davvero inconsueto sopra l’Atlantico. Presumo che i meteorologi mainstream non ci troveranno nulla di strano, ma io ritengo di essere in buona compagnia nell’affermare che invece ciò che si osserva proprio normale non sia...
Queste immagini a dir poco apocalittiche sono state scattate a Genova.
Queste altre presumo in altre varie località italiane (non ho i riferimenti).
Sia dal resoconto da Muravera che dalle foto sopra, una caratteristica comune era un cielo "rosso", che a mio avviso non può essere spiegato esclusivamente dalla presenza di sabbia sahariana nell'atmosfera. Fosse così, presumo che con le precipitazioni che sono seguite avremmo dovuto osservare strade e automobili letteralmente coperte di sabbia (cosa che spesso si verifica, salvo che la "sabbia" rilevata sembra particolarmente "attratta" dalle calamite... ma questa è un'altra storia).
Non mi soffermo sugli innumerevoli eventi singoli e inquietanti (grandinate assurde, torrenti esondati con pesci a spasso sulle strade provinciali, etc.) ma dato che questo episodio l'ho vissuto in prima persona, ieri ho avuto uno strano incontro con uno stormo di storni, apparentemente piuttosto agitati, che hanno pensato bene di fermarsi su un albero del mio giardino. Avevo ripreso la cosa col cellulare, ma questa piattaforma è piuttosto riottosa a materiali video che non siano su YouTube, quindi non posso inserire il mio contributo. È un peccato, alla luce di quanto ho trovato in rete oggi, dove a L'Aquila sono stati segnalati storni morti che piovono dal cielo.
In conclusione, possiamo scegliere se ritenere che tutto questo sia frutto di perturbazioni naturali, e sono certo che molti troveranno preferibile e maggiormente confortevole abbracciare questo scenario; oppure prendere in considerazione l'idea che ormai la manipolazione del clima sia uno dei sistemi d'arma esotici per eccellenza, come ben esplicitato dal Generale Fabio Mini (citato nel mio articolo precedente) che spiegava non solo come la "Guerra Climatica" sia già cominciata, ma che tra le sue caratteristiche principali vi sia l'impossibilità (perlomeno a certi livelli, aggiungo io) di rintracciare esplicitamente il fautore dell'attacco. Ma per quel che riguarda le motivazioni, non credo scarseggino quelle di chi vorrebbe mettere sotto pressione il nostro paese in questo preciso momento storico... ma tornerò ad occuparmi di questo nei prossimi giorni, anche perché non credo mancheranno nuovi spunti di riflessione al riguardo.
Autore: Tom Bosco
Cliccate qui per vedere le foto!
01/11/2018, 21:40
TheApologist ha scritto:Si, e la cosa strana è che le gomme di alcune auto bruciate sono integre...
02/11/2018, 13:20
TheApologist ha scritto:Si, e la cosa strana è che le gomme di alcune auto bruciate sono integre...
02/11/2018, 13:40
02/11/2018, 13:54
02/11/2018, 20:28
Angel_ ha scritto:Siamo sotto attacco, é evidente...
É GUERRA. SENZA SE E SENZA MA.
Pubblicato il: 30/10/2018
I resoconti mediatici sui disastri climatici di ieri, 29 ottobre, tra danni e vittime sembrano più che altro un bollettino di guerra. E con ogni probabilità proprio di una guerra si tratta, pur se condotta con armi non convenzionali. Già di prima mattina circolava l’immagine satellitare che segue, che purtroppo mancando di qualunque riferimento lascia il tempo che trova: ma se rappresentasse davvero la situazione meteorologica nelle prime ore della giornata, evidenzierebbe proprio l’utilizzo su ampia scala sulla nostra penisola di sistemi d’arma esotici (leggi: HAARP e/o tecnologie elettromagnetiche similari) con le conseguenze che ora sono sotto gli occhi di tutti. ( ... )
In conclusione, possiamo scegliere se ritenere che tutto questo sia frutto di perturbazioni naturali, e sono certo che molti troveranno preferibile e maggiormente confortevole abbracciare questo scenario; oppure prendere in considerazione l'idea che ormai la manipolazione del clima sia uno dei sistemi d'arma esotici per eccellenza, come ben esplicitato dal Generale Fabio Mini (citato nel mio articolo precedente) che spiegava non solo come la "Guerra Climatica" sia già cominciata, ma che tra le sue caratteristiche principali vi sia l'impossibilità (perlomeno a certi livelli, aggiungo io) di rintracciare esplicitamente il fautore dell'attacco. Ma per quel che riguarda le motivazioni, non credo scarseggino quelle di chi vorrebbe mettere sotto pressione il nostro paese in questo preciso momento storico... ma tornerò ad occuparmi di questo nei prossimi giorni, anche perché non credo mancheranno nuovi spunti di riflessione al riguardo.
Autore: Tom Bosco
Cliccate qui per vedere le foto!
Usciamo una volta per tutte dall’aureola della cospirazione perché oggi sappiamo che la «guerra climatica» è una triste realtà.
Lo sappiamo anche grazie alla denuncia di Fabio Mini, generale della Nato.
Secondo Mini: «La guerra ambientale non è più solo una ipotesi: è già in atto. Ma guai a dirlo, si passa per pazzi».
«La bomba climatica è la nuova arma di distruzione di massa a cui si sta lavorando in gran segreto per acquisire vantaggi inimmaginabili su scala planetaria. Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi. Uno scenario che purtroppo non è più fantascienza».
«I militari hanno già la capacità di condizionare l’ambiente: tornado, uragani, terremoti e tsunami alterati o addirittura provocati dall’uomo sono una possibilità concreta»
Se è vero quello che dice il generale, oggi i militari possiedono e usano una tecnologia in grado di modificare a proprio piacimento il clima di una regione. Per cui se il governo di un paese qualsiasi non si sta comportando secondo il ruolino di marcia imposto dal regime, il Sistema può interferire direttamente e/o indirettamente sul clima (Haarp, scie chimiche, ecc. ma anche sul lato economico-finanziario e sanitario con epidemie) facendo piegare le ginocchia ai governanti di turno.
05/11/2018, 06:22
28/11/2018, 17:08
Nuova Zelanda, oltre 140 cetacei morti in spiaggiamento di massa
Metà erano già morti, per gli altri "costretti all'eutanasia"
Oltre 140 globicefali, una specie di grossi delfini, sono morti dopo essersi arenati in una spiaggia remota della Nuova Zelanda. Il Dipartimento della Conservazione è stato allertato allo spiaggiamento sabato notte e metà dei cetacei erano già morti quando sono state trovate, ha detto il direttore delle operazioni del dipartimento Ren Leppens.
"Purtroppo le probabilità di riportare in mare con successo i globicefali rimanenti erano estremamente basse", ha detto Leppens: "la località remota, la mancanza di personale disponibile e le condizioni peggioranti dei cetacei hanno fatto sì che il trattamento più umano è stata l'eutanasia. Tuttavia è sempre una decisione straziante".
Leppens ha aggiunto che durante il fine settimana un gruppo di dieci balene pigmee, dette ferese, si sono arenate in un'altra spiaggia, mentre vi sono stati altri due casi di spiaggiamenti di singole balene. "E' improbabile che i casi siano collegati, ma gli spiaggiamenti sono "relativamente comuni" in Nuova Zelanda.
Biologa, cetacei spiaggiati per senso del branco. C'è un fortissimo senso del branco, tipico dei globicefali, dietro lo spiaggiamento di 140 cetacei di questa specie in Nuova Zelanda: quando il capobranco perde l'orientamento e si spiaggia, gli altri membri lo seguono.
Spiega così quanto accaduto la biologa marina Sabina Airoldi, della onlus Tethys che studia i cetacei del Mediterraneo.
"Il globicefalo è un grosso delfino, lungo 5-6 metri e pesante una tonnellata - commenta -. Vive in grossi branchi, da 40 a 400 individui, guidati da alcuni esemplari di riferimento, in genere femmine anziane. E' una specie in cui il legame sociale è particolarmente forte. Se uno di questi capibranco finisce sulla riva, perché ha perso l'orientamento o è malato, gli altri lo seguono. Per questo i globicefali sono i cetacei che si spiaggiano più di frequente in massa".
In Nuova Zelanda, spiega ancora Airoldi, "c'è poi il fenomeno delle 'death trap', trappole di morte. Sono delle baie in cui, per le caratteristiche del fondale, il sonar dei globicefali rimbalza in modo anomalo e li manda in confusione. Pensate a un branco di 200 animali che vanno nel panico. Se un capo finisce in acque basse o si spiaggia, gli altri lo seguono".
Salvare i globicefali spiaggiati è molto difficile: "Se ne riporti in acqua uno, mentre vai a prendere gli altri quello torna a riva dai suoi compagni - spiega la biologa -. Bisogna riportarne in mare contemporaneamente un gran numero, così da riformare il branco".
Anche l'uomo può contribuire allo spiaggiamento: "Rumori fortissimi come i sonar militari o le esplosioni per le ricerche petrolifere, gli airgun - dice Airoldi -, possono stordire i cetacei o lesionare gli organi interni. Così perdono l'orientamento e la corrente li spinge sulle spiagge".
Australia, morti 28 cetacei spiaggiati in una insenatura isolata
Secondo episodio nel giro di pochi giorni
SYDNEY - Ventotto cetacei, 27 globicefali e una megattera, sono morti dopo uno spiaggiamento di massa ieri pomeriggio in un remoto tratto di costa nel sudest dell'Australia, nell'insenatura detta Wingan Inlet, 500 km a est di Melbourne. Il Dipartimento dell'Ambiente del Victoria ha preso il controllo delle situazione e oggi un esperto di cetacei accompagnato da un veterinario ha raggiunto l'area in elicottero.
Il portavoce del dipartimento Michael Turner ha detto che 24 dei cetacei sono morti già ieri e gli altri oggi ed ha avvertito dell'accresciuta attività degli squali nell'area attratti dalle cercasse, di cui non sarà possibile la rimozione data l'ubicazione remota della spiaggia, accessibile solo a piedi.
"L'opzione più logica è affidarsi al processo naturale, con l'alta marea", ha detto Turner.
Lo spiaggiamento segue di pochi giorni la morte di 140 globicefale che si erano arenate in una spiaggia remota a Stewart Island in Nuova Zelanda.
13/01/2019, 22:22
Migliaia di gamberetti trovati sulla spiaggia di Ischia, l’allarme: “vietato mangiarli”
"Vietato mangiare quei gamberetti": l'allarme è stato stato dalla Guardia Costiera che indaga sull'evento
Migliaia di gamberetti sono stati trovati sul litorale sabbioso di San Montano a Lacco Ameno (Ischia). E’ dunque scattato l’allarme della Guardia Costiera che indaga sulle possibili cause di un evento all’apparenza inspiegabile. La popolazione è stata invitata a non mangiare i gamberetti ritrovati non essendo al momento note le cause di quanto accaduto. Sul posto biologi della Stazione Zoologica Anton Dohrn che hanno proceduto al prelievo di alcuni campioni per accertare le cause del fenomeno. Nei prossimi giorni si dovrebbero conoscere i risultati delle analisi relativi ai campionamenti. “Allo stato attuale l’evento sembra circoscritto alla sola spiaggia di San Montano ma la Guardia Costiera ha in corso verifiche al fine di accertare se il fenomeno sia presente anche su altri versanti dell’isola” spiega il tenente di vascello, Andrea Meloni che raccomanda “vivamente di evitare il prelievo degli stessi al fine di consumo umano, non essendo note le cause del fenomeno“.
13/01/2019, 23:15
17/06/2019, 19:09
Strage di delfini lungo le coste degli Usa: gli scienziati stanno indagando sulle cause della tragica moria
Sono almeno 279 i delfini che dallo scorso febbraio si sono incagliati lungo la costa americana e il 98% è morto
Sono almeno 279 i delfini che dallo scorso febbraio si sono incagliati lungo la costa americana, il triplo rispetto alla norma, e il 98% è morto. Lo rivelano gli scienziati del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) che stanno cercando di capire le cause della più grande moria di delfini negli stati costieri statunitensi – Texas, Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida – che si affacciano sul Golfo del Messico.
In base alla prime ricerche, pare che la strade di cetacei possa essere riconducibile agli “effetti persistenti della fuoriuscita di petrolio della BP nel 2010 e più direttamente alla bassa salinità dell’oceano causata dagli alti livelli di acqua dolce proveniente da fiumi in piena e al canale di scarico della Louisiana“, come ha spiegato Teri Rowles, coordinatore Noaa per la salute dei mammiferi marini. In effetti in base ai rilievi effettuati, il 23% dei delfini incagliati tra la Louisiana e a Florida erano stati esposti ad alti livelli di acqua dolce e riportavano relative ferite.
Il numero più alto di delfini spiaggiati, ben 12, è stato registrato nel Mississippi, mentre 89 sono stati rivenuti in Louisiana, 32 in Alabama e 37 in Florida. Secondo esperti locali, in Mississippi l’entrata in servizio dello sfioratore di Bonnet Carrè ha avuto sui delfini ripercussioni più gravi rispetto alla fuoriuscita della BP di 9 anni fa. Tuttavia la Noaa minimizza l’impatto dell’acqua dolce sui cetacei, non identificata come causa determinante della loro morte. Le inchieste sono rese ulteriormente complicate dallo stato di decomposizione avanzato delle carcasse, nel 70% dei casi, per poter procedere all’autopsia.
Altre probabili cause di morte per gli scienziati potrebbero essere i prodotti chimici e altre sostanze tossiche contenute nei fiumi, o cambiamenti nelle prede ingerite dai delfini – pesce e granchio – che avrebbero bisogno di un livello di salinità più alto. In Louisiana e nel Mississippi è anche aumentato il numero di tartarughe spiaggiate, e la causa potrebbe essere identica a quella dell’incagliamento dei delfini.
28/09/2019, 18:21
Scena da finimondo su una spiaggia di Capo Verde 160 delfini spiaggiati (video)
- Immagini terrificanti sull'isola di Boa Vista a Capo Verde,dove sono state rinvenute 134
delfini senza vita su di una spiaggia. Lo straziante video è stato condiviso sui social dalla giornalista Elsa Vieira. Difficile stabilire al momento quando è avvenuto il decesso. Tra le possibili ipotesi una malattia, una marea scesa troppo rapidamente, o l'inseguimento da parte di un predatore oppure condizioni meteorologiche estreme.Al momento comunque si brancola ancora nel buio...Guarda su facebook.com