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 Oggetto del messaggio: IOR: la giustizia si è svegliata.
MessaggioInviato: 21/09/2010, 17:17 
Ior: sequestrati 23 milioni, indagato presidente

Inchiesta Procura di Roma per omissioni legate
alla violazione delle norme antiriciclaggio


21 settembre, 15:48

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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 25199.html

ROMA - Il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha sequestrato, in via preventiva, 23 milioni di euro dello Ior depositati su un conto del Credito Artigiano Spa. Due alti responsabili della banca vaticana, tra i quali il presidente Ettore Gotti Tedeschi, sono indagati dalla Procura di Roma per omissioni legate alla violazione delle norme antiriciclaggio.

E' la prima volta in Italia che viene attuata una iniziativa del genere nei confronti dello Ior. A disporre il sequestro preventivo e' stato il gip Maria Teresa Covatta che ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Nello Rossi e del sostituto Stefano Rocco Fava. L'azione penale e' partita sulla base di una segnalazione dell'Unita' informazioni finanziarie (Uif), la quale, il 15 settembre scorso, aveva gia' disposto la sospensione per cinque giorni, perche' ritenute sospette, di due operazioni disposte dallo Ior sul conto aperto presso la sede romana del Credito Artigiano. Si tratta della movimentazione di 20 milioni destinati all'istituto di credito tedesco J.P. Morgan Frankfurt e di altri tre milioni destinati alla Banca del Fucino. Sul conto sono depositati complessivamente 28 milioni di euro.

Alla base delle presunte irregolarita' la violazione dei commi 2 e 3 dell'articolo 55 del decreto legislativo 231 del 2007 che impongono alle banche di indicare le generalita' dei soggetti per conto dei quali si eseguono operazioni finanziarie, nonche' gli scopi e la natura delle operazioni stesse. Il coinvolgimento dell'Istituto per le opere di religione nell'inchiesta della procura di Roma non e' quindi legato a questioni di riciclaggio, ma ad una serie di omissioni connesse ai soggetti interessati dalle operazioni e le finalita' delle stesse.

S.SEDE, MASSIMA FIDUCIA IN VERTICI - La Santa Sede in una nota della Segreteria di Stato Vaticana ''esprime la massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior''. E ''manifesta perplessità e meraviglia per l'iniziativa della Procura di Roma, tenendo conto che i dati informativi necessari sono già disponibili presso l'ufficio competente della Banca d'Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani''. ''E' nota la chiara volontà, più volte manifestata da parte delle autorità della Santa Sede, di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dell'Istituto per le Opere di Religione (Ior)'' precisa la nota spiegando che ''ciò richiede che siano messe in atto tutte le procedure finalizzate a prevenire terrorismo e riciclaggio di capitali''. Per questo ''le autorità dello Ior da tempo si stanno adoperando nei necessari contatti e incontri, sia con la Banca d'Italia sia con gli organismi internazionali competenti - Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd) e Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale contro il riciclaggio di capitali (Gafi) - per l'inserimento della Santa Sede nella cosiddetta White List''. La Santa Sede - si ribadisce - ''manifesta percio' perplessità e meraviglia per l'iniziativa della Procura di Roma, tenendo conto che i dati informativi necessari sono già disponibili presso l'ufficio competente della Banca d'Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani''. Quanto poi agli ''importi citati si fa presente che si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior'' conclude la Santa Sede esprimendo ''la massima fiducia' nel presidente e nel direttore generale dello Ior''.

BANKITALIA, DA CONSIDERARE ISTITUTO EXTRACOMUNITARIO - In una circolare del 9 settembre scorso Bankitalia fornisce agli istituti di credito indicazioni sui rapporti da tenere con lo Ior da considerare istituto di credito extracomunitario. Cio' impone per palazzo Koch obblighi di verifiche non semplificati ma rafforzati. E' anche per questo motivo che l'Unita' informazioni finanziarie ha attivato i controlli che hanno portato al sequestro dei 23 milioni e all'iscrizione sul registro degli indagati anche del presidente della banca vaticana. Altre operazioni dello Ior presso la filiale romana di via della Conciliazione sono da tempo nel mirino degli inquirenti di piazzale Clodio.



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MessaggioInviato: 21/09/2010, 19:10 
Era ora!!!!!! Visto che c' è morto un Papa per la questione IOR.



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MessaggioInviato: 21/09/2010, 23:55 
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Messaggio di barionu

I BANCHIERI DI DIO




LO IOR INDAGATO


http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... ef=HREC1-3


ROMA - Il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale della banca vaticana, Paolo Cipriani, sono indagati dalla Procura di Roma per violazione del decreto legislativo 231 del 2007, la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. La Santa Sede ha espresso "perplessità" sugli atti della Procura e ha confermato piena fiducia al presidente della banca. Solidarietà a Gotti Tedeschi anche dal sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Persona seria e corretta".

L'iscrizione di Gotti Tedeschi e dell'altro dirigente nel registro degli indagati è legata al sequestro preventivo, firmato dal gip Maria Teresa Covatta su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pm Stefano Rocco Fava ed eseguito ieri, di 23 milioni di euro (su 28 complessivi) che si trovavano su un conto corrente aperto presso la sede romana del Credito Artigiano spa. Nel mirino dell'autorità giudiziaria, due operazioni che prevedevano il trasferimento di 20 milioni alla JP Morgan Frankfurt e di altri tre alla Banca del Fucino.

L'operazione sospetta. L'inchiesta della Procura prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, con sospensione della stessa operazione per cinque giorni lavorativi. Ciò ha consentito al nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla Procura romana di attivarsi.

Le nuove indicazioni fornite dalla Banca d'Italia in materia di antiriciclaggio, l'ultima risalente allo scorso 9 settembre, impongono agli istituti di credito che intrattengono rapporti con lo Ior le medesime regole in vigore per i rapporti con le banche extracomunitarie, con verifiche e controlli rafforzati. Di qui la segnalazione alla procura capitolina.

Il sequestro, si precisa, non è stato disposto perché c'è una prova di riciclaggio ma perché, secondo gli inquirenti, è già stato commesso, da parte dei vertici dello Ior, il reato omissivo della norma antiriciclaggio. L'articolo 55 del decreto 231 del 2007 punisce con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da 500 a 5000 euro "l'esecutore dell'operazione che omette di indicare le generalità del soggetto per conto del quale eventualmente esegue l'operazione o le indica false".

E ancora, lo stesso articolo prevede l'arresto da sei mesi a tre anni con l'ammenda da 5000 a 50mila euro "dell'esecutore dell'operazione che non fornisce informazioni sullo scopo e sulla natura prevista dal rapporto continuativo o dalla prestazione professionale o le fornisce false".

Il Vaticano: "Perplessità e meraviglia". Immediata e netta la reazione della segreteria di Stato che - attraverso una nota - ribadisce "massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior". "È nota la chiara volontà, più volte manifestata da parte delle autorità della Santa Sede - si legge - di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dell'istituto per le opere di religione (Ior).

Ciò richiede che siano messe in atto tutte le procedure finalizzate a prevenire terrorismo e riciclaggio di capitali. Per questo - prosegue la nota vaticana - le autorità dello Ior da tempo si stanno adoperando nei necessari contatti e incontri, sia con la banca d'Italia sia con gli organismi internazionali competenti - Ocse e Gafi, gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali - per l'inserimento della Santa Sede nella cosiddetta white list". "La Santa Sede - sottolinea la nota - manifesta perciò perplessità e meraviglia per l'iniziativa della procura di Roma, tenendo conto che i dati informativi necessari sono già disponibili presso l'ufficio competente della banca d'Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani.

Quanto poi agli importi citati si fa presente che si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior. La Santa Sede - conclude - tiene perciò a esprimere la massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior".

Anche Alemanno "perplesso". "Desidero esprimere la mia personale solidarietà al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, del quale conosco la serietà e la correttezza professionale ed istituzionale. Mi auguro che questa vicenda che mi lascia alquanto perplesso si chiarisca al più presto". Così, in una nota, il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

I precedenti. L'indagine della Procura di Roma non è la prima a coinvolgere la banca vaticana da quando, nel 2003, la Cassazione ha attribuito alla giurisdizione italiana competenza sullo Ior. Da quasi due anni sono in corso accertamenti su una decina di istituti di credito italiani in rapporti con lo Ior, per presunte irregolarità in materia di norme antiriciclaggio.

Le indagini, anch'esse affidate al procuratore aggiunto Nello Rossi e al pm Stefano Rocco Fava, riguardano, in particolare, movimentazioni di denaro sospette per decine di milioni di euro su un conto corrente dello Ior aperto nella filiale Roma 204 della ex Banca di Roma (successivamente integrata in Unicredit) di via della Conciliazione. Solo tra il 2006 e il 2008 sul conto in questione sarebbero transitati almeno 180 milioni di euro.

(21 settembre 2010)





<font color="teal">Nella nota del Vaticano: "Quanto poi agli importi citati si fa presente che si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior".

Scusate, anche il vostro crocifisso sta vomitando?
</font id="teal">




http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=16385




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La gran parte del patrimonio immobiliare della Chiesa è di "Propaganda Fide", il Ministero Vaticano che coordina le missioni nel mondo. Le sue proprietà ammontano a circa 8 miliardi di Euro... ed è Angelo Balducci ad aver gestito per anni questa ricchezza..... [8)]

Ma chi è Angelo Balducci?

Angelo Balducci è un dirigente pubblico italiano balzato alle cronache italiane nell'ultimo periodo.

Immagine

Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Balducci

Nel 1999, mentre è in carica come Provveditore alle opere pubbliche del Lazio, ha l'incarico da parte del Commissario straordinario per il Giubileo, Francesco Rutelli, di sovraintendere al completamento delle infrastrutture previste per l'anno 2000, ed è al centro di polemiche nate attorno a lavori di scavo per l'allestimento del parcheggio del Gianicolo, che hanno causato la rovina di preziosi resti archeologici.

La vicenda della nomina a commissario straordinario per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari, ricorrendo alla normativa prevista per interventi di Protezione Civile, è stata al centro di indagini della Procura di Bari, alcune delle quali ancora in corso .

Coinvolto insieme a Guido Bertolaso ed altri personaggi della protezione civile e dell'imprenditoria nell'inchiesta sugli appalti del G8 della Maddalena, venne raggiunto da un ordine di custodia cautelare il 10 febbraio 2010. Il 25 febbraio rassegna le dimissioni dalla presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Il 3 marzo 2010 escono su alcuni quotidiani una serie intercettazioni esplicite dalle quali Balducci risulta essere un assiduo cliente di un giro di prostituzione gay. Dalle intercettazioni due conoscenti di Balducci, Chinedu Thomas Ehiem, residente a Roma e “indicato all’anagrafe come “religioso” del Vaticano che cura e organizza il “coro di san Pietro” e Lorenzo Renzi risultano essere gli intermediari tra i giovani e Balducci.

Il 10 giugno 2010 la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso di Balducci e di altri due indagati nell'inchiesta sugli appalti del G8 della Maddalena, ha trasferito l'inchiesta da Firenze a Roma.

Il 13 luglio 2010 Angelo Balducci e Fabio De Santis hanno ottenuto gli arresti domiciliari.





Beh...... un personaggio più idoneo per quella carica,
non potevano trovarlo.... [:246]



















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Altro che Danimarca , il marcio ...


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MessaggioInviato: 23/09/2010, 13:46 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


La gran parte del patrimonio immobiliare della Chiesa è di "Propaganda Fide", il Ministero Vaticano che coordina le missioni nel mondo. Le sue proprietà ammontano a circa 8 miliardi di Euro... ed è Angelo Balducci ad aver gestito per anni questa ricchezza..... [8)]


ma non mi frega chi è Angelo Balducci, dico solo una cosa: ma non dovevano vivere in povertà???!!! 8 MILIARDI DI EURO!!! li distribuissero DAVVERO al terzo mondo, anzichè metterli da parte x il "bene superiore"


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Lo Ior e quei fondi sospetti dal Credito Artigiano

pubblicato il 23 settembre 2010

Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera riassume le tappe dell’inchiesta che ha messo sotto la lente di ingrandimento la banca del Vaticano. “Movimentazioni irregolari, da San Pietro chiariscano”, è la richiesta dei magistrati.

Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -sospetti/

Ieri è stato l’Osservatore Romano, con una nota pubblicata in prima pagina, a rivendicare la trasparenza del proprio istituto di credito e gli sforzi compiuti insieme alla Banca d’Italia per garantirsi l’accesso alla lista degli istituti “buoni”, ovvero nella white list dell’antiriciclaggio. Ma i Pm di Roma che indagano sullo Ior, la banca del Vaticano, continuano a non vederci chiaro sui movimenti del blindatissimo istituto di credito e, allo stato degli atti, ritengono comprovata l’ipotesi di reato per riciclaggio.

CONTI CORRENTI – Quale la vicenda: i vertici dirigenziali dello Ior avrebbero deciso, in totale autonomia, di bonificare alcune somme alla JP Morgan di Francoforte e alla Banca del Fucino a Roma. Il problema è che quei fondi provenivano da due conti correnti aperti presso il Credito Artigiano che nell’aprile scorso i magistrati avevano bloccato e sigillato. Appunto, perchè non ci vedevano chiaro. Due giorni fa la decisione di movimentare quei fondi, senza indicare ne la motivazione ne la destinazione, e dunque è scattata l’imputazione per riciclaggio. “Allo stato dei fatti, ed esclusa ogni altra indagine da condursi, si ravvisano le fattispecie di reato delineate”, scrive sul Corriere della Sera la sempre informatissima Fiorenza Sarzanini. E su questi fondi, davvero, non c’è chiarezza e c’è sospetto. Perchè, sempre in aprile, dopo la decisione di congelare gli importi, i vertici dello IOR si incontrano con quelli del Credito Artigiano in una riunione a porte chiuse dagli esiti ignoti? “Bisognerà verificare”, continua la Sarzanini, “come mai, nonostante l’impegno a mettersi in regola, i responsabili della Banca Vaticana abbiano eluso le richieste formali che invece secondo quanto previsto dalla legge dovevano essere soddisfatte fin dal gennaio scorso e in base a una legge del 2007. Nell’attesa degli interrogatori, i pubblici ministeri stanno esaminando la documentazione già acquisita”.

COMPLESSIVA CONDOTTA – Più che dunque l’evento del trasferimento di questi fondi alla JP Morgan e al Fucino – “se ci spiegano perchè, sblocchiamo tutto”, avrebbero fatto sapere i magistrati – sotto attenzione è il comportamento complessivo della banca nei confronti di questi importi provenienti dal conto 11231 del Credito Artigiano. Queste movimentazioni “servivano in realtà a riciclare i soldi”? Dopo il blocco formale dei conti correnti infatti, il denaro è entrato ed uscito da quei depositi, in grande libertà. D’altronde, continua il Corriere, i magistrati sono partiti dalla relazione della Banca d’Italia su un altro conto dello Ior, aperto presso Unicredit, che aveva evidenziato “criticità e in particolare: mancato rispetto degli obblighi di verifica di adeguata clientela; non risultano assolti gli obblighi di registrazione nell’archivio unico informatico delle operazioni di versamento contante sui conti dello Ior; in materia di negoziazione dei titoli di credito è stata riscontrata una prassi tendente ad escludere la tracciabilità dei fondi trasferiti, oltre a violazioni delle leggi sugli assegni”. Insomma, una banca che tende alla disinvoltura: e i magistrati indagano.



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Ici e Ires in regalo alla Chiesa, la Ue processa l’Italia

Esenzioni per due miliardi l’anno, Bruxelles chiede spiegazioni: “Sono aiuti di Stato”. Tra diciotto mesi la sentenza della Commissione Europea.

Le esenzioni fiscali concesse alla Chiesa dallo Stato italiano costano a Roma un’indagine formale dell’Ue per aiuti di Stato.

QUATTRO ANNI D’INDAGINE - Dopo quattro anni di scambi di informazioni, due archiviazioni e una serie di controricorsi, scrive Repubblica in un articolo a firma Alberto D’Argenio, Bruxelles parte lancia in resta contro i privilegi fiscali attribuiti agli enti ecclesiastici in settori in cui “l’azienda Chiesa” (conta circa 100 mila fabbricati) è leader nazionale: ospedali, scuole private, alberghi e altre strutture commerciali che godono di un’esenzione totale dal pagamento dell’Ici e del 50% da quello sull’Ires. Portando a casa, o meglio risparmiando due miliardi di euro l’anno rispetto alla forma di tassazione corretta, quella che subiscono tutti i cittadini italiani. La procedura per aiuti di Stato sarà aperta a metà ottobre dalla Commissione europea. La decisione è già stata scritta e al momento è soggetta alle ultime limature. Nell’introduzione del documento redatto dal commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia si legge: «Alla luce delle informazioni a disposizione la Commissione non può escludere che le misure costituiscano un aiuto di Stato e decide quindi di indagare oltre».

TRA DICIOTTO MESI IL VERDETTO – In poche parole, da scambi di informazioni informali il dossier diventa ufficiale e fa scattare quella procedura di 18 mesi al termine della quale la Ue dovrà emettere un verdetto. La procedura contro lo Stato italiano, scrive Repubblica, si articolerà su tre fronti: sotto accusa verranno subito messi il mancato pagamento dell’Ici e l’articolo 149 (4 comma) del Testo unico delle imposte sui redditi che conferisce a vita la qualifica di enti non commerciali a quelli ecclesiastici (non svolgete un’attività di impresa a prescindere e quindi pagate meno tasse). Il terzo filone riguarda lo sconto del 50% dell’Ires concesso agli enti della Chiesa che operano nella sanità e nell’istruzione: prenderà la forma di una richiesta di informazioni approfondita essendo risalente agli anni ’50, prima della nascita della Cee. L’esenzione totale dall’Ici è stata introdotta nel dicembre 2005, in campagna elettorale, dal governo Berlusconi e quindi rivista da quello Prodi (2006) che messo sotto pressione dalla Ue aveva ristretto i privilegi solo alle attività “non esclusivamente commerciali”. Intervento aggirato da ospedali o scuole che al loro interno hanno una piccola cappella. Le norme erano state portate a Bruxelles da una denuncia promossa dal radicale Maurizio Turco e del fiscalista Carlo Pontesilli (segretario di anticlericale.net).

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -processa/



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Ior: riesame conferma sequestro 23 mln

Padre Lombardi, appreso con stupore conferma sequestro

20 ottobre, 14:17

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 19222.html

ROMA - Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro in via preventiva dei 23 milioni di euro dello Ior depositati su un conto del Credito Artigiano Spa. Il sequestro era stato disposto dal Gip del Tribunale di Roma Maria Teresa Covatta, accogliendo le richieste del procuratore aggiunto Nello Rossi e del sostituto Stefano Rocco Fava, nell'ambito di un'inchiesta su presunte omissioni legate alle norme antiriciclaggio da parte della banca vaticana.

L'inchiesta della Procura di Roma vede indagati il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi ed il direttore generale Paolo Cipriani. L'azione penale è partita sulla base di una segnalazione dell'Unità informazioni finanziarie (Uif), la quale, il 15 settembre scorso, aveva già disposto la sospensione per cinque giorni, perché ritenute sospette, di due operazioni disposte dallo Ior sul conto aperto presso la sede romana del Credito Artigiano. Si tratta della movimentazione di 20 milioni destinati all'istituto di credito tedesco J.P. Morgan Frankfurt e di altri tre milioni destinati alla Banca del Fucino. Sul conto sono depositati complessivamente 28 milioni di euro.

VERIFICHE SU ALTRE OPERAZIONI SOSPETTE - Altre presunte operazioni sospette dello Ior sono finite nel mirino della magistratura romana, titolare degli accertamenti sui 23 milioni di euro depositati su un conto del Credito Artigiano e per i quali il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro preventivo. Le operazioni sospette in questione risalgono rispettivamente al novembre 2009 ed all'ottobre dello stesso anno e riguardano assegni per 300 mila euro incassati su un conto dello Ior presso un'agenzia Unicredit e un prelievo di 600 mila euro da un conto aperto in Intesa San Paolo.

PADRE LOMBARDI, APPRESO CON STUPORE CONFERMA SEQUESTRO - La notizia della conferma, da parte del Tribunale del riesame, del sequestro in via preventiva di un deposito dello Ior su un conto del Credito artigiano 'e' stata appresa con stupore' in Vaticano. Lo afferma il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. 'Si ritiene - ha poi aggiunto - che si tratti di un problema interpretativo e formale'.

"I RESPONSABILI CHIARIRANNO AL PIU' PRESTO" - "I responsabili dello Ior ritengono di poter chiarire tutta la questione al più presto nelle sedi competenti". Lo ha affermato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dopo avere espresso "stupore" per la conferma del sequestro in via preventiva di un deposito dello Ior su un conto del Credito artigiano da parte del Tribunale del Riesame.



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Inchiesta G8, la 'banca privata' di don Evaldo e i fondi neri

Secondi i pm i soldi di Anemone sono stati occultati,
collegamenti con inchiesta IOR


03 febbraio, 00:16

Fonte:http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/02/02/visualizza_new.html_1612567212.html

di Vincenzo Sinapi

ROMA - Don Evaldo Biasini, 84 anni, economo dimissionario della ''Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue di Cristo'' ed amico di vecchia data della famiglia Anemone, i costruttori romani al centro delle indagini sulla 'cricca' degli appalti, aveva messo su un attivita' che lo stesso sacerdote definisce, ''una specie di banca privata''. Una banca, questo lo dicono gli inquirenti, che movimentava un vorticoso giro di soldi, ''in contanti ed assegni''. Il sospetto e' che don Evaldo fosse una sorta di custode di fondi neri di Diego Anemone: per questo e' stato sentito piu' volte dai magistrati di Perugia e di Firenze che indagano sui grandi appalti, ma alla figura del sacerdote potrebbe essere interessata anche la procura di Roma che di recente ha sequestrato 23 milioni di euro dello Ior perche' ritenuti frutto di operazioni sospette. E' risultato, infatti, che don Evaldo abbia movimentato diversi assegni nella stessa agenzia bancaria romana nella quale sono transitati in un anno 140 milioni di euro su conti riconducibili allo Ior, compresi 600 mila euro prelevati, secondo l'accusa, senza rispettare la normativa antiriciclaggio. E in un database sequestrato al sacerdote la polizia ha rinvenuto, solo di recente, una gran mole di dati ''riferiti a conti bancari, patrimoniali, postali, titoli, polizze, ecc...'': in 13 casi - accanto ad annotazioni di investimenti, conti ed azioni - ricorre la voce Ior. Tornando ai rapporti con Diego Anemone, agli atti dell' inchiesta allegati all'avviso di conclusione indagini recapitato nei giorni scorsi ai presunti componenti della 'cricca' molte carte riguardano i rapporti patrimoniali tra il sacerdote e il costruttore, che il 22 settembre 2008 gli chiede soldi, ''prima di un incontro programmato - evidenziano i magistrati - con Guido Bertolaso''. Questo il testo di una intercettazione tra Anemone e il sacerdote: ''...senti Eva' scusa se ti scoccio... solo per rotture di ******** perche' ieri...stamattina devo vedere una persona verso le 10 e mezza...11..tu come stai messo?''. Don Evaldo risponde di poter recuperare su due piedi solo 10 mila euro: ''...di soldi?...qui ad Albano ce n'ho 10 soltanto...giu' a Roma potrei darteli... debbo poi portarli in Africa... mercoledi'.. vediamo un po'''. Proprio il 22 settembre 2008 don Evaldo cambiera' allo sportello di una delle sue banche un assegno da 50 mila euro: un'operazione sospetta che lo stesso istituto bancario segnalera' piu' tardi alla Banca d'Italia. Ai pm di Perugia, che lo ascoltano il 29 aprile scorso, don Evaldo spiega che ''tra me e Diego Anemone c'era un deposito cauzionale, questo a seguito dei lavori che Anemone stava effettuando per noi... se Diego me lo chiedeva io gli davo i soldi per i lavori che lui faceva''. Ma il sacerdote non si limitava a custodire denaro di Anemone. I magistrati gli chiedono infatti spiegazioni su un ''sotto conto Mauro'' e don Evaldo risponde che ''si trattava di un conto di tale Della Giovampaola'' (Mauro Della Giovampaola, uno dei funzionari pubblici sotto inchiesta - ndr). ''Anemone mi chiese di tenere degli assegni circolari di Della Giovampaola - racconta il sacerdote ai pm - sino al termine di un affare. Della Giovampaola disse che se quell'affare fosse andato in porto, quei soldi li avrei tenuti per me per poter realizzare un ospedale in Africa. Io ho tenuto quei soldi (circa 300 mila euro in assegni intestati ad una giovane finlandese, socia di una societa' in qualche modo interessata ai cantieri della Maddalena - ndr) perche' Diego mi aveva detto che sarebbero serviti per una donazione''. Don Evaldo afferma di aver depositato piu' volte sul suo conto denaro che Anemone gli chiedeva di ''conservare'' e che poi il costruttore prelevava, personalmente o tramite la sua segretaria o qualcuno dei suoi autisti. E aggiunge: ''Non mi sono mai posto il problema perche' Anemone consegnava i soldi a me invece di depositarli in banca. Io assicuravo a Diego Anemone per questi soldi degli interessi annui pari al 2%, interessi questi che Anemone non ha mai ritirato lasciandoli a me per le opere benefiche''. E nonostante questa sia un'attiva' singolare, per un sacerdote, don Biasini spiega ai magistrati che ''Anemone non e' l'unica persona da cui ho ricevuto soldi a titolo che io chiamo 'a titolo di deposito cauzionale'. E' una specie di attivita' - ammette - che io ho personalmente inventato nel lontano 1967 quando ero amministratore di un ordine sacerdotale. A causa di gravi problemi economici in seno all'ordine, ho iniziato questa attivita' che puo' fungere come una specie di banca privata, dove venivano depositati dei soldi da parte di privati'' (da intendersi come ''missionari, parenti dei missionari e qualche amico''), ''mentre da parte mia io garantivo su questi depositi il 5 e poi il 2%''. Il sacerdote (che ai magistrati dice di aver subito una condanna a sei anni di reclusione ''molti anni fa'' per associazione per delinquere in relazione ad una ''operazione di trasferimento di quote per una societa''') sottolinea di avere due conti correnti presso altrettante banche: ''Sono conti nominativi pero' ci sono depositati i soldi di proprieta' della Congregazione, provenienti sia dalle offerte che quelli depositati da privati''. In realta' don Evaldo risulta collegato ''a molteplici rapporti bancari'' presso diversi istituti, in uno solo dei quali risultano in meno di due anni uscite per oltre 7 milioni e 300 mila euro ed entrate per 6 milioni e 400 mila.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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