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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 07/02/2016, 10:28 
http://www.corriere.it/esteri/16_febbra ... 8e4e.shtml

La morte di Giulio Regeni:
Il ministro: «No ad accuse senza prove, i colpevoli verranno puniti»
Il ministro degli Esteri egiziano Shoukry: «Il nostro rapporto con l’Italia resta solido»

i tarallucci e il vino incombono..
magari puniranno (x finta)
qualche poliziotto egiziano sacrificabile
e amici come prima..


La morte di Giulio sta mettendo alla prova i rapporti tra l’Egitto e l’Italia?
«Spero che i media non esagerino.
La morte di ogni individuo è di importanza enorme, che sia italiano, egiziano o di qualunque nazionalità, ma i rapporti tra i nostri Paesi hanno un impatto su milioni di italiani ed egiziani. Il caso individuale è importante, ma crediamo che il rapporto con l’Italia sia solido e basato su interessi e rispetto reciproci.

Gli incontri economici sono stati sospesi. Per lei è un errore?
«E’ una decisione ministeriale e dunque sovrana, ma personalmente non vedo il rapporto tra le responsabilità e gli obiettivi di quella delegazione e le circostanze di natura individuale di un tragico evento. Non so, forse è una decisione emotiva presa in risposta al caso, e posso capire da un punto di vista umano, ma avrei preferito che le cose rimanessero distinte».

Non crede che dietro questa morte ci sia una responsabilità di chi ha diffuso l’idea che gli stranieri siano spie?
«In Egitto ci sono indicazioni che alcuni stranieri potrebbero essere stati implicati in ciò che accadeva durante la rivoluzione. Le autorità gestiscono le cose a livello politico, non facciamo accuse. Se c’è un caso di spionaggio viene monitorato dai servizi di sicurezza e se ci sono prove la persona viene riferita alle autorità giudiziarie. Ma non nego che su Facebook e in alcuni media si è diffusa l’impressione che in certe occasioni gli stranieri sono stati implicati in affari interni e si è parlato delle loro interferenze.

quando gli stranieri interferiscono nei fatti
di uno stato ostile (vedi siria, libia)
sono patrioti democratici
se interferiscono con un governo protetto
allora x gentiloni campione di servitù e zerbinaggio,
è gente che dà fastidio che potrebbe farsi i fatti suoi..

che questo regeni, laureato a cambridge
avesse legami a sua saputa o a sua insaputa
con elementi dell'intelligence britannica o altri,
e/o organismi alla soros preposti al coordinamento
delle rivoluzioni colorate è OVVIO..


Ultima modifica di mik.300 il 07/02/2016, 10:36, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 07/02/2016, 10:35 
Finirà come per i Marò, non si arriverà a capo di niente.



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Nutrirsi di fantasia, ingrassa la mente.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 07/02/2016, 10:37 
greenwarrior ha scritto:
Finirà come per i Marò, non si arriverà a capo di niente.



appunto..
con tante scuse..
troveranno sicuramente il fesso poliziotto
da mettere al gabbio..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 07/02/2016, 19:15 
Pare che il giovanotto avesse effettivamente a che fare con i Servizi, nella fattispecie con l'AISE (servizi esterni):

Cita:
Nella tragedia mondiale, non è più l’Ora del Dilettante

Giulio Regeni, il ricercatore ammazzato al Cairo, giudicava il Manifesto “il mio giornale di riferimento”. Ieri la direttrice del ‘quotidiano comunista,, Norma Rangeri, se l’è presa nell’editoriale con “quegli avvoltoi che vivono nella Rete e che hanno arruolato Giulio nei servizi segreti italiani coprendo la sua vita di fango, come a giustificare la sua morte”. L’allusione non può che essere al sito del bravo Marco Gregoretti, il quale – in evidente contatto con alcuni informatori ben informati – ha scritto appunto che il giovane “ era un agente dell’Aise (Agenzia informazione sicurezza esterna), il servizio segreto italiano che si occupa di “minacce provenienti dall’estero”. In pratica l’intelligence che ha preso il posto del vecchio Sismi”.

Regeni – continua Gregoretti – era stato arruolato qualche anno fa quando i servizi segreti italiani cominciarono a fare campagna pubblica per arruolare nuovi operatori chiedendo il curriculum. Quello di Regeni, a quanto pare, sarebbe stato in linea con le aspettative. Era stato inviato in Usa prima e a Londra dopo. Poi, con la scusa della tesi di laurea, da sei mesi si trovava in Egitto”.

Non c’è nulla di infangante né insultante in questo. Io stesso, quand’ero inviato, sono andato spesso all’Istituto Culturale Francese del Cairo dove si poteva fare una chiacchierata con giovani e brillanti “borsisti” molto informati di tutti gli aspetti della società egiziana, capaci di acute valutazioni intelligenti, che facevano evidentemente parte dei servizi informativi di Parigi, almeno come ausiliari stipendiati, con borsa di studio; niente di più naturale che mandassero dei rapporti al competente ministero. Lavoravano su quelle che si direbbero “fonti aperte”, radio, giornali tv; se facessero anche cose clandestine non so, ma non credo. Ovviamente anche i servizi egiziani sapevano e sanno che cosa fanno certi borsisti stranieri al Cairo; fà parte del gioco.

Il punto non è quello, ma proprio la collaborazione di Regeni al Manifesto: collaborazione da lui richiesta e sollecitata, perché – lo ha scritto lui considerava il Manifesto “il mio giornale di riferimento”. Volleva collaborare “con pseudonimo”, particolare patetico, perché si sentiva in pericolo.

Un agente, ammesso che Regeni lo fosse, agisce su mandato. I suoi dirigenti gli dicono cosa deve fare. Ora, aveva ricevuto dal nostro Ministero degli Esteri il mandato di ficcarsi tra le organizzazioni anti-Al Sisi, il presidente egiziano che ha eliminato il regime dei Fratelli Musulmani e governa una società lacerata e dove ha per avversari dei fanatici che ricorrono al terrorismo e alle stragi di militari, pronti alla guerra civile e per questo ferocemente repressi? Per quanto bassa sia la stima che si può avere del corpo diplomatico e del ministro Gentiloni, propenderei a credere di no: Al-Sisi è una figura chiave della (speriamo) stabilizzazione dell’area, un alleato di fatto contro il terrorismo jihadista, ISIS e simili, e di cui si ha bisogno per future azioni o negoziati in Libia. Il nostro governo – a meno che non sia diventato folle – non ha alcun interesse un “regime change” in Egitto, né quindi interesse a “fomentare l’opposizione”, come (secondo Gregoretti) i servizi egiziani ritenevano facesse Regeni.



Glielo ha detto il ministero di andare a “vibranti incontri” dei “sindacati indipendenti” ribelli al regime? Di scrivere su l Manifesto (l’ultimo articolo) che “Sfidare lo stato di emergenza e gli appelli alla stabilità e alla pace sociale giustificati dalla ‘guerra al terrorismo‘, significa oggi, pur se indirettamente, mettere in discussione alla base la retorica su cui il regime giustifica la sua stessa esistenza e la repressione della società civile”.

Serve al nostro interesse nazionale? Direi di no ( e forse non serve nemmeno al Manifesto). Forse il punto è questo, che Regeni non aveva ricevuto una istruzione su quale sia il nostro interesse nazionale; o forse inseguiva un’idea di interesse nazionale tutta sua, nutrita dall’appassionata lettura de Il Manifesto. Non è una rarità, dopotutto. Nel 1998 un deputato di Rifondazione comunista, tale Mantovani, fece la politica estera italiana andando a prendere e portando in Italia il capo del partito comunista turco, ricercato dai turchi per terrorismo; creò un grosso problema al governo (che era D’Alema: aveva appena fatto le scarpe a Prodi).

Anche le due pirlette autonominatesi “cooperanti”, le note Greta & Vanessa, a suo tempo andarono in Siria a schierarsi contro il regime d Assad e a favore dei jihadisti, si fecero rapire e i loro protettori (volevo dire: rapitori) hanno chiesto ed ottenuto dal governo italiano un riscatto di (si dice) 7 o 12 milioni di euro: di fatto l’Italia ha riccamente finanziato Al Nusra e il Califfato esattamente come sognavano Greta & Vanessa, che quindi hanno “fatto” la nostra politica estera al posto di Roma (o con l’accordo e collusione? Speriamo di no).

A proposito di tale riscatto, fra l’altro, il succitato Gregoretti dice: “Si è parlato di dodici milioni di euro. In realtà sarebbero stati 13, ma uno sarebbe rimasto attaccato a qualche manina italica. Chi si è fregato un milione di euro? Questa situazione poco chiara ha provocato anche un terremoto all’interno dei servizi segreti italiani: 86 operatori, compresi alcuni in posizioni apicali, sono stati “licenziati”. Alla luce di tutto ciò quella telefonata di Al Sisi al Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi :”Perseguiremo ogni sforzo per togliere ogni ambiguità e svelare tutte le circostanze”, non fa dormire sonni tranquilli ai nostri governanti. Qualcuno dall’interno dice: “Si sono mossi Mattarella e Renzi. Sono tutti con il pepe al culo”.

Ecco un inciso da cui si intuisce che cosa sia l’ interesse nazionale non è chiarissimo nemmeno alle “figure apicali” dell’italica repubblica. Il che può rendere indulgenti verso il povero Regeni, che ha pagato con la propria vita l’aver scambiato il “Manifesto, suo punto di riferimento”, con la patria e i suoi duri doveri, e aver voluto fare uno scoop in un posto incendiario, chiacchierando contro un regime che sta giocando una partita mortale con avversari, che abbiamo tutto l’interesse restino schiacciati.

Ora la chiacchiera giornalistica italiota strilla: “Vogliamo la verità! Chi ha ucciso il nostro ragazzo?”. Il governo egiziano ha immediatamente fermato due: criminali comuni, è stato un delitto comune, assicura. Un avviso a contentarsi: loro, hanno una visione precisa dell’interesse nazionale: il loro e persino il nostro. Ma no. “E’ stato ucciso per le sue idee”, lasciano filtrare a Repubblica “i detectives italiani” mandati in Egitto per indagare (che chiacchierano con i giornalisti amici). Addirittura, l’AISE smentisce ufficialmente che Regeni fosse un suo agente, con lettera ai giornali: cosa che nessun servizio segreto ha mai fatto nell’intera storia. I media incitano a “gelare le relazioni con l’Egitto”. La magistratura ha aperto un fascicolo. Il regime egiziano ha rilasciato i due fermati delinquenti comuni: brutto segnale.

Se Frontex ci ordina di sparare

I tempi sono d’acciaio e di fuoco, sarebbe auspicabile che in Italia si riducesse l’ora del dilettante in politica estera. La durezza dei tempi è rivelata da una forte critica che il capo operativo di Frontex, Klaus Rosner, ha elevato al responsabile del Viminale Giovanni Pinto: gli interventi di salvataggio dei gommoni o carrette non devono estendersi oltre le 30 miglia marine dalle coste italiane; non è necessario e conveniente sotto il profilo dei costi l’uso di pattugliatori offshore; andare sotto le coste libiche su chiamate di satellitari non si deve più fare. Frontex ha protestato ““ contro ripetuti interventi fuori area, oltre le 30 miglia dalle coste italiane: non sono coerenti col piano operativo e non saranno prese in considerazione in futuro; i soccorritori devono “limitare l’uso della lingua italiana” quando comunicano gli uni con gli altri, vogliono sentire quel che ci diciamo. Non si fidano. Non sono lontani dal pensare (come il sottoscritto) che il nostro buon cuore sia un aiuto, un incitamento e forse una collusione con la peggiore malavita internazionale, quella che sfrutta in questo modo le masse del mondo.

“Frontex ci critica perché salviamo troppe vite umane!”, sbalordiva sabato un conduttore di Radio Radicale che si occupa degli immigrati nel dare la notizia. Radio Radicale è la più occidentalista, americanista, neocon, e quindi la più filo-Ue che ci sia. L’Unione Europea è per loro il paradiso dei diritti umani, delle libertà progressiste: nozze gay, uteri in affitto, eutanasia, step-child adoption; ed ovviamente della “accoglienza” senza limiti.

Non hanno ancora preso atto di come Angela Merkel abbia cominciato a predicare agli immigrati che, appena torna la pace in Siria, loro devono andarsene. Di colpo, la Germania ha scoperto che la maggior parte non fuggono da guerre, non sono nemmeno siriani, non hanno diritto d’asilo. In certe città tedesche c’è un’aria che qualche capo della polizia ha definito “da pogrom”, con la caccia ai profughi. Il Belgio raccomanda di “Non dar da mangiare ai profughi, se no ne vengono altri”, e alcuni iracheni che ci sono arrivati sono trattati in modo tale, che tornano volontariamente: “Piuttosto morire in Irak che vivere il Belgio” (qualcuno gli aveva fatto credere che avrebbero 3 mila euro e il ricongiungimento immediato coi familiari, e si sono trovati in una branda da campo in una caserma). Il presidente della Finlandia: “L’immigrazione è una minaccia ai valori occidentali” (ma tu guarda…). La Svezia si propone di espellerne 60 mila; la Danimarca, di sequestrare i soldi e i gioielli di quelli che entrano,come contributo alle spese di mantenimento: tutti d’accordo, i socialdemocratici svedesi con la destra populista. E l’Austria sta proponendo il dispiegamento militare di forze della UE nei Balcani, onde intercettare i profughi alla frontiera esterna della UE e rimandarli in Turchia; e chiede alla UE di tagliare gli aiuti alla Tunisia, perché si rifiuta di riprendersi i profughi. Insomma i nordici, che per anni si sono infischiati dell’invasione quando arrivava sulle coste italiane e greche, adesso che gli invasi sono loro, chiudono le frontiere; e – senza ovviamente riconoscere minimamente che aveva ragione Orban e loro torto – ordinano anche a noi di chiudere. E siccome comandano loro, queste saranno le “normative” nuove sull’immigrazione che diverranno regola pan-europea.

Quando Frontex “ consiglierà” alle navi italiane di sparare, altrimenti ci chiude fuori da Schengen e ci lascia tutti i profughi a centinaia di migliaia, sarà interessante vedere i commenti progressisti. Quelli che “siamo l’ultimo paese in Europa che non riconosce il matrimonio gay” o “le adozioni dei figli del compagno”, adesso cominciano a vedere l’altra faccia della libertà di un’Europa che s’è liberata dalle radici cristiane: “diritti” ai gay e respingimenti sono la faccia della stessa medaglia. Il buon cuore è inadeguato, nei tempi d’acciaio che ci sovrastano. Fuori i dilettanti e i provinciali, per favore.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 07/02/2016, 21:13 
Plutone77 ha scritto:
Pare che il giovanotto avesse effettivamente a che fare con i Servizi, nella fattispecie con l'AISE (servizi esterni):

Cita:
Nella tragedia mondiale, non è più l’Ora del Dilettante

Giulio Regeni, il ricercatore ammazzato al Cairo, giudicava il Manifesto “il mio giornale di riferimento”. Ieri la direttrice del ‘quotidiano comunista,, Norma Rangeri, se l’è presa nell’editoriale con “quegli avvoltoi che vivono nella Rete e che hanno arruolato Giulio nei servizi segreti italiani coprendo la sua vita di fango, come a giustificare la sua morte”. L’allusione non può che essere al sito del bravo Marco Gregoretti, il quale – in evidente contatto con alcuni informatori ben informati – ha scritto appunto che il giovane “ era un agente dell’Aise (Agenzia informazione sicurezza esterna), il servizio segreto italiano che si occupa di “minacce provenienti dall’estero”. In pratica l’intelligence che ha preso il posto del vecchio Sismi”.

Regeni – continua Gregoretti – era stato arruolato qualche anno fa quando i servizi segreti italiani cominciarono a fare campagna pubblica per arruolare nuovi operatori chiedendo il curriculum. Quello di Regeni, a quanto pare, sarebbe stato in linea con le aspettative. Era stato inviato in Usa prima e a Londra dopo. Poi, con la scusa della tesi di laurea, da sei mesi si trovava in Egitto”.

Non c’è nulla di infangante né insultante in questo. Io stesso, quand’ero inviato, sono andato spesso all’Istituto Culturale Francese del Cairo dove si poteva fare una chiacchierata con giovani e brillanti “borsisti” molto informati di tutti gli aspetti della società egiziana, capaci di acute valutazioni intelligenti, che facevano evidentemente parte dei servizi informativi di Parigi, almeno come ausiliari stipendiati, con borsa di studio; niente di più naturale che mandassero dei rapporti al competente ministero. Lavoravano su quelle che si direbbero “fonti aperte”, radio, giornali tv; se facessero anche cose clandestine non so, ma non credo. Ovviamente anche i servizi egiziani sapevano e sanno che cosa fanno certi borsisti stranieri al Cairo; fà parte del gioco.

Il punto non è quello, ma proprio la collaborazione di Regeni al Manifesto: collaborazione da lui richiesta e sollecitata, perché – lo ha scritto lui considerava il Manifesto “il mio giornale di riferimento”. Volleva collaborare “con pseudonimo”, particolare patetico, perché si sentiva in pericolo.

Un agente, ammesso che Regeni lo fosse, agisce su mandato. I suoi dirigenti gli dicono cosa deve fare. Ora, aveva ricevuto dal nostro Ministero degli Esteri il mandato di ficcarsi tra le organizzazioni anti-Al Sisi, il presidente egiziano che ha eliminato il regime dei Fratelli Musulmani e governa una società lacerata e dove ha per avversari dei fanatici che ricorrono al terrorismo e alle stragi di militari, pronti alla guerra civile e per questo ferocemente repressi? Per quanto bassa sia la stima che si può avere del corpo diplomatico e del ministro Gentiloni, propenderei a credere di no: Al-Sisi è una figura chiave della (speriamo) stabilizzazione dell’area, un alleato di fatto contro il terrorismo jihadista, ISIS e simili, e di cui si ha bisogno per future azioni o negoziati in Libia. Il nostro governo – a meno che non sia diventato folle – non ha alcun interesse un “regime change” in Egitto, né quindi interesse a “fomentare l’opposizione”, come (secondo Gregoretti) i servizi egiziani ritenevano facesse Regeni.



Glielo ha detto il ministero di andare a “vibranti incontri” dei “sindacati indipendenti” ribelli al regime? Di scrivere su l Manifesto (l’ultimo articolo) che “Sfidare lo stato di emergenza e gli appelli alla stabilità e alla pace sociale giustificati dalla ‘guerra al terrorismo‘, significa oggi, pur se indirettamente, mettere in discussione alla base la retorica su cui il regime giustifica la sua stessa esistenza e la repressione della società civile”.

Serve al nostro interesse nazionale? Direi di no ( e forse non serve nemmeno al Manifesto). Forse il punto è questo, che Regeni non aveva ricevuto una istruzione su quale sia il nostro interesse nazionale; o forse inseguiva un’idea di interesse nazionale tutta sua, nutrita dall’appassionata lettura de Il Manifesto. Non è una rarità, dopotutto. Nel 1998 un deputato di Rifondazione comunista, tale Mantovani, fece la politica estera italiana andando a prendere e portando in Italia il capo del partito comunista turco, ricercato dai turchi per terrorismo; creò un grosso problema al governo (che era D’Alema: aveva appena fatto le scarpe a Prodi).

Anche le due pirlette autonominatesi “cooperanti”, le note Greta & Vanessa, a suo tempo andarono in Siria a schierarsi contro il regime d Assad e a favore dei jihadisti, si fecero rapire e i loro protettori (volevo dire: rapitori) hanno chiesto ed ottenuto dal governo italiano un riscatto di (si dice) 7 o 12 milioni di euro: di fatto l’Italia ha riccamente finanziato Al Nusra e il Califfato esattamente come sognavano Greta & Vanessa, che quindi hanno “fatto” la nostra politica estera al posto di Roma (o con l’accordo e collusione? Speriamo di no).

A proposito di tale riscatto, fra l’altro, il succitato Gregoretti dice: “Si è parlato di dodici milioni di euro. In realtà sarebbero stati 13, ma uno sarebbe rimasto attaccato a qualche manina italica. Chi si è fregato un milione di euro? Questa situazione poco chiara ha provocato anche un terremoto all’interno dei servizi segreti italiani: 86 operatori, compresi alcuni in posizioni apicali, sono stati “licenziati”. Alla luce di tutto ciò quella telefonata di Al Sisi al Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi :”Perseguiremo ogni sforzo per togliere ogni ambiguità e svelare tutte le circostanze”, non fa dormire sonni tranquilli ai nostri governanti. Qualcuno dall’interno dice: “Si sono mossi Mattarella e Renzi. Sono tutti con il pepe al culo”.

Ecco un inciso da cui si intuisce che cosa sia l’ interesse nazionale non è chiarissimo nemmeno alle “figure apicali” dell’italica repubblica. Il che può rendere indulgenti verso il povero Regeni, che ha pagato con la propria vita l’aver scambiato il “Manifesto, suo punto di riferimento”, con la patria e i suoi duri doveri, e aver voluto fare uno scoop in un posto incendiario, chiacchierando contro un regime che sta giocando una partita mortale con avversari, che abbiamo tutto l’interesse restino schiacciati.

Ora la chiacchiera giornalistica italiota strilla: “Vogliamo la verità! Chi ha ucciso il nostro ragazzo?”. Il governo egiziano ha immediatamente fermato due: criminali comuni, è stato un delitto comune, assicura. Un avviso a contentarsi: loro, hanno una visione precisa dell’interesse nazionale: il loro e persino il nostro. Ma no. “E’ stato ucciso per le sue idee”, lasciano filtrare a Repubblica “i detectives italiani” mandati in Egitto per indagare (che chiacchierano con i giornalisti amici). Addirittura, l’AISE smentisce ufficialmente che Regeni fosse un suo agente, con lettera ai giornali: cosa che nessun servizio segreto ha mai fatto nell’intera storia. I media incitano a “gelare le relazioni con l’Egitto”. La magistratura ha aperto un fascicolo. Il regime egiziano ha rilasciato i due fermati delinquenti comuni: brutto segnale.

Se Frontex ci ordina di sparare

I tempi sono d’acciaio e di fuoco, sarebbe auspicabile che in Italia si riducesse l’ora del dilettante in politica estera. La durezza dei tempi è rivelata da una forte critica che il capo operativo di Frontex, Klaus Rosner, ha elevato al responsabile del Viminale Giovanni Pinto: gli interventi di salvataggio dei gommoni o carrette non devono estendersi oltre le 30 miglia marine dalle coste italiane; non è necessario e conveniente sotto il profilo dei costi l’uso di pattugliatori offshore; andare sotto le coste libiche su chiamate di satellitari non si deve più fare. Frontex ha protestato ““ contro ripetuti interventi fuori area, oltre le 30 miglia dalle coste italiane: non sono coerenti col piano operativo e non saranno prese in considerazione in futuro; i soccorritori devono “limitare l’uso della lingua italiana” quando comunicano gli uni con gli altri, vogliono sentire quel che ci diciamo. Non si fidano. Non sono lontani dal pensare (come il sottoscritto) che il nostro buon cuore sia un aiuto, un incitamento e forse una collusione con la peggiore malavita internazionale, quella che sfrutta in questo modo le masse del mondo.

“Frontex ci critica perché salviamo troppe vite umane!”, sbalordiva sabato un conduttore di Radio Radicale che si occupa degli immigrati nel dare la notizia. Radio Radicale è la più occidentalista, americanista, neocon, e quindi la più filo-Ue che ci sia. L’Unione Europea è per loro il paradiso dei diritti umani, delle libertà progressiste: nozze gay, uteri in affitto, eutanasia, step-child adoption; ed ovviamente della “accoglienza” senza limiti.

Non hanno ancora preso atto di come Angela Merkel abbia cominciato a predicare agli immigrati che, appena torna la pace in Siria, loro devono andarsene. Di colpo, la Germania ha scoperto che la maggior parte non fuggono da guerre, non sono nemmeno siriani, non hanno diritto d’asilo. In certe città tedesche c’è un’aria che qualche capo della polizia ha definito “da pogrom”, con la caccia ai profughi. Il Belgio raccomanda di “Non dar da mangiare ai profughi, se no ne vengono altri”, e alcuni iracheni che ci sono arrivati sono trattati in modo tale, che tornano volontariamente: “Piuttosto morire in Irak che vivere il Belgio” (qualcuno gli aveva fatto credere che avrebbero 3 mila euro e il ricongiungimento immediato coi familiari, e si sono trovati in una branda da campo in una caserma). Il presidente della Finlandia: “L’immigrazione è una minaccia ai valori occidentali” (ma tu guarda…). La Svezia si propone di espellerne 60 mila; la Danimarca, di sequestrare i soldi e i gioielli di quelli che entrano,come contributo alle spese di mantenimento: tutti d’accordo, i socialdemocratici svedesi con la destra populista. E l’Austria sta proponendo il dispiegamento militare di forze della UE nei Balcani, onde intercettare i profughi alla frontiera esterna della UE e rimandarli in Turchia; e chiede alla UE di tagliare gli aiuti alla Tunisia, perché si rifiuta di riprendersi i profughi. Insomma i nordici, che per anni si sono infischiati dell’invasione quando arrivava sulle coste italiane e greche, adesso che gli invasi sono loro, chiudono le frontiere; e – senza ovviamente riconoscere minimamente che aveva ragione Orban e loro torto – ordinano anche a noi di chiudere. E siccome comandano loro, queste saranno le “normative” nuove sull’immigrazione che diverranno regola pan-europea.

Quando Frontex “ consiglierà” alle navi italiane di sparare, altrimenti ci chiude fuori da Schengen e ci lascia tutti i profughi a centinaia di migliaia, sarà interessante vedere i commenti progressisti. Quelli che “siamo l’ultimo paese in Europa che non riconosce il matrimonio gay” o “le adozioni dei figli del compagno”, adesso cominciano a vedere l’altra faccia della libertà di un’Europa che s’è liberata dalle radici cristiane: “diritti” ai gay e respingimenti sono la faccia della stessa medaglia. Il buon cuore è inadeguato, nei tempi d’acciaio che ci sovrastano. Fuori i dilettanti e i provinciali, per favore.


http://www.maurizioblondet.it/in-italia ... ilettante/



ma e' OVVIO..
sono gli stessi che vengono arruolati e pagati
dalle ong per fare le rivoluzioni colorate..
sol oche qui al sisi
dovrebbe essere tra i buoni..
ergo il corto circuito
e i tarallucci e vino che incombono..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 12/02/2016, 16:55 
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=16219

effettivamente il ritrovamento del cadavere di regeni
proprio il giorno della firma al cairo
del megacontratto eni
x sfruttamento gas al largo dell'egitto,

(cosa che ha mandato all'aria l'operazione economica)
mi fa pensare..

il solito gioco di sacrificare
una propria pedina addebitando il tutto all'obbiettivo da colpire
(al sisi, a scapito interessi italiani ed egizani)
per un guadagno maggiore??

fossero stati gli egiziani,
avrebbero fatto trovare il cadavere il giorno dopo,
o mai..
no?

o pensavano di fare una "cortesia"?

mi pare strano..
e mi pare strano che siano così scemi..



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 13/02/2016, 19:49 
io quando parla il new york times
mi puzza sempre di disinformazione, depistaggio e servizi..
a questo punto
credo che sia il solito omicidio politico
false flag da attribuire al vero bersaglio
(i rapporti economici italia-egitto)

http://www.corriere.it/esteri/16_febbra ... f6d8.shtml

«Regeni fu preso dalla polizia egiziana, pensavano fosse una spia»
Secondo fonti egiziane del New York Times il ragazzo era stato fermato da due agenti
in borghese che avevano sospetti su di lui per alcuni suoi contatti con i Fratelli Musulmani e il movimento 6 Aprile

Tre funzionari della sicurezza hanno detto al New York Times che Giulio Regeni sarebbe stato arrestato da agenti di una non precisata agenzia di intelligence. L’ammissione, sebbene in forma anonima, è la prima che proviene da fonti interne al regime e sembra confermare la versione comunicata nei giorni scorsi da un «supertestimone» agli investigatori italiani.

Il superteste

Tutte le autorità egiziane, a cominciare dal ministro dell’Interno, hanno negato finora con forza che il ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio al Cairo possa essere stato preso in custodia da agenti di una qualche agenzia di polizia o dell’intelligence. Ma nuovi tasselli si aggiungono alla testimonianza del superteste, che ha detto di aver visto poliziotti in borghese catturare Giulio Regeni e di aver riconosciuto uno di loro, poiché giorni prima aveva chiesto i documenti ad alcuni inquilini del palazzo di Dokki dove il ragazzo abitava


Le telecamere

Un’altra fonte anonima, inoltre, ha detto al quotidiano newyorchese che una delle telecamere di quattro negozi affacciati sulla strada percorsa quella sera da Giulio per arrivare alla metropolitana avrebbe ripreso la cattura di Regeni per mano «di due uomini ritenuti agenti della sicurezza egiziani». Gli investigatori italiani non hanno ricevuto i video, il Times afferma che non è mai stato chiesto ai negozianti.

ma se il video non è mai stato chiesto ai negozianti
come fanno a conoscere il contenuto?
mah..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 15/02/2016, 09:08 
mik.300 ha scritto:
io quando parla il new york times
mi puzza sempre di disinformazione, depistaggio e servizi..
a questo punto
credo che sia il solito omicidio politico
false flag da attribuire al vero bersaglio
(i rapporti economici italia-egitto)

http://www.corriere.it/esteri/16_febbra ... f6d8.shtml

«Regeni fu preso dalla polizia egiziana, pensavano fosse una spia»
Secondo fonti egiziane del New York Times il ragazzo era stato fermato da due agenti
in borghese che avevano sospetti su di lui per alcuni suoi contatti con i Fratelli Musulmani e il movimento 6 Aprile

Tre funzionari della sicurezza hanno detto al New York Times che Giulio Regeni sarebbe stato arrestato da agenti di una non precisata agenzia di intelligence. L’ammissione, sebbene in forma anonima, è la prima che proviene da fonti interne al regime e sembra confermare la versione comunicata nei giorni scorsi da un «supertestimone» agli investigatori italiani.

Il superteste

Tutte le autorità egiziane, a cominciare dal ministro dell’Interno, hanno negato finora con forza che il ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio al Cairo possa essere stato preso in custodia da agenti di una qualche agenzia di polizia o dell’intelligence. Ma nuovi tasselli si aggiungono alla testimonianza del superteste, che ha detto di aver visto poliziotti in borghese catturare Giulio Regeni e di aver riconosciuto uno di loro, poiché giorni prima aveva chiesto i documenti ad alcuni inquilini del palazzo di Dokki dove il ragazzo abitava


Le telecamere

Un’altra fonte anonima, inoltre, ha detto al quotidiano newyorchese che una delle telecamere di quattro negozi affacciati sulla strada percorsa quella sera da Giulio per arrivare alla metropolitana avrebbe ripreso la cattura di Regeni per mano «di due uomini ritenuti agenti della sicurezza egiziani». Gli investigatori italiani non hanno ricevuto i video, il Times afferma che non è mai stato chiesto ai negozianti.

ma se il video non è mai stato chiesto ai negozianti
come fanno a conoscere il contenuto?
mah..



mah..
l'ipotesi false flag avanza....



A metà dicembre l’università di Cambridge chiese a Giulio Regeni di intensificare le ricerche all’interno del sindacato. Il ricercatore italiano fu sollecitato ad ottenere maggiori notizie su quanto stava accadendo in quel settore dove forte è l’opposizione al regime del presidente Abdel Fattah Al Sisi. E in questo modo finì in una partita che evidentemente non era in grado di controllare. Vittima di interessi che andavano oltre i semplici approfondimenti sulla realtà egiziana. Per questo bisogna adesso scoprire chi ha ricevuto i suoi «report», soprattutto l’uso che ne è stato fatto a sua insaputa

Carabinieri del Ros e poliziotti dello Sco stanno analizzando i dettagli sulle indagini che filtrano dal Cairo ma valutano con estrema cautela i racconti dei testimoni che si sono affacciati recentemente sulla scena. L’incrocio dei dati ricavati esaminando gli ultimi sms inviati da Giulio ai suoi amici anche attraverso una chat di Facebook, smentisce il racconto del ragazzo che aveva sostenuto di aver visto Giulio portato via da due poliziotti: lui parla delle 17.30 ma due ore dopo scrive alla fidanzata e al professore. Un nuovo depistaggio per impedire che si arrivi alla verità sulla sua fine, all’identità di quegli uomini dell’apparato statale egiziano che l’hanno torturato fino ad ucciderlo.

cioè ribadisco,
ok al sisi è come mubarak..
ma possibile che gli egiziani
sono così scemi da far trovare il cadavere
il giorno della firma del megacontratto eni al cairo
per lo sfruttamento del giacimento petrolifero

al largo di alessandria (firma che poi è SALTATA..) ??????

questo mi chiedo io..



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 15/02/2016, 09:16 
mission accomplished..
quello era l'obietivo,
mica la democrazia, ecc.
che avevate capito?

http://www.corriere.it/reportages/ester ... uno-stato/

Libia
Fallimento di uno Stato


La primavera che è diventata inverno
diLorenzo Cremonesi

All’inizio sembrò tutto facile, semplice da comprendere e anche raccontare. Una rivoluzione in bianco e nero, senza troppe zone grigie. Addirittura, più che in Tunisia o Egitto, in Libia c’erano evidentemente i buoni e i cattivi. «Vogliamo libertà, eguaglianza, la fine della dittatura, la lotta alla corruzione nel circolo di potere attorno a Gheddafi, la scomparsa della polizia segreta che perseguita anche i nostri sogni.
ecc. ecc.
vi risparmio il resto delle putta.nate..



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 15/02/2016, 13:37 
Magari l'intento era proprio quello di far saltare l'accordo dell'Eni a vantaggio di qualcun'altro. non dimentichiamo cosa ha fatto la Francia per togliere all'Italia il vantaggio sul petrolio di Gheddafi :)



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 15/02/2016, 13:53 
MaxpoweR ha scritto:
Magari l'intento era proprio quello di far saltare l'accordo dell'Eni a vantaggio di qualcun'altro. non dimentichiamo cosa ha fatto la Francia per togliere all'Italia il vantaggio sul petrolio di Gheddafi :)



appunto..
quello dico io..
è il solito false flag..
si sacrifica qualcuno dei propri
che magari non serve più..
e si punta il dito sull'avversario
o sull'obbiettivo da colpire..

http://www.lastampa.it/2016/02/08/ester ... agina.html

Il 2 febbraio, infatti, con il giovane scomparso da 9 giorni, Massari aveva incontrato il ministro dell’Interno. Inutilmente. «Il 3 febbraio ho approfittato della venuta del ministro Guidi e ho chiesto all’ufficio di presidenza egiziana che avesse un incontro preliminare con al-Sisi». Il presidente si è impegnato personalmente con la ministra per il caso Regeni. E poche ore dopo la polizia «ritrovava» casualmente il cadavere, con segni di putrefazione avanzata, in un fosso a venti chilometri dalla città.

ma non potevano aspettare il giono dopo??



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http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 16/02/2016, 14:35 
mik.300 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Magari l'intento era proprio quello di far saltare l'accordo dell'Eni a vantaggio di qualcun'altro. non dimentichiamo cosa ha fatto la Francia per togliere all'Italia il vantaggio sul petrolio di Gheddafi :)



appunto..
quello dico io..
è il solito false flag..
si sacrifica qualcuno dei propri
che magari non serve più..
e si punta il dito sull'avversario
o sull'obbiettivo da colpire..

http://www.lastampa.it/2016/02/08/ester ... agina.html

Il 2 febbraio, infatti, con il giovane scomparso da 9 giorni, Massari aveva incontrato il ministro dell’Interno. Inutilmente. «Il 3 febbraio ho approfittato della venuta del ministro Guidi e ho chiesto all’ufficio di presidenza egiziana che avesse un incontro preliminare con al-Sisi». Il presidente si è impegnato personalmente con la ministra per il caso Regeni. E poche ore dopo la polizia «ritrovava» casualmente il cadavere, con segni di putrefazione avanzata, in un fosso a venti chilometri dalla città.

ma non potevano aspettare il giono dopo??



toh..
qualcuno riesce a fare ancora 2+2..
gli anglo-americani non sono d'accordo..
chissà perchè......................


http://www.repubblica.it/esteri/2016/02 ... 133519194/

"Complotto contro Al Sisi": la pista dell'asse Roma-Cairo che non convince gli Usa

L’ipotesi che Regeni sia stato vittima di uno scontro tra apparati del regime accreditata anche in Italia. I dubbi dell’intelligence anglo-americana

Da giorni, ormai, nei nostri ambienti di governo, in quelli diplomatici e dei "big player" industriali con importanti interessi nel quadrante mediorientale, così come nei nostri apparati di intelligence e investigativi, viene accreditato uno scenario che, all'osso, suona così. Giulio Regeni - si dice - è stato vittima di uno scontro tra gli apparati di sicurezza egiziani. "Danno collaterale" di una partita tutta interna al regime la cui posta palio è lo stesso presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, "punito" per scelte strategiche, politiche ed economiche che hanno premiato l'Italia facendone un interlocutore di primissimo piano. Uccidere Regeni - è l'argomento - è stato un modo per sganciare una bomba atomica nel rapporto tra i due Paesi e per provare a rimettere in discussione, o comunque macchiarli agli occhi delle opinioni pubbliche occidentali, accordi dal cruciale valore "geopolitico", come amano dire gli addetti. Su tutti, quello con l'Eni per lo sfruttamento di Zhor, il più grande giacimento di gas mai scoperto nel Mediterraneo con riserve stimate in 850 miliardi di metri cubi di metano. Un affare che consegna l'Egitto all'indipendenza energetica e ha guadagnato all'Eni e all'Italia nuovi "nemici".

Se si chiede su quali circostanze di fatto poggi un'ipotesi di questo tipo, la risposta degli interlocutori, invariabilmente è sempre la stessa. "La semplice logica". Dove per logica si intende che soltanto questo scenario renderebbe "compatibile" in questa storia una circostanza altrimenti "inspiegabile" come il ritrovamento del cadavere di Regeni (se fosse stato il regime a ordinare la morte di Giulio il corpo non sarebbe stato fatto ritrovare perché "atto di accusa"). E, per giunta, in condizioni tali da consentire di accusare direttamente Al Sisi e gli apparati di intelligence di cui è espressione, chiamandolo a rispondere di pratiche sistematiche di repressione e violazione dei diritti civili che l'Italia, nel tempo, ha finto di non vedere in nome di una "real politik" dagli importanti dividendi strategici ed economici. Si aggiunge che solo la "raffinatezza" di un complotto maturato all'interno del regime avrebbe potuto congegnare una trappola di questa portata. E che poiché i "complotti", per essere tali, devono essere intelligibili ai loro destinatari non può sfuggire che il ritrovamento del corpo di Regeni sia avvenuto in perfetta coincidenza con la visita al Cairo del ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi e di una corposa delegazione di imprenditori italiani pronti a chiudere una serie di nuovi accordi economici di cooperazione.

Vale la pena notare che questo scenario accreditato con sempre maggiore convinzione in Italia da uno "spin" sapiente che conta sull'effetto eco con cui ambienti di governo, diplomatici, di intelligence e investigativi rilanciano indipendentemente una medesima ipotesi rendendola così di per sé attendibile, ha un padre. Lo stesso regime di Al Sisi. Che, non più tardi del 4 febbraio, e dunque neppure ventiquattro ore dopo il ritrovamento del corpo di Regeni, attraverso il quotidiano filogovernativo "Al Youm 7" affacciava proprio l'ipotesi del "complotto", alludendo a "oscure forze" interne al Paese.

La coincidenza è significativa perché segnala come Italia ed Egitto stiano evidentemente provando a trovare un terreno "accettabile" a entrambi per chiudere la vicenda. Se infatti il regime fosse in grado di individuare in qualche "apparato deviato" i responsabili della morte di Giulio, Roma e il Cairo potrebbero entrambe apparire vittime. E questo spiegherebbe anche il perché il governo continui a scommettere, in pubblico e in privato, che la collaborazione giudiziaria ed egiziana "qualcosa partorirà". "Probabilmente prima di quanto si possa attendere". "Forse già nel corso di questa settimana", come per altro ripetono in queste ore fonti investigative e diplomatiche.

E tuttavia, a giocare contro la possibilità che questo scenario si "componga" le variabili indipendenti cominciano ad essere molte. Almeno due Paesi - Stati Uniti e Inghilterra - non solo non credono alla tesi del "complotto" contro Al Sisi, ma in qualche modo, e senza farne mistero, stanno lavorando per smontarla. Nella morte di Regeni - come spiegano a Repubblica due diverse e qualificate fonti di intelligence dei due Paesi - Washington e Londra leggono "le impronte digitali del regime". Il suo "coinvolgimento". Nello scenario inglese e americano, la morte di Giulio è un messaggio mandato a Inghilterra e Stati Uniti e a quel mondo accademico anglofono che, attraverso le sue istituzioni universitarie, centri studi, think-tank mantiene un piede importante in Egitto. Un serbatoio di conoscenza e informazioni che il regime ha sempre guardato con occhio paranoico. Perché considerato una sorta di depandance "spionistica" e, peggio, sponda naturale di ogni movimento di opposizione. E se è vero che Regeni era uno studente italiano - aggiungono - è altrettanto vero che Regeni, agli occhi degli apparati egiziani era l'American University, Cambridge, Oxford Analytica.

Non è un caso che il peso che la diplomazia americana ha deciso di esercitare in questa vicenda sia andato al di là di quanto Roma potesse immaginare. E che sia di ieri la notizia di un appello del mondo accademico inglese affinché il Parlamento britannico chieda e ottenga sulla morte di Regeni "un'indagine indipendente e imparziale". Quale evidentemente non è ritenuta quella italo-egiziana.


se non riescono a rovinare i rapporti economici
italo-egiziani gli anglo sionisti
non sono contenti..
un pò quello che hanno fatto con gheddafi..
va da sè che se sono loro
a firmare accordi commerciali coi suddetti
codesti, gheddafi, al-sisi, ecc.
sono paladini della democrazia..
è chiaro che tutta la vicenda è poco chiara
a cominciare dalle balle del supertestimone,
ecc. ecc.

a chi nell'area può dar fastidio
l'indipendenza energetica dell'egitto?
secondo voi?



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 16/02/2016, 15:23 
mik.300 ha scritto:
a chi nell'area può dar fastidio
l'indipendenza energetica dell'egitto?
secondo voi?


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[:305]



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MessaggioInviato: 16/02/2016, 15:55 
appunto...



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MessaggioInviato: 17/03/2016, 10:06 
ma vi sembra normale
che un giudice prende un intercettazione
presa tra centinaia e senza alcuna valenza penale
e la dà in pasto ai giornali??

http://video.repubblica.it/mondo/lula-r ... 558/232112

L'intercettazione pubblicata dalla stampa brasiliana tra l'ex presidente Lula e Dilma Rousseff: "Ti sto mandando il documento di investitura da usare se necessario", dice la "presidenta" a Lula. L'intercettazione, registrata dal giudice federale Sergio Moro che accusa Lula di corruzione e riciclaggio, rafforza le voci e le proteste contro l'operato della Rousseff: la nomina a capo di gabinetto, infatti, impedisce di fatto l'arresto di Lula in quanto membro del governo, protetto da immunità

cioè in italia le intercettazioni
vengono prima depositate in cancelleria
e poi possono essere divulgate..
qui è il magistrato stesso che seleziona
e trasmette..
a me pare l'ennesima rivoluzione colorata
anche a mezzo magistratura..



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