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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 31/03/2015, 16:34 
The Guardian ha scritto:


siccome codesto agisce per conto
dei manifestanti democratici,
per gli yanchee magari
questi è un paladino
della democrazia..

certo che la concomitanza col black-out,
sembra un diversivo
fatto apposta x allentare le difese..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 31/03/2015, 17:11 
Turchia :shock:
real time television

http://tinyurl.com/ldv45yl


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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 12/04/2015, 12:32 
Madrid, la protesta degli ologrammi contro la Legge Bavaglio

Avatar in strada contro il Parlamento spagnolo. La manifestazione, nata online, è stata organizzata dal coordinamento 'No Somos Delito' per protestare contro la una legge che entrerà in vigore il primo luglio prossimo e permetterà al governo di sanzionare chiunque decida di manifestare pubblicamente. Sostenuta dal Partito Popolare spagnolo è stata criticata dalle opposizioni che l'hanno definita 'Ley Mordaza', ovvero Legge Bavaglio. Gli ologrammi dei partecipanti sono stati realizzati attraverso il sito www.hologramasporlalibertad.org dove gli utenti hanno potuto registrare le proprie grida di protesta o scannerizzare il proprio corpo. Le immagini digitali sono poi state proiettate su uno schermo di fronte al Congresso. Secondo quanto si legge su Valigia Blu si tratta della prima manifestazione al mondo realizzata in questo modo .

Immagine Immagine

12 aprile 2015

Source: Madrid, la protesta degli olog...Legge Bavaglio - Repubblica.it


Guarda su youtube.com



Spagna nel vortice autoritario: la risposta è digitale

Un movimento "Ologrammi per la libertà" ha organizzato due giorni fa la prima manifestazione di protesta olografica davanti al Parlamento - Migliaia di adesioni alla petizione contro la legge - Pericolo censura e deriva autoritaria

Lo scorso 26 marzo, il Senato spagnolo ha approvato in via definitiva una nuova legge per l’ordine pubblico che pone una serie di limitazioni, impensabili in un paese democratico, alla libertà di espressione.

La nuova legge di sicurezza cittadina prevede, tra le altre, multe fino a 30.000 euro per chi manifesta davanti al congresso, altrettanto per privati cittadini che riprendono o realizzano video sulle azioni della polizia, fino a 30.000 euro per manifestazione non autorizzata, autorizza inoltre la polizia a:
  • creare black-list dei manifestanti e della stampa non autorizzata
  • profilare secondo la razza le minoranze e gli immigrati
  • effettuare perquisizioni senza autorizzazione del magistrato (anche corporali esterne).
Saranno inoltre considerate alla stregua di manifestazioni e quindi sanzionabili con gli stessi criteri le incitazioni o i dissensi espressi attraverso i social media.

Due giorni fa, il 9 aprile, si è tenuta, innanzi alla sede del Parlamento spagnolo, la prima storica manifestazione virtuale realizzata attraverso la proiezione di ologrammi.

Source: Spagna nel vortice autoritario...digitali - Blog - L’Espresso



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 12/04/2015, 13:37 
Un Paese cosidetto democratico dell' Occidente europeo ha appena riportato le lancette indietro di un secolo o due... e la stampa e la tv stanno zitti.

Però se un poveraccio stufo di essere mandato in rovina passa alle vie di fatto si fanno speciali per giorni e giorni...



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 12/04/2015, 13:39 
... e guai a nominarlo! Sentito Mattarella? [:107]
Siamo sotto completa dittatura.
(Aridatece "er nano"!) [8)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 12/04/2015, 14:52 
Cita:
(Aridatece "er nano"!) [8)]


che tanto il "marionettista " è sempre il solito! [8D]

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 12/04/2015, 15:55 
Mica tanto! Altrimenti l'europa non ce l'avrebbe tanto con lui: si sentiva .. scavalcata (Sarkozy ... docet!) [8D]



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 13/04/2015, 17:49 
Non so se sia il thread migliore dove postare questa attenta e puntale analisi che condivido in molte sue parti.

Tortura per chiunque osi ribellarsi, Genova fu solo l’inizio

La folla che riempie lo stadio di La Spezia, un silenzio livido e uno spettro sul palco, Bob Dylan, alle prese con uno strano concerto segnato dal lutto per la morte di Carlo Giuliani poche ore prima, a una manciata di chilometri di distanza, in mezzo alla follia criminale esplosa a Genova dopo un’accurata preparazione logistica e militare.

Lo ha detto un ex dirigente della Nsa, Wayne Madsen, intervistato da Franco Fracassi nel libro “G8 Gate”: i colossi finanziari e le multinazionali che avevano portato Bush al potere temevano i No-Global più di ogni altra cosa, inclusa Al-Qaeda. Per questo furono ben 1.500 gli agenti della National Security Agency impegnati nell’operazione-Genova, insieme a 700 operatori dell’Fbi.

Missione: organizzare (e far eseguire alla polizia italiana) la più feroce punizione collettiva della storia occidentale contemporanea. Lo conferma il generale Fabio Mini, già comandante della missione Nato in Kosovo: esistono “strutture” abilitate a smistare falsi militanti, facendoli passare indenni attraverso più frontiere. Loro, i black bloc, incaricati di devastare Genova in modo da creare un alibi per la repressione indiscriminata dei manifestanti pacifici. Fino al reato di tortura, ora contestato all’Italia, 14 anni dopo.

A Genova nel 2001 accadde qualcosa di irreparabile e sinistramente profetico, scrive “Come Don Chisciotte”: «Nell’arco di una manciata di giornate ci accorgemmo di essere stati proiettati e letteralmente catapultati nel nuovo millennio».

Immagine

Di colpo, ci siamo scoperti «ingenui figli di un tempo già antico, quel ventesimo secolo che, nonostante l’atomica e i lager, non aveva completamente scalfito le speranze in un mondo migliore». Il funerale delle illusioni: «La nostra Italietta – così piccola e così gracile – sarà pure stata anche la Repubblica delle stragi impunite, delle molte mafie e della corruzione dilagante, ma, ai nostri occhi, rimaneva l’imperfetta democrazia che i padri costituenti ci avevano consegnato per attuare concretamente i principi di uguaglianza e libertà.

Invece – scrive “HS” – quello che accadde superò la nostra immaginazione». Sepolta, a Genova, anche l’ingenuità fisiologica del movimentismo, che in fondo «non abbandona l’illusione che si possa dialogare con l’avversario per riformare il sistema in senso migliorativo». Il movimento No-Global bisognava «domarlo, criminalizzarlo e reprimerlo in nome del neoliberismo “neomercantile”», togliendo ai giovani l’arma della politica e della giustizia.

Hanno vinto loro, conclude il blog: i ragazzi di oggi non hanno idea di cosa accadde davvero a Genova, perché ormai «appartengono a un altro mondo», nel senso che «sono cresciuti in un contesto in cui la digitalizzazione dei segni, dei simboli e pure dei comportamenti ha quasi oscurato il senso concreto e tangibile delle cose», con la sua spietata durezza.

All’epoca della mattanza genovese, Google e YouTube «appartenevano ancora al regno del “futuribile” e del realizzabile». Ora, il paesaggio antropologico è irriconoscibile: «In un certo qual modo smartphone, blueberry, iPod, Whatsapp, Twitter, Facebook e compagnia cantante sono diventati parte integrante delle nostre vite, e per i nostri figli o nipoti non è quasi concepibile un mondo senza la tecnologie digitali. Nel nostro nuovo mondo postmoderno digitalizzato e “virtualizzato” il tempo scorre via veloce come lo scoccare di una scintilla nel buio, si scompone in fantastiliardi di millisecondi, frazionati e separati, insinuando un senso di comprensibile vuoto e di assenza di memoria».

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Oggi la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo condanna l’Italia per gli atti di tortura inflitti ai manifestanti dalle forze dell’ordine nell’Istituto Pascoli? Confinare le giornate di Genova in quelle aule, dove raggiunse il culmine l’ultimo atto di feroce violenza repressiva, «significa smarrire il senso di quelle ore». Perché nel capoluogo ligure «era accaduto qualcosa di definitivo e irreparabile, qualcosa che non avrebbe potuto essere cancellato lavando quei muri imbrattati di sangue». In realtà, continua il blog, «non abbiamo mai compreso fino in fondo quanto possano contare le parole e i consigli degli “ingegneri sociali”, degli esperti di sociologia, psicologia, antropologia, di questioni militari, geopolitiche, strategiche, di sicurezza e ordine pubblico», perché in fondo siamo rimasti «ragionevoli uomini democratici e perbene». Per questo non ci siamo accorti di essere diventati «altro che le cavie di uno dei più arditi esperimenti mai tentati fino ad allora in un paese dell’Occidente civile e avanzato».

Come se in quella torrida estate del 2001 il capoluogo ligure «si fosse trasformato in un enorme laboratorio per applicare i nuovi modelli militarizzati e tecnologicamente avanzati di gestione dell’ordine pubblico». Di lì a poco, «Ground Zero avrebbe cancellato tutte le residue speranze per un “altro mondo possibile”, e dalla guerriglia e controguerriglia urbane artificiosamente costruite, si passava alla guerra permanente e globale», con tanti saluti alle belle speranze del movimento No-Global, che pretendeva pari opportunità e diritti per l’intera umanità.

Nel suo libro “Massoni”, Gioele Magaldi illumina le pagine più oscure e confuse della nostra storia recente, rivelando il ruolo spesso decisivo delle “Ur-Lodges”, le superlogge latomistiche dell’élite cosmopolita che sovrintende alle grandi decisioni, anche attraverso istituzioni transnazionali e “paramassoniche” come la Commissione Trilaterale, il Bilderberg, i grandi think-tank che orientano la dirigenza finanziaria, industriale, bancaria, editoriale, culturale, politica, giornalistica.

Magaldi, a sua volta massone e associato alla prestigiosa superloggia “Thomas Paine”, nonché animatore del “Movimento Roosevelt” che si propone di scuotere la politica italiana ed europea liberandola dal dogma neoliberista che impone il taglio dello Stato, accusa anche l’ambiente massonico internazionale più progressista, colpevole di aver aderito a cuor leggero già nel 1981 allo storico patto “United Freemasons for Globalization”. Una stretta di mano con i più pericolosi oligarchi che, di lì a poco, avrebbero precipitato il pianeta nella privatizzazione universale. Genocidio di popoli, guerre, rapina delle risorse, delocalizzazioni criminose e scomparsa del lavoro e dei diritti sindacali, fino all’agonia inconcepibile del sistema industriale più evoluto del mondo, l’Europa, messa in ginocchio dall’austerity finanziaria pianificata a tavolino dai supremi globalizzatori.

Paolo Franceschetti, ex avvocato e indagatore di strani delitti rituali, riletti come cerimonie del massimo potere oligarchico, si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno: la storia dell’umanità è lastricata di abusi abominevoli, se oggi li si denuncia significa che sta crescendo una consapevolezza diffusa che, prima o poi, cambierà l’orizzonte. Inutile stupirsi della ferocia del supremo potere: lo sostengono voci diversissime tra loro, per formazione e provenienza. Per esempio Paolo Ferraro, prestigioso magistrato allontanato dalla magistratura.

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O un ex dirigente dei servizi segreti come Fausto Carotenuto. O Paolo Barnard, il primo a denunciare la brutale restaurazione europea, col saggio “Il più grande crimine”. O, ancora, un massone come Gianfranco Carpeoro, allievo di Francesco Saba Sardi e grande studioso del linguaggio simbolico. Dal canto suo, Magaldi esprime un’indignazione lucida e pacata: lo Stato laico, moderno e democratico, fatto di cittadini e non più di sudditi, «non è stato un regalo della cicogna», ma dall’intellighenzia massonica occidentale, impegnata in una lotta plurisecolare contro l’oscurantismo e l’assolutismo. Per questo, insiste, è necessario che insorga il vertice massonico progressista, il solo in grado di contrastare – a livello elitario – la deriva neo-feudale del nuovo potere che, col pretesto di una crisi artificiale costruita a tavolino, sta smantellando la democrazia in tutto l’Occidente.

I ragazzi di Genova, che nel 2001 volevano diritti estesi a tutti i popoli del mondo, mai si sarebbero aspettati che quegli stessi diritti considerati inviolabili – a cominciare dall’accesso al lavoro – sarebbero stati presto perduti anche qui, nel cuore di un’Europa devastata dalle leggi speciali imposte dall’élite tecnocratica attraverso il braccio secolare di una moneta unica non sovrana. La scomparsa dell’orizzonte cominciò proprio nelle piazze genovesi trasformate in campo di battaglia: «Genova per noi è stato solo il primo dei tanti esperimenti di ingegneria sociale volti a spezzare qualsiasi volontà di resistenza nei confronti di un sistema iniquo e ingiusto», osserva “Come Don Chisciotte”.

«Deposte l’immaginazione e la volontà di cambiamento siamo solo diventati più gretti, cinici ed egoici». Per questo, i globalizzatori dell’abuso «hanno vinto su tutta la linea». De Gennaro resta al suo posto, alla presidenza di Finmeccanica?

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Ovvio. Lo difende Renzi, l’uomo che in nome delle riforme strutturali dettate dalla Troika e da Wall Street abolisce Senato e Province, introduce il licenziamento facile con il Jobs Act e costruisce una legge elettorale monarchica. La differenza, rispetto al 2001, è che nessuno scende più in piazza. Pochi si accorgono di quello che sta realmente accadendo, nell’area-test chiamata Europa.

Al pessimismo universale dei blogger si oppone la voce di Magaldi: insieme alla Francia, sostiene, l’Italia è il solo paese in cui è possibile far partire qualcosa che assomigli a un risveglio. Non a caso, la “punizione” dell’infame G8 del 2001 fu progettata proprio in Italia. E la “tortura” continua: Genova era solo l’inizio.

http://www.libreidee.org/2015/04/tortur ... o-linizio/



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 13/04/2015, 18:25 
Rafforzato l'asse tra Mosca e Iran: Putin ha revocato l'embargo sulle forniture di missili S300

Rafforzato il legame tra Mosca e Teheran. Il presidente russo invia sistemi missilistici antiaerei S-300 e punta al rilancio dell'economia iraniana

Si fa sempre più forte l'asse tra Russia e Iran. Lo scorso 20 gennaio, infatti, i due Stati avevano firmato un accordo volto a creare una maggior cooperazione militare tra le due potenze.

Un accordo antiterrorismo, definito però dai ministeri della difesa di Russia e Iran, "multi-sfaccettato".

Concretamente, quest'accordo rappresentava un preludio per il ritorno dell'Iran nel mercato energetico. Con la ripresa di forniture di missilistici antiaerei S-300 a Teheran Putin cerca di riproporsi come alleato chiave dell'Iran (secondo produttore di gas naturale, proprio subito dopo la Russia).

Un primo contratto da 800 milioni di dollari per la fornitura di diverse batterie di S-300 era stato firmato tra Teheran e Mosca nel 2007, annullato poi dal Cremlino in seguito all'introduzione delle sanzioni contro il paese mediorientale.

Lo scorso 2 aprile l'Iran e il gruppo 5+1 delle potenze mondiali, Russia compresa, hanno raggiunto un accordo sul programma nucleare di Teheran. Successivamente da Rostec, compagnia statale russa per lo sviluppo e l'esportazione di prodotti industriali per uso civile e militare, si era affermato che le forniture di armamenti all'Iran sarebbero riprese.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/nuo ... 15967.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 13/04/2015, 18:33 
Considerando che l'Iran è contro l'integralismo islamico di matrice sunnita a cui si ispira ISIS, direi che é una ottima notizia.

Certo non per gli USA che invece insieme ai suoi alleati medioorientali sostiene quella forma di integralismo che l'occidente fa finta di condannare



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 13/04/2015, 20:07 
.. é uno scontro a di loro ... [^]



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MessaggioInviato: 24/04/2015, 19:55 
Esteri

Turchi e sauditi pronti a invadere la Siria?


La Turchia fornirebbe le truppe di terra, mentre l’Arabia Saudita si occuperebbe della copertura aerea. Analisi su una voce che corre da mesi


Turchia e Arabia Saudita si stanno accordando per intervenire militarmente con le loro forze in Siria e far pendere la bilancia della guerra civile dalla parte dei ribelli? La voce corre da mesi, diffusa dal governo di Ankara nel probabile intento di convincere gli americani a giocare a loro volto un ruolo in un intervento dall’esterno volto a far cadere il regime di Bashar el Assad. Ma ultimamente l’hanno ripresa arricchendola di dettagli l’Huffington Post e l’Institute for the Study of War di Washington, e questo ha conferito una certa fondatezza alla notizia.
Risulta effettivamente che l’eventualità di un intervento armato congiunto in Siria è stato fra gli argomenti discussi nell’incontro fra il presidente turco Erdogan e il nuovo re dell’Arabia Saudita Salman l’1 marzo scorso a Riyadh. La Turchia fornirebbe le truppe di terra, mentre l’Arabia Saudita si occuperebbe della copertura aerea, ovvero della creazione di una no-fly zone lungo il confine turco-siriano e della neutralizzazione dell’aviazione governativa siriana. L’intervento metterebbe in grado i ribelli di sferrare un attacco che porterebbe alla conquista completa di Aleppo oggi controllata per la metà dai governativi, e creerebbe le condizioni per la caduta di Damasco.
L’Huffington Post non chiarisce con quale coalizione di ribelli turchi e sauditi vogliano coordinarsi. Invece Aaron Stein sul sito War on the Rocks scrive che i prescelti sono gli islamisti radicali di Jaysh al Fateh, la coalizione che in marzo ha conquistato la città di Idlib e ora controlla tutta la relativa provincia. Idlib è la seconda capitale di provincia che passa nelle mani dei ribelli, dopo quattro anni di guerra civile. Finora l’unica era Raqqa, occupata dallo Stato islamico già nel 2013. A Jaysh al Fateh sono affiliati gruppi salafiti come Ahrar ash Sham, che riceve i suoi fondi dal Kuwait e vuole creare uno stato islamico, e Jund al-Aqsa, che faceva parte di Jabhat al Nusra. Ma soprattutto è affiliata la stessa Jabhat al Nusra, cioè al Qaeda in Siria.

La prospettiva di un intervento armato congiunto di turchi e sauditi in Siria è sorprendente, quando ci si ricorda che solo sei mesi fa l’Arabia Saudita è stata protagonista di un’azione di lobbying alle Nazioni Unite che ha impedito che la candidatura della Turchia a un seggio fra i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu avesse successo. La Turchia ebbe solo 60 voti, contro i 132 della Spagna. Ai sauditi non andava a giù il sostegno di Erdogan ai Fratelli Musulmani in Egitto e ad Hamas nella Striscia di Gaza. Che cosa ha fatto loro cambiare idea? Alcuni indicano la successione di re Salman, che sarebbe meno intransigente sulla questione della lotta ai Fratelli Musulmani di quanto lo era il predecessore Abdullah. Ma la maggioranza punta il dito sul riavvicinamento fra gli Usa e l’Iran che si è concretizzato nell’accordo sul nucleare iraniano. Sarebbe stato questo evento a convincere turchi e sauditi dell’urgenza di agire autonomamente per contrastare gli interessi iraniani nella regione. La Siria di Assad è percepita come un anello cruciale nel sistema di alleanze di Tehran.

Gli scettici sottolineano che i turchi sanno bene che la loro aviazione e quella saudita non sono in grado di realizzare la no-fly zone sul confine turco-siriano che dall’autunno del 2011 chiedono alla Nato di ricreare, sul modello di quella efficacemente dispiegata in Libia. E che Erdogan non può permettersi avventure militari con conseguenze sconosciute nell’anno delle elezioni parlamentari: a giugno si vota, e l’Akp mira alla maggioranza assoluta per poi poter rimaneggiare la costituzione in direzione presidenzialista. Probabilmente si capirà qualcosa di più dopo l’incontro di Barack Obama coi paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo il 13 maggio prossimo a Camp David. Lì si parlerà moltissimo di Siria, alla presenza dei rappresentanti di due dei paesi che più hanno attizzato le fiamme nel Levante: Qatar e Arabia Saudita.

http://www.tempi.it/turchi-e-sauditi-pr ... TqCT_D0nao



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 20/06/2015, 20:09 
Cita:
Slogan e fumogeni: Regno Unito in piazza contro l'austerity

Migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Londra, Glasgow e Liverpool per protestare contro le nuove misure di austerity e la riduzione della spesa introdotte dal governo britannico. Nel mirino del corteo l'impatto dei futuri tagli, in particolare su sanità ed educazione scolastica. A Londra, la manifestazione ha sfilato dalla Banca d'Inghilterra alla piazza del Parlamento di Westminster. Tra la folla anche il comico e attivista Russell Brand, il vice presidente dell'Irlanda del Nord, ex leader dell'Ira e figura di spicco del movimento indipendentista Sinn FTin, Martin McGuinness, e la cantante Charlotte Church, che si è detta vicina a "chi pensa che questa politica di tagli sia immorale, ingiusta e non necessaria". Insieme a loro sul palco anche il deputato Jeremy Corbyn, che dopo i cattivi risultati dello scorso maggio aspira a guidare il partito laburista.


http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... ca671.html


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MessaggioInviato: 27/07/2015, 19:25 
Cita:
Anche in Germania esplode la protesta anti immigrati

Nei länder monta la rabbia. Sbugiardate le proiezioni della Merkel: nel 2015 arriveranno oltre 450mila profughi


Mentre in Germania si moltiplicano le manifestazioni di protesta e gli attacchi contro i centri per i rifugiati, soprattutto quelli in costruzione, le autorità tedesche dovranno prepararsi ad accogliere, quest’anno, molti più immigrati dei 450mila stimati dal governo della cancelliera Angela Merkel.

Accoglienza che potrà avere un costo per lo Stato federale, i länder e i comuni compreso tra i cinque e i sei miliardi di euro.

La scorsa settimana solo il Nordreno-Vestfalia ha accolto 5.300 rifugiati. "Mai tanti in una sola settimana", ha ricordato il ministro degli Interni del Land, Ralf Jaeger in una recente intervista al Rheinische Post. Per il 2015 il Nordreno-Vestfalia stimava l’arrivo di circa 85mila richiedenti asilo, ma solo nei primi sei mesi dell’anno sono state accolte 77mila persone. "Si andrà sicuramente molto sopra i 100mila arrivi", ha aggiunto Jaeger.

Stando alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, che ha interpellato i responsabili dei sedici länder tedeschi, quest’anno i costi dell’accoglienza potrebbero salire fino a sei miliardi di euro complessivi. Oltre il doppio rispetto al 2014.

La situazione sta creando frizioni tra le istituzioni, a livello locale e federale, per la gestione e il finanziamento dell’accoglienza. Jaeger ha chiesto al ministro degli Interni federale, Thomas de Maiziere, di lanciare anche negli altri Paesi balcanici il chiaro messaggio già diffuso in Kosovo. "Serve - ha detto Jaeger - una comunicazione urgente e chiara del governo all’Albania, la Serbia e il Montenegro, per spiegare alle popolazioni locali quanto sia inutile mettersi in viaggio per la Germania". Con una nuova legge il governo federale ha, infatti, praticamente azzerato la possibilità che vengano accolte le richieste d’asilo dei cittadini dei Paesi balcanici.


http://www.ilgiornale.it/news/mondo/anc ... 55855.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 27/07/2015, 19:27 
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La protesta degli agricoltori francesi. Bloccate merci al confine con Germania e Spagna

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I prezzi scendono e la rabbia sale. Gli agricoltori francesi proseguono la loro protesta contro l’importazione dei prodotti agricoli e il crollo dei prezzi. L’agitazione riguarda soprattutto carne, latte, ortaggi e frutta. Centinaia i camion bloccati dai trattori ai confini con la Germania e con la Spagna.

“Il consumatore quando compra il prezzemolo, pensa di acquistare un prodotto locale della Bretagna, invece il prodotto arriva da chissà dove”, dice un produttore di vino.

Questo nonostante il piano approvato dal governo francese che ha annunciato che stanzierà 600 milioni di euro per aiutare gli agricoltori in difficoltà. Dal nord dell’Alsazia al confine con la Spagna. Anche qui gli agricoltori hanno bloccato l’autostrada della regione sud-occidentale della Haute-Garonne.

“Le regole non sono le stesse per i due paesi, come per altri stati vicini, fa notare un rappresentante sindacale, il che significa che c‘è chi ha costi di produzione inferiori ai nostri, comprese le tasse”, fa notare un rappresentante sindacale.

In pratica la Francia dispone di norme più severe e maggiori imposte. Intanto Parigi stima che circa il 10% delle fattorie francesi sia sull’orlo del fallimento dopo aver maturato un debito complessivo di 1 miliardo di euro.


http://it.euronews.com/2015/07/27/la-pr ... ermania-e/


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