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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 01/06/2020, 23:50 
George Floyd:
non so YT cosa faccia vedere li in Italia, non so se vedete gli stessi video che vedo da qui, in Messico. Nel dubbio:
Si estendono le proteste https://www.youtube.com/watch?v=V8_tOboFDko
Proteste in varie cittá https://www.youtube.com/watch?v=ySyKh3CUZlY
In diretta da Washington https://www.youtube.com/watch?v=Dl_uHVcb0BA
Trump nel bunker(oggi) https://www.youtube.com/watch?v=qzH3hRadtow

bel casino, magari l'inizio della guerra civile (...con tutte le armi che circolano)



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 02/06/2020, 00:43 
chi di rivolta colorata e ribelli moderati ferisce...



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 02/06/2020, 12:55 
Cita:
La Russia condanna l'uso di gas lacrimogeni contro i giornalisti da parte della polizia USA e chiede una risposta internazionale

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La sacra libertà di stampa difesa dagli USA? Cancellata dall’ondata di brutale repressione operata dalle forze di sicurezza del regime yankee nei confronti delle proteste scatenate dalla morte del cittadino afroamericano George Floyd avvenuta per mano della polizia.

Il ministero degli Affari Esteri della Russia ha espresso preoccupazione per "la crescente incidenza della violenza della polizia contro i giornalisti", nonché per gli "arresti ingiustificati" durante la copertura giornalistica delle proteste scoppiate negli Stati Uniti.

I diplomatici di Mosca hanno definito “inaccettabile” l'uso di proiettili di gomma e gas lacrimogeni da parte della polizia contro i rappresentanti dei media. In particolare, ha descritto come "una manifestazione di crudeltà ingiustificata" la dispersione "selettiva" con spray al peperoncino contro il corrispondente dell'agenzia russa RIA Novosti, Mikhail Turgiev.

Come riportato questa domenica da RIA Novosti, l'agenzia per la quale lavora Turguiev, gli eventi si sono verificati in una stazione di servizio situata nell'area colpita dai disordini di Minneapolis. Il suo corrispondente era lì, insieme a quattro membri della squadra del media statunitense Vice e i proprietari della stazione di servizio, quando una volta arrivato un minibus della polizia con agenti, questi "aprirono immediatamente il fuoco con proiettili di gomma".

"Sentendo le grida" dei presenti, per avvisarli che si trovavano in una proprietà privata e che c'erano rappresentanti della stampa, gli agenti smisero di sparare, ma poi uscirono dal loro veicolo e "puntarono le loro armi" sulle persone che erano fuori dalla stazione di servizio, esortandone alcuni ad entrare all'interno.

Le persone condotte all’interno della stazione di servizio sono state fatte inginocchiare e hanno mostrato i loro documenti, ma per qualche oscura ragione, un agente ha spruzzato lo spray al peperoncino sul volto di uno di loro.

Nel frattempo, Turguiev e altri giornalisti sono rimasti in strada accanto all’auto. Quando il corrispondente di RIA Novosti si stava già preparando ad entrare, un altro agente gli si è avvicinato e, sebbene Turgiev gli abbia dato il suo documento di identità e lo abbia informato che era un rappresentante della stampa, "il poliziotto, senza dire nulla, gli ha spruzzato spray sul viso".

Sia Turguiev che l'altro giornalista interessato si sono ripresi dall'effetto del gas e sono in condizioni stabili, ha informato l'agenzia.

Il ministero russo ha ricordato alle autorità statunitensi che garantire la sicurezza dei giornalisti, nonché la libertà di espressione e la parità di accesso alle informazioni per tutti, rientra nei suoi obblighi internazionali e, pertanto, ha richiesto "un'indagine approfondita" del caso Turgiev e altri incidenti simili.

"Sollecitiamo le pertinenti organizzazioni internazionali e le ONG che si occupano di diritti umani a rispondere adeguatamente a questa arbitrarietà", conclude il ministero degli Affari Esteri di Mosca.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_russia_condanna_luso_di_gas_lacrimogeni_contro_i_giornalisti_da_parte_della_polizia_usa_e_chiede_una_risposta_internazionale/82_35349/



Come si dice; chi la fa l'aspetti...

Cita:
Gli Stati Uniti provano il sapore amaro del doppio standard

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di Hu Xijin - Global Times

Le proteste e il caos si sono diffusi dallo Stato nordamericano del Minnesota al resto del paese e i netizen cinesi stanno applaudendo. Quasi nessun netizen cinese simpatizza con gli agenti di polizia statunitensi. Il governatore del Minnesota che ha affermato che il caos è manipolato da estremisti ideologici e forze straniere viene deriso. La ragione di ciò è che il governo e il Congresso degli Stati Uniti hanno sostenuto le rivolte di Hong Kong. Alcuni hanno elogiato quei rivoltosi che sono stati "coraggiosi". La falsa adulazione della portavoce Nancy Pelosi secondo cui il caos di Hong Kong è "uno spettacolo meraviglioso da vedere" è particolarmente irritante e perfida.

Per la maggior parte dei netizen cinesi, le rivolte che si stanno diffondendo negli Stati Uniti sono la punizione per i politici statunitensi che hanno sostenuto le proteste di Hong Kong. Gli Stati Uniti hanno incitato i ribelli di Hong Kong, ma ora si trovano ad affrontare gli stessi problemi. I sentimenti dei netizen cinesi sono una reazione diretta alle politiche sbagliate degli Stati Uniti nei confronti della Cina.

Il governo cinese e il Congresso Nazionale del Popolo hanno esercitato moderazione e non hanno rilasciato dichiarazioni di condanna della polizia statunitense che ha sparato gas lacrimogeni e arrestato manifestanti.

Spero che l'attuale caos sul suolo nordamericano possa insegnare ai politici statunitensi e ad alcuni politici europei una buona lezione. Ad essere onesti, le contraddizioni sociali negli Stati Uniti e in Europa sono più pronunciate e problematiche rispetto alla Cina. Ma negli Stati Uniti il ??governo non è in grado di attuare profonde riforme e compiere sforzi per eliminare le disparità. Pertanto, le proteste estreme hanno molte più probabilità di accadere negli Stati Uniti che in Cina. Washington sostiene i rivoltosi di Hong Kong, mentre ora è schiaffeggiata da violente proteste negli Stati Uniti.

I miei tweet negli ultimi giorni hanno ricevuto risposte entusiaste su Twitter. Alcuni dei miei post sono stati ripubblicati migliaia di volte. È facile dire che gli americani sono molto emotivi verso le rivolte in corso. Non si dovrebbe imporre agli altri ciò che egli stesso non desidera. Quando Hong Kong fu investita dai tumulti e Washington puntò il dito contro Pechino, Washington avrebbe dovuto immaginare quanto sarebbe stato spiacevole il popolo cinese.

Alcune persone, compresi gli intellettuali pubblici, hanno sostenuto che le proteste negli Stati Uniti sono "atti malvagi di percosse, demolizione e saccheggio", mentre ciò che è accaduto a Hong Kong è stata una "giusta ribellione". Questo è sofismo. Tali doppi standard spudorati non possono più dominare la realtà. Il fatto è che a Hong Kong si sono gradualmente verificati cambiamenti favorevoli. L'ordine dovrebbe essere ricostruito. Nel frattempo, non ci sono soluzioni ai problemi negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti diventeranno più caotici man mano che la loro economia continua a peggiorare e con il declino del sistema politico.

Le rivolte che minano lo Stato di diritto causeranno più dolore alla società. La violenza non è mai una buona soluzione a qualsiasi problema in qualsiasi luogo. Voglio sottolineare che gli Stati Uniti hanno sempre meno capitali per giocare un gioco "doppio standard" in questo momento. Non sono in grado di rovinare la Cina.

L'autore è direttore del Global Times

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gli_stati_uniti_provano_il_sapore_amaro_del_doppio_standard/82_35332/




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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 04/06/2020, 12:33 
Cita:
La rivoluzione colorata di Minneapolis

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DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

Sembra che la tanto attesa “Seconda Guerra Civile” sia finalmente iniziata … più o meno esattamente al momento giusto.

Tutto è iniziato quando è diventato virale il video dell’ufficiale di polizia Derek Chauvin, che ha soffocato George Floyd, premendogli il ginocchio sul collo per ben 9 minuti. La morte di Floyd ha causato proteste in tutti gli Stati Uniti e ha scatenato una vera e propria rivolta nella città del Minnesota, con diversi giorni di saccheggi e incendi, con il rogo premeditato persino di un distretto di polizia.

Ma i video devono essere realizzati, modificati, caricati e condivisi dalle persone giuste al momento giusto nel modo giusto per “diventare virali”. I retroscena devono essere scritti, narrati, creati.

Perché la tragica fine di George Floyd è diventata un video virale? Quante scene della brutalità della polizia americana abbiamo visto negli ultimi decenni, che non sono diventate virali, e non hanno suscitato lo sconquasso sociale di oggi, a pochi mesi dalle elezioni di novembre?

La brutalità della polizia è un fatto consueto nella vita nell’America troppo militarizzata. Succede ogni giorno, contro persone povere e senza diritto di voto, in bianco e nero, basta cercare “brutalità della polizia americana” su YouTube.

Allora perché questa morte è diversa? Perché questo video è stato improvvisamente notato e non le dozzine di altri video di polizia brutalmente violente?

Così la rivolta è scoppiata in tutta la nazione, le persone hanno iniziato a saccheggiare e bruciare negozi, schierate le guardie nazionali degli stati, imposto il coprifuoco, dichiarato lo “stato di emergenza”.

“Orde” inferocite hanno tentato di assaltare la Casa Bianca, mentre Trump twittava da un “bunker sotterraneo“, e gli americani si mostravano sempre più divisi dai giochi mediatici, consumati dalla rabbia, dall’odio e dalla paura.

La polizia razzista americana ha ucciso i neri da quando esiste, ma la rabbia doveva sfociare proprio ora, a distanza ravvicinata con le elezioni of course.

Del resto i media globalisti hanno trascorso gli ultimi quattro anni promuovendo la loro narrazione ufficiale, mostrando la maggior parte degli americani come “suprematisti bianchi”, followers elettori di un presidente nazista, secondo la consueta “reductio ad Hitlerum”, che ha trasformato il paese in una dittatura razzista.

Specchietto per le allodole incessantemente diffuso dai media padronali, dall’intellighenzia neoliberista, dall’industria della cultura, dai Dem e dai seguaci dell’Antifa, secondo cui Donald avrebbe vinto le ultime elezioni grazie agli hackers russi.

Da abile complottaro Putin avrebbe presumibilmente dato una mano, al fine di “distruggere la democrazia”, così che il “presidente nazista” incoraggiasse i suoi seguaci suprematisti bianchi a lanciare il “RaHoWa”, o il “Boogaloo”, e poi avrebbe dichiarato la legge marziale, sciolto la legislatura e si sarebbe autonominato Führer. Quindi avrebbero iniziato a radunare e uccidere gli ebrei, i neri, i messicani e altre minoranze.

CJ Hopkins ne ha parlato a lungo nei suoi saggi, quindi dopo quattro anni di martellamento costante, milioni di americani hanno creduto a questa favola. Potere della propaganda mediatica, nel tempo della guerra che si combatte da tempo tra globalisti e sovranisti, entrambi naturalmente liberisti.

Ed ora gli effetti della propaganda si fanno sentire, proteste e rivolte nazionali si sono trasformate in una sorta di “rivolta internazionale“, acclamata dai media di vari paesi, dalle corporazioni e dall’establishment liberal, che hanno sostituito il frame del Covid/Olocausto, con quello del Reich di Donald.

Perfino le corporations partecipano alla “rivoluzione colorata”, ad esempio la Nike ha prodotto un annuncio pubblicitario che sollecita le persone a rompere le vetrine dei suoi stessi negozi e a rubare le scarpe da ginnastica esposte. Musica per pianoforte, l’annuncio dura un minuto e visualizza il testo bianco in dissolvenza su sfondo nero: “Fallo e basta…. Per una volta, non far finta. Non far finta che non ci siano problemi in America. Non voltare le spalle al razzismo. Non accettare che ci vengano tolte vite innocenti. Non hai più scuse. Non pensare che questo non ti riguardi. Non rilassarti e tacere. Non pensare che non puoi essere parte del cambiamento. Facciamo tutti parte del cambiamento.”

Guarda su youtube.com


Perché dunque una presunta rivoluzione sociale in difesa dei diritti e della giustizia viene sponsorizzata come una squadra di calcio? E perché la sublimazione della violenza è diventata un tema così fondante, mentre tutta la stampa di sinistra liberal si è concentrata proprio sulla violenza in maniera quasi feticistica e non certo per condannarla?

Twitter e Facebook chiudono gli account delle persone che usano “odio”, mentre Arwa Mahdaw dice sul Guardian. “Se la violenza non è il modo di porre fine al razzismo in America, allora cos’è?“.

E scomoda perfino il leader che negli anni ’60 guidò il movimento della nonviolenza e della disobbedienza civile negli Stati Uniti. “Una rivolta è il linguaggio di coloro che nessuno ascolta, aveva detto Martin Luther King Jr in un discorso del 1967. Quel discorso è di 53 anni fa e l’America non lo ha ascoltato. La scomoda verità è che, a volte, la violenza è l’unica risposta rimasta. Ci piace fingere diversamente, motivo per cui i movimenti per i diritti civili sono spesso igienizzati in modo conveniente.

“Non fraintendetemi, non sto glorificando la violenza: è quello che sta facendo il presidente degli Stati Uniti. E certamente non chiederò violenza. Sto semplicemente dicendo che dobbiamo interrogare ciò che chiamiamo ‘violenza’ e ciò che chiamiamo ‘politica’. Molte delle persone che urlano ‘la violenza non è la risposta’ sui disordini a Minneapolis sono le stesse persone che sostengono con tutto il cuore le infinite guerre americane. Molte delle persone che condannano i saccheggiatori di Minneapolis sono le stesse persone che venerano i miliardari. Saccheggia una TV e sei un criminale pericoloso; saccheggia un paese e sei un capitalista intraprendente.”

Certo gli argomenti non mancano. Del resto anche RT ha realizzato un editoriale che utilizzava esattamente gli stessi argomenti, esattamente lo stesso modo di comunicare.

Perché dunque il nuovo meme virale ci dice che la violenza non è solo semplicemente accettabile, ma anche inevitabile e persino assolutamente necessaria in certe occasioni?

La polizia di Minneapolis ha arrestato addirittura il reporter della CNN Omar Jimenez, mentre era in diretta e anche dopo che si era identificato.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 05/06/2020, 14:17 
Cita:
Pepe Escobar - Perché la rivoluzione americana non sarà trasmessa in TV

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di Pepe Escobar - Asia Times


La rivoluzione non sarà trasmessa perché questa non è una rivoluzione. Almeno non ancora.


Bruciare e / o saccheggiare Target o Macy è un diversivo minore. Nessuno punta al Pentagono (o ai negozi del Pentagono Mall). L'FBI. La Federal Reserve di New York. Il dipartimento del tesoro. La CIA a Langley. O alle case di Wall Street.

I veri saccheggiatori - la classe dirigente – sorvegliano comodamente lo spettacolo sui loro enormi televisivi Bravia 4K, sorseggiando cocktail.

Più che una guerra razziale siamo di fronte ad una lotta di classe. Eppure è stato tutto mistificato dall'inizio per descriverla come una semplice rivoluzione colorata.

I media aziendali statunitensi hanno abbandonato la loro copertura continua del “Planet Lockdown” e come un insieme di - pre-organizzati? – di mattoncini hanno iniziato a dare copertura di massa alla nuova "rivoluzione" americana. Il distanziamento sociale non è esattamente favorevole a uno spirito rivoluzionario.

Non c'è dubbio che gli Stati Uniti siano impantanati in una contorta guerra civile in corso, per gravità simile solo a quanto accaduto dopo l'assassinio di Martin Luther King a Memphis nell'aprile 1968.

Tuttavia la dissonanza cognitiva di massa è la norma nell'intero spettro della "strategia della tensione". Le fazioni più potenti non hanno bisogno di tirare pugni per controllare la narrazione. Nessuno è in grado di identificare completamente tutte le complessità e le incoerenze che sono nell’ombra.

Le agende “hardcore” si mescolano: un tentativo di rivoluzione colorata / cambio di regime interagisce con il Boogaloo Bois - probabilmente alleati tattici di Black Lives Matter - mentre gli "accelerazionisti" suprematisti bianchi tentano di provocare una guerra razziale.

Per citare Temptations: è una "Ball of Confusion".

Il gruppo Antifa viene criminalizzato ma il Boogaloo Bois ottiene un passaggio (ecco come il principale concettualizzatore di Antifa difende le sue idee). Ancora un'altra guerra tribale, ancora un'altra rivoluzione, ora domestica, colorata sotto il segno del divario e del dominio, che contrappone antifascisti antifa a suprematisti bianchi fascisti.

Nel frattempo, l'infrastruttura politica necessaria per attuare la legge marziale si è evoluta come un progetto bipartisan.

Siamo nel mezzo della proverbiale, totale nebbia di guerra. Coloro che difendono l'esercito americano che schiaccia gli "insurrezionisti" nelle strade sostengono allo stesso tempo una rapida conclusione dell'impero americano.

Tra tanto baccano e rabbia, che significano perplessità e paralisi, potremmo raggiungere un momento supremo di ironia storica, nel quale la (in) sicurezza domestica degli Stati Uniti subisce il boomerang non solo da una delle creazioni chiave del suo stesso Deep State - una rivoluzione colorata - ma grazie agli elementi combinati di un perfetto triplice contraccolpo: Operazione Phoenix; Operazione Jakarta; e Operazione Gladio.

Ma gli obiettivi questa volta non saranno milioni in tutto il Sud del mondo. Saranno cittadini americani.


L’Impero torna a casa

Molti progressisti sostengono che si tratti di una rivolta di massa spontanea contro la repressione della polizia e l'oppressione del sistema - e ciò porterebbe necessariamente a una rivoluzione, come la rivoluzione del febbraio 1917 in Russia che scaturì dalla scarsità di pane a Pietrogrado.

Quindi le proteste contro la brutalità endemica della polizia sarebbero un preludio a un remix del Levitate il Pentagono - con l'interregno che presto comporterebbe un possibile confronto con l'esercito americano nelle strade.

Ma abbiamo un problema. L'insurrezione, finora puramente emotiva, non ha prodotto alcuna struttura politica e nessun leader credibile per articolare una miriade di rimostranze complesse. Allo stato attuale, equivale a un'insurrezione disordinata, sotto il segno dell'impoverimento e del debito perpetuo.

In aggiunta alla perplessità, gli americani si trovano ora di fronte a come ci si sente ad essere in Vietnam, El Salvador, nelle aree tribali pakistane o Sadr City a Baghdad.

L'Iraq è arrivato a Washington DC in piena regola, con gli elicotteri Blackhawk che facevano la loro "dimostrazione di forza" sui manifestanti, la tecnica collaudata di dispersione applicata in innumerevoli operazioni di contro-insurrezione in tutto il Sud del mondo.

E poi, il momento Elvis: il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, che pattuglia le strade di DC. Il lobbista della Raytheon che ora dirige il Pentagono, Mark Esper, lo ha definito "dominatore dello spazio di battaglia".

Bene, dopo i calci presi in Afghanistan e Iraq, e indirettamente in Siria, il dominio deve pure esercitarsi da qualche parte. Quindi perché non tornare a casa?

Le truppe della 82a divisione aviotrasportata, della 10a divisione di montagna e della 1a divisione di fanteria – che hanno perso le guerre in Vietnam, Afghanistan, Iraq e, sì, Somalia – sono state dispiegate nella base aerea di Andrews vicino a Washington.

Il super-falco Tom Cotton ha persino chiesto, in un tweet, all'82a Airborne di fare “tutto ciò che serve per ripristinare l'ordine. Nessuna pietà per insurrezionisti, anarchici, rivoltosi e saccheggiatori. " Questi sono certamente obiettivi più suscettibili rispetto ai militari russi, cinesi e iraniani.

L'esibizione di Milley mi ricorda John McCain che passeggiava a Baghdad nel 2007, stile machoman, senza casco, per dimostrare che tutto andava bene. Certo: aveva un piccolo esercito armato ai denti che gli guardava le spalle.

E a complemento dell'angolo del razzismo, non è mai abbastanza ricordare che sia un presidente bianco che un presidente nero hanno firmato gli attacchi dei droni alle feste di matrimonio nelle aree tribali pakistane.

Esper l'ha spiegato: un esercito occupante potrebbe presto "dominare lo spazio di battaglia" nella capitale della nazione, e forse altrove. Quale prossimo? Una coalizione provvisoria di volenterosi?

In confronto a operazioni simili in tutto il Sud del mondo, ciò non solo impedirà il cambio di regime, ma produrrà anche l'effetto desiderato per l'oligarchia dominante: un giro neofascista di vite. Dimostrando ancora una volta che quando non hai un Martin Luther King o un Malcolm X per combattere il potere, il potere ti schiaccia qualunque cosa tu faccia.

Totalitarismo invertito

Il grande teorico politico Sheldon Wolin, in ritardo, aveva già compreso tutto in un libro pubblicato per la prima volta nel 2008: si tratta del Totalitarismo invertito.

Wolin ha mostrato come "le forme più crude di controllo - dalla polizia militarizzata alla sorveglianza totale, così come la polizia che si trasforma in giudice, giuria e carnefice, ora una realtà per le classi dominate - diventeranno una realtà per tutti noi se dovessimo iniziare a resistere al continuato incanalamento di potere e ricchezza verso l'alto.

“Siamo tollerati come cittadini solo finché partecipiamo all'illusione di una democrazia partecipativa. Nel momento in cui ci ribelliamo e ci rifiutiamo di prendere parte all'illusione, il volto del totalitarismo invertito assumerà il volto dei sistemi passati del totalitarismo”, ha scritto.

Sinclair Lewis (che non ha detto "quando il fascismo arriverà in America, verrà avvolto nella bandiera e sventolando la croce") in realtà scrisse, in It Can't Happen Here (1935), che i fascisti americani sarebbero stati coloro che "avrebbero rinnegato la parola "fascismo" e predicato la schiavitù del capitalismo sotto lo stile della libertà costituzionale e tradizionale americana".

Quindi, quando accadrà, il fascismo americano camminerà e parlerà americano.

George Floyd è stata la scintilla. In una svolta freudiana, il ritorno dei repressi è emerso oscillando, mettendo a nudo ferite multiple: come l'economia politica degli Stati Uniti che ha distrutto le classi lavoratrici; che ha fallito miseramente sul Covid-19; che non è riuscito a fornire assistenza sanitaria a prezzi accessibili; che beneficia solo una plutocrazia. E un sistema che prospera in un mercato del lavoro razzializzato, una polizia militarizzata, guerre imperiali multimilionarie e salvataggi seriali di chi è troppo grande per fallire.

Almeno istintivamente, sebbene in modo approssimativo, milioni di americani vedono chiaramente come, dal Reaganismo, l'intero gioco riguardi un'oligarchia / plutocrazia che arma il suprematismo bianco per obiettivi di potere politico, con l'ulteriore vantaggio di un trasferimento costante, massiccio, verso l'alto di ricchezza.

Poco prima delle prime pacifiche proteste di Minneapolis, ho sostenuto che le prospettive di realpolitik post lockdown erano cupe e che avrebbero rafforzato sia il neoliberalismo - già in atto - sia il neofascismo ibrido.

L'ormai iconica foto del presidente Trump davanti alla chiesa di San Giovanni - con anteprima dei gas lacrimogeni contro i cittadini - l'ha portata a un livello completamente nuovo. Trump voleva inviare un segnale accuratamente coreografato alla sua base evangelica. Missione compiuta.

Ma probabilmente il segnale più importante (invisibile) era il quarto uomo in una delle foto.

Giorgio Agamben ha già dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che lo stato di assedio è ora completamente normalizzato in Occidente. Il procuratore generale William Barr ora punta a istituzionalizzarlo negli Stati Uniti: è l'uomo con il margine di manovra per andare oltre lo stato di emergenza permanente, un Patriot Act sugli steroidi, un completo "show di forza" Blackhawk.
Notizia del: 04/06/2020

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pepe_escobar__perch_la_rivoluzione_americana_non_sar_trasmessa_in_tv/82_35391/




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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 09/06/2020, 06:54 
Dall'emancipazione del 1865 all'omicidio di George Floyd: 4 punti per comprendere le proteste razziali negli Stati Uniti


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di Louis Gonzalo Segura* - RT
¯
"Non riesco a respirare", ha ripetuto George Floyd più volte il 25 maggio scorso durante i quasi nove minuti in cui l'agente Derek Chauvin gli ha messo il ginocchio sul collo contro l'asfalto. Poco dopo è morto di soffocamento e gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare in una nuova rivolta come protesta contro il razzismo sofferto da quasi quaranta milioni di afroamericani, circa il 12,4% della popolazione totale. Una rivolta impossibile da capire senza ricordare il passato.

L'Emancipazione del 1865: liberi, sì; ma non uguali

Per intravedere il livello di oppressione degli afroamericani nel Nord America, è necessario notare che, nel corso del XIX secolo, anche coloro che erano a favore della libertà degli schiavi, non erano molto chiari sulla questione dell'uguaglianza: "Non c'è nulla di scritto più sicuramente nel libro del destino che queste persone devono essere libere, ma non è meno vero che le due razze, ugualmente libere, non possono vivere sotto lo stesso governo "(Thomas Jefferson, 1821). A quel tempo, il livello di razzismo raggiunse un punto tale che, ad esempio, aver assassinato un leader indiano con le proprie mani era una ragione di prestigio in un'elezione - negli anni '30, il vicepresidente democratico Richard M. Johnson fu accusato di aver ucciso il capo indiano Tecumseh; Si presumeva che Hugh L. White, uno dei candidati, avesse ucciso con le proprie mani il capo Cherokee.

Persino Abraham Lincoln affermò nel 1854 che sarebbe scandaloso oggi: "Rilasciarli e rendirli uguali? I miei sentimenti non lo accetterebbero." In effetti, Lincoln decise di liberare tutti gli schiavi e di "inviarli in Liberia, il suo paese natale". Inoltre, la proclamazione dell'emancipazione era solo una misura bellicosa in una situazione disperata, la prova di ciò è che non tutti gli schiavi negli Stati Uniti furono liberati, ma solo schiavi degli stati ribelli. Nemmeno gli schiavi degli stati schiavi non ribelli erano liberi. Inoltre, date le circostanze, era solo inchiostro su carta di scarso valore reale nella società: lo stesso luglio 1863, i disordini presero il controllo di New York per quattro giorni per il reclutamento della popolazione di origine irlandese, che non era disposta a lottare per la libertà dei neri. I neri sono riusciti a essere liberi, a metà, ma certamente non uguali.

Quando tutto poteva (e doveva) cambiare: il sogno di Martin Luther King, Malcolm X e le Black Panthers

Il 28 agosto 1963, davanti a 200.000 persone, Martin Luther King proclamò in un discorso accanto al Lincoln Memorial: "I have a dream." Il suo punto di partenza, in un discorso che chiedeva concordia e soluzione pacifica, fu il proclama di emancipazione di un secolo prima, nel 1863: "Venne l'alba della gioia per terminare la lunga notte di prigionia. Ma 100 anni allora dobbiamo affrontare il tragico fatto che il nero non è ancora libero. Cento anni dopo, la vita del negro è ancora minata dalle catene della discriminazione. Cento anni dopo, il negro vive in un'isola solitaria di povertà nel mezzo di un vasto oceano di prosperità materiale. Cento anni dopo, l'uomo nero languisce ancora negli angoli della società americana e si ritrova esiliato nella sua stessa terra. "Il sogno di 57 anni fa non differisce molto da oggi: l'uguaglianza.

Nello stesso decennio, Malcolm X sognava anche una soluzione al razzismo subita dagli afroamericani negli Stati Uniti: uno stato nero in Africa. Ironia della sorte, era un sogno che, riprendendo l'idea razzista di Lincoln della Liberia, toccasse l'idea di un ritorno in Africa e nazionalismo nero. Un sogno che, nel 1965, lo stesso Malcom X non considerava più possibile.
Negli stessi anni sessanta, il Black Panther Party creato nel 1966, le cui affermazioni si basavano sul pragmatico a breve termine come base per l'utopico a lungo termine. Cioè, fondamentalmente, hanno lavorato per proteggere gli afroamericani dalla brutalità della polizia e per sradicare la povertà e le disuguaglianze subite al fine di organizzare una rivoluzione futura, quando possibile, il "cosa fare" di Nikolái Chernyshevski. Al di là delle circostanze che hanno portato alla sua dissoluzione negli anni '70, ancora poco chiare e con la mano di J. Edgar Hoover che fa dondolare la culla, la situazione di impotenza dello stato in cui i neri si sono trovati è chiaramente percepita. Prova di ciò è che il programma di maggior successo delle Black Panthers, piuttosto che le loro pattuglie con berretti e fucili, erano colazioni gratuite.

Nel fallimento di tutte queste iniziative intraprese più di mezzo secolo fa, ma soprattutto nell'inazione del governo e delle élite nel risolvere sia il razzismo che la disuguaglianza e la povertà, c'è una spiegazione per ciò che sta accadendo oggi. E non sarà che non furono avvertiti delle conseguenze, perché Martin Luther King non solo lasciò un sogno nel suo discorso storico, ma anche una premonizione che oggi combatte: " Non ci sarà né riposo né tranquillità negli Stati Uniti fino a quando il nero non avrà garantito il suo diritti dei cittadini . I vortici della rivolta continueranno a scuotere le basi della nostra nazione fino allo splendore del giorno della giustizia ".

Ma gli anni sessanta lasciarono un segnale più inquietante di una semplice premonizione: erano davvero violenti. Nel 1965, le rivolte a Watts , Los Angeles, causarono 34 morti, 1.000 feriti e 4.000 detenuti; Nel 1967, i disordini razziali si espansero, colpendo dodici città; e nel 1968 l'assassinio di Martin Luther King causò 40 morti, 2.500 feriti e 15.000 detenuti.

E non erano solo gli anni sessanta. Negli anni '90, nel 1992, si verificarono rivolte quando furono assolti gli agenti di polizia responsabili di un pestaggio filmato. 1.100 edifici furono bruciati e altre 40 persone morirono. Solo sei anni fa, nel 2014, l'omicidio di Eric Garner , che ricorda molto quello di George Floyd perché ha ripetuto fino a undici volte che non riusciva a respirare, si è concluso con l'assoluzione e l'assassinio di Michael Brown a Ferguson, Missouri , dopo aver rubato le sigarette e essersi disarmato è stato anche risolto con l'agente esonerato, che ha rotto ancora una volta la pazienza della comunità afroamericana e ha scatenato un'ondata di proteste che è culminata nel "Black Lives Matter." Oggi alcuni settori criticano fortemente le rivolte e la violenza, ma, guardando indietro, chi può garantire che senza di loro l'assassino sarebbe stato nuovamente protetto dall'impunità strutturale razzista che esiste negli Stati Uniti?

L'indignazione di Tamika D. Mallory, un fallimento di oltre duecento anni

Raccogliendo secoli di oppressione e ingiustizia, di disperazione e indignazione, il 29 maggio, in un discorso virale, l'attivista millenials Tamika D. Mallory ha affermato: " Esiste un modo molto semplice per fermarlo: arrestare la polizia, imputarli a tutti . Non solo alcuni qui a Minneapolis, biasimarli in tutte le città degli Stati Uniti dove vengono assassinati i nostri abitanti. Fai ciò che questo paese presumibilmente rappresenta: la terra della libertà per tutti non è stata neri e siamo stanchi ". Logico quanto quasi utopico: porre fine all'impunità. Con l'impunità che costituisce la maschera del razzismo e della disuguaglianza strutturale negli Stati Uniti.

La terra del soffocamento afroamericano

I neri hanno subito una storia secolare di oppressione negli Stati Uniti che si riflette nei dati difficili da confutare, non solo dalle statistiche sulla violenza della polizia - il 24% di quelli colpiti a morte dagli agenti di polizia americani nel 2019 erano neri, anche se rappresentano solo 12 , Il 4% della popolazione, ma a causa della palese disuguaglianza sociale: i bianchi sono dieci volte più ricchi e guadagnano il doppio rispetto ai neri, il tasso di disoccupazione dei neri è il doppio di quello dei bianchi. Completamente ingiustificabile.

È vero che oggi ci sono classi medie e personalità nere, incluso un ex presidente nero, ma la realtà è che la maggior parte dei neri vive in ghetti dove la loro migliore possibilità per il futuro è finire in prigione. Secondo Michelle Alexander, "Gli Stati Uniti detengono una percentuale più elevata della popolazione nera rispetto al Sud Africa al culmine dell'era dell'apartheid", una situazione iniziata negli anni '80 con la guerra che Ronald Reagan intraprese, presumibilmente , contro la droga, ma questo ha finito per rinchiudere i neri in massa. Quindi detenuti negli Stati Uniti non hanno raggiunto 400.000, oggi superano i due milioni, di cui un terzo sono neri e poveri. Tale è la situazione che,nel 2000 c'erano più neri nelle carceri che nelle università (791.600 volte 603.032).
In questo contesto, quali reali possibilità hanno i neri di avere le stesse opportunità dei bianchi, di partecipare alla distribuzione della ricchezza, di far parte della società in pari condizioni? Perché questo non è il fuoco della rabbia vendicativa per omicidio o ingiustizia una tantum, ma la scoperta di un problema strutturale di razzismo e disuguaglianza che gli Stati Uniti hanno rifiutato di affrontare per più di duecento anni.

La Liberia non è più una possibilità e neanche gli Stati Uniti sembrano così.



*Ex tenente dell'esercito spagnolo è stato espulso per aver denunciato corruzione, abusi e privilegi anacronistici. Autore del saggio El libro negro del Ejército español (ottobre 2017) e dei romanzi Un paso al frente (2014) y Código rojo (2015). Account Twitter @luisgonzaloseg
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Nuovo video mostra un'agente di polizia di Tacoma che prende a pugni Manuel Ellis trattenendolo prima di morire

Guarda su youtube.com



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Slave Patrols: dove le radici dell’odio hanno origine


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di Connie Hassett-Walker
Cita:
Negli Stati Uniti l’uccisione di afroamericani da parte di poliziotti e l’indignazione per il racial profiling (profilazione razziale) negli ultimi anni ha contribuito a dare vita al movimento Black Lives Matter. Ma le tensioni tra la polizia e le comunità nere non sono una novità.

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Ci sono molti precedenti che hanno dato vita al movimento Black Lives Matter. Le proteste scoppiarono nel 2014 dopo che un ufficiale di polizia sparò a Michael Brown, 18 anni, disarmato; l’ufficiale non fu mai incriminato.

Anni prima ci furono i disordini di Los Angeles, scoppiati dopo l’assoluzione degli agenti di polizia nel 1992 per aver picchiato Rodney King. Quei disordini sono avvenuti quasi tre decenni dopo i disordini di Watts del 1965, iniziati con Marquette Frye, un afroamericano, fermato per sospetta guida in stato di ebbrezza e malmenato dalla polizia per aver opposto resistenza all’arresto.

Sono una ricercatrice di giustizia penale che spesso si concentra su questioni di razza, classe e criminalità. Attraverso la mia ricerca e l’insegnamento universitario sono arrivata a vedere come le radici del razzismo nella polizia americana – che hanno origine secoli fa – non siano state ancora completamente cancellate.

Ci sono due narrazioni sulle origini delle forze dell’ordine americane.

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La polizia negli Stati del Sud che detenevano schiavi ha origine nelle Slave Patrols (pattuglie degli schiavi), squadroni composti da volontari bianchi autorizzati a far rispettare le leggi relative alla schiavitù. Queste pattuglie cercavano gli schiavi fuggiti e li restituivano ai padroni, sopprimevano le rivolte degli schiavi e punivano gli stessi, ritenuti colpevoli di aver violato le regole del lavoro nelle piantagioni. I membri delle Slave Patrols inoltre potevano entrare con la forza nelle case di chiunque, indipendentemente dalla loro razza o etnia, sulla base del sospetto che stessero dando rifugio a persone scampate alla schiavitù.

Le prime Slave Patrols sorsero nella Carolina del Sud all’inizio del 1700.

La corruzione e la violenza della polizia erano all’ordine del giorno nei primi anni del 1900. Inoltre, i pochi afroamericani che sono entrati nelle forze di polizia sono stati spesso assegnati a quartieri abitati da afroamericani e hanno subìto continue discriminazioni sul lavoro. A mio avviso, questi fattori – controllo del disordine, mancanza di un adeguato addestramento della polizia, mancanza di ufficiali non bianchi e le origini delle Slave Patrols – sono tra i fattori precursori della brutalità della polizia odierna contro gli afroamericani.

Le Slave Patrols si sciolsero formalmente dopo la fine della Guerra Civile, dopo il 1865. Ma le persone precedentemente ridotte in schiavitù non videro alcun sollievo dalle politiche governative razziste, in quanto diventavano prontamente soggetti ai Codici Neri, i Black Codes.

Per i tre anni successivi, queste nuove leggi specificarono come, quando e dove gli afroamericani potessero lavorare e quanto sarebbero stati pagati. Limitarono anche il diritto di voto, nonché come e dove gli afroamericani potessero viaggiare e vivere.

La ratifica del 14° Emendamento nel 1868 rese rapidamente illegali i Codici Neri, dando agli afroamericani precedentemente schiavizzati pari protezione alle leggi attraverso la Costituzione. Ma nel giro di due decenni, le Leggi Jim Crow, che miravano a soggiogare gli afroamericani e a negare i loro diritti civili, furono promulgate in tutti gli Stati del sud e in alcuni Stati del nord, sostituendo i Codici neri. Dal 1876 al 1964.

Per circa 80 anni, le Leggi Jim Crow hanno imposto spazi pubblici separati per neri e bianchi, come scuole, biblioteche, fontane d’acqua e ristoranti – e far rispettare queste regole faceva parte del lavoro della polizia. I neri che infrangevano le leggi o che violavano le norme sociali spesso subivano la brutalità della polizia. Le autorità non punivano i colpevoli quando gli afroamericani venivano linciati. Né il sistema giudiziario riteneva la polizia responsabile di non essere intervenuta quando i neri venivano ad esempio uccisi dalla mafia. Nel 1917, il taglialegna Ell Persons fu linciato e ucciso. Fu accusato di aver violentato e ucciso una ragazza bianca, poiché viveva nelle vicinanze. Fu picchiato perchè confessasse. Fu cosparso di benzina, bruciato vivo e smembrato davanti a migliaia di spettatori. Al linciaggio furono venduti panini e snack.

Negli ultimi cinque decenni, il governo ha vietato l’uso delle leggi razziste a livello statale e locale. Eppure le persone di colore hanno ancora più probabilità di essere uccise dalla polizia rispetto ai bianchi.

Il Washington Post tiene traccia del numero di americani uccisi dalla polizia per razza, genere e altre caratteristiche. Il database del giornale indica che 229 su 992 di coloro che sono morti uccisi dalla polizia nel 2018, il 23% del totale, erano neri, anche se solo circa il 12% del paese è afroamericano.

Il razzismo istituzionale della polizia di decenni e secoli fa è ancora importante perché la cultura della polizia non è cambiata quanto avrebbe potuto. Per molti afroamericani, le forze dell’ordine rappresentano un’eredità della disuguaglianza nel sistema giudiziario e di resistenza al progresso.

Inoltre, la polizia prende di mira in modo sproporzionato i guidatori afroamericani.

Un team di ricerca dell’Università di Stanford ha analizzato i dati raccolti tra il 2011 e il 2017 di quasi 100 milioni di controlli su strada per cercare prove di un racial profiling sistemico, ha scoperto che i conducenti neri hanno più probabilità di essere fermati e di essere perquisiti rispetto ai conducenti bianchi. Hanno anche scoperto che la percentuale di conducenti neri fermati dalla polizia è diminuita dopo il tramonto quando la carnagione del conducente è più difficile da vedere dall’esterno del veicolo.

All’interno della polizia c’è comunque una maggiore comprensione del fatto che la brutalità, in particolare la violenza letale, porta alla diffidenza dell’opinione pubblica, e le forze di polizia stanno cercando di cambiare.

Ad esempio gli studenti universitari che si specializzano in giustizia penale che intendono diventare futuri agenti delle forze dell’ordine ora frequentano corsi di “diversità nella giustizia penale”. Questo percorso di studi relativamente nuovo è progettato, tra l’altro, per rendere i futuri agenti della polizia più consapevoli dei propri pregiudizi e di quelli degli altri. A mio avviso, ciò che questi studenti imparano in queste classi li renderà più in sintonia con le comunità in cui lavorano una volta entrati nella forza lavoro.

Ma la persistenza di una polizia razzista significa che se la polizia americana non si confronta con le sue radici razziste, è probabile che continui a ripetere errori del passato. Ciò impedirà alla polizia di proteggere e servire pienamente l’intera comunità.



(Articolo tratto da The Conversation)
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 09/06/2020, 12:55 
tutto quello che volete il problema è che queste rivolte non sono spontanee nè è davvero possibile chiamarle rivolte contro il sistema visto che nessun simbolo del sistema viene attaccato. anzi una parte dell'establishment americano, il più putrido, ne stra cavalcando l'onda mediatica e cioè la controparte DEMOCRATICA che sfrutterà queste rivolte a proprio favore. Già circolano voci di "signori della rivolta" sorpresi a reclutare e pagare riottosi in perfetto stile Soros.

I neri sono la maggioranza se sommati ai latinos, se volessero potrebbero rivoltare il paese come un calzino attaccando i veri centri di potere statali invece di sfasciare vetrine di negozi (magari di altri neri come loro) e bruciare qualche edificio. Ma questa non è una rivoluzione partita dal basso ma la classica "rivoluzione colorata". In questo caso si è scelto il nero. E sappiamo tutti chi c'è dietro questi movimenti, ong che lottano per presunte "buone cause" come la GUERRA al razzismo.

Quindi lotta al razzismo fino ad un certo, quella è stata solo una scusa per innescare la protesta anti TRUMP e portare un viscido pedofilo DEM al governo.

Hanno sospeso perfino gli aggiornamenti di un videogames; COD: MOdern Warfare II e della controparte Free WARZONE, inondando il gioco di banner e schermate su sto cavolo di Black Lives Mattar, con commenti del tipo la nostra comunità bla bla bla bla bla. guarda caso solo ora si mettono a fare proselitismo per i diritti della comunità, delle altre rivoluzioni e guerre non gliene è mai fregato nulla. questo per indicare quanto in profondità si sono spinti i tentacoli della propaganda antiFa dem a sto giro. Hannno fatto le cose in grande.

Cita:
Mosca: "Gli Stati Uniti e l'Europa stanno raccogliendo lo stesso caos che hanno seminato in tutto il mondo"

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L'Occidente ha incoraggiato la destabilizzazione e ha diviso i gruppi l'uno contro l'altro in tutto il mondo, ma ora i suoi problemi sono della stessa natura. Questo secondo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. "Seminando il caos [all'estero], hanno portato il caos a casa", ha sottolineato Zakharova, quando le è stato chiesto dei motivi degli attuali disordini negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei.


"Tutto ciò che hanno seminato nella coscienza del mondo, lo stanno raccogliendo ora", ha ricordato la portavoce Le rivolte accese che coinvolgono scontri con la polizia, edifici incendiati e saccheggi su larga scala sono una diretta conseguenza delle idee che Washington ha promosso in tutto il mondo negli ultimi anni, come il tentativo di “destabilizzare in diverse parti del mondo, giocando sulle differenze che esistono in ogni paese e ogni comunità", ha spiegato.

L'amministrazione americana ha sostenuto attivamente e apertamente i gruppi di opposizione nei paesi che hanno promosso politiche indesiderabili a Washington, schierandosi rapidamente con i manifestanti in Venezuela, Hong Kong, Iran e altrove, non importa quanto violenti fossero.

Ma gli Stati Uniti, e in parte l'Europa occidentale in misura minore, si sono trovati in preda alle proteste, dopo che l'afroamericano George Floyd è morto ucciso durante l'arresto da parte della polizia a Minneapolis alla fine di maggio. Migliaia di persone sono scese in strada per contestare la brutalità della polizia e, sebbene molti raduni fossero pacifici, alcuni sono diventati violenti a Minneapolis, Washington, New York, Atlanta, Chicago e in molte altre città.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-mosca_gli_stati_uniti_e_leuropa_stanno_raccogliendo_lo_stesso_caos_che_hanno_seminato_in_tutto_il_mondo/82_35465/



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 11/06/2020, 12:12 
L'aspetto grave e inquietante di tutto l'ambaradan è l'iconoclastia, che porta anche a esiti paradossali: che in UK vengano prese di mira le statue di Sir W.Churchill fa sicuramente gongolare i neonazisti tedeschi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 11/06/2020, 15:00 
La cosa che la gente non capisce è che non si può condannare una persona se nel suo tempo una certa prassi era socialmente e moralmente ben vista. Certe condanne retroattive sanno molto di PROPAGANDA.

Se ai tempi di X era socialmente e moralmente accettato ed auspicato avere degli schiavi perchè la società in cui vivevano era così non è che ora che la morale è GIUSTAMENTE MUTATA si possono definire quelle persone dei mostri. Io almeno la penso così.

Va bene una condanna generale per un certo tipo di ideologia, ma il singolo cittadino non può essere giudicato AL SUO TEMPO usando però il metro delle regole morali di oggi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 15/06/2020, 12:00 
Ormai è chiaro che non ci sono più i fascisti di una volta. Quelli inglesi, discendenti politici di Mosley, fanno tenerezza,scendono in piazza per difendere le statue di Churchill ( Churchillone per la propaganda italiana fascista anni 1940-43) e uno di loro è costretto a farsi salvare da un gigante nero che dà una lezione di civiltà a tutti: https://www.huffingtonpost.it/entry/man ... n=trending


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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 24/06/2020, 20:04 
Chissà come la prenderebbero alcuni ex utenti del forum se si realizzasse quanto proposto nei due articoli: https://www.huffingtonpost.it/entry/rim ... n=trending

https://www.secoloditalia.it/2020/06/ab ... ia-bianca/


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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 24/06/2020, 23:45 
AK47 o AK74.
The answer.



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Comunque lo spessore delle persone alla fine viene fuori.
La carta NON È tutta uguale.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 25/06/2020, 05:01 
Tempus1891 ha scritto:
Chissà come la prenderebbero alcuni ex utenti del forum se si realizzasse quanto proposto nei due articoli: https://www.huffingtonpost.it/entry/rim ... n=trending

https://www.secoloditalia.it/2020/06/ab ... ia-bianca/



In realtà dovrebbero gioirne, soprattutto per quel che riguarda le icone di Gesù. Non si farebbe altro che fare la volontà, espressamente dichiarata e mai rinnegata, del loro Dio. Il dio che pregano diceva: NON VI FARETE IMMAGINI DI ME; tale ordine, se pur ignorato, resta ancora in vigore. Ma dubito che ci sia un solo cristiano che lo sappia, loro non conoscono la Bibbia, il Libro che secondo loro è ispirato da dio.

Mi rendo conto però che una religione senza icone serve a poco, soprattutto se devi inglobare milioni di fedeli i cui dei erano invece ben presenti...

Ma sappiamo entrambi cosa direbbero [:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 27/06/2020, 12:14 
Stati Uniti. Un altro morto soffocato durante arresto della polizia. Trump tuona contro i manifestanti


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Un giovane ispanico di 27 anni Carlos Ingram Lopez è morto durante il suo arresto da parte della polizia per arresto cardiaco a Tucson, in Arizona, dopo essere stato ammanettato e tenuto con il volto a terra per circa dodici minuti da agenti. Gli ultimi istanti della sua vita sono stati ripresi in un video, diffuso dalla polizia ad oltre due mesi dall’episodio. Le immagini mostrano l’uomo mentre chiede dell’acqua e afferma di non riuscire a respirare, proprio come avvenuto per George Floyd, il cittadino afroamericano morto in circostanze analoghe negli Stati Uniti.


Guarda su youtube.com



Il capo della polizia di Tucson, Chris Magnum, ha offerto le sue dimissioni dopo la diffusione di questo video shock, mentre i tre agenti coinvolti nella morte del giovane ispanico hanno già abbandonato il loro incarico, dimettendosi. Secondo i risultati dell’autopsia, Lopez è morto per il blocco a terra continuato con un cappuccio anti sputo e un arresto cardiaco sopraggiunto in presenza di un’intossicazione di cocaina.

Intanto i manifestanti antirazzisti annunciano che, sulla scia di Seattle, intendono aprire una “Zona autonoma” nella capitale degli Stati Uniti, Washington.

Ma contro di loro sono arrivati le minacce di Trump secondo cui saranno “affrontati seriamente” qualora dovessero dare corso all’iniziativa. “Non ci sarà una ‘Zona autonoma’ a Washington D.C. finché sarò il vostro presidente. Se ci proveranno, saranno affrontati seriamente”, ha affermato Trump.


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Il “Washington Post” riferisce anche che sulle colonne della vicina chiesa di San Giovanni sono apparse le lettere “Bhaz”, scritte con vernice spray, acronimo per “Black House Autonomous Zone”, Zona autonoma della Casa Nera. Si tratta di un’iniziativa simile a quella intrapresa dai manifestanti a Seattle, dove nelle scorse settimane le proteste del movimento Black lives matter hanno portato a una “Zona autonoma del Campidoglio”.

Lunedi i manifestanti a Washington avevano cercato di abbattere una statua dell’ex presidente Andrew Jackson a Lafayette Square, a poca distanza dalla residenza del presidente statunitense. La polizia è intervenuta usando la forza per disperdere i dimostranti prima che riuscissero nell’intento di tirar giù la statua.
Negli ultimi giorni i dimostranti hanno preso di mira le statue di generali confederati e di altre figure storiche considerate razziste per le loro posizioni su colonialismo e schiavitù

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha autorizzato le autorità federali ad arrestare “chiunque vandalizzi o distrugga monumenti.
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 Oggetto del messaggio: Re: Rivolte e rivoluzioni infiammano il mondo
MessaggioInviato: 27/06/2020, 13:57 
Queste "zone autonome" sono un incrocio tra una scuola okkupata e un centro sociale a cielo aperto: https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q= ... Hm5ZsFxvs5


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