La morte dell'afroamericano George Floyd
Minneapolis brucia, Trump minaccia l'uso della forza. Giornalista Cnn arrestato in diretta
La protesta degenera in rivolta, commissariato dato alle fiamme. Trump avverte: "Ora si comincia a sparare quando inizia il saccheggio". Cortei da New York (72 arresti) alla California, il sindaco di Minneapolis proclama lo stato di emergenza e ribatte alle critiche del tycoon: "Debolezza è accusare altri in tempi di crisi". Schierati in città 500 uomini della Guardia nazionale. Reporter rilasciato con le scuse del governatore -
I dimostranti e i rivoltosi in piazza sono "vandali" e ancora, a mo' di monito: "Quando comincia il saccheggio si comincia a sparare". Cosi' Donald Trump dopo la terza notte di violenze e scontri a Minneapolis innescati dall'uccisione da parte della polizia di George Floyd.
In un messaggio, diffuso su Twitter, il presidente americano ha riferito di aver parlato con il governatore del Minnesota, Tim Waltz, e di avergli detto che "l'esercito è con lui fino alla fine". Il presidente Usa non ha risparmiato critiche al sindaco di Minneapolis: parla di "totale mancanza di leadership". "O il molto debole sindaco di estrema sinistra - ha affermato Trump - riporta la città sotto controllo o invierò la Guardia nazionale".
"Questi delinquenti disonorano la memoria di George Floyd e non permetterò che questo accada - ha aggiunto il presidente - Ho appena parlato con il governatore Tim Walz e gli ho detto che i militari sono con lui".
Il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, ha poi replicato a Donald Trump: "Debolezza è rifiutare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni - ha detto durante una conferenza stampa - Debolezza è puntare il dito contro qualcun altro in un momento di crisi". Poi ha incalzato: "Donald Trump non sa nulla della forza di Minneapolis". "Siamo forti da morire", ha detto ancora il sindaco, ammettendo che "è un momento difficile", ma - ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dalla Cnn - "ce la faremo".
Giornalista Cnn arrestato in diretta, le scuse del governatore
Il giornalista della Cnn Omar Jimenez è stato arrestato dalla polizia, mentre stava trasmettendo in diretta dal luogo delle proteste. Lo riporta la stessa emittente, aggiungendo che Jimenez è stato preso in custodia "dopo essersi identificato in modo chiaro agli agenti". La Cnn ha pubblicato anche la foto del momento dell'arresto. Stessa sorte per i colleghi di Jimenez, tra cui un produttore e un operatore.
Il governatore Walz ha porto le sue "profonde scuse" per l'arresto "inaccettabile" della troupe. Lo ha riferito sempre la Cnn, spiegando che il presidente Jeff Zucker ha parlato con Walz dopo l'arresto, mentre ancora la troupe non era stata rilasciata.
Walz aveva promesso di intervenire perché il rilascio avvenisse subito, aggiungendo che il giornalista e i colleghi avevano chiaramente il diritto di restare e di essere favorevole alla presenza dei media sul luogo delle proteste. Jimenez e i colleghi sono stati poi rilasciati.
Il reporter agli americani: "Voi vedevate quello che mi succedeva"
"Quello che mi ha dato un po' di conforto è sapere che voi vedevate quello che stava succedendo, io vivevo quello che stava succedendo ed il Paese vedeva quello che succedeva in tempo reale". Così Omar Jimenez, in un collegamento subito dopo il suo rilascio, ha raccontato come la polizia di Minneapolis, questa mattina presto, lo ha arrestato. Il giornalista, che è ispanico e di colore, ha raccontato di essere stato avvicinato dagli agenti in tenuta antisommossa che - come mostrano le immagini trasmesse in diretta dalla Cnn - l'hanno circondato e ammanettato senza dirgli il motivo del suo arresto.
Nel collegamento con i giornalisti di Atlanta, che hanno ribadito la preoccupazione e la solidarietà di tutta l'emittente, il reporter ha raccontato anche quello che ha provato mentre veniva portato via, ammanettato, dai due poliziotti in tenuta antisommossa.
Mentre ci allontanavamo e mi facevano attraversare l'intero quartiere che era stato distrutto dalla rabbia dei dimostranti e sfortunatamente dalla rivolta e dai saccheggi che abbiamo visto, allora mi sono chiesto - ha detto - ma che cosa sta succedendo veramente?". Una volta arrivati al distretto, anche lì al giornalista, che cercava di capire se il problema fosse che stava facendo il collegamento da un posto non autorizzato dove ancora erano in corso disordini, non è riuscito a ottenere risposte. "Mi hanno chiesto le generalità, poi sono tornati e hanno chiesto 'state con la Cnn?", ha raccontato dicendo che poco dopo li hanno lasciati andare. E alla domanda se qualcuno si è scusato con loro per l'equivoco ha risposto: "Forse questo è avvenuto a un altro livello, ma a noi non hanno chiesto scusa".
Schierati 500 uomini della Guardia Nazionale
Dopo il caos della scorsa notte, sono stati schierati 500 uomini della Guardia Nazionale per contrastare le proteste. Un 'rinforzo' chiesto nelle scorse ore dallo stesso sindaco della città.
Proteste a New York, almeno 72 arresti
Sono almeno 72 i manifestanti arrestati nella notte durante le proteste a New York. Durante i tafferugli esplosi in diverse zone di Manhattan, alcuni agenti sono rimasti feriti dai lanci di sassi e bottiglie da parte dei manifestanti.
La rivolta
Fonti di stampa concordanti e immagini e video diffusi sui social network hanno documentato l'irruzione di dimostranti in centri commerciali, l'incendio di automobili parcheggiate e l'impiego di gas lacrimogeni in strada. Sempre a Minneapolis sarebbe stato occupato un commissariato di polizia, mentre in città è stata dispiegata la Guardia nazionale.
Floyd era un cittadino afroamericano di 46 anni. Il decesso dopo il fermo da parte della polizia e le violenze, documentate in un video nel quale l'uomo, bloccato a terra da un agente, ripete: "Non riesco a respirare".
Proteste di piazza si sono svolte ieri sera anche in altre città degli Stati Uniti, da New York a San Francisco, da Chicago a Denver.
Frey: "Inaccettabile quello che si vede in queste ore"
"E' inaccettabile quello che abbiamo visto nelle ultime ore e nelle ultime due notti in termini di saccheggi". Si è espresso così il sindaco Frey, durante una conferenza stampa nel mezzo delle tensioni in corso. "Le nostre comunità - ha detto nelle dichiarazioni riportate dalla Cnn - non possono tollerarlo e non lo tollereranno".
Frey, ha proclamato lo stato di emergenza di 72 ore nella città del Minnesota. Nel corso della conferenza stampa, il sindaco ha detto che Minneapolis ha chiesto aiuto al governo del Minnesota e alla Guardia Nazionale per cercare di ''tenere sotto controllo la situazione''.
A Roma murales in via Usa: Floyd 'Statua della Libertà'
Harry Greb, lo street artist che nei giorni scorsi ha tra l'altro decorato il muro esterno dello Spallanzani, "torna a colorare i muri di Roma e questa volta lo fa con l'immagine simbolo del momento, quella di George Floyd nei panni della Statua della Libertà con un cartello in cui chiede giustizia e la Carta dei Diritti stretta in una mano". E' quanto si legge in una nota dell'artista. L'opera è stata realizzata, significativamente, in via Stati Uniti d'America, vicino al Villaggio Olimpico.
"Sono rimasto colpito e indignato come essere umano dopo aver visto il video dove George Floyd muore in strada, da solo -afferma lo street artist - E' incredibile che ancora oggi possano accadere fatti del genere, alla luce del giorno, con arroganza e prepotenza, senza limiti. E' un peccato perché ritengo che gli Stati Uniti siano un gran Paese, ma sono vittime delle loro contraddizioni. Hanno ancora parecchie cose da risolvere e questa è l'ennesima testimonianza. Sembra che essere nero in America oggi è ancora una discriminante, tutto questo è inaccettabile. Qualcuno dovrebbe dare un segnale forte anche se in questo momento mi sembra difficile - conclude Harry Greb - visto chi è a capo della Nazione".
La morte di George Floyd
"Lasciatemi, non riesco a respirare....". Sono le ultime drammatiche parole di un afroamericano ucciso da un agente di polizia che lo ha soffocato, bloccandolo a terra e premendogli il collo con un ginocchio. Un episodio che ricorda un altro caso simile e tristemente noto, quello del newyorchese Eric Garner nel 2014. Questa volta teatro della tragedia è stata Minneapolis, in Minnesota, e l'intera sequenza è stata filmata da una passante in un video shock che adesso scuote gli Usa. Secondo le prime ricostruzioni, alcuni agenti sono stati allertati sulla presenza di un uomo sospetto seduto in un'auto e che sembrava sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. I poliziotti giunti sul posto gli hanno intimato di scendere ma l'uomo ha cominciato ad opporre resistenza. Gli agenti lo hanno allora bloccato a terra e, mentre cercavano di ammanettarlo, uno di loro gli ha tenuto premuto il collo con un ginocchio. "Per favore non riesco a respirare", si sente nel video. L'uomo implora più volte gli agenti ma invano, anche se visibilmente in sofferenza. Quando arriva l'ambulanza è troppo tardi. L'uomo morirà poco dopo. La polizia ha avviato un'indagine e gli agenti sono stati sospesi. Anche loro indossavano body-cam. "Quello che ho visto è terribile. Quell'uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte", è stata la reazione di rabbia del sindaco di Minneapolis, Jacob Frey. Sono stati in seguito licenziati i quattro poliziotti coinvolti nella vicenda. Lo ha reso noto il sindaco di Minneapolis. "Questa è la decisione più giusta", ha detto.