Cita:
mik.300 ha scritto: scrivo qui
per non occupare altro spazio,
tanto sempre di omicidi si tratta..
avete presente il ragazzo che a milano ha fatto fuori
fidanzata e fratello (di lei)? http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-1 il solito impunito, viziato
e disadattato..
già immagino la linea difensiva..
infermità mentale (farà il matto insomma)
magari si fa pochi anni di ospedale
poi lo liberano..
intanto un ragazzo e sua sorella sono sotto terra..
spero nel massimo della pena..
sennò con tutti i pazzoidi in giro
sarà un'ecatombe..
se questo la fa franca,
si autorizza qualunque demente
a commettere omicidi plurimi
con la probabilità di farla franca.. Scusa, mi mi pare che si faccia confusione un po' gratuita. In praticamente tutti gli omicidi la difesa gioca la carta dell'infermità mentale, si fa la perizia psichiatrica, in modo da dare voce alla difesa, all'accusa e in più ci sta anche un esperto terzo (di numero e di fatto). Gli esperti formulano un parere e il giudice decide (senza essere vincolato al parere espresso). Ormai gli omicidi li possiamo seguire tutti, tra tiggì, speciali pomeridiani, chi l'ha visto, storie maledette, un giorno in pretura eccetera, e dovresti sapere quindi che sono pochissimi i casi in cui viene dichiarata l'infermità o la seminfermità. Anche nel caso di assoluzione, la cosa non "autorizzerebbe" i matti ad ammazzare. A parte che se sono matti non credo che possano fare questi discorsi, a parte che se sono matti non li puoi comunque (sia con l'assoluzione che con la condanna di un altro caso) metterli in galera, non è che la giustizia serva a prevenire, gli istituti di prevenzione sono altri (servizi sociali, presidi che si occupano di cura delle malattie mentali eccetera). Se un matto patentato è a piede libero e ammazza, il giudice DEVE assolverlo (anche se può dargli una misura di sicurezza: ricovero psichiatrico) e la colpa non è sua, ma del sistema di prevenzione che non funziona.
E infine, la severità. A me sinceramente non me ne frega niente di "punire duramente", quello che voglio è che il soggetto non sia più un pericolo per gli altri. Serve dargli 30 anni per poi farlo uscire come o peggio di prima? O magari è meglio dargliene la metà e farlo uscire guarito e innocuo? Ma le strutture ci sono per il recupero? Nel sistema penitenziario mancano strutture di cura di base, manca l'assistenza psichiatrica, i malati di mente vengono mischiati ai malati di aids, ai drogati e ai delinquenti "comuni". Comodo parlare di "massimo della pena", meno facile fare un discorso sul dopo sentenza. E il mio non è un discorso filosofico, ma molto pratico: uno che si fa x anni in celle con a disposizione 1 metro quadrato a persona, e che deve stare in questa situazione (con matti, drogati, stranieri che non si e non ti capiscono) per 22 ore al giorno obbligatoriamente steso in branda (perchè posto non ce n'è per muoversi) come esce, più cattivo o non più pericoloso per la società?