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xkjes ha scritto:
Questore: dato nome a marziano
questa frase a chi deve arrivare come si può decifrare?
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«Il dna è stato un faro per noi». Così nel corso di una conferenza stampa Letizia Ruggeri, pm titolare delle indagini sul caso di Yara Gambirasio, a proposito del dna trovato sulle mutandine di Yara. «Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni, non abbiamo avuto più nessun dubbio sul fatto che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando». Il pubblico ministero ha anche aggiunto di «non poter escludere la possibilità del giudizio immediato. Ho 180 giorni per chiederlo, ma vediamo, ci sono molte cose da valutare».
Il fratellino
Nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, tra gli indizi «da approfondire» c’è anche la testimonianza del fratellino di Yara, sentito alla presenza di una psicologa nel luglio di due anni fa: «Yara aveva paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti». «La descrizione dell`uomo (“aveva una barbettina come fosse appena tagliata”) e della sua autovettura (“macchina grigia lunga”) - scrive il gip - riporta l’attenzione all’indagato che risulta proprietario di una Volvo V40 di colore grigio e negli anni scorsi portava il pizzetto come si evince da alcune fotografie pubblicate sulla sua pagina Facebook». «Su altre parti del racconto del minore vi sono imprecisioni - precisa però l’ordinanza. - Ad esempio l’uomo viene descritto come “cicciottello”, aggettivo non corrispondente al fisico attuale dell’indagato».
L’indagine
«È stata un’indagine faticosissima, è stata un’indagine pazzesca», ha detto il pm durante la conferenza stampa in Procura a Bergamo. La Ruggeri ha spiegato che l’indagine, oltre ad aver coinvolto in una fase iniziale circa 120mila utenze telefoniche, dopo il ritrovamento del cadavere della ragazzina e l’individuazione del dna cosiddetto «Ignoto 1» , ha portato a uno screening altissimo di dna dei residenti della zona finché si è arrivati all’individuazione del dna del nipote del Guerinoni. Da qui è stato effettuato uno screening su tutta la famiglia fino ad arrivare alla riesumazione del cadavere del presunto padre dell’arrestato e - ha continuato il pm - non c’è stato più dubbio che il Guerinoni era il padre dell’omicida, grazie alla corrispondenza del dna con quello di «ignoto 1». Il pm Letizia Ruggeri non esclude «di ricorrere al rito immediato, ma devo vedere come evolve questa fase investigativa». Ruggeri ha voluto sottolineare che sulle indagini in corso, ora c’è il segreto istruttorio. Anche se ha ribadito che noi «la certezza investigativa l’abbiamo. Ci guardiamo bene dal considerare questo un caso chiuso - ha aggiunto il pm -. Le indagini continuano, non sono chiuse. Vi sono gravi indizi e pressanti motivi di custodia cautelare».
Il procuratore: «Risultato insperato, partiti dal nulla»
In precedenza aveva parlato il procuratore capo della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori: «Quando ho avuto notizia dell’individuazione del presunto omicida, ho gioito come uomo, ma soprattutto come rappresentante di giustizia. Non ci sono state contraddizioni nelle investigazioni, tutti hanno lavorato per il meglio arrivando a risultati insperati perché si è partiti dal nulla». Dettori ha definito «aride e stupide» le polemiche sui milioni di euro spesi durante le indagini per il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio: «Per trovare la verità sul caso di una ragazza di 13 anni non si bada a spese». Il procuratore capo poi è tornato sulla polemica tra lui e il ministro degli Interni, Angelino Alfano, di lunedì scorso, e ha voluto ribadire che l’arrestato «andava tutelato come persona e dovevamo interloquire con il gip. Perché dare in pasto alla stampa questa persona che ha diritto di essere tutelata?».
Il questore: «Abbiamo dato nome a un marziano»
Alla conferenza è intervenuto anche il questore di Bergamo, Fortunato Finolli che in questo modo ha cercato di rendere la complessità dell’indagine: «Abbiamo dato il nome a un marziano, perché sembrava fosse stato un marziano a scendere e a prendere la piccola Yara».
Fonte:http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_giugno_20/yara-pm-il-dna-stato-nostro-faro-e185a17e-f863-11e3-8b47-5fd177f63c37.shtml
Ma, come ha giustamente fatto notare Wolframio, se nel momento che hanno scoperto il reperto di dna lo avessero subito comparato
con quello di tutti coloro che avevano agganciato la cella telefonica nei pressi della palestra nelle ore del rapimento di yara, non avrebbero beccato immediatamente il responsabile, risparmiando tra l'altro pacchi di miliardi...
In teoria sarei d'accordo a dire che non si bada a spese per trovare un criminale...però la logica direbbe di cominciare a fare lo screening su un numero relativamente ristretto di persone che erano sicuramente in zona, nelle ore del rapimento, col loro cellulare acceso...