Generale Nicolò GebbiaYara Gambirasio: Bossetti come Girolimoni ?4 luglio 2017 -
Comunicazione Caso Yara Gambirasio
La condanna di Bossetti frutto di indagini approssimative. Processo d’Appello condizionato dalla volontà di avere un colpevole a tutti i costiIus summum saepe summa est malitia. Troviamo questo motto in una commedia di Terenzio, ” Il punitore di se stesso”, titolo anche di una lirica dei ”Fiori del male” di Baudelaire. In entrambi i casi si tratta di avventure e disavventure amorose, immorali e peccaminose, che ben si prestano alle considerazioni che seguono, volte ad illustrare la malvagità (malitia in latino ) cui la sedicente giustizia italiana ha sottoposto la
famiglia Bossetti. Lo scrivo io, quello scellerato che sarebbe andato anche al funerale di
Provenzano se gli fosse stato concesso. Alcune premesse statistiche servono ad illustrare il mio pensiero: nei paesi europei la percentuale di omicidi irrisolti, fra quelli che non sono seguiti dalla confessione dell’autore nelle 24 ore successive, e’ stazionaria dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi.
Parlo cioè di quegli omicidi per i quali l’autore persevera nell’intendimento di farla franca. Il paese in cui si ha maggiore probabilità di impunita’ e’ il Belgio, subito seguito dal Regno Unito, poi la Germania. L’Italia e’ da sempre la più’ efficace, perche’ carabinieri e poliziotti sono molto più’ bravi dei loro colleghi europei. Malgrado ciò la media degli omicidi impuniti e’ in tutta Europa stabilmente a cavallo del 45 per cento, senza significativi miglioramenti o peggioramenti da settanta anni a questa parte.
La criminologia seria si e’ rassegnata a considerare questo dato come fisiologico nelle democrazie occidentali. Da noi pero’ e’ successa una cosa imprevedibile:
Berlusconi, mago dell’audience televisiva, dopo aver condizionato l’abbigliamento femminile con lo stile che lui chiama burlesque, che costringe tutte scosciate su tacco 12 se non vogliono essere irrimediabilmente considerate out, in una stagione di spending review ha scoperto che le trasmissioni di intrattenimento di minor costo e maggiore share sono quelle in cui si seguono gli eventi di cronaca nera.
L’intrattenitore e’ generalmente un giornalista o l’ autore di libri gialli di successo, coadiuvato da una bellona in minigonna che lo sovrasta di una spanna dall’alto dei suoi trampoli, ed in studio troviamo presunti esperti felici di presenziare gratuitamente in funzione della monetizzabile notorietà che gliene deriva. In assoluto poi il femminicidio non ancora risolto e’ quello che tira di più’. Uso questo brutto neologismo di gran moda perché’ tutti converrete con me sul fatto che dei maschietti uccisi non gliene frega niente a nessuno. Mentre per qualsiasi donna assassinata ci deve essere necessariamente almeno un arrestato, da processare prima in tv e poi in un’aula di corte d’assise, dove i giurati popolari emetteranno verdetto di condanna in forza del motto latino ”in dubio contra reum”, versione politically correct dell’obsoleto ”in dubio pro reo’. Nel caso Bossetti lo
scempio della giustizia e’ stato il più’ plateale di tutti, malgrado l’anomalia di una famiglia della vittima che si e’ subito sottratta alle telecamere e non ha mai proclamato di ”pretendere” vendetta ad ogni costo. Ma tant’è.
Per cominciare ricorderete tutti quei sindaci, quei ras della protezione civile e quei presidenti delle sezioni alpini in congedo, i quali due settimane dopo la scomparsa di
Jara ci giurarono in televisione che sicuramente il corpo non si trovava nel raggio di 50 chilometri dalla sua abitazione, perché le loro ricerche ne davano la ”matematica” certezza ? Ora delle due l’una: o avevano ragione ed allora le cose non sono andate come da ricostruzione dell’accusa ed e’ nel giusto la difesa quando afferma che il corpo e’ stato portato in quel terreno molto tempo dopo; oppure protezione civile, forze dell’ordine ed alpini in congedo si erano esibiti in scampagnate non dissimili dai rastrellamenti di carabinieri e polizia alla ricerca dei sequestrati in
Sardegna negli anni settanta, mai coronati da successo. Subito dopo c’e’ l’arresto del magrebino che stava tornando al suo paese in un traghetto prenotato prima della scomparsa di Jara, colpevole solo della infelice traduzione dall’arabo di una intercettata telefonata con la sua fidanzata.
Accade poi che casualmente si scopre fra i frequentatori di una discoteca della zona, tutti sottoposti spintaneamente al prelievo del
DNA (”se lei si rifiuta vuol dire che ha qualcosa da nascondere”), un ragazzo che ce l’ha compatibile con uno di quelli trovati addosso a Jara. Lui pero’ ha un alibi di ferro. Ed allora ci si inoltra in ricerche degne della Germania nazista, quando per scovare un po’ di sangue ebraico si compulsavano i registri parrocchiali di intere citta’ e vallate. Si arriva cosi’ ad uno sciupafemmine defunto che in vita faceva l’autista di corriere. Qui si raggiunge davvero lo ius summum, perché sulla base dell’assunto che l’autista e’ il padre naturale del presunto assassino, si convocano circa 200 attempate signore alle quali si dice papale papale: Cara lei, siccome ci siamo informati e la voce popolare riferisce che da giovane era di mutanda veloce, ci fornisca spontaneamente il suo DNA, in modo che noi possiamo proseguire nelle indagini, condotte con il presupposto che quel cornuto di suo marito non e’ il padre dei vostri figli.
Identificato cosi’ Bossetti, arrestato e subito sbattuto in anteprima sul twitter di
Angelino Alfano come ”il certo assassino di Jara”, si procede alla costruzione delle ulteriori prove d’accusa a posteriori, acquisite con metodi che fanno apparire gli agenti della Gestapo come innocenti seminaristi .” E’ un bugiardo ed un fanfarone, sempre abbronzato e pronto a sedurre anche dal carcere una ammiratrice che gli scrive”. ” Sua moglie aveva almeno due amanti e lui lo sapeva (probabile cuckoid ?)”. ”L’amore per la prole e’ ostentato e sintomo di pedofilia, come dimostrano le sue pornofrequentazioni al computer.” Sua moglie lo scagiona? Era lei ad usare il computer maliziosamente? ”Non e’ credibile perché’ la spinge il senso di colpa.”
Si arriva addirittura ad esibire ai media un filmato ”suggestivo” prodotto dall’Arma con un furgone che assomiglia a quello di Bossetti spacciato per tale.
I miei presunti colleghi del Ris (che i veri investigatori sono un’altra cosa), incalzati dalla difesa sono costretti ad ammettere che le loro indagini sono approssimative, condotte con prodotti scaduti di validità’, ed assolutamente irripetibili perché’ hanno consumato tutto il DNA disponibile. A Bossetti, purché confessi, si promettono derubricazioni e vantaggi d’ogni genere, ma lui non molla. Su una cosa tuttavia l’accusa non può far leva: il sequestro di persona. Jara sarebbe salita sul camioncino di Bossetti spontaneamente e non si tenta neanche di provare il contrario.
Ma la famiglia della vittima esclude ogni conoscenza e per giunta si scopre che quella sera ad uscire per portare lo stereo in palestra avrebbe dovuto essere la sorella maggiore di Jara, sostituita da quest’ultima malvolentieri solo perché cosi disposto all’ultimo minuto dalla madre di entrambe. Tutto questo non ha sortito un verdetto di assoluzione per insufficienza di prove che, nella civilissima Italia del dopoguerra sarebbe stato scontato. E vedrete che anche l’appello finira’ con una condanna. Che avrà dimostrato ancora una volta quanto il fascismo di ritorno in questa Italietta becera e meschina abbia trovato, pur con forme inattese, nuova linfa. Ricordate
Girolimoni, il serial killer di bambine romane degli anni venti ? Era innocente, le bambine erano state uccise da un sacerdote anglicano, che penso’ bene di rifugiarsi in Sud Africa dopo le prime indagini a suo carico del commissario Giuseppe Dosi, fatto internare da
Mussolini in manicomio perché la sua persistenza nell’indicare il prete britannico come colpevole gli rovinava la liaison che in quegli anni aveva intrapreso con il governo inglese.
Malgrado tutto
Girolimoni fu scagionato, ed i giornali non lo pubblicarono nemmeno, per ordine del Duce. Se dovesse succedere a Bossetti riuscira’ Angelino Alfano, suo primo accusatore, a fare altrettanto? Dosi nel dopoguerra fondo’ la Criminalpol e nel 1961 partecipo’ ai funerali di Girolimoni, da quel galantuomo che era. Io a Bossetti e famiglia non assicuro di poter rendere giustizia perché Angelino Alfano, da me invitato a battersi già l’11 luglio del 2008 con formale cartello di sfida, non essendo un gentiluomo, si rifiuto’.
Concludo con una mia personale scoperta: Samuele Ottolenghi, famoso medico legale che sulla base delle teorie del Lombroso accusava Girolimoni, e’ il bisnonno della
criminologa Bruzzone, la bionda vamp tacco 12 che giura sulla colpevolezza di Bossetti. Lei, fra le tante perle del suo curriculum magniloquente che troverete su Internet, pare che annoveri anche un seminario in Australia, condotto dagli stessi esperti di medicina forense che fecero condannare all’ergastolo Lindy Chamberlain. Non conoscete il caso ?
Accadde nel 1980 ad Hanging Rock, famosa località turistica nell’estremo sud del continente. Una bimba di tre mesi viene rapita da un cane selvatico , e la madre lo vede mentre scappa dalla tenda canadese che la ospitava . Lo rincorre vanamente nella notte, ma a nulla valgono le ricerche sue, del marito e degli altri campeggiatori. Poi si fa strada l’ipotesi che si tratti di una messa in scena dei genitori della bambina, fino al processo in cui vengono entrambi condannati all’ergastolo. Prova regina le tracce di sangue trovate sotto il cruscotto della Madza usata dalla coppia. Solo dopo qualche anno la casa giapponese scopre, e con franchezza rivela pubblicamente, che la colla usata per unire lamiera e tappezzeria ha una strana reazione alla pistola stroboscopica usata per evidenziare le macchie di sangue, tanto da indurre chiunque in errore. Quasi contemporaneamente in una tana di cani selvatici si scopre un pezzo della tutina del bambino.
Alla revisione del processo, i coniugi Chamberlain vengono assolti e rifusi con un miliardo e duecento milioni di danni per l’ingiusta detenzione. Queste, cari i miei 25 lettori, sono le prove scientifiche. Io in 40 anni di carriera non ci ho mai risolto un caso, e ne ho sempre dubitato. Per giunta per Bossetti il termine scientifico e’ usato in una accezione assolutamente impropria perche’, se l’italiano non è un’opinione, scientifico vuol dire che ha il crisma della ripetibilita’, mentre
il pasticciaccio del Ris, eseguito senza le garanzie dell’incidente probatorio, e’ assolutamente irripetibile.
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