Cita:
Daedalus ha scritto:
Beh, diciamo che tra la piccola macchia e la torre aliena (per altro sfuggita alla censura e miracolosamente trovata da Hogland grazie alla provvidenza del suo conto corrente), anche se non è il massimo della simpatia metodologica, si potrebbe usare il celebre rasoio di ockham per farsi un’idea.
Ben venga inoltre se questa sezione non è piena di topic sui pelucchi dei frames, peccato però che ne è pieno il web e non solo.
Io poi posso non escludere niente a priori, ma dico solo che tra i fautori della scoperta eccezionale ed i prudenti dubbi c’è un abisso.
Per cui nessun timore di cadere nello stessa trappola: io sono in buona fede, chi ci vede per forza una struttura aliena no, semplicemente perché non può esserne certo, e nonostante ciò vende libelli che dicono il contrario.
Hai detto bene: a spada tratta la denominano torre aliena.
E questo poi comporta il solito gioco perverso che ben descrive l’amico Fienga in un’ intervista di tempo fa:
Mi piace quando si parla di “prove”: mi ricorda il concetto di “Prova” che studiai a proposito del Diritto (Civile e Penale): un “Universo” – anche quello – tutto da scoprire (e, forse ed in parte, da riscrivere…).
Ok, scherzi a parte mi piace parlare di “prove” poiché, oggi, nel Campo dell’Astronomia in generale ma, più in particolare, in quello della “Scienza di Confine”, del concetto di “prova” se ne fa un uso – a mio parere – davvero distorto ed ingannevole.
(…)
La prova, come ovvio, può anche essere usata, sussistendo le condizioni di cui sopra, non solo per dimostrare verità e sostanza di asserzioni e teorie, ma anche per interpretare un evento.
O un’asserzione.
O una teoria.
Se ci siamo su questo, ci siamo quasi su tutto. Dico “quasi”, perché è essenziale che questa “prova” – o “evidenza oggettiva” che dir si voglia –, per essere tale e per avere un senso logico, venga fornita da colui o da coloro che asseriscono qualcosa, o intendono sostanziare qualcosa, o vogliono dimostrare od interpretare qualcosa.
Oggi, invece, agendo sulla base di strane derive emozionali e pseudo-scientifiche (che poi sembrano essere diventate delle vere e proprie derive logiche), sembra che chiunque possa legittimamente e (ahinoi!) sensatamente asserire quel che vuole SENZA SOSTANZIARLO (con una o più “prove”, appunto), e con l’onere della dimostrazione dell’erroneità dell’asserzione (o della speculazione, della teoria, etc.) che viene posto a carico di (meglio: fatto cadere su) coloro che dissentono. Ora, io non penso che serva essere dei giuristi per comprendere istantaneamente ed istintivamente quanto questo modo di (s)ragionare sia perverso e pervertitore: allora chiunque può dire quello che vuole (dal fatto che la Luna abbia la crosta fatta di formaggio, all’idea per cui gli Anelli di Saturno sono in realtà uno sciame d’api spaziali che circumnaviga costantemente il pianeta) e l’onere di “provare” la bontà delle proprie asserzioni viene diabolicamente ribaltato su chi ascolta e, magari, civilmente dissente?
Insomma: non più “Dico questo e lo dimostro”, ma “Io dico questo e TU, se non sei d’accordo, dimostrami il contrario”.
Ma le pare logico questo modo di pensare?”
Tutto qui.
Un caro saluto!
Sicuramente, ma se leggi bene anche solo il titolo di questo topic, noterai un piccolo dettaglio importantissimo.. "
Strutture "aliene" sulla Luna?"
Qui tutti impariamo, nessuno ostenta verità, eccetto alcuni che ovviamente escludo a priori in questo ragionamento.
Abbiamo posto un dubbio, un quesito. Abbiamo portato una foto che ci è sembrata strana e ingannevole, non abbiamo urlato
all'alieno.
Dici sia corretto, invece, affermare con sicurezza e senza dubbio che sia un difetto fotografico?