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Stellare
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MessaggioInviato: 29/05/2010, 09:42 
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dark side ha scritto:

non me la sento di sparare a bossi per una debolezza , i figli sono la cosa piu' bella del mondo e anche lui ci vedra' un genio..... (e' dura pero')
mi inkazzo a mostro per la laureata con 110 e lode che si fa il mazzo per 800 euro al call! con la lettera di licenziamento firmata al momento dell'assunzione !
che bossi spiani la strada a suo figlio per carita'.... con quello che c'e' in italia che vuoi che sia, ma che l'adoratore del po e delle sue fetide acque faccia qualcosa anche per la ragazza, creando una societa' migliore, dove non esista il caporalato per i figli dei poveracci e castelli dorati per i figli dei potenti, cosa che con il nanetto e' impossibile, si prenda le sue camice verdi , porti avanti le sue idee con le sue forze uscendo fuori da quel guazzabuglio di melma di mafiosi e di corrotti ! solo allora dimostrera' di avere gli attributi come professa da tempo invece che farsi annacquare da president evil.



Pazienza, ci vuole pazienza ed anche la laureata con 110 e lode avrà cio che merita e non solo. I nemici si combattono seduti sul loro divano.[;)]



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MessaggioInviato: 29/05/2010, 12:22 
ecco, gia' che siete seduti nel loro divano, fate presto, federalizzatevi l'impossibile e poi uscite da quello schifo, mandateli via, sono tutti li.... dentro a forza mafia c'e' tutto cio' che non serve a questo paese, c'e' president evil, con i suoi ideologhi di ruberia, ci sono tutti gli scarti di mani pulite, i riciclati, gli evasori fiscali rex, i mafiosi, e tutto quel guazzabuglio di donne di facili costumi, porcelletti, muffe della televisione trash, bondi,schifani,letta,bonaiuti, e una serie interminabile di roiti , insomma na schifezza senza pari.



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MessaggioInviato: 29/05/2010, 13:51 
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dark side ha scritto:

ecco, gia' che siete seduti nel loro divano, fate presto, federalizzatevi l'impossibile e poi uscite da quello schifo, mandateli via, sono tutti li.... dentro a forza mafia c'e' tutto cio' che non serve a questo paese, c'e' president evil, con i suoi ideologhi di ruberia, ci sono tutti gli scarti di mani pulite, i riciclati, gli evasori fiscali rex, i mafiosi, e tutto quel guazzabuglio di donne di facili costumi, porcelletti, muffe della televisione trash, bondi,schifani,letta,bonaiuti, e una serie interminabile di roiti , insomma na schifezza senza pari.



lol ... ma quanto ti quoto?

In questi giorni di crisi profonda del berlusconismo, ho come l'impressione che tutti gli zerbini di regime stiano saltando come pesciolini nella padella.



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MessaggioInviato: 21/06/2010, 05:31 
S.Sede: Sepe collaborerà come da Concordato

Il cardinale collaborera' con la giustizia italiana,
'ogni ombra sarà diradata'


21 giugno, 00:01

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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 11665.html

--Il Vaticano esprime "stima" e "solidarietà" all'arcivescovo di Napoli, indagato per corruzione con l'ex ministro Lunardi, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti alla "cricca". Nell'omelia il cardinale cita il grande papa Giovanni Paolo II ricordandone il grido: non abbiate paura

SEPE AI CRONISTI, DOMANI DICO TUTTO - "Domani, domani dico tutto": così il cardinale Crescenzio Sepe ha risposto ai cronisti che, al suo ingresso nella basilica di San Lorenzo Maggiore, sollecitavano dichiarazioni sulla vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto. Sepe è stato accolto dall'applauso dei fedeli, riuniti per la celebrazione del 42.mo anniversario della comunità di Sant'Egidio, e dal prefetto di Napoli Alessandro Pansa che lo ha abbracciato e baciato.

LUNARDI, VOGLIO CAPIRE - "Voglio solo capire","al più presto andrò e chiarirò tutto" alla magistratura di Perugia. E' quanto assicura al Corriere della Sera l'ex ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, indagato con il cardinal Crescenzio Sepe nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti alla "cricca". Lunardi si dice sorpreso dalla notizia dell'avviso di garanzia. "Non so nulla - afferma - leggo queste cose sui giornali". Sui presunti favori ottenuti dal costruttore Diego Anemone, l'ex ministro dice: "Non ho mai detto di aver ricevuto favori da Anemone. Così come non ho mai voluto attaccare né Claudio Scajola, né il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso". C'era un'amicizia con Anemone? "Amici, insomma, conoscenti", replica Lunardi che aggiunge: "Ci siamo scambiati delle cortesie. Ma niente di che".

AVVENIRE,TACE IN PRIMA SU CARD.SEPE INDAGATO - Tace l'"Avvenire", in prima pagina,sul cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, indagato per corruzione dalla Procura di Perugia titolare dell'inchiesta sulla presunta cricca per i Grandi eventi. Bisogna arrivare a pagina 10 del quotidiano per essere informati sulla decisione degli inquirenti perugini di notificare un avviso di garanzia al cardinale Sepe e all'ex ministro Pietro Lunardi, ex responsabile del dicastero delle Infrastrutture.

INDAGATI CARD. SEPE E LUNARDI di Claudio Sebastiani e Matteo Guidelli
Il cardinale Crescenzio Sepe e l'ex ministro Pietro Lunardi sono indagati dalla procura di Perugia, titolare dell'inchiesta sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi. Due diversi filoni d'indagine nell'ambito dei quali all'arcivescovo di Napoli e all'ex responsabile del dicastero delle Infrastrutture sono stati notificati oggi avvisi di garanzia. Una svolta improvvisa che imprime una ulteriore accelerazione agli accertamenti. Nelle intenzioni degli inquirenti perugini c'era già l'intenzione di sentire in tempi brevi il cardinale Sepe e Lunardi, che ora compariranno davanti ai pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi come indagati. Forse in tempi più rapidi del previsto.

In serata comunque fonti vaticane hanno sottolineato che il cardinale "aveva già dato la sua disponibilità a parlare con i pm" e dunque "lo farà e chiarirà la sua posizione". La stessa fonte ha ribadito che il card.Sepe "ha detto di essere sereno e noi auspichiamo che anche questa fase dell'inchiesta sia portata avanti in un clima altrettanto sereno". Gli ulteriori sviluppi dell'indagine fanno riferimento entrambi alla figura del costruttore Diego Anemone, considerato personaggio centrale della presunta 'cricca'. E in entrambe le operazioni avrebbe avuto un ruolo Angelo Balducci, già nobiluomo di Sua Santità e presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici.

In particolare le accuse mosse al cardinale Sepe riguardano la vendita di alcuni palazzi e la ristrutturazione, sembra anche di edifici sacri, di Propaganda Fide (della quale Balducci è stato per un periodo consultore). Operazioni, queste ultime, svolte da aziende di Anemone. Il sospetto dei magistrati è che l'arcivescovo di Napoli - il quale all'epoca dei fatti contestati era al vertice di Propaganda Fide quello che è considerato il dicastero più ricco di tutta la Santa Sede e attraverso cui transita il denaro per le missioni in tutto il mondo - abbia ricevuto favori in cambio. E nella lista sequestrata in uno dei computer di Anemone ci sono diversi riferimenti a ristrutturazioni di edifici sacri o comunque appartamenti intestati a prelati, tra cui il duomo di Ancona e la chiesa di Santa Maria in Trivio a Fontana di Trevi. Il nome del cardinale Sepe compare nell'inchiesta perugina anche in relazione alla casa di via Giulia a Roma nella quale per un periodo abitò il capo della protezione civile Guido Bertolaso. E' stato infatti lo stesso sottosegretario a riferire agli inquirenti che l'appartamento gli venne messo a disposizione gratuitamente dal professor Francesco Silvano, collaboratore di Propaganda Fide. Sarebbe stato proprio il card.Sepe a indirizzare Bertolaso - ha spiegato lui stesso nell'interrogatorio a Perugia - al professor Silvano. Una vicenda ancora al vaglio degli inquirenti perché dall'indagine é invece emerso che l'appartamento è di proprietà di Raffaele Curi e a pagare l'affitto nel periodo in cui abitava lì il capo della protezione civile sarebbe stato l'architetto Angelo Zampolini, accusato nell'inchiesta perugina di avere riciclato denaro di provenienza illecita che gli investigatori sospettano provenire da Anemone. A Lunardi l'accusa di corruzione è stata invece contestata per la vendita e la ristrutturazione di un palazzo in via dei Prefetti a Roma, che compare anche nella cosiddetta Lista Anemone, al numero 26 dei lavori fatti nel 2004.

In un'intervista a Repubblica il 14 giugno scorso, è lo stesso Lunardi a ricostruire i passaggi della vicenda. "Arriva Balducci - ha spiegato l'ex ministro - e mi dice: Propaganda Fide sta mettendo a reddito i suoi duemila appartamenti. Mi porta la lista e io scelgo via dei Prefetti, dove trovo Anemone che sta ristrutturando il palazzo per conto di Propaganda Fide. Entro e chiedo di acquistare l'appartamento ma il cardinale Sepe prende tempo e mi concede di restare". Secondo la versione di Lunardi, il card.Sepe risponde 14 mesi dopo. "In quel periodo - ha detto ancora - non ho pagato l'affitto, mi hanno fatto la cortesia di ospitarmi gratis. Quando nel 2004 arriva la risposta, una banca valutò il palazzo 4 milioni e 160 mila euro, io ho acceso un mutuo da 2,8 milioni, più 600 mila euro miei. Zampolini mi ha avviato la denuncia di inizio attività per la ristrutturazione".

Il legame tra Anemone e Lunardi nasce nel 2002-2003. Il tramite fu Balducci. Sempre nell'intervista a Repubblica, l'ex ministro ha raccontato che Anemone "voleva sdebitarsi perché, con una telefonata a un funzionario della Banca di Roma, lo avevo aiutare ad acquistare i terreni su cui avrebbe edificato il Salaria sport village". "Anemone mi ha fatto lavori per 120 mila euro - ha concluso Lunardi -, a prezzo di costo".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/06/2010, 14:19 
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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 47279.html



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MessaggioInviato: 22/06/2010, 16:37 
Appalti: Authority lancia l'allarme corruzione, annienta gli onesti
L'organo di vigilanza: "Si annientano gli onesti".


Inchiesta G8, chiesto rinnovo misure cautelari

22 giugno, 13:22

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 93469.html

ROMA - La Procura di Roma ha formulato la richiesta al Gip di rinnovo delle misure cautelari nei confronti dei quattro, dei sette indagati, nell'inchiesta sull'appalto della scuola marescialli dei carabinieri di Firenze. Riguardano l'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, quello della Toscana, Fabio De Santis, l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e l'avvocato Guido Cerruti.

Le richieste dei magistrati romani, l'aggiunto Alberto Caperna e i sostituti Ilaria Calò e Roberto Felici, hanno interessato non solo i tre indagati, De Santis (tuttora in carcere), Piscicelli (ai domiciliari) e Cerruti (sottoposto ad obbligo di dimora), dal cui ricorso in Cassazione é scaturita la competenza romana sulla vicenda, ma anche Balducci, il cui difensore aveva evitato il ricorso alla Suprema Corte. Per tutti il reato ipotizzato è di corruzione. Il gip avrà ora tempo fino al 30 giugno per decidere sulle richieste, pena la revoca delle misure stesse per scadenza dei termini.

L'ALLARME DELL'AUTHORITY - "Il mancato rispetto delle regole e la presenza radicata e diffusa della corruzione è causa di una profonda e sleale alterazione delle condizioni concorrenziali che può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole ad uscire dal mercato". E' l'allarme lanciato dal presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, Luigi Giampaolino, che nella relazione annuale al Parlamento, sul 2009, ha rilevato "l'insorgere, all'interno della pubblica amministrazione, di gravi episodi di corruzione ed illegalità".

DA G8 A ABRUZZO, TROPPI LAVORI IN EMERGENZA - "Il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale" preoccupa l'Autorità di vigilanza sugli appalti che, nella relazione annuale al Parlamento, si è soffermata sul'affidamento di lavori pubblici gestito dalla protezione civile, dai "grandi eventi" (G8, mondiali di nuoto, celebrazioni per l'Unità d'Italia...) al terremoto in Abruzzo. C'é "il timore", avverte l'Authority, di "una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice degli appalti". Per l'Autorità "il continuo riproporsi dell'emergenza" fa cadere i requisiti di eccezionalità e imprevedibilità, che giustificherebbero poteri straordinari e ordinanze in deroga alle regole su procedure di gara a affidamenti, e comporta "una dilatazione dei tempi dell'intervento straordinario oltre ogni riferimento logico e funzionale legato all'emergenza stessa".

La nozione di "grande evento", sottolinea poi l'Autorità, "é stata applicata a fattispecie assai disomogenee e in ogni caso prive dei requisiti di imprevedibilità e urgenza". Nella relazione annuale L'Authority ha preso in esame anno per anno, dal 2001, l'andamento degli appalti gestiti "in regime di emergenza" con ordinanze di protezione civile. Ed ha rilevato una "tendenza all'incremento" raggiungendo nel 2009 il picco più alto per numero (49 ordinanze) e spesa globale (3,94 miliardi). Picco che "si giustifica prevalentemente" con l'emergenza del terremoto in Abruzzo. Negli ultimi dieci anni, sottolinea il presidente dell'Authority, Luigi Giampaolino, "una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per per investimenti relativi a contratti sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal Codice dei contratti degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei "grandi eventi", anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza".

37 MLD DEBITI P.A.,FINO 22 MESI PER PAGARE - I tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione "oscillano in un range che va da un minimo di 92 giorni ad un massimo di 664". Lo indica l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che, nella relazione annuale al Parlamento, stima in "circa 37 miliardi di euro, pari al 2,4% del Pil" la "la presunta esposizione debitoria " della P.A. Di cui "una parte consistente deriverebbe dalla gestione del sistema sanitario e dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani". Intanto la crisi non ha frenato i contratti pubblici pubblici che, nel 2009, considerando le gare di appalto di importo superiore a 150mila euro, hanno raggiunto un importo di 79,4 miliardi di euro, pari al 6,6% del Pil. Rispetto all'anno precedente c'é stato un aumento del 4,8%. (+2,6% in termini reali). L'impatto sull'occupazione, diretta e indiretta, "sarebbe dell'ordine di 32mila unità", che può arrivare a 50mila "se si aggiungono gli effetti di moltiplicazione sulla domanda interna".

E quanto ai primi tre mesi del 2010, da primi dati l'Autorità ha registrato un incremento dell'11% (a quota 17,3 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2009. La stabilizzazione della domanda, sottolinea il presidente dell'Autorità, Luigi Giampaolino, "ha attenuato l'intensità della relazione, incrementato la dotazione infrastrutturale del Paese e contenuto i costi occupazionali della crisi". Ma "la portata positiva di tale incremento di domanda è stata indubbiamente limitata dal diffuso problema dei ritardati pagamenti", causa "di pesanti implicazioni sull'equilibrio finanziario e, quindi, sullo sviluppo stesso sia delle imprese che del mercato". Quello dei ritardi dei pagamenti, ricorda l'Authorità, è una problematica particolarmente avvertita " dalle piccole e medie imprese in un momento di crisi economica e di maggiori difficoltà per l'accesso al credito.



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MessaggioInviato: 22/06/2010, 19:58 
A proposito, quello dell'Italia dei valori (sì, in contanti) è stato indagato, e nessuno ("logicamente") vedo che ne parla ... Non era quello che diceva che quando uno è indagato si doveva ... dimettere? Ahahahahah!
Ma sicuramente è protetto dai suoi amici (pardon, compagni) magistrati ...[:o)]




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E questa volta "c'azzecca"! Eeeeh! Se ci azzecca!




Rimborsi pubblici, guadagni privati.
Antonio Di Pietro indagato per truffa.

Antonio Di Pietro è indagato per truffa. L'ex compagno di partito Elio Veltri lo ha denunciato per presunti illeciti sui rimborsi elettorali percepiti a partire dal 2001. Rimborsi che sarebbero stati incassati non dal movimento politico Italia dei Valori, ma dall'associazione privata Italia dei Valori costituita dallo stesso Di Pietro insieme con altre persone. Il tutto, secondo Veltri, attraverso una serie di false autocertificazioni. E così la Procura di Roma ha iscritto l'ex pm nel registro degli indagati. Un atto dovuto in attesa che il pubblico ministero Attilio Pisani svolga i necessari accertamenti. Non è la prima volta che Tonino finisce nel mirino dei giudici per la vicenda dei rimborsi elettorali.

http://iltempo.ilsole24ore.com/politica ... vati.shtml

E tutti gli appartamenti che ha in Belgio, come se li è ... fatti?.[8)]




Di Pietro nei guai: indagato per truffa sui rimborsi all’Idv.

Che la gestione dei soldi all’interno dell’Italia dei Valori fosse un gran casino, il Giornale l’ha scritto e documentato almeno VENTICINQUE VOLTE.

L’ultima il 4 giugno scorso quando ha spiattellato i dettagli di una nuova inchiesta della procura di Roma che oggi ha portato il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, ad essere iscritto sul registro degli indagati. Il reato ipotizzato? Quello previsto dall’articolo 640 del codice penale: truffa.
La vicenda è nota ai lettori e riguarda presunti illeciti collegati alla riscossione dei rimborsi elettorali da parte del presidente del partito del gabbiano a far data dal 2004 (e forse prima), anno in cui l’ex pm di Mani Pulite si alleò per le Europee con il gruppo politico di Achille Occhetto, denominato il Cantiere, e con Elio Veltri, suo vecchio amico. Aperte le urne, conosciute le intenzioni di Tonino di tenersi i rimborsi per sé, Occhetto e Veltri promossero due, anzi tre iniziative. La prima contro l’Idv. La seconda contro la Camera (nei confronti della quale ottennero un clamoroso decreto ingiuntivo di rilevante importo). La terza sulla dicotomia Associazione Idv-Partito Idv approdata anche negli uffici giudiziari delle Capitale e sfociata in una serie di accertamenti della Gdf che hanno «obbligato» i pm romani Attilio Pisani e Alberto Caperna a mettere sott’inchiesta Di Pietro.
Stando agli esposti presentati a più riprese da Veltri, il politico di Montenero di Bisaccia avrebbe costituito ad hoc un’«associazione» privata composta da tre persone (lui, la moglie Susanna Mazzoleni, la tesoriera del partito Silvana Mura) spacciandola per il «movimento-partito» che al pari degli altri «partiti» è il solo autorizzato a presentare le liste e a incassare i fondi. Sostituzione giocata sull’omonimia se è vero che l’Associazione privata ha la stessa denominazione del Partito-Movimento. In questo modo, sempre secondo le carte in mano alla procura, l’«Associazione Italia dei Valori» si sarebbe sostituita al «Movimento-Partito Italia dei Valori» ricorrendo ad autodichiarazioni false al fine di ingannare i controllori della Camera dei Deputati e far confluire i rimborsi in un conto corrente bancario nella sola disponibilità dei soci dell’Associazione (Di Pietro, Mazzoleni, Mura) anziché in quella del Partito. Nonostante l’ordinanza del tribunale di Roma del 23 luglio 2008 abbia sancito la «diversità» fra i due soggetti giuridici, Di Pietro continua a rivendicare onestà e limpidezza di comportamenti sostenendo che l’Associazione «è il Partito».
Quando la questione dei soldi nel partito venne sollevata dal Giornale, Di Pietro corse (da solo) dal notaio e modificò (sempre da solo) lo statuto. Così a dicembre 2009, sulla scia di nuove carte che dimostravano la «diversità» dell’Associazione dal Partito, Tonino si è recato nuovamente dal notaio per evitare confusione, di nomi e di ruoli, per sanare eventuali anomalie e per ufficializzare, una volta per tutte, l’unicità dei due diversi soggetti. A differenza del solito, però, erano presenti anche i componenti dell’ufficio di presidenza del Partito (Donadi, Orlando e Belisario) che nero su bianco hanno ratificato la circostanza - essenziale per il percepimento dei fondi elettorali - che il codice fiscale del Partito (sino ad allora inesistente) era in realtà il numero «90024590128», guarda un po’ lo stesso, identico codice fiscale dell’Associazione di «famiglia» utilizzato per incassare i rimborsi elettorali. E così, come scrivevamo il 6 febbraio scorso, finiva in procura la prova documentale dello scippo del codice fiscale di un soggetto giuridico non legittimato a recepire i fondi pubblici (l’Associazione) a un soggetto giuridico che quella legittimazione ce l’avrebbe avuta ma non l’avrebbe potuta esercitare essendo sprovvisto del codice fiscale (il Partito). Ma non a Roma, bensì a Milano. Dove il presidente del tribunale, in persona, sollecitava gli ex colleghi di Tonino ad approfondire le contestazioni evidenziate da Veltri. Il pm Eugenio Fusco, esperto in questioni finanziarie, iscriveva la pratica a modello 44 ( notitia criminis infondata). Nemmeno quattro mesi dopo, quella stessa notizia infondata è stata giudicata fondata a Roma che ha iscritto Di Pietro a modello 21.
Dal suo blog Tonino ha diffuso una lunga memoria preannunciando querela all’ex amico Elio. «È sempre la solita storia trita e ritrita - scrive - già più volte si sono espresse le varie procure, archiviando il caso. Roma non poteva non procedere, anche questa volta, a seguito del solito esposto», ma ancora una volta «porteremo le carte per dimostrare che è tutto in regola, come peraltro hanno accertato ormai da tempo non solo plurime autorità giudiziarie, ma anche, da ultimo, l’Agenzia delle Entrate e gli organi di controllo amministrativi e contabili. Ci vuole pazienza, ci sono persone che non si rassegnano alla propria sconfitta politica e continuano ad infangare gli altri. Male non fare, paura non avere».

http://www.ilgiornale.it/interni/di_pie ... comments=1


Ultima modifica di Ufologo 555 il 22/06/2010, 20:28, modificato 1 volta in totale.


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Ufologo 555 ha scritto:

A proposito, quello dell'Italia dei valori (sì, in contanti) è stato indagato, e nessuno ("logicamente") vedo che ne parla ...


Perchè "logicamente"? I politici itaGliani sono praticamente tutti con la mano nella marmellata da tempo immemorabile (chi più chi meno).... e l'articolo che ho postato poco prima del tuo, lo dimostra ampiamente.

Ci sei solo tu, come l'ultimo dei moicani, a fare la differenza tra corrotti di destra e corrotti di sinistra. Ma quando la smetterai? Ma quando riuscirai ad andare oltre?

No eh? [:D]



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

A proposito, quello dell'Italia dei valori (sì, in contanti) è stato indagato, e nessuno ("logicamente") vedo che ne parla ...


Perchè "logicamente"? I politici itaGliani sono praticamente tutti con la mano nella marmellata da tempo immemorabile (chi più chi meno).... e l'articolo che ho postato poco prima del tuo, lo dimostra ampiamente.

Ci sei solo tu, come l'ultimo dei moicani, a fare la differenza tra corrotti di destra e corrotti di sinistra. Ma quando la smetterai? Ma quando riuscirai ad andare oltre?

No eh? [:D]


Vero, da quando il federalismo è diventato una chimera, Massi sembra rimasto solo come il giapponese nella foresta di Guam [:o)]



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Cita:
eSQueL ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

A proposito, quello dell'Italia dei valori (sì, in contanti) è stato indagato, e nessuno ("logicamente") vedo che ne parla ...


Perchè "logicamente"? I politici itaGliani sono praticamente tutti con la mano nella marmellata da tempo immemorabile (chi più chi meno).... e l'articolo che ho postato poco prima del tuo, lo dimostra ampiamente.

Ci sei solo tu, come l'ultimo dei moicani, a fare la differenza tra corrotti di destra e corrotti di sinistra. Ma quando la smetterai? Ma quando riuscirai ad andare oltre?

No eh? [:D]


Vero, da quando il federalismo è diventato una chimera, Massi sembra rimasto solo come il giapponese nella foresta di Guam [:o)]


Stanno approvando i decreti attuativi sul federalismo e non vedo come possano tornare indietro.
Però in politica non si sa mai.



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MessaggioInviato: 22/06/2010, 23:15 
lol ... green ... lol ... green ... sembra una texture

Ormai, lo sanno anche i giappi che il federalismo in Italia è una sòla. No, mi sbaglio .. un bel nagotin d'or [:o)]

Neh, vi conviene pensare seriamente alla secessione ... tutti dietro a Castelli e Calderoli con la roncola e la schiscèta ... [8)]


Ultima modifica di eSQueL il 22/06/2010, 23:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/06/2010, 23:19 
se Di Pietro ha fatto illeciti dovrebbe andare dove Berlusconi dovrebbe gia' essere dal 1996.
sinceramente roba che viene fuori dal "giornale" di Feltri per me e' spazzatura come i tg di Fede e le dichiarazioni di Bondi e Bonaiuti.

non siamo al corvo che dice al merlo , come sei nero.

comunque per completezza.... e' un po' lungo...

Rimborsi elettorali: Di Pietro indagato. Un film gia' visto


La Procura della Repubblica di Roma ha fatto il suo dovere. Dopo aver ricevuto una denuncia contro di me da parte del solito onorevole Elio Veltri ha proceduto come si fa sempre in questi casi: mi ha iscritto nel registro degli indagati, come si rileva dall’agenzia stampa di oggi (cfr all. 1).
Anche stavolta ribadisco quello che ho sempre sostenuto: male non fare, paura non avere. Fornirò alla Procura di Roma tutte le spiegazioni del caso, corredate dalla relativa documentazione e chiamerò a testimoniare l’intero esecutivo nazionale di IdV per dimostrare che è tutto in regola e che né io né i miei collaboratori ci dobbiamo vergognare di nulla. Ma, anzi, dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per contrastare il malaffare e ridare dignità a questo Paese.
Nell’attesa, però, che le indagini giudiziarie facciano il loro corso, sento il dovere (ma, confesso, anche il piacere) di mettere subito a conoscenza i lettori, gli elettori e tutta l’opinione pubblica di come stanno in realtà le cose. Pubblico, qui di seguito, una dettagliata memoria esplicativa con allegati tutti i documenti ivi richiamati che consegnerò al giudice e mi scuso, da subito, per la pedanteria, ma è ora di dire basta alle illazioni ed alle falsità che circolano intorno all’Italia dei Valori.
Riepilogo, innanzitutto, l’oggetto del contendere. L’onorevole Veltri mi ha denunciato perché – a seguito delle elezioni al Parlamento europeo del lontano 2004 in cui egli si era candidato con una lista presentata da IdV con il simbolo “Società civile, Di Pietro, Occhetto” – ora ritiene di avere diritto ad una quota del rimborso elettorale che IdV ha ottenuto in quell’occasione, sostenendo che egli si sarebbe candidato per conto di altra associazione politica, diversa da IdV. Cosa che né io né il partito siamo disposti a concedere.
Inoltre, Veltri sostiene che i rimborsi elettorali attribuiti al partito IdV siano stati da me dirottati ad altra entità giuridica, diversa dal partito originario. Anche quest’altra lamentela non ha alcun fondamento, come già è stato accertato numerose volte dalle varie Autorità giudiziarie civili, penali e amministrative. Si tratta, quindi, di una minestra riscaldata che viene riproposta per l’ennesima volta al solo scopo di delegittimare la mia persona ed il partito IdV in un importante momento della dialettica politica nazionale.
Peraltro, l’onorevole Veltri non è nuovo ad accuse infondate nei miei confronti. Di recente è stato, infatti, condannato in primo grado dal Tribunale di Monza a risarcirmi con oltre 50 mila euro di danno per avermi diffamato, sostenendo che io avevo iscritto al partito dei mafiosi. Risarcimento, peraltro, non pagato personalmente da lui ma dalla società editrice di Paolo Berlusconi, proprietario della testata giornalistica su cui la diffamazione è avvenuta. Anche la denuncia, di cui trattiamo oggi, è già stata oggetto di pubblicazione sui soliti quotidiani, appena depositata in Procura (e questo non per colpa dei magistrati, sia chiaro), come, ad esempio, su Il Messaggero del 4 giugno 2010 (cfr. all. 2) .

Ecco qui di seguito la mia versione dei fatti ed i relativi documenti:

A – LE MOTIVAZIONI DELL’ESPOSTO DI ELIO VELTRI:
Elio Veltri sostiene che tre singole persone (Di Pietro – Mura - Mazzoleni), si siano fraudolentemente impossessate dei rimborsi elettorali ricevuti dal partito “Italia dei Valori” in occasione delle elezioni per il Parlamento europeo del 2004, utilizzando lo schermo di un’associazione avente la stessa denominazione del partito.
Trattasi di una falsità assoluta, che può essere facilmente e documentalmente smontata. Dapprima, però, è opportuno inquadrare il contesto da cui nasce il rancore e la frustrazione dell’on.le Veltri.
Elio Veltri, per mezzo dell’associazione il Cantiere, ha promosso diversi giudizi - che hanno coinvolto anche la Camera dei Deputati, chiamata anch’essa inopinatamente in causa - in cui detta associazione ha tentato, ovviamente senza riuscirvi, di “mettere le mani” sul 50% dei rimborsi elettorali percepiti dall’Italia dei Valori in occasione delle elezioni al Parlamento Europeo del maggio 2004, assumendo che in quella occasione vi sarebbe stata la presentazione congiunta delle liste da parte di entrambi le formazioni politiche.
Produco subito - e tanto per inquadrare la temerarietà della pretesa - la prova documentale che smonta del tutto l’assurda richiesta avanzata da “Il Cantiere”, ovvero l’atto costitutivo di tale associazione, che è del 14 gennaio 2005 (all. 3), mentre le elezioni europee a cui taluni suoi futuri esponenti hanno partecipato sotto le liste di IDV sono avvenute il 12 e 13 giugno 2004: per definizione e per logica matematica, quindi, non poteva esservi stato alcun accordo con chi prima nemmeno materialmente e giuridicamente esisteva.
La verità è molto più lineare: il partito Italia dei Valori si è presentato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 12 e 13 giugno 2004 in tutte le circoscrizioni con proprie liste elettorali sotto il simbolo composito “Italia dei Valori – Società Civile - Di Pietro Occhetto” come risulta dall’attestazione del Ministero dell’Interno del 27.04.04 (cfr. all. 4), da cui pure risulta che il predetto simbolo è di esclusiva e piena disponibilità di IDV.
Tra le diverse personalità che si sono presentate con le liste dell’Italia dei Valori vi sono state anche, oltre l’On. Veltri, l’On. Achille Occhetto e l’On. Giulietto Chiesa, persone esterne al partito ed indipendenti rispetto ad esso.
Costoro, addirittura, ebbero a sottoscrivere – come tutti gli altri candidati, d’altronde - un attestato notarile in cui riconoscevano che il contrassegno ed i rimborsi elettorali competevano esclusivamente ad IDV (all. 5).
L’IDV ha ottenuto due seggi all’esito della competizione elettorale e, in forza di tale risultato, ha conseguito il diritto a percepire i rimborsi elettorali previsti ex lege.
Senonchè nel 2007 i predetti Chiesa ed Occhetto – dopo aver costituito nel 2005 l’associazione Il Cantiere - si sono rivolti al giudice per ottenere, sia da IDV sia direttamente dalla Camera dei Deputati, parte dei rimborsi elettorali spettanti a IDV per le elezioni suddette.
La causa di merito è ancora in corso, ma nel frattempo sono intervenute – da parte del Tribunale di Roma - ben due lapidarie ordinanze di rigetto di provvisoria esecuzione avanzate da Il Cantiere che di fatto e di diritto escludono ogni pretesa avversaria.
La prima è del G.I. dott. Oddi, che, con ordinanza di rigetto n. 22077/08 del 22.07.2008 (all. 6) , così si è espresso:
“…il diritto fatto valere (da il Cantiere) … non appare sussistere poiché:
il Cantiere – associazione politica fondata il 14.01.2005 data ampiamente successiva alle consultazioni elettorali tenutesi il 12 e 13 giugno 2004 – non può aver sostenuto le spese oggetto del rimborso de quo;
il Cantiere neppure sembra potersi qualificare successore (non è precisato se particolare o universale) de “I Riformatori dell’Ulivo”, che a dire dell’opposto (il Cantiere) avrebbe partecipato alla competizione elettorale in forma federata con Italia dei Valori ed avrebbe perciò diritto a pretendere il rimborso, per due ordini di ragioni: in primo luogo, né nell’atto costitutivo né nel manifesto politico denominato “carta di intenti”, né in alcuno degli altri documenti prodotti e riferibili a Il Cantiere la veste di successore è mai, neppure indirettamente, rivendicata; in secondo luogo, un’eventuale successione sul piano politico a I Riformatori per l’Ulivo non assume alcun rilievo giuridico, posto che il procedimento successorio produce degli effetti della traslazione dell’intero patrimonio giuridico di alcune o anche di una sola situazione giuridica soggettiva di quel patrimonio da un soggetto di diritto ad un altro solo se vi sia una forma espressa di volontà del dante causa in tal senso o lo prevede espressamente la legge: nulla di tutto questo è dato riscontrare nella fattispecie in esame;
la circostanza che le stesse persone fisiche abbiano dato vita dapprima ai Riformatori per l’Ulivo e poi a Il Cantiere, ferma restando la continuità di intenti, se può assumere un qualche rilievo sul piano politico, non ha alcuna importanza sub specie iuris, poiché dimostra, al più, quei soggetti che hanno dato vita a due distinte aggregazioni, diversamente denominate, per perseguire gli stessi obiettivi politici;
peraltro I Riformatori per l’Ulivo non sembrano avere assunto la connotazione di un soggetto di diritto (associazione o altro organismo collettivo che possa essere stato centro di imputazione di rapporti giuridici), posto che non risulta prodotto (in quanto non risulta mai essere stato redatto) l’atto di costituzione previsto dall’art. 14 c.c. e posto altresì che, dalla documentazione acquisita, non è dato desumere alcun elemento che induca a ritenere l’esistenza, giuridicamente rilevante, di un simile soggetto di diritto;
ben diversamente la documentazione prodotta dimostra che la denominazione “Riformatori per l’Ulivo” era una mera designazione di un’area politica, interna allo schieramento del centro – sinistra ma ciò non è sufficiente ad integrare un soggetto di diritto
La seconda ordinanza, sempre dello stesso G.I. di Roma è del 07.10.08 ed in essa il giudice, dopo aver richiamato e fatto proprie le argomentazioni già espresse nella precedente ordinanza, testualmente afferma che “…la domanda è priva del requisito del fumus boni juris…”.(cfr. all. 7).
Nel merito, essendo la causa ancora in corso - e per quanto possa interessare in questa sede – si allega alla presente memoria la seguente documentazione di parte IDV (con annessa documentazione ivi richiamata):
comparsa di costituzione e risposta del 18 luglio 2008 (all. 8);
note di udienza del 18 luglio 2008 (all. 9);
memorie ex art. 183 VI co n. 1 cpc (all. 10);
memorie ex art. 183 VI co n. 2 cpc (all. 11);
memorie ex art. 183 VI co n. 3 cpc (all. 11 bis);
Nonostante la bruciante sconfitta giudiziaria, quelli de Il Cantiere (e Veltri con essi e per essi) azzardano un’altra carta processuale: quella di far dichiarare non più esistente l‘Italia dei Valori per mancanza della pluralità degli associati. A tal fine, essi depositano nel luglio 2007 un’istanza di nomina di liquidatore dell’IDV innanzi il Tribunale di Milano.
Il Procedimento di Volontaria Giurisdizione è stato contraddistinto con il rgn 5522/07 e il Presidente del Tribunale Dott. Tarantola fissava l’udienza per la comparizione delle parti al 29/09/2007 e nel contraddittorio delle parti costituite il prefato Tribunale, previa acquisizione del parere del P.M., con provvedimento del 22/10/2007, accertando che il partito IDV è perfettamente in grado di funzionare e raggiungere i suoi scopi, ha rigettato l’istanza di nomina di liquidatore (cfr. all. 12).
Già queste prime argomentazioni e queste prime produzioni documentali possono essere sufficienti per far rilevare come, anche in sede di causa civile, Il Cantiere - dopo aver preso atto della insostenibilità della propria pretesa a vedersi riconosciuta una quota dei rimborsi elettorali - ha cercato e sta cercando in tutti i modi di intralciare il diritto di IDV ad ottenere a sua volta i rimborsi a lei spettanti, adombrando dapprima l’inesistenza della formazione politica e poi addirittura ed al contrario l’esistenza di un doppio soggetto giuridico - il partito e l’associazione di IDV - il primo per fare politica ed il secondo per incassare privatamente i rimborsi.

B – IL PARTITO “ITALIA DEI VALORI”:
L’Italia dei Valori non è un’associazione familiare o personale, come si vuol tentare di far credere. Certo, come tutti gli altri partiti e le totalità delle associazioni, è nato per iniziativa ed impulso del suo fondatore come da atto costitutivo e relativo Statuto a suo tempo redatto (cfr. all. 13).
Nel corso degli anni, però, il partito ha avuto modo di affermarsi e radicarsi costantemente nel territorio ed è oramai un partito politico di caratura nazionale, presente come autonomo “Gruppo politico” alla Camera dei Deputati (all. 14), al Senato della Repubblica (all. 15), al Parlamento europeo (all. 16), in quasi tutti i Consigli regionali (all. 17), in molti Consigli provinciali ed in una miriade di Consigli Comunali.
Lo Statuto iniziale di IDV è stato modificato diverse volte per renderlo man mano corrispondente alle sempre maggiori attività e responsabilità che il partito è andato assumendo nel corso degli anni ed attualmente lo statuto vigente è quello varato con atto notarile Rep. 36329 – Racc. 12.113 del 01 dicembre 2009 (all. 23), modificativo del precedente del 19 gennaio 2009 (all. 24).
Preme, anche in questa sede, ribadire che il movimento politico Italia dei Valori e l’associazione politica avente statutariamente lo stesso nome non sono due entità diverse - come vorrebbe far credere l’On. Elio Veltri (già smentito dai tribunali civili e penali).
L’Italia dei Valori ha sempre avuto una ed una sola “soggettività giuridica” e come tale è stata sempre esteriorizzata. Produco al riguardo la seguente prova documentale:
unicità di codice fiscale ed unica partita IVA, sia che IDV la si voglia chiamare “associazione” che “partito”;(cfr. all. 25). Pertanto è assolutamente mistificatorio asserire - come hanno tentato di insinuare Veltri e quelli de Il Giornale - che esisterebbero due realtà associative: una facente capo a pochi intimi, titolari della posizione fiscale CF 9002459028 ed un’altra posizione fiscale facente capo al partito IDV (posizione fiscale che invece non esiste e non è mai esistita, né è mai stata esteriorizzata in alcun modo).
unicità della titolarità dei conti corrente ove sono stati fatti affluire i rimborsi elettorali e da cui sono state effettuate le relative spese elettorali e di gestione: qualsiasi rimborso elettorale ricevuto da IDV non è mai transitato da conti correnti del partito a quelli dell’Associazione o viceversa proprio perché non vi sono mai stati duplicazioni di conti o storni di fondi dall’unica Tesoreria di cui il partito-associazione si è dotato, come da documentazione prodotta agli organi competenti nel corso degli anni; (cfr. all. 26);
unicità dei bilanci annuali (e delle allegate relazioni sulla gestione) presentati da Italia dei Valori agli Organi di controllo (cfr. all. 27). Anche da essi si evidenzia e si dimostra che l’Associazione ed il partito IDV hanno la stessa soggettività giuridica;
unicità dei rendiconti presentati da Italia dei Valori con riferimento alle spese elettorali sostenute nelle varie campagne elettorali (all. 28). Se l’associazione fosse stata una realtà diversa dal partito, non avrebbe mai potuto pagare le ingenti somme sostenute per le campagne elettorali e per l’attività politica. Dai bilanci e dalle relazioni allegate risulta per tabulas che l’unica fonte di finanziamento del partito sono stati direttamente i rimborsi elettorali, rimborsi che non sono mai passati prima nella titolarità di altre associazioni se non il partito medesimo;
unicità della sede: lo stesso statuto IDV (art. n. 1) espressamente specifica che – oltre alla sede legale di Milano - l’IDV si è dato anche una sede politica a Roma di talchè è errato ritenere che a Roma ci sia la sede del partito e a Milano quella dell’associazione. E’ sempre e solo lo stesso soggetto giuridico ad aver aperto entrambe le sedi (all. 29);
unicità di legale rappresentanza: è sempre e solo lo stesso tesoriere ad agire in nome e per conto di IDV, sia che lo si voglia definire “partito” o “associazione” (all. 30);
unicità di presentazione delle liste e di deposito del contrassegno nelle competizioni elettorali politiche ed amministrative, come esemplificativamente rilevasi da alcuni dei tanti documenti depositati al Parlamento, al Ministero dell’Interno ed agli organismi elettorali territorialmente competenti (all. 31);
unicità del soggetto giuridico che infine è reso ancor più evidente dal nuovo Statuto approvato il 19.01.2009 in cui – proprio per evitare malevoli interpretazioni – è stato esplicitato che il “partito” nazionale IDV è “altrimenti denominato” “associazione” IDV: ragion per cui trattasi sempre e comunque dello stesso soggetto di diritto (cfr. precedenti allegati 23 e 24).
Ma vi è di più. E’ stata la stessa Camera dei Deputati, investita formalmente della questione ad affermare – nel rigettare il ricorso prestato da Il Cantiere – che “… l’asserita distinzione soggettiva tra Associazione e Movimento Politico “Italia dei Valori non risulta rilevante ai fini del soggetto elettorale avente titolo ai rimborsi (e cioè la lista elettorale “Italia dei Valori – Lista Di Pietro”) e delle persone fisiche titolate a ricevere i rimborsi per conto di detta lista (gli autocertificati rappresentanti della medesima)…” (cfr. deliberazione Camera Deputati n. 35 del 29 luglio 2008, all. 32).
Insomma il partito e l’associazione sono la stessa cosa, un solo e medesimo soggetto giuridico.
In sostanza l’Italia dei Valori si è comportata alla stessa stregua di tanti altri partiti, prevedendo clausole statutarie di garanzia per la funzionalità del partito e per metterlo al riparo dai tanti soggetti strani che girovagano di partito in partito alla ricerca di occasioni propizie per spillare qualche quattrino o qualche vantaggio indebito (come nel caso si specie!).
Del tutto fuori luogo, quindi, sono le mille elucubrazioni rinvenibili nelle argomentazioni di Veltri e degli altri esponenti de Il Cantiere per cercare di dimostrare che lo Statuto di IDV preveda o aveva previsto clausole organizzative a maglie così strette da rimettere tutte le decisioni in capo al solo socio fondatore Antonio Di Pietro. Non è vero (basta leggere lo Statuto nella sua attuale versione definitiva per averne la riprova) ma - anche se fosse - ciò rientra nella libera facoltà dei soci e aderenti dell’associazione, come previsto e tutelato dall’art. 36 c.c.. Peraltro e per inciso, vale la pena ricordare, anche se è fatto notorio, che - per i partiti politici - a tutt’oggi non esiste un Regolamento codificato a cui far riferimento e quindi anche per loro vale il principio della totale libertà di stabilire proprie regole interne di funzionamento e di amministrazione.
Come emerge per tabulas, la posizione fiscale è in realtà unica, il soggetto giuridico che si è presentato e si presenta alle elezioni e fa politica è uno ed uno solo – l’Italia dei Valori – ed i rimborsi elettorali ricevuti ed incassati sono sempre rimasti nella disponibilità di una sola Tesoreria ed ivi si trovano (al netto delle spese elettorali e di gestione sostenute e documentate) anche ora, dopo l’avvento del nuovo e vigente Statuto del partito.
Insomma non è proprio vera – ed anzi è gravemente calunniosa e diffamatoria - l’affermazione di Elio Veltri laddove afferma – come dichiara il Messaggero del 4 giugno scorso - che “la richiesta e la gestione dei fondi elettorali sarebbero così nella esclusiva disponibilità dei tre componenti dell’associazione” e ciò “lo dimostrerebbe il fatto che il movimento non abbia chiesto il codice fiscale, condizione necessaria per percepire il denaro”. Il codice fiscale è stato chiesto eccome, ed è stato anche ottenuto. E’ il n.ro 9002459028 8 cfr. precedente all. 25) . Tale numero è sempre stato uno ed uno solo proprio e solo perché uno ed uno solo è il soggetto giuridico Italia dei Valori. Ed infatti è sempre con lo stesso codice fiscale che Italia dei Valori ha incassato nel tempo i rimborsi elettorali, ha effettuato tutte le spese occorrenti alla gestione del partito ed ha trattenuto negli stessi depositi bancari le somme non spese, ove – ripetesi - trovansi tuttora!!!

C – CORRETTEZZA BILANCI E RIMBORSI ELETTORALI IDV:
I rimborsi elettorali erogati dalla Camera dei Deputati sono confluiti nelle casse di Italia dei Valori (soggetto, ripetesi, unitario) e da IDV sempre utilizzati esclusivamente per finalità di istituto.
Si contesta, pertanto, con tutta la forza e l’indignazione possibile l’assunto secondo cui sarebbero stati realizzati due “entità distinte” – l’associazione personale Italia dei Valori ed il partito Italia dei Valori – con finalità diverse: il partito per fare politica e l’associazione per incassare privatamente i rimborsi elettorali.
Mai alcun euro di rimborso elettorale è stato incassato privatamente da chicchessia e gli avanzi di gestione, man mano che sono maturati, sono sempre rimasti interamente nelle mani e nella disponibilità esclusiva della Tesoreria del partito.
Sempre avendo riguardo alla asserita “doppia partita contabile” (in realtà, ripetesi, inesistente) tra associazione e partito, evocata da quelli de Il Cantiere e da alcuni pseudo-giornalisti , giova in questa sede riferire che sul punto si è già espresso, e per ben cinque volte, lo stesso Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati riconoscendo la legittimità dell’operato di IDV, del suo Statuto e dei suoi bilanci e rendiconti, con esplicito rigetto delle istanze ex adverso avanzate da Il Cantiere.
In particolare la Camera dei Deputati ha respinto per tre volte le istanze - tendenti a far disconoscere il diritto di IDV a ricevere i rimborsi elettorali - avanzate da Occhetto per conto de Il Cantiere e per due volte quelle avanzate da un altro ricorrente, tale Di Domenico aventi lo stesso oggetto, come dimostra la seguente documentazione:
delibera Camera dei Deputati 26.10. 2004 – Di Domenico (cfr. all. 33);
delibera Camera dei Deputati 26 luglio 2005 – Il Cantiere (cfr. all. 34);
delibera Camera dei Deputati 26 luglio 2007 – Il Cantiere (cfr. all. 35);
delibera Camera dei Deputati 26 febbraio 08 – Il Cantiere (cfr. all. 36);
delibera Camera dei Deputati 29 luglio 2008 – Il Cantiere (cfr. all. 37);
Anche tutti gli altri organi amministrativi, giudiziari e di controllo hanno sempre riscontrato la legittimità dello Statuto così come adottato e la correttezza delle appostazioni di bilancio e della rendicontazione presentata da IDV, ogni qual volta detta documentazione è stata richiesta.
In particolare, la Camera dei Deputati ha sempre avuto modo di esaminare lo Statuto e l’atto costitutivo di IDV ogni qual volta fantomatiche associazioni (leggasi Il Cantiere) hanno avanzato pretese nei confronti dell’IDV senza che detto organo sollevasse alcun rilievo e/o obiezione.
Ed infatti questi organi hanno sempre ritenuto legittime le clausole statuarie previste dai soci di IDV, proprio perché trattasi di un diritto costituzionale riconosciuto a chiunque quello di associarsi “liberamente” per costituire associazioni politiche sotto qualsiasi forma e nel modo ritenuto più opportuno.
Anche le Autorità di controllo hanno sempre confermato la legittimità dei finanziamenti ottenuti da IDV e la correttezza dei bilanci e dei rendiconti predisposti e depositati da IDV.
A riprova di ciò si depositano i seguenti Referti rilasciati nel corso degli anni dal Collegio di Controllo sulle spese elettorali della Corte dei Conti, riguardanti il partito Italia dei Valori:
referto Corte dei Conti per le elezioni al Parlamento italiano del 13 maggio 2001 in cui si attesta la regolarità dei rendiconti IDV (all. 38);
referto della Corte dei Conti sui consuntivi presentati da IDV a seguito delle elezioni al Parlamento europeo del 12 e 13 giugno 2004 in cui se ne attesta la regolarità (all. 39);
referto della Corte dei Conti sui consuntivi presentati da IDV a seguito delle elezioni regionali del 2005 in cui se ne attesta la regolarità (all. 40);
referto della Corte dei Conti sui consuntivi presentati da IDV a seguito delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 in cui se ne attesta la regolarità (all. 41);
referto della Corte dei Conti sui consuntivi presentati da IDV a seguito delle elezioni regionali Molise del 5 e 6 novembre 2006 in cui se ne attesta la regolarità (all. 42);
referto della Corte dei Conti sui consuntivi presentati da IDV a seguito delle elezioni politiche 2008 in cui se ne attesta la regolarità.
In relazione alle elezioni al Parlamento europeo del 2009, la Corte dei Conti non ancora ha rilasciato materialmente al Presidente della Camera i referti relativi a tutti i partiti che hanno partecipato alla competizione elettorale.
Anche l’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati d’intesa con il Presidente del Senato, organo costituzionale a cui è demandato il compito di certificare la regolarità dei bilanci dei partiti, ha avuto modo di riscontrare e dare atto dell’assoluta regolarità dei bilanci (rectius Rendiconti di esercizio) redatti e prodotti da IDV dalla sua costituzione ad oggi, come dimostrato dalla seguente documentazione:
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al Rendiconto 2001 (cfr. all. 44);
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al rendiconto 2002 di IDV (cfr. all. 45);
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al rendiconto 2003 di IDV (cfr. all. 46);
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al rendiconto 2004 di IDV (cfr. all. 47);
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al rendiconto 2005 di IDV (cfr. all. 48);
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al rendiconto 2006 di IDV (cfr. all. 49);
attestazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in relazione al rendiconto 2007 di IDV;
Ad ogni buon conto – e per una migliore e più esaustiva cognizione e conoscenza da parte di codesta Autorità - si allegano i bilanci di IDV dalla sua costituzione ad oggi, così come sono stati depositati alla Camera dei Deputati e pubblicati nelle forme di legge:
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2001 (all. 51);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2002 (all. 52);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2003 (all. 53);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2004 (all. 54);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2005 (all. 55);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2006 (all. 56);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2007 (all. 57);
Rendiconto esercizio, relazione gestione e nota integrativa 2008 (all. 58);
Ovviamente manca il rendiconto relativo all’anno 2009, semplicemente perché non ancora scadono i termini per la presentazione (30 giugno 2010).
In conclusione, vi è la prova documentale della correttezza e regolarità della gestione finanziaria del partito Italia dei Valori.
Nessuno si è appropriato indebitamente del denaro erogato dallo Stato né lo ha utilizzato per fini diversi da quelli previsti dalla legge. Anzi, semmai, è proprio il tentativo – portato avanti anche da Elio Veltri - di bloccare i finanziamenti dovuti ad IDV per la sua attività politica a configurare una violazione del diritto costituzionale dei cittadini ad associarsi liberamente ed a partecipare in regime di pari opportunità alle varie competizioni elettorali.

D – INTERVENUTO GIUDICATO SUI FATTI DI CAUSA:
Pur nella consapevolezza che le questioni preliminari vanno affrontate e risolte preventivamente al merito, mi permetto solo ora di farne menzione in quanto sia io che gli altri dirigenti del partito abbiamo voluto soprattutto rimarcare la correttezza dei nostri comportamenti e l’infondatezza delle allusioni pubblicate.
Orbene, mi preme osservare che i fatti esposti da Veltri e di cui dà conto l’articolo sopra indicato sono stati già oggetto di approfondite indagini da parte di diverse Procure della Repubblica in occasione di analoghi esposti proposti da tale Mario Di Domenico, altro soggetto rancoroso verso l’Italia dei Valori ed ora collegato a Veltri.
Si tralasciano in questa sede le ben 17 cause civili e amministrative che hanno visto soccombente il Di Domenico ma si allegano i seguenti tre consecutivi decreti di archiviazione, emessi dal giudice penale nei miei confronti da cui risulta accertato che nella gestione del Partito IDV non è stato commesso alcun reato da chicchessia:
ll G.I.P. di Roma, dr. Imperiali, nel procedimento penale nei confronti dell’On. Di Pietro, n 81/07 RGPM – 4620/07, ha emesso decreto di archiviazione per insussistenza dei fatti (all. 59), su conforme richiesta di archiviazione del P.M. dr. Amato (all. 60).
il G.I.P. di Roma, dr. Silvestri, nel procedimento penale nrg 7739/09 instaurato nei confronti dell’On. Di Pietro, ha emesso decreto di archiviazione sempre per insussistenza dei fatti (all. 61), su conforme richiesta del PM dr. Pollidori (all. 62);
Il G.I.P. dott.ssa Cristina Marzagalli, del Tribunale di Busto Arsizio, nel procedimento penale nrg 1038/09 aperto nei confronti di Di Pietro e Mura sempre per gli stessi fatti ha disposto l’archiviazione (all. 63) su conforme richiesta del P.M. procedente richiesta di archiviazione per ne bis in idem oltre che per ulteriori ragioni di merito e processuali (all. 64).
È evidente, quindi, che nessuna irregolarità è stata riscontrata nonostante le approfondite indagini svolte: questo in quanto la gestione del partito IDV è da sempre stata trasparente in ogni suo aspetto e, per come è stato dimostrato per tabulas, tutti i rimborsi percepiti da IDV sono stati regolarmente rendicontati.

E – IL RUOLO POLITICO DEL DENUNCIANTE VELTRI:
So bene non essere questa la sede per far valere i miei diritti e quelli degli altri dirigenti del partito nei confronti delle continue diffamazioni, denigrazioni e falsità che Elio Veltri – ed altri in concorso con lui - propinano all’opinione pubblica italiana.
Devo rimarcare, però, come la reiterazione del ricorso a plurime A.G. per plurime volte nonché le ostentate pubblicazioni delle denunce stesse (subito riprese da organi di stampa compiacenti) non sono altro che un’evidente ritorsione politica nei miei e del partito Italia dei Valori. Ritorsione e rancore ancora più evidenti se si considera che Elio Veltri è già stato ritenuto responsabile di diffamazione aggravata nei miei confronti e per questo condannato, in solido con altri, a risarcire la parte civile con 44.000 euro di danni, come risulta dalla sentenza di primo grado, provvisoriamente esecutiva, del Tribunale di Monza n.ro 634/10 del 18.01.2010 (cfr. all. 65).

F – CONCLUSIONI:
Fin qui i fatti – documentati e provati – nella loro nuda e cruda realtà. Fatti che smentiscono totalmente le elucubrazioni dell’esponente e le conseguenti illazioni, strumentalizzazioni e denigrazioni contenute sui soliti organi di stampa.
Ora non mi resta che attendere fiducioso la valutazione del giudice, nei cui confronti mi sono già messo a disposizione perché – come dicevo all’inizio – “male non fare, paura non avere”.

qui' tutti gli allegati
http://www.antoniodipietro.com/2010/06/ ... lm_gi.html

quando si spara , si deve anche verificare se non si sparano minzolinate.


Ultima modifica di dark side il 22/06/2010, 23:23, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/06/2010, 00:13 
Cita:
eSQueL ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

A proposito, quello dell'Italia dei valori (sì, in contanti) è stato indagato, e nessuno ("logicamente") vedo che ne parla ...


Perchè "logicamente"? I politici itaGliani sono praticamente tutti con la mano nella marmellata da tempo immemorabile (chi più chi meno).... e l'articolo che ho postato poco prima del tuo, lo dimostra ampiamente.

Ci sei solo tu, come l'ultimo dei moicani, a fare la differenza tra corrotti di destra e corrotti di sinistra. Ma quando la smetterai? Ma quando riuscirai ad andare oltre?

No eh? [:D]


Vero, da quando il federalismo è diventato una chimera, Massi sembra rimasto solo come il giapponese nella foresta di Guam [:o)]


No..ora arrivano i rinforzi 'padan' anche se con la schiena rotta ...da poco posteggiato l'auto dopo qualche migliaio di km di guida in paesi più civili come Germania e Danimarca.

Sono stato via 12 giorni da questo assurdo paese e ancora non so cosa sia successo (stacco la spina e non voglio sentire e leggere nulla di politica nostrana per disintossicarmi un po'), ma immagino nulla come sempre..tutto fermo immobile come il famoso semaforo del "prodi-guzzantiano".

stiamo ancora parlando di intercettazioni immagino? e i soliti scontri berlusconi-magistratura?
avrò tempo per aggiornarmi...e per disgustarmi di questo immobilismo nostrano.

buonanotte.



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Cita:
rmnd ha scritto:

Sono stato via 12 giorni da questo assurdo paese
e ancora non so cosa sia successo



Niente di che rmnd...... la corruzione dilaga con il vento a poppa....
ma nessuno dice niente, nulla si muove, tutto tace..... [:246]

Cmq bentornato....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Oggi c'è un titolo su Repubblica: "FEDERALISMO, ARRIVA L'IMU - TASSA SULLA CASA AI COMUNI"

E la spalla: "Pronto il decreto. La misura dovrebbe riguardare l'accorpamento delle imposte legate ai servizi. Tremonti: "Una possibilità concessa dalla riforma. Ma non è l'Ici".

http://www.repubblica.it/

Purtroppo il link all'articolo non funziona ... ma questa cosa rischierà di farmi morire dal ridere.


Ultima modifica di eSQueL il 23/06/2010, 09:06, modificato 1 volta in totale.


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