compro casa ad personam.
l caso Scajola è costellato di bugie
e punti interrogativi. Le prime
sono talmente evidenti che
non si capisce perchè il ministro,
e con lui il governo, debba
parlare di “gogna mediatica”. Una
settimana fa, quando la faccenda è
cominciata a trapelare sui giornali,
Scajola ha affidato a una nota ufficiale
la sua verità:«L’immobile di via
del Fagutale è stato pagato 610 mila
euro, cifra coperta al 90 per cento da
un mutuo tuttora in essere e il restante10%
in contante». Queste dichiarazioni
fanno a pugni almeno con tre
verbali.Duesono delle sorelle Beatrice
e Barbara Papa che nel 2004 hanno venduto
la casa a Scajola e ascoltate
come persone informate sui fatti il
23 marzo scorso dal Nucleo di polizia
tributaria della Guardia di Finanza.
Il terzo è di Luigi Zampolini, architetto
ben conosciuto dalle parti di
palazzo Chigi, direttore dei lavori in
grandi cantieri tra cui il grande e abusivo
ampliamento del Salaria Village
in previsione dei mondiali di nuoto.
Soprattutto il professionista a cui Balducci
aveva chiesto di «mettersi a disposizione
del costruttore Anemone
» e per conto del quale è diventato
il procacciatore e ufficiale pagatore
di appartamenti infavore degli uomini
della cricca del sistema gelatinoso
(Balducci,Anemone,DeSantis e Della
Giovampaola, tutti in carcere per
corruzione).
Le due sorelle Papa proprietarie
dell’appartamento di 9 vani e mezzo
con vista sul Colosseo venduto a
Scajola nel luglio 2004, «dopo due
sopralluoghi», sono perentorie. Beatrice,
per prima. «Riconosco - dice
agli investigatori - i quaranta assegni
circolari che mi vengono esibiti in copia
e che sono stati emessi dalla Deutsche
Bank il 6 luglio 2004. Mi sono
stati consegnati dal ministro Scajola
che ha acquistato la nostra casa di famiglia
per un importo complessivo
di 1milione e 700 mila euro». Quasi
tre volte, quindi, la cifra denunciata
dal ministro Scajola, Continua Beatrice:
«Fu il ministro nell’occasione
della stipula davanti al notaio Napoleone
a consegnarmi gli assegni che
mi avete mostrato mentre la restante
partemi è stata data incontanti».Dopo
il “chi” e il “quanto”, arriva il
“dove” che in tutta questa vicenda
gioca un ruolo importante. «Gli uffici
dove ci siamo recati per la stipula -
continua Beatrice - erano a Roma in
via della Mercede in una sala riunioni
penso nella disponibilità del ministro
». Lo stesso numero di assegni e
lo stesso contante è stato consegnato
alla sorella Barbara. Qualche giorno
dopo Beatrice integra quel verbale
precisando che «il prezzo di vendita
dell’immobile è stato pari a unmilione
e 700 mila euro anche se all’atto
di vendita si evince un prezzo di 610
mila».
Le parole di Barbara Papa sono
più o meno identiche a quelle della
sorella.Compreso il fatto che era presente
all’atto «anche il direttore dello
sportello B della Deutsche Bank».
Un altro testimone, quindi, il quinto.
Fu proprio la banca a fare la prima
segnalazione per il deposito di 80 assegni
circolari per un totale di 900
mila euro.
Altrettanto perentorio è stato l’archietto
Zampolini che se l’è vista
brutta con quella richiesta di arresto
adesso congelata dal gip di Perugia.
Assistito dell’avvocato Grazia
Volo, Zampolini, indagato per associazione
a delinquere finalizzata al
riciclaggio di somme prevento di
corruzione, ha cercato di spiegare
il meglio possibilecomesono andate
le cose davanti ai pm perugini
Centrone, Sottani e Traversi. Alcuni
passaggi mettono nei guai il ministro
Scajola. «Balducci mi disse nel
2002 di mettermi a disposizione
del costryttore Anemone» ha precisato
Zampolini. In questo contesto
l’archietto mette a disposizione il
suo conto corrente per pagare le case
di Lorenzo Balducci, del generale
della Guardia di Finanza Francesco
Pittorru e del ministro Scajola.
Tutte operazioni che avvengono
tra il 2004 e il 2006 ( ce ne sono
altre gemelle anche a favore di un
ex ministro) e che Zampolini finanzia
grazie a «due milioni e 878 mila
euro versati in banca di cui però -
scrivono gli investigatori - non è
emersa la provenienza». Soldi che
entranoed escono dal conto dell’archietto
che avrebbe ammesso essergli
stati dati da Anemone.
Zampolini - con Gazzani e decine
di altri conti e prestanome - tasca
per le spese di Anemone, quelle per
ungere i vari funzionari pubblici. E’
questa la certezza investigativa.
Ora però, se le indagini hanno già
spiegato quale è stata la contrapartita
garantita da Balducci e Pittorru
per il favore delle case (il gruppo
Anemomeda dieci anni vince quasi
tutti gli appalti dei lavori pubblici,
delle Infrastrutture e della Difesa
grazie al nulla osta sicurezza), non
è chiaro se e quale sia stata la contropartita
garantita da Scajola. E’ il
nodo che stanno cercando di sciogliere
in queste ore gli investigatori.
Che hanno messo sotto la lente
d’ingrandimento gli appalti assegnati
da Scajola prima come ministro
dell’Attuazione del programma(
2004-2006)e ora per lo Sviluppo
economico.
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