"Contro la marea nera era meglio non fare nulla"http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=142468Londra, 29-06-2010
La marea nera finora è costata a Bp 2,65 miliardi di dollari. La cifra tiene conto dei costi sostenuti per le operazioni di contenimento della macchia oleosa, lo scavo
dei pozzi di servizio, le sovvenzioni agli stati del Golfo e i risarcimenti.
Appena pochi giorni fa la compagnia aveva dichiarato che i costi raggiungevano i 2,35 miliardi di dollari. Stando ai dati diffusi dalla Bp, sono in tutto oltre 39mila i lavoratori attualmente impiegati nelle operazioni di bonifica del Golfo.
Le richieste di risarcimento fino ad oggi esaminate alla compagnia sono circa 80mila, di cui 41mila già onorate, per un totale di 128 milioni di dollari. Smentite, invece, le voci diffuse dalla Russia di imminenti dimissioni dell'ad Tony Hayward. Per Bp questo è l'ennesimo inizio di settimana difficile: già perso un 6% rispetto alle quotazione di venerdì alla Borsa di New York, il titolo è ai minimi degli ultimi 14 anni. Bp ha già perso più di 100 miliardi di dollari di valore di mercato.
Meglio non fare niente
Da un pool di esperti britannici intanto giunge una valutazione che assume contorni quasi paradossali: sarebbe stato meglio per tutelare l'ambiente non intervenire sul fondale oceanico dopo l'affondamento della Deepwater Horizon. Bruciare il petrolio in superficie, versare nelle acque litri e litri di solventi potrebbe rivelarsi più dannoso della stessa macchia nera. Precedenti esperienze, dicono i tecnici, suggeriscono un'opera di contenimento al largo della marea nera: se non è possibile, meglio lasciar perdere e confidare nell'evaporazione di lungo periodo. Il problema, riconoscono gli esperti, è che tutto questo è politicamente inaccettabile.
"Economicamente, chiaramente l'impatto è stato molto grande, ma l'ambiente, la valutazione delle conseguenze sull'ecosistema sono ancora da ponderare - dice un docente dell'Università di Liverpool - Uno dei motivi di tensione tra ambiente e politica è che i politici non possono essere visti a fare niente, anche se non fare nulla è a volte l'opzione migliore".
I precedenti
Ci sono stati circa 20 grandi sversamenti di più di 20 milioni di galloni dal 1960. Il più grande sversamento in tempi recenti è quello del 1991 in Iraq durante la guerra del Golfo, quando sono fuoriusciti 460 milioni di galloni. La più grande fuoriuscita precedente risultante invece da un'esplosione come quella della Deepwater è stata invece quella della Ixtoc nel Golfo del Messico nel giugno 1979, che continuò per 9 mesi, durante i quali più di 140 milioni di galloni di olio vennero versati. L'incidente della Exxon Valdez in Alaska nel 1989 portò alla perdita di 10 milioni di galloni. Simon Boxall, esperto in oceanografia nazionale della Gran Bretagna, un centro che ha contribuito ad analizzare le conseguenze sull'ambiente di grandi sversamenti di petrolio, ha ricordato gli studi sul caso Exxon Valdez: "Le zone che sono state ripulite chimicamente o meccanicamente sono ancora danneggiate - ha detto Boxall - Quelle invece dove non si è intervenuti hanno recuperato molto più velocemente". All'epoca circa 10.000 persone si erano concentrate nell'are ainteressata dalla macchia nera della Exxon Valdez e Boxall ha posto il problema delle ricadute della 'corte dei pulitori' che avrebbe causato più danni dello stesso petrolio.
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