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La mafia delle case popolari, un racket alimentato dal silenzio della politica
Di sottoosservazione
http://sottoosservazione.wordpress.com/ ... -politica/


Ogni quartiere ha il suo padrone degli alloggi abusivi. Sta scritto in un esposto presentato da Frediano Manzi, presidente dell’associazione Sos racket e usura
Nell’articolo: Il metodo usato grosso modo è sempre lo stesso: le organizzazioni entrano in un appartamento vuoto in attesa di assegnazione e lo “rivendono” a dei bisognosi disposti a tutto pur di avere un tetto. Anche a occupare un appartamento e a mettersi nelle mani dei criminali. Il prezzo della tangente varia dai 1500 ai 4000 euro e spesso gli occupanti abusivi pagano anche una sorta di affitto mensile a chi li ha fatti entrare illegalmente nelle abitazioni

Lorenzo Galeazzo per “Il Fatto“

Esiste un elenco parallelo di case popolari nel comune di Milano gestito dalla criminalità organizzata e non solo. Ne è convinto Frediano Manzi, presidente dell’associazione Sos racket e usura che da più di un anno sta raccogliendo le denunce dei cittadini vittime di questo sistema e che proprio oggi ha presentato un nuovo esposto alla procura della Repubblica. Il racket degli alloggi ha dei numeri impressionanti: sui 90mila alloggi popolari del territorio della città, circa 5000 appartamenti risultano essere gestiti direttamente dalla mafia, in barba a quei 20.000 milanesi bisognosi che ancora aspettano un posto in cui vivere.
Anche se, secondo le testimonianze, il fenomeno dura da più di dieci anni, la prima inchiesta sull’argomento risale al 28 agosto dell’anno scorso, quando la magistratura ha deciso di raccogliere le segnalazioni che arrivavano all’indirizzo di Sos usura e racket e di emettere otto ordinanze di custodia cautelare in carcere e di indagare altre dodici persone. La sentenza sul traffico di case di via Padre Luigi Monti è attesa per domani pomeriggio.

Il caso esplode quando viene pubblicato sul sito dell’associazione un video in cui, sotto mentite spoglie, un suo esponente contratta la compravendita abusiva di un alloggio con un personaggio appartenente al racket degli alloggi. Si tratta di Giovanna Pesco, alias la gabetti perché in poche ore è in grado di reperire un appartamento: abusivo, ovviamente, a circa 3.000 euro, in nero naturalmente. Una novità? Non per quei residenti che la presenza della famiglia Pesca l’avevano denunciata al Comune più di quindici anni fa. Ci sono le prove e un esposto protocolatto addirittura dall’ufficio edilzia residenziale. La politica ha però taciuto. Per anni. E non è finita, perché solo pochi giorni fa il suo ex marito, Paolo Cardinale, ha occupato un altro appartamento. Si tratta della casa lasciata libera da un anziano deceduto in ospedale.

Da quel momento in poi cominciano ad arrivare centinaia di segnalazioni che dimostrano come il sistema fosse diffuso in numerosi quartieri di edilizia popolare della città. Per capire meglio il fenomeno, l’associazione decide di promuovere un questionario e di farlo compilare agli abitanti dei quartieri coinvolti: da Via Monti e Via Cirié, in zona ospedale Niguarda, alla zona di Via Padova, fino a Via Console Marcello alle porte di Quarto Oggiaro. La fotografia che emerge dai racconti di chi vive in quelle aree, è di una città con interi quartieri colpevolmente abbandonati al degrado e alla criminalità.

Il metodo usato grosso modo è sempre lo stesso: le organizzazioni entrano in un appartamento vuoto in attesa di assegnazione e lo “rivendono” a dei bisognosi disposti a tutto pur di avere un tetto. Anche a occupare un appartamento e a mettersi nelle mani dei criminali. Il prezzo della tangente varia dai 1500 ai 4000 euro e spesso gli occupanti abusivi pagano anche una sorta di affitto mensile a chi li ha fatti entrare illegalmente nelle abitazioni.

Dai questionari raccolti dall’associazione di Manzi emerge che a gestire il racket delle case popolari di proprietà del Comune sono personaggi legati a doppio filo con la criminalità organizzata: dalla famiglia Feola al clan dei Pesco-Priolo-Cardinale. A volte sono gli stessi amministratori degli stabili o addirittura i portinai che mantengono il loro controllo sugli inquilini abusivi con intimidazioni e minacce.

Nonostante gli esposti dei residenti segnalassero in maniera chiara la presenza di gruppi criminali che gestivano questo tipo di racket, nessuno prima di Sos racket e usura, era intervenuto nel segnalare all’autorità giudiziaria queste illegalità. Né ,l’Aler, l’istituto che amministra le case popolari milanesi, né l’ufficio per la Sicurezza del comune gestito dal vicesindaco Riccardo De Corato. In alcuni casi si è sfiorato quasi il paradosso. Come in via Cirié dove protagonista degli abusi è stato un amministratore condominiale, sposato con la responsabile del settore abusivismo dell’Aler che non ha mai mosso un dito per sanare le violazioni. In altri casi, i nomi e i cognomi dei protagonisti del traffico illegale, sono stati esposti direttamente al vicesindaco e al consigliere del Pdl Marco Osnato, che è anche dirigente gestionale dell’Aler. Ma nessuno si è interessato alla faccenda.

La figura di Osnato, uomo forte del Pdl meneghino e parente del ministro della Difesa Ignazio La Russa, è particolarmente interessante. Il suo nome, assieme a quello del direttore generale dell’Aler, Domenico Ippolito, è finito in un altro esposto presentato sempre da Manzi. In quel documento si riportava la testimonianza di un ex ingegnere dell’istituto che sosteneva che i due fossero coinvolti in un giro di tangenti, appalti e bandi di gara truccati. I due, ad oggi, non risultano indagati.

Quello che è certo, al di là delle responsabilità individuali, è che la politica locale sembra disinteressarsi completamente del racket degli alloggi, diventandone colpevolmente complice. Intanto l’illegalità prospera in questi palazzoni di Milano che ricordano sempre di più “le Vele” di Scampia o lo “Zen” di Palermo. Luoghi in mano alla criminalità e serbatoi di voti per i potentati politici locali.

Tag: case popolari milano, racket, usura
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MessaggioInviato: 25/07/2010, 15:50 
Berlusconi romano, al catasto le sue sono case popolari. e l'ici?

l'anno scorso il presidente del consiglio silvio berlusconi ha comprato casa a monte mario, a roma. si tratta di un appartamento di due stanze al primo piano di via gerolamo nisio, in zona trionfale. un pied-à-terre con garage in un condominio esclusivo e riservato del quartiere residenziale romano. peccato che l'immobile per il catasto non vale più di 60 mila euro, ma che in realtà l'immobiliare dueville di berlusconi l'ha iscritta nel bilancio per un valore 10 volte più alto. è il catasto, bellezza. e sono questi i nuovi investimenti del premier, dimore "popolari" almeno per il calcolo ici

oltre al monolocale a monte mario, berlusconi ha speso un altro mezzo milione di euro nel 2009 per un appartamento più spazioso a roma, un'abitazione di cinque stanze al terzo piano di uno stabile civile sulla cassia, in via tomba di nerone, iscritta a bilancio per 425 mila euro circa. tutto questo senza contare le due ville sull'appia antica dove abita zeffirellie, un appartamento a pian terreno nella stessa zona, un attico di 12 vani sulla balduina e tre bilocali a via del corso, in pieno centro storico

ma al contrario di quello che dice il bilancio di dueville, contro i quasi 350 milioni di euro di immobili di sua proprietà, il premier ha versato al fisco poco più di 100 mila euro di ici. grazie al ritardo degli aggiornamenti catastali
http://www.idealista.it/news/archivio/2 ... olari-lici



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 15:52 
Case popolari, lo "scippo" di Roma
assegnati alla Sicilia solo 2 milioni
di Antonio Fraschilla
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/ ... ni/1818567


PALERMO - Con Prodi erano 40 milioni, con Berlusconi sono diventati due. Tanto che nei corridoi della Regione non usano giri di parole: «Si è trattato di uno scippo vero e proprio»: il governo nazionale darà alla Sicilia solo le briciole dei fondi appena assegnati alle regioni per far fronte all´emergenza abitativa e avviare la costruzione di alloggi popolari «per garantire su tutto il territorio del Paese i livelli minimi essenziali per lo sviluppo della persona umana».

Soldi che sono stati dirottati in gran parte al Nord, rispetto a una prima programmazione (fatta dallo stesso governo Berlusconi) che appena un anno fa vedeva comunque la Sicilia tra le aree più sostenute con almeno 15 milioni di euro. La ripartizione doveva essere solo una formalità, invece all´Isola sono andati appena 2,2 milioni di euro, mentre alla sola provincia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro, più del doppio. Peccato però che la Sicilia abbia 60 mila famiglie in lista d´attesa per un alloggio popolare e Trento 3 mila.

«Siamo sorpresi, non capiamo cosa sia cambiato rispetto alla prima programmazione, i progetti per il finanziamento di alloggi popolari che abbiamo inviato a Roma sono sempre gli stessi che avevano ottenuto un prima via libera, dovranno darci delle spiegazioni», dice il dirigente generale uscente dei Lavori pubblici, Manlio Munafò, che ha curato l´iter della richiesta.

Di certo c´è che nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha firmato il decreto di ripartizione dei fondi per l´emergenza abitativa: 200 milioni di euro stanziati nel luglio scorso dal governo Berlusconi, che già riducevano a meno della metà il fondo previsto dalla legge 2007 varata da Prodi (543 milioni di euro). Rispetto a una previsione di spesa fatta la scorsa estate che vedeva almeno 15 milioni di euro da assegnare alla Sicilia (tanto che l´assessore Nino Beninati parlava di «pochi fondi, sufficienti per 400 alloggi»), il decreto Matteoli affida all´Isola solo 2,2 milioni di euro e tra i progetti presentati dalla Regione per realizzare case a Palermo e Catania, dà via libera a 19 alloggi, 10 a Leonforte e 9 a Modica.

Una beffa. Anche perché, dalla ripartizione dei fondi, a essere svantaggiata è soprattutto la Sicilia. Alla sola provincia autonomia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro per realizzare 83 alloggi. In questa provincia le famiglie in lista d´attesa per una casa popolare sono 3 mila, a Palermo ben 10 mila. Al Veneto sono andati 20 milioni, lo stanziamento maggiore, per costruire 249 case. Le domande di alloggi in questa regione? Appena 15 mila, contro le 60 mila famiglie che in Sicilia attendono una casa popolare. Soldi a pioggia anche alla Lombardia (42 milioni di euro per 817 alloggi, con 22 mila famiglie in lista d´attesa), al Piemonte (16 milioni di euro per 1.638 alloggi e 30 mila domande di case popolari). Nel Sud solo la Campania ha avuto una stanziamento paragonabile a quello delle regioni del Nord: 17 milioni di euro. Ma alla Calabria, a esempio, sono andati appena 219 mila euro.

Alla Regione, letto il decreto, sono rimasti senza parole: «Non capiamo quali siano stati i criteri definitivi di ripartizione del fondo - dice Munafò - Inoltre i progetti che avevamo presentato puntavano a realizzare alloggi nelle grandi città, mentre adesso vengono finanziate piccole iniziative. Vedremo se ci sono gli estremi per impugnare questo decreto».
(02 gennaio 2010)



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Blissenobiarella ha scritto:

Soldi che sono stati dirottati in gran parte al Nord, rispetto a una prima programmazione (fatta dallo stesso governo Berlusconi) che appena un anno fa vedeva comunque la Sicilia tra le aree più sostenute con almeno 15 milioni di euro. La ripartizione doveva essere solo una formalità, invece all´Isola sono andati appena 2,2 milioni di euro, mentre alla sola provincia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro, più del doppio. Peccato però che la Sicilia abbia 60 mila famiglie in lista d´attesa per un alloggio popolare e Trento 3 mila.



Questo è niente.... aspetta che arriva il federalismo fiscale.... [:246]



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 16:43 
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Blissenobiarella ha scritto:

Case popolari, lo "scippo" di Roma
assegnati alla Sicilia solo 2 milioni
di Antonio Fraschilla
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/ ... ni/1818567


PALERMO - Con Prodi erano 40 milioni, con Berlusconi sono diventati due. Tanto che nei corridoi della Regione non usano giri di parole: «Si è trattato di uno scippo vero e proprio»: il governo nazionale darà alla Sicilia solo le briciole dei fondi appena assegnati alle regioni per far fronte all´emergenza abitativa e avviare la costruzione di alloggi popolari «per garantire su tutto il territorio del Paese i livelli minimi essenziali per lo sviluppo della persona umana».

Soldi che sono stati dirottati in gran parte al Nord, rispetto a una prima programmazione (fatta dallo stesso governo Berlusconi) che appena un anno fa vedeva comunque la Sicilia tra le aree più sostenute con almeno 15 milioni di euro. La ripartizione doveva essere solo una formalità, invece all´Isola sono andati appena 2,2 milioni di euro, mentre alla sola provincia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro, più del doppio. Peccato però che la Sicilia abbia 60 mila famiglie in lista d´attesa per un alloggio popolare e Trento 3 mila.

«Siamo sorpresi, non capiamo cosa sia cambiato rispetto alla prima programmazione, i progetti per il finanziamento di alloggi popolari che abbiamo inviato a Roma sono sempre gli stessi che avevano ottenuto un prima via libera, dovranno darci delle spiegazioni», dice il dirigente generale uscente dei Lavori pubblici, Manlio Munafò, che ha curato l´iter della richiesta.

Di certo c´è che nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha firmato il decreto di ripartizione dei fondi per l´emergenza abitativa: 200 milioni di euro stanziati nel luglio scorso dal governo Berlusconi, che già riducevano a meno della metà il fondo previsto dalla legge 2007 varata da Prodi (543 milioni di euro). Rispetto a una previsione di spesa fatta la scorsa estate che vedeva almeno 15 milioni di euro da assegnare alla Sicilia (tanto che l´assessore Nino Beninati parlava di «pochi fondi, sufficienti per 400 alloggi»), il decreto Matteoli affida all´Isola solo 2,2 milioni di euro e tra i progetti presentati dalla Regione per realizzare case a Palermo e Catania, dà via libera a 19 alloggi, 10 a Leonforte e 9 a Modica.

Una beffa. Anche perché, dalla ripartizione dei fondi, a essere svantaggiata è soprattutto la Sicilia. Alla sola provincia autonomia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro per realizzare 83 alloggi. In questa provincia le famiglie in lista d´attesa per una casa popolare sono 3 mila, a Palermo ben 10 mila. Al Veneto sono andati 20 milioni, lo stanziamento maggiore, per costruire 249 case. Le domande di alloggi in questa regione? Appena 15 mila, contro le 60 mila famiglie che in Sicilia attendono una casa popolare. Soldi a pioggia anche alla Lombardia (42 milioni di euro per 817 alloggi, con 22 mila famiglie in lista d´attesa), al Piemonte (16 milioni di euro per 1.638 alloggi e 30 mila domande di case popolari). Nel Sud solo la Campania ha avuto una stanziamento paragonabile a quello delle regioni del Nord: 17 milioni di euro. Ma alla Calabria, a esempio, sono andati appena 219 mila euro.

Alla Regione, letto il decreto, sono rimasti senza parole: «Non capiamo quali siano stati i criteri definitivi di ripartizione del fondo - dice Munafò - Inoltre i progetti che avevamo presentato puntavano a realizzare alloggi nelle grandi città, mentre adesso vengono finanziate piccole iniziative. Vedremo se ci sono gli estremi per impugnare questo decreto».
(02 gennaio 2010)


Fosse per me il governo centrale non dovrebbe versare un centesimo alla Sicilia, visto che la Sicilia non versa un centesimo nelle casse centrali.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 16:46 
TTE verdremo se arriverà...Male che vada tornerò a Lecce e mi unirò ai nuovi briganti [;)]..



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Blissenobiarella ha scritto:

i fatti dimostrano che ci sono due pesi e due misure. E i fatti non mentono, le belle parole si. Il mio senso di giustizia personale mi dice che ingiusto togliere una casa ad una famiglia e accanirsi a perseguire chi evade perchè non riesce a reggere la pressione fiscale, mentre si perdona e si agevola chi evade per salvarsi i miliardi...ma che ti devo dire? Sarà che sono fatta male e che sono priva di morale...


a Ischia?...


Uno che si costruisce casa a Ischia abusivamente , costruisce quasi esclusivamente una seconda casa.

Ingiusto costruire abusivamente ..se poi è ingiusto abbattere case (seconde case) abusive in località turistiche come Ischia allora non lamentiamoci dei condoni tombali di Tremonti.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 16:53 
Crisi si fa sentire, giù consumi alimentari
Emerge da un rapporto di Bankitalia. In calo anche il credito per l'acquisto di beni e servizi

ROMA - La crisi si fa sentire anche sulla spesa 'primaria' delle famiglie italiane, ovvero quella dedicata al cibo. E anche il comparto del credito al consumo risente delle cattive condizioni economiche. E' quanto emerge dal rapporto sulle economie regionali di Bankitalia, in cui si sottolinea che la spesa in beni alimentari è diminuita soprattutto nel Mezzogiorno (-3,9%) e al Centro (-4,1%); nel Nord la riduzione è stata dell'1,9% (-2,9%). Complessivamente, in base all'Indagine dell'Istat sui consumi, nel 2009 la spesa media mensile delle famiglie italiane é stata di 2.442 euro (con quasi mille euro di differenza fra i 2.768 euro nel Nord ed i 1.898 del Sud); in calo dell'1,7% rispetto all'anno precedente. La flessione è stata più marcata al Sud (-2,7%), rispetto a Nord (-1,5%) e Centro (-1,4%). "Il deterioramento del clima di fiducia - si legge nel rapporto - ha indotto le famiglie a ridurre sensibilmente la richiesta dei prestiti per l'acquisto di abitazioni", mentre "il calo degli acquisti di beni durevoli ha pesato sulla dinamica del credito al consumo, che è risultata particolarmente negativa nel secondo semestre del 2009 e che, secondo le attese delle banche, risulterebbe debole anche nella prima metà del 2010, quando invece dovrebbero riprendere le richieste di mutui". In particolare, la crescita del credito al consumo (non corretta per l'effetto contabile delle cartolarizzazioni), è scesa al 4,6(8,2% nel 2008); la decelerazione è risultata più intensa nelle regioni meridionali, aggiunge Bankitalia.

ITALIA BOCCIA SERVIZI PUBBLICI, SUD MAGLIA NERA - Italiani insoddisfatti dei servizi pubblici sul territorio: "il livello di gradimento espresso dai cittadini italiani è inferiore a quello medio europeo per tutti i profili considerati", dal trasporto pubblico alla salute, dagli spazi verdi ai servizi sportivi. E' quanto emerge dal dossier della Banca d'Italia sulle "Economie regionali" diffuso nei giorni scorsi dall'istituto. Secondo un'indagine condotta dall'Eurostat sulla percezione dei cittadini circa la qualità dei servizi in 76 città europee é emerso - riferisce Bankitalia - come il livello di gradimento espresso nella media delle 6 città italiane sia inferiore rispetto a quello medio delle altre città europee. "La media italiana - sottolinea Bankitalia - nasconde un divario di qualità percepita molto ampio tra le due città meridionali (Napoli e Palermo), da un lato, che si collocano costantemente oltre la settantesima posizione nella graduatoria delle città europee ordinate secondo livelli decrescenti di soddisfazione, e le città ubicate nel Nord del Paese, dall'altro, che presentano livelli di soddisfazione decisamente più elevati, in alcuni casi migliori della media europea".

Fonte
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 84016.html


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ISTAT: IN PICCOLE IMPRESE PERSI 210MILA POSTI LAVORO IN 2 ANNI


(ASCA) - Roma, 22 lug - Nelle piccole imprese, dopo il calo registrato nel 2008, anche nel 2009 si e' verificata un'ulteriore consistente perdita di unita' di lavoro indipendenti, che sono diminuite di circa 210 mila unita' in due anni. E' quanto emerge dai conti economici nazionali per settori istituzionali, diffusi oggi dall'Istat che classifica le piccole imprese nel settore delle Famiglie produttrici.

Il settore - si legge nel documento dell'Istituto nazionale di statistica - ha chiuso il 2009 con un valore aggiunto ai prezzi base in calo dell'1,8 per cento, contro la crescita dell'1,1% dell'anno precedente; nonostante l'aumento del 2,4% dei redditi da lavoro dipendente pagati, la riduzione delle imposte nette sulla produzione (-56,9%) ha consentito una diminuzione dell'1,4% del reddito misto, piu' moderata, quindi, della flessione del valore aggiunto. Grazie all'alleggerimento degli oneri per interessi che gravano sulla gestione dell'impresa (-45,4%), la quota di reddito misto generato dall'attivita' produttiva e trasferita alla famiglia ha subito un calo relativamente contenuto, dello 0,7%, dopo essersi mantenuta sostanzialmente stabile nel 2008 (+0,3%).

Il settore delle Famiglie produttrici ha comunque sperimentato una marcata contrazione nell'attivita' di investimento (-16,3%) che si e' riflessa in una caduta di due punti percentuali del tasso di investimento. Nel complesso il settore, tradizionalmente indebitato pur se per importi modesti, ha chiuso il 2009 con un accreditamento di oltre 5,5 miliardi di euro (0,4% del Pil), rispetto al sostanziale pareggio registrato nel 2008.

Fonte
http://www.asca.it/news-ISTAT__IN_PICCO ... -ORA-.html


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Nell'adempiere sentenze, forze dell'ordine abbattono abusi edilizi, caricando chi difende le loro case...

Gli stessi magistrati e le stesse forze dell'ordine a Casalnuovo di Napoli, NON RIESCONO A SEQUESTRARE UN INTERO PARCO ABUSIVO DI CUI SONO AL CORRENTE DA ANNI.

Questo parco ABUSIVO resta indenne da provvedimenti giudiziari, nonostante accertamenti positivi del Comune e della Procura di Nola effettuati a partire dal 2004;

Oltre al dott. Antonio Peluso, neo sindaco del comune di Casalnuovo di Napoli, ne sono al corrente la Prefettura (Con Renato Profili prima e Alessandro Pansa ora) i Carabinieri di Casalnuovo e della Provincia di Napoli, la Guardia di Finanza di Casalnuovo di Napoli, le Procure di Napoli, Nola e Roma, MA NESSUNO AGISCE;

PERCHE NESSUNO INDAGA QUESTI COSTRUTTORI ABUSIVI?

Da poco è stato informato anche l'ufficio ANTIABUSIVISMO della Regione, nella persona dell'Assessore dott..ssa Gabriella Cundari e del responsabile dott. Bartolomeo Sciannimanica (Unico dirigente insieme alla Cundari ad avere intapreso una azione conoscitiva...

Presso il Comune di Casalnuovo di Napoli, presso l'U.T.C. locale, agisce ancora una banda di criminali in libertà solo perchè protetti dall'alto... molto in alto..., secondo me perchè se parlano saranno guai per molti quì in Campania...

- Io sottoscritto Luigi Iovino ho avanzato denunce contro questi costruttori abusivi quando mi accorsi che volevano impormi l0acquisto di un immobile abusivo e che stavano truffandomi di circa 100 milioni di Lire;

- Mi hanno rifiutato la restituzione dei soldi e costretto a ricorrere in giudizio, dove, con laiuto di giudici compiacenti, hanno messo in piedi una TRUFFA GIUDIZIARIA dai risvolti inquietanti, ancora in corso, anche ora che uno degli amministratori è sotto processo per certificazioni false, con le quali ha truffato bob solo il Comune di Casalnuovo di Napoli, ma anche il sottoscritto e la GIUSTIZIA ottenendo sentenze favorevoli con linganno..., sentenze che non poteva avere se non avesse nascosto il vero nei processi civili, grazie ad un C.T.U. e al giudice Mauro Criscuolo, nel processo 13288/98 IIa sez. civile Castelcapuano, Napoli.

La sentenza incriminata dal sottoscritto è la n° 309/04 a cui si sono accodati senza fare vere indagini la IIIa sez civile Corte di Appello di Napoli, nel processo 1063/04 sentenza 2360/05;

E la solita canzone i più deboli e poveri pagano per i più forti e ricchi, mentre la gente guarda sanremo e vota i suoi cantanti preferiti si consumano gravi ingiustizie, sia che avete realizzato costruni abusive ma non siete protetti, sia che, come me, avete tentato di sfuggire a una truffa...



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25/07/2010 - 16:05
Ischia in corteo contro l’abbattimento delle case abusive
http://www.newnotizie.it/2010/07/25/isc ... a-abusive/

La possibilità che la Procura di Napoli ha paventato rispetto all’esecuzione di alcune sentenze passate in giudicato e che riguarda l’abbattimento di diverse decine di casa abusive ad Ischia , ha scatenato una sorta di rivolta popolare, benchè pacifica. Quattro ore di manifestazione, un corteo durato quattro ore e otto km di marcia,partito da Lacco Ameno e conclusosi in piazza Antica Reggia, verso le 23.30.
A sostenere la protesta, praticamente la totalità dei comitati regionali e l’assessore all’urbanistica di Lacco Ameno. Il corteo ha sostanzialmente messo a ferro e fuoco la viabilità dell’isola, i disagi per i malcapitati turisti capitati sul posto in quelle ore sono stati fin troppo pesanti. Un migliaio le persone presenti, secondo gli organizzatori, circa dieci volte meno secondo il commissariato.
Quel che è certo è che la Polizia Municipale ha dovuto dare fondo a tutte le proprie risorse per gestire la situazione. La marcia ha infatti bloccato anche il traffico stradale, paralizzando l’isola per alcune ore. Alcuni momenti di tensione si sono verificati durante la marcia sulla litoranea a causa dell’incontro-scontro tra gli automobilisti e i manifestanti, entrambi hanno fatto valere i loro diritti. La Polizia è comunque riuscita a tensere saldamente in mano la situazione.
Il problema dell’abusivismo è ormai antico, più che vecchio; le sue diverse sfaccettature, per quanto riguarda il lato domestico del fenomeno sono ricomprensibili nei due rami che si potrebbero definire “turistico” e “di necessità“. Il primo riguarda le case che le persone costruiscono senza permessi, in zone a forte impatto vacanziero, ma in cui la costruzione è vietata, o perlomeno lo è a chi costruisce. Scogliere con splendida vista mare innanzitutto, ma si potrebbero fare molti altri esempi.
L’abusivismo di necessità è invece quello che attiene a case edificate senza permessi, illegali quindi, ma che svolgono la funzione di dare un tetto a chi precedentemente non ce l’aveva. Nemmeno questo secondo tipo di pratica è in realtà necessaria, ma sopravvive in alcune zone inserendosi in una falla sociale che per qualcuno e’ attribuibile allo Stato. Se abbattere una villa abusiva sul mare è socialmente del tutto accettabile, lasciare senza un tetto sulla testa una famiglia, magari con bambini piccoli a carico, lo è molto meno. Andrebbero quindi istituite maggiori regole e maggiori controlli preventivi, atti appunto a prevenire le manifestazioni di tale fenomeno, non intervenendo quindi esclusivamente a cose fatte.
A.S.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 16:58 
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rmnd ha scritto:

Fosse per me il governo centrale non dovrebbe versare un centesimo alla Sicilia, visto che la Sicilia non versa un centesimo nelle casse centrali.



La Sicilia non versa un centesimo nelle casse centrali?

Mi sa che oggi hai preso un pò troppo sole in spiaggia.... [:D]



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 17:26 
E dai rmnd...si sa che gli articoli dello statuto speciale non sono mai stati attuati e che al momento la Sicilia è legalmente in credito rispetto nei confronti dell' Italia

Lo Statuto speciale
Grazie allo Statuto autonomistico, la Regione ha competenza esclusiva, (cioè le leggi statali non hanno vigore nella regione) su una serie di materie, tra cui beni culturali, agricoltura, pesca, enti locali, territorio, turismo, polizia forestale. Ogni modifica allo Statuto speciale, trattandosi di legge costituzionale, è sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materia fiscale, la totalità delle imposte riscosse in Sicilia dovrebbe rimanere, infatti, sul territorio e ogni anno lo Stato Italiano sarebbe tenuto a fornire un ammontare da stabilirsi, con piano quinquennale, di denaro pubblico proveniente dalle altre Regioni per finanziare la Sicilia, così come stabilito dall'art. 38 dello Statuto della Regione Siciliana, articolo, come quelli di tutta la parte economica-finanziaria, ancora oggi non applicato, tant'è che vi è un conflitto istituzionale perenne fra Stato e Regione Siciliana. L'Italia, ancora oggi, conferisce ogni anno solo una anticipazione forfettaria, per cui la Regione Siciliana vanta da decenni crediti mai saldati dallo Stato.
1. Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici.
2. Questa somma tenderà a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto della media nazionale.
3. Si procederà ad una revisione quinquennale della detta assegnazione con riferimento alle variazioni dei dati assunti per il precedente computo.

Altro aspetto importante è contenuto nell'Art 37 dello Statuto della Regione Siciliana
1. Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
2. L'imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima. Anche questo articolo non è stato sinora attuato ed inoltre le tasse dei siciliani confluiscono nella Tesoreria Unica Nazionale e solo una parte di esse viene poi ristornata alla Regione Siciliana. Vi è, quindi, ancora un conflitto costante per la parte finanziaria fra Stato e Regione per la mancata applicazione dello Statuto Siciliano dopo tanti decenni. Allo stato attuale, alla Sicilia che produce il 90% di tutto il petrolio italiano con i suoi pozzi e le sue raffinerie, non rimane nulla in quanto le Industrie petrolifere hanno sede legale a Milano e pur estraendo in Sicilia, pagano le tasse in Lombardia. Solo dal 2008, in base ad un recente accordo fra Regione Siciliana e Stato dovrebbe avere attuazione questo articolo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Sicilia#Lo ... o_speciale



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Purtroppo nei rapporti tra Sicilia-Continente,io vedo uno sfondo di imminente Vespri-Siciliani 2 e siccome in Sicilia non siamo ignoranti come hai tempi passati,intorno al perimetro della nostra Isola costruiremo le Trincee e butteremo in mare chiunque tenti di appropriarsi della nostra terra.[:(!]


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Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

E dai rmnd...si sa che gli articoli dello statuto speciale non sono mai stati attuati e che al momento la Sicilia è legalmente in credito rispetto nei confronti dell' Italia


Pure! [:D]

Adesso scopriamo che il Nord è in debito con la Sicilia [:D]

Non sono sufficienti tutti i soldi che la Sicilia trattiene (il 100% ) come recita l'articolo 36 del suo statuto
Cita:
Art. 36
Al fabbisogno finanziario della Regione si provvede con i redditi patrimoniali della Regione e a mezzo di tributi, deliberati della medesima.
Sono però riservate allo Stato le imposte di produzione e le entrate dei tabacchi e del lotto.


oltre alla montagna di soldi che riceve da Roma, quindi dal Nord.

La Sicilia si lamenta perchè oltre a quei privilegi sopra pretenderebbe anche come recita il suo articolo 37,
Cita:
Art. 37
Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
L'imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.


Inoltre vorrebbe anche un vitalizio nella forma dell'articolo 38 del suo statuto regionale:
Cita:
Art. 38
Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nell'esecuzione di lavori pubblici.
Questa somma tenderà a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto alla media nazionale.
Si procederà ad una revisione quinquennale della detta assegnazione con riferimento alle variazioni dei dati assunti per il precedente computo.




Sarebbe questo il 'contenzioso' ...poverini....



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