Un caso e una copertina che ricordo molto bene ...
“RAPITO DAI DISCHI VOLANTI”

È questo il suggestivo titolo della didascalia di copertina della “Domenica del Corriere” del 30 settembre 1962 che uscì, nelle edicole italiane, con un dossier di ben 5 pagine sulle testimonianze in merito agli avvistamenti di dischi volanti.
Nella stupenda copertina del settimanale, disegnata da Walter Molino, è raffigurato un uomo che viene letteralmente “arpionato”, sotto gli occhi impauriti ed increduli del figlio, da quattro braccia meccaniche che escono da un’enorme disco volante.
La rappresentazione figurata è in realtà piuttosto differente rispetto a quanto accadde.
Cerchiamo, quindi, di ricostruire questa vicenda ai confini della realtà.
Siamo in Brasile a Duas Pontes, un villaggio nei pressi della città di Diamantina, nello stato di Minas Gerais ed è la notte del 20 agosto 1962.
La famiglia di Rivalino Mafra Da Silva, cercatore di diamanti, sta dormendo quando alcuni rumori provenienti dall’interno dell’abitazione spaventano i figli Raimundo, Fatimo e Dirceu.
I tre, impauriti dai sinistri strepiti, non riescono a chiudere occhio e si mettono a pregare.
Verso la mattina il più grande dei fratelli, Raimundo di 12 anni, esce all’aperto per prendere il cavallo; non appena giunto fuori dall’abitazione vede, poco lontano dalla porta, due sfere che librano nell’aria.
Una di colore nero avente una protuberanza somigliante ad un’antenna ed una specie di coda, l’altra di colore bianco-nera avente le stesse caratteristiche.
Entrambe le strane sfere emettono un sibilo ed emanano una fiamma intermittente.
Raimundo spaventato chiama a gran voce il padre che, una volta uscito di casa, rimane quasi ipnotizzato dagli oggetti, i quali si fondono incredibilmente fra di loro sollevando una nube di polvere e scaricando del fumo giallo che ben presto satura tutta la zona circostante l’abitazione.
Una volta avvicinatisi a Rivalino gli oggetti spariscono insieme al malcapitato.
Nei giorni seguenti la vicenda furono intraprese numerose ricerche nella speranza, risultata poi vana, di trovare il padre dei tre fratelli brasiliani.
La polizia locale non credette al racconto del figlio Raimundo circa l’andamento dei fatti e, sospettandolo di essere implicato in prima persona nella scomparsa del padre, cercò con ogni tentativo di farlo cadere in contraddizione per capire cosa fosse realmente successo.
La versione del dodicenne circa la vicenda, però, era sempre la stessa: il padre era scomparso insieme ai globi.
Venne pure effettuata una perizia psichiatrica sul ragazzino, ad opera del dottor Joao Antunes de Oliveira, la quale stabilì la sanità mentale dell’adolescente.
Rivalino Mafra Da Silva non fu più ritrovato.
Nei mesi a seguire emersero ulteriori particolari che non facevano altro che confermare il racconto del figlio, infatti si seppe che un certo Antonio Rocha, verso le 16:00 del giorno 19 agosto vide, mentre pescava in un fiume nei pressi della zona del misfatto, due oggetti a forma di globo che stazionavano sulla casa di Rivalino.
Un altro aspetto curioso della vicenda fu fornito dal racconto di due colleghi di Rivalino, i quali dichiararono che tre giorni prima della scomparsa il povero Da Silva confidò loro di aver visto due strani piccoli esseri, intenti a scavare vicino a casa sua.
Quando cercò di avvicinarli questi fuggirono fra i cespugli dopo di che si levò in aria un curioso oggetto rosso a forma di cappello.
Non c’è che dire, un caso assolutamente incredibile rimasto a tutt’oggi irrisolto.
Da ricordare anche il caso del 20gennaio 1978, in Mato Grosso, dove due ragazzini, Manuel Roberto e suo cugino Paulo, mentre stavano giocando sarebbero stati rapiti e portati a bordo di un oggetto volante luminoso. Manuel ha raccontato di avere incontrato, sul disco, otto 8 umanoidi di bassa statura, vestiti di rosso. Manuel, dopo essere improvvisamente scomparso, è stato ritrovato da solo, a Rondonopolis, a 500 km da casa, riferendo che il cugino Paulo era rimasto sull'oggetto volante. Non si saprà più nulla di Paulo.
Fonte: Alieniemisteri di Pasquariello Domenico.