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MessaggioInviato: 19/09/2010, 14:11 
Il potere del simbolo non è da sottovalutare infatti. I giovani devono crescere liberi di non essere indottrinati secondo un "credo" politico. Chi non condivide un ideologia politica che rappresenta il pensiero di una sola parte della popolazione e non di tutti, non deve sentirsi pressato o emarginato. Rmnd, sei troppo in gamba per sposare questa causa, lascia che ad arrampicarsi sugli specchi siano altri.



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MessaggioInviato: 19/09/2010, 15:19 
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Lawliet ha scritto:


Quale diaspora? [:246]
Non vuoi essere italiano? E dov'è il problema? Nessuno ti obbliga a stare qui.
Infatti non è una buffonata (intesa come "atto banale"), è una vero e proprio tentativo di suggestionare i giovani.


Vuoi essere italiano? E dov'è il problema? Nessuno ti obbliga a stare qui.

[;)]



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MessaggioInviato: 19/09/2010, 15:36 
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rmnd ha scritto:

Cita:
Lawliet ha scritto:


Quale diaspora? [:246]
Non vuoi essere italiano? E dov'è il problema? Nessuno ti obbliga a stare qui.
Infatti non è una buffonata (intesa come "atto banale"), è una vero e proprio tentativo di suggestionare i giovani.


Vuoi essere italiano? E dov'è il problema? Nessuno ti obbliga a stare qui.

[;)]


Quando leggo cose come queste, mi viene sempre in mente la registrazione audio di una famosa seduta medianica degli anni '90, in cui un'entità rispose ad una domanda relativa alla questione politica di quel periodo. Disse che nonostante le diatribe politiche che si stavano perpretando in Italia, il destino del nostro paese sarebbe stato quello di ritornare a dividersi in veri e propri "feudi". Per la precisione in tre grandi regioni, in cui si sarebbe identificata l'Italia de nord, quella del centro e quella del sud. Chissà che - alla luce di quanto sta succedendo oggi - quella non sia una delle tante cose vere che siano mai state dette......



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MessaggioInviato: 19/09/2010, 18:43 
Adro, "Toglierò quei simboli solo se me lo ordina Bossi"
Il sindaco della cittadina respinge, di fatto, la timida richiesta del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. E il leader della Lega, Bossi, lo sostiene: Ne ha messi solo troppi". Il parroco del paese: "Esagerazioni da entrambe le parti". Durissimo attacco alla Gelmini dall'opposizione

BRESCIA - Il simbolo della "Lega", il "Sole delle Alpi", per ora resta nella scuola di Adro, in provincia di Brescia, intitolata all'ideologo del movimento leghista, Gianfranco Miglio. Resta, anche se il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha chiesto al sindaco della cittadina di rimuovere tutti i simboli. Resta, perché il primo cittadino di Adro ha implicitamente risposto affermando che a chiederglielo deve essere il leader della Lega, Umberto Bossi: "Se me lo dice lui, rimuovo i simboli non domani, ma ieri. Se li tolgo dalla scuola, però, farò lo stesso con gli edifici pubblici su cui è presente da secoli", ha aggiunto Oscar Lancini. "Sono sorpreso di quello che ho letto sui giornali. Io ho ricevuto comunque i complimenti dei vertici leghisti".

E il "senatur" non ha perso tempo ad appoggiare, nei fatti, la posizione del sindaco del bresciano: "Forse ne ha messi troppi - ha detto Bossi a chi gli chiedeva se la Gelmini aveva sbagliato o no a chiederne la rimozione - Avrebbe potuto farne uno bello, che bastava". Per confermare poi la sua sostanziale "vicinanza" al primo cittadino, il ministro delle Riforme ha aggiunto: "Questi simboli la Lega li ha fatti diventare politici, ma sono graffiti delle Alpi. E a Brescia ce ne sono tantissimi".

A rincarare la dose c'è anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: "Condivido quanto sostiene Bossi - ha detto - Intitolare la scuola a Miglio è stata una grande idea, ma io mi sarei fermato lì. Miglio vol dire tutto: è stato l'inventore delle tre macroregioni e quindi anche della Padania".

Una parola di equidistanza, a nome della popolazione della Franciacorta, è venuta invece dal parroco di Adro, don Giammaria Fattorini, nell'intervento che è stato letto oggi in tutte le messe celebrate nel comune: "La mia idea sulla questione, che sento condivisa da molti, è che si sta esagerando da entrambe le parti. Sta esagerando chi ha oggi il potere, dato loro dalla stragrande maggioranza della gente. Ma stanno esagerando anche le minoranze politiche che, avendo dichiarato guerra all'ultimo sangue ai vincitori alle urne, non perdono occasione per dare contro".

Taglia corto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini: "Abbiamo già preso posizione, non c'è da aggiungere altro dopo la lettera inviata al sindaco del paese". E il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, sostiene la linea tenuta dalla Gelmini, anche se non perde l'occasione per una battuta polemica: "Ha fatto bene il ministro, ma mi sarei aspettato che intervenisse prima. I bimbi non appartengono a nessuno e vanno lasciati fuori dalla politica".

Critici verso il ministro Gelmini gli esponenti dell'opposizione. Il senatore Silvio Pedica, dell'Idv, è durissimo: "La Gelmini, costretta dall'opinione pubblica indignata, si muove con una timida lettera in cui chiede di eliminare dalla sucola di Adro la griffe leghista. Questa vicenda evidenzia come il ministro gestisce la scuola in base alle proprie convinzioni personali e ai diktat della sua coalizione politica. "I marchi leghisti - ha aggiunto - non sarebbero dovuti restare neanche un'ora, questi episodi sono precedenti pericolosi inquadrati in un clima politico dove un partito come la Lega, a colpi di incostituzionalità, non riconosce l'unità d'Italia e ingelosendosi di Roma Capitale, dichiara di voler una capitale del nord". Pedica ha quindi concluso: "Regalerò alla Gelmini la carta igienica con il simbolo della Lega, troppo tempo tollerata l' assurda idea di fare di una scuola un circolo di partito: il ministro Gelmini si deve dimettere".

E Nichi Vendola è ancora più duro: "Abbiamo contato fino a diecimila per avere una parola di buon senso dal Ministro per l'Istruzione, Mariastella Gelmini. Come si può immaginare - ha proseguito - che la discussione oggi sul tappeto sia quella della prospettiva del federalismo solidale, mentre frammenti di scuola pubblica diventano frammenti di scuola padana? Vuol dire che è una presa in giro. Vuol dire che si chiama federalismo quello che in realtà è un processo di separazione e di secessione. Il problema non è solo il tappetino leghista sulla scuola padana, sotto quel tappetino c'è una semina di cultura regressiva: l'idea che il Nord si può salvare se manda alla deriva il Sud. Hanno seminato veleni in questi anni. A noi - ha concluso il governatore pugliese - toccherà fare una lunga bonifica di questa terra avvelenata".

Dello stesso avviso il responsabile giustizia dell'Idv, Luigi De Magistris: "Il ministro dell'istruzione Gelmini è intervenuta in modo debole e fuori tempo massimo. Prima ha cercato di sminuire il caso, di fatto avallando una scelta antidemocratica da parte del sindaco Lancini, poi timorosamente e in ritardo ha deciso di suggerire un ritorno alla normalità democratica. E lo ha fatto, per altro, soltanto perchè costretta dalle proteste dei genitori e della società civile di Adro, oltre che dalle critiche piovute dall'opposizione. La trasformazione di una scuola pubblica in una sezione della Lega è un atto contrario alla Costituzione, che trova origine nel fondamentalismo razzista e delirante del partito di Bossi che tiene sotto scacco questo governo. Gelmini compresa".

http://www.repubblica.it/scuola/2010/09 ... ef=HRER1-1



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MessaggioInviato: 19/09/2010, 18:46 
In poche parole il sindaco di Adro riconosce solo Bossi come autorità al quale sottostare...Mi spiace per la Mariastella, per una volta che fa la cosa giusta, la fa in ritardo e fa lo stesso una pessima figura.



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MessaggioInviato: 19/09/2010, 19:11 
dai indignatevi ancora un po' visto che vi siete perso anche questo ...[:D]

http://varesenotizie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=58719:aspettare-e-polemica-a-castronno-per-il-sole-delle-alpi-&catid=7:provincia&Itemid=274

Immagine


e questo...

Cita:
DIVISE PADANE»
[color=blue]Protezione civile senza tricolore
È bufera, il Pdl contro la Lega
Attacco da Cortina. «Disprezzo per l’Italia». La replica: «Via solo dalle magliette»[/color]


http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2010/18-settembre-2010/protezione-civile-senza-tricolore-bufera-pdl-contro-lega--1703785313127.shtml

polemiche sul nulla...giusto per riempire pagine di giornale e talk show radio/televisivi


Ultima modifica di rmnd il 19/09/2010, 19:22, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/09/2010, 16:01 
Scuola elementare pubblica. La fine di un mito italiano

Un saggio racconta le colpe di un declino culturale che sancisce la fuga nelle private. Nel 1985 erano stati varati nuovi programmi che insistevano sulla didattica. Era il punto di forza dell'educazione pubblica italiana: ma ora anche l'istruzione primaria è al collasso

di BENEDETTA TOBAGI

Da quei banchi passano tutti i futuri cittadini. Difficile evitare la retorica del "pilastro della democrazia": lo è per davvero. In più la scuola elementare conserva nell'immaginario qualcosa di romantico, dal libro Cuore in poi. Nell'Ottocento il maestro aveva un ruolo sociale definito, accanto al gendarme e al prete. A questa missione civilizzatrice e conservatrice si sovrappone, con l'avvento della Repubblica, l'icona del maestro di frontiera, possibilità di riscatto per i figli dei diseredati, schiacciato tra la Costituzione e le sperequazioni profonde di un paese arretrato, mentre le elementari restano quelle uscite dalla riforma Gentile, verticali e nozionistiche.



E oggi? Nessuno osa discutere la centralità della scuola e la sua missione educativa, tanto più in una società in piena crisi (economica, politica, di valori). Ma in cosa consista questa missione, e su come realizzarla, c'è molta confusione. Chi non ha bambini, difficilmente sa cosa succedesse dietro il portone di una scuola primaria dopo la riforma del '90. Poi nel 2008 il governo comincia a predicare il "ritorno al passato" come panacea contro tutti i mali. Chi ha più di vent'anni è cresciuto a pane e maestro unico e può rimanere facilmente sedotto dall'effetto-nostalgia: che male c'era nel vecchio sistema? Insegnanti, genitori e dirigenti invece protestano, sono amareggiati, indignati, preoccupati (provate a scorrere le centinaia di testimonianze su Repubblica.it). Sono davvero tutti dei conservatori miopi e politicizzati? Che cosa sta succedendo, davvero, dentro la scuola pubblica dei bambini italiani?

Ci aiuta diradare le nebbie il nuovo saggio di Girolamo De Michele, La scuola è di tutti (minimum fax, pagg. 338, euro 15) "E' necessario combattere una battaglia per le "precise parole", per l'esattezza", dichiara. Allora decodifica i "frames" concettuali dietro gli slogan con cui il centrodestra ha mascherato la realtà brutale dei tagli di bilancio alla scuola pubblica e analizza con scrupolo i numeri - solo apparentemente obiettivi - del Ministero e dei rapporti internazionali. Ma soprattutto, inserisce i problemi italiani nel quadro più ampio di una crisi (cioè un momento di potenziale evoluzione, non un'"emergenza") dell'educazione in atto da decenni a livello globale.

La scuola è chiamata all'arduo compito di preparare bambini e ragazzi a muoversi in una società più complessa, fornendo, oltre alle nozioni, metodi per "imparare a imparare", anche fuori dai banchi. Non è più affiancata nell'opera educativa da soggetti forti come parrocchia o famiglia, ma assediata da una "società diseducante" i cui modelli contraddicono valori e comportamenti che l'insegnante cerca di trasmettere. De Michele intreccia questi problemi coi dati allarmanti sull'"analfabetismo funzionale" che affligge 2/3 degli italiani, e li rende prede facilmente manipolabili nella società dell'informazione, o sulla mobilità sociale quasi inesistente per i giovani italiani. Una visione ampia, articolata, che mostra la funzione essenziale della scuola pubblica in una democrazia che voglia essere veramente tale.

In questo discorso, il caso della scuola primaria è illuminante. L'Italia, eterna pecora nera, affrontò costruttivamente la "crisi educativa", con esiti addirittura eccellenti. Dopo decenni di confronti tra politici e specialisti di pedagogia e didattica, nell'85 la scuola elementare si dota di nuovi programmi che mettono al centro il "saper fare" accanto al conoscere, per una "progressiva costruzione delle capacità di pensiero riflessivo e critico e di una indispensabile indipendenza di giudizio", le competenze relazionali, la capacità di ascoltarsi e stare insieme, oltre alla disciplina. Su queste basi, nel '90 si avvia una riforma, che ha passato il vaglio della Corte dei Conti, la stagione di lacrime e sangue pre-ingresso nell'euro e un rodaggio faticoso, per regalarci una posizione di eccellenza nelle classifiche internazionali (TIMMS 2007 per la matematica e PIRLS 2006 per la lingua). Con buona pace di chi sostiene che servì solo al sindacato per moltiplicare i posti.

Cosa offriva la primaria pubblica del nuovo millennio? "Modulo" o tempo pieno, ossia due o tre maestri, specializzati in aree disciplinari diverse: ben venga un'attenzione specifica per l'area logico-matematica, in cui l'Italia è sempre indietro. Programmazione collegiale, cioè più teste che concordano la didattica e rispondono alle esigenze dei bambini: più sguardi pronti a cogliere i loro disagi come i talenti. Ore di compresenza: indispensabili per gestire la presenza di bimbi stranieri che non padroneggiano l'italiano, per il recupero di chi resta indietro, specie nelle aree più disagiate, ma anche per gite e laboratori.

Tempo scuola più lungo (da 27 a 40 ore) e più ricco: al pomeriggio non c'era più il vecchio doposcuola, merenda e compiti, ma lezioni e laboratori, cioè apprendimento attivo. Una ricchezza per i bambini, una necessità per i genitori che lavorano. A parità di maestri incompetenti e lavativi, che non mancano mai (la Gelmini parla di premi al merito, ma nessuna misura è stata varata), il sistema offre più risorse e garanzie. La primaria pre-Gelmini rispondeva alle esigenze di una società profondamente mutata con spirito democratico: molto per tutti i bambini e speciale cura per i più deboli.

Bello, no? Bene, lo stanno demolendo. Il Ministero raccomanda maestro unico, 4 ore mattutine e taglia i posti. Ma i genitori chiedono le ore e la qualità del tempo scuola lungo e i dirigenti sono chiamati all'impossibile quadratura del cerchio. Regna il caos. Classi affollate, patchwork di maestre per coprire i buchi (alla faccia del bisogno di continuità rassicurante). I maestri, sottopagati e sotto pressione, ancorché occupati, di sicuro non lavorano sereni (si parla di merito e mai di motivazione).

Lo scenario tracciato da De Michele è inquietante: c'è un disegno politico per smantellare la scuola pubblica, per foraggiare il business delle scuole private, perché l'ignoranza rende le persone più controllabili. Anche chi non condividesse questa tesi, sarà costretto a domandarsi il perché di una politica così dannosa. Non è "la solita storia". Disperdono un patrimonio, picconano la base sana della piramide educativa. Danneggiano i bambini e le loro famiglie e la società in cui dovranno vivere, non gli "insegnanti fannulloni". Almeno, la smettano di mentire.

http://www.repubblica.it/scuola/2010/09 ... e-7239167/



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 16:31 
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Blissenobiarella ha scritto:

Lo scenario tracciato da De Michele è inquietante: c'è un disegno politico per smantellare la scuola pubblica, per foraggiare il business delle scuole private, perché l'ignoranza rende le persone più controllabili. Anche chi non condividesse questa tesi, sarà costretto a domandarsi il perché di una politica così dannosa. Non è "la solita storia". Disperdono un patrimonio, picconano la base sana della piramide educativa. Danneggiano i bambini e le loro famiglie e la società in cui dovranno vivere, non gli "insegnanti fannulloni". Almeno, la smettano di mentire.



E poi dicono che i "complottisti" hanno le allucinazioni..... [xx(]



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 16:33 
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rmnd ha scritto:

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Lawliet ha scritto:


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Vuoi essere italiano? E dov'è il problema? Nessuno ti obbliga a stare qui.

[;)]
Il fatto è che qui siamo in italia non in padania [^]

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MessaggioInviato: 22/09/2010, 10:27 
A scuola si studierà da soldati. L'ultima idea di Gelmini e La Russa
Pistola in aula, “studenti soldato” nelle scuole italiane: accordo tra Gelmini e La Russa


Studenti addestrati come soldati, futuri militari che si formano non più nei Car (Centri addestramento reclute) ma negli edifici scolastici. Tutto questo sarà possibilie grazie a un accordo raggiunto tra Maria Stella Gelmini (ministro dell’Istruzione) e Ignazio La Russa (ministro della Difesa).
Un articolo pubblicato su Famiglia Cristiana ha infatti rivelato che i due ministri hanno firmato un protocollo che istituirà un corso denominato “alleati per la vita”.
Il corso, che sarà valido come credito formativo, punta a lezioni di “pratica del mondo sportivo militare”. Cosa dovranno dunque fare gli studenti delle scuole superiori? Saranno divisi in pattuglie e riceveranno lezioni di tiro con la pistola ad aria compressa e percorsi “ginnico-militari”: arrampicata, nuoto e salvataggio e orienteering. Qui però la circolare contine un errore, visto che è scritto “orientiring”.
Secondo Famiglia Cristiana l’obiettivo dichiarato dai firmatari del testo sarebbe quello di “instaurare negli studenti la conoscenza e l’apprendimento della legalità, della Costituzione, delle istituzioni e dei principi del diritto internazionale” nonché “di evidenziare, nel percorso educativo, l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al ‘bullismo’ grazie al lavoro di squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un gruppo”.
Una motivazione, specie quella sul bullismo, che non convince appieno: lo spirito cameratesco che si respira nelle caserme che porta a episodi di “nonnismo” non è forse assimilabile al comportamento dei bulli?

http://www.blitzquotidiano.it/politica- ... to-555519/

Mmmha!!!



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MessaggioInviato: 23/09/2010, 13:43 
Adro e la scuola padana. Gli sprechi della lega e l’assenza dell’opposizione


Sabato 18 settembre mi sono recato ad Adro, paese divenuto ormai famoso a causa delle iniziative controverse del suo sindaco, Danilo Oscar Lancini. Dopo aver estromesso dal servizio mensa i bambini delle famiglie morose (tutte straniere), aver introdotto un premio in danaro per i vigili per incentivare il rilevamento di clandestini sul territorio del comune, sabato scorso ha inaugurato la prima scuola padana marchiata con oltre 700 simboli della Lega Nord.

Nonostante se ne sia parlato molto tante domande sono rimaste inevase. Il primo cittadino ha parlato di “simbolo storico” e di “diritto dei cittadini” che l’hanno costruita, mentre ad esempio sull’opposizione non si è detto nulla. All’Espresso il segretario locale del PD, Silvio Ferretti, ha detto: «Ai consiglieri dell’opposizione è stato impedito di visitare il nuovo polo scolastico prima che fosse inaugurato. Quelli di maggioranza potevano, gli altri no. Il sindaco non ha mai risposto alle richieste di ingresso e in consiglio comunale ha detto chiaramente che non avremmo potuto metterci piede perché non ce lo meritavamo. Per questo non c’è stata alcuna contestazione. Non sapevamo nulla dei simboli leghisti».

Viste e considerate le precedenti iniziative del sindaco l’opposizione non solo doveva vigilare sull’amministrazione comunale ma doveva a maggior ragione entrare nella scuola prima della sua inaugurazione. Non era forse il caso di obiettare qualcosa alle risposte/non-risposte del sindaco? BresciaOggi all’apertura dei lavori di costruzione, il 30 agosto 2009, illustrò ai propri lettori i vantaggi e gli obiettivi che erano stati programmati con la realizzazione del nuovo complesso scolastico. Il sindaco di Adro dichiarò in quell’occasione: «l’obiettivo è far sì che il trasloco delle scuole nel nuovo polo possa avvenire in tempo per l’avvio dell’anno scolastico 2010-2011. Proprio per questo ci stiamo già muovendo per l’acquisto degli arredi». Gli arredi sarebbero stati acquistati dunque prima della conclusione dei lavori prevista per il 5 agosto 2010.
Che l’opposizione sia in qualche modo colpevole, almeno di negligenza, lo dimostrano anche altri simboli presenti sul suolo comunale. Non solo la scuola è targata “Lega Nord” ma anche tutti gli arredi urbani, dalle panchine ai cestini, tutti oggetti presenti nel centro del paese nonché nella piazza principale e già installati da tempo. L’opposizione avrà creduto alla storia del Sole delle Alpi simbolo del territorio oppure non si è nemmeno posta il problema? Fra le scuse più creative adottate dai consiglieri dell’opposizione per giustificare il fatto di aver lasciato il sindaco libero di agire secondo il suo personale “gusto estetico” la migliore che è sicuramente la seguente: «i simboli nella scuola sono stati aggiunti di notte».
Vediamo nel dettaglio cosa sarebbe stato fatto in quella famosa notte tra il 9 e il 10 settembre:
Posizionare l’iscrizione in metallo per l’esterno della scuola.
Murare la Targa in marmo di Gianfranco Miglio all’interno della scuola.
Posizionare la vetrata.
Disegnare i simboli della lega sul tetto della scuola.
Affiggere gli adesivi incriminati su ogni banco di ogni classe.
Posizionare i cartelli “è vietato calpestare l’erba” (di chiara origine padana).
Posizionare i cestini in metallo.
Posizionare le panchine sempre in metallo.
Collocare gli zerbini davanti ad ogni ingresso.
Inchiodare i crocefissi al muro in tutte le aule (per evitare furti o smarrimenti).
Trasportare la maggior parte dei mobili nonché gli arredi interni con il simbolo impresso (così come segnalato dal Corriere della Sera).
E’ probabile che gli zerbini, i cartelli e gli adesivi siano stati posizionati solo dopo il completamento dell’opera, appena in tempo per l’inaugurazione. Il resto? E’ possibile che sia stato fatto in una notte? E’ possibile che 136.000 euro spesi per gli arredi non siano stati valutati dal Consiglio e che l’opposizione non abbia potuto vedere come sarebbero stati realizzati? Federico Ferme, architetto, sostiene che per la sostituzione dei cestini la cosa si fa difficile in quanto fissati nel terreno, «bisognerebbe capire se è possibile staccare solo posacenere e quindi aggiungere o rimuovere il simbolo velocemente», per quanto riguarda invece la vetrata invece il problema non si pone essendo il disegno semplicemente incollato (sempre durante la notte). Il disegno sul tetto non può essere stato fatto di notte a meno che non abbiano utilizzato degli occhiali infrarossi che usano i marines in guerra, più facile che nessuno se ne sia accorto prima.

Discorso diverso va fatto per l’intitolazione a Gianfranco Miglio, a cui il sindaco ha voluto dedicare il simbolo di un federalismo già attuato dal comune bresciano, a suo dire. Gli insegnanti avevano deciso di dedicare il complesso ai fratelli Dandolo, questa scelta doveva essere approvata dal collegio dei docenti e successivamente approvato dal consiglio comunale, alla prefettura spettava poi il compito di comunicare il nome definitivo al ministero degli Interni. Niente di tutto ciò è avvenuto mentre i soldi per il nome esterno e la targa sono stati spesi.
Il Corriere della sera oltre a svelare alcuni costi dell’opera tra cui 10.000€ per dipingere il soffitto, 7.500€ per gli zerbini e la stessa cifra per i cestini/posacenere, osserva che su molti degli arredi interni risulta proprio impresso il simbolo e non solo incollato. Di tutta risposta, come rilevato da Fabio Chiusi, la dirigenza del PD il giorno dopo la presentazione della scuola alla cittadinanza è partita per Torino per ascoltare il segretario Bersani, viaggio che ha consentito l’organizzazione della manifestazione di sabato 18 settembre secondo quanto affermato dagli stessi.

Il quotidiano di via Solferino ha stimato in 10.000€ la spesa per rifare il tetto della scuola, occupato oggi da due enormi “soli delle alpi”, mentre gli zerbini e i cestini sarebbero costati 15.000€ circa. Si poteva evitare di spendere denaro pubblico per bonificare l’intera scuola, tra l’altro anche nuovo seggio elettorale per il comune di Adro? Quello che è certo è che il sindaco Danilo Oscar Lancini di tasca propria non metterà un euro, mentre i cittadini di Adro, leghisti e NON, dovranno pagare per gravi colpe di una giunta impegnata più a farsi notare che ad amministrare il proprio comune e di un’opposizione finora inesistente. Va riconosciuto al Partito Democratico di aver avviato diverse pratiche e inoltrato petizioni al ministro, oltre ad azioni legali per accelerare le rimozione dei 700 simboli ma solo a partire dal 13 Settembre. Ma si sa, il Pd si sveglia sempre un po’ tardi.

Scritto da Paolo Agnelli in data 23 settembre 2010#65279;

http://www.dirittodicritica.com/2010/09 ... la-padana/



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Il volantino della Lega...

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Un consiglio: iniziate a "reclutare" gente che a scuola ci sia andata per cortesia! [:D]

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Pare che, se letto al contrario, il volantino contenga pistolinate in lingua celtica.

"Noi non stiamo dalla parte dei cervelli". Ma un po' più in basso.

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Ultima modifica di Lawliet il 23/09/2010, 15:15, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Lawliet ha scritto:

Coitus interr'ictus. E' così che nacque Renzo.


più che coitus interr'ictus direi cogito interdictus [:)]...



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Università, l'ultima tentazione della Lega. "Precedenza ai giovani lombardi nei test"

Emendamento del Carroccio al Pirellone: si valuti la residenza invece del voto di maturità
Ma c'è di più: il partito di Bossi chiede anche una quota di programmi "padani" nelle scuole

di ANDREA MONTANARI

La Lega in Regione vuole il diritto di prelazione per i lombardi nelle università a numero chiuso e una quota di programmi scolastici padani. È quanto scritto nel testo di due emendamenti al piano regionale di sviluppo presentati dal Carroccio, e approvati dalla settima commissione regionale Cultura e formazione professionale con i soli voti del centrodestra.

La scuola con i simboli leghisti

«Oggi gli studenti lombardi partono svantaggiati — spiega il consigliere regionale leghista Massimiliano Orsatti — perché nei test di ammissione alle università a numero chiuso si tiene conto anche del voto preso all’esame di maturità, che in alcune regioni del sud è notoriamente dato con generosità». Per cui la Lega chiederà che nei test di ammissione non si tenga conto dei voti di maturità. «Successivamente — aggiunge Orsatti — chiediamo una corsia riservata per gli studenti che siano residenti in Lombardia da almeno cinque anni».

Non solo. Gli emendamenti presentati dal Carroccio chiedono «di sostenere in via prioritaria gli studenti lombardi anche sugli interventi a favore del diritto allo studio» e l’effettiva applicazione della legge regionale in cui si stabilisce che il 20 per cento dei programmi deve essere dedicato ad argomenti legati al territorio. «Vogliamo sapere quante scuole lombarde sono a conoscenza di questa possibilità — insiste Orsatti — e quante la stanno applicando. La valutazione dei fondi sul diritto allo studio andrà fatta complessivamente». Insomma, più soldi a chi metterà nei programmi argomenti “padani”.

L’opposizione di centrosinistra è già pronta a dare battaglia quando, probabilmente la prossima settimana, il provvedimento sarà votato dal consiglio regionale. «Ai leghisti non basta la scuola di Adro tappezzata di simboli del partito — attacca il consigliere regionale pd Fabio Pizzul — ora nel mirino del Carroccio è finito addirittura il Piano regionale di sviluppo alla voce istruzione. Gli emendamenti ci fanno pensare che il loro tentativo sia sempre quello di escludere una parte degli studenti. Qui non si parla solo di ragazzi stranieri, visto che potenzialmente saranno penalizzati anche gli studenti novaresi o piacentini, che abitano appena al di là dei confini della regione. L’emergenza di oggi è quella di attuare veramente l’autonomia scolastica, che deve essere anche autonomia dalla politica perché non si ripetano più i casi come quello di Adro».

Il testo del secondo emendamento votato in commissione da Pdl e Lega, infatti, sembra andare proprio nel senso opposto, dove stabilisce che «in ambito didattico, la Regione monitorerà attentamente la reale attuazione e implementazione da parte degli istituti scolastici lombardi degli indirizzi regionali per i programmi scolastici». Anche attraverso la verifica «degli effettivi esiti dell’apprendimento degli studenti lombardi».

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... t-7330113/



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