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29/09/2010, 13:58

girano in rete da tempo.

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29/09/2010, 14:21

A me 'sto Trota fa tenerezza...E' troppo giovane per essere tirato in mezzo così per colpa del padre. Lasciamolo stare finchè non ne combina una di suo.

29/09/2010, 14:23

gruppo di dementi purtroppo che gridano "roma ladrona" e poi gli fanno fare le leggi proprie e discriminanti.Come al solito,anche in questo caso,la repubblica delle banane ha colpito.


Vedi Robs che convieni con me nel dire che la politica è una presa per il c.ulo !!!
Dicono di odiare la mafia e ci sono alleati, dicono di odiaRE LA POLITICA ROMANA CENTRISTA e gli danno ancora piu' potere...

AH POVERI ILLUSI VOI CHE CREDETE NELLA POLITICA [8]

29/09/2010, 14:54

Blissenobiarella ha scritto:

A me 'sto Trota fa tenerezza...E' troppo giovane per essere tirato in mezzo così per colpa del padre. Lasciamolo stare finchè non ne combina una di suo.


Quotone per la Bliss buongustaia
La Trota tenera va arrostita quando è giovane e fresca.
Si vede benissimo che con lui hanno cominciato dalla testa.
O..OOo [:169]..oOo

29/09/2010, 16:21

robs79 ha scritto:

Blissenobiarella ha scritto:

robs79 ha scritto:

[quote]Blissenobiarella ha scritto:

Bla bla bla....questi parlano e l'Italia deraglia, al nord quanto al sud. Oggi la sanità veneta rischia il commissariamento come quella pugliese, l'illegalità a Milano costa 3,5 miliardi alle imprese, le ditte chiudono, la disoccupazione avanza, il 90% delle famiglie che fanno ricorso alle comunità di sostegno si trovano al nord. Dove sono i risultati della guide illuminate della padania? Che tristezza....

Non é tutto vero quello che dici pero' permettimi,in tutto questo sfacelo bisognava fare una legge "roma capitale"????


Robs, figurati ^_^...
MA cosa ci sarebbe di non vero? Poi scusa, chi ha proposto e votato per roma capitale? Noi?

Che Milano pesi per 3,5 miliardi alle imprese dove lo hai letto???
E che il 90% delle famiglie che fanno ricorso al sostegno sono al nord???
Vogliamo invece provare a vedere quanto costa all'italia l'evasione del centro sud rispetto al nord???oppure vedere quanto si produce al nord rispeto al centro sud???Non prendiamoci in giro Roma non é come le altri capitali d'europa.Le altri capitali oltre ad essere il centro politico sono anche le piu' produttive,qua ci sono 2 capitali una storica ed una produttiva e non é giusto che quella storica abbia avuto una serie di leggi a suo favore.Chi lo ha votato??Un gruppo di dementi purtroppo che gridano "roma ladrona" e poi gli fanno fare le leggi proprie e discriminanti.Come al solito,anche in questo caso,la repubblica delle banane ha colpito.
[/quote]


Scusa ma la maggior parte della cassa integrazione e' richiesto dalle aziende del Nord, e quei soldi da dove vengono?

29/09/2010, 18:03

Dall'altro topic:

vimana131 ha scritto:
Crisi economica, Nord-Ovest il più colpito Roma - (Adnkronos) - E' l'area nord-occidentale del Paese quella che ha registrato nel 2009 il maggior calo del Pil, sceso del 6%, mentre la perdita è stata più contenuta nel Centro e nel Mezzogiorno. Roma, 28 set. (Adnkronos) - E' il Nord-Ovest l'area italiana che ha registrato nel 2009 il maggior calo del Pil, sceso di ben il 6% mentre la perdita di prodotto interno lordo è stata più contenuta nel Centro e nel Mezzogiorno. Addirittura, la Calabria è l'unica regione con un indicatore stabile. Lo rileva l'Istat che oggi ha diffuso le stime a livello regionale dei principali aggregati economici, quali prodotto interno lordo (Pil), unità di lavoro, valore aggiunto, redditi da lavoro dipendente e spesa per consumi finali delle famiglie.Nel 2009, rileva infatti l'Istat, il Pil si è ridotto del 6% nel Nord-Ovest, del 5,6% nel Nord-Est, del 3,9% nel Centro e del 4,3% nel Mezzogiorno, a fronte di un valore nazionale pari a -5%. Il Pil per abitante ai prezzi di mercato, misurato dal rapporto tra Pil nominale e numero medio di residenti nell'anno, segna una flessione del 3,7% a livello nazionale. Il calo del Pil per abitante ai prezzi di mercato, prosegue l'Istituto di Statistica, si conferma più contenuto nel Mezzogiorno (-2,7%) e nel Centro (-2,9%), mentre è più marcato nel Nord-Ovest (-4,6%) e nel Nord-Est (-4,5%). In valori assoluti, tuttavia, si confermano le disparità fra le macroregioni del Pil ai prezzi di mercato per abitante: 30.036 euro nel Nord-Ovest, 29.746 euro nel Nord-Est e 28.204 euro nel Centro, contro i 17.324 euro del Mezzogiorno. In particolare, l'Istat riferisce che il Nord-Ovest è la ripartizione geografica dove la crisi economica si è fatta sentire di più. La flessione del Pil è spiegata principalmente, sottolinea l'Istituto di statistica, dall'andamento del settore industriale, nel quale il valore aggiunto in termini reali diminuisce del 14,9% contro il -2,8% dei servizi e il -0,6% del settore agricolo. Il calo del Pil è più marcato in Lombardia e Piemonte (rispettivamente -6,3% e -6,2%). Il Pil per abitante ai prezzi di mercato si riduce del 5% in Lombardia e del 4,6% in Piemonte, contro il -4% della Valle d'Aosta e il -1,8% della Liguria. Fonte http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 67988.html

29/09/2010, 18:44

Dopo aver appreso da più fonti che la Padania non esiste:http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/06/17/visualizza_new.html_1823618770.html
rivediamoci questa chicca:

http://www.striscialanotizia.mediaset.i ... spqr28.flv

29/09/2010, 20:48

Hannah ha scritto:


Dopo aver appreso da più fonti che la Padania non esiste:http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/06/17/visualizza_new.html_1823618770.html
rivediamoci questa chicca:

http://www.striscialanotizia.mediaset.i ... spqr28.flv



..la Padania come spazio etno-culturale omogeneo non esiste'.,,


Se l'inesistenza della Padania è il risultato di quelle conclusioni allora possiamo tranquillamente affermare che anche l'Italia non esiste
[:o)]

La Padania. Una regione italiana in Europa.
http://www.libroco.com/cgi-bin/dettaglio.cgi/codiceweb=872771116654236/9788878600775/La-Padania--Una-regione-italiana-in-Europa//Edizioni-della-Fondazione-Giovanni-Agnelli.html

Interessanti commenti da questo blog sul libro della fondazione Agnelli

http://www.exibart.com/blog/blogmsg.asp?idblog=5577
In altre parole, la formazione di uno spazio politico padano (progetto che è poi la mission elettorale della Lega) sarebbe auspicabile per controbilanciare lo sviluppo disarmonico tra Nord e Sud Europa. Ma non è tutto. Una cartina pubblicata in quel volume si spinge molto più in là, molto più di quanto possa spingersi la Lega, per non essere tacciata di aspirazioni separatiste. Mentre Miglio teorizzava le tre macro Regioni, gli studiosi della Fondazione Agnelli proponevano una razionalizzazione ancora più radicale dell'istituto regionale. In parole semplici, in quel lavoro si ridisegnavano i confini interni della nazione, partendo dall’idea che le regioni non dovessero essere più venti ma dodici, con la soppressione di quelle sotto il milione e mezzo di abitanti. Tolte le cinque a statuto speciale, rimanevano sostanzialmente sette aree macroregionali che coincidevano grosso modo con gli stati preunitari, con un’entità specifica come appunto la Padania. Un’eresia da leghisti con le corna e i campanacci? No, l’analisi di un gruppo di serissimi politologi. Qualcuno, nella Lega, ha ripreso in mano quella cartina dell’Italia, insieme ad altri testi (dagli anni ’70 in poi) in cui si descrivono le radici e le prospettive della Padania. Anche perché in fondo, ragionano i leghisti, è già successo che una «espressione geografica» (così il principe di Metternich parlava dell’Italia) sia diventata una nazione.


.. oppure la Padania esiste?
Forse è opportuno fare qualche passo indietro, precisamente al ’92, nel quale si può ritrovare un volume redatto da un pool di studiosi super partes e pubblicato da un istituto autorevole come la Fondazione Giovanni Agnelli di Torino, con un titolo che potrebbe sembrare scandaloso per i tutori dell’Unità italiana: «La Padania, una regione italiana in Europa». La Padania? Una regione italiana? Ecco, in quel numero dei Quaderni della Fondazione intitolata al creatore della Fiat, non solo si dà per scontata l’esistenza della Padania, una vasta area riconducibile alla valle del Po, ma si propongono ipotesi di riforma che, se le facessero Bossi o Calderoli, provocherebbero verosimilmente una crisi di governo.
L’analisi degli studiosi chiamati in quel ’92 dalla prestigiosa fondazione torinese rischiano, se rilette oggi, di far venire un colpo a Gianfranco Fini. Leggere per credere. Non solo l’Unità d’Italia, a parere degli eruditi autori del volume, «fu decisa in modo affrettato e non certo sulla base di criteri di adeguata corrispondenza tra capacità di governo ed esigenze economiche e sociali di un territorio», ma l’affermazione politica della Padania sarebbe addirittura di auspicio in un’ottica europea.
«La posizione della Padania - spiegano - continua ad essere potenzialmente felice. Situata geograficamente all'incrocio di due macro-assi dello sviluppo europeo, l'asse longitudinale nord-sud che attraversa il cuore dell'Europa, e il nuovo asse di sviluppo latitudinale est-ovest, che congiunge il dinamismo del sistema iberico con i nuovi spazi di formazione del Centro Est Europeo, la Padania può costituire un elemento di riequilibrio in Europa, impedendo che lo spostamento verso Nord crei differenziali di sviluppo e quindi nuove patologie economiche. Si può quindi parlare di ruolo europeo per la Padania».



La Padania esiste come macroregione economica. La Padania senza la palla al piede del resto d'Italia ha un tasso di crescita economica superiore alla media Europea. Altro che i 'terroni' elvetici.
[;)]

29/09/2010, 21:22

Blissenobiarella ha scritto:

A me 'sto Trota fa tenerezza...E' troppo giovane per essere tirato in mezzo così per colpa del padre. Lasciamolo stare finchè non ne combina una di suo.


Carissima Bliss..

quel tenero trota...

Quell'angioletto con i boccoli d'oro...

se pappa 10.000 € al mese per stare come figurino dietro al padre.

kebbravo ragazzo!!

29/09/2010, 21:24

dresda99 ha scritto:

Blissenobiarella ha scritto:

A me 'sto Trota fa tenerezza...E' troppo giovane per essere tirato in mezzo così per colpa del padre. Lasciamolo stare finchè non ne combina una di suo.


Carissima Bliss..

quel tenero trota...

Quell'angioletto con i boccoli d'oro...

se pappa 10.000 € al mese per stare come figurino dietro al padre.

kebbravo ragazzo!!


Sono sempre troppi, ma sono 6000 euro, gli stessi che hai messo via tu, facendoti dare 5 euro per volta.[:D]

29/09/2010, 21:26

Concordo sul fatto che certe uscite della Lega non sono difendibili, ma sono peggio quelli che si scandalizzano per le sparate di Bossi, dovrebbero conoscerlo ormai.
Mi ricorda quella vecchia meretrice che si scandalizza vedendo una ragazzina con la minigonna.

29/09/2010, 21:28

condivido...resta il fatto che anche se è vero che i criminali possono essere dei politici, essere un politico non è di per se criminale... Mi spiace, ma io non me la prendo con i ragazzi per colpa dei genitori.

30/09/2010, 08:48

Lawliet ha scritto:

Dall'altro topic:

vimana131 ha scritto:
Crisi economica, Nord-Ovest il più colpito Roma - (Adnkronos) - E' l'area nord-occidentale del Paese quella che ha registrato nel 2009 il maggior calo del Pil, sceso del 6%, mentre la perdita è stata più contenuta nel Centro e nel Mezzogiorno. Roma, 28 set. (Adnkronos) - E' il Nord-Ovest l'area italiana che ha registrato nel 2009 il maggior calo del Pil, sceso di ben il 6% mentre la perdita di prodotto interno lordo è stata più contenuta nel Centro e nel Mezzogiorno. Addirittura, la Calabria è l'unica regione con un indicatore stabile. Lo rileva l'Istat che oggi ha diffuso le stime a livello regionale dei principali aggregati economici, quali prodotto interno lordo (Pil), unità di lavoro, valore aggiunto, redditi da lavoro dipendente e spesa per consumi finali delle famiglie.Nel 2009, rileva infatti l'Istat, il Pil si è ridotto del 6% nel Nord-Ovest, del 5,6% nel Nord-Est, del 3,9% nel Centro e del 4,3% nel Mezzogiorno, a fronte di un valore nazionale pari a -5%. Il Pil per abitante ai prezzi di mercato, misurato dal rapporto tra Pil nominale e numero medio di residenti nell'anno, segna una flessione del 3,7% a livello nazionale. Il calo del Pil per abitante ai prezzi di mercato, prosegue l'Istituto di Statistica, si conferma più contenuto nel Mezzogiorno (-2,7%) e nel Centro (-2,9%), mentre è più marcato nel Nord-Ovest (-4,6%) e nel Nord-Est (-4,5%). In valori assoluti, tuttavia, si confermano le disparità fra le macroregioni del Pil ai prezzi di mercato per abitante: 30.036 euro nel Nord-Ovest, 29.746 euro nel Nord-Est e 28.204 euro nel Centro, contro i 17.324 euro del Mezzogiorno. In particolare, l'Istat riferisce che il Nord-Ovest è la ripartizione geografica dove la crisi economica si è fatta sentire di più. La flessione del Pil è spiegata principalmente, sottolinea l'Istituto di statistica, dall'andamento del settore industriale, nel quale il valore aggiunto in termini reali diminuisce del 14,9% contro il -2,8% dei servizi e il -0,6% del settore agricolo. Il calo del Pil è più marcato in Lombardia e Piemonte (rispettivamente -6,3% e -6,2%). Il Pil per abitante ai prezzi di mercato si riduce del 5% in Lombardia e del 4,6% in Piemonte, contro il -4% della Valle d'Aosta e il -1,8% della Liguria. Fonte http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 67988.html


"La provincia di Milano è l'area economica più importante d'Italia: con 338.010 imprese attive nel 2005 concentra il 42,3% delle imprese lombarde ed il 6,6% delle imprese italiane attive ed operanti. Questo elemento le consente di generare un alto livello di produttività: con un PIL annuo pro capite di 30.629 euro conferma la sua leadership, poiché da sola concentra il 10,3% del PIL nazionale ed annualmente produce una ricchezza superiore ai 124 miliardi di Euro, pari quasi al PIL di Israele.
La presenza qualificata e differenziata di ogni comparto economico ha consentito a Milano di affrontare, con un buon vantaggio rispetto ad altre città italiane, le nuove sfide competitive e di confrontarsi con le principali città europee nella capacità di attrarre società e banche straniere: il numero di unità produttive facenti capo ad imprese partecipate da multinazionali estere ha superato in Lombardia la soglia delle mille unità, di cui oltre la metà localizzate in provincia di Milano, e qui hanno sede le maggiori banche italiane ed estere
La provincia di Milano è l'area italiana più assimilabile alle grandi regioni sviluppate dell'Europa, sia per la complessa varietà delle attività che vi si svolgono, sia per il livello di ricchezza e benessere diffusi.
A partire dagli anni settanta, come è successo per tutti i centri urbani europei, la produzione industriale pesante ha lasciato spazio al settore dei servizi e alle attività terziarie, soprattutto quelle più qualificate e a più alto valore aggiunto, sviluppatesi in stretta connessione con le imprese produttive dell'area.
Nel corso degli anni 90, l'evoluzione tecnologica e la globalizzazione dell'economia hanno definitivamente modificato anche il suo tradizionale modello produttivo che oggi si basa su una fitta rete di imprese produttive di piccola e piccolissima dimensione, a cui si affianca un numero limitato di medio-grandi aziende.
Nell'area milanese si concentra il 15% delle imprese italiane attive nei settori hi-tech (manifatturieri e terziari) e ben il 31% dei relativi addetti.
Uno dei principali motori di sviluppo dell'area milanese è rappresentato dall'economia creativa, cioè quel ramo dell'economia che comprende alcuni particolari settori in grado di generare nuova ricchezza e proprietà intellettuale (brevetti, diritti d'autore, marchi di fabbrica, design registrato), che svolge un ruolo trainante anche per le attività produttive tradizionali.
Milano si pone anche come capitale del non-profit, in cui la vocazione agli affari si combina con le antiche tradizioni solidaristiche e mutualistiche della società civile lombarda. Nell'area milanese operano quasi 11.000 istituzioni. Il mondo del non-profit riveste un ruolo importante nel sistema economico e sociale locale, mobilitando risorse umane e finanziarie significative; il numero di addetti complessivo è pari al 10% del totale nazionale e a circa il 50% di quello della Lombardia.
La maggior parte delle aziende milanesi e dei relativi addetti opera nel settore dei servizi (69%). Il crescente livello di terziarizzazione dell'economia milanese ha ridotto la tradizionale vocazione del territorio al 28%.
L'agricoltura rappresenta il 2% dell'economia provinciale e, nonostante il numero limitato di addetti, continua a mantenere un ruolo importante: localizzata per lo più nella parte meridionale dell'area metropolitana, presenta caratteristiche di elevata meccanizzazione e produttività "
Se questo non basta per far si che Milano sia pari a Roma come importanza in Italia e quindi abbia pari trattamento,non so' che dirvi.

30/09/2010, 10:12

E vai per Milano!..[:D] .......E' Roma con i suoi politici che ci ha ridotto in uno stato di schiavitù.[:(]

30/09/2010, 10:21

E' l'italiano medio che è malato...

E non l'italiano "di Roma" o "di Milano".

Se fosse Milano la capitale (in tutti i sensi)
ci sarebbe il magna magna pure lì.

Quindi il senso di questa discussione, che comunque aveva a che fare
con l'esternazione razzista di un Ministro della Repubblica (e scusate se
è poco) è prossima allo zero assoluto.

Sempre imho...
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